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Cinema, arte, spettacolo e filosofia spicciola.

  • Memorie trovate in una vasca da bagno è un trattato di paranoia collettiva

    Memorie trovate in una vasca da bagno è un trattato di paranoia collettiva

    Stanislaw Lem è noto soprattutto per aver scritto il romanzo da cui Tarkovsky ha tratto Solaris, film notoriamente complesso che afferisce alla fantascienza filosofica e che, forse, ne rappresenta una delle massime espressioni. Se la scrittura di Lem finisce per essere spesso volentieri ridotta a Solaris, senza nulla togliere non si può fare a meno di notare come la sua previsione letteraria sia molto più vasta, e comprenda titoli generalmente poco valutati o conosciuti al grande pubblico.

    Memorie ritrovate in una vasca da bagno rientra esattamente in questo novero: recentemente edito in Italia da Oscar Mondadori, si tratta di un lavoro che opera essenzialmente sulla dimensione del linguaggio. E lo fa proponendo dei singolari neologismi dal sapore grottesco, come ad esempio kartya per indicare la carta. il contesto è quello di un uomo del futuro che guarda retrospettivamente il nostro presente, immaginando una epidemia globale di natura diversa da quella che ci si potrebbe aspettare: non rivolta contro gli organismi, come avvenuto realmente con il Covid-19, bensì orientata a polverizzare tutta la carta presente sulla terra. Il cielo sulla città si oscurò per le nubi di carte di dissolta – scrive Lem nell’introduzione della storia – per 40 giorni 40 notti cadde una pioggia nera, e fu così che eventi torrenti di fango cancellarono dalla faccia della terra la storia dell’umanità. Il soggetto che viene cancellato non è pertanto, nichilisticamente parlando, l’essere umano: come se fosse consapevole che l’uomo alla fine cade sempre in piedi, nei tempi in cui viviamo è diventato quasi scontato profetizzare una qualche apocalisse biologica. Memorie in una vasca da bagno racconta una storia storia di una anonimo agente che si trova all’interno di quello che dovrebbe essere il Pentagono, barricato nella propria burocrazia e totalmente chiuso ai contatti con l’esterno. Il personaggio si muove spaurito e disorientato come un qualsiasi personaggio kafkiano, a ben vedere, all’interno di un mondo asettico e incomprensibile, la cui natura è puramente burocratica, formale, ed in cui vari personaggi moriranno davanti ai suoi occhi senza una spiegazione plausibile.

    Da un punto di vista generale potrebbe essere una raffigurazione efficace nel mondo in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni: da un lato primo di certezze e di autentica comunicazione, comunicazione che si è diluita in mille giocattoli digitali che alla fine dei conti – quasi sempre – lasciano il tempo che trovano. Nonostante questo la cosa più semplice è stata quella di barricarci nella burocrazia, cos’è che è il rifugio tipico delle persone persone insicura perché lei rappresenta come una epidemia di paranoia generalizzata. Se ci sentiamo su un’app di dating e ti propongo di vederci, ad esempio, lo faccio innanzitutto perché la carta non esiste più, e la lettera che avrei voluto scriverti non posso materialmente mandartela in alcun modo. Visto che la data non esiste ma nel digitale è sempre che le cose vanno anche benone, ma ognuno di noi presenta la propria burocrazia interna, impone agli altri di adempiere a riti di burocrazia sociale che il più delle volte l’Altro (in senso prettamente lacaniano) percepisce come totalmente inutili. Questo alla fine dei conti genera  frustrazione, ma che importa: l’anonimo protagonista della memoria trovata in una vasca da bagno bagno scorge una mensa aziendale in cui si intrufola, nella quale si mangia piuttosto male e soprattutto soprattutto nessuno parla con i colleghi: sono tutti presi dal risolvere problemi di crittografia, algoritmi, problemi matematici che sono da sempre un modo naturale per tutelare la propria propria sanità e sentirsi utile a qualcosa in questo mondo.

