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  • Le regole del gioco di Curtis Hanson

    Le regole del gioco di Curtis Hanson

    Le regole del gioco, titolo originale Lucky You, è un film del 2007 diretto dal regista americano Curtis Hanson, su soggetto e sceneggiatura di Eric Roth. Il gioco è da sempre uno dei temi più amati dall’arte, dalla letteratura e soprattutto dal cinema. Basti pensare a grandi pellicole come Cincinnati Kid di Norman Jewison, o a Casinò di Martin Scorsese. In particolare, il poker negli ultimi anni ha riscosso grandissimo successo, divenendo un fenomeno di costume. Il film è uscito proprio nel periodo in cui il poker ha raggiunto uno dei massimi picchi di popolarità.

    Protagonista della pellicola è Huck Cheever, un giocatore di poker professionista, interpretato da Eric Bana, da tutti conosciuto per il suo carattere difficile e per il suo fare da sbruffone. La passione e il talento per il gioco gli sono stati tramandati dal padre, L.C., ben due volte campione del mondo di Texas Hold’em. Quando siede al tavolo verde gioca sempre il tutto per tutto, osa moltissimo, ma nella vita ha un atteggiamento molto differente. È una persona molto cauta per tutto quello che riguarda il sentimento. Evita ogni coinvolgimento. È distaccato, freddo, scostante. Finché un giorno le cose cambiano radicalmente. Incontra Billie Offer, una ragazza che si è trasferita a Las Vegas sognando una carriera di successo come cantante. Lei è interpretata da Drew Barrymore.

    Fonte: Pixabay Autore: lindsayascott

    L’amore porterà grossi stravolgimenti, ma questa pellicola è molto di più che una semplice storia d’amore. Vediamo che Huck prova un forte rancore nei confronti di suo padre, colpevole di aver abbandonato la madre, morta poi solo dopo un anno dall’abbandono. Questo pensiero è una costante per Huck, che vince moltissimo al poker, ma puntualmente poi perde tutto per le ragioni più varie. Lui ha un’unica grande e potente aspirazione, ovvero quella di battere il genitore. Raccoglie 10.000 dollari e si iscrive al Main Event delle World Series of Poker. Grazie alle sue spiccate qualità di giocatore riesce a farsi strada nel torneo e a conquistare il tavolo finale. Proprio a questo tavolo, tra i suoi avversari incontra il padre. Inizia così una sequenza di fortissima tensione. Dopo aver eliminato i principali avversari, Huck si ritrova a giocare contro il genitore. La partita è molto tesa e dopo varie eliminazioni rimangono in gara solo Huck, un giocatore che aveva incontrato in passato (la prima volta che aveva partecipato a un torneo di poker dal vivo) e il padre. Nella pausa padre e figlio hanno un incontro diretto. L.C. approfitta del momento e racconta al figlio come sono andate veramente le cose tra lui e la madre. La cosa cambia di molto le carte in tavola. La posta in gioco è qualcosa di molto grande per entrambi.

    Il gioco tra i due diventa un simbolo. In un certo senso, le regole del poker diventano a tutti gli effetti una metafora delle regole della vita. È sano applicare strategia e tanta competizione nei rapporti personali? In diversi casi questo è un atteggiamento spontaneo, in altri casi meditare ogni mossa diventa un atteggiamento necessario. A fare da cornice a questa riflessione c’è Las Vegas, una città ritratta in modo piuttosto inedito. Niente sfarzo, niente insegne luminose, la Las Vegas di questo film è quella delle sale da gioco professionali, ben più raccolte delle grandi sale da gioco per turisti.

    La regia di Curtis Hanson è raffinata e ispirata ai grandi classici della tradizione cinematografica americana. I dettagli sono molto curati. Per certi versi la pellicola manca di sorprese e non tutte le sue parti sono sempre coerentissime con l’economia del film. Molto convincente la prova attoriale di Eric Bana, scelto da Eric Roth, che era rimasto molto sorpreso dalla sua interpretazione nel film Munich di Steven Spielberg. Drew Barrymore stupisce per le sue doti canore. Piccola gemma, il cameo di Robert Downey Jr.. Nel film appaiono inoltre dei veri e propri campioni del poker contemporanei, pokeristi riconosciuti a livello globale come Daniel Negreanu, Doyle Brunson, Phil Hellmuth, Sam Fahra, Cyndy Violette e molti altri ancora. Inoltre, il commentatore del torneo World  Series of Poker nella versione italiana del film è doppiato da Fabio Caressa. Questa pellicola, con tutti i suoi dettagli e le sue citazioni, è sicuramente una gioia per gli amanti del poker.

    Fonte: Pixabay – Autore: PixelAnarchy

  • Paraffo?

