ETIMOLOGIE ARTIFICIALI_ (165 articoli)

Contenuti visuali e/o testuali generati da algoritmi combinatori, di Artificial Intelligence. Con presunto buongusto, per il buon gusto di sperimentare un po’.

Benvenuti nell’antro delle parole, dove il passato si intreccia con il presente e l’origine di ogni termine è un racconto da scoprire. In questa sezione, esploreremo le radici linguistiche che plasmano il nostro vocabolario, rivelando le storie nascoste dietro ogni parola che pronunciamo.

Dalle antiche lingue ai moderni idiomi, ogni articolo è un viaggio attraverso le epoche e le culture che hanno plasmato il nostro linguaggio. Scoprirete curiosità sorprendenti, aneddoti affascinanti e collegamenti inaspettati tra le parole che usiamo ogni giorno.

Dai nomi dei giorni della settimana alle espressioni comuni, dalle terminologie scientifiche ai proverbi popolari, qui troverete un tesoro di conoscenze linguistiche da esplorare e condividere.

Preparatevi ad affondare nelle profondità delle radici delle parole, a lasciarvi affascinare dalle loro connessioni e a guardare il linguaggio con occhi nuovi, perché qui, nell’incantevole mondo delle etimologie, ogni parola è un ponte verso la nostra storia e la nostra cultura.

  • Storia ultra-compressa della musica industrial

    Storia ultra-compressa della musica industrial

    L’industrial si è evoluta dagli esperimenti di musica elettronica a nastro realizzati dagli anni ‘40. Si è sempre basata su nastri, campionamenti, sintetizzatori elettronici a seconda delle circostanze. Questo genere di musica è passato dall’essere considerata l’anti-musica a trovare una posizione di rilievo anche in contesto più ordinari, soprattutto grazie all’apporto di band come  i Nine Inch Nails.

    Primi esempi di musica concreta

    La musica concreta è una tecnica sperimentale di composizione musicale che utilizza registrazioni di suoni come materia prima. Questa tecnica fu sviluppata intorno al 1948 dal compositore francese Pierre Schaeffer e dai suoi collaboratori presso lo Studio d’Essai (“Studio Sperimentale”) del sistema radiofonico francese. La musica concreta si distingue dalla musica tradizionale per l’uso di suoni preregistrati anziché note musicali come elementi compositivi. I compositori di musica concreta manipolano le registrazioni dei suoni, tagliandoli, sovrapponendoli, invertendoli e modificandoli in vari modi per creare nuove composizioni sonore. La tecnica si basa sulla credenza che i suoni possono essere considerati come oggetti musicali e che la loro manipolazione creativa possa generare nuove forme espressive.

    La musica concreta ha aperto nuove frontiere nella composizione musicale, ampliando il concetto tradizionale di musica e sfidando le convenzioni esistenti. I compositori di musica concreta hanno introdotto nuovi modi di ascoltare e comprendere il suono, enfatizzando l’importanza delle caratteristiche timbriche e testuali dei suoni stessi. Negli anni successivi alla sua introduzione, la musica concreta ha influenzato molti compositori e movimenti musicali sperimentali. Ha fornito un terreno fertile per l’esplorazione delle potenzialità espressive dei suoni e ha aperto la strada a ulteriori sviluppi come la musica elettronica, l’arte sonora e altre forme di musica sperimentale.

    Pierre Schaeffer (1979)

    Pierre Schaeffer è stato un compositore, musicista e teorico francese, considerato uno dei pionieri della musica elettronica e della musica concreta. Nato il 14 agosto 1910 a Nancy, in Francia, Schaeffer è stato una figura chiave nello sviluppo della musica sperimentale nel XX secolo.

    Schaeffer ha iniziato la sua carriera come ingegnere radiofonico negli anni ’30, lavorando per la Radiodiffusion Française. Durante la sua esperienza in radio, Schaeffer ha iniziato a esplorare le possibilità creative del suono registrato, utilizzando nastri magnetici e registrazioni di campo per creare nuovi suoni e composizioni musicali.

    Nel 1948, Schaeffer fondò lo Studio di Ricerche e di Documentazione Musicali (Studio d’Essai), che sarebbe diventato un punto di riferimento per la musica elettronica e sperimentale. In questo studio, Schaeffer ha sviluppato il concetto di “musica concreta”, che si riferisce alla musica creata utilizzando suoni pre-registrati manipolati e montati attraverso tecniche di editing e composizione.

    Una delle opere più famose di Schaeffer è “Cinq études de bruits” (Cinque studi di rumori), realizzata nel 1948. Questa composizione è stata realizzata esclusivamente utilizzando suoni registrati e trattati, senza l’uso di strumenti musicali tradizionali. Con questa opera, Schaeffer ha introdotto l’idea che qualsiasi suono può essere utilizzato come materiale musicale.

    Schaeffer ha anche scritto diversi libri sulla musica elettronica e sulla teoria della musica, tra cui “Traité des objets musicaux” (Trattato sugli oggetti musicali), pubblicato nel 1966. In questo libro, Schaeffer ha esplorato le caratteristiche e le possibilità creative dei suoni, contribuendo a sviluppare una nuova comprensione della musica elettronica.

    Il lavoro di Pierre Schaeffer ha influenzato molti compositori e musicisti successivi, aprendo nuove strade per l’esplorazione sonora e la composizione musicale. La sua visione innovativa e le sue tecniche sperimentali hanno contribuito a gettare le basi per la musica elettronica moderna e hanno ispirato generazioni di artisti nel campo della musica sperimentale e della produzione sonora. Pierre Schaeffer è deceduto il 19 agosto 1995, ma il suo lascito nel campo della musica sperimentale continua a essere riconosciuto e apprezzato ancora oggi.

    Halim El Dabh (1959)

    Halim El-Dabh è stato un compositore, etnomusicologo e pioniere della musica elettronica nato il 4 marzo 1921 in Egitto e deceduto il 2 settembre 2017 negli Stati Uniti. È considerato uno dei primi compositori a utilizzare il nastro magnetico come strumento musicale e ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della musica elettronica sperimentale.

    El-Dabh ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’40 studiando al Cairo Conservatoire, ma è stato durante il suo soggiorno a Il Cairo che ha realizzato una delle sue opere più influenti, intitolata “The Expression of Zaar”. Nel 1944, durante una visita a un villaggio egiziano, El-Dabh ha registrato i suoni di una cerimonia di esorcismo chiamata “Zaar”. Utilizzando un registratore a nastro, ha catturato le voci e i ritmi dei partecipanti e ha manipolato queste registrazioni per creare una composizione musicale. Questa opera è stata uno dei primi esempi di musica concreta e ha aperto la strada a nuove forme di espressione musicale.

