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  • Cosa fare nei pressi dell’aeroporto Marco Polo di Venezia

    Cosa fare nei pressi dell’aeroporto Marco Polo di Venezia

    Partire dall’aeroporto di Venezia è un’esperienza unica: la sede dello scalo è situata fra la cittadina e la laguna, e permette di contare su un numero sempre crescente di collegamenti giornalieri apprezzati tanto dai locali, tanto da quanti vogliano cogliere l’occasione di visitare in un giorno le bellezze dell’isola.

    In questo articolo abbiamo selezionato una serie di spunti interessanti che possono aiutarvi nella scelta di alcune destinazioni pre-partenza con cui ingannare il tempo di attesa di un volo. Venezia può essere facilmente raggiunta sia via terra sia via acqua, con soluzioni adatte a tutte le tasche! Alla ricerca di un’attività con cui iniziare con lo spirito giusto il vostro viaggio in giro per il mondo? Ecco come trascorrere qualche ora nel capoluogo veneto per minimizzare le tempistiche al gate d’imbarco!

     

    L’aeroporto di Venezia e le informazioni più utili per i viaggiatori: i parcheggi

    L’aeroporto di Venezia è uno scalo di spicco sul nostro territorio nazionale; dotato di tutti i comfort a misura di viaggiatore, esso è la scelta vincente per quanti vogliano comodamente parcheggiare il proprio mezzo di trasporto in aeroporto e lasciarsi incantare dall’aria decadente e romantica dell’isola: il dedalo di strade si snoda attorno alla bellezza suggestiva dei canali, dolcemente attraversati dalle tradizionali gondole. La cucina veneta, inoltre, incontra la convivialità di una popolazione che ha, nel tempo, imparato a vivere a misura di turista. Insomma, le possibilità sono davvero tante!

    Se anche voi preferite calarvi appieno nello spirito della vostra avventura on-the-road senza attendere all’Aeroporto Marco Polo, non resta far altro che sistemare la vostra auto e scegliere il mezzo con cui raggiungere Venezia. Problemi con le compagnie che operano nell’aeroporto? Su Looking4.com troverete tutte informazioni utili sui parcheggi all’Aeroporto di Venezia con pochi e semplici click, al prezzo più conveniente sul mercato.

    Poter contare su un servizio professionale e sempre affidabile, significa saper risparmiare in maniera smart le spese extra che incidono sul portafoglio al termine di un viaggio. Siete turisti seriali, sempre in giro per il mondo? Con la proposta di Looking4.com basta davvero poco per trovare tutto ciò di cui avete bisogno a un prezzo più basso di quello offerto dal resto degli operatori. Più risparmierete, più sarete pronti a prenotare direttamente la vostra prossima avventura!

     

    Aeroporto Marco Polo di Venezia: come arrivare

    L’aeroporto Marco Polo di Venezia dista circa 13 chilometri da Piazzale Roma, ovvero l’ultima destinazione cittadina che potrete raggiungere comodamente con l’autostrada. Il design moderno e affascinante rende lo scalo il fiore all’occhiello dell’economia veneta, ospitando milioni di persone che annualmente ne attraversano i corridoi per ammirare Piazza San Marco o il tradizionale Ponte di Rialto.

    E infatti, una passeggiata fra le viuzze strette e caratteristiche della cittadina è sempre una buona idea per ingannare il tempo.
    Venezia può essere raggiunta in Bus – mediante il Venice Airport Shuttle Bus della compagnia ATVO – o tramite vaporetti – in partenza da Tronchetto – e taxi. Le alternative sono davvero tante, e tutto vi consentiranno di vivere un pomeriggio all’insegna dell’arte e della cultura!

     

    Aeroporto Marco Polo di Venezia: cosa vedere in un giorno (o meno) 

    Alla ricerca di un itinerario veloce e facile da seguire con cui ammirare i must-visit che dovrete sicuramente aggiungere alla vostra destinazione di viaggio pre-partenza? Il nostro consiglio è di partire da una visita approfondita della maestosa Basilica di San Marco, continuando poi in direzione del Palazzo Ducale e del Canal Grande. Lungo 3800 metri, esso è la <> portante della città, capace com’è di collegare perfettamente l’isola ai punti di interesse di maggior rilievo. Un’esperienza da provare per comprendere come si sposta in barca un lagunare DOC!

