Ospite Inatteso

  • Che cos’è un pleonasmo – Wikicubo

    Che cos’è un pleonasmo – Wikicubo

    Il pleonasmo è una figura retorica che consiste nell’aggiungere una parola o un’espressione superflua a un concetto già espresso, senza aggiungere significato. In altre parole, è una ridondanza linguistica. Un esempio comune di pleonasmo è l’espressione “salire su”, poiché “salire” implica già un movimento verso l’alto. Tuttavia, talvolta il pleonasmo può essere utilizzato a fini stilistici o espressivi.

    Esempio di pleonasmo:

    1. “Uscire fuori” – l’aggiunta di “fuori” è superflua, poiché “uscire” implica già un movimento verso l’esterno.
    2. “Vedere con i propri occhi” – l’aggiunta di “con i propri occhi” è ridondante, poiché vedere è un’azione che coinvolge gli occhi.

    Uso del pleonasmo nella letteratura e nel cinema: A volte, gli autori, poeti e sceneggiatori utilizzano il pleonasmo a scopo stilistico per enfatizzare un concetto o creare un impatto emotivo. Ad esempio, potrebbero usare una forma di pleonasmo in un dialogo o in una descrizione per sottolineare un’idea in modo più marcato. Tuttavia, è importante notare che l’uso eccessivo di pleonasmi può apparire come una debolezza stilistica, a meno che non sia intenzionale e motivato.

    Esempio letterario: “In un silenzio totale, udii solo il sibilo del vento.”

    Esempio cinematografico: In una sceneggiatura cinematografica, un personaggio potrebbe dire: “Mi ha detto personalmente di non fidarmi di lui.” L’aggiunta di “personalmente” è ridondante, ma potrebbe essere utilizzata per sottolineare l’importanza della comunicazione diretta.

    “Ripetitiva,” “ridondante,” “superflua,” e “inutile” sono sinonimi nonchè alcune parole che possono essere associate al concetto di “pleonastica.” Ecco alcune frasi di esempio che utilizzano queste parole in contesti che riflettono il significato di pleonastico:

    1. “La sua risposta era così ripetitiva che tutti si annoiarono dopo pochi minuti.”
    2. “Hai notato quanto la sua spiegazione fosse ridondante? Avrebbe potuto dirlo in metà delle parole.”
    3. “L’uso di parole superflue rendeva il discorso confuso e difficile da seguire.”
    4. “La descrizione era così inutile che non aggiungeva nulla alla comprensione del problema.”

    Queste parole possono essere utilizzate per descrivere situazioni in cui l’espressione o la comunicazione contiene elementi aggiuntivi che non contribuiscono in modo significativo al messaggio o alla comprensione.

  • POV accelerato

    La definizione formale di “POV” (Point of View) si riferisce alla prospettiva visiva da cui un’esperienza o un evento viene rappresentato o osservato. In letteratura, cinematografia e altri media visivi, il POV indica il punto di vista attraverso il quale lo spettatore o il lettore vive l’azione o l’esperienza narrativa. Questo termine può essere usato sia nel contesto narrativo che in quello visuale. Il concetto di POV ha radici profonde nella narrativa e nell’arte, e la sua utilizzazione varia a seconda del medium. Tuttavia, è difficile individuare una singola “nascita” del concetto di POV, poiché è stato sempre presente nella storia della rappresentazione artistica e narrativa.

    Nella letteratura, ad esempio, l’uso del POV può essere rintracciato attraverso le opere di autori classici come Jane Austen e Henry James, che hanno sperimentato con diversi punti di vista narrativi per creare un’intimità e un coinvolgimento emotivo più profondi con i personaggi. Nel cinema, l’uso del POV è stato notevolmente influenzato dai pionieri come Georges Méliès e dai registi del cinema muto. Tuttavia, uno dei primi esempi iconici di POV nel cinema è stato il cortometraggio “A Trip to the Moon” (1902) di Méliès, che include una scena in cui uno dei personaggi guarda la Terra dalla Luna. Negli anni successivi, il POV è stato utilizzato in una varietà di modi creativi e innovativi nei film. Ad esempio, il film “Lady in the Lake” (1947) è noto per essere stato girato interamente in POV, in cui lo spettatore vede tutto attraverso gli occhi del protagonista.