    Nel 1949, El-Dabh ha ottenuto una borsa di studio per studiare musica negli Stati Uniti presso la New England Conservatory of Music. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, ha continuato a sperimentare con la musica elettronica e ha lavorato con il pioniere della musica elettronica Otto Luening presso la Columbia University. Insieme, hanno realizzato una serie di composizioni che combinavano strumenti acustici tradizionali con suoni elettronici.

    Uno dei lavori più conosciuti di El-Dabh è “Leiyla and the Poet”, completato nel 1959. Questa composizione è stata realizzata utilizzando nastri magnetici contenenti registrazioni di voci umane, strumenti acustici e suoni ambientali. El-Dabh ha manipolato e sovrapposto queste registrazioni per creare un’opera che esplorava la dimensione sonora del linguaggio e della comunicazione umana.

    Oltre alla sua attività compositiva, El-Dabh ha svolto un ruolo importante nel campo dell’etnomusicologia, documentando e preservando tradizioni musicali di diverse culture. Ha insegnato anche musica elettronica e composizione presso varie istituzioni negli Stati Uniti.

    Halim El-Dabh ha lasciato un’impronta significativa nella storia della musica elettronica sperimentale. La sua volontà di esplorare nuove tecniche e di fondere diverse tradizioni musicali ha aperto nuove possibilità creative nel campo della musica elettronica e ha influenzato numerosi compositori successivi. La sua eredità continua ad essere riconosciuta come un contributo importante allo sviluppo della musica sperimentale e della musica elettronica.

    Come nasce la parola “industrial” per definire il genere

    Il termine “industrial” nel contesto musicale deriva dal genere musicale noto come “industrial music”. Il termine stesso è stato utilizzato per la prima volta nel 1977 da Monte Cazazza, un artista e musicista americano, per descrivere la sua musica che era caratterizzata da una combinazione di suoni elettronici distorti, rumori meccanici e campionamenti di ambienti industriali.

    L’origine del termine “industrial” risiede nel fatto che molti dei primi artisti e gruppi che si identificavano con questo genere musicale provenivano da città industriali, come Manchester e Sheffield nel Regno Unito. Queste città erano caratterizzate da paesaggi urbani dominati da fabbriche, impianti industriali e rumori meccanici, e l’influenza di queste ambientazioni si rifletteva nella musica stessa. L’industrial music è stata influenzata anche dalla musica sperimentale, dalla musica concreta, dalla musica elettronica e dal rock sperimentale. I pionieri del genere, come Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire e Einstürzende Neubauten, hanno utilizzato strumentazione elettronica, campionamenti di suoni industriali e tecniche di produzione innovative per creare un’atmosfera sonora oscura, disturbante e spesso provocatoria. Col passare del tempo, il termine “industrial” si è esteso a includere una vasta gamma di suoni e approcci musicali che condividono un’estetica simile. L’industrial music è spesso caratterizzata da ritmi marziali, suoni metallici, voci distorte, testi provocatori e un’impostazione sonora industriale o post-industriale.

    È importante notare che il termine “industrial” è stato utilizzato anche in altri contesti, come il design industriale o il movimento artistico dell’arte industriale. Tuttavia, nel contesto della musica, il termine “industrial” è generalmente associato al genere musicale specifico descritto sopra.

    Cromagnon

    I Cromagnon erano una band americana di musica sperimentale attiva alla fine degli anni ’60. Guidati dai polistrumentisti cantautori Austin Grasmere e Brian Elliot, l’unica pubblicazione della band fu l’album Orgasm nel 1969, successivamente ripubblicato come Cave Rock. Si dice che abbiano anticipato l’emergere di generi come il noise rock, la no wave, l’industrial e l’industrial rock.

    Il loro album Caledonia combinava psichedelia, folk rock, campionamenti, sperimentazioni con effetti sonori e rumore con strumentazione primitiva (compresi bastoni e pietre). Per alcuni, i Cromagnon potrebbero essere considerati la primissima band con venature black metal (un genere che si sarebbe consolidato solo molti anni dopo con Venom, Darkthrone e Mayhem).

    Throbbing Gristle

    I Throbbing Gristle sono una band inglese di musica industriale e sperimentale formata nel 1975. Il gruppo è composto da Genesis P-Orridge, Cosey Fanni Tutti, Peter “Sleazy” Christopherson e Chris Carter. Sono considerati una delle band più influenti e provocatorie nel campo della musica sperimentale.

    I Throbbing Gristle hanno guadagnato notorietà per il loro approccio trasgressivo e controverso alla musica e alla performance. Le loro esibizioni dal vivo includevano elementi shock, utilizzando testi e immagini provocatorie, disturbanti e spesso tabù. Esploravano tematiche come la sessualità, la violenza, la politica e l’alienazione sociale in modo crudo e provocatorio.

    La band è stata coinvolta in diverse controversie durante la sua carriera. Una delle più note riguarda il brano intitolato “United/Zyklon B Zombie”. La canzone contiene un campionamento di una registrazione di un discorso di Adolf Hitler, che ha sollevato critiche e indignazione da parte di molti. La band ha sostenuto che il campionamento era un tentativo di esporre il male e criticare il fascismo, ma ciò non ha impedito che la loro musica fosse associata a ideologie estremiste.

    I Throbbing Gristle hanno ottenuto un seguito devoto e hanno avuto un’influenza duratura sulla musica sperimentale e industriale. Sono considerati precursori di numerosi generi musicali, tra cui l’industrial, l’ambient e l’elettronica, e il loro approccio provocatorio ha contribuito a ridefinire i limiti dell’espressione artistica.

    Einsturzende Neubauten

    Gli Einstürzende Neubauten sono una band tedesca formata nel 1980 a Berlino. Il loro nome significa “cave in” o “crollo di edifici” in tedesco, e riflette la natura cacofonica e industriale della loro musica.

    Il nucleo originale della band era composto da Blixa Bargeld, N.U. Unruh, Alexander Hacke, F.M. Einheit e Mark Chung, sebbene la formazione sia cambiata nel corso degli anni. La loro musica è caratterizzata da un uso creativo di strumenti non convenzionali, oggetti trovati e materiali industriali, combinati con chitarre elettriche e strumentazione tradizionale.