    Siete amanti dell’arte? In alternativa – se decidete di pernottare una notte per rilassarvi nel bel capoluogo veneto – il nostro consiglio è di scegliere di trascorrere mezza giornata per visitare il Peggy Guggenheim Museum, sede di alcuni lavori di spicco del Novecento: Picasso, Kandinsky, Magritte, De Chirico, Boccioni, Dalì, sono solo alcuni dei maestri ordinatamente disposti – in differenti nuclei tematici – nelle ampie e avanguardiste sale della struttura. Dove? Presso il Palazzo Venier dei Leoni, proprio sul Canal Grande.

    Dopo aver attraversato il suggestivo Ponte di Rialto, il nostro consiglio è di ristorarvi in una delle locande di cucina tipica disposte proprio sulle lunghe strade che costeggiano i canali. Mangiare un piatto veneto – cullati dal rumore della laguna e affascinati dalla bellezza delle gondole che attraversano il panorama – è sicuramente una soluzione smart con cui partire carichi di energie, pronti per la vostra prossima destinazione!

  • Intervista ad Alberto Antonini (regista di Seguendo il sangue)

    Ciao Alberto e grazie della tua disponibilità. Direi di iniziare con una tua presentazione personale. I soci del nostro circolo hanno avuto occasione di vedere “Seguendo il sangue”, che mi pare tu abbia definito “thriller psicologico”. Mi racconti la genesi dell’opera?

    L’ho definito “thriller psicologico” ,in quanto nel film c’è una forte tensione dall’inizio alla fine e il dubbio di non capire dove il film si concluderà…Il film ha inizio nel lontano 2008, quando decisi di invertire la mia posizione da spettatore a creatore di un opera audivisiva; ho iniziato a pensare a cosa avrei voluto dire, il mio particolare messaggio al mondo.Ed il mio messaggio era che si può cambiare e che se nell’animo umano ci sono tante costrizioni e limitazioni ad essere se stessi, ascoltandosi o meglio avvicinadosi a noi stessi e poi cercando di “sentirsi” riusciremo a sorpassare l’ostacolo e arrivare finalmente a Noi Stessi.

    Di fatto viene rappresentata la mutazione interiore di un sequestratore, che vive un rapporto morboso tra morte e sesso… Come si lega Freud alla trama del film?

    Freud, il padre della psicologia, e in particolare la seconda topica freudiana è stata la scintilla, che ha fatto mettere in moto tutto il lavoro per arrivare poi a Seguendo il Sangue. Nello specifico la seconda topica afferma che ognuno di noi oscilla tra 2 forze tra loro in contrapposizione la Passione, nel film parafrasata con il SANGUE, e il dovere,che impone in quanto tale di non ascoltare appunto la passione o il sangue. Nel film il personaggio è totalmente preda del dovere e proprio con il sequestro cerca di annientare per sempre il sangue/la passione….per poi alla fine del film ribaltare completamente la situazione e darsi ai suoi piaceri, ovvero avrà finalmente la possibilità di aprirsi ad un amore omesessuale….visto la draq queen, che vede ossessivamente in tv e che appunto non può parlarle, non può toccarla, non  può amarla; ma solo dopo la morte del tiranno la forza del dovere introiettata, potrà rivedere la luce del giorno e lasciare l’oscurità del suo animo depresso ed intrappolato; visto che,parafrasando Osho, è solo grazie alla distruzione che ci può essere la rinascita. E’ proprio di questo che si parla nel film la lotta per la rinascita, per un cambiamento interiore verso il sangue, verso quello che scorre nelle nostre vene e che per noi è linfa vitale, necessaria e indispensabile per non morire dentro.

    La sequenza migliore del film, a mio avviso, rimane la “televendita” che assume una connotazione decisamente satirica o sbaglio (il “Ministero della Purificazione”, se ricordo bene)?

