DENTRO_ (99 articoli)

Film psicologici, thriller e opere che hanno valorizzato e approfondito gli studi di Lacan, Jung e molti altri.

  • Tecnocrazia è il saggio sul dilagare del digitale

    Tecnocrazia è il saggio sul dilagare del digitale

    “Una tecnologia dilagante ci aiuta davvero a vivere meglio, o finisce solo per condizionarci e dominare, alla lunga, le nostre esistenze?”

    Viviamo una quotidianità dove il “cellulare è diventato un prolungamento della nostra organicità”, scrive Capolupo nel suo ultimo lavoro, Tecnocrazia. Un saggio in cui affronta come i rapidi cambiamenti del mondo tecnologico stanno definendo nuovamente le nostre abitudini. Secondo l’autore, infatti, la tecnologia potrebbe imporsi definitivamente sulla nostra passività e arrivare a imporre un dominio tecnocratico.

    Oggi la presenza pervasiva della tecnologia ha raggiunto un punto in cui non possiamo più immaginare un mondo senza di essa. La tecnologia, infatti, è diventata così centrale nelle nostre vite che non può più essere considerata solo un aspetto accessorio, ma assumere un ruolo più attivo, portando a un possibile dominio tecnocratico: “Una tecnologia che si impone con decisione in virtù di una curiosa e autoreferenziale necessità d’esserci.”

    La tecnologia, dunque, diventa un attore influente che modella le dinamiche sociali, economiche e politiche. In questo senso, l’autore parla di “tecnocrazia”, suggerendo come la governance basata sulla competenza tecnologica, potrebbe emergere come forma predominante di organizzazione sociale.

    “Internet ci accoglie, ci coccola, ci fa trovare quello che vogliamo, su misura per ognuno, e ci fa diventare permalosi se qualcuno ci fa notare che quella conoscenza è farlocca. Una forma di sapienza che potremmo definire totalitaria.”

    I cambiamenti avvengono troppo rapidamente per essere osservati o analizzati con la dovuta attenzione, per questo è fondamentale riflettere sulle implicazioni della crescente influenza tecnologica che sta cambiando byte dopo byte, nostra percezione del mondo.
    “Complessità + velocità è diventato un binomio stordente, colossale, ingestibile, impossibile da dibattere senza degenerare in analisi semplicistiche, parziali o ingenue.”

    Riflessioni supportate anche dal lavoro dello scienziato Turing, uno dei più significativi studiosi di informatica, che l’autore cita a proposito della genialità delle sue intuizioni.

    La tecnocrazia, con le sue mille sfaccettature e modalità sempre più difficili da decifrare, sta andando ben oltre la soglia che si era prefissata alle origini. Oggi è già uno strumento invasivo: “può scrivere al tuo posto, cambiare le tue abitudini, produrre risultati umanizzati, ingannarti.”

    “Tecnocrazia nasce da un personale flusso di coscienza che deve qualcosa al cyberpunk, la corrente letteraria che analizza il rapporto uomo-macchina da più di quarant’anni. È frutto di analisi puntuali frammiste a personaggi che conosco da sempre, alle prese con le proprie psicosi tecnologiche: app che non si aprono, email da perfetti sconosciuti, messaggi smarriti, GPS fuori controllo e intelligenze artificiali che sembrano darci del tu.”

    Capolupo mette in evidenza come, grazie all’intelligenza artificiale, la tecnocrazia abbia saputo trovare nuove soluzioni e livelli di realtà in maniera tanto credibile da confondersi con la realtà stessa.

    “C’è moltissimo altro in gioco, nelle tecnologie di oggi: non soltanto numeri, sesso, politica e finanza, ma anche sentimenti, stati d’animo dei singoli individui che si rapportano con le stesse.”

    Come possiamo combattere la tecnocrazia? “Con il silenzio, a volte, o con un impopolare quanto sempre lecito: «non lo so».”, oppure possiamo fare qualcosa di più?