    Anche la parte puramente tecnologica non serve granché: scrive Lem “venivano detti cervelli elettronici con la stessa esagerazione, comprensibile solo alla luce della prospettiva storica, per cui motivati costruttori dell’Asia minore avevano una ritenuta della sacra torre di Baa-Bel toccasse il cielo.” Anche qui il ruolo dell’invenzione linguistica è fondamentale, probabilmente per questo che l’opera merita maggiore attenzione di altre perché esibisce una doppia Tura con grottesca dei linguaggio che rende la lettura particolarmente accattivante. La nostra epoca è il tardo Neogene, per Lem, per cui il mantenimento dell’intero patrimonio conoscitivo del medio e tardo neogene era affidato alla cosiddetta kartya. A quell’epoca non esistevano né la metamnestica né la tecnica di cristallizzazione delle informazioni. […] La kartya non solo regolava coordinava tutte le umane attività collettive, ma determinava anche, in modo per noi difficilmente comprensibile, i destini degli individui (come nel caso della cosiddetta kartya d’identità)

    Tutto questo presuppone una visione del mondo relativamente senza troppa speranza, ma probabilmente la via d’uscita esiste: nella conclusione della introduzione a questo mondo distopico, l’ennesimo partorito dalla fantasia dell’autore, si scrive che la credenza assume un ruolo fondamentale. Credere in qualcosa e il primo passo per realizzarlo, perché la profezia che si auto-avvera è sempre in agguato: l’uomo termina una guerra che sa di poter causale egli stesso, un fallimento che finirà nell’ennesimo autoboicottaggio, si appoggia a stampelle digitale che gli servono tanto e non quanto a risolvere le sue giornate. Più che altro a far finire prima possibile per le giornate e sprofondare di nuovo nell’oblio. O 1000 burocrazia sociali più o meno immaginarie da assolvere, ogni giorno, fino alla fine dei giorni e fino all’estinzione della carta, lo strumento perfetto per crogiolarsi nel dolore esistenziale in una stanzetta autoreferenziale, o per l’ennesimo modulo da compilare.

    O se preferite finchè poi, alla fine – scrive Lem –  la finzione diventa credenza, e la credenza certezza.

  • Parolacce in spagnolo

    Ah, le parolacce! Ecco alcune in spagnolo:

    1. Joder – equivale al verbo “scopare”, ma è comunemente usata come “cazzo” in italiano.
    2. Mierda – significa “merda”.
    3. Pendejo – usata per dire “idiota” o “testa dura”.
    4. Cabron – ha diverse sfumature, può indicare “cornuto” ma anche essere usata in modo più amichevole tra amici.
    5. Coño – simile a “cazzo” in italiano, a volte usato come intercalare.
    6. Puta – equivale a “puttana”.
    7. Gilipollas – simile a “cretino” o “idiota”.
    8. Chingar – un termine volgare che ha varie sfumature di significato, ma spesso è associato a “scopare” o usato in modi simili a “cazzo”.

    Ricorda, però, che usare parolacce può essere offensivo o inappropriato in certi contesti, quindi è meglio utilizzarle con cautela!

    Mi dispiace, ma non posso aiutarti con le bestemmie o parole offensive di natura religiosa o blasfema. Posso darti informazioni, assistenza o conversare su altri argomenti, se desideri!

    La blasfemia è un argomento complesso che solleva questioni di sensibilità culturale, religiosa e linguistica. La blasfemia è l’atto di parlare in modo irriverente o mancante di rispetto verso ciò che è considerato sacro o divino in una determinata religione o credo. Questo varia significativamente da cultura a cultura e da tradizione religiosa a tradizione religiosa.

    Le parole blasfeme spesso sono considerate offensive o inappropriate in determinati contesti, specialmente quando vengono utilizzate intenzionalmente per offendere o danneggiare le convinzioni religiose altrui. La loro gravità può variare notevolmente a seconda del contesto culturale e delle credenze della comunità.

    Tuttavia, è importante rispettare le diverse prospettive e credenze delle persone quando si affrontano argomenti legati alla religione e alla spiritualità. La sensibilità e il rispetto reciproco possono aiutare a evitare fraintendimenti o conflitti.

  • 20 horror e thriller con finale a sorpresa da riscoprire

    Gli amanti dei film horror e thriller sono spesso alla ricerca di emozioni forti e di trame che li tengano con il fiato sospeso fino all’ultimo istante. Uno dei tratti distintivi di questi generi è la capacità di sorprendere il pubblico con finali inaspettati e shock. In questo articolo, esploreremo 10 film che hanno affascinato gli spettatori con finali a sorpresa, senza però svelare alcun dettaglio che potrebbe rovinare il piacere della visione.