    Si, appunto, volevo mettere alla berlina quelle autorità che si mettono sul pulpito, che non discutono con te, ma ti ordinano , convinte di avere con sé la verità, pronti a giudicare ogni tua piccola mossa, ma appena il riflettore della vita si accende su di loro, li vedi fare affari nel modo più disonesto possibile, sono  mercanti da strapazzo, che vendano attravero la tv, organo principe della menzogna e della mistificazione, la pozione miracolosa il facile rimedio ad ogni male “ l’aria di Napoli” per la nostra salvezza, appunto da ottimi imbonitori e truffaldini mercanti.

    Ci sono altri punti che mi hanno incuriosito sul film: la prima cosa è legata al simbolismo della maschera della donna rapita. Mi daresti qualche indizio in più a riguardo? Devo dire che mi ha un po’ spiazzato…

    Diciamo che l’utilizzo della maschera è stato dovuto anche piccoli mezzi che avevo a mia disposizione, perchè in realtà doveva essere un trucco sul volto, sempre uguale alla maschera.

    L’immagine della maschera l’ho scelta soprattutto per la lingua, in quanto rappresenta l’azione sibillina del personaggio e poi mi ricordava un serpente,  il serpente dell’eden.

    Quali sono le tue influenze cinematografiche principali?

    Domanda difficile, io prima di ogni cosa sono un grandissimo amante del cinema e il mio posto sicuro è il cinema, quando entro nella sala sono completamente rapito dalla magia, questo per dirti che ho visto veramente moltissimi film e dei generi più svariati; ma sicuramente le mie ispirazioni si rifanno a Bill Viola, La Fura Dels Baus,Lynch, Cronenberg,Lars von trier,Oliver Stone, Tarantino,Fassbinder….ma amo alla follia il primo  Sorrentino,Louis Malle, Monicelli,alcuni film di Steno,Kubrik,Lars von trier,Wim Wenders, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, Sergio Leone,Francesco Rosi, Pietro Germi, Orson Welles, Martin Scorzese, Abel Ferrara ,i film di totò, tutti i polizzioteschi italiani , soprattutto con il mitico Maurizio Merli… come vedi è un po’ difficile dire chi mi è vicino e chi lontano.

    Dovendo indicare i tre film che porteresti con te sulla classica isola deserta, quali sarebbero?

    Questa oltre ad essere la domanda più difficile  è anche la più crudele, io amo il cinema e considerare solo 3 film mi sembra di tradire tutti gli altri . Comunque risponderò alla domanda C’eravamo tanto amati, Un anno con 13 lune, Il Settimo sigillo…ma non finirei mai!!!!

    Parliamo dell’oggi e del futuro: cosa hai in mente di realizzare nel prossimo periodo?

    ho in porto di dirigere alcuni corti e intanto sto già iniziando a pensare al prossimo lungometraggio, sicuramente un noir, genere che mi ha sempre affascinato.

    Mi dai un tuo parere sulla situazione distributive del genere horror in Italia? Mi riferisco alle note difficoltà che sta attraversando, nonostante ci sia davvero molta “roba” in giro che pero’ circola poco (Eaters, ad esempio, non esiste in edizione italiana, e questo è a dir poco scandaloso!)

    Voglio citare Marco Bellocchio “Tutti si buttano sulla commedia – poveramente, miseramente – perché ha avuto successo; invece bisognerebbe cercare strade nuove”. Secondo me questa dichiarazione riassume bene la situazione in Italia, dove le possibilità per i giovani sono molto risicate …non abbiamo budget e nessuno è interessato a darcelo,però poi veniamo messi al confronto con i film in sala, che magari non hanno una storia, ma tecnicamente completi, e ci definiscono filmetti. Se guardiamo al di fuori dei nostri confini, ovviamente in Usa stanno promuovendo moltissimi concorsi focalizzati a cercare nuove storie tra gli amatori…questo ci dimostra che il cinema ,tranne per qualche splendida eccezione, quest’anno direi Miracolo a Le Havre, che cmq nn ha una storia originalissima basta andare in dietro di qualche anno e troviamo Welcome, Shame, Drive, Cesare deve morire, Melancholia (ovviamente mi riferisco ai film arrivati da noi in sala, perchè altrimenti mi sento di aggiungere Il cavallo di Torino di Bela Tarr ed altri che appunto appartengono alla nicchia dell’indipendente…o basta ricordare le difficoltà di The Road per arrivare in sala da noi) è predominato da storie vecchie e già ormai conosciute, come un abito ormai liso dai tanti anni che si porta sulle spalle.