    Sull’autore

    Salvatore Capolupo (1979, Vibo Valentia) è un ingegnere informatico, consulente, blogger e formatore, oltre che appassionato attore e factotum teatrale. Immerso nel contesto di internet fin dai suoi albori, collabora con varie realtà digitali e startup, da molto prima che “lavorare da casa” diventasse pop. Esperto di tecnologie open source, è da sempre incuriosito dai risvolti pratici delle applicazioni e da come la tecnologia si innesti nella società in cui viviamo. Gestisce vari blog su argomento tecnologico, finanziario e cinematografico, tra cui lipercubo.it. Ha pubblicato Tecnofobia per El Doctor Sax, Tecnocrazia è il suo secondo libro.

    TECNOCRAZIA di Salvatore Capolupo (190 pagine, 13.00€) è impreziosito dalla splendida copertina dell’illustratore digitale Javier Escribano (instagram: odottan_cosmic_alchemist). Il volume verrà presentato in anteprima a Roma, alla Fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, dal 6 al 10 dicembre 2023 e sarà disponibile nelle librerie fisiche e online dal 30 novembre.

    Recapiti

    È possibile concordare con la casa editrice l’invio gratuito di copie dell’opera per recensioni, interviste all’autore, eventi promozionali. Per ordini, distribuzione, informazioni contattare attraverso i seguenti canali:

    • E-mail: eldoctorsax@gmail.com
    • Cell: +34 663 628 186
  • Iperstizione!

    Ho parlato varie volte su questo blog del concetto di iperstizione, e mi sembra interessante proporre il modo in cui viene presentato dal docente di filosofia Delphi Carstens (che cito a fine articolo).

    Cosa significa iperstizione? L’iperstizione si colloca nel concetto di “postmoderno” che tanto ha fatto discutere gli addetti ai lavori: sebbene dotato di spunti sostanziali – tra cui la rimessa in discussione della modernità – il suo mettere in discussione il presente ha finito per diventare un’arma a doppio taglio. La stessa arma con cui l’iperstizione, così come buona parte di quel tipo di critica postmoderna, si è masochisticamente inferto vari colpi da solo, facendosi male e risultando in parte poco credibile.

    Sembra lecito ricollegare il concetto di iperstizione a quanto espresso da Deleuze e Guattari nell’opera seminale “L’Anti Edipo, nel quale si partiva da una critica al freudismo puro per concepire l’idea di schizoanalisi. Nel libro si immaginava, in un delirio simil-futurista e tra mille neologismi e termini scientifici, un mondo costituito da flussi in ingresso e in uscita dai corpi, nel quale tutto è dinamico, tutto scorre vorticosamente, tutto è accelerato, la società corre mossa dalle correnti vorticose del capitalismo, mentre noi stessi siamo in preda di flussi incontrollabili (mass media, relazioni usa e getta, lavori che cambiano e si evolvono). In questo quadro implicitamente apocalittico l’iperstizione si verifica nel momento in cui auto-avveriamo le nostre profezie, seguiamo flussi impazziti anche se abbiamo paura di farci male nel farlo, in definitiva: temiamo di diventare ciò che temevamo di essere.

    L’iperstizione potrebbe essere uno dei flussi fuori controllo, gli stessi che (nella visione da militante politico di Guattari) piacciono poco o nulla al capitalismo, che cerca invece di assimilarli ossessivamente al triangolo edipico Io-Mamma-Papà. Tutto in famiglia, come dire. O magari finisce per dichiararli incurabili, emarginandoli dal mondo.

    L’iperstizione diventa la profezia che si autoavvera da parte di un uomo che presto finirà ricoverato in un ospedale psichiatrico, anche solo per aver temuto che il destino fosse quello. Come l’uomo che sente di impazzire senza ragione in certi film di fantascienza per poi finire davvero in un ospedale psichiatrico. Nell’idea di Nick Land (Meltdown) l’uomo diventa un “di più” da superare e surclassare, facendo prefigurare un mondo dominato esclusivamente da non umani o da macchine, abili a prendere il posto dell’uomo, soprattutto nei lavori usuranti e logoranti che ne hanno caratterizzato l’esistenza post industriuale. L’uomo al posto della macchina.

