CULT_ (114 articoli)

Gli imperdibili: una selezione di pellicole da non perdere per qualsiasi appassionato del genere horror, commedia, thriller, trash.

  • Inglorious Basterds: il revenge movie di Tarantino in chiave anti-nazista

    Inglorious Basterds: il revenge movie di Tarantino in chiave anti-nazista

    L’ennesima opera di Quentino Tarantino dovrebbe essere vista da un pubblico che sa bene cosa aspettarsi da lui. Notare che la storpiatura della “e” di “bastErds” serve a distinguere il film dall’omonima opera di Castellari (con cui non c’entra assolutamente nulla, nonostante se ne sia parlato parecchio).

    In breve: Tarantino sempre in gran forma, e con la propensione alle opere costruite sui multi-episodi. Uno dei migliori film di genere che ha girato di recente, senza troppi dubbi.

    I soliti detrattori un po’ chic diranno che il film non ha attendibilità storiografica, che Hitler non finì certo come descritto dal film, che la ribellione anti-nazista è stata “gonfiata” col senno di poi, e che le figure dei “Bastards” sono fumettistiche ed irreali. Ebbene, per una volta possiamo scrivere “chi se ne frega“: questo è Cinema, se non vi piace, tornate pure a qualche tisana intellettualoide coi trentenni in crisi adolescenziale – chiusa parentesi.

    Vediamola ancora meglio: i “Bastards” sono i protagonisti incattiviti dal dolore, proprio come la bella Thurman in Kill Bill, o come le ragazze sadiche di Grindhouse, che deliziano i palati più esigenti proponendo un catalogo infinito di sevizie e crudeltà. A dirla tutta, un catalogo leggermente inferiore alla media cui ci ha abituato il regista. In questo film, nonostante tutto, il dialogo domina sull’azione, che invece viene dosata con una pacatezza che ha avuto per me dell’incredibile. Molti equivoci dell’intreccio nascono da una pronuncia errata delle parole da parte dei protagonisti, ed infatti molte parti non sono state affatto doppiate per mantenere questo effetto (a proposito, Brad Pitt che parla in siciliano “cazzu-mminchia-baciamo-le-mani” è da sentire ovviamente in originale!). Una finezza, questa, che farà la gioia di chi aspetta più di qualcosa da quest’opera. Ma non bisogna neanche preoccuparsene troppo, in fondo, dato che questo film non incentra il discorso su questo, offrendo una storia molto bella ed avvincente fregandosene della credibilità storica regalandoci un azzardo di quelli che non si vedevano da tempo. Una sorta di licenza poetica da vero “terrorista dei generi”, come sarebbe piaciuto al grande Lucio Fulci.

    Le descrizioni accuratissime ed estremamente crudeli di ogni personaggio. I fumetti (che sbucano fuori sullo schermo) per indicare o descrivere i protagonisti. Il caratterista di turno che impersona il male in toto (un immenso Cristoph Waltz nella parte del sadico SS Hans Land). Le bellezze femminili (soprattutto quella di classe dell’incazzatissima Mèlanie Laurent) sono dosate con criterio, e sono sempre funzionali alla storia, oltre ad essere obiettivamente dei bei personaggi.

    Non poteva mancare, in finale, il riferimento al feticismo plantare che ormai è un marcio-marchio di fabbrica tarantiniano. In effetti questo  – nel senso migliore del termine – incarna il cinema dove conta molto il linguaggio (la forma) a discapito della sostanza (il contenuto): eppure quelle incisioni nella carne viva della svastica su ogni nazista lasciato vivo, sembrano esprimere qualcosa di troppo. Il che, intendiamoci, non guasta affatto.

    È per voi, maledetti guardoni della Fenech, adoratori di Banfi, voi che avete le videocassette originali di Deodato e Fulci, che ancora conservate il poster della Cassini, di un film di Margheriti, che osannate Vitali “col fischio o senza“. E come dimenticare la Rizzoli, la Bouquet, la Guida, il primo Abatantuono. E su, non fate finta di non conoscerli o di non sapere che Quentin ha preso parecchio da loro: se non li conoscete, siete solo chiacchiere e distintivo hipster.

