Metropolis di Fritz Lang è l’atto di nascita della fantascienza come la conosciamo oggi
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Macchine a vapore. Cambio di turno. Operai manovrano macchine grosse come armadi. Si inoltrano nella fabbrica. Teste abbassate. Coordinati. Un esercito di lavoratori. Metropoli imponente. Metropoli alienante. Città divisa in due. Sotto terra gli operai faticano a ritmi disumani. In superficie borghesi miseri quanto agiati si muovono, competono e corteggiano nel giardino dell’Eden – un giardino costruito da un lungimirante industriale (forse dal nome divino).

Storia del film (molto in breve)

Per molti decenni, tutto ciò che è rimasto di Metropolis (uscito nel 1927, lo ricordiamo) sono stati frammenti di un negativo originale incompleto, oltre a numerose copie alterate, accorciate ed eterogenee che giravano un po’ dovunque. Oltre un quarto del film, in sostanza, era ritenuto perduto per sempre. Tuttavia, nel mese di luglio del 2008 sbucò una nuova copia del film in formato 16 mm custodita presso il Museo del Cine Pablo Ducrós Hicken di Buenos Aires, a cura dello storico del cinema e collezionista Fernando Martín Peña. Prima di allora, le uniche informazioni disponibili facevano riferimento a una copia originale in 35 mm portata in Argentina nel 1928. L’ultima volta che questa versione era stata proiettata ufficialmente documentata risaliva agli anni ’50.

Tuttavia, poiché la conservazione della pellicola in formato 35 mm risultava più rischiosa a causa della presenza di nitrato (altamente infiammabile), i restauratori realizzavano una copia negativa in formato 16 mm, che risultava più sicura da conservare. La scoperta di Martín Peña era ispirata dai racconti di operatori cinematografici argentini che affermavano di aver proiettato una versione di Metropolis di oltre due ore negli anni ’80. Questa versione, probabilmente, faceva parte di una collezione privata, successivamente donata al museo. Dopo aver finalmente ottenuto il permesso di consultare gli archivi del museo, Martín Peña riuscì a rintracciare la copia superstite in formato 16 mm. Gli esperti cinematografici, analizzando attentamente le bobine a Buenos Aires, notarono una qualità dell’immagine relativamente modesta, dovuta principalmente ai danni della pellicola originale in 35 mm, logorata dagli anni di utilizzo. Il processo di copiatura dalla pellicola da 35 a 16 mm aveva comportato anche la perdita di alcune parti del fotogramma.

Nonostante ciò, le bobine contenevano quasi tutte le sequenze mancanti (circa 25 minuti di filmato, che fanno la differenza tra la versione lunga e breve di Metropolis), in particolare quelle che riguardano l’enigmatico uomo che sorveglia Freder, e l’operaio 11811 che si muove avanti e indietro da Yoshiwara.

Infine nell’ottobre del 2008 è stato annunciato che un’altra copia, presumibilmente in formato obsoleto da 9,5 mm, era stata preservata nella cineteca dell’Università del Cile, con un’etichetta intenzionalmente erronea per evitarne la distruzione durante il colpo di stato militare del 1973. Non si conoscono ancora i contenuti di questa copia, per quanto ne sappiamo. Le scene mancanti nella copia in 16 mm del 2008 sono state ripulite al meglio, rimontate nel formato 4:3 per adattarle alla pellicola originale e ricollocate nel film

Metropolis è ambientato nel 2026?

“Metropolis” – futuro distopico, senza specificare un anno. La versione musicata da Moroder (presente su PrimeVideo) menziona il 2026 come didascalia, quella Paramount fa riferimento al 3000. Poco importa, se ambienti nel futuro, poco importa, oggi, sapere quando fu ambientato, quando arrivò l’idea, quando succederà o potrebbe succedere.

