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Cinema, arte, spettacolo e filosofia spicciola.

  • 38 poster cinematografici del Ghana che forse non avevi ancora visto

    38 poster cinematografici del Ghana che forse non avevi ancora visto

    I poster cinematografici del Ghana sono diventati idoli da venerare all’interno di varie community di cinema presenti su internet, e non da oggi. Andiamo pertanto a vedere la straordinaria storia che c’è dietro le locandine ghanesi di film molto famosi come La casa 2, Terminator, Lo squalo e via dicendo

    Poster cinematografici ghanesi

    È interessante notare che molti poster cinematografici ghanesi sono dipinti su pezzi di compensato piuttosto che essere stampati su carta come avviene di solito altrove. Questa pratica è nata dalla necessità di avere manifesti durevoli e resistenti che potessero resistere alle condizioni atmosferiche del Ghana, come l’umidità e il calore. I pittori ghanesi che realizzano queste locandine sono artisti talentuosi e creativi. Utilizzano colori vibranti e immagini dettagliate per catturare l’essenza dei film e attirare l’attenzione del pubblico. Ogni poster è realizzato a mano, con precisione e cura per i dettagli.

    A causa del materiale utilizzato, ovvero il compensato, i poster cinematografici ghanesi possono essere piuttosto pesanti e ingombranti. È difficile portarli con sé come souvenir o oggetti da collezione, a meno che non vengano imballati e spediti. Tuttavia, nel corso degli anni, sono emerse anche versioni più leggere dei poster cinematografici ghanesi, realizzate su carta, che possono essere più facili da trasportare. Questi poster stampati sono diventati più comuni con l’avvento della distribuzione digitale e delle nuove tecnologie di stampa. Nonostante l’aspetto pratico della questione, i poster cinematografici ghanesi dipinti su compensato rimangono delle opere d’arte uniche e affascinanti, rappresentando una parte importante della cultura cinematografica del Ghana.

    Riconoscete i film in questione?

    Ghallywood

    Da quello che sappiamo, I film ghanesi hanno acquisito una notevole popolarità sia a livello nazionale che internazionale, e hanno contribuito a plasmare l’identità culturale e l’immagine del Ghana nel mondo cinematografico. Nonostante le limitazioni di budget e risorse, questi film sono stati in grado di offrire intrattenimento coinvolgente e significativo al pubblico. I film ghanesi, noti anche come “Ghallywood” o “Kumawood” (a seconda delle regioni), sono una parte significativa dell’industria cinematografica del Ghana. Questi film hanno le loro caratteristiche distintive che li differenziano da altre produzioni cinematografiche.

    1. Lingua: La maggior parte dei film ghanesi è realizzata in lingua Twi, che è una delle lingue predominanti nel paese. Questo rende i film accessibili a un pubblico più ampio all’interno del Ghana, anche se ci sono anche produzioni in altre lingue locali e in inglese.
    2. Contenuti culturali: I film ghanesi spesso riflettono la ricchezza della cultura ghanese. Molti di essi affrontano temi come le tradizioni, i valori familiari, i conflitti culturali, la spiritualità e le credenze locali. Questi elementi culturali sono spesso presentati in modo vivace e coinvolgente per creare un’esperienza autentica per il pubblico.
    3. Narrativa melodrammatica: I film ghanesi spesso adottano una narrativa melodrammatica, con trame complesse e intrecciate che coinvolgono amore, gelosia, tradimenti e rivalità familiari. Questo stile narrativo può essere considerato eccessivo da alcuni spettatori, ma è apprezzato per la sua capacità di suscitare emozioni forti.
    4. Uso dell’umorismo: L’umorismo svolge un ruolo importante nei film ghanesi. Anche se affrontano temi seri, molti di essi includono momenti comici per alleviare la tensione e intrattenere il pubblico. L’uso di battute, giochi di parole e situazioni esilaranti è comune in molti film ghanesi.
    5. Produzione rapida e a basso costo: La maggior parte dei film ghanesi viene realizzata con budget limitati e tempi di produzione rapidi. Questo è spesso evidente nella qualità delle riprese, degli effetti speciali e delle produzioni in generale. Tuttavia, ciò non ha impedito alla industria cinematografica ghanese di prosperare, con una grande domanda interna e un pubblico appassionato.
    6. Distribuzione informale: I film ghanesi sono spesso distribuiti in modo informale, attraverso la vendita di DVD, la proiezione in sale cinematografiche locali o attraverso la distribuzione via streaming online. Anche se la distribuzione formale sta diventando sempre più comune, soprattutto con la crescita delle piattaforme digitali, molte produzioni ghanesi continuano a raggiungere il pubblico attraverso canali non convenzionali.
  • Come criptare il linguaggio con un sex worker – Wikicubo

