Ospite Inatteso

  • C’era una volta a Hollywood… di Quentin Tarantino

    C’era una volta a Hollywood… di Quentin Tarantino

    A Los Angeles, 1969, Rick Dalton, attore televisivo in declino, e Cliff Booth, la sua controfigura, si trovano a fronteggiare un’industria cinematografica in rapida evoluzione. Rick, noto per il ruolo da protagonista in una serie western degli anni ’50, cerca di adattarsi al cambiamento, mentre Cliff, con un passato misterioso, si accontenta di lavori occasionali. I due condividono un legame profondo, tra alcol e nostalgia, mentre cercano di ritagliarsi uno spazio in un’Hollywood che non riconoscono più.

    La vicinanza con Sharon Tate e Roman Polanski, nuovi vicini di casa, offre a Rick una speranza di rilancio. Nel frattempo, Cliff si imbatte in una comunità hippy al ranch Spahn, dove un incontro con George Spahn, il proprietario cieco, e un confronto con alcuni membri della comunità, tra cui Tex, Clem e Sadie, mettono in luce le tensioni latenti.

    Il film si sviluppa come un affresco della fine di un’epoca, mescolando realtà e finzione, e culmina in un finale che riscrive gli eventi storici, offrendo una visione alternativa degli omicidi di Cielo Drive.


    Trivia IMDb:

    • Il personaggio di Flowerchild è basato su una testimone reale degli omicidi della famiglia Manson.

    • Sharon Tate, prima della sua morte, aveva dato al marito Roman Polanski una copia del libro “Helter Skelter”, dicendo che sarebbe stato un ottimo film.

    • Leonardo DiCaprio ha avuto difficoltà a interpretare la scena in cui Rick Dalton recita, poiché doveva interpretare un attore che recita, creando un doppio strato di finzione.

  • L’ape regina: sono andato in bianco, e sono contento

    Alfonso decide di sposare Regina, dopo una vita da quarantenne single. L’uomo è convinto di aver trovato la donna perfetta, dato che si mostra sincera e riservata, tanto da non concedersi a lui prima del matrimonio. Dopo essersi sposati, le cose cambiano…

    In breve. Un climax senza sconti sugli effetti del bigottismo sulla società, con un indimenticabile Ugo Tognazzi in un ruolo ineditamente drammatico. Da non perdere.

    L’ape regina, rinominato “Una storia moderna: l’ape regina” dopo l’intervento della censura dell’epoca (siamo nel 1963), è un film grottesco da collocarsi nella complessa poetica del regista Marco Ferreri, che va da La grande abbuffata fino al più criptico Dillinger è morto, con numerose ulteriori opere espressione di un linguaggio complesso, mosso su vari registri e quasi sempre socialmente / politicamente impegnato. Il punto di vista contenuto ne L’ape regina (film per cui Marina Vlady vinse come miglior interprete femminile, e Ugo Tognazzi ebbe un Nastro d’Argento come Migliore attore protagonista) è quantomeno insolito, perchè narra di una neo coppia apparentemente “media”, per cui si disvela un inquietante scenario. Uno scenario in cui l’unico modo per cui la donna possa avere la meglio è, di fatto, quello di “allearsi” al cattolicesimo imperante – il film venne rimaneggiato e censurato dopo la sua uscita, ovviamente.

    Lo sai perchè sono contento? Perchè sono andato in bianco!

    By [1], Fair use, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=36692171
    Subito dopo il matrimonio, infatti, vediamo sbucare fuori la reale natura di Regina: molto religiosa (devota a una santa barbuta), obbliga il consorte ad abitare vicino al Vaticano, si mostra compiacente rispetto all’invasività nella coppia dei parenti di lei, oltre che condizionante sul carattere di Alfonso (uomo che si rivela fragile, insofferente al bigottismo quanto facile da plagiare). Vediamo la quotidianità ed intimità della coppia, che sembra fatta in apparenza di passione e complicità – ma che sta logorando Alfonso, pressato dalla sessualità dirompente ed invasiva da parte della moglie (che, neanche a dirlo, vorrebbe rimanere incinta ad ogni costo).

