Witty TV è la piattaforma multimediale ufficiale della società di produzione televisiva Fascino, nota per i programmi di Maria De Filippi. Il sito offre una vasta gamma di contenuti legati a popolari show televisivi italiani come “Uomini e Donne”, “Amici”, “C’è Posta per Te”, “Temptation Island”, e “Tú sí que vales”. Gli utenti possono rivedere episodi, seguire interviste, accedere a contenuti esclusivi, anticipazioni, e backstage. Witty TV è anche il punto di riferimento per partecipare ai casting dei vari programmi, rendendolo uno strumento essenziale per i fan dei format televisivi più seguiti in Italia.
Witty TV è la destinazione definitiva per chi ama i programmi di Maria De Filippi e desidera accedere a una vasta gamma di contenuti esclusivi e interattivi, rendendo l’esperienza televisiva ancora più coinvolgente e completa.
Cosa Posso Vedere su Witty TV?
Witty TV permette di accedere a una vasta libreria di contenuti relativi ai programmi televisivi prodotti da Fascino. Ecco cosa puoi trovare:
Episodi Completi: Se ti sei perso un episodio di un programma, puoi trovarlo facilmente su Witty TV. Questo include show come “Amici”, “Uomini e Donne”, “C’è Posta per Te”, “Temptation Island”, e molti altri.
Contenuti Esclusivi: Oltre agli episodi standard, Witty TV offre contenuti esclusivi che non vengono trasmessi in TV. Questo include backstage, interviste, esibizioni musicali e momenti dietro le quinte che arricchiscono l’esperienza di visione.
Anticipazioni: Gli utenti possono scoprire in anteprima cosa succederà nei prossimi episodi dei loro show preferiti, con contenuti esclusivi e anticipazioni.
Backstage e Dietro le Quinte: Witty TV offre una visione più approfondita della produzione degli show, con video dietro le quinte che mostrano il lavoro dietro le telecamere.
Casting e Partecipazione ai Programmi: Witty TV non è solo per guardare, ma anche per partecipare. La piattaforma offre informazioni dettagliate su come partecipare ai casting per programmi come “Amici” o “Uomini e Donne”.
Social Media e Interazione
Witty TV è anche molto attiva sui social media, con profili dedicati su Instagram, Facebook, e Twitter per ogni show. Questo permette agli utenti di interagire direttamente con la piattaforma e rimanere aggiornati su tutte le novità e i contenuti in arrivo.
La parola “matrix” in italiano si traduce come “matrice”.
Il termine ha vari significati a seconda del contesto:
Matematica e Informatica: Una matrice è una tabella di numeri disposti in righe e colonne, utilizzata per rappresentare dati o per eseguire calcoli complessi.
Biologia: La matrice può riferirsi a una sostanza intercellulare, come la matrice extracellulare, che fornisce supporto strutturale alle cellule.
Cinematografia e Cultura Popolare: Il termine “matrice” è diventato famoso grazie al film “The Matrix” (in italiano “Matrix”), in cui si riferisce a una realtà simulata creata da macchine per controllare la mente umana. In questo contesto, “vivere nella matrice” significa vivere in un mondo illusorio, creato artificialmente, senza rendersi conto della vera realtà.
Vivere nella matrice può quindi essere interpretato come vivere in una condizione di illusione, dove le percezioni di una persona sono manipolate o controllate, e dove la vera natura del mondo rimane nascosta. Questa espressione è spesso usata in senso figurato per descrivere una situazione in cui qualcuno è inconsapevole della verità o è intrappolato in un sistema ingannevole. Uscire dalla “matrice” implica un viaggio di auto-scoperta e consapevolezza, dove la verità e la libertà personale diventano l’obiettivo principale. Questo percorso può essere difficile, ma anche estremamente liberatorio.
Uscire dalla condizione di “vivere nella matrice”, intesa come una situazione di inganno o illusione, richiede una serie di passaggi che coinvolgono la consapevolezza, il pensiero critico e l’azione. Ecco alcune idee su come farlo:
Acquisire Consapevolezza:
Il primo passo è riconoscere che potresti essere in una “matrice”, ovvero in una situazione in cui la tua percezione della realtà è distorta o controllata. Questo richiede un’apertura mentale e la volontà di mettere in discussione ciò che hai sempre dato per scontato.