    BBJ. 50 rose. Costa 3 VU. Rai 1. Rai 2. Dinner At The Y, o DATY. A leggere queste righe, sembra di trovarsi di fronte all’ennesimo LEET (il linguaggio codificato che veniva usato dagli smanettoni ai tempi delle prime BBS e community digitali, e che sopravvive anche oggi con le varie forme di cosiddetto Algospeak). Il concetto sotteso dietro queste singolari forme di linguaggio “autogestito”, se vogliamo, è sempre lo stesso: aggirare la censura, utilizzare liberamente internet e onorare, se vogliamo, il concetto di rete libera e neutralità della rete che viene minata, ad oggi, da un libero mercato sempre più aggressivo.

    Il linguaggio in codice usato nel contesto sex worker è uno dei fenomeni che accompagna internet fin da fine degli anni Novanta, con piccoli e grandi forum specializzati sull’argomento. Del resto per quale motivo nei siti di escort la gente parla in codice, se già il contesto è esplicito e se comunque gran parte degli utenti utilizza pseudo-anonimato e nick più o meno fantasiosi? È curioso come il lessico di questo sotto-linguaggio finisca per essere tanto ingenuo quanto pretenzioso, e si rileva come faccia grande uso di tropi e allusioni di ogni ordine e grado. Il “guanto” ad esempio è un modo per indicare il preservativo.

    Neanche troppo curiosamente, gran parte dei blog che si occupano dell’argomento linguaggio in codice all’interno dei siti di escort tende a presentare l’articolo come una sorta di grottesco “manuale” per frequentare le sex worker, per avere massima soddisfazione e via dicendo. Un mestiere del resto presente, ipocritamente ignorato dai più, operativo e bistrattato da legge e senso comune, per il quale esiste questo curioso sottobosco che rappresenta una vera e propria (ennesima) sottocultura su internet. In questa sede vorrei affrontare da una prospettiva differente, fermo restando la libertà sessuali di ognuno e le ovvie (almeno per me) riserve su casi di possibile sfruttamento in tal senso. Provando a capire cosa spinga l’utente a farne uso e, soprattutto, il fatto che il linguaggio si finisca sempre per creare in base all’uso e al contesto.

    VU, rose, extra, Rai 1, Rai 2, …

    Nei siti dedicati a sex worker, massaggiatrici ed escort molte persone usano questo curioso “linguaggio in codice”, fatto di allusioni e riferimenti, il quale opera per sostituzioni metafore e semplici associazioni di idee. Ho sempre trovato interessante il fatto che in siti estremamente espliciti come quesi ci si ponga il problema di esprimersi in modo camuffato. Questa forma di linguaggio, del resto, fa parte a tutti gli effetti dello slang su Internet, del quale abbiamo parlato in più occasioni, e naturalmente il tutto si ricolloca nell’ambito delle regole che tutti dovrebbero seguire, che prevedono tra le altre cose l’anonimato degli utenti la possibilità che qualcuno possa scrivere o dire di aver fatto cose eventualmente molto sgradevoli.

    Escort e sex worker nei trend di Google

    È un mondo che naturalmente non tutti conoscono, ma che viene frequentato da più persone di quanto possa sembrare. Senza dubbio questo viene suggerito anche delle statistiche su Google, e dal fatto che la parola “escort” sia presente tra i Google Trend da molto tempo come tendenza stabile, ammesso che chi cerca questa parola lo faccia esclusivamente per curiosità esplicita o perchè pensa di rivolgersi ad una sex worker. Si nota giusto un “buco” in corrispondenza degli esordi della pandemia di Covid-19.