    Ritengo che la questione si possa allargare anche ad altri generi, non solo all’horror ….cmq in conclusione vi voglio lasciare con un mio dubbio…vado quasi 1 volta a settimana al cinema e a vedere i film, tipo quelli citati sopra, siamo veramente in pochi a vederli se non da solo, mentre i film ultramainstream fanno sempre il pieno, Checco Zalone etc etc….forse è lo stesso pubblico che non ha più voglia di mettersi in gioco, anche in un certo modo di cooperare al film, di impegnarsi nel seguire storie di dare una propria visione di giocare con il film e non solo di passare 2 ore di tempo perchè magari fuori piove o non c’è niente di meglio da fare? e perchè si guardano film , che non hanno dire niente altro oltre il trailer?  dove è finita la passione per il cinema ?

    Nota: questa intervista è stata da me realizzata nel 2012 e pubblicata all’interno del blog RecensioniHC, i cui contenuti sono stati spostati qui.

  • Film e siti di incontri: cosa ci insegna Hollywood sull’online dating

    Le dinamiche del dating sono sempre più presenti nelle nostre vite, e vari film – come abbiamo discusso anche qualche giorno fa – hanno tenuto conto di questo aspetto a livello narrativo; la logica del flirt casuale, del resto, segue in larga parte film come Appuntamento al buio (1987, Blake Edwards), ma anche un classicone come Harry ti presento Sally, una commedia sentimentale che possiede tuttavia un discreto valore per come presenta le cose, ed anticipa la manìa della friendzone tanto in voga oggi. Se due persone sono empatiche e fanno amicizia, potranno mai finire a letto assieme?

    Nemmeno un regista completo come Kubrick o Lynch, probabilmente, saprebbe rispondere a questa domanda in modo certo; ma i film, in generale, potrebbero considerarsi delle ottime consolazioni per i single depressi al fine di aiutarli ad uscire da un tunnel, oppure guidarci nella scelta del partner più affine a noi. Non c’è dubbio, del resto, sulla grandissima popolarità dei siti di questo tipo, a volte un po’ troppo spinti (secondo alcuni): del resto navigare nei siti di incontri per adulti lo fanno un po’ tutti, uomini e donne, per quanto non sia forse troppo comune da riconoscere in pubblico. Ciò crea dei presupposti interessanti da cui far partire le nostre riflessioni.

    Prima di rivolgerci ad uno di questi servizi di dating online (e ci abbiamo pensato più o meno tutti, in tempi di magra, giusto?), abbiamo paura: e la paura più grande è quella dell’ignoto, suggeriva il buon Lovecraft. Il cinema thriller ed horror ha saputo esorcizzare queste paure virtuali mediante pellicole come il controverso Hard Candy, ad esempio, che racconta la storia di un rapporto tra un uomo ed una ragazzina che nasce proprio in un chat, in cui pero’ le cose non sono assolutamente come potrebbero sembrare. Cosa possiamo imparare da quel film? Che le cose non sono quasi mai quello che sembrano, e che bisogna sempre stare attenti alle persone che incontriamo: potrebbero non volerci uccidere per forza, ovviamente, ma è bene comunque approfondire un minimo’ la conoscenza anche solo prima di arrivare alla classica “botta e via“.

    Del resto è impossibile non pensare ad un altro film come Cam, in cui le camgirl (le ragazze che hanno un rapporto esclusivamente virtuale con i propri partner) perdono la propria identità: per cui ricordiamoci che dall’altra parte c’è sempre una persona reale, e non dobbiamo nè fare gli stalker nè i leoni da tastiera. Una dinamica molto simile, del resto, è stata descritta in un film come The Den, nel quale l’erotismo si esplica mediante chat su Skype, ma poi degenera in una realtà che diventa terrificante dato che sembra esserci di mezzo un serial killer che agisce nel dark web. Morale della favola: ok le chat come mezzo di comunicazione pratico e veloce, ma vedersi per bere qualcosa assieme rimane da sempre, anche nell’era del dating online, il modo migliore per confrontarsi e conoscersi sul serio.

