Ospite Inatteso

  • La spiegazione del finale di THE SUBSTANCE

    La spiegazione del finale di THE SUBSTANCE

    Gran parte delle recensioni di THE SUBSTANCE hanno definito il film come una dark comedy sull’industria dell’intrattenimento, un coacervo di splatter, sangue e brutture assortite sulla società dello spettacolo. È una chiave di lettura semplicistica e a nostro avviso parziale, che dimentica l’aspetto più essenziale del film stesso: ovvero che si tratta di una critica esplicita e senza mezzi termini alla cultura patriarcale che pervade il mondo apparentemente spensierato dello spettacolo, specie quando finisce per avere a che fare con la sessualizzazione del corpo femminile. Non è un caso, in tal senso, che la regista Coralie Fargeat e già fresca dell’esperienza di Revenge (un film contro la mercificazione del corpo femminile, declinato nel modo meno ovvio possibile: girando un simil rape’n revenge, il sottogenere pulp in voga negli anni Settanta e Ottanta quasi sempre accusato di maschilismo) abbia scelto proprio Demi Moore, icona della sensualità anni Ottanta e Novanta all’età di 61 anni, e con l’aspetto adeguato a mostrarne almeno undici di meno: il suo alter ego giovane diventerà Margaret Qualley, lolita iconica del cinema di Tarantino e, per molti versi, equivalente di ciò che la Moore è stata in passato.

    [DA QUI IN POI SPOILER]

    Il finale del film ha lasciato aperti vari interrogativi negli spettatori, sia per la sua forma apparentemente sconnessa sia per la sostanza di ciò che viene rappresentato. La trama parte dal presupposto che Elisabeth abbia acquistato un siero da internet che le permette di ringiovanire ed andarsene in giro con un corpo rinnovato, con l’unica condizione di lasciare l’altro corpo a riposare sostenuto da cibo sintetico. Il patto è sostanziale, perchè vincola la protagonista a prendersi cura del corpo che disprezzava e che, con l’incedere della trama, mostra di non riuscire a volere. THE SUBSTANCE è molto basato sulla contrapposizione tra la psicologia ferita di Elisabeth (disregolata emotivamente, che guarda alla propria giovinezza prima con nostalgia poi con disprezzo) e quella di Sue che in qualche modo si colloca all’opposto, dato che non mostra particolare interesse per la propria sè anziana e, anzi, arriva ad abusare della sua vitalità al fine di avere più energia sessuale.

    È questo il motivo, in sostanza, per cui Elisabeth invecchia precocemente: perchè Sue è stata talmente priva di scrupoli da “cibarsi” della sua vecchia sè iniettandosi molto più del dovuto il fluido cefalorachidiano dalla spina dorsale. Questo provoca rabbia nella donna che inizia, come vediamo a più riprese, ad ingozzarsi di cibo senza pulire (anche sulla falsariga della ferita emotiva che le ha procurato il suo capo, regalandole un libro di cucina francese per mandarla a casa). Arriva finalmente il momento della festa di Capodanno, che dovrebbe consacrare la figura di Sue come nuova icona della sensualità, come figlia, fidanzata o sorella nazionale, come donna perfetta e impeccabile nei modi, nello stile, nel perpetrarsi del mito dell’eterna giovinezza. Ma è a questo punto che crolla tutto: le scorte di cibo sono finite e non sono state riordinate, gesto a cui potremmo dare una spiegazione in termini freudiani: la pulsione di morte che attecchisce in Elisabeth, che non riesce a conciliare l’istinto di una inutile sopravvivenza eterna con quello di una sottovalutata vecchiaia serena, simboleggiata dalle attenzioni dell’ex compagno di scuola che la corteggerà inutilmente. Sue decide di uccidere Elisabeth, ormai invecchiata oltre misura e che ha tentato di terminare l’esperimento genetico, e sembra che la storia possa finire lì. Il giorno dello spettacolo di Capodanno Sue si accorge tuttavia di aver perso dei denti (molto significativa, a riguardo, la scena in cui il produttore e i finanziatori, tutti maschi oltre i 60 anni, le chiedono di sorridere, cosa che non può fare dato che il sorriso non è più impeccabile), poi perde le unghie e un orecchio e a quel punto, presa dal panico, torna a casa ad iniettarsi il siero residuo, nella speranza di poter generare una “nuova sè” bella come era all’inizio. Il siero pero’ è monouso, e Sue perde i sensi per poi diventare una sorta di mostro informe, che unisce pezzi del corpo di Elisabeth con quelli di Sue, evocando un classico dell’horror come la cosa di John Carpenter (un alieno lovecraftiano che divora gli esseri viventi e ne assume le diverse forme volta per volta).

