Perchè nei siti di escort la gente parla in codice


BBJ. 50 rose. Costa 3 VU. Rai 1. Rai 2. Dinner At The Y, o DATY. A leggere queste righe, sembra di trovarsi di fronte all’ennesimo LEET (il linguaggio codificato che veniva usato dagli smanettoni ai tempi delle prime BBS e community digitali, e che sopravvive anche oggi con le varie forme di cosiddetto Algospeak). Il concetto sotteso dietro queste singolari forme di linguaggio “autogestito”, se vogliamo, è sempre lo stesso: aggirare la censura, utilizzare liberamente internet e onorare, se vogliamo, il concetto di rete libera e neutralità della rete che viene minata, ad oggi, da un libero mercato sempre più aggressivo.

Il linguaggio in codice usato nel contesto sex worker è uno dei fenomeni che accompagna internet fin da fine degli anni Novanta, con piccoli e grandi forum specializzati sull’argomento. Del resto per quale motivo nei siti di escort la gente parla in codice, se già il contesto è esplicito e se comunque gran parte degli utenti utilizza pseudo-anonimato e nick più o meno fantasiosi? È curioso come il lessico di questo sotto-linguaggio finisca per essere tanto ingenuo quanto pretenzioso, e si rileva come faccia grande uso di tropi e allusioni di ogni ordine e grado. Il “guanto” ad esempio è un modo per indicare il preservativo.

Neanche troppo curiosamente, gran parte dei blog che si occupano dell’argomento linguaggio in codice all’interno dei siti di escort tende a presentare l’articolo come una sorta di grottesco “manuale” per frequentare le sex worker, per avere massima soddisfazione e via dicendo. Un mestiere del resto presente, ipocritamente ignorato dai più, operativo e bistrattato da legge e senso comune, per il quale esiste questo curioso sottobosco che rappresenta una vera e propria (ennesima) sottocultura su internet. In questa sede vorrei affrontare da una prospettiva differente, fermo restando la libertà sessuali di ognuno e le ovvie (almeno per me) riserve su casi di possibile sfruttamento in tal senso. Provando a capire cosa spinga l’utente a farne uso e, soprattutto, il fatto che il linguaggio si finisca sempre per creare in base all’uso e al contesto.

VU, rose, extra, Rai 1, Rai 2, …

Nei siti dedicati a sex worker, massaggiatrici ed escort molte persone usano questo curioso “linguaggio in codice”, fatto di allusioni e riferimenti, il quale opera per sostituzioni metafore e semplici associazioni di idee. Ho sempre trovato interessante il fatto che in siti estremamente espliciti come quesi ci si ponga il problema di esprimersi in modo camuffato. Questa forma di linguaggio, del resto, fa parte a tutti gli effetti dello slang su Internet, del quale abbiamo parlato in più occasioni, e naturalmente il tutto si ricolloca nell’ambito delle regole che tutti dovrebbero seguire, che prevedono tra le altre cose l’anonimato degli utenti la possibilità che qualcuno possa scrivere o dire di aver fatto cose eventualmente molto sgradevoli.

Escort e sex worker nei trend di Google

È un mondo che naturalmente non tutti conoscono, ma che viene frequentato da più persone di quanto possa sembrare. Senza dubbio questo viene suggerito anche delle statistiche su Google, e dal fatto che la parola “escort” sia presente tra i Google Trend da molto tempo come tendenza stabile, ammesso che chi cerca questa parola lo faccia esclusivamente per curiosità esplicita o perchè pensa di rivolgersi ad una sex worker. Si nota giusto un “buco” in corrispondenza degli esordi della pandemia di Covid-19.

Un lavoro sinallagmatico

Per definire queste attività nel nostro paese, almeno ad oggi, non si parla di un vero e proprio lavoro, ma di attività economica nell’ambito sinallagmatico (dal greco συναλλάττω, che significa contrattualistico o di scambio reciproco). Significa che, in altri termini, al netto degli stereotipi (e di situazioni eventualmente rischiose) l’attività è regolamentata da regole implicite, di cui quel modo di esprimersi sembra essere una modulazione significativa. L’uso del linguaggio in codice consente pertanto ai sex worker (e a chi si rivolge a loro: 20 milioni di persone in Italia, se la stima è realistica si tratterebbe del 34% della popolazione) di comunicare in modo discreto senza rivelare troppo ai non clienti o a chi non fa parte della comunità. Probabilmente è una forma di discrezione o di rispetto / educazione, ma è anche un modo per eludere l’eventuale sorveglianza (oltre che il giudizio) da parte delle autorità.