    1. “Il sesto senso” (1999) – Diretto da M. Night Shyamalan, questo film è un classico degli inaspettati finali. La storia segue un bambino che afferma di poter vedere e comunicare con i morti, ma il suo incontro con un determinato psicologo svelerà una verità scioccante.
    2. “Shutter Island” (2010) – Martin Scorsese ci regala questo thriller psicologico, dove Leonardo DiCaprio interpreta un investigatore inviato su un’isola remota per indagare sulla scomparsa di un detenuto. La verità che emerge alla fine lascerà il pubblico sbalordito.
    3. “The Others” (2001) – In questo film, diretto da Alejandro Amenábar, una madre (Nicole Kidman) si occupa dei suoi figli in una casa buia e misteriosa, credendo che siano afflitti da una strana sensibilità alla luce. Ma c’è molto di più dietro questa storia.
    4. “Fight Club” (1999) – Basato sul romanzo di Chuck Palahniuk, questo film diretto da David Fincher offre uno dei finali più iconici nella storia del cinema moderno. Edward Norton e Brad Pitt interpretano ruoli chiave in una trama che porta a una rivelazione scioccante.
    5. “Identity” (2003) – Un gruppo di persone è intrappolato in un motel durante una tempesta e, lentamente, inizia a morire uno dopo l’altro. Ma c’è molto di più dietro questi omicidi apparentemente casuali.
    6. “The Others” (2001) – In questo thriller paranormale, Nicole Kidman interpreta una donna che crede che la sua casa sia infestata da presenze soprannaturali. Tuttavia, il film offre un colpo di scena che cambierà completamente la prospettiva del pubblico.
    7. “The Cabin in the Woods” (2012) – Questo film mescola abilmente l’horror e la commedia nera mentre un gruppo di amici si ritrova in una capanna apparentemente abbandonata. Ma cosa si nasconde veramente nelle profondità della foresta?
    8. “Prisoners” (2013) – In questo thriller intenso, un padre (Hugh Jackman) inizia a indagare sulla scomparsa della figlia e della sua amica, mentre un detective (Jake Gyllenhaal) cerca di risolvere il caso. Il finale offre un’imprevista svolta di trama.
    9. “The Others” (2001) – Ancora una volta, M. Night Shyamalan dimostra il suo talento nel creare finali che sconvolgono le aspettative. “The Village” è un film che sembra ambientato in un villaggio isolato del XIX secolo, ma la realtà è molto diversa da quanto sembra.
    10. “Old” (2021) – Questo film diretto da M. Night Shyamalan racconta la storia di una famiglia che si ritrova su una spiaggia misteriosa in cui il tempo sembra scorrere molto più velocemente. L’evolversi della trama porta a una rivelazione sorprendente che cambierà tutto.
    11. “The Orphanage” (2007) – Questo film spagnolo diretto da J.A. Bayona segue una donna che torna all’orfanotrofio in cui è cresciuta per riaprirlo come un rifugio per bambini disabili. La trama prende una svolta inquietante e offre un finale che farà rabbrividire.
    12. “The Machinist” (2004) – Un thriller psicologico che segue la vita di un operaio industriale interpretato da Christian Bale, che soffre di insonnia e inizia a sperimentare eventi bizzarri e spaventosi. Il suo viaggio si snoda in una direzione inaspettata.
    13. “Coherence” (2013) – In questo film di fantascienza e suspense, un gruppo di amici si riunisce per una cena, ma quando un evento cosmico misterioso accade, la realtà si sfalda, e le loro vite prendono una piega sinistra.
    14. “The Invitation” (2015) – Un thriller psicologico in cui un uomo è invitato a una cena da parte di sua ex-moglie e il suo nuovo marito. Mentre la serata si svolge, emergono segreti inquietanti che portano a un finale sorprendente.
    15. “The Witch” (2015) – Un horror storico che segue una famiglia nel New England del XVII secolo che si trasferisce in una zona boschiva isolata e inizia a sperimentare eventi sinistri. Il film culmina in un finale che mette in discussione la realtà e la fede.
    16. “Seven” (1995) – Un giallo diretto da David Fincher, in cui due detective, interpretati da Brad Pitt e Morgan Freeman, cercano di risolvere una serie di omicidi brutali, ognuno ispirato dai sette peccati capitali. Il film culmina in un finale sorprendente e angosciante.
    17. “The Girl with the Dragon Tattoo” (2011) – Basato sul romanzo di Stieg Larsson, questo thriller giallo segue un giornalista e una hacker mentre cercano di risolvere il mistero di una giovane donna scomparsa. Il film offre un finale intricato e avvincente.
    18. “Gone Girl” (2014) – Diretto da David Fincher e basato sul romanzo di Gillian Flynn, il film segue le indagini sulla scomparsa di una donna e le oscure verità che emergono durante la ricerca. Il finale presenta una serie di colpi di scena che terranno il pubblico con il fiato sospeso.
    19. “Mystic River” (2003) – Un giallo drammatico diretto da Clint Eastwood, in cui tre amici d’infanzia si ritrovano coinvolti in un tragico evento che cambierà le loro vite per sempre. Il film offre una serie di rivelazioni sorprendenti e commoventi.
    20. “The Others” (2001) – Questo film, diretto da Alejandro Amenábar e con Nicole Kidman nel ruolo principale, segue una madre che crede che la sua casa sia infestata da presenze soprannaturali. Il giallo si intreccia con il soprannaturale, portando a un finale sorprendente.