    Di Metro-Goldwyn-Mayer – File:Lady in the Lake trailer (1947).webm at 1:33, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=82758453

    Numerosi sono i film girati in tutto o in parte come POV:

    1. The Blair Witch Project” (1999) – Questo film è uno dei primi a sfruttare il POV in modo massiccio. È presentato come una serie di filmati trovati dopo la scomparsa di un gruppo di cineasti che cercava la leggendaria strega della Blair Witch.
    2. Rec” (2007) – Un film spagnolo che segue un reporter televisivo mentre si trova intrappolato in un edificio infestato da un’orribile infezione. L’intera trama è presentata attraverso il POV della telecamera della protagonista.
    3. V/H/S” (2012) – Questo film antologico presenta diverse storie dell’orrore, ognuna vista attraverso il POV di una telecamera. I vari segmenti mostrano una serie di esperienze inquietanti e spaventose.
    4. “Hardcore Henry” (2015) – Un film d’azione/horror girato interamente in POV, con lo spettatore che vede attraverso gli occhi di Henry, un cyborg che cerca di salvare sua moglie da un cattivo.
    5. Unfriended” (2014) – Un film che si svolge interamente su uno schermo del computer, mostrando una conversazione online tra un gruppo di amici che è stato coinvolto in eventi oscuri legati al suicidio di una ragazza.
    6. Maniac” (2012) – Questo film segue un uomo psicotico attraverso il POV mentre commette omicidi. Il film è noto per mettere gli spettatori nella mente del protagonista.
    7. L’occhio che uccide viene usalmente considerato uno dei primi POV thriller della storia.
    8. “Creep” (2014) – Un uomo assume un cameraman per documentare le sue attività quotidiane, ma ben presto emergono elementi inquietanti che mettono in dubbio le intenzioni del protagonista.
    9. “Enter Nowhere” (2011) – Un gruppo di sconosciuti si ritrova in una capanna nel bosco, e la trama si sviluppa attraverso il POV dei vari personaggi mentre cercano di scoprire cosa sta succedendo.
    10. “As Above, So Below” (2014) – Un gruppo di esploratori si addentra nelle catacombe di Parigi alla ricerca di un antico tesoro, ma si imbatte in orrori soprannaturali. Il film utilizza il POV per creare un senso di claustrofobia e tensione.
    11. “Chronicle” (2012) – Sebbene non sia un horror puro, questo film segue un gruppo di ragazzi che acquisiscono poteri telecinetici. Gran parte della storia è presentata attraverso il POV delle loro registrazioni video.

    L’inquadramento di un concetto come il POV (Point of View) attraverso l’ottica di diversi pensatori o teorie può offrire prospettive interessanti. Da una prospettiva psicoanalitica, il POV potrebbe essere interpretato in termini di percezione e proiezione. Sigmund Freud e altri psicoanalisti hanno esplorato come le nostre esperienze soggettive possano essere influenzate dalle nostre pulsioni e desideri inconsci. Il POV potrebbe essere visto come una rappresentazione della nostra posizione soggettiva nel mondo, che è fortemente modellata dalle nostre esperienze passate, dalle dinamiche familiari e dagli impulsi inconsapevoli. Potrebbe anche essere considerato come un meccanismo di difesa attraverso il quale proiettiamo parti di noi stessi o dei nostri desideri sugli oggetti che vediamo.

    Slavoj Žižek potrebbe considerare il POV in termini di come la nostra percezione soggettiva del mondo è influenzata dalle lenti ideologiche attraverso le quali vediamo. Žižek potrebbe vedere il POV come una rappresentazione limitata e distorta della realtà, in quanto spesso maschera le complesse dinamiche socio-culturali che influenzano le nostre percezioni. Potrebbe sottolineare come il POV nei media possa riflettere e rafforzare ideologie dominanti o distorcere la comprensione dei problemi strutturali. Nel contesto del POV, l’accelerazionismo potrebbe vedere l’uso di prospettive soggettive come una rappresentazione dell’accelerazione delle tecnologie visive e dei mezzi di comunicazione. Potrebbe interpretare il POV come un riflesso dell’accelerazione delle esperienze visive e delle informazioni nella società contemporanea, che a sua volta potrebbe influenzare la nostra comprensione del tempo e dello spazio.