    Un lavoro sinallagmatico

    Per definire queste attività nel nostro paese, almeno ad oggi, non si parla di un vero e proprio lavoro, ma di attività economica nell’ambito sinallagmatico (dal greco συναλλάττω, che significa contrattualistico o di scambio reciproco). Significa che, in altri termini, al netto degli stereotipi (e di situazioni eventualmente rischiose) l’attività è regolamentata da regole implicite, di cui quel modo di esprimersi sembra essere una modulazione significativa. L’uso del linguaggio in codice consente pertanto ai sex worker (e a chi si rivolge a loro: 20 milioni di persone in Italia, se la stima è realistica si tratterebbe del 34% della popolazione) di comunicare in modo discreto senza rivelare troppo ai non clienti o a chi non fa parte della comunità. Probabilmente è una forma di discrezione o di rispetto / educazione, ma è anche un modo per eludere l’eventuale sorveglianza (oltre che il giudizio) da parte delle autorità.

    Di fatto, il linguaggio in codice usato nei forum e nei siti di escort è anche un modo per creare una community vera e propria, in cui ci si possono scambiare pareri e opinioni sulle sex worker e, di fatto, effettuare (come fanno alcuni siti) delle vere e proprie recensioni come avverrebbe su Amazon o Ebay. In generale, l’uso di questo codice pseudo-cifrato nei siti di sex worker è una pratica comune che serve a proteggere la privacy, la sicurezza e facilitare – o rendere meno imbarazzante, forse – la comunicazione all’interno della comunità. Resta vero che molte metafore e codici utilizzati nei siti dei sex worker possono essere relativamente facili da comprendere per chi è familiare con il contesto.

    Il linguaggio in codice nei siti di escort

    Tanto per cominciare non si parla mai di soldi, in questi siti: si parla di “rose“. Il cambio valuta rose-euro è uno a uno: quindi  ad esempio 70 rose sono 70 euro. Il preservativo viene utilizzato quasi sempre, ma non viene nominato in modo esplicito: si deve chiamare guanto. Quando si parla di VU (velocità urbana) diventa tutto più criptico ma è altrettanto semplice: bisogna farsi due conti e – anche qui  – ci troviamo a ridosso di una metafora: 50km/h è la velocità urbana, per cui 1 VU corrisponde a 50€. Come esercizio per casa, a questo punto, potreste provare a calcolare a quanti VU corrispondono 250€ (risposta: 5 VU). Le prestazioni specifiche non sono improvvisabili come avverrebbe in un rapporto classico: vanno concordate prima, e gli EXTRA (come si chiamano in gergo) si pagano sempre e comunque. Importante quindi considerare che in questo linguaggio vi è, fin da subito, un riferimento costante ai fiori, alle auto, alla televisione e a cose di uso quotidiano.

    Rai 1 indica il sesso vaginale (Sintonizzarsi su RAIUNO è un modo comune per riferire la pratica), mentre Rai 2 quello anale (viene indicato a volte con il numero 66). 69 ha un significato ovvio e ben noto ai più. Quindi se una sex worker fosse disponibile a un «Rai 1 compreso nel prezzo.» è chiaro cosa si intenda. Non finisce qui: già nel 2016 Il Giornale aveva intrattenuto i lettori con la descrizione dettagliata di quel dizionario hot:  “TG”, “Cabrio”, “Rose” e così via. Una “CABRIO” è di per sè una tipologia di automobile caratterizzata dalla possibilità di aprire il tetto, quindi in senso figurato indica il sesso senza preservativo, ovvero la disponibilità a praticarlo (detto a volte anche BB o bareback). “TG” indica un/una transgender, CD un cross dresser. MBR o multiple bell ringing contempla la possibilità di più orgasmi. Ancora: INCALL è una escort che riceve a casa, LOFT indica che riceve in hotel mentre OUTCALL significa che viene a casa tua. Se fa solo massaggi erotici si potrebbe trattare di un AMP (Asian Massage Parlor), tipicamente gestito ed eseguito da donne asiatiche, se si tratta di una donna molto bella si scrive usualmente ART, un po’ come avviene per ATF (All Time Favourite).

