ETIMOLOGIE ARTIFICIALI_ (118 articoli)

Contenuti visuali e/o testuali generati da algoritmi combinatori, di Artificial Intelligence. Con presunto buongusto, per il buon gusto di sperimentare un po’.

Benvenuti nell’antro delle parole, dove il passato si intreccia con il presente e l’origine di ogni termine è un racconto da scoprire. In questa sezione, esploreremo le radici linguistiche che plasmano il nostro vocabolario, rivelando le storie nascoste dietro ogni parola che pronunciamo.

Dalle antiche lingue ai moderni idiomi, ogni articolo è un viaggio attraverso le epoche e le culture che hanno plasmato il nostro linguaggio. Scoprirete curiosità sorprendenti, aneddoti affascinanti e collegamenti inaspettati tra le parole che usiamo ogni giorno.

Dai nomi dei giorni della settimana alle espressioni comuni, dalle terminologie scientifiche ai proverbi popolari, qui troverete un tesoro di conoscenze linguistiche da esplorare e condividere.

Preparatevi ad affondare nelle profondità delle radici delle parole, a lasciarvi affascinare dalle loro connessioni e a guardare il linguaggio con occhi nuovi, perché qui, nell’incantevole mondo delle etimologie, ogni parola è un ponte verso la nostra storia e la nostra cultura.

  • Voyeur!

    Voyeur!

    Occhio elettronico

    Ambientazione: Il film è ambientato in un futuro distopico, dove la tecnologia avanzata ha portato a una società altamente sorvegliata, in cui la privacy è un lusso dimenticato. Le persone sono costantemente monitorate dalle autorità tramite telecamere e droni volanti.

    Trama: Il protagonista, Alex De Luca, un ex giornalista d’inchiesta diventato investigatore privato, è costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente che ha danneggiato la sua colonna vertebrale. La sua vita si svolge principalmente in un lussuoso appartamento con pareti trasparenti, dove la sua vista sull’oscurità della città è ininterrotta.

    Un giorno, mentre osserva le attività dei suoi vicini attraverso l’interfaccia digitale delle sue pareti trasparenti, Alex diventa testimone di un omicidio apparentemente perfetto. Un uomo potente e corrotto, noto per i suoi loschi affari, uccide brutalmente un suo collaboratore, assicurandosi che il delitto sembri un incidente.

    Alex, che ha una mente acuta e una profonda conoscenza dei segreti nascosti della città, sa di avere le prove necessarie per smascherare il killer, ma è intrappolato nella sua casa e incapace di agire fisicamente. La sua unica alleata è l’intelligenza artificiale avanzata che gestisce il suo appartamento, chiamata Aurora, che si preoccupa di aiutarlo a scoprire la verità.

    Mentre Alex inizia a investigare in modo clandestino attraverso le telecamere e i dispositivi di sorveglianza della città, scopre che il killer è coinvolto in una rete di corruzione che va oltre la sua immaginazione. La sua ricerca lo porta sempre più vicino al pericolo, mentre cerca disperatamente un modo per far giustizia senza mai lasciare la sua casa.

    Il film (del tutto immaginario) si sviluppa come un thriller psicologico, con elementi di suspense, suspense e tensione crescente mentre Alex lotta contro il tempo per scoprire la verità e smascherare il killer, senza mai uscire dalla sua prigione dorata. Man mano che la trama si dipana, svela anche la complessa trama politica e sociale della società futuristica in cui è ambientato, mettendo in discussione la natura della privacy, del potere e della giustizia.