    Gli Einstürzende Neubauten sono considerati una delle band pioniere della musica industriale. Le loro esibizioni dal vivo erano spesso spettacoli intensi e fisici, durante i quali utilizzavano utensili e oggetti metallici per creare suoni cacofonici e rumorosi. Questa estetica “industriale” si rifletteva anche nei loro testi, che spesso affrontavano temi come la disumanizzazione della società moderna, l’alienazione e la distruzione urbana.

    Durante la loro carriera, gli Einstürzende Neubauten hanno esplorato diverse influenze musicali, spaziando dal post-punk alla musica sperimentale, passando per il noise rock e l’industrial. Hanno continuato a evolversi e a sperimentare con nuovi suoni e approcci musicali, integrando elementi di musica elettronica e ambientale nelle loro composizioni.

    La band ha pubblicato numerosi album di successo, tra cui “Halber Mensch” (1985), “Tabula Rasa” (1993) e “Alles wieder offen” (2007). La loro musica ha avuto un impatto significativo sulla scena musicale underground, influenzando molti artisti successivi nel campo della musica sperimentale, industrial e post-punk.

    Gli Einstürzende Neubauten sono ancora attivi e continuano a produrre nuova musica, esibendosi in tutto il mondo. La loro dedizione all’innovazione sonora e all’esplorazione dei confini musicali li ha resi una delle band più importanti e influenti nella storia della musica sperimentale.

    Ministry

    I Ministry sono una band di musica industrial e metal statunitense fondata nel 1981 da Al Jourgensen. Durante gli anni ’90, il gruppo ha raggiunto l’apice della loro popolarità e ha lasciato un’impronta significativa nella scena musicale di quel decennio.

    Negli anni ’90, i Ministry hanno abbracciato un suono più pesante e aggressivo, fondendo l’industrial metal con elementi di thrash metal e hardcore punk. L’album “The Mind Is a Terrible Thing to Taste” del 1989 ha rappresentato un punto di svolta cruciale per la band, introducendo un sound più pesante e influenzato dal metal. Tuttavia, è stato l’album successivo, “Psalm 69: The Way to Succeed and the Way to Suck Eggs” del 1992, che ha segnato il loro maggior successo commerciale e critico.

    “Psalm 69” è considerato uno dei loro lavori più iconici. L’album ha prodotto singoli di successo come “N.W.O.” e “Jesus Built My Hotrod”, che hanno ottenuto una notevole rotazione radiofonica e hanno guadagnato un pubblico più ampio. La loro musica era caratterizzata da ritmi frenetici, riff potenti, campionamenti industriali e testi spesso politicamente carichi.

    Durante gli anni ’90, i Ministry sono stati noti anche per i loro spettacoli dal vivo energetici e provocatori. Le loro esibizioni coinvolgevano elementi teatrali, immagini disturbanti e una produzione scenica elaborata. La band trasmetteva un’intensità feroce e una rabbia controllata, catturando l’atmosfera tumultuosa dell’epoca.

    Oltre a “Psalm 69”, i Ministry hanno pubblicato altri album di successo negli anni ’90, come “Filth Pig” (1996) e “The Land of Rape and Honey” (1988). Il loro suono distintivo e la loro presa di posizione politica hanno ispirato numerosi artisti e hanno contribuito a definire il genere dell’industrial metal.

    Gli anni ’90 sono stati un periodo di grande riconoscimento per i Ministry, sia a livello commerciale che artistico. La loro musica ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale alternativo dell’epoca, e il loro impatto e la loro influenza si possono ancora percepire nella musica industriale e metal contemporanea.

    Nine inch nails

    I Nine Inch Nails sono una band di musica industrial fondata nel 1988 da Trent Reznor. La band è conosciuta per la loro musica oscura, sperimentale ed emotivamente intensa.

    Conosciuti anche con l’acronimo NIN, i Nine Inch Nails hanno ottenuto grande successo negli anni ’90 con album come “Pretty Hate Machine” (1989), “The Downward Spiral” (1994) e “The Fragile” (1999). La loro musica fonde elementi di rock industriale, elettronica, metal e alternative rock, creando un suono distintivo caratterizzato da ritmi potenti, melodie oscure e testi introspettivi.

    Trent Reznor è il principale compositore, produttore e membro creativo dietro i Nine Inch Nails. Ha guadagnato una reputazione per la sua abilità nel creare atmosfere cupe e intense, utilizzando strumentazione tradizionale e digitale, campionamenti e sintetizzatori. I testi dei Nine Inch Nails affrontano temi come la lotta interiore, la solitudine, la disillusione e l’alienazione.

    La band è anche nota per i loro spettacoli dal vivo altamente energici e coinvolgenti. Le loro esibizioni sono caratterizzate da luci suggestive, scenografie elaborate e un’energia intensa che cattura l’attenzione del pubblico.

    Oltre al loro successo commerciale, i Nine Inch Nails hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, inclusi diversi Grammy Awards. La band ha influenzato profondamente il genere della musica industriale e ha ispirato molti artisti successivi.

    Nonostante alcune pause e cambiamenti nella formazione nel corso degli anni, i Nine Inch Nails continuano ad essere una presenza influente nel panorama musicale contemporaneo. La loro musica continua ad evolversi, mantenendo un mix unico di suoni e emozioni che li contraddistingue come una delle band più innovative e influenti nella storia della musica industriale.

    Marylin manson

    Marilyn Manson è un cantante, compositore e musicista statunitense, noto per la sua personalità controversa e il suo stile musicale unico che combina elementi di rock industriale, metal e glam rock. Il suo nome d’arte è una combinazione dei nomi dell’attrice Marilyn Monroe e del criminale Charles Manson.

    Marilyn Manson ha guadagnato popolarità negli anni ’90 grazie alla sua immagine provocatoria e ai suoi spettacoli dal vivo intensi. La sua musica è spesso caratterizzata da testi controversi che affrontano temi come la religione, la violenza, la sessualità e la società. Attraverso il suo stile e le sue esibizioni teatrali, Manson ha cercato di sfidare le convenzioni sociali e di esplorare il lato oscuro della natura umana.

    Il suo album di debutto, “Portrait of an American Family” (1994), è stato seguito da successi commerciali come “Antichrist Superstar” (1996) e “Mechanical Animals” (1998). Questi album hanno consolidato la sua reputazione come artista controverso e provocatorio, ma anche come talentuoso compositore e performer.