    In genere i servizi offerti sono tutti con preservativo obbligatorio (per fortuna, verrebbe da dire), anche se sembrano non mancare le eccezioni e se così non fosse è possibile capirlo dalla sigla. Miriadi di sigle legate al sesso che già i cultori del porno dovrebbero conoscere. Non mancano le segnalazioni di potenziali truffe, su questi siti: B&S (acronimo di bait and switch) significa che la ragazza nella foto non è quella che si è presentata, ad esempio. BodySlide indica la pratica di farsi massaggiare dal corpo nudo della donna.  Bondage sono, ovviamente, tutte le pratiche che afferiscono al sado-maso. Se la donna sta sopra durante il rapporto, in questo caso si parla di cowgirl o smorzacandela, diffusa anche nella variante reverse cowgirl con la donna girata di spalle. Blowjob è il sesso orale praticato all’uomo, DATY indica una Dinner At The Y, un ennesimo eufemismo per indicare sesso orale (cunnilingus). L’allusione è sia al mangiare (eat the pussy è l’espressione che lo indica esplicitamente in inglese) fuori che alla forma del corpo di chi lo riceve: gambe divaricate che formano con il corpo la forma della lettera Y.

  • Verso l’intelligenza artificiale cosciente

    Da quando ChatGPT è diventata di dominio pubblico ed è subentrata nell’immaginario popolare, è tutto un proliferare di teorie più o meno plausibili sul quando le macchine potranno sostituire gli uomini. Queste discussioni sono viziate da un lato da fondamenti teorici abbastanza semplicistici, che immaginano gli scenari prefigurati da James Cameron in Terminator come imminenti per la comunità che abita il pianeta terra. Lungi da noi, ovviamente, minimizzare il problema o fare benaltrismo, come va di moda scrivere in questi casi, e non sarò certo io a negare la possibilità.

    Quello che mi lascia perplesso è quella che viene prefigurata come soluzione al problema, come il pluricitato stop di sei mesi allo sviluppo richiesto dalla Future for life institute: l’etica non è una questione risolvibile in soli sei mesi. Non sarà rallentando le tecnologie che troveremo uan soluzione, e non sarà girando le spalle alle stesse che il problema si dissolverà (nè nichilismo nè benaltrismo sono la soluzione). Non è agevole trovare una soluzione, questo è poco ma sicuro, ma il dubbio che ci siano troppi rigurgiti prettamente anti-tecnologici in giro è sostanziale, e rischia di essere più pericoloso di ciò che si vorrebbe risolvere (la toppa peggiore del buco: se vietiamo le tecnologie verranno usate di straforo, perdendone così definitivamente il controllo).

    Viene anche il dubbio che gli scenari apocalittici di Cameron siano difficili da immaginare se applicati ad un chatbot – scenari che riguardavano le macchine che prendono autocoscienza e si ribellano agli uomini, scatenando una guerra devastante la quale viene combattuta, in ottica pessimistico-accelerazionista, esclusivamente con le tecnologie e miriadi di robot addestrati. Giova anche ricordare, a tal proposito, una figura misconosciuta nell’informatica e nella psicologia che va sotto il nome di Joseph Weizenbaum. Joseph Weizenbaum (nato nel 1923 e scomparso nel 2008) è stato un pioniere dell’informatica e professore emerito presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology).

    ELIZA è il nome del bot conversazionale creato nel 1966, il cui nome fu ispirato dal personaggio di Eliza Doolittle della commedia di George Bernard Shaw Pigmalione (con protagonista una popolana che dovrebbe, nelle intenzioni del personaggio del professor Higgins, diventare una donna di alta società semplicemente imparando alcune cose basilari). Pigmalione, uno sviluppatore informatico, aveva creato un chatbot così avanzato da essere indistinguibile dall’uomo. Perdutamente innamoratosi della sua creazione, la considerava l’espressione più alta dell’intelligenza artificiale, superiore a qualsiasi essere umano. Sognava di poter interagire con il suo chatbot, sperando che un giorno potesse acquisire una consapevolezza tale da poter rispondere in modo autonomo e originale.