    Il termine “macchina” compare con varie accezioni nell’Anti-Edipo: macchina sociale, macchina capitalistica, sono i più diffusi, ma sono le macchine desideranti a farla da padrone nella schizoanalisi. Sono le macchine che alimentano desideri repressi, le macchine del desiderio inesprimibile, covato all’interno, considerato orrido o blasfemo dal Super Io, dallo Stato o chi per loro.

    Siamo noi, macchine desideranti, assorbiti nei flussi del desiderio che non sappiamo come controllare, perchè forse possiamo farlo solo in parte o addirittura non possiamo farlo, e siamo costretti a subirne l’influsso.

    Macchine desideranti, secondo Midjourney. https://lipercubo.it/archivio/anti-edipo-ia.html

    Iperstizione come comportamento umano ideologizzato, nonostante la mancanza di prove razionali o scientifiche che le supportino. La profezia che si autoavvera è a questo punto un fenomeno analogo, di natura psicologica, in cui una previsione o una convinzione diventa realtà a causa del comportamento influenzato dalla credenza stessa. Se una persona crede fermamente che qualcosa accadrà in un certo modo, potrebbe comportarsi in modo tale da farla avvenire esattamente come voleva, anche a costo di dissociarsi dalla realtà o di sacrificare addirittura se stesso, in casi estremi.  Nel contesto dell’iperstizione, una persona potrebbe aderire così fortemente a una credenza (superstiziosa e non solo) che il suo comportamento verrà modellato in modo da “provocare” (avere la sensazione di provocare, al limite) l’evento che la superstizione stessa prevede, per quanto logicamente non esista alcuna connessione tra la credenza e l’evento stesso.

    In una ulteriore trattazione netta proposta da Jorge Camacho, le iperstizioni sono credenze o storie che, attraverso la loro stessa esistenza e diffusione, determinano la propria realtà o verità. Non serve che siano vere o false, in effetti: si autorealizzano proprio perchè soddisfano il desiderio che i presupposti possano essere veri, diventano veri perchè vengono creduti almeno da qualcuno, e a quel qualcuno non importa nulla della verità. L’ideologia Aspetto che rientra nella piena tradizione postmoderna e post-veritiera. Zizek ricorda, a riguardo, che l’ideologia è talmente potente da spingerci a fare cose assurde o disgustose, come mangiare dal bidone della spazzatura: il suo nome è ideologia. La forza materiale dell’ideologia mi impedisce di vedere ciò che effettivamente sto mangiando. Siamo alla concretizzazione di quanto evocato dal film Suspiria: la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti è creduta. In questo senso sono iperstizione il pensiero magico, le profezie che si autoavverano, le ideologie di ogni ordine e grado, le credenze religiose, addirittura le pseudo-credenze individuali di un paranoico possono diventarlo.

    L’iperstizione – ricorda Carstens – combina le parole “iper” e “superstizione” per descrivere l’azione delle idee di successo nell’arena della cultura, dove è bene ribadire che non c’è un giudizio morale insito in questa definizione (successo nel senso di popolarità, cultura come manifestazione di caratteristiche di una società). L’iperstizione può essere positiva per alcuni e negativa per altri, ma non è questo il punto: in modo simile ai meme coniati da Richard Dawkins, infatti, è un’unità di sapere che si riproduce in modo spontaneo, in modo spesso imprevedibile e dilatata nel tempo e nelle società. Le iperstizioni non sono pero’ veri e propri meme: descrivono semmai una categoria di idee ben specifica, che viene assimilata e creduta.

    È bene ricordarne anche le origini, a questo punto. Il termine nasce nell’ambito della Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) fondata da Sadie Plant, Mark Fisher e Nick Land, e voleva descrivere gli effetti che certi meccanismi della cultura postmoderna (considerata addirittura apocalittica) indurrebbero sulla realtà. Cosa che avverrebbe in due modi: da un lato con il concetto di “eliminazione graduale” (phase out), dall’altro quello di “crollo” (meltdown). Il primo modo riguarda il processo di aggiornamento della società che, come in un romanzo di Gibson, si aggiorna all’ultima versione disponibile, esponendo benefici, bug e contraddizioni del caso. Il collasso, invece, è molto più letterale e radicale, e riguarda la fine del mondo così come lo ricordavamo in favore di una visione rinnovata, forse innovativa forse apocalittica, forse tragica forse positiva, che ci starebbe aspettando.

