Dario Argento, 1975, Profondo rosso. Musiche: Goblin.
La discendenza e contemporaneità con Mario Bava, Tolomeo Bacci, Dino Tavella, Lucio Fulci, Sergio Martino, Umberto Lenzi, è chiara – come chiara e indiscutibile questa parte essenziale della storia del cinema, che ha influenzato in tanti modi il thriller’, l’horror e persino un futuro splatter.
Dario Argento è un maestro riconosciuto nel mondo, come al solito l’esterofilia della cultura italiana di un tempo, ha riconosciuto solo dopo alcuni anni, la maestria di Argento oltre l’ottica dei botteghini, non solo come regista, ma pure come talent scout musicale. La colonna sonora dei Goblin è divenuta un altro must. Perchè?
Innanzitutto per il genere: il Progressive Rock che tanto ha avuto e fatto storia nel rock in generale. Oltre la fascinazione anglosassone, se collochiamo musicisti italiani e compositori dell’epoca in quel preciso lasso di tempo, non possiamo che osservare l’estrema originalità delle musiche: Simonetti e Morante fondarono questo gruppo, appunto i Goblin, con il preciso intento di voler fare bene e precisamente esaltare ciò che avevano in mente. Insieme al loro produttore si rivolsero ad un produttore inglese, come pari livello. Tornarono in Italia e con Pignatelle e Martino su consiglio del regista, presero nome Goblin. Dario Simonetti figlio d’arte (Enrico Simonetti geniale pianista e arrangiatore) riesce a far sentire dei loro brani ad Argento. Per Profondo Rosso, era già stato scelto Giorgio Gaslini (fantastico jazzista di quell’epoca), ma Argento capì grazie al suo talento di regista, che le musiche sarebbero dovute essere meno intellettuali e più incisive al primo impatto.
Le tracce Profondo Rosso, Death Dies e Mad Puppet valsero, nel 1975, ai Goblin il “Disco d’Oro“. Record di vendite e record di permanenza nelle chart per LP e 45 giri. Questi brani non ostentano l’elettronica di quei tempi, melodie sfacciatamente horror o effetti “paurosi”: l’abilità della band è stata proprio quella di seguire il film facendoti scivolare, a poco a poco, nel rosso sangue, arrivando davvero nel profondo delle paure consce ed inconsce. Gli spettatori sbigottiti non potevano che riconoscere queste provocazioni sonore e visive come un qualcosa di estremamente nuovo ed incredibilmente italiano.
Una nuova stagione dell’horror si apriva grazie ad Argento ed i Goblin.
Esistono molte storie a riguardo della colonna sonora di questa pellicola, dal mix con le idee di Gaslini al rifiuto dei Pink Floyd perchè impegnati, approfondirle grazie ad internet ad oggi è cosa facile, ma ci terrei a sottolineare l’importanza fondamentale con cui Argento capì cosa ottenere e come e con chi poterlo realizzare. Potrei pure dilungarmi sugli arrangiamenti e i suoni di tastiere e synth, ma penso che l’ascolto renda molto di più l’idea di ciò che le parole precedenti, possano renderne giustizia.
Una curiosità, Salvatore ed io, in separata sede, abbiamo avuto l’occasione di vedere ed ascoltare Simonetti dal vivo durante un recente tour, nelle nostre rispettive città. Riascoltare con la tecnologia digitale dell’oggi, quelle sonorità e melodie di metà anni 70 è stata davvero un emozione unica.
Grazie a tutti e buon ascolto delle due versioni.
PROFONDO ROSSO, LE TRACCE DEI GOBLIN:
- Profondo rosso – (Claudio Simonetti – Fabio Pignatelli – Massimo Morante – Walter Martino) – 3:45
- Death Dies – (Claudio Simonetti – Fabio Pignatelli – Massimo Morante – Walter Martino) – 4:43
- Mad Puppet – (Claudio Simonetti – Fabio Pignatelli – Massimo Morante – Walter Martino) – 5:49
- Wild Session – (Giorgio Gaslini) – 5:00
- Deep Shadows – (Giorgio Gaslini) – 5:48
- School at Night – (Giorgio Gaslini) – 2:09
- Gianna – (Giorgio Gaslini) – 1:52
Per capire quanto erano avanti i Goblin, consiglio di fare il confronto con la colonna sonora originale e l’incredibile remasterizzazione del 2005.
Ho iniziato ad occuparmi di musica professionalmente, nei primi anni ’80 ed ancora il viaggio non è finito; musicista, produttore, promotore, tecnico di studio e live, insegnante e fonico di ripresa per colonne sonore. Tutto sempre in ambito indipendente. La distanza è luce, lo spazio è tempo, la musica l’armonia del tutto. Fernando Del Regno, alias Ferdinando Vago