Sviluppare il Pensiero Critico:
Imparare a pensare in modo critico significa analizzare informazioni, valutare fonti e considerare diverse prospettive prima di accettare qualcosa come vero. Questo ti aiuta a distinguere tra realtà e inganno.
Ricerca della Verità:
Esplora diverse fonti di informazione, leggi, studia e cerca di comprendere il mondo da vari punti di vista. La conoscenza è uno strumento potente per smascherare le illusioni.
Mettere in Discussione le Autorità e i Sistemi:
Non accettare passivamente ciò che viene detto da chi è al potere, che si tratti di governi, media, o altre istituzioni. Metti in discussione le loro motivazioni e cerca di capire cosa potrebbe esserci dietro le loro affermazioni.
Connettersi con Altri:
Parlare con persone che hanno esperienze o punti di vista diversi può aiutarti a vedere le cose sotto una luce nuova. Le comunità e i gruppi di discussione possono offrire supporto e nuove idee.
Esplorare la Spiritualità e la Filosofia:
Alcuni trovano utile esplorare questioni esistenziali attraverso la filosofia o la spiritualità. Questi ambiti possono offrire prospettive sul significato della realtà e della vita al di là di ciò che è immediatamente percepibile.
Agire in Coerenza con la Nuova Consapevolezza:
Una volta acquisita una nuova comprensione, è importante agire in modo coerente con essa. Questo potrebbe significare cambiare abitudini, prendere decisioni informate o addirittura modificare la tua vita in modo significativo.
Essere Pronti ad Affrontare le Conseguenze:
Uscire dalla “matrice” può comportare sfide e sacrifici, poiché significa abbandonare vecchie convinzioni e forse anche affrontare l’opposizione di chi preferisce restare nell’illusione.
La psicoterapia, ad esempio, può essere uno strumento molto efficace per uscire dalla condizione di “vivere nella matrice,” soprattutto se la intendiamo come una condizione in cui una persona si sente intrappolata in schemi mentali negativi, credenze distorte o una percezione della realtà che non riflette la verità.
L’espressione “Spoon River” spesso usata sui giornali si riferisce alla celebre “Antologia di Spoon River“, una raccolta di poesie scritte da Edgar Lee Masters e pubblicata per la prima volta nel 1915. Questa raccolta è una serie di monologhi in versi di abitanti immaginari di una piccola città chiamata Spoon River, situata nel Midwest degli Stati Uniti. Ogni poesia rappresenta un epitaffio di una persona diversa che è morta, e attraverso questi monologhi, vengono rivelate le storie, i segreti e le vite intrecciate dei vari personaggi.
La raccolta è famosa per la sua rappresentazione onesta e cruda della vita in una comunità di provincia, esponendo una varietà di emozioni umane, tra cui l’amore, l’odio, il rimpianto e la speranza. La poesia di Masters offre una panoramica della complessità dell’essere umano e dell’esperienza umana, e spesso rivelando le ipocrisie e le tensioni nascoste dietro le facciate della vita apparentemente tranquilla della cittadina. Antologia di Spoon River è un’opera che esplora una vasta gamma di tematiche umane, comprese le relazioni di genere e le questioni sociali. Le poesie che affrontano i femminicidi e le violenze di genere contribuiscono a dipingere un ritratto completo della vita all’interno della comunità immaginaria di Spoon River.
Antologia di Spoon River è una forma di letteratura americana modernista ed è considerata una delle opere più significative di Edgar Lee Masters. Potrebbe anche essere stata fonte di ispirazione per altre opere, adattamenti teatrali o cinematografici, dai quali potresti aver letto sui quotidiani. Antologia di Spoon River contiene peraltro diverse poesie che affrontano il tema dei femminicidi e delle violenze di genere. Queste poesie sono scritte in forma di epitaffi e presentano voci di donne che sono state vittime di violenza o di relazioni tese con uomini che le hanno oppresse. Queste poesie offrono uno sguardo diretto sulle esperienze delle donne all’interno della comunità di Spoon River e rivelano gli aspetti più oscuri delle loro vite.
Le poesie trattano una varietà di temi legati ai femminicidi, tra cui l’oppressione, l’abuso, la discriminazione di genere e le conseguenze tragiche di queste situazioni. Queste voci di donne vittime di violenza sottolineano l’importanza di affrontare apertamente queste questioni e di cercare di comprendere le esperienze delle vittime. Nel complesso “Spoon River Anthology” ha avuto un impatto considerevole nella letteratura, e in parte anche nel cinema e nei film per la televisione. La sua influenza e le sue tematiche significative continuano ad avere un impatto duraturo sulla cultura e sulla narrativa.