    Se immaginassimo come i futuristi avrebbero interpretato il concetto di POV, potremmo aspettarci alcune reazioni e riflessioni interessanti:

    1. Esaltazione dell’esperienza moderna: I futuristi avrebbero probabilmente abbracciato il POV come un modo per catturare l’esperienza moderna e dinamica. Sarebbero stati attratti dalla prospettiva soggettiva che mette in evidenza l’individualità e la diversità delle percezioni umane, riflettendo la frammentazione e la velocità della vita urbana moderna.
    2. Esperimenti visivi e tecnologici: Date le tendenze futuriste verso l’innovazione tecnologica e visiva, avrebbero potuto sperimentare con nuove tecniche e tecnologie per rappresentare il POV. Potrebbero aver cercato di utilizzare effetti visivi, colori audaci e dinamici per catturare la sensazione di movimento e di cambiamento rapido.
    3. Cattura dell’energia e della velocità: Il Futurismo era incentrato sull’energia, sulla velocità e sulla modernità. I futuristi avrebbero potuto vedere il POV come un modo per catturare l’energia cinetica e la sensazione di movimento nell’arte. Sarebbero stati interessati a rappresentare la vita attraverso l’obiettivo di un soggetto in movimento, enfatizzando la velocità e la dinamica.
    4. Dissoluzione delle forme tradizionali: I futuristi avrebbero potuto sperimentare con l’idea di “dissolvere” le forme tradizionali attraverso il POV. Potrebbero aver cercato di frammentare l’immagine, sfocarla o alterarla per rappresentare una realtà distorta e fluida, riflettendo l’atteggiamento futurista verso il superamento delle convenzioni artistiche.

    Le fantasie sessuali possono essere un modo per esplorare desideri e impulsi, elaborare emozioni o sperimentare dinamiche relazionali in un ambiente immaginario e sicuro. Il termine “POV” (Point of View) è interessante, a questo punto, nel contesto di una fantasia sessuale si riferisce al desiderio o alla fantasie di immaginare o vivere un’esperienza sessuale attraverso il punto di vista o la prospettiva di un particolare personaggio o soggetto. Questa prospettiva può coinvolgere sia l’immaginazione che l’esperienza mentale, e può variare da persona a persona. In ottica psicologica, le fantasie sessuali sono considerate parte naturale della sfera sessuale umana e possono riflettere una vasta gamma di desideri, preferenze e aspetti psicologici.

    L’approccio psicologico alle fantasie sessuali potrebbe coinvolgere diversi aspetti:

    1. Esplorazione dei desideri: Le fantasie sessuali possono offrire un’opportunità per esplorare desideri che potrebbero non essere realizzabili nella vita reale o che potrebbero essere socialmente inaccettabili. Possono anche essere un modo per riflettere su aspetti della propria sessualità.
    2. Elaborazione di emozioni: Le fantasie sessuali possono fungere da meccanismo di elaborazione emotiva. Possono consentire a una persona di affrontare emozioni complesse o conflitti interiori attraverso una rappresentazione simbolica o metaforica.
    3. Sperimentazione e controllo: Le fantasie sessuali possono offrire un senso di controllo e di sperimentazione. Le persone possono immaginare situazioni sessuali in cui possono esplorare dinamiche di potere, ruoli diversi o aspetti della sessualità che vorrebbero sperimentare.
    4. Intimità e connessione: Le fantasie sessuali possono coinvolgere elementi di intimità e connessione emotiva. Possono essere legate all’immaginare interazioni sessuali con partner reali o immaginari, e possono riflettere la ricerca di intimità e connessione emotiva.
  • Un blasfemo di Fabrizio De Andrè

    “Un blasfemo” è una canzone del cantautore italiano Fabrizio De André, inclusa nell’album “Storia di un impiegato” pubblicato nel 1973. La canzone affronta tematiche sociali e politiche, criticando l’ipocrisia e l’ingiustizia presenti nella società contemporanea.

    La canzone si apre con l’immagine di un uomo seduto su una panchina, osservando il mondo circostante, dominato dalla falsità e dall’ipocrisia. Quest’uomo, il protagonista, è descritto come un “blasfemo” perché osa criticare e sfidare l’ordine costituito, la religione e le convenzioni sociali. La sua blasfemia non è rivolta a Dio, ma piuttosto alle strutture e alle istituzioni che governano la società. Egli rifiuta di piegarsi alla retorica della religione e dei potenti, che usano la fede e il potere per controllare e opprimere il popolo.