  • Gatti rossi in un labirinto di vetro: il giallo lenziano sulla scia di Argento

    Un gruppo di turisti in visita a Barcellona si trova coinvolto in una serie di omicidi da parte di un misterioso killer, che sembra averli presi di mira. Ad occuparsi del caso un commissario prossimo alla pensione, che riconosce lo stesso modus operandi: come “firma” di riconoscimento, infatto, l’assassino usa strappare un occhio alla vittima. I sospetti sono indirizzati, come nella tradizione giallistica classica, su qualcuno degli stessi turisti o sulla guida turistica stessa, ma senza che si riesca a focalizzare la situazione.

    Ultimo giallo di Lenzi, argentiano a cominciare dagli animali presenti nel titolo, ultimo di una quadrilogia thriller preceduta da Sette orchidee macchiate di rosso, Il coltello di ghiaccio e Spasmo – il tutto, poco prima della sua azzeccatissima svolta verso il poliziesco all’italiana.

    Nel frattempo si continuano a mietere vittime, tra colpevoli apparenti ed ambiguità varie ed eventuali: sullo sfondo una storia clandestina tra una segretaria (Paulette, interpretata da Martine Brochard) ed il responsabile di una grande azienda (Mark Burton, John Richardson), sul quale si concentrato indagini e sospetti. Come nella tradizione argentiana, alla fine, sarà un dettaglio a fare scoprire il mistero e a spiegare (tra l’altro) il vetro del titolo.

    “I loro occhi… non potevo sopportare i loro occhi”

    Tra le note curiose, circola una versione italiana che sembra essere stata depurata non delle parti efferate dei delitti quanto, ad esempio, nel momento in cui si evidenzia il rapporto lesbico tra il personaggio di Naiba ed un’altra donna, scena che, di fatto, non risulta essere doppiata. Le musiche incalzano perfettamente l’atmosfera di tensione che pervade il film dopo i primi spensierati minuti, e sono opera del grande Bruno Nicolai.

    Probabilmente uno dei migliori gialli di Lenzi, quantomeno uno di quelli che ho preferito come ritmo e suspance.

  • GLi intoccabili racconta la storia di Al Capone

    Gli Intoccabili” è un film del 1987 diretto da Brian De Palma e interpretato da Kevin Costner.

    Si tratta di un film di culto diretto da Brian De Palma, interpretato da Kevin Costner, Sean Connery, Robert De Niro e Andy Garcia. Il film si basa sulla vera storia dell’agente federale Eliot Ness e del suo team, noti come “Gli Intoccabili”, che andarono alla caccia del noto gangster Al Capone durante il periodo del proibizionismo. Nella realtà, Al Capone è stato uno dei gangster più noti e influenti dell’epoca negli Stati Uniti. È stato il capo di un’organizzazione criminale che si occupava principalmente di contrabbando di alcol durante il periodo in cui la vendita e la produzione di alcol erano vietate per legge.

    Capone nasce il 17 gennaio 1899 a Brooklyn, New York. Durante la sua carriera criminale, ha accumulato una grande ricchezza e potere attraverso attività illegali, inclusi il contrabbando di alcol e il controllo di locali notturni, casinò e scommesse. Era noto per il suo stile di vita lussuoso e per la sua abilità nell’evitare la cattura e le condanne legali. Nel film “Gli Intoccabili” del 1987, Al Capone è interpretato da Robert De Niro.

    Il personaggio di Capone nel film è una rappresentazione cinematografica basata sulla sua figura storica, ma potrebbe essere accentuato per scopi narrativi e drammatici. “Gli Intoccabili” si concentra sulla lotta degli agenti federali per smantellare il suo impero criminale e porta l’attenzione sugli sforzi dei protagonisti per far rispettare la legge in un’epoca di corruzione e violenza.

