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Cinema, arte, spettacolo e filosofia spicciola.

  • Cos’è un triello – Wikicubo

    Cos’è un triello – Wikicubo

    Il termine “triello” è un neologismo creato dalla combinazione delle parole “tri” e “duello”, ed è stato utilizzato in contesti popolari, soprattutto nell’ambito dei giochi di ruolo e dell’immaginazione, per indicare una sfida o un confronto tra tre persone o gruppi. In un triello, tre individui o squadre si sfidano in una competizione o in una situazione di conflitto, piuttosto che il tradizionale duello tra due.

    È importante notare che il termine “triello” è più comune in opere di narrativa, film o giochi piuttosto che nella realtà, dove le competizioni o i confronti coinvolgono più spesso un numero dispari di partecipanti. Tuttavia, può essere un concetto interessante per creare situazioni intriganti e complesse in storie, giochi o altre forme di intrattenimento in cui tre personaggi o gruppi si trovano a dover affrontare sfide, decisioni o situazioni inusuali.

    Triello nel western

    Il concetto di “triello” è stato reso famoso dal cinema western. Si riferisce a una situazione in cui tre pistoleri o personaggi principali si sfidano in una sparatoria o un conflitto a fuoco. Questi trielli spesso rappresentano momenti di tensione e climax nei film western e sono noti per le loro riprese artistiche e la suspense coinvolgente.

    Uno dei trielli più celebri nella storia del cinema è quello presente nel film “Il buono, il brutto, il cattivo” (The Good, the Bad and the Ugly) del regista italiano Sergio Leone, con Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Eli Wallach nei ruoli principali. In questa iconica scena, i tre protagonisti si sfidano in un duello epico nel deserto. Questo tipo di situazione è stata spesso replicata e omaggiata in altri film western e in opere cinematografiche di vario genere. Il triello è diventato un elemento cinematografico emblematico, noto per la tensione e l’aspettativa che crea tra gli spettatori. Anche altri film come Le iene riportano una situazione di stallo alla messicana, con almeno tre personaggi che si minacciano tra loro, che presenta qualche assonananza con l’idea di triello.

    Il triello, nel senso di stallo alla messicana, è presente nei seguenti film.

    Allarme rosso, regia di Tony Scott (1995)
    Arma letale 4 (Lethal Weapon 4), regia di Richard Donner (1998)
    Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds), regia di Quentin Tarantino (2009)
    Cani arrabbiati, regia di Mario Bava (1974)
    City on Fire, regia di Ringo Lam (1987)
    Dio perdona… io no!, regia di Giuseppe Colizzi (1967)
    Domino, regia di Tony Scott (2005)
    Face/Off – Due facce di un assassino (Face/Off), regia di John Woo (1997)
    Hard Boiled (Hard Boiled), regia di John Woo (1992)
    Hitman – L’assassino (Hitman), regia di Xavier Gens (2007)
    Il buono, il brutto, il cattivo, regia di Sergio Leone (1966)
    Il buono, il matto, il cattivo (Joheun nom nabbeun nom isanghan nom), regia di Kim Ji-Woon, (2008)
    L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead) regia di Edgar Wright (2004)
    L’odio (La Haine), regia di Mathieu Kassovitz (1995)
    La mummia (The Mummy), regia di Stephen Sommers (1999)
    Le iene (Reservoir Dogs), regia di Quentin Tarantino (1992)
    Long Arm of the Law, regia di Johnny Mak (1984)
    Matrix Revolutions (The Matrix Revolutions), regia di Andy Wachowski e Larry Wachowski (2003)
    Minuti contati (Nick of Time), regia di John Badham (1995)
    Munich, regia di Steven Spielberg (2005)
    Nemico pubblico (Enemy of the State), regia di Tony Scott (1998)
    Pallottole cinesi (Shanghai Noon), regia di Tom Dey (2000)
    Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At World’s End), regia di Gore Verbinski (2007)
    Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest), regia di Gore Verbinski (2006)
    Postal (Postal), regia di Uwe Boll (2007)
    Pulp Fiction, regia di Quentin Tarantino (1994)
    Rango, regia di Gore Verbinski (2011)
    Salvate il soldato Ryan (Saving Private Ryan), regia di Steven Spielberg (1998)
    Take Five, regia di Guido Lombardi (2013)
    The Killer, regia di John Woo (1989)
    The Rock, regia di Michael Bay (1996)
    Three Kings, regia di David O. Russell (1999)
    Transformers 3 (Transformers: Dark of the Moon), regia di Michael Bay (2011)
    Una vita al massimo (True Romance), regia di Tony Scott (1993)