    Definizione voyeur

    Un’interpretazione accelerazionista da una prospettiva psicoanalitica potrebbe suggerire che alcuni individui traggono piacere dalla rapida evoluzione tecnologica e sociale, come se fosse una sorta di gratificazione psicologica, e che questo desiderio di osservare il cambiamento potrebbe avere radici profonde nella loro psiche. Tuttavia, questa interpretazione è piuttosto speculativa e non è un concetto ampiamente riconosciuto in nessuna delle due discipline.

    un “voyeur accelerazionista” potrebbe essere una persona che trae piacere o soddisfazione dalla rapida accelerazione e dal cambiamento tecnologico e sociale, osservando l’evoluzione della società attraverso una lente di distanza emotiva e critica. Da una prospettiva psicoanalitica, la figura del voyeur può essere analizzata in termini di desiderio e soddisfazione sessuale. Secondo la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, il voyeurismo potrebbe essere considerato una manifestazione di desiderio sessuale inconscio, in cui una persona cerca gratificazione sessuale attraverso l’osservazione segreta di altri che si impegnano in attività intime. Il voyeurismo può essere collegato a diverse dinamiche psicologiche, tra cui il desiderio di potere, la curiosità morbosa o la mancanza di empatia.

    Immagine di copertina: un voyeur secondo l’intelligenza artificiale di StarryAI

  • Il fascino del crooner resterà immortale

    I crooner rappresentano una figura iconica nel mondo della musica, portando con sé una combinazione unica di talento, carisma e stile. Questi cantanti melodici sono noti per le loro voci vellutate e capacità di trasmettere emozioni attraverso canzoni romantiche e ballate indimenticabili. Questo articolo esplorerà la storia e il significato dei crooner più famosi, sia negli Stati Uniti che in Italia.

    I Crooner negli Stati Uniti

    Negli Stati Uniti, l’era dei crooner emerse all’inizio del XX secolo e raggiunse il suo apice negli anni ’30 e ’40. Questi cantanti avevano una presenza scenica affascinante, spesso esibendosi in smoking e camicie ben stirate, mentre interpretavano canzoni romantiche e d’amore. Alcuni dei crooner più famosi degli Stati Uniti includono:

    1. Frank Sinatra

    Frank Sinatra è probabilmente il crooner più noto al mondo. Conosciuto come “Ol’ Blue Eyes”, Sinatra era famoso per la sua voce vellutata, la presenza scenica carismatica e le canzoni indimenticabili come “My Way” e “Fly Me to the Moon”. Ha influenzato generazioni di cantanti e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.

    2. Dean Martin

    Dean Martin, noto per il suo aspetto rilassato e il suo senso dell’umorismo, è un altro crooner leggendario. Le sue canzoni come “That’s Amore” e “Ain’t That a Kick in the Head” sono ancora amate da molte persone in tutto il mondo.

    3. Nat King Cole

    Nat King Cole, con la sua voce calda e il talento pianistico, ha segnato un’epoca con canzoni come “Unforgettable” e “L-O-V-E”. Era un artista eclettico che spaziava dal jazz al pop.

    4. Tony Bennett

    Tony Bennett è un celebre cantante statunitense di musica pop e jazz. Nato il 3 agosto 1926 a New York City e scomparso il 21 luglio 2023, il suo vero nome è Anthony Dominick Benedetto. Bennett è noto per la sua voce distintiva, il talento interpretativo e una carriera che si è estesa per decenni. È considerato una delle icone della musica popolare e jazz del XX secolo.

    Le sue canzoni più famose includono “I Left My Heart in San Francisco,” “The Best is Yet to Come,” “Fly Me to the Moon,” e molte altre. Ha vinto numerosi premi Grammy durante la sua carriera, incluso un Grammy alla carriera nel 2001. Bennett è noto anche per le sue collaborazioni con altri grandi artisti, tra cui Frank Sinatra, Amy Winehouse, e Lady Gaga.

    Tony Bennett è anche un pittore e ha esposto le sue opere d’arte in diverse mostre. La sua lunga e illustre carriera musicale lo ha reso una delle figure più rispettate nel mondo della musica e ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica pop e jazz.

    I Crooner in Italia

    In Italia, i crooner hanno goduto di una lunga tradizione musicale, caratterizzata da melodie romantiche e parole d’amore. Alcuni dei crooner più celebri dell’Italia includono:

    1. Domenico Modugno

    Domenico Modugno è conosciuto per le sue emozionanti esibizioni canore e per aver scritto e interpretato la celebre canzone “Nel blu, dipinto di blu,” comunemente nota come “Volare.” Il suo stile incantevole ha conquistato il cuore di molte generazioni.

