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  • Raccolta di quiz interattivi – Cinema e cultura

    Raccolta di quiz interattivi – Cinema e cultura

    Test simpatici e divertenti, ideali nei momenti di relax o quando si fa finta di ascoltare gli o lavorare in ufficio. Utili per stimolare la curiosità nei confronti di se stessi, della cultura e del cinema. Buon divertimento!

    Questa sezione contiene 13 quiz interattivi di vario genere. Scegli il tuo preferito e mettiti alla provola!

    1. Ehi, you :-)
    2. Ex libris (quiz interattivo)
    3. Generatore cazzate da ufficio
    4. Quanti anni ha…
    5. Quiz generale sul cinema
    6. Quiz sul cinema horror
    7. Quiz: cinema & storia del cinema
    8. Quiz: Cinema hard / erotico (solo per ADULTI)
    9. Quiz: quanto conosci South Park?
    10. Quiz: riconosci questi film?
    11. Quiz: sai riconoscere il film da un fotogramma? 🤔
    12. Quiz: sei un cinefilo esperto?
    13. Scopri la domanda (Cinema – ziuq)
  • Silent night, bloody night: lo slasher USA ancora inedito in Italia (T. Gershuny, 1972)

    Una casa utilizzata come manicomio viene rimessa in vendita, 20 anni dopo, dall’unico erede rimasto; contemporaneamente un killer internato altrove riesce a scappare, e non sembra gradire la presenza di ospiti nella casa…

    In breve. Proto-slasher molto interessante, oscuro e sinistro: archetipico di un certo modo di fare horror tra personaggi, scenari e situazioni tipicamente americane. Un cult molto valido e, nel suo genere, da riscoprire ancora oggi.

    Girato con circa 295,000 dollari, è noto con svariati titoli (Death House, Night of the Dark Full Moon, Blutnacht – Das Haus des Todes); Silent night, bloody night, nonostante non sia mai stato doppiato in italiano, è uno di quegli horror seminali, che fanno della storia intricata e delle riprese in soggettiva del killer uno dei propri punti di forza. Se il tono è quello classico dell’apparente normalità di persone comuni, capaci di nascondere i peggiori e più macabri segreti, in questo il film di Gershuny non fa eccezione, anzi si pone in modo primordiale rispetto ai successivi film su questa falsariga. La sua originalità e la sua narrazione dal punto di vista di Diane (), figlia dello sceriffo della città, sono ciò che riescono a renderlo una piccola e poco conosciuta perla del genere. Se nella storia sono evidenti echi quasi argentiani (un passato oscuro da ricostruire, personaggi che non sono quello che sembrano e così via), ancora più clamorosa è la scelta della soggettiva sull’assassino e le sue inquietanti telefonate, che evocano molto da vicino quelle di Black Christmas di Bob Clark (che uscirà solo un anno dopo). Al tempo stesso, Silent night, bloody night non è semplicemente un horror di Natale (tale componente è quasi accidentale, in effetti, rispetto all’intreccio), nè un banale body counter di omicidi senza un vero filo logico, ma si basa su una storia ben ritmata, credibile, ben congegnata e – anzi – quasi insolitamente complessa per un film del genere.

    Silent night, bloody night si vide nei drive-in americani per tutti gli anni ’70, per poi diventare di pubblico dominio (formalmente è uscito come Zora Investments Associates) ed essere riscoperto negli anni ’80, anche grazie allo show televisivo americano “Elvira’s Movie Macabre” che ne parlò in qualche puntata. Noto come horror natalizio, come dicevo anche prima il periodo in cui è ambientato è abbastanza relativo, anche se ovviamente contribuisce a costruire un gioco di richiami e suggestioni e, in definitiva, rendere più spaventoso il plot: del resto anche Profondo Rosso iniziava nei pressi di un albero di Natale, ma restano in pochi a ricordarlo per questo motivo.

    La narrazione viene inizialmente affidata a Diane Adams, la figlia dello sceriffo che racconta la storia come un flashback, quindi dopo averla vissuta personalmente. La storia è legata alla vendita di una vecchia casa, appartenuta al misterioso Butler (morto ufficialmente per ustioni accidentali), di cui il nipote non sembra sapere nè aver voglia di parlare. Sarà proprio lei ad interessarsi attivamente alla vicenda, dopo che un nuovo omicidio è avvenuto nella stessa casa ad opera di un killer che sarà svelato solo nel finale. Un film seminale, influente per buona parte dell’horror successivo, e con un suo senso ed identità: da riscoprire ancora oggi, con l’unica pecca che non sia disponibile in italiano.

    Il film in compenso è di pubblico dominio, ed è disponibile gratuitamente su Youtube.

  • Quiz: cinema & storia del cinema

    Creato il

    Cultura cinematografica

    ancora quiz cinema, valuta la tua preparazione sul tema, quiz interattivo sul cinema.

    1 / 10

    Questo fotogramma è tratto da quale dei film di Jess Franco?

    2 / 10

    Che cosa si intende per Bollywood?

    3 / 10

    Quale film di Michelangelo Antonioni è noto per la sequenza della partita a tennis con i mimi?

    4 / 10

    Fino all’ultimo respiro di Godard è considerato il manifesto

    5 / 10

    In quale anno ha vinto l’Oscar

    • Casablanca, regia di Michael Curtiz

    6 / 10

    Arancia meccanica di Stanley Kubrick è tratto da un romanzo omonimo di…

    7 / 10

    Di quale film erotico si tratta?

    8 / 10

    Come è noto uno dei primi esperimenti di cinematografia mai realizzati, che raffigura un cavallo al galoppo?

    9 / 10

    Come si chiamava il primo cortometraggio (1978) girato da James Cameron al suo esordio alla regia?