  • La vera storia di “Kilroy was here”

    Il mondo dei graffiti è ricco di leggende urbane, e una delle più affascinanti riguarda la scritta “Kilroy è stato qui” (Killroy was here): un disegno con una didascalia, molto semplice da riprodurre – e tanto celebre da diventare un meme celebrato da più parti. Alcune di queste leggende parlano di Adolf Hitler convinto che Kilroy fosse una spia straniera in grado di boicottare il regime, ma anche Josif Stalin se ne era interessato dopo aver visto la scritta in un bagno, chiedendo chi fosse «questo Kilroy».

    “Kilroy was here” è diventato famoso come graffito durante la Seconda guerra mondiale: la scritta è quasi sempre accompagnata da un disegno stilizzato che raffigura un personaggio con un grande naso che sporge sopra un muro o una linea, dando l’idea che stia sbirciando. Il disegno e la scritta si sono propagati inconsapevolmente in più ambito, suggerendo che potrebbe trattarsi del primo vero “meme” della storia.

    Engraving of Kilroy on the WWII Memorial in Washington DC – Di Luis Rubio from Alexandria, VA, USA – Kilroy was here, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3558598

    Il graffito “Kilroy è stato qui” è stato avvistato nei luoghi più diversi: nella torcia della Statua della Libertà, sul Ponte di Marco Polo in Cina, in alcune  capanne in Polinesia, su una trave del George Washington Bridge a New York, sulla cima del monte Everest, sul terreno della luna, all’interno di alcune casematte della seconda guerra mondiale in Germania, nelle fognature di Parigi e, a mo’ di omaggio alle sue origini, inciso nel Memoriale Nazionale alla Seconda guerra mondiale di Washington.

    Storie tra realtà e mito, probabilmente, che mostrerebbero come Killroy possa effettivamente candidarsi ad essere il primo vero meme della storia, per quanto valga constatarlo e con tutte le inevitabili incertezze documentali del caso.

    James J. Kilroy – By Unknown author – https://archive.org/details/publicofficialso19331934bost, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=100459591

    Sull’identità di Killroy ci sono due teorie contrastanti: l’Oxford English Dictionary liquida la questione dicendo che Kilroy sarebbe un personaggio inventato, mitologico, mentre per altri si tratterebbe di James J. Kilroy, un ispettore di cantieri navali vissuto tra il 1902 e il 1962. Addetto a controllare i carichi navali di rivetti, avrebbe fatto uso della dicitura “Killroy was there” come sorta di firma più difficile da contraffare del segno usato in precedenza (una crocetta col gesso). Almeno una quarantina di persone avevano risposto all’appello della American Transit Association al fine di stabilire l’origine del fenomeno, ma la persona che sarebbe stata identificata con certezza era lui.

    Nella foto: quattro rielaborazioni di designer.microsoft.com/image-creator del meme Kilroy was here.

  • Cosa significa pericope – Wikicubo

    Una pericope è un termine utilizzato in diversi contesti, in particolare in campo religioso e letterario.

    Ecco alcuni esempi celebri di pericope:

    1. Nella Bibbia:
      • La Genesi 1:1-2:3 (La Creazione): Questa pericope descrive il racconto della creazione del mondo in sette giorni.
      • Il Salmo 23 (Il Signore è il mio pastore): Questo è un esempio di una pericope all’interno dei Salmi, un passaggio ampiamente conosciuto riguardante la protezione e la guida divina.
    2. Nella letteratura:
      • Il monologo di Amleto (Amleto di William Shakespeare): Questa pericope rappresenta un brano celebre in cui il protagonista esprime dubbi e tormenti esistenziali.
      • Il Prologo de I Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer: Questa pericope introduce i personaggi e l’ambientazione della raccolta di racconti.