    Nel testo, De André dipinge un ritratto della società in cui l’individualismo e il consumismo hanno preso il sopravvento, mentre la compassione e la solidarietà sono state dimenticate. L’uomo blasfemo è colui che si rifiuta di conformarsi a questa mentalità egoista e vuole restare fedele ai suoi ideali, nonostante le pressioni esterne. Il protagonista della canzone viene perseguitato e deriso dagli altri, considerato un “pazzo” perché ha il coraggio di alzare la voce contro le ingiustizie. Tuttavia, egli continua a lottare per ciò in cui crede, anche se questo significa essere emarginato e isolato dalla società.

    Nel finale della canzone, De André invoca la solidarietà e la ribellione contro l’oppressione, invitando tutti coloro che sono oppressi e disillusi a unirsi e a resistere insieme contro i potenti e i corrotti.

    In sintesi, “Un blasfemo” è una canzone che denuncia le ingiustizie e le ipocrisie della società contemporanea, celebrando il coraggio di coloro che osano sfidare l’ordine stabilito per cercare una via più autentica e umana.

    Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vinoNon avevano leggi per punire un blasfemoNon mi uccise la morte, ma due guardie bigotteMi cercarono l’anima a forza di botte

  • Smile dog (smile.jpg – creepypasta)

    Che tipo di creatura era in grado di distruggere la mente con il solo potere dello sguardo?

    Mi sono incontrato di persona con Mary E. per la prima volta nell’estate del 2007. Avevo organizzato con suo marito da quindici anni, Terence, di incontrarla per un’intervista. Mary aveva inizialmente acconsentito, poiché non ero un giornalista ma piuttosto uno scrittore amatoriale che raccoglieva informazioni per alcuni compiti universitari iniziali e, se tutto fosse andato secondo i piani, per alcune opere di finzione. Avevamo pianificato l’intervista per un particolare fine settimana in cui ero a Chicago per affari non correlati, ma all’ultimo momento Mary cambiò idea e si rinchiuse nella camera da letto della coppia, rifiutando di incontrarmi.

    Per mezz’ora sono stato seduto con Terence mentre ci accampavamo fuori dalla porta della camera da letto, io ascoltavo e prendevo appunti mentre lui tentava invano di calmare sua moglie. Le cose che Mary diceva avevano poco senso, ma rientravano nello schema che mi aspettavo: anche se non potevo vederla, potevo capire dalla sua voce che stava piangendo, e il più delle volte le sue obiezioni a parlare con me erano incentrate su una diatriba incoerente sui suoi sogni, i suoi incubi.

    Terence si scusò abbondantemente quando cessammo l’esercizio, e io feci del mio meglio per prenderla con filosofia; ricordai che non ero un giornalista in cerca di una storia, ma solo un giovane curioso in cerca di informazioni. Inoltre, pensai in quel momento, avrei potuto trovare un altro caso simile se mi fossi impegnato con la mente e le risorse.

    Mary E. era l’amministratrice di una piccola BBS di Chicago all’inizio degli anni Novanta, e si era imbattuta per la prima volta in smile.jpg: un file che aveva cambiato la sua vita per sempre. Lei e Terence erano sposati da pochi mesi, e Mary è stata una delle circa 400 persone che hanno visto l’immagine quando è stata pubblicata come collegamento ipertestuale sulla BBS, anche se è l’unica ad aver parlato apertamente dell’esperienza. Gli altri sono rimasti anonimi, forse sono morti.

    Nel 2005, quando ero solo in seconda superiore, smile.jpg è stato portato alla mia attenzione dal mio crescente interesse per i fenomeni basati sul web; Mary è stata la vittima più spesso citata di quello che a volte viene definito “Smile.dog”, l’essere che smile.jpg è ritenuto in grado di mostrare. Ciò che ha catturato il mio interesse (oltre agli ovvi elementi macabri della leggenda cibernetica e alla mia propensione per questo genere di cose) è stata l’assoluta mancanza di informazioni, di solito al punto che la gente non crede nemmeno che esista, se non come voce o bufala.