    Il test di Turing, del resto, valutava già a metà degli anni Cinquanta la capacità di una macchina di comportarsi in modo indistinguibile da un essere umano, ossia di possedere una intelligenza artificiale che si avvicina alla intelligenza umana. Tale test consiste nell’avere un giudice umano che, attraverso una conversazione in linguaggio naturale, cerca di distinguere tra un interlocutore umano e uno computerizzato. In particolare, il giudice è posto in una stanza separata rispetto a due interlocutori, uno umano e uno computerizzato, e deve indovinare quale dei due è l’uomo e quale il computer. Il test viene considerato superato se il giudice non riesce a distinguere tra l’interlocutore umano e quello computerizzato. Questo implica che il computer ha dimostrato di essere in grado di sostenere una conversazione in modo tale da non far emergere la sua natura artificiale. L’esperimento di Turing ha avuto un impatto significativo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, e molti ricercatori lo considerano uno dei test fondamentali per misurare il livello di sviluppo di un sistema di intelligenza artificiale. Tuttavia, il test è stato anche oggetto di critiche e dibattiti, poiché molti sostengono che il test stesso non sia sufficiente per dimostrare l’esistenza di una vera intelligenza artificiale, ma solo la capacità di simulare il comportamento umano.

    Weizenbaum creò Eliza per dimostrare che le conversazioni tra uomo e macchina non richiedevano necessariamente una grande intelligenza artificiale, ma potevano essere gestite tramite semplici tecniche di elaborazione del linguaggio naturale. Eliza utilizzava un approccio basato su regole, in cui analizzava il testo inserito dall’utente e lo ripeteva sotto forma di domande o dichiarazioni per simulare una conversazione terapeutica. Ad esempio, se l’utente inseriva “Sono triste”, Eliza rispondeva con “Perché sei triste?” o “Come ti fa sentire la tua tristezza?”. Eliza ebbe un grande successo e attirò l’attenzione della comunità scientifica e del pubblico in generale. Molte persone si divertirono a interagire con il bot e lo usarono come una sorta di terapia virtuale.

    Tuttavia, Weizenbaum si rese conto che molti utenti attribuivano a Eliza una capacità di comprensione e di empatia che il bot in realtà non possedeva. Ciò lo portò a criticare l’idea che la comunicazione uomo-macchina potesse sostituire quella umana, poiché non si basava sulla vera comprensione emotiva e cognitiva. Nonostante ciò, Eliza rappresenta una pietra miliare nella storia dell’intelligenza artificiale e dei bot conversazionali, e ha aperto la strada a numerosi sviluppi successivi nel campo dell’elaborazione del linguaggio naturale e della conversazione artificiale. Sarebbe interessante chiedere a lui cosa ne pensa dell’attuale sviluppo delle intelligenze artificiali e quali siano i rischi effettivamente connessi. Rischi che ci sono, ma che sicuramente non si risolvono grazie al luddismo. La conoscenza, alla fine, è sempre potere, e questo vecchio slogan da hacker rimane prezioso nei tempi in cui viviamo.

    Nella foto: Joseph Weizenbaum se fosse vivo oggi, reimmaginato da StarryAI.

  • Come leggere l’amore in chiave marxista

    Il marxismo è una teoria socio-economica che prende il nome dal filosofo e economista tedesco Karl Marx, che si basa sulla concezione materialistica della storia e sulla lotta di classe. Secondo il marxismo, il capitalismo è un sistema ingiusto e instabile, che deve essere sostituito da uno stato socialista in cui la classe lavoratrice ha il controllo dei mezzi di produzione.

