Dr. Jekyll and Mr. Hyde di John Stuart Robertson è un film muto del 1920, senza dubbio tra i più noti e seminali del genere horror. “Un” (riferito a film) andrebbe letto prettamente nel senso di “uno dei tanti“, nel senso che Dr. Jekyll and Mr. Hyde (del 1920) si incentra sul tema del personaggio dalla doppia personalità, ispirando – in modo quasi preveggente – generazioni di cineasti successivi, per non parlare di tanti sottogeneri in cui il tema è, in un modo o nell’altro, emerso all’interno delle narrazioni.
Secondo il critico Troy Howarth il racconto del 1886 di Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, per cui esistono svariati titoli alternativi tra cui, ad esempio, L’uomo sdoppiato e Il male e la carne) da cui è tratto il film rappresenta l’opera letteraria più filmata in assoluto dell’era del cinema muto, fonte di innumerevoli e variegate ispirazioni a tema e forse tra gli spunti più sfruttati in ambito anche non horror (si pensi a film come Il professore matto, con Eddy Murphy per la regia di Tom Shadyac).
Un lascito gigantesco per il cinema, insomma che è sopravvissuto intatto fino ad oggi, ispirando rielaborazioni, elucubrazioni, meme e parodie più o meno riuscite, oltre alle più varie chiavi di lettura dell’opera: da quelle politiche a quelle sociali, passando per ritratti più o meno psicoanalitici di serial killer. Con un messaggio di fondo che più chiaro non si potrebbe: non esiste alcuna follia, in ognuno di noi albergano (almeno) due personalità e chiunque possiede un lato propriamente perverso. Dove il termine perverso non dovrebbe evocare soltanto deviazioni o sconvolgimenti psico-patologici, ma anche un autentico abbandono della fede, dei propri principi (dal latino pervertere, nel senso di distorcere).
Che si tratti del film par excellence sul “tema del doppio” non ci sono dubbi, per quanto curioso constare come una trasposizione fedele del romanzo non sia mai stata apparentemente realizzata nè da questo nè da nessun altro: in questo, l’opera di Stevenson è più archetipica che altro, dato che inizia dal racconto di un avvocato che funge da narratore onniscente della storia, qui non presente come personaggio.
Il romanzo di J. S. Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886)
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (in inglese: Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde) è un racconto gotico del 1886 dello scrittore Robert Louis Stevenson, tra i più citati e originali di sempre. Un lavoro letterario archetipico in un certo modo “preveggente” delle tematiche che sarebbero diventate classiche nel thriller, nella fantascienza e nell’orrore, con gradazioni diverse che vanno dal tema del doppio fino a quello del male di origine psichiatrica. Fin da giovanissimo tormentato da una tosse insistente e fastidiosa che gli riservò svariate notti insonni, Stevenson trova nella scrittura una via di fuga e di ricostruzione di una vita deludente e opprimente, per quello che sembra essere uno dei suoi capolavori assoluti.
Ne Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde l’autore adotta un singolare punto di vista narrativo (un avvocato che vive la storia dall’interno, per poi sorprendersi assieme al lettore della rivelazione finale), e sembra quasi prevedere le teorie psicoanalitiche sull’inconscio di Sigmund Freud: si racconta di due personaggi apparentemente distinti, il dottor Henry Jekyll e l’inquietante Mister Hyde, i quali solo alla fine della storia si scoprirà essere la stessa persona, per un caso ormai celeberrimo di doppia personalità. Hyde esce fuori da una circostanza che nel film di Robertson è visibile verso la seconda metà del film: un bambino che viene calpestato da un passante, tra le proteste delle persone e dei genitori, finchè l’uomo non si presenta come Hyde, offrendo un risarcimento per il danno firmato Jekyll. Sembrerebbe un impostore, racconterà l’avvocato narratore, ma si trattava della verità.
L’opera è nota per la sua realistica rappresentazione della doppia personalità; numerose sono state le riduzioni cinematografiche dell’opera (più di un centinaio), senza contare musical ed adattamenti teatrali, per quanto quasi sempre rielaborati in maniera sempre abbastanza diversa. È interessante rilevare come le caratteristiche dei due personaggi chiave, Jakyll e Hyde, non abbiano mai avuto coerenza rappresentativa nel tempo, nel senso che ogni regista ha relegato diverse caratteristiche ad ognuno, rappresentandoli come di bell’aspetto e/o disinvolti e/o deformi a seconda dei casi.
Nel film di Robertson Jakyll è rappresentato come un giovane medico dall’aria elegante, profondamente filantropo e dedito al proprio mestiere, tanto da trascurare i legami sentimentali con una giovane donna. Hyde è aggressivo, deforme e con le dita ad artiglio, cinico e spietato, nonchè dedito al vizio.