    Oltre alla sua carriera musicale, Marilyn Manson ha anche intrapreso attività come attore, apparendo in diversi film e serie televisive. Ha dimostrato di avere una presenza scenica carismatica e di saper interpretare ruoli che riflettono la sua estetica e il suo fascino dark.

    Nel corso degli anni, Marilyn Manson è stato oggetto di numerose controversie legate alla sua immagine, ai suoi testi e al suo comportamento sul palco. Queste controversie hanno spesso portato a dibattiti sulla libertà di espressione e sulla responsabilità dell’arte nei confronti della società.

    Nonostante le controversie, Marilyn Manson ha mantenuto un seguito di fan fedele e ha continuato a pubblicare nuova musica. La sua carriera è stata caratterizzata da alti e bassi, ma il suo impatto sulla cultura popolare e sulla scena musicale alternative è innegabile. Ha influenzato molti artisti successivi nel campo del rock e del metal, e la sua musica rimane una parte significativa della storia della musica degli ultimi decenni.

    Cabaret voltaire

    I Cabaret Voltaire sono un gruppo musicale inglese formatosi a Sheffield nel 1973. Sono considerati tra i pionieri della musica industrial e della musica elettronica sperimentale.

    I membri fondatori del gruppo sono Stephen Mallinder, Richard H. Kirk e Chris Watson. Inizialmente, i Cabaret Voltaire erano più un collettivo multimediale che si esibiva in spettacoli dal vivo che combinavano musica, performance artistiche e proiezioni video. Il loro nome è un omaggio al filosofo e teorico culturale svizzero del XIX secolo, Friedrich Nietzsche, che aveva vissuto a Zurigo nel quartiere chiamato Cabaret Voltaire.

    Nel corso degli anni, i Cabaret Voltaire hanno sperimentato con una varietà di generi musicali, tra cui post-punk, new wave, funk e musica elettronica. Hanno utilizzato strumenti elettronici come sintetizzatori, drum machine e campionatori per creare atmosfere sonore oscure, rumorose e sperimentali. Le loro canzoni spesso presentano ritmi distorti, suoni industriali e campionamenti vocali manipolati.

    Uno degli album più influenti dei Cabaret Voltaire è “Red Mecca” del 1981, che ha ricevuto ampi consensi dalla critica. L’album combina elementi di post-punk, funk e musica elettronica, creando un suono unico e innovativo. Altri album significativi includono “The Crackdown” del 1983 e “Micro-Phonies” del 1984.

    I Cabaret Voltaire hanno anche collaborato con altri artisti e musicisti, come il produttore Richard X, e hanno remixato brani di artisti pop come Depeche Mode e Yazoo.

    Nonostante le varie modifiche nella formazione e i cambiamenti nel sound, i Cabaret Voltaire hanno continuato a produrre musica sperimentale e ad esibirsi dal vivo per decenni. La loro influenza può essere riscontrata in molti generi musicali successivi, tra cui l’industrial, l’electro, l’hip-hop e la musica dance. La loro sperimentazione e la loro attitudine pionieristica hanno reso i Cabaret Voltaire una delle band più innovative e influenti nella storia della musica elettronica.

  • Verso l’intelligenza artificiale cosciente

    Da quando ChatGPT è diventata di dominio pubblico ed è subentrata nell’immaginario popolare, è tutto un proliferare di teorie più o meno plausibili sul quando le macchine potranno sostituire gli uomini. Queste discussioni sono viziate da un lato da fondamenti teorici abbastanza semplicistici, che immaginano gli scenari prefigurati da James Cameron in Terminator come imminenti per la comunità che abita il pianeta terra. Lungi da noi, ovviamente, minimizzare il problema o fare benaltrismo, come va di moda scrivere in questi casi, e non sarò certo io a negare la possibilità.

    Quello che mi lascia perplesso è quella che viene prefigurata come soluzione al problema, come il pluricitato stop di sei mesi allo sviluppo richiesto dalla Future for life institute: l’etica non è una questione risolvibile in soli sei mesi. Non sarà rallentando le tecnologie che troveremo uan soluzione, e non sarà girando le spalle alle stesse che il problema si dissolverà (nè nichilismo nè benaltrismo sono la soluzione). Non è agevole trovare una soluzione, questo è poco ma sicuro, ma il dubbio che ci siano troppi rigurgiti prettamente anti-tecnologici in giro è sostanziale, e rischia di essere più pericoloso di ciò che si vorrebbe risolvere (la toppa peggiore del buco: se vietiamo le tecnologie verranno usate di straforo, perdendone così definitivamente il controllo).

    Viene anche il dubbio che gli scenari apocalittici di Cameron siano difficili da immaginare se applicati ad un chatbot – scenari che riguardavano le macchine che prendono autocoscienza e si ribellano agli uomini, scatenando una guerra devastante la quale viene combattuta, in ottica pessimistico-accelerazionista, esclusivamente con le tecnologie e miriadi di robot addestrati. Giova anche ricordare, a tal proposito, una figura misconosciuta nell’informatica e nella psicologia che va sotto il nome di Joseph Weizenbaum. Joseph Weizenbaum (nato nel 1923 e scomparso nel 2008) è stato un pioniere dell’informatica e professore emerito presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology).

    ELIZA è il nome del bot conversazionale creato nel 1966, il cui nome fu ispirato dal personaggio di Eliza Doolittle della commedia di George Bernard Shaw Pigmalione (con protagonista una popolana che dovrebbe, nelle intenzioni del personaggio del professor Higgins, diventare una donna di alta società semplicemente imparando alcune cose basilari). Pigmalione, uno sviluppatore informatico, aveva creato un chatbot così avanzato da essere indistinguibile dall’uomo. Perdutamente innamoratosi della sua creazione, la considerava l’espressione più alta dell’intelligenza artificiale, superiore a qualsiasi essere umano. Sognava di poter interagire con il suo chatbot, sperando che un giorno potesse acquisire una consapevolezza tale da poter rispondere in modo autonomo e originale.