    Trama / Sinossi

    Negli anni ’30, durante il proibizionismo, Al Capone (Robert De Niro) domina Chicago con il contrabbando di alcol e l’attività criminale. L’agente federale Eliot Ness (Kevin Costner) decide di mettere insieme un team di agenti onesti e incorruttibili, noti come “Gli Intoccabili”, per smantellare l’organizzazione criminale di Capone. Ness recluta il veterano di polizia Jim Malone (Sean Connery) e altri agenti determinati. Inizia così una lotta per la giustizia che li porterà a fronteggiare la violenza e la corruzione per mettere fine al dominio di Capone.

    Critica

    “Gli Intoccabili” è stato ben accolto dalla critica e dal pubblico per la sua combinazione di azione, dramma e una forte dose di stile cinematografico. La regia di Brian De Palma è notevole per le sue sequenze visivamente accattivanti e la colonna sonora epica di Ennio Morricone aggiunge ulteriore impatto emotivo al film. Le interpretazioni del cast, in particolare quella di Sean Connery, sono state ampiamente lodate.

    Cast

    • Kevin Costner nel ruolo di Eliot Ness
    • Sean Connery nel ruolo di Jim Malone
    • Robert De Niro nel ruolo di Al Capone
    • Andy Garcia nel ruolo di George Stone
    • Charles Martin Smith nel ruolo di Oscar Wallace
    • Patricia Clarkson nel ruolo di Catherine Ness

    Sinossi

     

    Negli anni ’30, durante il periodo del proibizionismo, la città di Chicago è dominata dal potente gangster Al Capone (Robert De Niro). Capone controlla il contrabbando di alcol, il gioco d’azzardo e altre attività illegali con il pugno di ferro. L’agente federale Eliot Ness (Kevin Costner) è incaricato di mettere fine al regno di terrore di Capone. Tuttavia, scopre presto che il sistema giudiziario e la polizia locale sono corrotti e incapaci di affrontare Capone e la sua organizzazione criminale.

    Deciso a combattere la corruzione, Ness forma un gruppo speciale di agenti incorruttibili noti come “Gli Intoccabili”. Questo team comprende l’esperto di polizia Jim Malone (Sean Connery), il giovane agente George Stone (Andy Garcia) e l’esperto contabile Oscar Wallace (Charles Martin Smith). Insieme, cercano di smantellare l’organizzazione di Capone, raccogliendo prove e infiltrandosi nelle sue operazioni criminali.

    La lotta degli Intoccabili contro Capone è segnata da violenti scontri, colpi di scena e momenti di tensione. Nel corso del film, Malone offre a Ness consigli preziosi e gli insegna a combattere “alla maniera di Chicago”. La sfida raggiunge l’apice quando gli Intoccabili riescono a incastrare Capone per evasione fiscale e lo mandano in prigione.

    La storia culmina in un epico scontro tra Capone e Ness durante un processo legale. Nonostante le minacce e la violenza, Capone è condannato e inviato in prigione. Il film si conclude con Ness che, dopo la vittoria, getta il distintivo di agente federale nell’acqua, simboleggiando la fine della sua lotta e il raggiungimento del suo obiettivo.

    “Gli Intoccabili” è un mix di azione, dramma e storia, che offre uno sguardo affascinante sulla lotta tra la giustizia e il crimine durante un periodo turbolento dell’America.

    Spiegazione del finale

    Nel finale di “Gli Intoccabili”, la lotta degli Intoccabili contro Al Capone raggiunge il suo culmine durante un processo legale. Nonostante le minacce e la violenza, Capone viene condannato per evasione fiscale e viene condannato a undici anni di prigione. Questo segna la fine del suo dominio criminale su Chicago.

    Dopo il processo, Eliot Ness (Kevin Costner) e il suo team celebrano la vittoria. Tuttavia, il film prende una svolta tragica quando uno dei membri dell’organizzazione di Capone uccide Jim Malone (Sean Connery). Questo evento rafforza la determinazione di Ness nel continuare la sua lotta contro il crimine.

