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  • Gioielli da uomo, alcuni consigli utili su come indossarli

    Gioielli da uomo, alcuni consigli utili su come indossarli

    Quando si parla di gioielli si fa sempre e comunque riferimento a un vero e proprio status symbol. Si tratta di un elemento che permette di trasmettere sensazioni ed emozioni senza la necessità di utilizzare le parole. Indossare dei gioielli, infatti, vuol dire anche mettere adeguatamente in risalto la propria personalità e il proprio carattere, senza la paura di mostrarsi per quello che si è veramente.

    Per questo non deve stupire come i bijoux siano dei prodotti sempre più diffusi, non solo tra le donne. Ad esempio, un anello uomo rappresenta ormai qualcosa che si nota sempre più di frequente, visto che si indossano sia nella sfera privata che in ambito professionale e lavorativo. Ad ogni modo, è giusto mettere in evidenza come la scelta di un gioiello non è mai così banale e scontata come si potrebbe pensare.

    Quali sono i gioielli da uomo più diffusi

    Diamo uno sguardo a quelle che sono inizialmente le tipologie di gioielli da uomo che vengono indossati più di frequente. Si tratta degli anelli, delle collane e dei bracciali.

    I bracciali. Nel caso dei bracciali, bisogna sottolineare come in realtà si tratta di elementi che fanno parte della moda fin dai tempi antichi. Basti pensare che gli stessi uomini preistorici cominciarono a indossare bracciali fatti di conchiglie e ossa con l’intento di allontanare gli spiriti maligni.

    Diamo uno sguardo ora a qualche suggerimento utile su come si dovrebbero indossare dei bracciali preziosi da uomo. Visto che in commercio ce ne sono tantissime tipologie differenti, serve idealmente comprare dei modelli che siano in grado di abbinarsi alla perfezione agli altri gioielli che si hanno già a disposizione, così come ai vari capi d’abbigliamento con cui indossarli. Ci sono anche alcuni errori che vanno evitati il più possibile. Ad esempio, se avete intenzione di indossare non uno, ma diversi bracciali, il consiglio migliore da seguire è quello di evitare gli eccessi, perché è facile risultare esagerati e non molto eleganti.

    Le collane. Anche in questo caso, bisogna tornare davvero lontano nel tempo per poter ritrovare le origini delle collane da uomini. Si tratta del periodo etrusco, grazie all’opera instancabile e certosina di quelli che si possono definire i veri e propri antenati degli attuali orafi e mastri artigiani italiani. Le prime differenze, però, tra collane da uomo e collane da donna si hanno solamente a partire dal Medioevo.

    Indossare una collana non è così banale e semplice come si potrebbe pensare. Uno dei migliori suggerimenti da seguire più di frequente è quello di optare per dei modelli minimalisti, che si possono comodamente indossare non solamente sotto, ma anche sopra una maglietta, piuttosto che una camicia o, perché no, anche con una felpa. Dal punto di vista della lunghezza, un altro aspetto da ricordare è che una collana da uomo non deve mai andare oltre la parte centrale del torace, evitando al contempo che possa risultare eccessivamente stretta piuttosto che troppo aderente al collo. Tra gli errori da evitare in relazione alle collane da uomo c’è senz’altro quella di non osare in maniera eccessiva. Insomma, serve essere minimali, ma d’altro canto non si può e non si deve mai rinunciare alla propria personalità.

    Gli anelli. Gli anelli erano indossati dagli uomini nelle epoche antiche molto più di frequente rispetto a quello che avviene oggigiorno. Il motivo è anche di carattere sociale e politico, dal momento che un tempo indossare degli anelli veniva identificato come un simbolo di appartenenza a una casata o una nobile famiglia. Al giorno d’oggi, invece, nella gran parte dei casi, l’anello viene indossato da un uomo come simbolo del matrimonio celebrato in precedenza.

  • Cos’è un sillogismo?

    Un sillogismo è un tipo di ragionamento deduttivo che si compone di due proposizioni o premesse seguite da una conclusione.