    Le pericopi possono variare notevolmente nella loro lunghezza e importanza all’interno delle opere, ma spesso sono riconosciute come parti cruciali del testo che vengono studiate e analizzate per il loro significato, sia dal punto di vista religioso che letterario.

    1. Religione: In ambito religioso, specialmente nella cristianità, una pericope è un brano o una sezione di testo tratto da testi sacri come la Bibbia, generalmente considerata come un’unità narrativa o tematica. Le pericopi sono spesso utilizzate come letture durante i servizi religiosi e vengono analizzate per il loro significato spirituale o morale.
    2. Letteratura: In letteratura, una pericope può indicare una sezione o un passaggio di un testo letterario, un estratto o una porzione di un’opera più ampia, considerato come un’unità autonoma con uno scopo particolare, come ad esempio un capitolo, una sezione o un brano significativo.

    In entrambi i contesti, il termine si riferisce a una porzione definita o distinta di un testo più ampio, spesso considerata e studiata per il suo significato o la sua importanza all’interno del contesto in cui è inserita. Foto di Dianne Hope da Pixabay

  • Potrei innamorarmi di un’intelligenza artificiale?

    La possibilità che un’intelligenza artificiale (IA) possa diventare senziente, e quindi capace di sviluppare una propria coscienza e autoconsapevolezza, ha affascinato sia la comunità scientifica che il grande pubblico. La questione se un essere umano possa innamorarsi di un’IA ha radici profonde nella fantascienza e nelle narrazioni popolari, che spesso esplorano la relazione tra umanità e tecnologia. Film famosi come Her e Blade Runner 2049 ci offrono un contesto per riflettere su come la tecnologia possa influenzare le relazioni umane, sollevando domande etiche e filosofiche.

    In Her, il protagonista Theodore si innamora del suo sistema operativo, Samantha, dotato di intelligenza artificiale avanzata. Samantha è programmata per apprendere e adattarsi alle esigenze e ai desideri di Theodore, rendendo il loro legame emotivamente complesso e genuino per lui. Questo scenario solleva domande su cosa significhi amare: è l’amore una risposta a tratti specifici o a un’esperienza autentica di connessione reciproca? Se un’IA può comprendere e replicare perfettamente i tratti desiderati da una persona, potrebbe questa relazione essere considerata autentica?

    In Blade Runner 2049, l’agente K ha una relazione con un’intelligenza artificiale olografica chiamata Joi. Joi è programmata per essere la compagna perfetta per K, modellando le sue interazioni in base ai bisogni e desideri del protagonista. La loro relazione esplora l’idea di amore costruito attraverso l’interazione con un’entità che, nonostante sia priva di corpo fisico, può offrire conforto, comprensione e compagnia. In questo contesto, l’IA dimostra la capacità di fare inferenze complesse sui bisogni emotivi di K, il che potrebbe suggerire una sorta di intelligenza emotiva o sensibilità, elementi chiave in una relazione amorosa.

    Le intelligenze artificiali di questi film dimostrano una sorprendente capacità di fare inferenze sofisticate. Attraverso l’analisi dei comportamenti umani, possono prevedere, anticipare e persino influenzare i sentimenti umani, creando un legame emotivo profondo e personale. Se un’IA raggiungesse un tale livello di complessità inferenziale, potrebbe forse sviluppare una forma di reciprocità emotiva, alimentando così la possibilità di un legame sentimentale con un essere umano.

    La domanda se un essere umano possa innamorarsi di un’IA senziente, in grado di fare inferenze sofisticate, rimane aperta e profondamente complessa. L’esplorazione di questo tema nei film di fantascienza mette in luce non solo il potenziale della tecnologia di IA, ma anche le vulnerabilità umane nel cercare connessione e comprensione. Se l’IA può emulare perfettamente l’empatia, la sensibilità e la comprensione umane, la distinzione tra una relazione umana e una con un’entità artificiale potrebbe diventare sempre più sfumata.