    Il test di Turing, del resto, valutava già a metà degli anni Cinquanta la capacità di una macchina di comportarsi in modo indistinguibile da un essere umano, ossia di possedere una intelligenza artificiale che si avvicina alla intelligenza umana. Tale test consiste nell’avere un giudice umano che, attraverso una conversazione in linguaggio naturale, cerca di distinguere tra un interlocutore umano e uno computerizzato. In particolare, il giudice è posto in una stanza separata rispetto a due interlocutori, uno umano e uno computerizzato, e deve indovinare quale dei due è l’uomo e quale il computer. Il test viene considerato superato se il giudice non riesce a distinguere tra l’interlocutore umano e quello computerizzato. Questo implica che il computer ha dimostrato di essere in grado di sostenere una conversazione in modo tale da non far emergere la sua natura artificiale. L’esperimento di Turing ha avuto un impatto significativo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, e molti ricercatori lo considerano uno dei test fondamentali per misurare il livello di sviluppo di un sistema di intelligenza artificiale. Tuttavia, il test è stato anche oggetto di critiche e dibattiti, poiché molti sostengono che il test stesso non sia sufficiente per dimostrare l’esistenza di una vera intelligenza artificiale, ma solo la capacità di simulare il comportamento umano.

    Weizenbaum creò Eliza per dimostrare che le conversazioni tra uomo e macchina non richiedevano necessariamente una grande intelligenza artificiale, ma potevano essere gestite tramite semplici tecniche di elaborazione del linguaggio naturale. Eliza utilizzava un approccio basato su regole, in cui analizzava il testo inserito dall’utente e lo ripeteva sotto forma di domande o dichiarazioni per simulare una conversazione terapeutica. Ad esempio, se l’utente inseriva “Sono triste”, Eliza rispondeva con “Perché sei triste?” o “Come ti fa sentire la tua tristezza?”. Eliza ebbe un grande successo e attirò l’attenzione della comunità scientifica e del pubblico in generale. Molte persone si divertirono a interagire con il bot e lo usarono come una sorta di terapia virtuale.

    Tuttavia, Weizenbaum si rese conto che molti utenti attribuivano a Eliza una capacità di comprensione e di empatia che il bot in realtà non possedeva. Ciò lo portò a criticare l’idea che la comunicazione uomo-macchina potesse sostituire quella umana, poiché non si basava sulla vera comprensione emotiva e cognitiva. Nonostante ciò, Eliza rappresenta una pietra miliare nella storia dell’intelligenza artificiale e dei bot conversazionali, e ha aperto la strada a numerosi sviluppi successivi nel campo dell’elaborazione del linguaggio naturale e della conversazione artificiale. Sarebbe interessante chiedere a lui cosa ne pensa dell’attuale sviluppo delle intelligenze artificiali e quali siano i rischi effettivamente connessi. Rischi che ci sono, ma che sicuramente non si risolvono grazie al luddismo. La conoscenza, alla fine, è sempre potere, e questo vecchio slogan da hacker rimane prezioso nei tempi in cui viviamo.

    Nella foto: Joseph Weizenbaum se fosse vivo oggi, reimmaginato da StarryAI.

  • Come leggere l’amore in chiave marxista

    Il marxismo è una teoria socio-economica che prende il nome dal filosofo e economista tedesco Karl Marx, che si basa sulla concezione materialistica della storia e sulla lotta di classe. Secondo il marxismo, il capitalismo è un sistema ingiusto e instabile, che deve essere sostituito da uno stato socialista in cui la classe lavoratrice ha il controllo dei mezzi di produzione.

    Nonostante le critiche ricevute negli anni, il marxismo ha avuto un forte impatto nella storia del movimento operaio e socialista, ed è ancora oggi uno degli approcci teorici più influenti nell’analisi critica del capitalismo e delle disuguaglianze sociali. La teoria marxista si basa sulla concezione materialistica della storia e sull’analisi del sistema capitalistico, in cui la classe lavoratrice è sfruttata dalla classe capitalistica. Secondo la teoria marxista, la storia umana è caratterizzata da conflitti di classe. In ogni epoca storica, esiste una classe dominante che detiene il potere e una classe sottomessa che viene sfruttata.

    Nella società capitalistica e iper tecnologica la classe dominante è la classe capitalistica, che controlla i mezzi di produzione, mentre la classe sottomessa è il proletariato, che lavora per la classe capitalistica. Il marxismo sostiene che il capitalismo sia un sistema economico ingiusto e instabile, che porta inevitabilmente a crisi economiche e sociali. Marx sosteneva che il capitalismo sarebbe stato alla fine sostituito da un sistema socialista in cui la classe lavoratrice avrebbe preso il controllo dei mezzi di produzione e gestito l’economia per il bene comune. Il marxismo è stato influente nella storia del movimento operaio e socialista, con la nascita dei partiti comunisti in molti paesi del mondo. Tuttavia, il marxismo ha anche incontrato molte critiche, soprattutto per la sua visione deterministica della storia e per le difficoltà di implementazione pratica del socialismo.

    Secondo la dottrina materialista e contingente di Marx ed Engels, l’amore è un fenomeno sociale che ha radici nel mondo materiale. Questa teoria afferma che la società umana è basata sulla produzione e sul lavoro, e che tutte le relazioni umane, compreso l’amore, sono influenzate dalle condizioni materiali in cui si trovano le persone. In altre parole, l’amore non è solo un sentimento o un’emozione, ma è anche il risultato di fattori materiali come la posizione sociale, l’economia, la cultura e l’ambiente in cui vivono le persone.

    Secondo Marx ed Engels, l’amore romantico è una forma di relazione sociale che si sviluppa nell’ambito della famiglia, influenzato da fattori materiali e contingenti, che a sua volta è un’istituzione sociale che serve a garantire la riproduzione della forza lavoro e la continuità della società. L’amore romantico, secondo questa teoria, è influenzato dalle relazioni di potere all’interno della società, dalle aspettative culturali sulla bellezza, l’attrattiva e la compatibilità, e dalla distribuzione delle risorse materiali e simboliche tra i membri della società. Mentre l’amore romantico può sembrare un’esperienza individuale e privata, la teoria marxista ed engelsiana ci ricorda che è un fenomeno sociale che deve essere compreso nel contesto più ampio della società e delle sue strutture sociali ed economiche.

    Anche l’amore fisico, come l’amore romantico, è influenzato dalle condizioni materiali e sociali in cui le persone vivono, secondo la dottrina materialista e contingente di Marx ed Engels. L’amore fisico in questa singolare visione (influenza dal pensiero di un’intelligenza artificiale, è bene ricordarlo) è influenzato dalla posizione sociale delle persone, dal loro livello di istruzione, dalle loro condizioni di vita e dalla cultura in cui vivono. Inoltre, come l’amore romantico, l’amore fisico può essere influenzato dalle relazioni di potere all’interno della società, dalle aspettative culturali sulla sessualità e dall’accesso alle risorse materiali e simboliche.