    Origine della parola sillogismo

    L’etimo del termine “sillogismo” può essere ricondotto al greco antico. La parola “sillogismo” deriva dal termine greco “syllogismos,” che è composto da due componenti:

    1. “Syn,” che significa “insieme” o “con.”
    2. “Logismos,” che deriva da “logos,” che può essere tradotto come “ragionamento” o “discorso.”

    Quindi, “sillogismo” letteralmente significa “un ragionamento insieme” o “un ragionamento congiunto.” Questo termine è stato usato inizialmente dai filosofi greci antichi, in particolare da Aristotele, per descrivere una forma di ragionamento deduttivo in cui si traggono conclusioni da due premesse connesse in modo logico. Il concetto di sillogismo è stato fondamentale nello sviluppo della logica e della filosofia occidentale.

    Esempio di sillogismo

    Questo è un esempio classico di come funziona un sillogismo:

    1. Tutti gli uomini sono mortali. (Prima premessa)
    2. Socrate è un uomo. (Seconda premessa)
    3. Quindi, Socrate è mortale. (Conclusione)

    In un sillogismo, le due premesse sono formulate in modo tale da condurre logicamente alla conclusione. Le premesse sono di solito dichiarazioni generali o affermazioni che sono accettate come vere, e la conclusione è una conseguenza logica di queste premesse.

    I sillogismi sono spesso utilizzati per dimostrare o chiarire argomenti logici. Tuttavia, è importante notare che un sillogismo può essere valido o invalido a seconda della validità della struttura logica. Nel caso sopra riportato, il sillogismo è valido perché la conclusione segue logicamente dalle premesse. Tuttavia, se le premesse fossero state formulate in modo diverso, il sillogismo potrebbe essere diventato invalido.

    I sillogismi infatti si basano su premesse e conclusioni ben formulate e non coinvolgono tipicamente l’auto-riferimento o l’autocontraddizione. Il paradosso del mentitore è più un problema filosofico e logico che riguarda la natura della verità e dell’auto-riferimento, e non si adatta facilmente a una struttura di sillogismo standard. Il paradosso del mentitore è un celebre paradosso logico che coinvolge affermazioni autoreferenziali, cioè affermazioni che fanno riferimento a se stesse in modo autocontraddittorio. Uno dei più noti esempi del paradosso del mentitore è la seguente affermazione:

    “Questa affermazione è falsa.”

    Se consideriamo questa affermazione come vera, allora deve essere falsa, perché dichiara di essere falsa. Ma se la consideriamo falsa, allora deve essere vera, perché dice che è falsa.

    Questo paradosso solleva questioni fondamentali sulla verità e l’auto-riferimento e mette in evidenza le limitazioni della logica classica. Tuttavia, il paradosso del mentitore non si presta facilmente a un’analisi sillogistica tradizionale, poiché coinvolge una forma di autocontraddizione che è difficile da trattare in un contesto sillogistico.

  • Il fascino dell’eclettismo: origine ed essenza del medley

    Il termine “medley” ha origini affascinanti che risalgono alla lingua inglese e che riflettono la ricchezza dell’esperienza umana nel miscelare, combinare e reinterpretare. La parola “medley” deriva dal francese antico “méler”, che significa “mescolare”. Attraverso il tempo, il concetto di medley è stato adottato e adattato in varie lingue, diventando un elemento cruciale nella musica e oltre.

    Etimologia del Medley: Un Incontro di Tradizioni Linguistiche

    Il termine ha fatto il suo ingresso nella lingua inglese nel XV secolo, portando con sé la connotazione di un miscuglio o una combinazione di cose diverse. L’uso originario riguardava spesso la miscelazione di ingredienti culinari, ma ben presto si estese al mondo della musica.