    Il film si conclude con Ness che, dopo aver gettato il distintivo di agente federale nell’acqua in segno di rispetto per Malone, riceve una chiamata che lo avvisa della morte di Capone in prigione. La voce narrante di Ness sottolinea che, nonostante le vittorie e le perdite, il suo impegno a cercare la giustizia è rimasto costante. La scena finale ritrae Ness che cammina lungo un pontile sul mare, dando uno sguardo al distintivo che giace in fondo all’acqua.

    Questo finale riflette l’idea che la lotta per la giustizia non è mai completa, ma che la dedizione di individui come Ness può fare la differenza. La perdita di Malone rappresenta un prezzo personale pagato nel corso della battaglia, ma il trionfo finale contro Capone simboleggia una vittoria duramente conquistata per la legge e l’ordine.

    Alla fine del film, il team degli Intoccabili riesce a ottenere le prove necessarie per mettere Al Capone dietro le sbarre, non per i crimini principali, ma per evasione fiscale. Capone viene condannato e inviato in prigione, ponendo fine al suo dominio criminale su Chicago. La narrazione sottolinea che Ness ha perso sia il suo mentore, Jim Malone, che un altro membro del suo team, George Stone, nel corso della lotta contro Capone. La vittoria è stata ottenuta a un alto costo personale

    Scena iconica del film

    Brian De Palma ha preso l’idea della scena della stazione ferroviaria dal film russo La corazzata Potemkin (1925), che include una classica scena di massacro su una scalinata dove rotola anche una carrozza. I marinai che vengono coinvolti nel fuoco incrociato in questo film sono un omaggio ai marinai dell’incrociatore Potemkin. L’idea della carrozzina che rotola giù per i gradini è apparsa anche in film precedenti, tra cui Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) e Brazil (1985). In Brazil c’era anche Robert De Niro.

    Nel film “Gli Intoccabili,” c’è una scena in una stazione dove Eliot Ness (interpretato da Kevin Costner) sta cercando di catturare un assassino sotto la custodia di un poliziotto. Durante l’incubo della sparatoria, una carrozzina scende giù per le scale della stazione, simboleggiando l’innocenza perduta e la minaccia imminente. Questa scena è iconica per il suo utilizzo della suspense visiva e dell’immagine della carrozzina che rotola giù per le scale in modo quasi surreale.

    La scena delle scale in “Gli Intoccabili” è un tributo a questa iconica sequenza e rappresenta un momento di alta tensione nel film, dove il pericolo è palpabile e l’azione raggiunge il suo apice.

    Curiosità sul film

    In una scena viene lasciata cadere una busta sulla scrivania di Eliot Ness. Si presume che si tratti di una bustarella, ma l’importo all’interno non viene mai rivelato. Nella vita reale, Al Capone promise a Eliot Ness che due banconote da 1.000 dollari sarebbero state sulla sua scrivania ogni lunedì mattina se avesse chiuso un occhio sulle sue attività di contrabbando (un’enorme somma di denaro all’epoca; più di 30.000 dollari oggi). Ness rifiutò la bustarella e negli anni successivi ebbe problemi di denaro. Morì quasi al verde all’età di cinquantaquattro anni. Nella vita reale, Al Capone, sapendo che l’uccisione di un agente del Proibizionismo avrebbe portato solo più problemi di quelli che lui o il suo gruppo potevano gestire, aveva in realtà un ordine di non violenza ai suoi uomini riguardo agli Intoccabili. Sebbene Capone abbia ripetutamente tentato di comprarli, non ha mai tentato di uccidere Eliot Ness o uno dei suoi uomini.

  • La grande bellezza: cast, storia, regia, produzione, sinossi, curiosità

    Titolo: La Grande Bellezza
    Regia: Paolo Sorrentino
    Cast Principale:

    • Toni Servillo nel ruolo di Jep Gambardella
    • Carlo Verdone nel ruolo di Romano
    • Sabrina Ferilli nel ruolo di Ramona
    • Carlo Buccirosso nel ruolo di Lello Cava
    • Iaia Forte nel ruolo di Trumeau
    • Pamela Villoresi nel ruolo di Viola
    • Galatea Ranzi nel ruolo di Stefania

    Storia e Produzione

    “La Grande Bellezza” è un film italiano del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. Il regista ha co-scritto la sceneggiatura con Umberto Contarello. Il film è stato prodotto da Indigo Film e Pathé in collaborazione con Medusa Film e Canal+.