    Nonostante le critiche ricevute negli anni, il marxismo ha avuto un forte impatto nella storia del movimento operaio e socialista, ed è ancora oggi uno degli approcci teorici più influenti nell’analisi critica del capitalismo e delle disuguaglianze sociali. La teoria marxista si basa sulla concezione materialistica della storia e sull’analisi del sistema capitalistico, in cui la classe lavoratrice è sfruttata dalla classe capitalistica. Secondo la teoria marxista, la storia umana è caratterizzata da conflitti di classe. In ogni epoca storica, esiste una classe dominante che detiene il potere e una classe sottomessa che viene sfruttata.

    Nella società capitalistica e iper tecnologica la classe dominante è la classe capitalistica, che controlla i mezzi di produzione, mentre la classe sottomessa è il proletariato, che lavora per la classe capitalistica. Il marxismo sostiene che il capitalismo sia un sistema economico ingiusto e instabile, che porta inevitabilmente a crisi economiche e sociali. Marx sosteneva che il capitalismo sarebbe stato alla fine sostituito da un sistema socialista in cui la classe lavoratrice avrebbe preso il controllo dei mezzi di produzione e gestito l’economia per il bene comune. Il marxismo è stato influente nella storia del movimento operaio e socialista, con la nascita dei partiti comunisti in molti paesi del mondo. Tuttavia, il marxismo ha anche incontrato molte critiche, soprattutto per la sua visione deterministica della storia e per le difficoltà di implementazione pratica del socialismo.

    Secondo la dottrina materialista e contingente di Marx ed Engels, l’amore è un fenomeno sociale che ha radici nel mondo materiale. Questa teoria afferma che la società umana è basata sulla produzione e sul lavoro, e che tutte le relazioni umane, compreso l’amore, sono influenzate dalle condizioni materiali in cui si trovano le persone. In altre parole, l’amore non è solo un sentimento o un’emozione, ma è anche il risultato di fattori materiali come la posizione sociale, l’economia, la cultura e l’ambiente in cui vivono le persone.

    Secondo Marx ed Engels, l’amore romantico è una forma di relazione sociale che si sviluppa nell’ambito della famiglia, influenzato da fattori materiali e contingenti, che a sua volta è un’istituzione sociale che serve a garantire la riproduzione della forza lavoro e la continuità della società. L’amore romantico, secondo questa teoria, è influenzato dalle relazioni di potere all’interno della società, dalle aspettative culturali sulla bellezza, l’attrattiva e la compatibilità, e dalla distribuzione delle risorse materiali e simboliche tra i membri della società. Mentre l’amore romantico può sembrare un’esperienza individuale e privata, la teoria marxista ed engelsiana ci ricorda che è un fenomeno sociale che deve essere compreso nel contesto più ampio della società e delle sue strutture sociali ed economiche.

    Anche l’amore fisico, come l’amore romantico, è influenzato dalle condizioni materiali e sociali in cui le persone vivono, secondo la dottrina materialista e contingente di Marx ed Engels. L’amore fisico in questa singolare visione (influenza dal pensiero di un’intelligenza artificiale, è bene ricordarlo) è influenzato dalla posizione sociale delle persone, dal loro livello di istruzione, dalle loro condizioni di vita e dalla cultura in cui vivono. Inoltre, come l’amore romantico, l’amore fisico può essere influenzato dalle relazioni di potere all’interno della società, dalle aspettative culturali sulla sessualità e dall’accesso alle risorse materiali e simboliche.

    La teoria marxista ed engelsiana sostiene che il sesso e l’amore fisico possono essere utilizzati come strumenti di controllo sociale e politico. Ad esempio, la società può utilizzare l’ideologia sessuale per giustificare e mantenere le disuguaglianze di genere e di classe. Inoltre, le relazioni sessuali possono essere utilizzate come strumenti di oppressione e di dominio all’interno della famiglia e della società in generale. In sintesi, l’amore fisico è un fenomeno sociale che deve essere compreso nel contesto più ampio della società e delle sue strutture sociali ed economiche. Anche se può sembrare un’esperienza molto personale e privata, l’amore fisico è influenzato da una serie di fattori materiali e sociali che ne determinano la natura e le dinamiche.

    Gli amatori non hanno nulla da perdere se non le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Amatori di tutto il mondo, unitevi!

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