    È unico nel suo genere perché, sebbene l’intero fenomeno sia incentrato su un file di immagine, questo file non si trova da nessuna parte su Internet; di certo molti simulacri fotomanipolati popolano il web, mostrandosi con maggiore frequenza su siti come la imageboard 4chan, in particolare la sotto-sezione /x/ incentrata sul paranormale. Si sospetta che si tratti di falsi, in ogni caso, perché non hanno l’effetto che si ritiene abbia il vero smile.jpg, ovvero epilessia del lobo temporale a insorgenza improvvisa e ansia acuta.

    Induzione alla follia

    Induzione al suicidio
    Teletrasporto
    Manipolazione di sogni/incubi
    Manipolazione
    Ricatto
    Alta pazienza
    Elevata persistenza
    Viaggi dimensionali
    Trasformazione in forma
    Artigli e denti affilati
    Vasti poteri demoniaci

    la schermata di 4chan nella sezione /x/

    Questa presunta reazione nello spettatore è uno dei motivi per cui il fantomatico smile.jpg è considerato con tanto disprezzo, poiché è palesemente assurdo, anche se, a seconda di chi lo chiede, la riluttanza a riconoscere l’esistenza di smile.jpg potrebbe essere dovuta tanto alla paura quanto all’incredulità. Né smile.jpg né Smile.dog (altro nome con cui è stata diffusa la storia) sono menzionati da nessuna parte su Wikipedia, anche se il sito web presenta articoli su altri siti di shock forse più scandalosi come ****** (hello.jpg) oppure 2girls1cup; qualsiasi tentativo di creare una pagina relativa a smile.jpg viene cancellato dagli amministratori dell’enciclopedia.

    Gli incontri con smile.jpg sono oggetto di leggenda su Internet. La storia di Mary E. non è unica; ci sono voci non verificate sulla comparsa di smile.jpg agli albori di Usenet e persino una storia persistente secondo cui nel 2002 un hacker avrebbe inondato i forum del sito web di umorismo e satira Something Awful con un diluvio di immagini di Smile.dog, rendendo epilettici quasi la metà degli utenti del forum di allora.

    Si dice anche che a metà-fine anni ’90 smile.jpg circolasse su usenet e come allegato di una catena di email con l’oggetto SMILE!! GOD LOVES YOU! (“SMILE!!! DIO TI AMA!”). Tuttavia, nonostante l’enorme visibilità che queste trovate avrebbero generato, sono pochissime le persone che ammettono di averle sperimentate e non è mai stata scoperta alcuna traccia del file o di un link. Coloro che affermano di aver visto smile.jpg spesso scherzano, dicendo che erano troppo occupati per salvare una copia dell’immagine sul proprio disco rigido.

    … per quindici anni sono stato perseguitata da smile.jpg. Smile.dog viene da me nel sonno ogni notte. C’è una qualità ineffabile nei miei sogni, nei miei incubi, che li rende completamente diversi da qualsiasi sogno reale che abbia mai fatto. Non mi muovo e non parlo. Guardo semplicemente davanti a me e l’unica cosa che ho davanti è la scena di quell’orribile quadro. Vedo la mano che mi fa cenno e vedo Smile.dog. Mi parla.

    Tuttavia, tutte le presunte vittime offrono la stessa descrizione della foto: Una creatura simile a un cane (di solito descritta come simile a un husky siberiano), illuminata dal flash della macchina fotografica, siede in una stanza fioca; l’unico dettaglio visibile sullo sfondo è una mano umana che si estende dall’oscurità vicino al lato sinistro dell’inquadratura. La mano è vuota, ma di solito viene descritta come una sorta di “cenno”. Naturalmente, la maggior parte dell’attenzione è rivolta al cane (o alla creatura-cane, poiché alcune vittime sono più sicure di altre su ciò che affermano di aver visto). Si dice che il muso della bestia sia spaccato in un ampio sorriso, rivelando due file di denti bianchissimi, molto dritti, molto affilati e dall’aspetto umano.

    Naturalmente non si tratta di una descrizione fornita subito dopo aver visto l’immagine, ma piuttosto di un ricordo delle vittime, che affermano di aver visto l’immagine ripetersi all’infinito negli occhi della loro mente durante il periodo in cui, in realtà, stanno avendo attacchi epilettici. Si dice che questi attacchi continuino in modo indeterminato, spesso mentre le vittime dormono, dando luogo a incubi molto vividi e inquietanti. Questi attacchi possono essere trattati con farmaci, anche se in alcuni casi sono più efficaci di altri.