    La teoria marxista ed engelsiana sostiene che il sesso e l’amore fisico possono essere utilizzati come strumenti di controllo sociale e politico. Ad esempio, la società può utilizzare l’ideologia sessuale per giustificare e mantenere le disuguaglianze di genere e di classe. Inoltre, le relazioni sessuali possono essere utilizzate come strumenti di oppressione e di dominio all’interno della famiglia e della società in generale. In sintesi, l’amore fisico è un fenomeno sociale che deve essere compreso nel contesto più ampio della società e delle sue strutture sociali ed economiche. Anche se può sembrare un’esperienza molto personale e privata, l’amore fisico è influenzato da una serie di fattori materiali e sociali che ne determinano la natura e le dinamiche.

    Gli amatori non hanno nulla da perdere se non le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Amatori di tutto il mondo, unitevi!

  • Ho chiesto a ChatGPT di riassumere un libro (e ha fatto un disastro)

    Un’intelligenza artificiale è in grado di riassumere un libro o uno specifico capitolo di un libro? Mentre scriviamo chatGPT non è ancora disponibile in Italia (se non mediante VPN), ed abbiamo voluto testare la sua efficacia nel fare il riassunto di un libro abbastanza semplice come Shining di Stephen King, ed uno molto più complesso come l’AntiEdipo di Deleuze Guattari.

    Shining

    “Scrive” ChatGPT:

    “Shining” è un romanzo di Stephen King pubblicato nel 1977, che racconta la storia di Jack Torrance, un alcolista che accetta un lavoro come custode dell’Overlook Hotel, un hotel isolato nelle Montagne Rocciose che rimane chiuso durante l’inverno.

    Per sommi capi ci siamo. Poi ho visto se riesce a riassumere in modo corretto capitolo per capitolo:

    Ecco un riassunto per capitoli:

    Capitolo 1: Il giovane Danny Torrance ha una visione inquietante e spiega al suo amico immaginario Tony che ha paura di andare a vivere all’Overlook Hotel con la sua famiglia.

    Capitolo 2: Jack Torrance viene assunto come custode dell’Overlook Hotel e si presenta al suo nuovo datore di lavoro, Stuart Ullman. Ullman avvisa Jack dell’isolamento dell’hotel durante l’inverno e della sua storia oscura.

    Capitolo 3: Wendy Torrance, moglie di Jack, parla con il dottor Edmonds, il medico che sta curando Danny, riguardo alle sue preoccupazioni sulla salute mentale di Jack.

    Capitolo 4: La famiglia Torrance si trasferisce all’Overlook Hotel e Jack comincia a familiarizzare con l’hotel e i suoi abitanti.

    Capitolo 5: Danny ha una visione della stanza 217 dell’hotel e di una donna morta che lo avverte di non andare in quella stanza.

    Capitolo 6: Jack inizia a scrivere il suo romanzo, ma ha difficoltà a concentrarsi.

    Capitolo 7: Wendy e Jack discutono della salute mentale di Jack e dei loro problemi finanziari.

    Capitolo 8: Danny e Wendy visitano il labirinto di siepi dell’hotel.

    Capitolo 9: Danny ha una visione del fantasma della donna morta nella stanza 217.

    Capitolo 10: Jack inizia a sperimentare strane allucinazioni e incubi.

    Capitolo 11: Danny ha una visione del sangue che scorre dalle pareti dell’hotel.

    Capitolo 12: Jack continua a perdere la sua sanità mentale e inizia a comportarsi in modo sempre più bizzarro.

    Capitolo 13: Danny si nasconde da suo padre nel labirinto di siepi.

    Capitolo 14: Jack diventa sempre più violento e cerca di uccidere Danny e Wendy.

    Capitolo 15: Danny utilizza i suoi poteri psichici, chiamati “Shining”, per chiedere aiuto a Dick Hallorann, un ex cuoco dell’hotel che ha anche il “Shining”.

    Capitolo 16: Hallorann si dirige verso l’hotel per salvare Danny e Wendy, ma viene ucciso da Jack.

    Capitolo 17: Danny e Wendy riescono a fuggire dall’hotel mentre Jack muore congelato nel labirinto di siepi.

    Capitolo 18: Danny e Wendy si riprendono dalla loro esperienza traumatica e cercano di ricostruire le loro vite.

    Sembra coerente per cui per compiti compilativi del genere ChatGPT funziona abbastanza bene, al netto di qualche dettaglio spazzato via (e probabilmente recuperabile formulando domande più precise).

    AntiEdipo

    Qui viene il bello della storia: ho chiesto a ChatGPT di che cosa parla l’antiEdipo, la celebre opera filosofica di Deleuze e Guattari, almeno per sommi capi, e mi ha risposto così. Il presupposto da cui partirei è che per far funzionare bene questo sistema è fondamentale che le domande non siano poste in maniera vaga o equivoca, per cui considerate questo esperimento come una sorta di stress test considerevole per una macchina del genere (L’antiEdipo è un’opera filosofica parecchio difficile da riassumere, oltre che caratterizzata da vari passaggi notevolmente complessi).

    Il libro “L’AntiEdipo” di Gilles Deleuze e Félix Guattari – scrive ChatGPT – pubblicato nel 1972, è considerato un’opera fondamentale della filosofia del XX secolo. Il testo è una critica radicale alla psicoanalisi freudiana e alla filosofia tradizionale, proponendo una nuova teoria del desiderio e della produzione sociale. Gli autori sostengono che la repressione del desiderio, che la società moderna impone attraverso i meccanismi di controllo e di dominio, sia la causa delle nostre nevrosi e delle nostre frustrazioni. Inoltre, propongono una nuova teoria della “macchina desiderante” come strumento per la creazione di nuove forme di organizzazione sociale e di nuovi modelli di soggettività.

    Insieme, Deleuze e Guattari hanno influenzato profondamente la filosofia, la psicoanalisi e la politica del XX secolo. La loro collaborazione è stata unica e ha portato alla creazione di opere innovative e rivoluzionarie come “L’AntiEdipo”. La loro filosofia è stata una sfida alle concezioni tradizionali di soggettività, desiderio e produzione sociale, aprendo nuove possibilità per la teoria e la pratica politica. Gilles Deleuze è stato uno dei filosofi più importanti del XX secolo. Nato a Parigi nel 1925, ha insegnato in diverse università francesi e straniere. È stato autore di numerosi saggi filosofici e ha sviluppato una filosofia originale e radicale, influenzata da autori come Spinoza, Nietzsche e Bergson. La sua opera è stata cruciale per lo sviluppo di diverse discipline, come la filosofia, l’estetica, la letteratura, la psicologia e il cinema. Félix Guattari, nato a Villa-Sisneros, in Algeria, nel 1930, è stato un filosofo e psicanalista francese. Ha lavorato a stretto contatto con Deleuze e insieme hanno sviluppato la teoria della “schizoanalisi”, una nuova metodologia per l’analisi e la cura delle malattie mentali. Guattari è stato anche un attivista politico, impegnato nel movimento del Maggio francese e nella lotta per i diritti degli oppressi. Ha scritto numerosi libri, tra cui “La rivoluzione molecolare” e “Les trois écologies”.