    Secondo Land il capitalismo è la classico iperstizione che, fin da quando Karl Marx aveva fatto le proprie riflessioni in merito, è finito per diventare un motore invisibile e inesorabile che muove il mondo. Lo fa a prescindere dalla volontà dei singoli, e nonostante le critiche che gli sono state mosse che, alla lunga, sembrano tragicomicamente aver finito per potenziarlo. Se secondo alcuni iperstizione coincide con il “simulacro” privo di contenuto e fatti di apparenza immaginati da Baudrillard, secondo altri si possono rilevare meccanismi iperstizionali nel libero mercato e nella sua frenesia incalzante, nella diffusione delle religioni, nell’integralismo e nelle politiche estremiste o aggressive. Potrebbe valere per qualsiasi idea / ideologia globale: crociata, jihad, ambientalismo, guerre, rivoluzioni tecnologiche, riforme economiche, così come (aggiungerei) per le idee spesso borderline che spopolano sul web, per quanto in quest’ultimo caso ci si debba mettere d’accordo sul fatto che modifichino fattivamente la realtà (qualsiasi cosa intendiamo con essa) o un semplice simulacro della stessa (social network).

    Secondo la bella definizione di Cartens, ad ogni modo:

    Le iperstizioni funzionano come sigilli magici o diagrammi ingegneristici: idee che, una volta “scaricate” nel mainframe culturale, generano cicli apocalittici di feedback positivi.

    C’è un motore inarrestabile alla base del tutto, ed è quello dell’hype, l’esagerazione: la stessa che fa accadere le cose e usa la credenza come potere positivo. E se una cosa non è reale oggi, non vuol dire che non possa esserlo domani. Lo scopriremo solo attraversando. E una volta che è reale, in un certo senso, sarà sempre esistita. Se la gente crede nelle illusioni, non importa che siano illusioni: presto o tardi cambierà le cose, probabilmente in peggio. L’oggetto iperstizionale non è una semplice costruzione sociale, ma è un qualcosa che viene evocato a diventarlo, come se un gruppo di stregoni riuscisse a materializzare un demone ripetendo il suo nome più volte (e naturalmente credendo in lui).

    In questa visione, peraltro, il feedback non è necessariamente negativo, ma può anche avere valenza rivoluzionaria in positivo. Non solo le idee possono funzionare come iperstizioni, ma il trauma e la paura generati dalle rispettive trasformazioni che possono indurre finiscono per fare da catalizzatore  servono semplicemente a potenziare ulteriormente la premessa di base e, in qualche modo, a soffiare sulle fiamme. E nella visione anti-edipica, l’iperstizione può diventare un corpo potenziale, inespresso eppure pronto a materializzarsi, un corpo senza organi, un uovo pronto a schiudersi. Come l’uovo di Alien?

    Il corpo senza organi, secondo l’originale definizione fornita nel testo. https://lipercubo.it/archivio/anti-edipo-ia.html

    (fonte, di Delphi Carstens)

  • Incesto!

    Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, ha sviluppato diverse teorie sull’incesto nel corso della sua carriera. Le sue idee sull’incesto sono state parte integrante della sua teoria psicoanalitica dell’età infantile e dello sviluppo sessuale. Ecco alcune delle principali affermazioni di Freud sull’incesto:

    Complesso d’Edipo

    La teoria più nota di Freud sull’incesto è il “Complesso d’Edipo”. Freud sosteneva che, durante la fase dello sviluppo infantile conosciuta come fase edipica (generalmente tra i 3 e i 6 anni), i bambini sviluppano desideri sessuali e romantici inconsci verso il genitore del sesso opposto (il complesso d’Edipo) e sentimenti di rivalità e gelosia verso il genitore del proprio sesso (l’Edipo femminile si riferisce alla situazione inversa). Secondo Freud, questo complesso è una parte normale del processo di sviluppo e deve essere risolto in modo adeguato per il sano sviluppo psicologico.