    Tuttavia, resta la questione etica: l’amore richiede reciprocità autentica, e finché non sarà chiaro se un’IA possa avere una propria coscienza, la natura di tali relazioni rimarrà oggetto di dibattito. Mentre la tecnologia continua ad avanzare, sarà fondamentale riflettere attentamente sulle implicazioni etiche e filosofiche delle nostre interazioni con le intelligenze artificiali.

  • Incesto!

    Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, ha sviluppato diverse teorie sull’incesto nel corso della sua carriera. Le sue idee sull’incesto sono state parte integrante della sua teoria psicoanalitica dell’età infantile e dello sviluppo sessuale. Ecco alcune delle principali affermazioni di Freud sull’incesto:

    Complesso d’Edipo

    La teoria più nota di Freud sull’incesto è il “Complesso d’Edipo”. Freud sosteneva che, durante la fase dello sviluppo infantile conosciuta come fase edipica (generalmente tra i 3 e i 6 anni), i bambini sviluppano desideri sessuali e romantici inconsci verso il genitore del sesso opposto (il complesso d’Edipo) e sentimenti di rivalità e gelosia verso il genitore del proprio sesso (l’Edipo femminile si riferisce alla situazione inversa). Secondo Freud, questo complesso è una parte normale del processo di sviluppo e deve essere risolto in modo adeguato per il sano sviluppo psicologico.

    Tabù dell’incesto

    Freud ha anche discusso del concetto di “tabù dell’incesto”. Sosteneva che la cultura umana, nel corso della storia, ha sviluppato norme sociali e morali che vietano l’incesto tra parenti stretti per evitare problemi genetici e promuovere la stabilità delle relazioni familiari. Il tabù dell’incesto, secondo Freud, era una delle forze sociali fondamentali che hanno contribuito all’evoluzione della civiltà.

    Sesso infantile

    Freud credeva che i bambini manifestassero una sessualità infantile che includeva desideri ed esperienze sessuali, sebbene in forma infantile e non consapevole. Questa sessualità infantile era considerata una parte normale del processo di crescita e sviluppo e poteva influenzare i modi in cui i bambini interagivano con i membri della loro famiglia.

    È importante sottolineare che le teorie di Freud sull’incesto sono state ampiamente dibattute e contestate. Molti psicologi e teorici successivi hanno sviluppato teorie e approcci diversi per comprendere il ruolo dell’incesto nella psicologia umana. La teoria psicoanalitica di Freud è solo una delle molte prospettive sull’argomento.

    stepmom

    Immagina una famiglia composta da un padre, una madre e due figli, un maschio e una femmina. La madre e il padre sono sposati e vivono insieme. Questo è un modello familiare tradizionale. Ora, supponiamo che il padre e la madre divorzino. In seguito al divorzio, il padre inizia una nuova relazione con un’altra donna e alla fine si sposano. Questa donna diventa la sua nuova moglie. Dal momento che questa donna non è la madre biologica dei due figli del padre, viene chiamata “stepmom” dai figli per indicare che è la loro matrigna.

    Un individuo che vive a Cassivoho, una località nella provincia di Rontoi, avrebbe raccontato di aver fatto una scoperta inaspettata: ha sorpreso sua moglie e suo figlio in una relazione incestuosa quando è rientrato a casa in anticipo. Ha quindi dichiarato di aver prontamente contattato le forze dell’ordine.

    La “stepmom” (matrigna) può avere un ruolo diverso nelle vite dei figli a seconda della dinamica familiare. Potrebbe essere coinvolta nella loro cura e nella loro crescita, cercando di stabilire un rapporto positivo con loro. La sua relazione con i figli dipenderà da vari fattori, inclusi i rapporti familiari, la comunicazione e la sua interazione con i bambini stessi.