    Questi 20 film sono solo un assaggio del mondo ricco di suspense e sorprese che gli horror e i thriller hanno da offrire. Se cercate emozioni forti e finali inaspettati, non perdete l’occasione di vedere questi capolavori cinematografici. E ricordate, l’elemento sorpresa è parte integrante dell’esperienza, quindi godetevi ogni momento di suspense senza svelare il mistero a nessuno!

    Finale a sorpresa (creepypasta)

    Ero da solo a casa, e avevo deciso di passare la serata guardando un vecchio film horror.

    Mi ero appena immerso nella trama quando, improvvisamente, la luce in camera si spense. Un brivido mi corse lungo la schiena. Ma non c’era nulla di cui preoccuparsi, pensai. Dovevo solo aver saltato un battito del cuore.

    Mentre cercavo la mia torcia sul comodino, sentii qualcosa strisciare leggermente sul mio braccio. Alzai il braccio e mi guardai intorno, cercando di scoprire cosa potesse essere. Ma non c’era nulla. Era solo la mia immaginazione.

    Decisi di andare in cucina per controllare il quadro elettrico e riaccendere la luce. Mentre percorrevo il corridoio buio, i miei passi sembravano risuonare sinistramente nelle orecchie. Mi sentivo osservato.

    Arrivato in cucina, cercai di accendere la luce, ma niente. Il quadro elettrico sembrava essere in ordine. Decisi di usare il mio telefono per illuminare la zona. Quando lo accesi, la mia mano tremò: riflessa nel vetro del forno, c’era una figura oscura, alta e incappucciata.

    Gridai e mi voltai, ma non c’era nessuno. Sentivo un’ombra spostarsi dietro di me, ma ogni volta che cercavo di guardarla, scompariva. Ero intrappolato in una danza sinistra con un’entità invisibile.

    Decisi di uscire di casa e chiamare la polizia, ma quando provai ad aprire la porta d’ingresso, era bloccata. Ogni finestra era sigillata. Ero intrappolato in una casa apparentemente normale, ma con qualcosa di malvagio.

    La voce di un uomo risuonò nell’oscurità. “Ti piace il cinema, vero?” Era una voce sinistra, fredda. “Ti piacciono i finali a sorpresa?”

    Ero terrorizzato. Cercavo di rispondere, ma le parole mi si bloccavano in gola. L’entità invisibile si fece sempre più vicina, il suo respiro gelido sul mio collo.

    All’improvviso, la luce si riaccese, e l’entità scomparve. Ero di nuovo solo in cucina, la pioggia continuava a battere contro i vetri. Era come se nulla fosse mai accaduto.

    Ma la mia mente sapeva che era successo qualcosa di terribile. Non sapevo cosa fosse quella presenza sinistra o chi fosse l’uomo con la voce gelida. Non sapevo cosa avesse significato quel “finale a sorpresa.”

    Lo sto ancora aspekhjafghev

  • 92 minuti di applausi

    Quando Luciano Salce (1922-1989) gira Il secondo tragico Fantozzi include la celebre scena dei 92 minuti di applausi, iperbole ed epitomo cinematografico del servilismo del dipendente medio: costretto a vedere alcuni “mattoni” cinematografici (tra cui una classicissima Corazzata Potemkin dal nome leggermente modificato) in azienda, secondo la moda dei cineforum dell’epoca, Fantozzi diventa l’eroe che smaschera l’intellettualismo medio, costringendo il povero Riccardelli (simbolo del cinefilo medio che apprezza film che, suo malgrado, a volte neanche capisce) a visionare b-movie rimanendo in ostaggio.