Questo film del 1920 è uno dei più famosi e citati dell’epoca del cinema muto, e fu prodotto dalla Famous Players-Lasky Corporation. Contrariamente a quanto riportato da Wikipedia, questo film non è essere stato girato agli Astoria Studios di Long Island (che aprirono solo qualche tempo dopo): le riprese si svolsero tra il dicembre 1919 e il gennaio 1920 presso la Amsterdam Opera House a Manhattan, in modo da consentire a Barrymore di recitare regolarmente a Broadway. La sceneggiatura venne affidata a Clara Beranger (che figura nei titoli di testa come Clara S. Beranger) e la regia fu del canadese John Stuart Robertson. John Barrymore diventa qui la star del film nei panni del Dottor Henry Jekyll e di Mr. Edward Hyde.
Influenze e film simili
Vale anche la pena osservare come il personaggio protagonista interpretato da John Barrymore sia, per molti versi, archetipico di altri protagonisti del cinema successivo, prefigurandosi come un mad scientist, uno scienziato pazzo che perde il controllo dell’etica per amor della scienza. Si pensi ad esempio a L’esperimento del dottor K (La mosca), il dottor Caligari, il dottor Phibes, Omicidio di Alfred Hitchcock e tanti altri.
Riassunto della trama / Sinossi
Il personaggio del dottor Jekyll è un medico filantropo e altruista, dedito alla ricerca scientifica con grande passione è a voler aiutare sinceramente gli altri: basti pensare che curo gratuitamente i poveri di Londra senza badare all’orario e mostrando una immensa umanità. È promesso sposo di una giovane donna londinese, al padre non sembra vedere di buon occhio l’eccessiva dedizione di Jekyll nei confronti del lavoro che svolge: durante una cena, infatti, afferma che non è possibile che un uomo sia composto soltanto di bene, il male è una componente inscindibile dello stesso.
Questo causa la crisi del personaggio, che si inventa, dopo averne discusso con un collega, un medicinale per poter scatenare il nostro Alter Ego inconscio, sperimentandolo su se stesso. Nasce così il personaggio di Mr. Hyde, cinico e opportunista oltre che con il vizio delle donne e con grande sprezzo degli altri: emblematica, in tal senso, la scena in cui calpesta un bambino passante e offre un risarcimento danni firmando un assegno come Dottor Jekyll. Col tempo il dottor Jekyll non riesce più a controllare le sue trasformazioni e Mr. Hyde, tentando un assassino rinchiudendosi in casa per evitare di nuocere agli altri, fino ad un tragico epilogo.
Personaggi
- Dottor Henry Jekyll/Mr. Edward Hyde: è il doppio personaggio della storia, ogni nome rappresenta una personalità differente. Henry è buono e altruista, Hyde è egoista e burbero. Il personaggio è sempre la stessa persona che muta aspetto e comportamento, anche se gli altri personaggi non se ne accorgeranno (se non Lane, e soltanto alla fine, nascondendolo agli altri). Interpretato da John Barrymore.
- Dottor Richard Lanyon, l’antagonista di Jekyll (sia come idee scientifiche che a livello morale): interpretato da Charles Lane.
- Miss Gina, cantante italiana che scatena, con la sua danza, il lato selvaggio e senza controllo di Jekyll. Ma solo in veste di Hyde riuscirà ad avvicinarsi a lei per provare a sedurla, e sarà lei a consegnare l’anello che contiene del veleno, il che porrà tragicamente (e nell’unico modo possibile) termine alla storia.
- Sir George Carew ((Brandon Hurst)
- Cecil Clovelly: Edward Enfield
- J. Malcolm Dunn: Avvocato John Utterson
- Martha Mansfield: Millicent Carew, la figlia di sir George
- George Stevens: Poole, il maggiordomo di Jekyll
- Edgard Varèse: poliziotto
- Louis Wolheim: proprietario del Musi Hall
Significato
In ottica psicoanalitica, ogni messaggio inviato definisce un codice in relazione ai valori (o al Grande Altro, in termini lacaniani) a cui il mittente sente di ispirarsi: ma l’invio non è mai unidirezionale, come Freud ha dimostrato con i vari “scivolamenti” e lapsus annotati nei suoi scritti. Se Jekyll invia un messaggio, lo stesso non potrà che sottendere un qualcosa di nascosto, di inconscio, di involontariamente trasmesso all’altro: cosa che vediamo nella scena in cui, in compagnia del suocero e di altri amici, si recano nel locale dove si esibisce la ballerina Miss Gina (Nita Naldi, attrice iconica dell’epoca). Il contatto tra Gina e Hyde – indotto dal suocero, che sembra voler dimostrare la sua tesi nichilista (nessuno può essere buono come sembra) – manda in crisi il protagonista, che infatti si sottrae allo sguardo della seduzione e se ne va, senza interagire. È evidente il suo desiderio represso nei confronti dell’avvenenza della donna, che il suo essere buono e altruista sembra impedirgli di esprimere, facendolo sentire sotto pressione e in colpa. Si crea così un conflitto interiore che degenera in Hyde, il suo lato oscuro, che solo per un certo periodo riuscirà a tenere a bada con il siero di sua invenzione.