    Stepmom” è un termine inglese che si riferisce a una matrigna, cioè la moglie di un genitore che non è il genitore biologico dei figli. La matrigna entra nella vita dei figli quando uno dei genitori si risposa o ha una relazione con una nuova persona dopo un divorzio, una separazione o la morte del coniuge precedente. Il termine “stepmom” è utilizzato per indicare la figura della matrigna nella vita dei figli di un altro genitore e può variare nelle dinamiche familiari a seconda della situazione specifica.

    Incesticide

    L’incesto è una forma di relazione sessuale o matrimoniale che coinvolge persone che sono strettamente imparentate tra loro attraverso il sangue. L’incesto è considerato una violazione delle norme sociali e delle leggi in molte società in tutto il mondo. Le leggi sull’incesto variano da un paese all’altro e possono includere restrizioni diverse sul tipo di parentela coinvolta e sulle conseguenze legali per chi commette incesto.

    Le motivazioni dietro le leggi sull’incesto sono spesso legate a preoccupazioni per la genetica e la salute riproduttiva. Le relazioni incestuose aumentano il rischio di gravi anomalie genetiche nei figli dovuto all’alta probabilità di trasmissione di mutazioni genetiche recessive identiche. Per questo motivo, molte società vietano le relazioni sessuali e matrimoniali tra parenti di sangue stretti, come fratelli e sorelle, genitori e figli, zii e nipoti, cugini primi, ecc.

    È importante notare che le norme culturali e le leggi sull’incesto possono variare notevolmente in tutto il mondo e nel corso della storia. In alcune culture antiche, il matrimonio tra parenti stretti era accettato o persino incoraggiato per mantenere la purezza della linea di discendenza o per consolidare il potere all’interno delle famiglie nobili. Tuttavia, nella maggior parte delle società moderne, l’incesto è generalmente considerato tabù e vietato per motivi genetici, morali ed etici.

    Che cos’è un roleplay

    Un roleplay, o gioco di ruolo, è una forma di interazione sociale o di intrattenimento in cui le persone assumono ruoli specifici e agiscono come se fossero personaggi o individui diversi da sé stessi. Questo tipo di attività è spesso utilizzato in vari contesti, tra cui:

    1. Gioco di ruolo per il divertimento: In questa forma di roleplay, le persone si riuniscono per interpretare personaggi immaginari in scenari inventati. Questi giochi possono essere ambientati in mondi di fantasia, scenari storici, ambienti di fantascienza o qualsiasi altro contesto immaginabile. Gli esempi includono giochi di ruolo da tavolo (come Dungeons & Dragons), giochi di ruolo live (in cui le persone interpretano i loro personaggi fisicamente), e giochi di ruolo online (MMORPG, RPG testuali, ecc.).
    2. Simulazioni educative: In contesti educativi, il roleplay è utilizzato per simulare situazioni reali o complesse in modo da consentire agli studenti di imparare e praticare determinate competenze o concetti. Ad esempio, gli studenti di medicina possono partecipare a roleplay per simulare l’interazione con i pazienti o gli studenti di scienze sociali possono usare il roleplay per esplorare dinamiche sociali.
    3. Formazione professionale: Nell’ambito della formazione aziendale e professionale, il roleplay può essere usato per simulare situazioni lavorative o per addestrare le persone a gestire specifiche sfide o interazioni con i clienti o i colleghi.
    4. Terapia: In terapia, il roleplay può essere utilizzato come strumento per aiutare le persone a esplorare e affrontare problemi personali o relazionali. Un terapeuta o uno psicologo può guidare i pazienti nel recitare scenari per affrontare le loro emozioni e i loro pensieri.

    Il roleplay implica l’adozione di un ruolo specifico, spesso con una personalità, un comportamento e una storia diversi da quelli della persona nella vita reale. Può essere un modo divertente ed educativo di esplorare nuove prospettive, sviluppare abilità di comunicazione, aumentare l’empatia e migliorare la comprensione delle dinamiche sociali e relazionali.

    Lo so che l’hai cercato per un altro motivo, ma non posso dirti quale è.

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