    Secondo alcune statistiche ufficiali, ci sono oltre 23 milioni di utenti registrati su piattaforme di dating in tutto il mondo: e la stima è quasi certamente al ribasso, data la grandissima varietà di piattaforme che offrono questa possibilità. Non tutti i frequentatori di questi servizi sono degli squilibrati, ovviamente, e con un po’ di fortuna potremo trovare un compagno o una compagna anche noi: del resto, per citare il buon cinema di Herbert Ross , “Provaci ancora, Sam!” – e tanto per ribadirla col cuore in mano, Sam sei Tu – che mi stai leggendo.

  • Dai siti di incontri al cinema: il film “Newness” di Netflix

    Le dinamiche relazionali di coppia sono da tempo oggetto di analisi e rielaborazioni – più o meno credibili o fantasiose – all’interno del cinema: non c’è dubbio, ad esempio, che l’horror – uno dei generi che bazzichiamo di più su questo blog – abbia dato un suo contributo in tal senso grazie a pellicole come Smiley in cui il reale ed il virtuale arrivavano a confondersi, sdoppiarsi e risultare inquietanti per lo spettatore. Anche vari siti di incontri, insomma, del tipo Incontri.es o Superincontri, sono apparsi sullo schermo come veri e propri protagonisti della storia: l’ambiente a quel punto diventa un vero e proprio personaggio della storia, un deus ex machina dal quale i protagonisti non riescono a prescindere, e da cui rimangono affascinati o catturati per sempre.

    In tanti suggeriscono, del resto, che questo tipo di film – gli horror ambientati in una chat in tutto o in parte, senza dimenticare ad esempio l’ottimo Cam – non siano credibili, sulla falsariga della considerazione che l’ennesima bella ragazza che ti contatta su internet, in molti casi, non sia altro che un bot virtuale pronto a ricattarti, truffarti e chi più ne ha, ne metta.  Ma non bisognerebbe mai dimenticare che il virtuale che tanto disprezziamo e sottovalutiamo, in effetti, in molti casi è fatto da gente sola come noi, persone fatte di carne e ossa che provano dei sentimenti, e che potrebbero trovarsi in situazioni difficili per quanto possa sembrare tutto virtuale.

    Newness in inglese significa “novità”, ed è il titolo di un film del 2017 distribuito su Netflix, diretto dal Drake Doremus noto per altri lavori come Zoe o il fantascientifico Equals; in esso si narra della storia di due millenials di Los Angeles, della loro relazione e di come i social network e le chat finiscano per intromettersi in negativo nel loro rapporto. Una storia che le coppie di oggi conoscono bene, dato che spessissimo usano i siti di incontri per conoscersi, oppure le app come Tinder, e difficilmente faranno a meno dei social network per comunicare in modo pratico e veloce. Nel farlo, il regista omaggia – guarda caso – durante una sequenza uno degli horror più popolari degli ultimi anni, ovvero Warm Bodies (che racconta di una storia d’amore tra uno zombi ed una ragazza).

    Newness è interessante anche per la presenza di alcuni attori molto noti ai fanatici del cinemics e dei film della Marvel: Pom Klementief (Mantis ne I Guardiani della Galassia vol.2), Danny Houston (Col. Stryker nei film Wolverine), Jessica Henwick (vista anche in Iron Fist e Defenders), Nicholas Hoult (visto anche nel reboot di X-Men).

    Che vuol dire “reale”? Dammi una definizione di “reale”. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. (tratta dal film Matrix)

    Del resto non c’è dubbio che la realtà di ogni giorno possa essere un’ottima fonte di ispirazione per qualsiasi forma di arte; ed è giusto, a nostro avviso, che questa tecnologia occupi il giusto spazio all’interno del cinema di ogni ordine e grado. Con un’avviso per tutti gli spettatori: il virtuale ed il reale, a volte, si possono mescolare sul serio, ed è importante riuscire a concepire internet come mezzo, e non come fine o strumenti per specchiarsi in modo egoista o narcisista.