Immagine di copertina: Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=70945
Esiste una matematica del karma? Chiaramente no, ma siamo su internet e vale qualsiasi cosa si possa leggere, giusto?
Abbiamo qualche curiosità in merito, perchè la questione è più complessa di quello che sembra. L’opera di Ludwig Wittgenstein Tractatus Logico-Philosophicus è un testo strutturato che esplora dettagliatamente la natura del linguaggio, della logica matematica e della realtà. Sebbene il Tractatus non tratti direttamente il concetto di karma, possiamo usare il suo stile conciso e aforistico per formulare una riflessione su di esso.
Ecco come potrebbe apparire una spiegazione del karma nello stile del Tractatus:
Il karma è il principio secondo cui ogni azione ha una conseguenza.
Il karma non è un’entità, ma una relazione tra azioni e effetti.
Le azioni buone e cattive sono i segni di una legge interna della realtà.
Non possiamo vedere il karma come una cosa in sé, ma solo nei suoi effetti.
Ogni azione segna una direzione nel flusso del karma.
Il karma non si manifesta in un’istantanea, ma nella successione degli eventi.
Comprendere il karma significa comprendere la rete di relazioni tra cause ed effetti.
Non è il karma che influisce sul mondo, ma le azioni che tracciano il karma nel mondo.
Il karma rivela la struttura logica delle conseguenze nelle azioni umane.
Chi cerca di comprendere il karma deve guardare oltre il singolo atto e considerare il tutto.
Il karma, come il linguaggio, è una regola di gioco che organizza il nostro comportamento e le sue conseguenze.
Le domande sul karma sono domande su come le azioni costruiscano e rivelino il nostro mondo.
Il karma è l’equazione di causa ed effetto:
A→B
dove A è l’azione e B è la conseguenza.
L’effetto del karma può essere visto come un accumulo di risultati:
dove Ai e Bi sono le azioni e le conseguenze rispettivamente.
Le azioni formano una rete di relazioni karmiche:
dove F è una funzione che mappa le azioni nel loro effetto karmico.
Il karma si evolve nel tempo come una funzione continua:
dove f(A(s)) è l’effetto dell’azione nel tempo.
Il karma può essere rappresentato da una funzione di probabilità condizionata:
doveP(B∣A)è la probabilità di un effettoBdato un’azioneA.
La totalità del karma è l’integrale delle azioni passate:
dove A(t) modella l’azione nel tempo.
Questi aforismi cercano di riflettere la struttura e la precisione del Tractatus, applicandoli al concetto di karma. Seppur non direttamente correlati all’opera di Wittgenstein, questi pensieri si ispirano alla sua maniera di trattare questioni filosofiche in modo sistematico e rigoroso. E naturalmente sono stati generati da un GPT!
Ho parlato varie volte su questo blog del concetto di iperstizione, e mi sembra interessante proporre il modo in cui viene presentato dal docente di filosofia Delphi Carstens (che cito a fine articolo).
Cosa significa iperstizione? L’iperstizione si colloca nel concetto di “postmoderno” che tanto ha fatto discutere gli addetti ai lavori: sebbene dotato di spunti sostanziali – tra cui la rimessa in discussione della modernità – il suo mettere in discussione il presente ha finito per diventare un’arma a doppio taglio. La stessa arma con cui l’iperstizione, così come buona parte di quel tipo di critica postmoderna, si è masochisticamente inferto vari colpi da solo, facendosi male e risultando in parte poco credibile.
Sembra lecito ricollegare il concetto di iperstizione a quanto espresso da Deleuze e Guattari nell’opera seminale “L’Anti Edipo“, nel quale si partiva da una critica al freudismo puro per concepire l’idea di schizoanalisi. Nel libro si immaginava, in un delirio simil-futurista e tra mille neologismi e termini scientifici, un mondo costituito da flussi in ingresso e in uscita dai corpi, nel quale tutto è dinamico, tutto scorre vorticosamente, tutto è accelerato, la società corre mossa dalle correnti vorticose del capitalismo, mentre noi stessi siamo in preda di flussi incontrollabili (mass media, relazioni usa e getta, lavori che cambiano e si evolvono). In questo quadro implicitamente apocalittico l’iperstizione si verifica nel momento in cui auto-avveriamo le nostre profezie, seguiamo flussi impazziti anche se abbiamo paura di farci male nel farlo, in definitiva: temiamo di diventare ciò che temevamo di essere.