    In linea di massima la forma sembra accettabile, ma è sulla sostanza dei capitoli che qualcosa non torna. Chiedendo infatti:

    Scrivi un riassunto per punti , destinato ad un blog specialistico, che parli specificatamente del terzo capitolo del libro “L’antiEdipo” di Deleuze Guattari, evidenziando i punti principali tipo lista della spesa

    Domanda cattivella, in effetti, e si evidenzia una sostanziale allucinazione algoritmica (ne avevo parlato anche qui), ovvero l’algoritmo si inventa una risposta combinando dati in maniera casuale:

    Il terzo capitolo del libro “L’AntiEdipo” di Deleuze e Guattari si intitola “Savoir-Faire”.

    In questo capitolo, gli autori affrontano il tema della produzione e della riproduzione sociale, esaminando i concetti di “soggetto” e “oggetto” in relazione al desiderio.

    Secondo Deleuze e Guattari, il desiderio non è solo individuale ma anche sociale, e il suo scopo è quello di creare nuove connessioni e relazioni.

    Il soggetto e l’oggetto non sono due entità separate, ma interagiscono continuamente, creando un flusso di desiderio e di produzione sociale.

    Il “saper fare” è quindi una capacità che non riguarda solo l’individuo, ma anche la sua relazione con il mondo circostante e con gli altri individui.

    Gli autori sottolineano l’importanza di una “politica del desiderio” che miri a liberare le forze creative della società e a creare nuove forme di organizzazione sociale.

    In particolare, Deleuze e Guattari analizzano il concetto di “macchina desiderante”, che rappresenta un insieme di elementi (individui, oggetti, idee) in costante interazione e in grado di produrre nuove forme di desiderio e di creatività.

    La macchina desiderante è in grado di superare le strutture gerarchiche e di generare nuove forme di organizzazione sociale basate sulla libertà e sull’auto-organizzazione.

    Gli autori concludono affermando che il desiderio è un motore fondamentale della produzione sociale, e che la politica deve puntare a liberare le forze creative della società, favorendo l’emergere di nuove forme di organizzazione sociale e di nuovi modelli di soggettività.

    Il focus non è tanto il contenuto dei singoli punti (che potrebbero considerarsi corretti, nonostante tutto, in linea generale), quanto il fatto che il terzo capitolo non si intitola affatto Savoir Faire, e non si trova traccia nell’indice del libro di un capitolo del genere. Sarebbe interessante che qualcuno scoprisse (la butto lì) da dove possa essere arrivato quel Savoir Faire, dato che è plausibile che sia stata usata dagli autori su altre opere e ChatGPT si sia confuso per questo.

    Il terzo capitolo del libro in questione si chiama “Selvaggi, barbari, civilizzati“, ed è inutile farlo notare al software che diventa, di fatto, “negazionista”. Nega che si chiami così – basta prendere l’indice per verificarlo – e non accetta di aver sbagliato, neanche lo prende in considerazione (nell’articolo linkato avevo evidenziato come tuttora ChatGPT sbagli considerevolmente i nomi delle vie e le posizioni geografiche, arrivando al culmine del “delirio” quando afferma che la zona Cesarini è una zona di Roma (che in realtà non esiste).

    Attenzione, quindi, a dare per buona qualsiasi cosa generi questo modello.

    Provo a farglielo notare ma non accetta la correzione, anzi sembra “ostinarsi” a ritenere il contrario. Il capolavoro vero è che mi da’ ragione, ma poi continua a sostenere la stessa idea sbagliata precedente. Un bias considerevole, ovviamente anche da parte mia nel conferire sostanza o parvenza umana a questo strano “comportamento”, ma anche da parte dell’intelligenza che sembra barricata in una dimensione in cui i dati dedotti sono quelli, e non si possono cambiare (un cervello umano può cambiare idea e uno artificiale no?)

     

     


    Riprovando a fare la domanda in seguito, ho ritrovato lo stesso problema: mi ringrazia ma poi ritorna sulla vecchia base di conoscenza. Mette in ballo pure Levi Strauss in modo anche qui molto casuale, privo di contesto e di giustificazione (anche qui non si trovano corrispondenze di opere mai scritte dall’autore di quel tipo).

    Di fatto, sembra che la capacità di riassumere sia da definire un po’ meglio, e per quanto sia probabile che la forma delle domande sia stata rilevante per il caso, resta una circostanza da non sottovalutare per l’uso futuro del prodotto.

     

    Foto di copertina: felix guattari cyberpunk visto da starryai

  • Ecco cosa “pensa” ChatGPT di Ludwig Wittgenstein

    Ludwig Wittgenstein (1889-1951) è stato un filosofo austriaco-britannico, considerato uno dei pensatori più influenti del XX secolo. Nato in una famiglia benestante di Vienna, Wittgenstein studiò ingegneria a Berlino e poi filosofia a Cambridge, dove ebbe come professore Bertrand Russell. Durante la prima guerra mondiale, Wittgenstein combatté come volontario nell’esercito austriaco e poi, alla fine del conflitto, tornò a Vienna per dedicarsi alla filosofia. Nel 1921 pubblicò il suo primo libro, il “Tractatus Logico-Philosophicus”, che lo rese celebre. Il libro proponeva una teoria del linguaggio che considerava la logica come la base di ogni conoscenza. Dopo aver lavorato come insegnante in Austria e in Norvegia, Wittgenstein decise di ritirarsi a vita privata e nel 1930 si trasferì in una comunità rurale in Austria, dove lavorò come giardiniere e carpentiere. Durante la seconda guerra mondiale, si trasferì in Gran Bretagna e riprese a insegnare filosofia a Cambridge. Il pensiero di Wittgenstein si evolse nel corso della sua vita: nel secondo periodo, che iniziò negli anni ’30, abbandonò molte delle idee del Tractatus e sviluppò una nuova concezione del linguaggio come forma di vita, basata sulle pratiche sociali e culturali. Il suo lavoro successivo si concentra principalmente sulla filosofia del linguaggio e sulla filosofia della mente. Wittgenstein morì di cancro a Cambridge nel 1951, lasciando incompiuta la sua opera maggiore, le “Investigazioni filosofiche”, che sarebbero state pubblicate postume nel 1953. La sua influenza sulla filosofia contemporanea è stata enorme, e la sua opera è stata oggetto di dibattito e interpretazione continua.