    Stile e Sinossi

    Il film segue la vita di Jep Gambardella, un giornalista e scrittore di successo che vive a Roma. Jep compie sessantacinque anni e, nonostante il suo stile di vita mondanamente ricco e affascinante, si sente insoddisfatto e alienato dalla sua esistenza. Il film esplora il mondo dell’alta società romana attraverso gli occhi di Jep, rivelando le relazioni superficiali, le feste esclusive e l’ossessione per l’apparenza.

    Nel corso del film, Jep si imbatte in una serie di personaggi eccentrici e affascinanti, mentre riflette sulla sua giovinezza, sul suo unico romanzo di successo e sul senso della vita. La bellezza e la decadenza di Roma sono rappresentate in modo surreale e spesso grottesco, con scene iconiche che mettono in luce l’arte, l’architettura e l’atmosfera unica della città. (immagini tratte da IMDB)

    Curiosità

    • Il titolo “La Grande Bellezza” è un riferimento al termine “Grande Belle Époque”, che si riferisce a un periodo di ottimismo e prosperità culturale prima della prima guerra mondiale.
    • Il film è stato ampiamente elogiato per la sua regia innovativa, la fotografia suggestiva e la performance di Toni Servillo nel ruolo principale.
    • “La Grande Bellezza” è stato ispirato dal romanzo “Il desiderio” dello scrittore italiano Giacomo Leopardi.

    Spiegazione del Finale

    (avviso spoiler) Alla fine del film, Jep raggiunge una maggiore consapevolezza della sua vita e delle scelte che ha fatto. Dopo aver attraversato momenti di introspezione e interazione con vari personaggi, Jep comprende che la vera bellezza risiede nelle piccole cose, negli affetti genuini e nelle esperienze autentiche.

    L’ultima scena mostra Jep che partecipa a una festa all’aperto, dove una ragazza canta “Non dimenticar le mie parole” (Don’t Forget My Words), una canzone che Jep aveva sentito anni prima in un’occasione speciale. Questa canzone scatena in lui una profonda riflessione e un senso di malinconia. La scena finale simboleggia il desiderio di Jep di catturare momenti di bellezza e significato in un mondo dominato dalla superficialità e dal caos.

    In definitiva, il finale suggerisce che Jep ha trovato una forma di riconciliazione con se stesso e con la città di Roma, riconoscendo che la vera grandezza e bellezza risiedono nelle emozioni autentiche, nei legami personali e nell’apprezzamento per la vita semplice e autentica. Il film si chiude con un senso di speranza e una rinnovata consapevolezza per Jep e per lo spettatore.

    Recensione

    “La Grande Bellezza” è un film italiano del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. È un dramma che esplora temi come l’arte, la bellezza, la vita, la vecchiaia e la società contemporanea. Il film si svolge a Roma e segue le vicende di Jep Gambardella, un giornalista e scrittore di successo che vive una vita mondana e superficiale tra feste, incontri e relazioni.

    La trama del film ruota attorno a Jep, interpretato da Toni Servillo, che compie sessantacinque anni e si ritrova a riflettere sulla sua vita e sulle scelte che ha fatto. Nonostante il suo successo e la sua vita lussuosa, Jep è pervaso da un senso di vuoto e insoddisfazione. Il film esplora il contrasto tra l’apparente bellezza e ricchezza di Roma e la superficialità e l’alienazione della società contemporanea.

    Attraverso una serie di incontri e avventure, Jep esplora diverse sfaccettature dell’esistenza umana, dai desideri inappagati alle illusioni dell’amore, dalla ricerca della bellezza all’arte, dall’amicizia alla solitudine. Il film si avvale di una narrazione visiva e simbolica molto forte, con scene suggestive e dialoghi profondi, spesso accompagnati da un’atmosfera onirica.