Il personaggio di Jakyll/Hyde si presta anche ad un’ovvia, se vogliamo, interpretazione sociologica: da un primo punto di vista, Jakyll è il lato umano o altruista del mondo in cui viviamo, Hyde è il suo aspetto malato ed egoista. I due aspetti convivono e sembrano inscindibili: sembrerebbe che il primo non possa sussistere senza il secondo. Ma non solo: Jakyll non riesce sempre ad esprimere amore verso Millicent, promessa sposa dell’uomo, a cui il protagonista dedica attenzioni in maniera discontinua o insoddisfacente (la cosa è implicita, mostrata in modo inconscio da parte della donna, che rimane spesso inebetita e si rifugia, in una sequenza, tra le braccia del padre per consolarsi, realizzando le mire manipolatorie del genitore).
L’eccessiva dedizione al lavoro del medico è la causa primaria della sua trasformazione in Hyde, e anche qui si potrebbe aprire una parentesi su una possibile metafora dell’alienazione indotta dal lavoro senza pause come, negli anni di uscita del film, è possibile che si stesse consolidando nell’opinione pubblica. Jakyll, peraltro, non è un modello di perfezione nonostante possa sembrarlo (offre cure mediche ai poveri di Londra gratuitamente, senza mai badare all’orario): per ristabilire il contatto col mondo ha bisogno, tragicamente, di liberare il proprio Es, il lato freudiano più selvaggio, antisociale e/o inconfessabile, circostanza dettata da una necessità crescente che ingenera un senso di colpa sempre più insopportabile.
Il futuro suocero farà un’osservazione chiave, lapidaria, su di lui, il tutto durante la sequenza della cena: nessuno può essere buono come sembra, dice Sir George, da autentico cinico-pragmatico, in ottica di presunta tutela della giovane figlia. La frase manda ulteriormente in crisi Jekyll, che si sente sempre più incompreso, poco utile per la società e svilupperà come reazione, dopo aver discusso con un collega sul tema dell’etica e della bontà / cattiveria dell’uomo, un medicinale per poter passare, a comando, da uno stato “buono” ad uno “cattivo”. Jekyll in sostanza ha creato un medicinale che lo fa diventare Hyde, e da Hyde lo fa ritornare Jekyll grazie ad un antidoto. La trasformazione di Jekyll in Hyde è probabilmente tra le prime in assoluto viste su uno schermo, ed è chiaramente diventata emblematica e di culto per vari cinefili.
Nella sequenza in questione è emblematica l’apparizione del viso del futuro suocero, che poi sarà colpevole secondo Jekyll di averlo provocato malamente, che funge in qualche modo da Superio personificato: gli suggerisce che non serve essere buoni, che l’etica non conta nulla perchè tanto ogni uomo è perverso, in un modo o nell’altro. Poco dopo Jekyll assume il medicinale e diventa, in modo teatrale e con taglio prettamente espressionista, Mister Hyde, ovvero il proprio alter ego mostruoso e privo di scrupoli, controbilanciamento della sua versione pubblica filantropica e altruista.
Peraltro il film resta meravigliosamente ambiguo anche in alcuni passaggi apparentemente innocui: una delle prime battute recita “è ora di andare in clinica”, rivolto dal maggiordomo di fiducia a Jeckyll, il che diventa una frase con evidente doppio significato, che suggerisce inconsciamente il tema della possibile follia del protagonista nascosta in una affermazione innocente e ordinaria. Del resto sarebbe da osservare anche come la dinamica tra maggiordomo fedele ad un padrone dalla doppia personalità sia stato riportato in Batman in maniera quasi pedissequa, dove prevale il personaggio di Alfred Pennyworth e l’Es di Batman è dedito alla selvaggia senza quartiere contro il Male, anche se ne paga, anche lì, inevitabilmente le conseguenze.
Altri film sul “tema del doppio”
Si contano 123 versioni cinematografiche di questa storia, senza contare le riduzioni teatrali e radiofoniche e le innumerevoli parodie della storia. Tra i film più recenti ispirati in larga parte a questa storia ed al “tema del doppio”, sia pure con le rielaborazioni libere a cui accennavamo, ricordiamo quantomeno Us di Jordan Peele, Doppelganger e Inseparabili di David Cronenberg.
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