    L’Essenza del Medley nella Musica: Un’Armonia di Diversità

    In campo musicale, un medley è una composizione che unisce diverse melodie, spesso tratte da brani separati, in un’unica esecuzione continua. Questo stile permette agli artisti di navigare tra generi, epoche e tonalità senza interruzioni nette, creando una narrazione sonora ricca e coinvolgente.

    il medley rappresenta un’espressione artistica unica che celebra la diversità, la versatilità e l’abilità di unire elementi eterogenei in un’armoniosa fusione. Questo connubio di melodie e stili è diventato una forma d’arte a sé stante, dimostrando il potere della musica nel trasformare la varietà in un’unica esperienza coinvolgente.

    10 Esempi di Medley Celebri: Quando le Melodie si Intrecciano

    1. “Golden Slumbers/Carry That Weight/The End” – The Beatles: Questo medley è tratto dall’album “Abbey Road” e combina tre diverse tracce in un’epica conclusione.
    2. “Love to Love You Baby/I Feel Love” – Donna Summer: Un medley disco che ha catturato l’essenza degli anni ’70.
    3. “Bohemian Rhapsody” – Queen: Questo capolavoro è spesso considerato un insieme di medley in sé, dato il suo passaggio attraverso diverse sezioni musicali.
    4. “Suite: Judy Blue Eyes” – Crosby, Stills & Nash: Questa epica canzone incorpora diverse parti che fluiscono insieme in modo armonioso.
    5. “The Trial” – Pink Floyd: All’interno dell’album “The Wall”, “The Trial” è un medley di varie stili musicali che rappresentano il processo del protagonista.
    6. “Stan” – Eminem (feat. Dido): Incorpora campionamenti del brano “Thank You” di Dido, creando un medley di rap e pop.
    7. “Golden Years/Fame” – David Bowie: Un medley che unisce due brani iconici dell’artista.
    8. “Suite: Mad Hatter” – Elton John: Questo medley presenta una combinazione di melodie e stili musicali diversi.
    9. “Symphony of Destruction/Psychotron” – Megadeth: Un medley metallico che fonde due brani della band in un’unica esecuzione.
    10. “Summer ’68” – Pink Floyd: Un esempio di come il gruppo britannico abbia spesso adottato l’approccio del medley nelle loro composizioni.

     

  • Sul paradosso della tolleranza

    Il paradosso della tolleranza emerge nello studio delle decisioni, proposto da Karl Popper nel 1945. Afferma che una comunità troppo tollerante è destinata a essere distorta e governata dalle frange intolleranti interne. Popper giunge a una conclusione paradossale: per preservare la tolleranza in una società aperta, è necessario essere intolleranti verso l’intolleranza stessa.

    Paradosso libertà: libertà, priva freni, ingrassa vincoli, fa forti prepotenti su deboli. Ma il paradosso tolleranza: tolleranza totale, tolleranza per l’intolleranza. Estendere tolleranza a intolleranti, scelte: fermarli se attaccano tolleranti. Se si frappone ragionamento, bene; ma se pugni e pistole chiamano, hai il diritto di opporti. Tolleranza richiede resistenza agli intolleranti, sempre e comunque.

    Personaggio A: Sai, ho letto Popper sull’apertura della società e la tolleranza. Dice che non possiamo tollerare l’intolleranza illimitata, altrimenti distrugge la stessa tolleranza.

    Personaggio B: Ah, sì? Quindi, dobbiamo essere intolleranti con gli intolleranti?

    Personaggio A: Esattamente. Se lasciamo che gli intolleranti abbiano carta bianca, finirebbero per soffocare ogni voce di tolleranza. È un po’ paradossale, ma ha senso.

    Personaggio B: Quindi, per mantenere la società aperta, dobbiamo chiudere la porta agli intolleranti?

    Personaggio A: In un certo senso, sì. Dobbiamo tracciare una linea tra chi rispetta la tolleranza reciproca e chi invece vuole distruggerla. Non è facile, ma è necessario per preservare l’apertura stessa.