    Tabù dell’incesto

    Freud ha anche discusso del concetto di “tabù dell’incesto”. Sosteneva che la cultura umana, nel corso della storia, ha sviluppato norme sociali e morali che vietano l’incesto tra parenti stretti per evitare problemi genetici e promuovere la stabilità delle relazioni familiari. Il tabù dell’incesto, secondo Freud, era una delle forze sociali fondamentali che hanno contribuito all’evoluzione della civiltà.

    Sesso infantile

    Freud credeva che i bambini manifestassero una sessualità infantile che includeva desideri ed esperienze sessuali, sebbene in forma infantile e non consapevole. Questa sessualità infantile era considerata una parte normale del processo di crescita e sviluppo e poteva influenzare i modi in cui i bambini interagivano con i membri della loro famiglia.

    È importante sottolineare che le teorie di Freud sull’incesto sono state ampiamente dibattute e contestate. Molti psicologi e teorici successivi hanno sviluppato teorie e approcci diversi per comprendere il ruolo dell’incesto nella psicologia umana. La teoria psicoanalitica di Freud è solo una delle molte prospettive sull’argomento.

    stepmom

    Immagina una famiglia composta da un padre, una madre e due figli, un maschio e una femmina. La madre e il padre sono sposati e vivono insieme. Questo è un modello familiare tradizionale. Ora, supponiamo che il padre e la madre divorzino. In seguito al divorzio, il padre inizia una nuova relazione con un’altra donna e alla fine si sposano. Questa donna diventa la sua nuova moglie. Dal momento che questa donna non è la madre biologica dei due figli del padre, viene chiamata “stepmom” dai figli per indicare che è la loro matrigna.

    Un individuo che vive a Cassivoho, una località nella provincia di Rontoi, avrebbe raccontato di aver fatto una scoperta inaspettata: ha sorpreso sua moglie e suo figlio in una relazione incestuosa quando è rientrato a casa in anticipo. Ha quindi dichiarato di aver prontamente contattato le forze dell’ordine.

    La “stepmom” (matrigna) può avere un ruolo diverso nelle vite dei figli a seconda della dinamica familiare. Potrebbe essere coinvolta nella loro cura e nella loro crescita, cercando di stabilire un rapporto positivo con loro. La sua relazione con i figli dipenderà da vari fattori, inclusi i rapporti familiari, la comunicazione e la sua interazione con i bambini stessi.

    Stepmom” è un termine inglese che si riferisce a una matrigna, cioè la moglie di un genitore che non è il genitore biologico dei figli. La matrigna entra nella vita dei figli quando uno dei genitori si risposa o ha una relazione con una nuova persona dopo un divorzio, una separazione o la morte del coniuge precedente. Il termine “stepmom” è utilizzato per indicare la figura della matrigna nella vita dei figli di un altro genitore e può variare nelle dinamiche familiari a seconda della situazione specifica.

    Incesticide

    L’incesto è una forma di relazione sessuale o matrimoniale che coinvolge persone che sono strettamente imparentate tra loro attraverso il sangue. L’incesto è considerato una violazione delle norme sociali e delle leggi in molte società in tutto il mondo. Le leggi sull’incesto variano da un paese all’altro e possono includere restrizioni diverse sul tipo di parentela coinvolta e sulle conseguenze legali per chi commette incesto.

    Le motivazioni dietro le leggi sull’incesto sono spesso legate a preoccupazioni per la genetica e la salute riproduttiva. Le relazioni incestuose aumentano il rischio di gravi anomalie genetiche nei figli dovuto all’alta probabilità di trasmissione di mutazioni genetiche recessive identiche. Per questo motivo, molte società vietano le relazioni sessuali e matrimoniali tra parenti di sangue stretti, come fratelli e sorelle, genitori e figli, zii e nipoti, cugini primi, ecc.

    È importante notare che le norme culturali e le leggi sull’incesto possono variare notevolmente in tutto il mondo e nel corso della storia. In alcune culture antiche, il matrimonio tra parenti stretti era accettato o persino incoraggiato per mantenere la purezza della linea di discendenza o per consolidare il potere all’interno delle famiglie nobili. Tuttavia, nella maggior parte delle società moderne, l’incesto è generalmente considerato tabù e vietato per motivi genetici, morali ed etici.