L’iperstizione potrebbe essere uno dei flussi fuori controllo, gli stessi che (nella visione da militante politico di Guattari) piacciono poco o nulla al capitalismo, che cerca invece di assimilarli ossessivamente al triangolo edipico Io-Mamma-Papà. Tutto in famiglia, come dire. O magari finisce per dichiararli incurabili, emarginandoli dal mondo.
L’iperstizione diventa la profezia che si autoavvera da parte di un uomo che presto finirà ricoverato in un ospedale psichiatrico, anche solo per aver temuto che il destino fosse quello. Come l’uomo che sente di impazzire senza ragione in certi film di fantascienza per poi finire davvero in un ospedale psichiatrico. Nell’idea di Nick Land (Meltdown) l’uomo diventa un “di più” da superare e surclassare, facendo prefigurare un mondo dominato esclusivamente da non umani o da macchine, abili a prendere il posto dell’uomo, soprattutto nei lavori usuranti e logoranti che ne hanno caratterizzato l’esistenza post industriuale. L’uomo al posto della macchina.
Il termine “macchina” compare con varie accezioni nell’Anti-Edipo: macchina sociale, macchina capitalistica, sono i più diffusi, ma sono le macchine desideranti a farla da padrone nella schizoanalisi. Sono le macchine che alimentano desideri repressi, le macchine del desiderio inesprimibile, covato all’interno, considerato orrido o blasfemo dal Super Io, dallo Stato o chi per loro.
Siamo noi, macchine desideranti, assorbiti nei flussi del desiderio che non sappiamo come controllare, perchè forse possiamo farlo solo in parte o addirittura non possiamo farlo, e siamo costretti a subirne l’influsso.
Macchine desideranti, secondo Midjourney. https://lipercubo.it/archivio/anti-edipo-ia.html
Iperstizione come comportamento umano ideologizzato, nonostante la mancanza di prove razionali o scientifiche che le supportino. La profezia che si autoavvera è a questo punto un fenomeno analogo, di natura psicologica, in cui una previsione o una convinzione diventa realtà a causa del comportamento influenzato dalla credenza stessa. Se una persona crede fermamente che qualcosa accadrà in un certo modo, potrebbe comportarsi in modo tale da farla avvenire esattamente come voleva, anche a costo di dissociarsi dalla realtà o di sacrificare addirittura se stesso, in casi estremi. Nel contesto dell’iperstizione, una persona potrebbe aderire così fortemente a una credenza (superstiziosa e non solo) che il suo comportamento verrà modellato in modo da “provocare” (avere la sensazione di provocare, al limite) l’evento che la superstizione stessa prevede, per quanto logicamente non esista alcuna connessione tra la credenza e l’evento stesso.
In una ulteriore trattazione netta proposta da Jorge Camacho, le iperstizioni sono credenze o storie che, attraverso la loro stessa esistenza e diffusione, determinano la propria realtà o verità. Non serve che siano vere o false, in effetti: si autorealizzano proprio perchè soddisfano il desiderio che i presupposti possano essere veri, diventano veri perchè vengono creduti almeno da qualcuno, e a quel qualcuno non importa nulla della verità. L’ideologia Aspetto che rientra nella piena tradizione postmoderna e post-veritiera. Zizek ricorda, a riguardo, che l’ideologia è talmente potente da spingerci a fare cose assurde o disgustose, come mangiare dal bidone della spazzatura: il suo nome è ideologia. La forza materiale dell’ideologia mi impedisce di vedere ciò che effettivamente sto mangiando. Siamo alla concretizzazione di quanto evocato dal film Suspiria: la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti è creduta. In questo senso sono iperstizione il pensiero magico, le profezie che si autoavverano, le ideologie di ogni ordine e grado, le credenze religiose, addirittura le pseudo-credenze individuali di un paranoico possono diventarlo.