    2. Fred Buscaglione

    Fred Buscaglione è ricordato per la sua personalità carismatica e il suo stile da gangster, che ha reso le sue esibizioni uniche e memorabili. Canzoni come “Guarda che luna” sono diventate delle vere e proprie icone.

    3. Johnny Dorelli

    Johnny Dorelli è un altro famoso crooner italiano noto per il suo carisma e le sue esibizioni dal vivo. Ha cantato canzoni romantiche e ballate come “Mille lire al mese.”

    Significato Crooner

    I crooner incarnano l’eleganza, la passione e la nostalgia. Le loro esibizioni, sia negli Stati Uniti che in Italia, sono caratterizzate da voci emozionanti e canzoni che parlano di amore, sentimenti e romanticismo. Questi artisti hanno la capacità di farci sentire profondamente coinvolti nelle loro interpretazioni e di evocare ricordi di amori passati e momenti speciali.

    In sintesi, i crooner sono figure iconiche della musica popolare, e le loro canzoni rimarranno indelebili nella storia musicale. Siano essi americani o italiani, questi artisti continuano a ispirare e a incantare le generazioni con le loro voci e le loro emozionanti interpretazioni. Il fascino dei crooner è eterno, e la loro eredità musicale vive ancora oggi.

  • Digital Gestalt: vedere con gli occhi di un’intelligenza artificiale

    Qualche giorno fa il blog ufficiale della fondazione The Alan Turing Institute ha proposto una fondamentale riflessione sul valore del “vedere”, in termini algoritmici, previsto da un’intelligenza artificiale. Per quanto possa essere poco sostanziale parlare di algoritmi (in senso deterministico, quantomeno) in questa fase, l’idea che un’IA creata dall’uomo possa vedere cose che l’occhio umano non sarebbe in grado percepire (per motivi di distorsioni e bias cognitivi, o anche solo per semplice questione di tempo e modo).

    I ricercatori dell’Alan Turing Institute stanno infatti utilizzando una combinazione di software (Scivision e MapReader), originariamente sviluppati per la digitalizzazione di mappe, per raccogliere misurazioni sulla sostenibilità e la sicurezza alimentare. Su larga scala, può essere utile disporre di informazioni affidabili inferite da queste basi di conoscenza”naturali”. In ottica strutturalista, in altri termini, si tratta di raccogliere informazioni sulla forma, la dimensione e la distribuzione spaziale durante la crescita di una pianta, in modo da calcolarne in modo accurato il comportamento in corrispondenza del mutare delle condizioni climatiche mondiali. Lo stesso modello viene applicato per prevedere e studiare l’erosione delle coste del Regno Unito, sfruttando una rete neurale in grado di rilevare differenze di forma e prevederne l’andamento futuro in base al mutamento indotto dall’atmosfera.

    Source: https://www.turing.ac.uk/blog/how-ai-can-see-natural-world-ways-humans-cant

    È – almeno in parte – l’applicazione digitalizzata del principio concepito dalla psicologia della forma (Gestalt), che partiva dall’analisi di Wertheimer delle figure stroboscopiche per poi analizzare la capacità umana della mente di completare le forme. Una capacità innata, inconsapevole, ravvisabile nelle più comuni illusioni ottiche, che ci spinge a vedere cose che non esistono eppure, innegabilmente e contraddittoriamente, sembrano esistere lo stesso. Di suo, la Gestalt è una teoria psicologica che si concentra sull’organizzazione percettiva e sulla comprensione della percezione umana delle forme e dei pattern. Si basa sull’idea che il cervello umano tenda a organizzare le informazioni visive in modi significativi, percependo le parti di un’immagine come un tutto coerente anziché come singoli elementi separati.

    Questo concetto è stato ampiamente utilizzato nello sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale (IA) nel campo della visione artificiale. Nell’intelligenza artificiale, in effetti, l’applicazione dei principi della Gestalt può contribuire a migliorare l’efficienza e l’accuratezza dei sistemi di visione artificiale.