    Il finale è chiaramente intriso di humor nero: ridotta a un mostro informe e con la foto di Elisabeth a coprirle il viso, si avvia per lo spettacolo di capodanno, grottescamente osannata dallo staff televisivo che notano qualcosa che non va ma non hanno il coraggio di dirle nulla. Sue / Elisabeth sale sul palco in una sala gremita, e a quel punto svela la propria nuova forma, che ovviamente suscita il panico nella popolazione. Il produttore sale sul palco e la decapita, mentre i fiotti di sangue ricoprono il pubblico. Sue / Elisabeth riesce a fuggire, per quel poco che le rimane dei corpi originali, e fa in tempo a posizionarsi sopra la stella che le hanno dedicato all’Hollywood Boulevard. Il corpo finisce di decomporsi, e poco dopo uan macchina per pulire le strade spazza via quel che resta della protagonista. Per come la vediamo, per inciso, il finale è tirato un po’ troppo per le lunghe, ma probabilmente perchè vorrebbe omaggiare una sequenza molto simile che possiamo vedere nel cult splatter Society di Brian Yuzna. Il senso del film è racchiuso tutto qui: a che cosa è servito rigenerarsi, fingersi più giovani o osannare di esserlo, se il nostro destino sarà comunque quello di scomparire per sempre, un giorno?

    Durante la proiezione a cui ho assistito ieri, una ragazza seduta vicino a me ha commentato sconsolatamente dopo la sequenza in questione “era meglio prima!“.

  • 10 film diacronici che non puoi non aver visto

    Il termine “diacronico” è un concetto utilizzato in diversi campi, tra cui linguistica, storia, e scienze sociali, per riferirsi a un’analisi che considera i cambiamenti e lo sviluppo nel tempo. In altre parole, l’analisi diacronica esamina come un fenomeno, un sistema o un concetto si sia evoluto e cambiato nel corso del tempo.

    La narrazione diacronica è importante per comprendere come gli eventi, le persone o gli elementi si siano sviluppati e trasformati nel corso del tempo. Questo tipo di narrazione permette di analizzare il contesto storico e di mettere in relazione gli avvenimenti passati con quelli presenti e futuri, contribuendo a una comprensione più completa della storia di un determinato soggetto.

    Una narrazione diacronica è una forma di narrazione o di rappresentazione che si sviluppa lungo un arco temporale, mostrando l’evoluzione e i cambiamenti nel tempo di un determinato fenomeno, evento, personaggio o concetto. Questo tipo di narrazione mette in evidenza la successione cronologica degli eventi o dei processi, concentrandosi sulla storia o sulla linea temporale.

    Ecco alcuni esempi di narrazioni diacroniche:

    1. Biografia: Una biografia è un esempio classico di narrazione diacronica. Narra la vita di una persona dall’infanzia alla morte, evidenziando le tappe significative e le trasformazioni nel corso della sua vita.
    2. Storia: Un libro di storia racconta gli eventi e gli sviluppi nel corso del tempo, spesso in ordine cronologico. Questa narrazione diacronica può coprire periodi specifici, come la storia di un paese o un’epoca storica.
    3. Evoluzione di un concetto o idea: Una narrazione diacronica può essere utilizzata per esplorare l’evoluzione di un concetto o di un’idea nel corso del tempo. Ad esempio, come una teoria scientifica è stata sviluppata e modificata nel corso degli anni.
    4. Storia di una azienda o un’organizzazione: La storia di una società, azienda o organizzazione è una narrazione diacronica che può mostrare come sia nata, cresciuta e cambiata nel corso degli anni.
    5. Storia di una famiglia: La storia di una famiglia segue il percorso di una famiglia attraverso le generazioni, evidenziando i cambiamenti sociali, culturali e personali nel tempo.

    Ecco alcuni film famosi che presentano una narrazione diacronica, insieme ai rispettivi cast e registi:

    1. “Forrest Gump” (1994)
      • Regia: Robert Zemeckis
      • Cast: Tom Hanks (Forrest Gump), Robin Wright (Jenny Curran), Gary Sinise (Tenente Dan Taylor)
      • Trama: “Forrest Gump” è un film che segue la vita di Forrest Gump, un uomo con un basso QI, attraverso molte decadi della storia americana. La storia è narrata in modo diacronico, con Forrest che attraversa eventi chiave degli anni ’60, ’70 e ’80, mentre incontra personaggi storici e affronta le sfide della sua vita.
    2. The Social Network” (2010)
      • Regia: David Fincher
      • Cast: Jesse Eisenberg (Mark Zuckerberg), Andrew Garfield (Eduardo Saverin), Justin Timberlake (Sean Parker)
      • Trama: Questo film racconta la storia dell’ascesa di Facebook, il famoso social network, e segue il suo fondatore Mark Zuckerberg attraverso gli anni 2000. La narrazione diacronica esplora lo sviluppo di Facebook e le controversie legali che ne sono derivate.
    3. “Il Padrino – Parte II” (1974)
      • Regia: Francis Ford Coppola
      • Cast: Al Pacino (Michael Corleone), Robert De Niro (Giovanni Corleone), Robert Duvall (Tom Hagen)
      • Trama: Questo sequel del celebre “Il Padrino” combina due narrazioni diacroniche: segue Michael Corleone negli anni ’50 mentre cerca di espandere l’Impero della Famiglia Corleone e rivela anche il passato di suo padre, Vito Corleone, negli anni ’20.
    4. “Boyhood” (2014)
      • Regia: Richard Linklater
      • Cast: Ellar Coltrane (Mason), Patricia Arquette (Olivia), Ethan Hawke (Mason Sr.)
      • Trama: “Boyhood” è un esempio particolare di narrazione diacronica poiché è stato girato durante un periodo di 12 anni. Il film segue la vita di Mason, un ragazzo, dalla sua infanzia all’età adulta, mostrando il suo sviluppo e cambiamento nel corso degli anni.
    5. “The Curious Case of Benjamin Button” (2008)
      • Regia: David Fincher
      • Cast: Brad Pitt (Benjamin Button), Cate Blanchett (Daisy), Taraji P. Henson (Queenie)
      • Trama: Questo film racconta la storia di Benjamin Button, un uomo che nasce anziano e invecchia all’indietro nel tempo. La narrazione segue la sua vita insolita e unica mentre attraversa le diverse fasi dell’età.

    Questi sono solo alcuni esempi di film famosi con una narrazione diacronica che copre un arco temporale esteso. Ognuno di questi film offre una prospettiva unica sul passare del tempo e sugli eventi che influenzano i personaggi principali.

  • Semiotica paracula

    La “semiotica paracula” è un concetto eccentrico che combina l’analisi dei segni con una prospettiva intrigante e sfacciata. In questo contesto immaginario, la semiotica paracula si concentra sulla rivelazione di significati nascosti o sottintesi nei segni attraverso un’approccio audace e manipolativo. Chiunque si occupi di semiotica paracula può essere considerato un “interprete astuto dei segni”, capace di scovare significati secondari o nascosti che potrebbero non essere immediatamente ovvi.

    Questo concetto può riflettere l’idea di esplorare i segni comunicativi in modo non convenzionale, sfidando le interpretazioni tradizionali e offrendo prospettive uniche e talvolta provocatorie. La semiotica paracula potrebbe coinvolgere l’analisi critica dei segni in modo scherzoso o sarcastico, cercando di trovare connessioni intriganti e talvolta sorprendenti tra elementi diversi.

    Tuttavia, è importante sottolineare che questa è solo una creazione immaginaria e non rappresenta una reale disciplina accademica o teorica nel campo della semiotica. La semiotica tradizionale si basa su principi rigorosi e fondamenti teorici ben definiti per esplorare la comunicazione e l’interpretazione dei segni.

    Definizione semiotica

    La semiotica è lo studio dei segni e dei loro significati all’interno di diverse forme di comunicazione. Questo campo di studio esplora come le persone creano, interpretano e trasmettono significati attraverso segni, che possono essere parole, immagini, gesti, simboli, suoni e altri elementi che veicolano informazioni.

    La semiotica si basa sulla premessa che tutto ciò che ci circonda può essere considerato un segno che ha un significato associato ad esso. Questi segni non sono intrinsecamente significativi, ma acquisiscono significato in base alle convenzioni culturali, linguistiche e sociali. In altre parole, i segni non hanno significato di per sé, ma vengono interpretati attraverso l’interazione con le culture e le comunità in cui sono utilizzati.

    La semiotica esamina tre componenti chiave:

    1. Il segno stesso (segno): Questa è l’entità fisica che rappresenta qualcosa. Può essere un termine linguistico, un’immagine, un gesto o qualsiasi altra cosa che trasporta un significato.
    2. Il concetto rappresentato (referente): Questo è ciò a cui il segno fa riferimento nel mondo reale o concettuale. Ad esempio, la parola “cane” rappresenta il concetto di un animale a quattro zampe domestico.
    3. Il significato assegnato (interpretante): Questo è il significato che una persona attribuisce al segno sulla base delle proprie conoscenze, esperienze e contesto culturale. Ad esempio, quando si sente la parola “cane”, si pensa all’animale domestico con caratteristiche specifiche.