    La parola “paraffo” è desueta nella lingua italiana e non è più di uso comune. Tuttavia, posso fornirti alcune informazioni su di essa:

    • Etimologia: L’etimologia precisa di “paraffo” non è chiara, ma potrebbe derivare da una forma dialettale o regionale.
    • Storia: “Paraffo” era un termine utilizzato in passato per indicare una specie di sottana o di gonna, spesso indossata dalle donne.
    • Uso nella linguistica: La parola “paraffo” era utilizzata in modo desueto per indicare un capo di abbigliamento femminile, ma nel corso del tempo è caduta in disuso e oggi è poco conosciuta.
    • Esempio: “Nel dipinto rinascimentale, la donna è raffigurata con un paraffo di seta.”

    Spero che queste informazioni ti siano utili! E se non sarà così, ce ne faremo una ragione.

  • Cos’è un freguccio

    La parola “freguccio” è un termine desueto della lingua italiana che indica un oggetto di poco valore o di scarsa importanza. Ecco un’analisi più dettagliata:

    • Etimologia: La parola “freguccio” ha origini incerte, ma potrebbe derivare dal termine dialettale “fregare”, che significa “rubare” o “prendere qualcosa senza valore”.
    • Storia: “Freguccio” era utilizzato in passato per indicare oggetti o cose di scarsa importanza o di poco valore. Tuttavia, nel corso del tempo, è caduto in disuso ed è ora considerato un termine desueto.
    • Uso nella linguistica: “Freguccio” era spesso utilizzato in contesti informali o colloquiali per indicare qualcosa di insignificante o di poco valore. Era spesso usato in modo dispregiativo o ironico.
    • Esempio: “Ho trovato questo vecchio libro in soffitta, ma è solo un vecchio freguccio senza alcun valore commerciale.”

    Spero che queste informazioni ti siano utili! E se no, antani!

  • Che significa deep water

    “Deep water” in inglese significa letteralmente “acqua profonda”. Tuttavia, il significato può variare a seconda del contesto in cui viene utilizzato. Ecco alcuni possibili significati:

    1. Letterale: Riferimento a una zona di mare o oceano che ha una grande profondità.
    2. Metaforico:
      • Difficoltà o situazione critica: “Essere in acque profonde” può significare trovarsi in una situazione difficile o complicata.
      • Sconosciuto o non sicuro: “Gettarsi in acque profonde” può indicare entrare in una situazione di cui non si ha familiarità o che può essere rischiosa.
      • Introspezione o comprensione profonda: “Gettarsi nelle acque profonde” può anche significare esplorare i propri sentimenti, pensieri o conoscenze in modo profondo e completo.
      • Abbandono o disimpegno: “Lasciare in acque profonde” può significare abbandonare qualcuno o qualcosa in una situazione difficile o complicata senza aiutarli.

    In breve, “deep water” può indicare sia una situazione fisica di grande profondità nel mare che avere significati metaforici legati a situazioni complesse, rischiose o profonde emotivamente.

  • Di che parla Rolling in the deep di Adele

    Il testo della canzone “Rolling in the Deep” di Adele è un’esplorazione intensa delle emozioni che accompagnano una relazione fallita. Vediamo molta rabbia, dolore e un senso di tradimento attraverso le parole della canzone.

    La prima strofa inizia con una metafora ardente, descrivendo il fuoco che inizia nel cuore della cantante. Questo fuoco rappresenta una passione intensa e una determinazione a far fronte alla situazione difficile. La frase “Reaching a fever pitch” suggerisce che la situazione sta diventando sempre più intensa e che la cantante si sente sempre più emotivamente coinvolta.

    La seconda strofa si concentra sul dolore e sul rancore che la cantante prova verso il suo ex partner. Lei rivela la sua intenzione di non essere sottomessa e di non permettere che il suo ex la tradisca impunemente. C’è anche un senso di rivincita, con la cantante determinata a dimostrare di essere più forte di quanto l’ex possa pensare.

    Le successive strofe esplorano i ricordi della relazione passata, con le cicatrici dell’amore che le ricordano ciò che è stato perso. C’è un senso di rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere, ma anche una consapevolezza che la relazione era imperfetta e che l’ex partner non è riuscito a mantenere le promesse fatte.

    La sezione del ritornello, “We could have had it all / Rolling in the deep”, riflette su ciò che la coppia avrebbe potuto avere insieme, ma che è sfuggito loro. Il termine “Rolling in the deep” potrebbe suggerire un senso di essere immersi nell’amore e nelle emozioni profonde, ma anche una sensazione di essere sommersi dalla tristezza e dalla delusione.

    Nelle strofe successive, la cantante riconosce il dolore che ha provato, ma anche la sua capacità di trasformare questa sofferenza in qualcosa di prezioso. Ciò suggerisce una sorta di crescita personale attraverso l’esperienza difficile.

    Infine, la canzone si conclude con una ripetizione del ritornello, che enfatizza il senso di perdita e rimpianto per ciò che è stato perso. La ripetizione del verso “And you played it to the beat” suggerisce una sensazione di amarezza verso il comportamento passato dell’ex partner.

    In sintesi, “Rolling in the Deep” è una canzone potente che esplora le complesse emozioni legate alla fine di una relazione e alla lotta per trovare la forza interiore per andare avanti.

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