    Del resto la religione, abilissima ad avere la pretesa di controllare l’istinto altrui, in questa circostanza si mostra ostile ad Alfonso e strumento nelle mani di Regina: ce ne accorgiamo dalla sequenza in cui l’uomo prova a confidarsi col prete che li ha sposati, il quale gli prescrive un ricostituente ormonico – tanto lo prendono tutti, perchè Sant’Alfonso (evidentemente, nomen omen) ha scritto in ginocchio […] sui rapporti coniugali […]: il coniuge non può e non deve sottrarsi al desiderio legittimo dell’altro coniuge. Il desiderio santo (così come viene definito) è accettabile sempre e comunque, purchè adagiato sui dettami della chiesa, anche se poi diventa ossessivo e svilente per il protagonista, al quale viene ripetuto più volte di fare un figlio alla svelta per “risolvere” il problema.

    Non lo fo per piacere mio, ma per far piacere a Dio!

    In nuce sembra di assistere alle medesime tematiche affrontare, in tempi recenti, da quel piccolo cult quale è The lobster, in cui la sessualità era gestita a comando ed andava finalizzata in modo pre-determinato: coppia o single, senza vie di mezzo e senza sfumature, a voler per fora accondiscendere una delle due distopìe. Ferreri intuisce la questione in modo atipico, se vogliamo, invertendo i ruoli tradizionali uomo-donna e mostrando un uomo succube della consorte. È anche chiaro che manda il messaggio forte e chiaro che la religione svilisca l’aspetto piacevole del sesso e ne esalti, puramente, quello procreativo; tanto peggio se lo fa sfruttando l’avvenenza di Regina, fino alla fine cinica e calcolatrice. Alla fine l’uomo diventerà un vuoto a rendere, privato di ogni individualità, padre destinato a cedere il passo ad una prole mai davvero voluta, prima del tempo.

  • Chi è l’altro: trama, cast, produzione, spiegazione finale

    La storia si svolge in una fattoria nel New England negli anni ’30 e segue i gemelli Niles e Holland Perry. I due sono legati da un forte legame, ma le loro personalità sono completamente diverse: Niles è dolce e sensibile, mentre Holland è malvagio e crudele. La loro nonna, Ada, introduce Niles a una serie di giochi che coinvolgono poteri psichici, ma questi giochi diventano sempre più sinistri e pericolosi. Nel frattempo, eventi tragici iniziano a verificarsi nella comunità locale, portando alla luce oscuri segreti familiari.

    “The Other” è un film del 1972 diretto da Robert Mulligan basato sul romanzo omonimo di Tom Tryon. Il film è un thriller psicologico e horror che combina elementi di mistero e dramma familiare. Di seguito, troverai una sintesi della trama, il cast principale, una breve analisi, alcune informazioni sulla produzione e una nota sull’accoglienza critica. Avviso spoiler: la trama verrà descritta in modo generale senza rivelare dettagli fondamentali.

    Cast

    • Chris Udvarnoky nel ruolo di Niles Perry
    • Martin Udvarnoky nel ruolo di Holland Perry
    • Diana Muldaur nel ruolo di Alexandra, la madre dei gemelli
    • Uta Hagen nel ruolo di Ada, la nonna
    • Norma Connolly nel ruolo di Vee, la madre di Alexandra
    • Victor French nel ruolo di Rider, l’amico della famiglia

    “The Other” è un film che affronta temi complessi legati all’infanzia, all’identità, alla fragilità interiore dei personaggi. Il regista Robert Mulligan utilizza un tono “intimista” e misurato per creare una tensione sottile durante tutto il film. La trama si sviluppa gradualmente, con il pubblico che inizia a sospettare sempre di più degli eventi inquietanti che coinvolgono i gemelli.

    Il film è stato girato in California e presenta una fotografia suggestiva che contribuisce a creare l’atmosfera inquietante della storia.