    Ad esempio, gli algoritmi di riconoscimento degli oggetti possono trarre vantaggio dalla comprensione delle relazioni spaziali tra le parti di un’immagine per identificare gli oggetti stessi in modo più preciso. Inoltre, i principi della Gestalt possono essere integrati nei modelli di apprendimento automatico per migliorare la capacità dei sistemi di comprendere e interpretare le informazioni visive in modo simile all’essere umano.

  • POV accelerato

    La definizione formale di “POV” (Point of View) si riferisce alla prospettiva visiva da cui un’esperienza o un evento viene rappresentato o osservato. In letteratura, cinematografia e altri media visivi, il POV indica il punto di vista attraverso il quale lo spettatore o il lettore vive l’azione o l’esperienza narrativa. Questo termine può essere usato sia nel contesto narrativo che in quello visuale. Il concetto di POV ha radici profonde nella narrativa e nell’arte, e la sua utilizzazione varia a seconda del medium. Tuttavia, è difficile individuare una singola “nascita” del concetto di POV, poiché è stato sempre presente nella storia della rappresentazione artistica e narrativa.

    Nella letteratura, ad esempio, l’uso del POV può essere rintracciato attraverso le opere di autori classici come Jane Austen e Henry James, che hanno sperimentato con diversi punti di vista narrativi per creare un’intimità e un coinvolgimento emotivo più profondi con i personaggi. Nel cinema, l’uso del POV è stato notevolmente influenzato dai pionieri come Georges Méliès e dai registi del cinema muto. Tuttavia, uno dei primi esempi iconici di POV nel cinema è stato il cortometraggio “A Trip to the Moon” (1902) di Méliès, che include una scena in cui uno dei personaggi guarda la Terra dalla Luna. Negli anni successivi, il POV è stato utilizzato in una varietà di modi creativi e innovativi nei film. Ad esempio, il film “Lady in the Lake” (1947) è noto per essere stato girato interamente in POV, in cui lo spettatore vede tutto attraverso gli occhi del protagonista.

    Di Metro-Goldwyn-Mayer – File:Lady in the Lake trailer (1947).webm at 1:33, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=82758453

    Numerosi sono i film girati in tutto o in parte come POV:

    1. The Blair Witch Project” (1999) – Questo film è uno dei primi a sfruttare il POV in modo massiccio. È presentato come una serie di filmati trovati dopo la scomparsa di un gruppo di cineasti che cercava la leggendaria strega della Blair Witch.
    2. Rec” (2007) – Un film spagnolo che segue un reporter televisivo mentre si trova intrappolato in un edificio infestato da un’orribile infezione. L’intera trama è presentata attraverso il POV della telecamera della protagonista.
    3. V/H/S” (2012) – Questo film antologico presenta diverse storie dell’orrore, ognuna vista attraverso il POV di una telecamera. I vari segmenti mostrano una serie di esperienze inquietanti e spaventose.
    4. “Hardcore Henry” (2015) – Un film d’azione/horror girato interamente in POV, con lo spettatore che vede attraverso gli occhi di Henry, un cyborg che cerca di salvare sua moglie da un cattivo.
    5. Unfriended” (2014) – Un film che si svolge interamente su uno schermo del computer, mostrando una conversazione online tra un gruppo di amici che è stato coinvolto in eventi oscuri legati al suicidio di una ragazza.
    6. Maniac” (2012) – Questo film segue un uomo psicotico attraverso il POV mentre commette omicidi. Il film è noto per mettere gli spettatori nella mente del protagonista.
    7. L’occhio che uccide viene usalmente considerato uno dei primi POV thriller della storia.
    8. “Creep” (2014) – Un uomo assume un cameraman per documentare le sue attività quotidiane, ma ben presto emergono elementi inquietanti che mettono in dubbio le intenzioni del protagonista.
    9. “Enter Nowhere” (2011) – Un gruppo di sconosciuti si ritrova in una capanna nel bosco, e la trama si sviluppa attraverso il POV dei vari personaggi mentre cercano di scoprire cosa sta succedendo.
    10. “As Above, So Below” (2014) – Un gruppo di esploratori si addentra nelle catacombe di Parigi alla ricerca di un antico tesoro, ma si imbatte in orrori soprannaturali. Il film utilizza il POV per creare un senso di claustrofobia e tensione.
    11. “Chronicle” (2012) – Sebbene non sia un horror puro, questo film segue un gruppo di ragazzi che acquisiscono poteri telecinetici. Gran parte della storia è presentata attraverso il POV delle loro registrazioni video.