    10 / 10

    Con quale parola si chiude l’ultimo film di S. Kubrick “Eyes Wide Shut”?

    Il tuo punteggio è

    Il punteggio medio è 56%

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  • Quiz: Cinema hard / erotico (solo per ADULTI)

    /10
    288
    Creato il Per Lipercubo.it

    HOT

    quiz cinema erotico e porno, valuta la tua preparazione sul tema, quiz interattivo sul cinema hot.

    1 / 10

    Di quale film di Tinto Brass si tratta?

    2 / 10

    Di quale film di Tinto Brass si tratta?

    3 / 10

    Di quale film di Tinto Brass si tratta?

    4 / 10

    Quale è il vero nome di Linda Lovelace, protagonista de “La vera gola profonda”?

    5 / 10

    Di quale film di Russ Mayer si tratta?

    Catturato dal DVD della ‘Criterion’ da Antonio la trippa, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1454328

    6 / 10

    Come si chiama questa attrice?

    7 / 10

    Di quale film erotico si tratta?

    8 / 10

    Questo fotogramma è tratto da quale dei film di Jess Franco?

    9 / 10

    Come si chiama la casa di produzione fondata da Rocco Siffredi?

    10 / 10

    In quale celebre cult anni 80 (non porno) fa la sua comparsa l’attore pornografico Ron Jeremy?

    Il tuo punteggio è

    Il punteggio medio è 36%

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  • Cube Zero: due cose interessanti, lo splatter e il titolo

    Una donna si risveglia all’interno di un cubo iper-tecnologico cosparso di trappole: dall’esterno due “addetti ai lavori” stanno monitorando la situazione…

    In due parole. Concettualmente vorrebbe riprendere (ed estendere) il capolavoro low-budget di Vincenzo Natali: ma il tentativo è riuscito in parte, ed il film è salvato dal baratro dell’anonimato da qualche effetto splatter sopra le righe. Coinvolge fino ad un certo punto, non dice granchè narrativamente e non c’è traccia, soprattutto, dell’atmosfera asfittica e tenebrosa del capitolo originale.

    Da un punto di vista prettamente narrativo Cube Zero (nonostante le vaghe suggestioni del titolo, ed un inizio promettente) conferma una regoletta molto semplice, ovvero che i prequel riescono ad essere più inutili dei sequel, visto che – come accade in questo caso – rimpinzano un pubblico già sazio cercando di fornire spiegazioni ai limiti della forzatura. Dietro il cubo, in pratica, vi è il solito complotto dei militari, che avrebbero costruito una struttura cubica per intrappolarvi le persone e spiarle mediante avanzatissime telecamere (erano più “simpatici” quando fabbricavano zombi in laboratorio, verrebbe da dire). Un qualcosa di cui – e qui vengono i problemi – si fatica a comprendere lo scopo nonostante le spiegazioni in corso, e che fa quasi rimpiangere le violenze gratuite (tanto per capirci) dei più infimi torture porn (il livello di graphic violence di Cube Zero è elevato, ma quantomeno in quei controversi horror c’è uno psicopatico dichiarato come fautore dei crimini).

    Se la sceneggiatura di questa pellicola del 2004 è piuttosto caotica e rimpinzata di dettagli inutili (quando non confusionari: a che serve aver”firmato il consenso” da potenziale prigioniero, se tanto ti cancellano la memoria?), si potrebbe dire qualcosa di meglio sulle interpretazioni, per quanto i personaggi sembrino un mero riciclo di quelli visti nel primo episodio. Credo quindi, nonostante qualche suggestione gore e qualche dettaglio tutto sommato non malaccio, che in questo capitolo il Cube devastante e nichilista del 1997 sia diventato un concentrato di aria fritta, strutturalmente più inutile e controproducente dell’abusivismo edilizio nel deserto. E anche ragionando nell’ottica utilitarista dei cattivi, del resto, non si vede la ragione per cui si dovrebbe tenere intrappolata gente all’interno di una struttura complicatissima, per testarne chissà quali capacità o reazioni, a maggior ragione del fatto che nessuno – o quasi – sembra essere riuscito ad uscirne vivo. Tanto valeva farli fuori direttamente, oppure confinarli nel solito ospedale come avveniva in film decisamente più riusciti (e molto meno pretenziosi) quali The experiment, Asylum Blackout o Il corridoio della paura. Tanto valeva, in alternativa, spingere sugli aspetti poco noti e misteriosi del Cube, piuttosto che ammettere – come fa uno dei personaggi – che quella struttura sia stata costruita coi “soldi dei contribuenti” (sic).

    Vedere l’impiegato nerd ribellarsi e calcolare mentalmente i percorsi del cubo (con tanto di animazione tridimensionale) è un innesto più da film per adolescenti che altro, e non sembra tanto cònsono allo spirito originario, cinico e simbolista della pellicola originale, della quale qui restano solo vaghi, e zoppicanti, accenni. Guardare poi i militari incappucciati che narcotizzano altre povere vittime, in quest’ottica, rischia di produrre lo stesso effetto sul povero spettatore, che più o meno dalla metà del film in poi si accorge di qualche aspetto visuale e narrativo un po’ troppo “commerciale”, e questo fa crollare quasi tutto l’impianto, troppo proteso – in altri termini – a strizzare l’occhio al grande pubblico cercando di valorizzare più la pancia che la testa (macchinazioni governative, soldati controllati mediante chip, impiegatucci che obbediscono agli ordini come bravi cagnolini ed una strategia di boicottaggio ai limiti del ridicolo).

    In definitiva un film che potrebbe deludere anche il fan “cubistico” più incallito, e che rientra probabilmente nei gusti di un settore di pubblico piuttosto ristretto: quelli che guardano tutto a prescindere, che sono intimamente masochisti o che magari scrivono spesso recensioni di film.

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