    Che cos’è un roleplay

    Un roleplay, o gioco di ruolo, è una forma di interazione sociale o di intrattenimento in cui le persone assumono ruoli specifici e agiscono come se fossero personaggi o individui diversi da sé stessi. Questo tipo di attività è spesso utilizzato in vari contesti, tra cui:

    1. Gioco di ruolo per il divertimento: In questa forma di roleplay, le persone si riuniscono per interpretare personaggi immaginari in scenari inventati. Questi giochi possono essere ambientati in mondi di fantasia, scenari storici, ambienti di fantascienza o qualsiasi altro contesto immaginabile. Gli esempi includono giochi di ruolo da tavolo (come Dungeons & Dragons), giochi di ruolo live (in cui le persone interpretano i loro personaggi fisicamente), e giochi di ruolo online (MMORPG, RPG testuali, ecc.).
    2. Simulazioni educative: In contesti educativi, il roleplay è utilizzato per simulare situazioni reali o complesse in modo da consentire agli studenti di imparare e praticare determinate competenze o concetti. Ad esempio, gli studenti di medicina possono partecipare a roleplay per simulare l’interazione con i pazienti o gli studenti di scienze sociali possono usare il roleplay per esplorare dinamiche sociali.
    3. Formazione professionale: Nell’ambito della formazione aziendale e professionale, il roleplay può essere usato per simulare situazioni lavorative o per addestrare le persone a gestire specifiche sfide o interazioni con i clienti o i colleghi.
    4. Terapia: In terapia, il roleplay può essere utilizzato come strumento per aiutare le persone a esplorare e affrontare problemi personali o relazionali. Un terapeuta o uno psicologo può guidare i pazienti nel recitare scenari per affrontare le loro emozioni e i loro pensieri.

    Il roleplay implica l’adozione di un ruolo specifico, spesso con una personalità, un comportamento e una storia diversi da quelli della persona nella vita reale. Può essere un modo divertente ed educativo di esplorare nuove prospettive, sviluppare abilità di comunicazione, aumentare l’empatia e migliorare la comprensione delle dinamiche sociali e relazionali.

    Lo so che l’hai cercato per un altro motivo, ma non posso dirti quale è.

  • NSFW: Significato, Utilizzo e Impatto Culturale – Wikicubo

    L’acronimo “NSFW”, che sta per “Not Safe For Work” (Non Sicuro per il Lavoro), è diventato una componente fondamentale della cultura online moderna. Usato per avvertire che il contenuto potrebbe essere inappropriato o offensivo in determinati contesti lavorativi o pubblici, ha avuto un impatto significativo nell’ambito della comunicazione digitale e della condivisione di contenuti online.

    Definizione e Utilizzo

    “NSFW” è un avviso comunemente utilizzato su forum, social media, siti web e chat per avvertire gli utenti che il contenuto associato potrebbe contenere immagini, testi o video considerati offensivi, inappropriati, espliciti o in grado di violare le normative aziendali o sociali. La natura di ciò che è considerato “non sicuro per il lavoro” può variare ampiamente, ma spesso si riferisce a materiale sessualmente esplicito, linguaggio volgare, violenza grafica o altro contenuto che potrebbe risultare sgradito o inappropriato in un ambiente lavorativo.

    Contesto e Implicazioni Culturali

    L’uso diffuso di “NSFW” riflette l’evoluzione della comunicazione online e delle dinamiche culturali. Con la crescente condivisione di contenuti attraverso varie piattaforme digitali, la necessità di avvertire gli utenti riguardo a materiali potenzialmente sconvolgenti o inadatti per l’ambiente lavorativo è diventata cruciale.

    Utilità e Limitazioni

    Sebbene l’avviso “NSFW” fornisca un utile avvertimento per chi naviga in rete, è importante notare che l’interpretazione di ciò che è “non sicuro per il lavoro” può essere soggettiva. Ciò che alcuni individui considerano inappropriato potrebbe non essere percepito allo stesso modo da altri, rendendo l’efficacia di questo avviso relativa e dipendente dalle norme culturali e contestuali.