    L’inquadramento di un concetto come il POV (Point of View) attraverso l’ottica di diversi pensatori o teorie può offrire prospettive interessanti. Da una prospettiva psicoanalitica, il POV potrebbe essere interpretato in termini di percezione e proiezione. Sigmund Freud e altri psicoanalisti hanno esplorato come le nostre esperienze soggettive possano essere influenzate dalle nostre pulsioni e desideri inconsci. Il POV potrebbe essere visto come una rappresentazione della nostra posizione soggettiva nel mondo, che è fortemente modellata dalle nostre esperienze passate, dalle dinamiche familiari e dagli impulsi inconsapevoli. Potrebbe anche essere considerato come un meccanismo di difesa attraverso il quale proiettiamo parti di noi stessi o dei nostri desideri sugli oggetti che vediamo.

    Slavoj Žižek potrebbe considerare il POV in termini di come la nostra percezione soggettiva del mondo è influenzata dalle lenti ideologiche attraverso le quali vediamo. Žižek potrebbe vedere il POV come una rappresentazione limitata e distorta della realtà, in quanto spesso maschera le complesse dinamiche socio-culturali che influenzano le nostre percezioni. Potrebbe sottolineare come il POV nei media possa riflettere e rafforzare ideologie dominanti o distorcere la comprensione dei problemi strutturali. Nel contesto del POV, l’accelerazionismo potrebbe vedere l’uso di prospettive soggettive come una rappresentazione dell’accelerazione delle tecnologie visive e dei mezzi di comunicazione. Potrebbe interpretare il POV come un riflesso dell’accelerazione delle esperienze visive e delle informazioni nella società contemporanea, che a sua volta potrebbe influenzare la nostra comprensione del tempo e dello spazio.

    Se immaginassimo come i futuristi avrebbero interpretato il concetto di POV, potremmo aspettarci alcune reazioni e riflessioni interessanti:

    1. Esaltazione dell’esperienza moderna: I futuristi avrebbero probabilmente abbracciato il POV come un modo per catturare l’esperienza moderna e dinamica. Sarebbero stati attratti dalla prospettiva soggettiva che mette in evidenza l’individualità e la diversità delle percezioni umane, riflettendo la frammentazione e la velocità della vita urbana moderna.
    2. Esperimenti visivi e tecnologici: Date le tendenze futuriste verso l’innovazione tecnologica e visiva, avrebbero potuto sperimentare con nuove tecniche e tecnologie per rappresentare il POV. Potrebbero aver cercato di utilizzare effetti visivi, colori audaci e dinamici per catturare la sensazione di movimento e di cambiamento rapido.
    3. Cattura dell’energia e della velocità: Il Futurismo era incentrato sull’energia, sulla velocità e sulla modernità. I futuristi avrebbero potuto vedere il POV come un modo per catturare l’energia cinetica e la sensazione di movimento nell’arte. Sarebbero stati interessati a rappresentare la vita attraverso l’obiettivo di un soggetto in movimento, enfatizzando la velocità e la dinamica.
    4. Dissoluzione delle forme tradizionali: I futuristi avrebbero potuto sperimentare con l’idea di “dissolvere” le forme tradizionali attraverso il POV. Potrebbero aver cercato di frammentare l’immagine, sfocarla o alterarla per rappresentare una realtà distorta e fluida, riflettendo l’atteggiamento futurista verso il superamento delle convenzioni artistiche.