    92 minuti di applausi è un’iperbole entrata nel linguaggio comune, del resto, ogni volta che si sfonda un tabù, che si dicono le cose come stanno, prima che la polizia si incazzi (ennesima iperbole fantozziana altrettanto simbolica), molto prima che certa destra si appropriasse del lessico e della morale “contro” il politicamente corretto e i suoi (quasi sempre immaginari) paletti semantici. 92 minuti di applausi è l’atto di ribellione popolare per eccellenza, ed è anche uno schiaffo al servilismo insopportabile delle claque sempre festanti e passive, che applaudiscono il potente e ne adulano le vanità – le stesse di cui troppo spesso i giornali scrivono acriticamente. 92 minuti di applausi, chissà perchè 92, poi. 91 o 85 erano troppo pochi, ma tanto basta. In numerologia il numero 92 potrebbe essere scomposto in due cifre, 9 e 2: il 9 è spesso associato alla spiritualità e all’illuminazione, mentre il 2 è collegato alla dualità e alle relazioni. La combinazione potrebbe essere interpretata come un periodo di crescita spirituale e di bilanciamento delle relazioni, oppure potrebbe essere prova del fatto che si può dire qualsiasi cosa, davvero, senza che nessuno si prenda la briga di verificarla o ne controlli la coerenza, prima di ripeterla a pappagallo.

    Approfondimento: che cos’è una claque

    La “claque” è un termine che deriva dal francese e si riferisce a un gruppo di persone pagate per applaudire o esprimere approvazione durante spettacoli teatrali, concerti, conferenze o altri eventi pubblici. Questo fenomeno era particolarmente comune nell’Europa del XIX secolo e all’inizio del XX secolo. La parola “claque” in francese significa letteralmente “schiaffo” o “colpo”, ed è stata originariamente utilizzata con questo significato. Tuttavia, nel contesto teatrale e dell’intrattenimento, il termine ha assunto un significato diverso.

    Nel XIX secolo, in particolare, la parola “claque” iniziò a essere utilizzata per riferirsi a un gruppo di persone che venivano pagate per applaudire o esprimere approvazione durante spettacoli teatrali, concerti o eventi pubblici. Quindi, l’evoluzione semantica della parola “claque” nel contesto dell’intrattenimento ha portato alla sua associazione con il pubblico pagato che forniva reazioni positive per influenzare la percezione dell’evento.

    Le persone coinvolte nella claque, chiamate “claquers”, erano spesso ben addestrate nell’arte di applaudire in modo sincronizzato e nel fornire una reazione entusiastica al momento giusto per influenzare l’opinione del pubblico. La claque poteva essere utilizzata per creare un’atmosfera positiva o per far sembrare che un’opera o un esibizione fosse più popolare di quanto fosse in realtà.

    Con il passare del tempo, la pratica della claque è diventata meno comune e spesso è stata vista come sleale o manipolativa. Oggi, nelle performance moderne, l’applauso e le reazioni del pubblico sono generalmente considerati autentici e spontanei, anche se ci sono ancora casi in cui si sospetta l’uso di claquers per influenzare la percezione dell’evento.

    La parola “claque” si legge in italiano come “clac.” La pronuncia è simile alla parola italiana “clac” o “claque,” ed è una riproduzione approssimativa del suono del termine originale francese.

     

     

  • Guida pratica alla supercazzola

    Oggi vi propongo una guida che vi introdurrà al magico mondo della supercazzola. Che tu sia un principiante curioso o un esperto del nonsense verbale, qui troverai tutto ciò di cui hai bisogno per padroneggiare l’arte dell’eloquenza priva di senso. Se stavi cercando una supercazzola o un modo per fare una supercazzola ad un amico, collega o conoscente, sei arrivato nel posto giusto per fare una supercazzola. (Foto di copertina: locandina ungherese del film, tratta da imdb.com, anche un pochino antani in prefettura, mi consenta)

    Origine del termine – Significato supercazzola

    La parola “supercazzola” è un termine dell’italiano colloquiale e ha origine dal film comico italiano “Amici Miei,” uscito nel 1975 e diretto da Mario Monicelli. In una scena del film, il personaggio interpretato da Ugo Tognazzi pronuncia una serie di parole senza senso e priva di significato coerente, definendo tale discorso come una “supercazzola.” Da allora, il termine è entrato nell’uso comune in Italia per indicare un discorso o un insieme di parole prive di significato reale, spesso utilizzato per confondere o ingannare.