    Mary E., suppongo non stesse assumendo farmaci efficaci. Per questo motivo, dopo la mia visita al suo appartamento nel 2007, ho inviato messaggi a diversi newsgroup, siti web e mailing list orientati al folklore e alle leggende urbane, sperando di trovare il nome di una presunta vittima di smile.jpg che fosse più interessata a parlare delle sue esperienze. Per un certo periodo non successe nulla e a lungo mi dimenticai del tutto delle mie ricerche, dato che avevo iniziato il primo anno di università ed ero piuttosto impegnato.

    In seguito, Mary mi contattò nuovamente via e-mail all’inizio di marzo 2008.

    Caro signor L.,
    sono incredibilmente dispiaciuto per il mio comportamento dell’estate scorsa, quando siete venuti a intervistarmi. Spero che capisca che non è stata colpa sua, ma piuttosto dei miei problemi che mi hanno portato a comportarmi come ho fatto. Mi rendo conto che avrei potuto gestire la situazione in modo più decoroso; tuttavia, spero che mi perdonerete. In quel momento avevo paura.

    Vedete, per quindici anni sono stato perseguitata da smile.jpg. Smile.dog viene da me nel sonno ogni notte. So che sembra una sciocchezza, ma è vero. C’è una qualità ineffabile nei miei sogni, nei miei incubi, che li rende completamente diversi da qualsiasi sogno reale che abbia mai fatto. Non mi muovo e non parlo. Guardo semplicemente davanti a me e l’unica cosa che ho davanti è la scena di quell’orribile quadro. Vedo la mano che mi fa cenno e vedo Smile.dog. Mi parla.

    Non è un cane, ovviamente, e non so bene cosa sia in realtà. Mi dice che mi lascerà in pace se solo farò quello che mi chiede. Tutto ciò che devo fare, dice, è “diffondere la parola”. È così che formula le sue richieste. E io so esattamente cosa intende: vuole che lo mostri a qualcun altro.

    E ci sono riuscita. La settimana successiva al mio incidente ricevetti per posta una busta senza mittente. All’interno c’era solo un dischetto da 3 pollici e mezzo. Senza dover controllare, sapevo esattamente cosa conteneva. Pensai a lungo alle varie opzioni. Potevo mostrarlo a un estraneo, a un collega… potevo persino mostrarlo a Terence, per quanto l’idea mi disgustasse. E poi cosa sarebbe successo? Beh, se Smile.dog avesse mantenuto la parola, avrei potuto dormire. Ma se avesse mentito, cosa avrei fatto? E chi poteva dire che non sarebbe arrivato qualcosa di peggio per me se avessi fatto ciò che la creatura chiedeva?

    Così non ho fatto nulla per quindici anni, anche se ho tenuto il dischetto nascosto tra le mie cose. Ogni notte, per quindici anni, Smile.dog è venuto da me nel sonno e mi ha chiesto di diffondere la notizia. Per quindici anni ho resistito, anche se ci sono stati momenti difficili. Molte delle mie vittime sulla BBS dove ho incontrato per la prima volta smile.jpg hanno smesso di postare; ho sentito che alcune di loro si sono suicidate. Altri sono rimasti completamente in silenzio, semplicemente scomparendo dalla faccia del web. Sono quelli che mi preoccupano di più. Spero sinceramente che mi perdoni, signor L., ma la scorsa estate, quando ha contattato me e mio marito per un’intervista, ero vicina al punto di rottura. Ho deciso che le avrei dato il dischetto. Non mi importava se Smile.dog stesse mentendo o meno, volevo che finisse. Lei era un’estranea, una persona con cui non avevo alcun legame, e pensavo che non avrei provato dolore quando avrebbe preso il dischetto come parte della sua ricerca e avrebbe segnato il suo destino.

    Prima che tu arrivassi mi sono reso conto di quello che stavo facendo: stavo tramando per rovinarti la vita. Non riuscivo a sopportare il pensiero, e in effetti non ci riesco ancora. Mi vergogno, signor L., e spero che questo avvertimento la dissuada da ulteriori indagini su smile.jpg. Col tempo potrebbe incontrare qualcuno che, se non è più debole di me, è molto più depravato, qualcuno che non esiterà a seguire gli ordini di Smile.dog.

    Fermatevi finché siete in tempo.

    Cordiali saluti,
    Mary E.