    Le fantasie sessuali possono essere un modo per esplorare desideri e impulsi, elaborare emozioni o sperimentare dinamiche relazionali in un ambiente immaginario e sicuro. Il termine “POV” (Point of View) è interessante, a questo punto, nel contesto di una fantasia sessuale si riferisce al desiderio o alla fantasie di immaginare o vivere un’esperienza sessuale attraverso il punto di vista o la prospettiva di un particolare personaggio o soggetto. Questa prospettiva può coinvolgere sia l’immaginazione che l’esperienza mentale, e può variare da persona a persona. In ottica psicologica, le fantasie sessuali sono considerate parte naturale della sfera sessuale umana e possono riflettere una vasta gamma di desideri, preferenze e aspetti psicologici.

    L’approccio psicologico alle fantasie sessuali potrebbe coinvolgere diversi aspetti:

    1. Esplorazione dei desideri: Le fantasie sessuali possono offrire un’opportunità per esplorare desideri che potrebbero non essere realizzabili nella vita reale o che potrebbero essere socialmente inaccettabili. Possono anche essere un modo per riflettere su aspetti della propria sessualità.
    2. Elaborazione di emozioni: Le fantasie sessuali possono fungere da meccanismo di elaborazione emotiva. Possono consentire a una persona di affrontare emozioni complesse o conflitti interiori attraverso una rappresentazione simbolica o metaforica.
    3. Sperimentazione e controllo: Le fantasie sessuali possono offrire un senso di controllo e di sperimentazione. Le persone possono immaginare situazioni sessuali in cui possono esplorare dinamiche di potere, ruoli diversi o aspetti della sessualità che vorrebbero sperimentare.
    4. Intimità e connessione: Le fantasie sessuali possono coinvolgere elementi di intimità e connessione emotiva. Possono essere legate all’immaginare interazioni sessuali con partner reali o immaginari, e possono riflettere la ricerca di intimità e connessione emotiva.
  • Un blasfemo di Fabrizio De Andrè

    “Un blasfemo” è una canzone del cantautore italiano Fabrizio De André, inclusa nell’album “Storia di un impiegato” pubblicato nel 1973. La canzone affronta tematiche sociali e politiche, criticando l’ipocrisia e l’ingiustizia presenti nella società contemporanea.

    La canzone si apre con l’immagine di un uomo seduto su una panchina, osservando il mondo circostante, dominato dalla falsità e dall’ipocrisia. Quest’uomo, il protagonista, è descritto come un “blasfemo” perché osa criticare e sfidare l’ordine costituito, la religione e le convenzioni sociali. La sua blasfemia non è rivolta a Dio, ma piuttosto alle strutture e alle istituzioni che governano la società. Egli rifiuta di piegarsi alla retorica della religione e dei potenti, che usano la fede e il potere per controllare e opprimere il popolo.

    Nel testo, De André dipinge un ritratto della società in cui l’individualismo e il consumismo hanno preso il sopravvento, mentre la compassione e la solidarietà sono state dimenticate. L’uomo blasfemo è colui che si rifiuta di conformarsi a questa mentalità egoista e vuole restare fedele ai suoi ideali, nonostante le pressioni esterne. Il protagonista della canzone viene perseguitato e deriso dagli altri, considerato un “pazzo” perché ha il coraggio di alzare la voce contro le ingiustizie. Tuttavia, egli continua a lottare per ciò in cui crede, anche se questo significa essere emarginato e isolato dalla società.

    Nel finale della canzone, De André invoca la solidarietà e la ribellione contro l’oppressione, invitando tutti coloro che sono oppressi e disillusi a unirsi e a resistere insieme contro i potenti e i corrotti.

    In sintesi, “Un blasfemo” è una canzone che denuncia le ingiustizie e le ipocrisie della società contemporanea, celebrando il coraggio di coloro che osano sfidare l’ordine stabilito per cercare una via più autentica e umana.

    Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vinoNon avevano leggi per punire un blasfemoNon mi uccise la morte, ma due guardie bigotteMi cercarono l’anima a forza di botte

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