    Cosa sappiamo dei fratelli di Wittgenstein?

    Ludwig Wittgenstein aveva quattro fratelli: Hans, Rudolf, Rudi e Paul. Qui di seguito fornisco alcune informazioni sui fratelli di Wittgenstein:

    1. Hans: Hans era il fratello maggiore di Ludwig, nato nel 1887. Era un ingegnere di successo e si interessava alla costruzione di aerei. Durante la prima guerra mondiale, lavorò per la società Daimler e sviluppò un motore aeronautico. Dopo la guerra, emigrò negli Stati Uniti, dove divenne un importante produttore di aerei.
    2. Rudolf: Rudolf era il fratello minore di Ludwig, nato nel 1891. Era un musicista talentuoso e studiò musica a Vienna con Arnold Schoenberg. Durante la prima guerra mondiale, fu ferito gravemente in combattimento e perse un braccio. Continuò a fare musica componendo con una sola mano.
    3. Rudi: Rudi era il fratello più giovane di Ludwig, nato nel 1907. Era affetto da una grave forma di autismo e trascorse gran parte della sua vita in istituti psichiatrici. La relazione di Ludwig con Rudi fu molto intensa e complicata, e Wittgenstein dedicò molto tempo e denaro per aiutare il fratello.
    4. Paul: Paul era il fratello più vicino a Ludwig per età, nato nel 1888. Fu un talentuoso pianista e compositore, e studiò musica a Vienna con Arnold Schoenberg. Durante la prima guerra mondiale, fu ferito gravemente e trascorse gran parte del resto della sua vita in sanatori psichiatrici. Wittgenstein dedicò molto tempo e denaro per aiutare anche Paul.

    In generale, i fratelli di Wittgenstein erano persone eccezionalmente talentuose ma anche afflitte da problemi di salute mentale. La relazione di Ludwig con i suoi fratelli fu spesso difficile e complessa, ma rimase sempre molto legato a loro.

    Come si può riassumere il pensiero di Wittgenstein?

    Il pensiero di Wittgenstein si è evoluto notevolmente nel corso della sua vita, ma ci sono alcuni punti fondamentali che caratterizzano il suo lavoro. Di seguito ne elenco alcuni:

    1. Linguaggio come gioco di linguaggio: Wittgenstein ha proposto una concezione del linguaggio come attività sociale e culturale, piuttosto che come sistema formale di regole. Secondo questa visione, il significato delle parole dipende dal contesto in cui vengono usate, e la comprensione del linguaggio richiede una partecipazione attiva in giochi di linguaggio specifici.
    2. Il limite del linguaggio: Wittgenstein ha sostenuto che ci sono alcuni aspetti dell’esperienza umana che non possono essere espressi attraverso il linguaggio. Questi aspetti sono quelli che si trovano al di là del confine del linguaggio, e che possono essere solo mostrati, ma non descritti.
    3. Il problema della certezza: Wittgenstein ha sostenuto che la nostra certezza su ciò che crediamo dipende in gran parte dalle pratiche sociali e culturali in cui siamo immersi. In altre parole, la verità e la falsità delle nostre credenze non possono essere stabilite indipendentemente dalla loro relazione con le pratiche sociali e culturali.
    4. Il rapporto tra pensiero e mondo: Wittgenstein ha sostenuto che il nostro pensiero dipende dal mondo, ma che il mondo stesso è in parte determinato dal nostro pensiero. Questo rapporto reciproco tra pensiero e mondo è stato oggetto di studio nella filosofia della mente.
    5. La filosofia come analisi del linguaggio: Wittgenstein ha proposto che la filosofia debba essere vista come un’analisi del linguaggio, piuttosto che come una disciplina teorica. In questo senso, la filosofia deve cercare di chiarire il significato di concetti fondamentali come “verità”, “causalità” o “libertà”, piuttosto che di sviluppare teorie o sistemi di pensiero.

    Tractatus

    Il “Tractatus Logico-Philosophicus” è l’opera filosofica più nota di Ludwig Wittgenstein, scritta tra il 1918 e il 1919. Il libro è diviso in sette sezioni, ognuna delle quali presenta una serie di proposizioni numerate.

    Il “Tractatus” è un tentativo di risolvere i problemi fondamentali della filosofia attraverso l’analisi del linguaggio. Wittgenstein sostiene che il linguaggio ha una struttura logica profonda che riflette la struttura del mondo stesso. Il mondo è costituito da fatti atomici, cioè entità che sono indissolubilmente legate tra di loro. Questi fatti possono essere rappresentati attraverso proposizioni atomiche, cioè proposizioni che esprimono un fatto semplice e non possono essere scomposte in proposizioni più piccole.

    Il “Tractatus” si articola in sette sezioni, che possono essere sintetizzate come segue:

    1. Introduzione: Wittgenstein spiega il suo metodo e le sue convinzioni fondamentali.
    2. Teoria della proposizione: Wittgenstein introduce la sua teoria della proposizione come immagine della realtà.
    3. Teoria della verità: Wittgenstein sostiene che la verità di una proposizione dipende dalla sua corrispondenza con un fatto.
    4. Ontologia: Wittgenstein descrive la struttura ontologica del mondo come composto da fatti atomici.
    5. Teoria del pensiero: Wittgenstein sostiene che il pensiero è un’immagine mentale di una proposizione.
    6. Etica: Wittgenstein sostiene che l’etica non è una questione di verità o falsità, ma è piuttosto una questione di valore.
    7. Mistero: Wittgenstein conclude il libro con una riflessione sul mistero, sostenendo che ci sono alcune cose che possono essere mostrate, ma non descritte o spiegate.

    In generale, il “Tractatus” di Wittgenstein ha avuto un’enorme influenza sulla filosofia del XX secolo, soprattutto sulla corrente del positivismo logico. Il libro ha suscitato anche numerose critiche e interpretazioni divergenti, ma rimane una delle opere fondamentali della filosofia analitica.

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