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Orson Welles ha diretto la propria versione di “Otello”

Tornato vittorioso da una battaglia, il generale Otello viene progressivamente manipolato da Iago, che lo convince di una relazione clandestina tra la moglie Desdemona ed il suo tenente, Cassio.

In breve. Un classico della tragedia portato al cinema da Welles, in formato 4:3 e con discreto successo. Il ritmo è frenetico e la recitazione puramente teatrale e noir: una considerevole perla d’epoca.

Wells gira il suo Otello rifacendosi chiaramente al classico di Shakespeare, destreggiandosi con abilità tra la miriade di personaggi e – a parte darsi con merito il ruolo di protagonista, per una delle sue più celebri interpretazioni – assegna la parte di Desdemona a Suzanne Cloutier, simbolo di una bellezza pura ed ingenua, oltre che ineluttabile vittima delle tragiche circostanze. Se Otello rappresenta, ancora oggi, una delle più incisive tragedie classiche, il regista ne focalizza l’aspetto legato alla manipolazione, mostrando la capacità (prima di tutto dialettica) di Iago – un perfido Micheál MacLiammóir  – nel modificare la realtà delle cose ed alimentare le insicurezze e la gelosia del sovrano.

L’Otello di Welles ebbe una produzione complicata e molto più lunga della media: le riprese durarono tre anni e furono interrotte due volte per mancanza di budget. Durante le pause il regista si dedicò ad altri due film (Il terzo uomo e Il principe delle volpi), reinvestendo il guadagno di questi due in seguito per terminarlo. Molte scene furono girate in relativa economia, per questo motivo, tra cui l’assassinio di Roderigo, che fu ambientato in un bagno turco perchè non c’erano soldi per pagare il noleggio dei costumi.

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Il film è anche caratterizzato da un montaggio parecchio frenetico, in contrapposizione alla classica lentezza e lungaggine dei noir e dei thriller d’epoca – dei quali potrebbe essere considerato uno dei “padri” spirituali, dato l’argomento. Esistono due versioni di questo film, che a quanto pare (la testimonianza è di Jonathon Rosenbaum, allievo di Welles) furono girate all’insaputa della produzione: una è l’edit americano (che è quello in qualche modo più autentico, a quanto sembra), l’altra è per il mercato europeo, senza contare una terza edizione restaurata prodotta dalla figlia di Welles in tempi recenti.

La differenza tra le due versioni USA ed EU è che in quest’ultima sentiamo la voce di Welles nella parte finale del film, e tutta la parte narrativa (ovvero il “commento fuori campo” tipico dei suoi film) è stata estromesso.

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