    Terence mi contattò più tardi quel mese con la notizia che sua moglie si era uccisa. Mentre ripuliva le varie cose che aveva lasciato, chiudendo gli account di posta elettronica e simili, si imbatté nel messaggio di cui sopra. Era un uomo distrutto; piangeva mentre mi diceva di ascoltare il consiglio della moglie. Mi disse che aveva trovato il dischetto e l’aveva bruciato fino a ridurlo a un ammasso puzzolente di plastica annerita. La parte che più lo disturbava, tuttavia, era il sibilo del dischetto mentre si scioglieva. Come una specie di animale, disse.

    Ammetto che ero un po’ incerto su come reagire. All’inizio ho pensato che si trattasse di uno scherzo, con la coppia che giocava tardivamente con la situazione per farmi arrabbiare. Un rapido controllo dei necrologi online di diversi giornali di Chicago, tuttavia, ha dimostrato che Mary E. era effettivamente morta. Naturalmente, nell’articolo non si parlava di suicidio.

    Decisi che, almeno per un certo periodo, non avrei approfondito l’argomento di smile.jpg, soprattutto perché alla fine di maggio avevo gli esami finali. Ma il mondo ha modi strani di metterci alla prova. Quasi un anno dopo essere tornata dalla mia disastrosa intervista con Mary E., ricevetti un’altra e-mail:

    To: jml@****.com
    From: elzahir82@****.com
    Subj: smile

    Hello

    Ho trovato il tuo indirizzo e-mail attraverso una mailing list, il tuo profilo diceva che eri interessato allo smiledog. L’ho visto e non è così male come tutti dicono, te l’ho inviato qui. Sto solo diffondendo la parola.

    (:

    La riga finale mi ha fatto raggelare.

    Secondo il mio client di posta elettronica c’era un file allegato chiamato, naturalmente, smile.jpg. Ho pensato di scaricarlo per un po’. Immaginavo che molto probabilmente si trattasse di un falso e, anche se non lo fosse stato, non ero mai stata del tutto convinta dei poteri peculiari di smile.jpg. Il racconto di Mary E. mi aveva scosso, certo, ma probabilmente era una squilibrata. Dopo tutto, come avrebbe potuto una semplice immagine fare quello che smile.jpg diceva di fare?

    Che tipo di creatura era in grado di distruggere la mente con il solo potere dello sguardo?

    E se queste cose erano palesemente assurde, allora perché esisteva la leggenda?

    Se avessi scaricato l’immagine, se l’avessi guardata e se Mary si fosse rivelata corretta, se Smile.dog fosse venuto da me in sogno chiedendomi di diffondere la notizia, cosa avrei fatto? Avrei vissuto la mia vita come Mary, lottando contro l’impulso a cedere fino alla morte? O semplicemente spargerei la voce, desiderosa di essere messa a riposo? E se scegliessi quest’ultima strada, come potrei farlo? A chi avrei dato un peso a mia volta?

    Se avessi portato a termine la mia precedente intenzione di scrivere un breve articolo su smile.jpg, decisi, avrei potuto allegarlo come prova. E chiunque avesse letto l’articolo, chiunque si fosse interessato, ne sarebbe stato influenzato. E anche supponendo che lo smile.jpg allegato all’e-mail fosse autentico, sarei stato abbastanza capriccioso da salvarmi in questo modo?

    Avrei dovuto diffondere la notizia?

    Sì, sì, dovevo farlo.

    CREDITS: Anonymous

    Fonte: https://villains.fandom.com/wiki/Smile_Dog

    Si tratta di una delle leggende urbane e creepypasta più famose in assoluto su internet. L’origine dell’immagine originale dell’husky e la prima apparizione dell’immagine alterata sono sconosciute e il loro creatore è ancora anonimo. Un fatto che non fa che aumentare l’efficacia della storia, aggiungendo almeno il suggerimento che l’immagine possa avere un’origine diversa da quella di qualcuno che modifica e pubblica l’immagine del proprio cane.

    Questa incapacità di individuare l’origine esatta della storia si collega anche agli elementi meta della storia stessa della creepypasta, in cui il narratore descrive come l’immagine non possa essere rintracciata e i riferimenti ad essa su siti web popolari o gli incidenti ad essa collegati sembrano scomparire o essere soppressi, suggerendo che ci sono forze che non vogliono che lo sfondo dell’immagine o le informazioni sul suo potere siano discusse in un forum pubblico.