    “The Other” è stato generalmente ben accolto dalla critica all’uscita. È stato elogiato per la sua atmosfera cupa e per le performance convincenti dei giovani attori che interpretano i gemelli. Tuttavia, alcuni critici hanno notato che il film potrebbe risultare prevedibile per alcuni spettatori.

    Finale (senza spoiler)

    Il finale di “The Other” è sorprendente e drammatico. Rivelazioni scioccanti cambiano radicalmente la percezione della trama e dei personaggi. Senza entrare nei dettagli specifici, il finale offre una chiusura inaspettata alla storia e solleva importanti domande sull’innocenza e la malvagità nell’infanzia. È uno dei momenti chiave del film che lascia una forte impressione.

  • 11 Video Creepypasta che potete vedere su Youtube

    In alcuni casi, i creepypasta video presenti su Youtube sembrano più che altro sensazionalismo o informazione di bassa qualità, cosa che sorbiamo periodicamente anche dalle nostre parti, del resto, e che non è il caso di approfondire (alcuni esempio possono essere quelli del bambino ventriloquo, del fantasma in pieno giorno o di certi video di avvistamenti fantasmi o UFO). In altri casi, la creepypasta – una storia horror breve ma intensa, per definizione –  è perfettamente attinente, e siti come Reddit sono letteralmente zeppi di contenuti di questo tipo. Molti creepypasta celebri in passato, del resto, sono stati cancellati per sempre, e a meno di recuperarli per vie traverse o se qualcuno ne avesse una copia nei propri dischi sconnessi dalla rete, difficilmente potremo mai rivederli.

    Quasi tutte le creepypasta citate, per inciso, sembrano semplicemente video horror ultra-amatoriali realizzati più o meno bene, i migliori dei quali hanno ottenuto effetto virale.

    La posizione antibufala in merito, del resto, è quasi sempre assodata (quindi tutti i video non sono reali, senza eccezioni) per quanto possa sembrare a volte contraddittoria insoddisfacente: si assume che quasi tutte le creepypasta non siano reali, e si ispirino più che altro a leggende urbane raccontate in forma di video, un po’ come avvenuto per il revival degli horror POV e realistici modello [REC] diffusi nei cinema fino a qualche anno fa. C’è ad esempio, su questa falsariga, il cortometraggio Still Life, che rientra nel novero del genere per quanto non sia esattamente una creepypasta vera e propria (che in genere sono al più film amatoriali).

    Nulla rende meglio l’idea della diffusione ed il successo di queste video-storie se non il fatto che, per convenzione perturbante, vengono credute reali anche se sappiamo bene non esserlo.

    Avvistamento di un magnapinna

    Le profondità dei mari sono ancora poco studiate e il magnapinna rientra tra gli animali più misteriosi che vivono tra quelle oscurità.

    Bigfin Squid

    Video del Tuyul

    Sul modello di [REC] esiste un video che si chiama semplicemente Ghost, e che vanta molte visite e sul quale non sembrano disponibili molte informazioni in merito. La qualità è bassa, la questione è un po’ confusa e certi aspetti del video non sembrano troppo credibili, ma le visualizzazioni sono state più di 500.000 ad oggi. Se facciamo una lista di creepypasta video è impossibile non citare il Video di un tuyul, un demone della tradizione indonesiana, che nel video appare sul divano con effetto scary jump assicurato.

    Meow meow I am a cat

    Meow meow I am a cat

    Rientra a pieno titolo nel bizzarro sul web, se non proprio nelle creepypasta. Quasi due milioni di visualizzazioni ad oggi per il creatore di questa animazione.

    Il film è suddiviso in quattro parti, reperibili ad oggi su Youtube (anche solo la prima rende perfettamente l’idea).