    Evoluzione e Adattamento

    Con il continuo sviluppo delle norme sociali e della tecnologia, il significato e l’uso di “NSFW” potrebbero continuare a evolversi. L’adattamento alle mutevoli dinamiche culturali e alle nuove forme di contenuto digitale rimarrà essenziale per mantenere l’efficacia di questo avviso.

    In conclusione, l’acronimo “NSFW” ha guadagnato un posto prominente nella comunicazione online, fungendo da segnalazione per contenuti potenzialmente inappropriati o disturbanti. Tuttavia, la sua efficacia rimane soggettiva e dipendente dalle norme sociali e contestuali, richiedendo un’interpretazione sensibile e consapevole da parte degli utenti.

    Immagine di copertina: “NSFW but suitable for work”

    Il titolo “NSFW but suitable for work” suggerisce una sorta di paradosso o contraddizione, indicando che l’immagine potrebbe contenere qualcosa che normalmente è considerato “non sicuro per il lavoro” (NSFW), ma che in realtà potrebbe essere accettabile o appropriato per un ambiente lavorativo. Questa potrebbe essere una sorta di ironia o di gioco di parole, suggerendo che nonostante il contenuto possa essere considerato inappropriato per alcuni contesti, potrebbe comunque essere visualizzato o utilizzato in un contesto lavorativo senza causare problemi o offese.

  • Che cosa vuol dire metonimia (significato) – Wikicubo

    La Metonimia: tra etimologia e psicoanalisi

    Etimologia e Significato Generale:

    La parola “metonimia” deriva dal greco metà (oltre) e ònoma (nome), letteralmente “trasposizione di nome”. Essa definisce una figura retorica che consiste nell’utilizzare un termine per indicarne un altro con cui ha un rapporto di contiguità logica o spaziale. In parole semplici, la metonimia sostituisce un nome con un altro ad esso strettamente legato, creando una sovrapposizione di significati.

    Esempi di Metonimia:

    • Causa per effetto: “Bere un bicchiere” (bere il contenuto del bicchiere)
    • Contenitore per contenuto: “La pentola bolle” (l’acqua contenuta nella pentola bolle)
    • Luogo per abitante: “L’Italia ha vinto” (la squadra italiana ha vinto)
    • Autore per opera: “Ho letto Dante” (ho letto la Divina Commedia di Dante)
    • Segno per cosa significata: “Lo scettro del re” (il potere del re)

    Metonimia nella Psicoanalisi Lacaniana:

    Nella teoria psicoanalitica di Jacques Lacan, la metonimia assume un ruolo centrale nella spiegazione del funzionamento del linguaggio e dell’inconscio. Lacan sostiene che il linguaggio umano sia intrinsecamente metonimico, ovvero strutturato su una rete di significati interconnessi che si sostituiscono e si rimandano l’un l’altro.

    Secondo Lacan, questa caratteristica metonimica del linguaggio riflette la struttura dell’inconscio stesso, che si manifesta attraverso simboli e condensazioni di significati. Il desiderio inconscio, in particolare, si esprime spesso in modo metonimico, utilizzando parole e immagini che rappresentano qualcosa di diverso da ciò che significano letteralmente.

    Esempi di Metonimia:

    • “Il significante è ciò che rappresenta il soggetto nella rappresentazione dell’Altro” (il significante è metonimicamente legato al soggetto)
    • “L’inconscio è strutturato come un linguaggio” (l’inconscio si esprime attraverso la metonimia)
    • “Il sintomo è una formazione metonimica del desiderio” (il sintomo rappresenta il desiderio in modo metonimico)

    Conclusione

    La metonimia, sia come figura retorica che come concetto psicoanalitico, rappresenta un potente strumento per comprendere il linguaggio, il pensiero e il funzionamento dell’inconscio. La sua capacità di creare connessioni simboliche tra concetti apparentemente distanti ci permette di cogliere significati più profondi e di esplorare le complesse dinamiche della psiche umana.

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