Di fatto, il linguaggio in codice usato nei forum e nei siti di escort è anche un modo per creare una community vera e propria, in cui ci si possono scambiare pareri e opinioni sulle sex worker e, di fatto, effettuare (come fanno alcuni siti) delle vere e proprie recensioni come avverrebbe su Amazon o Ebay. In generale, l’uso di questo codice pseudo-cifrato nei siti di sex worker è una pratica comune che serve a proteggere la privacy, la sicurezza e facilitare – o rendere meno imbarazzante, forse – la comunicazione all’interno della comunità. Resta vero che molte metafore e codici utilizzati nei siti dei sex worker possono essere relativamente facili da comprendere per chi è familiare con il contesto.

Il linguaggio in codice nei siti di escort

Tanto per cominciare non si parla mai di soldi, in questi siti: si parla di “rose“. Il cambio valuta rose-euro è uno a uno: quindi  ad esempio 70 rose sono 70 euro. Il preservativo viene utilizzato quasi sempre, ma non viene nominato in modo esplicito: si deve chiamare guanto. Quando si parla di VU (velocità urbana) diventa tutto più criptico ma è altrettanto semplice: bisogna farsi due conti e – anche qui  – ci troviamo a ridosso di una metafora: 50km/h è la velocità urbana, per cui 1 VU corrisponde a 50€. Come esercizio per casa, a questo punto, potreste provare a calcolare a quanti VU corrispondono 250€ (risposta: 5 VU). Le prestazioni specifiche non sono improvvisabili come avverrebbe in un rapporto classico: vanno concordate prima, e gli EXTRA (come si chiamano in gergo) si pagano sempre e comunque. Importante quindi considerare che in questo linguaggio vi è, fin da subito, un riferimento costante ai fiori, alle auto, alla televisione e a cose di uso quotidiano.

Rai 1 indica il sesso vaginale (Sintonizzarsi su RAIUNO è un modo comune per riferire la pratica), mentre Rai 2 quello anale (viene indicato a volte con il numero 66). 69 ha un significato ovvio e ben noto ai più. Quindi se una sex worker fosse disponibile a un «Rai 1 compreso nel prezzo.» è chiaro cosa si intenda. Non finisce qui: già nel 2016 Il Giornale aveva intrattenuto i lettori con la descrizione dettagliata di quel dizionario hot:  “TG”, “Cabrio”, “Rose” e così via. Una “CABRIO” è di per sè una tipologia di automobile caratterizzata dalla possibilità di aprire il tetto, quindi in senso figurato indica il sesso senza preservativo, ovvero la disponibilità a praticarlo (detto a volte anche BB o bareback). “TG” indica un/una transgender, CD un cross dresser. MBR o multiple bell ringing contempla la possibilità di più orgasmi. Ancora: INCALL è una escort che riceve a casa, LOFT indica che riceve in hotel mentre OUTCALL significa che viene a casa tua. Se fa solo massaggi erotici si potrebbe trattare di un AMP (Asian Massage Parlor), tipicamente gestito ed eseguito da donne asiatiche, se si tratta di una donna molto bella si scrive usualmente ART, un po’ come avviene per ATF (All Time Favourite).

In genere i servizi offerti sono tutti con preservativo obbligatorio (per fortuna, verrebbe da dire), anche se sembrano non mancare le eccezioni e se così non fosse è possibile capirlo dalla sigla. Miriadi di sigle legate al sesso che già i cultori del porno dovrebbero conoscere. Non mancano le segnalazioni di potenziali truffe, su questi siti: B&S (acronimo di bait and switch) significa che la ragazza nella foto non è quella che si è presentata, ad esempio. BodySlide indica la pratica di farsi massaggiare dal corpo nudo della donna.  Bondage sono, ovviamente, tutte le pratiche che afferiscono al sado-maso. Se la donna sta sopra durante il rapporto, in questo caso si parla di cowgirl o smorzacandela, diffusa anche nella variante reverse cowgirl con la donna girata di spalle. Blowjob è il sesso orale praticato all’uomo, DATY indica una Dinner At The Y, un ennesimo eufemismo per indicare sesso orale (cunnilingus). L’allusione è sia al mangiare (eat the pussy è l’espressione che lo indica esplicitamente in inglese) fuori che alla forma del corpo di chi lo riceve: gambe divaricate che formano con il corpo la forma della lettera Y.

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