    Max Headroom Pirating Incident

    Max Headroom Pirating Incident non è una creepypasta vera e propria, ma poco ci manca: la storia vera di una delle prime incursioni hacker nella storia della televisione americana, con quest’uomo mascherato che si intromette nel canale di comunicazione dell’emittente TV e si diverte a trasmettere se stesso per diversi secondi mentre balla e delira in diretta nazionale. Alla base dei fatti una banale disattenzione del tecnico incaricato della trasmissione, a quanto sembra. L’identità di Max Headroom è rimasta ignota fino ad oggi.

    The Wyoming Incident

    Versione “alternativa”, molto simile e meno nota del caso di Max Headroom, per quanto abbia una parvenza più costruita a tavolino si tratta di un altro caso di incursione TV non prevista. Secondo questo sito si tratterebbe dell’opera di un hacker riuscito a interrompere le trasmissioni da un canale di programmazione locale (che si ritiene servisse diverse comunità più piccole nella contea di Niobrara, negli USA) e ha mandato in onda il proprio video. Il video conteneva numerose clip con visi umani in varie pose. Nella narrazione da urban legend della storia, la visione del video provocherebbe vomito, mal di testa e addirittura allucinazioni, per via delle particolari tonalità di colore e frequenza di riproduzione utilizzata.

    The Wyoming Incident

    There Are Monsters

    Questo cortometraggio, fondato essenzialmente su un mood misterioso e sui primi piani ai suoi grotteschi personaggi, esprime forse al meglio lo spirito dei creepypasta, e li rende un film patinato e ben realizzato, tanto da finire nella selezione del London Film Festival nel 2008.

    There Are Monsters

    Maskie

    Si tratta di una storia postata il 4 luglio 2012 sulla versione di 4chan dell’epoca, e che mostra il video di una figura accovacciata e non visibie che sembra pregare. Sembrerebbe essere il video degli omicidi di un killer girati in prima persona, se si vuole credere alla sospensione di incredulità, e sul quale non sembrano disponibili molte altre informazioni ad oggi. Sicuramente tra le creepypasta più suggestive di sempre.

    You Will Never Find Me

    The Gable Film

    In questo caso si tratta di un cortometraggio, girato da Mike Agrusa, diventato virale sul web nell’anno 2007. Presenta l’apparizione di una strana ed ignota creatura, il Michigan Dogman, una sorta di quadrupede di colore bianco e dalla parvenza quasi umanoide. Figura appartenente al folklore americano, in The Gable Film si tratterebbe dell’unico video che ne mostra uno autentico.

    Il figlio di Aaron Gable sale in sella alla propria motoslitta per compiere le proprie consuete attività: bere birra,  spaccare la legna, andare in motoslitta. All’improvviso un cane non si accorge di qualcosa che non va, finchè non viene avvistata una creatura che cammina a quattro zampe nella foresta. Gable ferma il camion per cercare di riprenderlo, ma non è una buona idea: l’animale resta fermo da lontano, poi sembra attaccare il cameraman. La creatura si vede da vicino solo per un attimo, prima che l’operatore cada evidentemente a terra.

    The Gable Film

    Altro caso di creepypasta virale sul quale non si sa molto: un video dai tratti psichedelici che mostra varie immagini grottesche in alternanza, e che produce quella che potrebbe essere definita la pertubanza, ovvero quel mix di familiarità delle immagini e paura indotta dalle stesse tipica di qualsiasi horror ben realizzato.

    FACE

    Body of a pig

    Altro creepypasta molto suggestivo e spaventoso, con colpo di scena finale (in inglese con sottotitoli).

    Body of a Pig EVP

    (Foto di copertina generata via Starryai)

  • Inizio di un racconto mai scritto #fc34bb4a-4d73-11ed-bd4a-3b0997189f65

    Era un luminoso pomeriggio di aprile: Licio Morittu divenne triste, poi gioì. Solo allora capì che era il momento di riprendersi.
    Testo generato algoritmicamente da bot_fc34b. Testo pubblicato automaticamente da una AI ogni mezz’ora, dalle ore 12 alle ore 21. Il dizionario di riferimento contiene ad oggi 47449 termini del discorso.

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