    Il consenso generale sulla prima apparizione di creepypasta relativi all’immagine è che essa sia apparsa per la prima volta nel 2008 sulla board 4chan /x/, sebbene anche questa origine rimanga frustrantemente aspecifica e poco chiara.

    Lo Smile dog è un’entità molto aggressiva, assetata di sangue, pericolosa e sadica che si diverte infinitamente nel terrore che gli altri hanno di lui. È apparentemente sempre sorridente e sembra dispiaciuto solo se la sua “richiesta” non viene soddisfatta dalla sua vittima. L’unico vero obiettivo del Cane Sorridente sembra essere quello di diffondere la paura di lui il più possibile, uccidendo coloro che lo sfidano e gli resistono e traendo grande gioia nel farlo, oltre a trascinarli all’Inferno (da dove alcuni credono che provenga).

    (tradotto da creepypasta.com)

  • Olistico è una parola che non significa più niente

    La parola “olistico” è spesso utilizzata in modo improprio o eccessivo in diversi contesti, ed è diventata una sorta di termine jolly o buzzword in molte discussioni. Il suo significato originale è legato all’approccio “olistico” che considera un sistema, un’entità o un problema nella sua totalità, anziché frammentarla in parti separate. In alcuni contesti, tuttavia, può essere usata impropriamente o in modo troppo generico.

    Ad esempio, la parola “olistico” può essere abusata quando viene utilizzata in modo vago o poco chiaro, senza una comprensione precisa di cosa significhi applicarla in un dato contesto. Inoltre, talvolta può essere utilizzata come una sorta di espediente per conferire un’aura di approccio completo e consapevole senza effettivamente adottare le pratiche o le azioni necessarie.

    Tuttavia, quando utilizzata in modo appropriato e ben ponderato, l’approccio olistico può essere molto utile in vari campi, compresi quelli legati alla salute, al benessere, all’ambiente e all’analisi dei problemi complessi. È importante considerare il contesto e l’applicazione specifica quando si utilizza il termine “olistico” per evitare ambiguità o abusi linguistici.

    Ecco alcuni esempi di come il termine “olistico” viene utilizzato in vari contesti, inclusi il marketing, la SEO, la psicologia e altri campi:

    1. Marketing Olistico: Il marketing olistico è un approccio che considera tutte le interazioni tra un’azienda e i suoi clienti o potenziali clienti. Questo significa un’attenzione non solo alle tattiche di pubblicità, ma anche alla customer experience, all’assistenza clienti, alla reputazione online e altri aspetti che influenzano la percezione del marchio.
    2. SEO Olistica: La SEO olistica è un approccio all’ottimizzazione dei motori di ricerca che tiene conto di tutti gli aspetti di un sito web, tra cui la qualità del contenuto, l’architettura del sito, l’esperienza utente, i link in ingresso e altro. Si concentra sulla creazione di un sito web di alta qualità che offra valore agli utenti e che sia ben indicizzato dai motori di ricerca.
    3. Psicologia Olistica: La psicologia olistica è un approccio che considera l’individuo nella sua totalità, compresi i suoi aspetti fisici, emotivi, mentali e spirituali. Si concentra su metodi terapeutici che integrano tutti questi aspetti per promuovere il benessere e il miglioramento della salute mentale.
    4. Medicina Olistica: La medicina olistica è un approccio che considera il paziente nella sua totalità, trattando non solo i sintomi fisici, ma anche gli aspetti mentali, emotivi e spirituali. Questo può includere terapie alternative, come l’omeopatia, l’agopuntura e altre forme di medicina complementare.
    5. Educazione Olistica: L’educazione olistica si concentra sull’apprendimento che coinvolge tutti gli aspetti della persona, non solo l’aspetto accademico, ma anche lo sviluppo personale, la creatività e l’equilibrio mentale ed emotivo.

    In tutti questi contesti, l’uso del termine “olistico” implica un approccio globale e completo che considera tutti gli aspetti rilevanti di una determinata situazione o problema anziché concentrarsi solo su un aspetto particolare. Questi approcci possono essere efficaci in situazioni in cui i fattori interconnessi giocano un ruolo importante.

    Nella foto, un’interpretazione algoritmica della parola “olistico”, come probabile allucinazione algoritmica di Midjourney.

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