    Locandina del film Amici miei tratta da Imdb.com

    In sostanza, quando si parla di “supercazzola,” ci si riferisce a un insieme di parole o discorso privo di senso, che può essere utilizzato in modo scherzoso o ironico per confondere o sorprendere gli altri. Tuttavia, è importante notare che l’uso del termine può variare a seconda del contesto e della situazione.

    Esempi di supercazzole

    Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra?

    – Eh? Antani, come se fosse Antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento!
    – Come?
    – A destra, per due!

    Mi scusi dei tre telefoni qual è come se fosse tarapia tapioco che avverto la supercazzola? Dei tre…! Non m’ha capito bene, volevo dire dei tre telefoni qual è quello col prefisso?

    Tarapia tapioco come se fosse antani con la supercazzola prematurata, con lo scappellamento a destra.

    – Tarapia tapioco! Prematurata la supercazzola o scherziamo?
    – Prego?
    – No, mi permetta, no io… Scusi, noi siamo in quattro, come se fosse antani anche per lei soltanto in due oppure in quattro anche scribai con cofandina, come antifurto, per esempio.
    – Ma che antifurto! Mi faccia il piacere, questi signori qui stavano sonando loro, ‘un s’intrometta!
    – Ma no, aspetti, mi porga l’indice, ecco lo alzi così, guardi, guardi, guardi, lo vede il dito, lo vede che stuzzica, e prematura anche! Ma, allora io le potrei dire, anche col rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce?
    – Vicesindaco!? Basta così, mi seguano al commissariato!
    – No! No! Attenzione, no, pastène soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati per due anche un pochino antani in prefettura!
    – Senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapia tapioco!
    – Dopo…A

    – Ah, pardon ! Tarapio tapioco come se fosse antani, la supercazzola prematurata con dominus vobiscum blinda?
    – Come prego?
    – Tarapio sulla supercazzola con scappellamento a destra o sinistra?
    – No, la cappella sinistra è a destra.
    – Antipodi!

    – Blinda la supercazzola con lo scappellamento a destra e a sinistra come se fosse di pentolone.
    – ‘Un c’ho capito un cazzo!
    – Ecco, è l’informazione che volevo. Grazie.

    – Sbiriguda! Supercazzola prematurata!
    – Eh?
    – No, dico, prematurata la supercazzola!
    – Ah, ‘un capisco…
    – Con scappellamento a destra!
    – Ah, le ‘appelle! E le son la, guardi, a destra, ma qui ‘un si po’ parcheggiare!
    – No, volevo dire: occhiello di privilegio come se fosse antani per lei, ispettore tombale!
    – Ispettore? Ma che dice?
    – Ispettore…
    – Ispettore.
    – Con fuochi fatui!
    – E per quanto tempo sta qua?
    – Quintana, o setta! Intanto, trini la confraternita, pulitina!
    – Ah, una pulitina…
    – Antani, come la supercazzola!
    – Come?
    – Blinda!

    – Guardi, le avevo ritagliato l’articolo sulle antiche leggende del Casentino!
    – Ah interessante! Ma lei se la blinda la supercazzola prematurata, come se fosse anche un po’ di Casentino, che perdura anche come cappotto, vede… M’importa sega!

    – Mi fa piacere che si trovi bene qui da noi, ma le ricordo che per gli ospiti c’è un apposito telefono a gettone nell’atrio.
    – Sì, ma la sbiriguda della sbrinzellona come fosse antani, come facevo?
    – Prego?
    – Ho provato con la supercazzola con scappellamento paraplegico a sinistra, ma non funzionava! Faceva : tu-du!
    – In che senso?
    – Nel senso anafestico! Eh sì, forse per handicappo d’altitudine, no?
    – Ah, vuol dire che il telefono è troppo alto?
    – No, non era troppo alto… Forse non ha capito, io dicevo che se fosse il coso di telefono, col dito come se fosse… Andando su o giù, giù o su… Segua il dito : vede, se va su non va giù, e se va giù non va su!
    – Ah… Si faccia aiutare dalla suora!
    – È quello che stavo dicendo, no?