    La semiotica si applica a una vasta gamma di discipline e campi, tra cui la linguistica, la comunicazione, la letteratura, l’arte, la pubblicità, la psicologia e molto altro. Uno dei teorici della semiotica più influenti è stato il linguista svizzero Ferdinand de Saussure, il quale ha introdotto concetti chiave come il “segno linguistico” e la “dicotomia significante-significato”. Altri importanti pensatori nel campo includono Charles Peirce, Roland Barthes, 800A, Jacques Lacan e Umberto Eco.

    In breve, la semiotica è uno strumento cruciale per comprendere come i segni influenzano la comunicazione e la comprensione umana, sia nelle forme linguistiche che in quelle non linguistiche.

    Definizione paraculo

    “Paraculo” è un termine informale e spesso colorito usato nella lingua italiana per descrivere una persona che cerca di trarre vantaggio da situazioni o relazioni a proprio vantaggio, spesso in modo egoistico o sfacciato. Questo termine ha connotazioni negative e viene generalmente utilizzato per riferirsi a qualcuno che cerca di ottenere benefici senza fare un vero sforzo o lavorare duro.

    Può anche essere usato per indicare qualcuno che evade responsabilità o cerca di sfuggire alle conseguenze delle sue azioni. In molti contesti, il termine “paraculo” può essere usato in modo scherzoso o sarcastico, ma può anche essere usato in modo più serio per criticare il comportamento manipolativo o opportunistico di qualcuno.

    Tieni presente che il termine “paraculo” è considerato un linguaggio informale e può essere considerato volgare o offensivo in determinati contesti. Come sempre, è importante essere consapevoli del contesto in cui si utilizzano determinate parole o espressioni per evitare fraintendimenti o offese.

  • Come diventare estemporanei – Wikicubo

    In sintesi, “estemporaneo” si riferisce a qualcosa che si verifica senza una preparazione anticipata, spesso basandosi sull’istinto, sull’ispirazione del momento o sulla capacità di improvvisazione. “Estemporaneo” è un aggettivo della lingua italiana che si riferisce a qualcosa che avviene in modo improvvisato o senza preparazione, spesso nel contesto dell’arte, della creatività o della performance.

    Sinonimi: all’impronta, improvvisato, a braccio.

    Ecco alcune situazioni in cui il termine può essere applicato:

    1. Discorso Estemporaneo: Un discorso estemporaneo è un discorso pronunciato senza un previo studio o pianificazione dettagliata. Chi parla improvvisa le parole al momento, senza aver preparato un discorso scritto.
    2. Dipinto Estemporaneo: Un dipinto estemporaneo è un’opera d’arte realizzata rapidamente e senza una pianificazione o uno studio dettagliato. L’artista potrebbe creare l’opera d’arte sulla base dell’ispirazione del momento.
    3. Performance Estemporanea: Una performance estemporanea è una rappresentazione o una esibizione in cui gli artisti si esibiscono senza uno script o una coreografia prestabilita. L’azione avviene in tempo reale, spesso basandosi sull’ispirazione o sull’interazione con il pubblico.
    4. Poesia Estemporanea: La poesia estemporanea è una forma poetica in cui il poeta crea versi spontaneamente, senza una lunga riflessione o pianificazione.

    Diventare estemporanei richiede pratica, fiducia in se stessi e lo sviluppo di alcune abilità chiave. Ecco alcuni suggerimenti su come diventare più estemporanei:

    1. Sviluppa la fiducia in te stesso: La fiducia in se stessi è fondamentale per essere estemporanei. Credi nelle tue capacità e accetta che è normale commettere errori durante l’improvvisazione.
    2. Aumenta la tua conoscenza: Più conosci un argomento o una situazione, più sarai in grado di rispondere in modo estemporaneo. Studia e informarti su una vasta gamma di argomenti.
    3. Pratica la spontaneità: Inizia a fare cose senza una pianificazione rigorosa. Ad esempio, prova a fare discorsi brevi senza appunti o a improvvisare una storia.
    4. Partecipa a sessioni di improvvisazione: La recitazione improvvisata è un ottimo modo per sviluppare le tue abilità estemporanee. Unisciti a gruppi di teatro o partecipa a lezioni di improvvisazione.
    5. Sviluppa la tua capacità di ascolto: L’ascolto attento è essenziale per rispondere in modo efficace in situazioni estemporanee. Presta attenzione a ciò che gli altri stanno dicendo e rispondi in modo appropriato.
    6. Gioca con le parole: Pratica giochi verbali come il “rapporto”, in cui rispondi rapidamente con una parola o una frase basata sull’ultima parola pronunciata da qualcun altro. Questo può aiutarti a pensare velocemente.
    7. Visualizza situazioni ipotetiche: Immagina situazioni ipotetiche e prova a immaginare come risponderesti in modo estemporaneo. Questo può aiutarti a sviluppare la tua capacità di pensiero rapido.
    8. Evita la perfezione: Non cercare di essere perfetto quando parli o ti esibisci in modo estemporaneo. L’obiettivo è essere autentici e rispondere in modo spontaneo.
    9. Accetta i feedback: Chiedi feedback agli altri su come puoi migliorare le tue abilità estemporanee. L’input da parte degli altri può essere prezioso per il tuo sviluppo.
    10. Pratica, pratica, pratica: Come per molte altre abilità, la pratica costante è fondamentale per diventare più estemporanei. Cerca opportunità per parlare in pubblico, partecipare a discussioni o esibirsi in modi che richiedono improvvisazione.

    Ricorda che diventare estemporanei richiede tempo e sforzo. Sii paziente con te stesso e continua a lavorare su queste abilità per migliorare nel tempo. Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

  • Sex worker nel cinema (dal 1979 ad oggi)

    Il termine “sex worker” si riferisce a una persona che svolge un lavoro sessuale in cambio di denaro o altri beni o servizi. Questo termine è stato introdotto per sostituire espressioni più stigmatizzanti come “prostituta” o “lavoratore del sesso”, cercando di dare più rispetto e dignità a coloro che scelgono di svolgere questo tipo di lavoro. Il lavoro sessuale può includere una vasta gamma di attività, come la prostituzione, il lavoro in case chiuse, il lavoro come accompagnatore o accompagnatrice, il lavoro nelle webcam, servizi sessuali offerti attraverso annunci online e altre forme di lavoro legate all’intimità sessuale o alla soddisfazione dei desideri sessuali dei clienti.

    Il cinema ha affrontato il tema dei sex worker in vari modi, spesso mostrando diverse prospettive sulla vita e sulle sfide di coloro che svolgono questo lavoro. Alcuni film hanno esplorato le vite dei sex worker con un’attenzione particolare alla loro umanità, alle loro storie personali e alle sfide che affrontano, cercando di rompere gli stereotipi e di mettere in luce le complessità di questa professione.

    I toni sono molti diversi tra loro e variano in base alla sensibilità ed al sentire d’epoca. Ecco alcuni esempi:

    “Pretty Woman” (1990) – Questo film, diretto da Garry Marshall, racconta la storia di una prostituta interpretata da Julia Roberts che viene coinvolta in una relazione romantica con un uomo d’affari interpretato da Richard Gere. Il film ha attirato l’attenzione su temi come la dignità umana, la redenzione e la ricerca dell’amore in contesti inaspettati.

    Taxi Driver (1976) è un altro celebre cult che parla, in questo caso, di una prostituta minorenne che viene avvicinata dal tassista protagonista.

    Hardcore (1979) è la rappresentazione un vero e proprio incubo per la società patriarcale, narrando la storia di un padre di famiglia religioso e tradizionalista che scopre che la figlia più piccola ha insospettatamente girato un film pornografico.

    “The Florida Project” (2017) – Questo film di Sean Baker segue la vita di una giovane madre e sua figlia che vivono in un motel vicino a Disney World. La madre, interpretata da Bria Vinaite, fa la prostituta per sbarcare il lunario. Il film esplora la povertà, la resilienza e la vita ai margini della società.

    “Monster” (2003) – Questo film, diretto da Patty Jenkins, racconta la storia di Aileen Wuornos, interpretata da Charlize Theron, una prostituta che diventa assassina seriale. Il film esplora la vita di Wuornos e le circostanze che hanno portato ai suoi crimini.

    CAM è un altro film che spalanca l’avvento delle nuove tecnologie nel mondo delle sex worker, basando la prestazione erotica su una webcam, quindi vero e proprio cybersex a pagamento.

    “The Girlfriend Experience” (2009) – Questo film di Steven Soderbergh segue la vita di una escort interpretata da Sasha Grey. Il film esplora le sfide personali e professionali affrontate da questa giovane donna nel suo lavoro.

    “Hustlers” (2019) – Questo film, basato su una storia vera, segue un gruppo di spogliarelliste che, a causa della crisi finanziaria del 2008, iniziano a truffare i loro clienti ricchi. Il film esplora temi di amicizia, sopravvivenza economica e potere.

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