  • Le 10 colonne sonore più intense mai sentite in un film

    La musica da film ha sempre appassionato e fatto discutere milioni di appassionati di cinema: serve a rimarcare le scene più intense, i finali indimenticabili o sottolineare quelli che diventeranno spesso veri e propro momenti cult. In questo articolo ho selezionato le 10 migliori colonne sonore che è possibile trovare nei film che ho visto.

    Avviso: molti brani sono relativi a finali, per cui è necessario, prima di leggere, essere consapevoli di uno spoiler alert – del resto immagino che chiunque legga questo articolo dovrebbe aver visto i film in questione.

    The divide

    Un thriller apocalittico recente di cui, secondo me, non si è parlato abbastanza – e che riprende la gloriosa tradizione di genere anni 70 e 80 mescolandola con una forte contaminazione dal new horror francese.

    La colonna sonora, struggente e malinconica (in linea col finale imprevedibile del film) è stata realizzata dal chitarrista e compositore francese Jean-Pierre Taïeb‎.

    Nightmare

    Il capostipite della saga inventata da Wes Craven è stato musicato da Charles Bernstein, già noto per le colonne sonore di Cujo e Da solo contro tutti.

    Un tema minimal ed ipnotico, che i fan della saga non riusciranno a dimenticare, come una nenia demoniaca e autenticamente da incubo.

    Starman

    Per una volta Carpenter non si occupa delle musiche di un suo film, ma lascia l’incarico al compositore Jack Nitzsche. Uno dei lavori più atipici del maestro dell’horror americano, in grado di suscitare emozioni forti quanto zuccherose, forse, ma semplicemente unica nel suo genere e con tanto di solenni synth.

    Requiem for a dream

    Uno dei film più struggenti e tragici mai diretti, non poteva che essere accompagnato da un requiem per un sogno: come se, in un incubo fatto di dipendenze da droga, nessun sogno o ambizione, alla fine, possa pienamente realizzarsi.

    La musica è stata composta, in questo caso, dal britannico Clint Mansell.

    Non si sevizia un paperino

    Considerato dai più l’autentico capolavoro di Lucio Fulci, presenta una delle scene più crudeli accompagnate da “Quei giorni insieme a te” di Ornella Vanoni, a sottolineare la brutalità dell’intolleranza dei paesani verso la povera “Maciara”.

     

    Il giorno del venerdì santo

    Alle note scritte da Francis Monkman è affidata, in particolare, la clamorosa sequenza finale del film: il protagonista Harold, dopo aver incontrato i suoi rivali e con la convinzione di essere quasi onnipotente, entra nella sua auto e viene sequestrato dall’IRA. Ora non può più nulla: è prima sbalordito, poi rabbioso ed infine rassegnato al proprio ineluttabile destino.

    Spider

    Alle note di Howard Shore è affidato, questa volta, il finale di Spider: Cleg, ormai cresciuto e completamente travolto dai propri ricordi, ricorda ciò che potrebbe aver soltanto immaginato, e sulla frase “Che cosa hai fatto, signor Cleg“, viene ricoverato di nuovo.

    Nekromantik

    L’opera prima di Buttgereit (un cult dell’horror più underground, noto e amato probabilmente solo da una piccola nicchia di fan) è accompagnata, tra le altre, durante il macabro ménage à trois dalle note struggenti e malinconiche di John Boy Walton, con il brano dal titolo Ménage A Trois.

    Napoli violenta

    Ridurre l’attività di compositore del romano Franco Micalizzi ad un singolo film è complesso, per non dire impossibile: ha dato vita ai temi musicali di buona parte dei “poliziotteschi” più famosi, senza dimenticare escursioni nell’horror (Chi sei?) e nel western (Lo chiamavano Trinità).

    Folk and violence è uno dei brani probabilmente più evocativi mai composti, e fa parte della colonna sonora di Napoli violenta.

    https://youtu.be/FrSgAo61LEY

    Suspiria

    La musica dei Goblin di Suspiria – recentemente oggetto di un remake – è sinistra, apocalittica e coinvolgente: forse uno dei temi musicali più amati incondizionatamente dai fan del genere horror.

    https://youtu.be/pins1y0XAa0

     

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