Trama di Metropolis

La trama di Metropolis (nella versione musicata da Moroder di sss minuti) si svolge in una futuristica metropoli divisa tra gli abitanti della lussuosa città di “Metropolis” e i lavoratori oppressi che vivono sottoterra nella “Città dei Lavoratori”. Joh Fredersen, il potente capo di Metropolis, è preoccupato per l’insurrezione dei lavoratori e cerca una soluzione per mantenere la pace sociale. Nel frattempo, il figlio di Fredersen, Freder, viene affascinato da una giovane donna di nome Maria, che guida i lavoratori nel loro desiderio di giustizia e uguaglianza. Freder si innamora di Maria e si impegna a cambiare le ingiustizie che affliggono la città. Intanto Fredersen scopre un laboratorio segreto sotterraneo gestito dal folle inventore Rotwang. Lì, Rotwang crea un robot a sua immagine e somiglianza chiamato “Falsa Maria”. Fredersen intuisce l’opportunità di usare il robot per seminare discordia tra i lavoratori e distruggere il movimento guidato da Maria.

Quando Falsa Maria viene portata nella Città dei Lavoratori, provoca disordini e agitazioni tra i lavoratori, portandoli sull’orlo di una rivolta violenta. Nel frattempo, Freder scopre il piano di suo padre e si impegna a fermarlo. La situazione diventa sempre più caotica, con la Città dei Lavoratori sull’orlo del collasso e Metropolis minacciata dal disordine. Freder si scontra con Falsa Maria e Rotwang nel tentativo di salvare la vera Maria e riportare l’armonia nella città. Attraverso una serie di avventure e scontri, Freder riesce a sconfiggere Falsa Maria e Rotwang, e alla fine Maria e Freder uniscono i lavoratori e i cittadini di Metropolis in un nuovo patto di pace e comprensione. La città è salva e un nuovo equilibrio sociale è raggiunto, aprendo la strada a un futuro migliore per tutti.

La robot di Metropolis (Futura)

La robot viene erroneamente chiamata “Maria”, che invece è solo il nome dell’originale umano che impersona. Nel film non viene mai nominata, anche se nel romanzo il suo nome è Futura. Nei titoli di testa viene chiamata “il robot”, anche se poi nel corso degli le sono stati assegnati diversi nomi: Macchima, Ultima, Robotrix, Robot Maria, Roboria, Hel, Falsa Maria. Nelle didascalie del restauro di Metropolis del 2010, Rotwang, il creatore del robot nonchè mad scientist, si riferisce alla robot come Maschinenmensch, che in tedesco significa “Macchina Umana“.

Finale di Metropolis

Thea von Harbou collabora al film – sicuramente non di sinistra – Fritz Lang – sicuramente non era nazista – non poteva durare tra i due – quel finale è antipolitico – non risolve un bel nulla – fa rivoltare probabilmente sia marxisti che nazisti – fa rivoltare chiunque, forse – eppure tutti ricordiamo Metropolis – e lo citano Brazil, Blade runner, e molti altri – Il mediatore fra il cervello e le mani dev’essere il cuore – ci dicono – ma non riusciamo più a crederci – o giù di lì.

Lang e la propaganda nazista

Film amato da Goebbels, che assieme a Hitler avrebbero voluto Lang come regista ufficiale, ma Lang rifiuta – è un fatto noto – inutile ribadirlo – se X piace a te e X piace ai nazisti non sei nazista – è una generalizzazione indegna – che certa critica ha fatto a volte – in ambiti diversi – quando non c’era più lui – eppure è strano pensare – che un film del genere piacesse al regime nazista – d’accordo la sua visione futuristica – ma basta – bias di generalizzazione – diremmo oggi – poveri folli – che ancora guardiamo Metropolis – che ha quasi 100 anni. Eppure pensiamo a Goebbels – mentre disse a Lang – così pare – Signor Lang, siamo noi a decidere chi è ebreo e chi no -Lang partì per Parigi la sera stessa.

Fritz Lang

Fritz Lang – studente d’arte – sceneggiatore – regista – Germania al centro della vita culturale – all’inizio, almeno – espressionismo – movimento artistico – ribellione – anticonvenzionale – esplorazione dell’anima – espressività – contrasti – soggettività – interiorità – interiorizzazione – psiche inquieta – angoscia – alienazione – disagio – nazismo – forme distorte – dramma – pulsioni primordiali – impulsi viscerali – ribaltamento del reale – disoccupazione grave in Germania – produttori non faticano a trovare 500 bambini per girare le sequenze dell’alluvione di Metropolis.

Dove vedere il film in streaming

La versione di Metropolis musicata da Fritz Lang è disponibile in streaming su Amazon video.

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