Guida pratica al sesso non simulato nel cinema

Qualche anno fa Gaspar Noè aveva suggerito, in un’intervista a seguito dell’uscita di Love (un film noto per la presenza di sequenze di sesso non simulato) la propria visione sull’argomento: se si tratta di pornografia mainstream, per intenderci, l’ambiente sarà artefatto, stereotipato, e per quanto non coinvolga necessariamente la casalinga e l’idraulico non darà mai l’idea di ciò che sia il sesso sul serio. Cosa che peraltro nessuno sa, neanche psicologi come Michael Bader o psicoanalisti come Jacques Lacan sono riusciti a spiegarlo del tutto – anzi, per la psicoanalisi il sesso è una delle componenti più misteriose della vita – tantomeno ci si può aspettare che sia un film a farlo. Il sesso si fa, non si può raccontare per quello che realmente è: ognuno lo vive in una propria dimensione, in cui generalmente non sono presenti altre persone – anche perchè, come insegnano la psicoanalisi e la filosofia, la presenza di uno sguardo terzo cambia radicalmente l’essenza di ciò che accade, la sua fisicità e le sue sensazioni. Cosa che nel cinema è presente per definizione, per cui, in un certo senso, il cinema del sesso non simulato è quasi un cinema dell’impossibile.

Per quanto un film pornografico possa avere un feeling realistico (se amatoriale, ad esempio), tratta pur sempre di attrici senza ciclo e di attori che non si pongono il problema della paternità. Nulla a che vedere, insomma, con l’autentica dimensione sessuale della vita di ogni persona, insomma, il che sembra collegarsi al desiderio di controllo di ogni essere umano anche sul mondo del sesso.

Continua Noè:

Nella maggioranza delle società, che siano occidentali o meno, le persone desiderano controllare il comportamento sessuale proprio ed altrui, organizzarlo in un contesto preciso. Il sesso diventa una zona pericolosa. A volte le barriere pero’ possono venire meno, e questo spaventa tante persone. Si tratta di condizioni, stati mentali che sono in grado di controllarli, proprio come la religione.”

La domanda cardine della questione che stiamo ponendo potrebbe quindi diventare: perchè il sesso non simulato è attrattivo più di quello classicamente presente nel cinema? Ci eccita e ci stimola l’idea di vedere in “privato” – che poi è un privato reso pubblico – espressioni, stile e gemiti del nostro attore / attrice preferito/a? Con l’idea che siano stati consenzienti nel farlo, o forse no, o magari non era così diverso dal revenge porn di quelli che dilagano in rete?

La risposta non dovrebbe, in nessun caso, essere appiattita o banalizzata: anche se non dovessero valere i presupposti sociologici su cui lo basa Noè, si potrebbe affermare che la rappresentazione non simulata resta aprioristicamente più eccitante di quella simulata, che spesso risulta poco coinvolgente / poco funzionale alla storia. In Dogtooth di Lanthimos, ad esempio, le note sequenze di sesso non simulato favoriscono l’idea di una freddezza e una disumanizzazione che rafforza la narrazione (la storia è quella di un padre e una madre iperprotettivi che tengono tre figli relegati in casa). In Ecco l’impero dei sensi di servono a dare la misura di una sessualità come dimensione nevrotica e, a suo modo, al limite della psicosi.  Si potrà comunque sostenere, in ogni caso, che si tratti di voyeurismo o che queste scene siano funzionali solo al godimento, ma non si può negare in nessun caso come il sesso rimanga l’ingrediente più potenzialmente rivoluzionario che si possa vedere sullo schermo, ancora oggi, forse soprattutto negli ambiti della sessualità non eteronormativa.

Secondo una statistica esistono circa trecento film non pornografici che contengono scene di sesso non simulato. Molti di questi sono usciti per il mercato home video, ad esempio come finti sequel di film celebri (è il caso, ad esempio, di 8mm 2 di J. S. Cardone, che include masturbazione, sesso orale, sesso di gruppo autentici), altre come film disponibili in versione hardcore e softcore. In alcuni casi si tratta di versioni destinate a mercati di alcune nazioni specifiche, in tempi in cui si usavano gli inframezzi pornografici per attrarre il pubblico: pare che sia il caso di alcune versioni de Una lucertola con la pelle di donna, usciti come Les salopes vont en enfer e Le venin de la peur. Innumerevoli registi si sono serviti, inoltre, di comparse e attori pornografici per girare quelle scene, a volte all’insaputa degli attori ufficiali, e la saga Emanuelle presenta vari casi del genere.

Anche vari film di Jess Franco contengono inserti del genere, ad esempio ne Una vergine tra i morti viventi, Mondo Erotico, La Comtesse pervers, Die Marquise von Sade. Il film Antichrist di Lars von Trier fa uso di controfigure nelle scene di sesso non simulato, tra cui quella celebre dell’amplesso. Baise-moi – Scopami di Coralie Trinh Thi e Virginie Despentes, tratto dal romanzo omonimo, prevede anch’esso sesso non simulato in alcune sequenze. Io, Caligola, il film maledetto rinnegato da Tinto Brass, contiene scene del genere girate da Bob Guccione. Anche un regista come Jean-Claude Brisseau ha più volte presentato scene di sesso non simulato all’interno di suoi film (Choses secrètes, Il potere dei sensi).

Nel cinema d’autore è impossibile non citare Diavolo in corpo di Marco Bellocchio, in cui è presente una fellatio non simulata che venne improvvisata sul set, suggerita a quanto pare da un collaboratore del regista (lo psicoanalista Massimo Fagioli). La collaborazione a quanto risulta venne dichiarata addirittura come “nefasta” in una celebre intervista, in quanto malvista dal produttore Leo Pescarolo. Il film presente questa scena esplicita che fu frutto di improvvisazione e di totale immedesimazione nel personaggio da parte di Maruschka Detmers con il coprotagonista Federico Pitzalis. All’interno di James Joyce’s Women di Michael Pearce, un film ispirato all’Ulisse di Joyce, è presenta una scena di masturbazione (a quanto pare non simulata) da parte di Fionnula Flanagan.

Chiaramente la lista non finisce qui, e andrebbero listate le innumerevoli quantità di film softcore con inserti hardcore, di film erotici e pornografici più o meno ufficiali e/o dichiarati, ma quello che ci interessava sottolineare è la varietà dell’offerta che è stata presentata negli anni, con la costante di stuzzicare i desideri inconsci, nascosti o (in)consapevoli dello spettatore il quale, anche solo per scandalizzarsi un po’, mai sembra essersi sottratto dal piacere di sbirciare.

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