L’iperstizione – ricorda Carstens – combina le parole “iper” e “superstizione” per descrivere l’azione delle idee di successo nell’arena della cultura, dove è bene ribadire che non c’è un giudizio morale insito in questa definizione (successo nel senso di popolarità, cultura come manifestazione di caratteristiche di una società). L’iperstizione può essere positiva per alcuni e negativa per altri, ma non è questo il punto: in modo simile ai meme coniati da Richard Dawkins, infatti, è un’unità di sapere che si riproduce in modo spontaneo, in modo spesso imprevedibile e dilatata nel tempo e nelle società. Le iperstizioni non sono pero’ veri e propri meme: descrivono semmai una categoria di idee ben specifica, che viene assimilata e creduta.
È bene ricordarne anche le origini, a questo punto. Il termine nasce nell’ambito della Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) fondata da Sadie Plant, Mark Fisher e Nick Land, e voleva descrivere gli effetti che certi meccanismi della cultura postmoderna (considerata addirittura apocalittica) indurrebbero sulla realtà. Cosa che avverrebbe in due modi: da un lato con il concetto di “eliminazione graduale” (phase out), dall’altro quello di “crollo” (meltdown). Il primo modo riguarda il processo di aggiornamento della società che, come in un romanzo di Gibson, si aggiorna all’ultima versione disponibile, esponendo benefici, bug e contraddizioni del caso. Il collasso, invece, è molto più letterale e radicale, e riguarda la fine del mondo così come lo ricordavamo in favore di una visione rinnovata, forse innovativa forse apocalittica, forse tragica forse positiva, che ci starebbe aspettando.
Secondo Land il capitalismo è la classico iperstizione che, fin da quando Karl Marx aveva fatto le proprie riflessioni in merito, è finito per diventare un motore invisibile e inesorabile che muove il mondo. Lo fa a prescindere dalla volontà dei singoli, e nonostante le critiche che gli sono state mosse che, alla lunga, sembrano tragicomicamente aver finito per potenziarlo. Se secondo alcuni iperstizione coincide con il “simulacro” privo di contenuto e fatti di apparenza immaginati da Baudrillard, secondo altri si possono rilevare meccanismi iperstizionali nel libero mercato e nella sua frenesia incalzante, nella diffusione delle religioni, nell’integralismo e nelle politiche estremiste o aggressive. Potrebbe valere per qualsiasi idea / ideologia globale: crociata, jihad, ambientalismo, guerre, rivoluzioni tecnologiche, riforme economiche, così come (aggiungerei) per le idee spesso borderline che spopolano sul web, per quanto in quest’ultimo caso ci si debba mettere d’accordo sul fatto che modifichino fattivamente la realtà (qualsiasi cosa intendiamo con essa) o un semplice simulacro della stessa (social network).
Secondo la bella definizione di Cartens, ad ogni modo:
Le iperstizioni funzionano come sigilli magici o diagrammi ingegneristici: idee che, una volta “scaricate” nel mainframe culturale, generano cicli apocalittici di feedback positivi.
C’è un motore inarrestabile alla base del tutto, ed è quello dell’hype, l’esagerazione: la stessa che fa accadere le cose e usa la credenza come potere positivo. E se una cosa non è reale oggi, non vuol dire che non possa esserlo domani. Lo scopriremo solo attraversando. E una volta che è reale, in un certo senso, sarà sempre esistita. Se la gente crede nelle illusioni, non importa che siano illusioni: presto o tardi cambierà le cose, probabilmente in peggio. L’oggetto iperstizionale non è una semplice costruzione sociale, ma è un qualcosa che viene evocato a diventarlo, come se un gruppo di stregoni riuscisse a materializzare un demone ripetendo il suo nome più volte (e naturalmente credendo in lui).
In questa visione, peraltro, il feedback non è necessariamente negativo, ma può anche avere valenza rivoluzionaria in positivo. Non solo le idee possono funzionare come iperstizioni, ma il trauma e la paura generati dalle rispettive trasformazioni che possono indurre finiscono per fare da catalizzatore servono semplicemente a potenziare ulteriormente la premessa di base e, in qualche modo, a soffiare sulle fiamme. E nella visione anti-edipica, l’iperstizione può diventare un corpo potenziale, inespresso eppure pronto a materializzarsi, un corpo senza organi, un uovo pronto a schiudersi. Come l’uovo di Alien?
Il corpo senza organi, secondo l’originale definizione fornita nel testo. https://lipercubo.it/archivio/anti-edipo-ia.html
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