    “La Grande Bellezza” è una riflessione profonda e spesso sarcastica sulla vita moderna, sul vuoto spirituale e sull’ossessione per l’apparenza. Il titolo stesso suggerisce l’ironia dietro la ricerca continua della bellezza esteriore mentre si trascurano i veri significati e valori della vita. Il film è stato acclamato per la sua regia, la recitazione di Toni Servillo e la sua rappresentazione evocativa di Roma, oltre che per il modo in cui affronta temi universali legati all’esistenza umana.

  • C’era una volta il west racconta l’epica danza del destino

    Titolo: C’era una volta il West (Once Upon a Time in the West)

    Anno: 1968

    Regia: Sergio Leone

    Cast

    • Henry Fonda nel ruolo di Frank
    • Claudia Cardinale nel ruolo di Jill McBain
    • Charles Bronson nel ruolo di “L’Uomo Armonica” (Harmonica)
    • Jason Robards nel ruolo di Cheyenne
    • Gabriele Ferzetti nel ruolo di Morton

    “C’era una volta il West” è un celebre film western italiano diretto da Sergio Leone. Dopo il grande successo dei suoi precedenti film della Trilogia del Dollaro (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo), Leone decise di realizzare un epico western che esplorasse le tematiche classiche del genere in modo più ampio e profondo.

    La produzione del film fu complessa e coinvolse diversi attori e creativi. Il cast includeva attori famosi come Henry Fonda e Charles Bronson, ma il ruolo di Fonda come l’antagonista spietato Frank era particolarmente sorprendente, dato che era solito interpretare personaggi positivi. La colonna sonora, composta da Ennio Morricone, è diventata iconica e contribuisce in modo significativo all’atmosfera del film.

    Sinossi

    Il film è ambientato nel selvaggio West americano e segue le storie intrecciate di vari personaggi. Jill McBain, una donna misteriosa, arriva in città con l’intenzione di incontrare suo marito, ma scopre che è stato ucciso da un gruppo di banditi guidati da Frank. L’Uomo Armonica, un pistolero misterioso con un conto in sospeso nei confronti di Frank, arriva anch’esso in città. Nel frattempo, Cheyenne, un famoso fuorilegge, diventa coinvolto in situazioni complicate e cerca di proteggere Jill. Le azioni di questi personaggi si intrecciano in una trama di vendetta, inganni e redenzione.

    Curiosità

    • Sergio Leone ha avuto l’idea per il film dopo aver letto una serie di racconti scritti da Dario Argento, Bernardo Bertolucci e Sergio Donati.
    • L’Uomo Armonica di Charles Bronson è un personaggio enigmatico che deve il suo nome all’armonica che suona e che è legata al suo passato.
    • La scelta di cast Henry Fonda come il malvagio Frank è stata sorprendente per il pubblico e ha aggiunto una dimensione inquietante al film.

    Spiegazione della Scena Finale

    (Avviso: presente spoiler)

    Alla fine del film, emerge che l’Uomo Armonica ha una vendetta personale contro Frank. Si scopre che Frank aveva ucciso il fratello di Harmonica quando entrambi erano bambini. La scena finale è un duello epico tra l’Uomo Armonica e Frank. Mentre si sfidano a suon di colpi di pistola, Frank viene ferito ma riesce ancora a tenere in mano la sua arma. Tuttavia, l’Uomo Armonica riesce a sparare e uccidere Frank. Prima di morire, Frank chiede all’Uomo Armonica il motivo della sua vendetta. Quest’ultimo rivela che è stato un misterioso sconosciuto a dargli la sua armonica quando era un bambino e gli ha detto di suonarla quando avrebbe visto il suo nemico. La rivelazione finale collega le storie dei due personaggi in un ciclo di vendetta che si conclude con la morte di Frank.

    In questo modo, il film esplora temi di vendetta, destino e giustizia, mentre offre una conclusione soddisfacente alle trame intrecciate dei personaggi. La scena finale è un momento iconico che cattura l’essenza del film e delle sue complesse dinamiche.

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