Influenza, bambini killer e altre storie: ecco The Children (2008)
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Natale: durante una rimpatriata di famiglia alcuni bambini sembrano manifestare i sintomi di un’influenza, che li porta ad alienarsi dalla realtà fino a portare alle estreme conseguenze…

In breve. Horror estremo, essenziale e violento, oltre che impregnato di classici (The Omen, Shining, Ma come si può uccidere un bambino? e Il giglio nero, come influenze primarie). Crudele nella narrazione e ben diretto, quanto abile a scardinare ogni tabù: nel suo genere imperdibile.

 

Diretto da Shankland e scritto a quattro mani assieme a Paul Andrew Williams, The Children ha ricevuto una nomination al Fright Meter Award 2009 come Miglior Film Horror: il film è diventato noto anche grazie a Bloody Disgusting che ne ha elogiato apertamente i meriti (guaranteed to please even the hardest to satisfy horror fan).

Un horror britannico di buona fattura, al netto di qualche piccolo difetto e passato inosservato in Italia, dove non ha mai avuto una distribuzione per motivi neanche difficili da immaginare: le tematiche trattate. Del resto un film incentrato su bambini killer, in grado di insistere apertamente sulla parte più violenta della storia e, come se non bastasse, inserendo più di un cenno alla possibile relazione incestuosa tra zio Robbie e la teen Casey. Ce n’è abbastanza perchè si ritenesse folle doppiare e distribuire un film del genere nel nostro paese, piuttosto lontano dai canoni tipici in cui un horror è quantomeno accettabile.

In questo senso è davvero un peccato – perchè The Children è una risposta solida, efficace e convincente alla presunta crisi del genere che attanaglia molti fan ed appassionati ai giorni nostri, giorni in cui sembra che trovare un horror originale nel nuovo millennio sia diventata un’impresa ai limiti dell’umano. Si parte dal mondo degli adulti e dei loro vizi, intrighi e ipocrisie quotidiane: ma l’occhio della telecamera insiste sugli sguardi assassini della piccola prole, pronta ad uccidere i genitori sulla base di motivazioni poco chiare (un contagio ignoto, almeno in apparenza).

Se è vero che il modello non è nuovo (si parte dai classici film di accerchiamento basati sui morti viventi, ma ci sono almeno due “padri fondatori” per questo sotto-genere di horror: Il giglio nero e Ma come si può uccidere un bambino? ), Shankland riesce ad elaborarlo con maestria ed originalità, inserendo una quantità incredibile di suggestioni evocative – l’atmosfera da home invasion che potrebbe aver ispirato il Wingard di You’r the next, i microorganismi nel cuscino della bambina, lo xilofono quale strumento infantile commutato in colonna sonora inquietante, gli adulti travolti da tanti vizi e poche virtù e, soprattutto, la fortissima valenza simbolica dei bambini, simbolo classico dell’innocenza pura e per cui sembra impensabile, quasi blasfemo, immaginare che possano diventare dei killer.

Eppure è proprio quello che succede in The Children, con l’ulteriore accortezza di lasciare ampi margini di credibilità alla narrazione, soprattutto evitando trovate troppo scenografiche o improbabili che lo avrebbero reso un b-movie come tanti (primo accorgimento su tutti: l’esitazione esasperante della regia nel mostrare i delitti, e la sua capacità di arrivarci o farli sembrare frutto di un destino avverso o incidenti domestici). Non era facile rendere credibili le circostanze, ma ci si riesce e questo, alla lunga, rende l’atmosfera del film estremamente cupa, ai limiti dell’intollerabile.

Notevole anche il ribaltamento di fronte, in cui i baby-killer vengono scoperti e scatta un dilemma morale, anch’esso insostenibile, da parte dei genitori: una dinamica molto simile a quella dei classici zombi movie, nei quali il protagonista non fa in tempo a chiedersi se possa uccidere un congiunto o un amico undead che si trova costretto a farlo per non soccombere. Del resto non dovrebbe servire ricordare che l’invenzione tragica della madre che uccide, o trama di uccidere, i propri stessi figli risale almeno alla Medea di Euripide, tragedia greca ripresa peraltro da Lars Von Trier che (per inciso) molto probabilmente si sarebbe trovato a suo agio a girare questo film. E, a questo punto, probabilmente la corretta dimensione di The Children è quella di una tragedia horror moderna: per molti ma non per tutti.

 

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