    Il paradosso della libertà sostiene che l’assenza di controllo porta a un eccesso di restrizione, con i potenti che schiavizzano i docili. Platone già esponeva quest’idea in modo diverso. Un altro paradosso, meno noto, riguarda la tolleranza: se tolleriamo l’intollerante, la tolleranza scompare. Estendere la tolleranza illimitata agli intolleranti distrugge i tolleranti. Non dico di sopprimere sempre visioni intolleranti con la forza, ma dobbiamo difendere la tolleranza. Se l’intollerante attacca, dobbiamo rispondere, perché difendere la tolleranza è essenziale.

    Personaggio B: Ecco a cosa ci porta la tolleranza senza limiti, quindi. Ironico, no?

    Personaggio A: Proprio così. La tolleranza non può essere ingenua. Deve difendersi per poter sopravvivere.

    Dovremmo tollerare gli intolleranti?

    No.

    La prossima volta che vi diranno che c’è troppa libertà al giorno d’oggi, sapete cosa fare!

  • Parafilia

    Il termine “parafilia” deriva dal greco “para”, che significa “vicino a” o “diverso”, e “philos”, che significa “amore”. Si riferisce a un insieme di comportamenti sessuali atipici o devianti, che possono coinvolgere fantasie, impulsi o attività sessuali che differiscono dalle norme culturali o sociali. Le parafilie coinvolgono spesso oggetti, situazioni o atti che non sono parte delle esperienze sessuali tradizionali.

    Spiegazione parafilie

    La spiegazione psicoanalitica delle parafilie si basa sulle teorie sviluppate da Sigmund Freud e dalla psicoanalisi, che cercano di comprendere il comportamento umano attraverso l’analisi delle dinamiche psicologiche e dei conflitti inconsci. Nell’ambito delle parafilie, la psicoanalisi cerca di indagare le origini e i motivi dietro i comportamenti sessuali atipici o devianti.

    Ecco alcune spiegazioni psicoanalitiche comuni delle parafilie:

    1. Sviluppo Sessuale Anomalo: Secondo la psicoanalisi, le parafilie possono derivare da esperienze sessuali anomale o traumatiche nell’infanzia. Eventi come l’abuso sessuale, il trauma o l’esposizione a contenuti sessuali inappropriati possono influenzare lo sviluppo sessuale e portare a desideri o comportamenti sessuali devianti.
    2. Rappresentazione Simbolica: Le parafilie possono rappresentare desideri o conflitti inconsci che vengono espressi attraverso simboli sessuali. Ad esempio, un oggetto o un atto specifico può diventare un simbolo per esprimere emozioni, ansie o desideri repressi.
    3. Rifugio dalla Paura dell’Intimità: Alcune teorie psicoanalitiche suggeriscono che le parafilie potrebbero servire come una forma di difesa contro la paura dell’intimità emotiva o sessuale. Attraverso il coinvolgimento in comportamenti sessuali devianti, un individuo potrebbe cercare di evitare l’apertura emotiva e la vulnerabilità che possono essere presenti nelle relazioni intime.
    4. Rielaborazione di Eventi Traumatici: Le parafilie possono rappresentare tentativi inconsci di rielaborare o gestire eventi traumatici dell’infanzia o dell’adolescenza. Attraverso il coinvolgimento in comportamenti sessuali devianti, un individuo potrebbe cercare di “ripetere” l’evento traumatico nel tentativo di comprendere meglio o controllare l’esperienza.
    5. Scompensi Psichici: La psicoanalisi suggerisce che le parafilie possono derivare da scompensi o conflitti psichici all’interno della mente dell’individuo. Questi conflitti possono emergere come desideri sessuali distorti o devianti a causa di dinamiche complesse tra istanze psichiche come l’Es, l’Io e il Super-Io.

    È importante sottolineare che la psicoanalisi rappresenta solo una prospettiva teorica tra molte altre che cercano di spiegare le parafilie. Le teorie psicoanalitiche possono essere soggette a critica e dibattito, e molte altre discipline, come la psicologia clinica e la ricerca neuroscientifico, contribuiscono alla comprensione dei comportamenti sessuali atipici.