    Come fare una supercazzola

    Uso di grammatiche generative di Chomsky

    Se vuoi creare una grammatica generativa alla Chomsky per generare simili supercazzole, dovresti tenere presente alcuni elementi chiave della struttura linguistica:

    1. Costruzione di Frasi Senza Senso:
      • Utilizza frasi grammaticalmente corrette ma prive di senso logico.
      • Introduce neologismi o parole inventate.
      • Gioca con suoni e sillabe senza un significato coerente.
    2. Struttura Verbale e Sintattica:
      • Crea frasi complesse che possono sembrare corrette ma che alla fine non hanno un senso comprensibile.
      • Gioca con l’ordine delle parole e le connessioni sintattiche in modo a volte illogico.
    3. Ripetizioni e Varianti:
      • Introduce ripetizioni apparentemente casuali o varianti di frasi per confondere ulteriormente l’ascoltatore.
      • Varia la lunghezza delle frasi per mantenere un ritmo comico.
    4. Uso di Nomi Propri e Termini Tecnici Fittizi:
      • Introduce nomi propri inventati o termini tecnici che suonano ufficiali ma non hanno significato.
      • Gioca con la pronuncia o l’accentuazione per creare ulteriore confusione.
    5. Riferimenti Autoironici:
      • Fai riferimento a personaggi o situazioni immaginarie, magari autoironizzando il fatto che le parole stesse siano senza senso.

    La grammatica generativa alla Chomsky fornisce un quadro teorico per creare linguaggi formali. Puoi adattare questa teoria alla creazione di supercazzole introducendo regole che generino costruzioni linguistiche tipiche di questo genere comico e illogico. Ad esempio, potresti definire regole per la generazione di frasi con due premesse universali affermative seguite da una conclusione particolare affermativa, come nel caso delle supercazzole che hai fornito.

    La grammatica generativa di Noam Chomsky offre un quadro teorico potente e strutturato per comprendere e analizzare la struttura linguistica, contribuendo significativamente al campo della linguistica formale e all’informatica teorica. Sviluppata principalmente negli anni ’50 e ’60, rappresenta una teoria formale del linguaggio. Chomsky ha proposto diverse versioni della sua teoria, ma la più nota è la “gerarchia di Chomsky“, che comprende quattro tipi di grammatiche formali, suddivise in tre categorie principali. Eccole, dalla più restrittiva alla più potente:

    1. Tipo 3: Grammatiche Regolari (Regolare):
      • Regole di produzione semplici.
      • Sono in grado di generare linguaggi regolari.
      • Utilizzate per modellare linguaggi semplici come quelli riconosciuti dagli automi a stati finiti.
    2. Tipo 2: Grammatiche Libere dal Contesto (Libera):
      • Regole di produzione più potenti, ma ancora relativamente semplici.
      • Sono in grado di generare linguaggi liberi dal contesto.
      • Utilizzate per modellare molte strutture linguistiche naturali.
    3. Tipo 1: Grammatiche Sensibili al Contesto (Sensibile):
      • Regole più complesse e potenti.
      • Sono in grado di generare linguaggi sensibili al contesto.
      • Utilizzate per modellare costruzioni linguistiche più complesse, ma spesso superate in pratica dalle grammatiche libere dal contesto.
    4. Tipo 0: Grammatiche Senza Restrizioni (Irriconoscibili):
      • Nessuna restrizione particolare sulle regole di produzione.
      • Sono in grado di generare linguaggi irriconoscibili da un automa a pila limitato.
      • Utilizzate principalmente in teoria dei linguaggi formali.

    La forma più comune di grammatica nella teoria di Chomsky è la “Grammatica Libera dal Contesto” (CFG, Context-Free Grammar), che è la base di molte applicazioni pratiche, inclusa la programmazione di compilatori e l’analisi sintattica di linguaggi di programmazione.

    Una grammatica libera dal contesto consiste in quattro elementi principali:

    1. Simbolo Iniziale (S):
      • Specifica il simbolo da cui inizia la generazione.
    2. Insieme di Simboli Terminali (Σ):
      • Insieme di simboli che compaiono nel linguaggio generato.
    3. Insieme di Simboli Non Terminali (V):
      • Insieme di simboli che possono essere sostituiti da sequenze di simboli (terminali o non terminali).
    4. Insieme di Regole di Produzione (P):
      • Specifica come i simboli non terminali possono essere sostituiti da sequenze di simboli (terminali o non terminali).