    Ecco alcuni esempi di parafilie:

    • Feticismo: Coinvolge l’attrazione sessuale per oggetti non umani, spesso inanimati. Ad esempio, il feticismo per i piedi, le scarpe o i vestiti.
    • Voyeurismo: Si riferisce al piacere sessuale ottenuto osservando gli altri in momenti di intimità senza il loro consenso.
    • Sadismo e Masochismo: Il sadismo è l’attrazione sessuale derivante dall’infliggere dolore o umiliazione agli altri, mentre il masochismo è l’attrazione sessuale derivante dal ricevere dolore o umiliazione.
    • Necrofilia: Coinvolge l’attrazione sessuale verso i cadaveri.
    • Coprolalia: Coinvolge l’uso di linguaggio osceno o volgare durante l’atto sessuale.
    • Climacophilia: Si riferisce all’attrazione per l’osservazione delle scale.
    • Acrotomofilia: Attrazione sessuale verso persone amputate.
    • Agalmatofilia: Attrazione sessuale verso statue, manichini o bambole.
    • Autonepiofilia: Attrazione sessuale verso il comportamento o l’immagine di un bambino, spesso coinvolge l’uso di pannolini o il comportamento infantile.
    • Climacofilia: Attrazione sessuale per scendere o osservare le scale.
    • Coprofilia: Attrazione sessuale verso le feci o il coinvolgimento nelle pratiche legate alle feci.
    • Dendrofilia: Attrazione sessuale verso gli alberi o le piante.
    • Erotolalia: Utilizzare il linguaggio osceno o volgare durante l’atto sessuale.
    • Formicofilia: Attrazione sessuale verso l’idea di piccoli animali o insetti che strisciano sul corpo.
    • Gerontofilia: Attrazione sessuale verso persone molto più anziane.
    • Inflatofilia: Attrazione sessuale verso oggetti gonfiabili.
    • Klismaphilia: Attrazione sessuale verso l’uso di clisteri o lavande per stimolazione.
    • Necrofilia: Attrazione sessuale verso i cadaveri.
    • Plushophilia: Attrazione sessuale verso peluche o animali di peluche.
    • Salirofilia: Attrazione sessuale verso l’idea di sporcizia o sporco.
    • Urofilia: Attrazione sessuale verso l’urina o il coinvolgimento nelle pratiche legate all’urina.
    • Xylofilia: Attrazione sessuale verso il legno.

    Le rappresentazioni di parafilie nel cinema possono essere un modo per esplorare aspetti tabù della sessualità umana o per affrontare temi psicologici complessi. Alcuni film possono trattare questi argomenti in modo sensibile e accurato, mentre altri possono utilizzare le parafilie come elemento di shock o provocazione. Ecco alcuni esempi di rappresentazioni di parafilie nel cinema:

    • Nel film “Secretary” (2002), viene esplorato il tema del sadomasochismo attraverso la relazione tra un avvocato e la sua segretaria.
    • American Psycho” (2000) affronta temi di sadismo e perversione attraverso il protagonista che è un sociopatico assassino.
    • BONDiNG ha sdoganato varie parafilie, normalizzandole;
    • Quentin Tarantino rappresenta spesso nei propri film il feticismo per i piedi, soprattutto femminili;
    • Nymphomaniac” (2013) esplora la vita di una donna con un’insaziabile lussuria.
    • Crash” (1996) affronta il feticismo per gli incidenti d’auto e la sessualità associata a essi.
    • Crimes of the future racconta di una singolare perversione in cui la chirurgia diventa motivo di attrazione sessuale.

    Questi esempi illustrano come il cinema possa affrontare temi sessuali controversi o atipici per esplorare la complessità dell’essere umano e delle sue relazioni. Tuttavia, è importante notare che tali rappresentazioni possono variare ampiamente in termini di tono, accuratezza e obiettivi artistici. Foto di Deon Black: https://www.pexels.com/it-it/foto/catena-banana-frutta-fresco-5915429/

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