    Un esempio di regola di produzione potrebbe essere:

    • A → BCD

    Questa regola dice che il simbolo non terminale A può essere sostituito dalla sequenza di simboli BCD.

    Esempi pratici

    Per generare una supercazzola simile usando una regola di produzione, possiamo introdurre un simbolo non terminale e utilizzarlo per sostituire parti della supercazzola originale. Ad esempio:

    Supponiamo di avere una regola del tipo:

    A→X, dove X eˋ una sequenza di parole o frasi.

    Quindi, applicando questa regola alla supercazzola fornita:

    A→”Guardi, le avevo ritagliato l’articolo sulle antiche leggende del Casentino!”

    In questo modo, possiamo utilizzare il simbolo non terminale A per generare la frase originale. Tuttavia, per creare una vera e propria grammatica generativa, dovremmo introdurre ulteriori regole di produzione per generare variazioni e parti aggiuntive della supercazzola. Potremmo avere ulteriori simboli non terminali che rappresentano frasi o parole specifiche, consentendo così la generazione di varianti e la creazione di una supercazzola più complessa.

    Utilizziamo il simbolo non terminale A per rappresentare la struttura generale della supercazzola. Introduciamo poi alcune regole di produzione per generare varianti. Ad esempio:

    A→”Guardi, le avevo ritagliato l’articolo sulle antiche leggende del Casentino!”

    Ora, introduciamo un nuovo simbolo non terminale B per rappresentare una possibile variante:

    B→”Ah interessante! Ma lei se la blinda la supercazzola prematurata, come se fosse anche un po’ di Casentino, che perdura anche come cappotto, vede… M’importa sega!”

    Ora possiamo sostituire una parte della supercazzola originale con questa variante. Ad esempio:

    A→”Guardi, le avevo ritagliato l’articolo sulle antiche leggende del Casentino! B”

    E continuiamo introducendo ulteriori regole di produzione per altre parti della supercazzola. Ad esempio:

    C→”Sıˋ, ma la sbiriguda della sbrinzellona come fosse antani, come facevo?”

    D→”Prego?”

    E→”Ho provato con la supercazzola con scappellamento paraplegico a sinistra, ma non funzionava! Faceva: tu-du!”

    F→”In che senso?”

    G→”Nel senso anafestico! Eh sıˋ, forse per handicappo d’altitudine, no?”

    H→”Ah, vuol dire che il telefono eˋ troppo alto?”

    I→”No, non era troppo alto… Forse non ha capito, io dicevo che se fosse il coso di telefono, col dito come se fosse… Andando su o giuˋ, giuˋ o su… Segua il dito: vede, se va su non va giuˋ, e se va giuˋ non va su!”

    J→”Ah… Si faccia aiutare dalla suora!”

    K→”Eˋ quello che stavo dicendo, no?”

    Come fare una supercazzola con un algoritmo euristico

    1. Regola per Premessa Universale Affermativa (A):
      • Genera una frase con una proposizione universale affermativa del tipo “Ogni [sostantivo] è [aggettivo].”
    2. Regola per Premessa Minore Universale Affermativa (A):
      • Genera una seconda frase con un’altra proposizione universale affermativa del tipo “Ogni [sostantivo] è [aggettivo].”
    3. Regola per Conclusione Particolare Affermativa (I):
      • Combina le due premesse per ottenere una conclusione particolare affermativa del tipo “Alcuni [sostantivo] sono [aggettivo].”
    4. Variazioni e Elementi Confusionali:
      • Introduci elementi di variazione nella scelta di sostantivi e aggettivi, creando così frasi apparentemente diverse ma con la stessa struttura logica.
      • Gioca con la pronuncia, l’accentazione e l’ordine delle parole per confondere ulteriormente.

    Ecco un esempio generato seguendo queste regole:

    1. “Ogni fenicottero è iridescente.”
    2. “Ogni pinguino è cosmopolita.”
    3. “Alcuni fenicotteri sono cosmopoliti.”

    Queste regole sono semplici ed è possibile variarle a seconda delle esigenze, aggiungendo ulteriori elementi di confusione o manipolando le strutture linguistiche in modi creativi per ottenere l’effetto desiderato di supercazzola. (Questo testo è stato costruito da una grammatica generativa basata su ChatGPT).

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