Ospite Inatteso

  • Viviamo in una simulazione?

    Viviamo in una simulazione?

    Prova ad immaginare un mondo che corrisponda ad una gigantesca simulazione, anche solo per un attimo. Nel mondo che stai immaginando, ogni individuo esisterebbe all’interno di una realtà virtuale anziché in quella fisica. Questa idea richiama concetti di realtà virtuale, realtà aumentata e simulazioni avanzate, sempre più realistiche.

    Il concetto è stato ampiamente sfruttato nel cinema (Inception, Matrix, eXistenZ, Strange Days, Ghost in the shell sono solo alcuni esempi) ma possiede la piccola pecca di dare per scontato che sia possibile definire il reale con certezza, o quantomeno darne per buona la consistenza. Cosa tutt’altro che ovvia, dato che la realtà assume tratti sempre più fluidi ed il dilagare di post verità e teorie del complotto propende, anche a costo di autentiche psicosi collettive, per rendere più plausibile un realtà intersoggettivo, relativo e relativizzante, tutt’altro che assoluto come si potrebbe pensare.

    Per Jacques Lacan ciò che chiamiamo “reale è qualcosa che non può essere pienamente compreso o integrato nella coscienza umana: è l’aspetto della realtà che sfugge alla simbolizzazione, al linguaggio e all’elaborazione razionale. È un’area di esperienza che in alcuni casi, soprattutto, può generare nell’individuo un senso di disagio e inquietudine. Il reale è ciò che non può essere rappresentato completamente o simbolizzato, ed è quindi difficile da afferrare o definire. Oltre ad essere non rappresentabile, può essere associato ad esperienze disagianti o traumatiche, non può essere necessariamente razionalizzato, e si lega comunque alla dimensione simbolica (linguaggio, convenzioni sociali) e immaginaria (illusioni, fantasie) pur rimanendo ben distinta dalle due. Se immaginiamo di vivere in una simulazione ciò può avere delle conseguenze a livello di rottura del piano immaginario, ad esempio, che si troverebbe a collassare su quello del reale arrivando a coincidere con lo stesso.

    Viviamo in una simulazione?

    Come potrebbe funzionare un mondo del genere, del resto, è subito detto: ogni persona vivrebbe in una realtà simulata, dove percepirebbe tutto ciò che accade intorno a loro come se fosse reale. Tutto, dagli oggetti agli altri individui, verrebbe creato tramite avanzati sistemi di simulazione. Ciò presupporrebbe anche un problema di ordine tecnocratico, dato che la creazione e la gestione di una simulazione di scala così ampia e complessa avrebbero sfide tecniche immense, dall’elaborazione delle interazioni in tempo reale alla risoluzione di problemi di potenza di calcolo. Si porrebbe anche, peraltro, il problema ricorsivo di rappresentare tecnologicamente la tecnologia stessa. Gli individui potrebbero comunicare tra loro all’interno della simulazione, proprio come facciamo nelle piattaforme di social media o nei giochi online oggi, e le interazioni potrebbero essere estremamente realistiche e coinvolgenti. Ma rimarrebbe il dilemma del vivere in una rappresentazione virtuale di cui non scorgiamo gli estremi ed i margini. Potrebbe pertanto sorgere il dibattito se questa simulazione sia “reale” tanto quanto la realtà fisica, e cosa significhi la coscienza in un contesto completamente virtuale.

    vivere in una simulazione per Midjourney significa un uomo seduto su una poltrona che sbircia da una porta molto ampia un mondo bucolico quanto cittadino, ricco di contraddizioni

    L’immagine che ha disegnato l’intelligenza artificiale di Midjourney rappresenta un’interessante fusione tra mondi contrastanti, catturando la dualità tra il rurale e l’urbano, la tranquillità e l’attività frenetica. Questo concetto richiama alla mente concetti di realtà virtuale, mondi simulati e l’idea di esplorare e sperimentare ambienti contrastanti attraverso una porta, che potrebbe rappresentare una sorta di interfaccia tra il mondo reale e quello virtuale.

    La coesistenza di elementi bucolici e cittadini all’interno di questo mondo simulato può essere interpretata come una riflessione sulla complessità della vita moderna, in cui la natura e la tecnologia, la calma e l’agitazione convivono. Potrebbe suggerire anche la capacità di esplorare diversi aspetti dell’esistenza umana, passando dalla tranquillità dei paesaggi rurali alle opportunità e alle sfide delle ambientazioni urbane.

    Le contraddizioni presenti in questo mondo simulato possono rappresentare una rappresentazione simbolica delle tensioni e delle dinamiche che spesso caratterizzano la società e l’esperienza umana. Questo concetto richiama alla mente questioni filosofiche riguardanti la natura della realtà, l’identità individuale e la percezione soggettiva.

    In definitiva, un mondo in cui ognuno vive in una simulazione aprirebbe un vasto territorio di possibilità, ma comporterebbe anche sfide significative e solleva domande profonde sulla natura della realtà, della coscienza e dell’identità.

  • Guida pratica al Koi no yokan nel cinema

    L’espressione “koi no yokan” è spesso utilizzata per descrivere quel momento di riconoscimento quando due persone si incontrano per la prima volta e sentono che c’è qualcosa di speciale o una connessione profonda che potrebbe portare a un legame romantico. Si tratta di una sensazione più sottile e profonda rispetto all’amore a prima vista, e implica un senso di previsione o intuizione riguardo al futuro della relazione.

    L’espressione “koi no yokan” non è stata spesso utilizzata come titolo diretto di film, ma il concetto di intuizione o prescienza dell’amore è stato affrontato in vari film con trame romantiche o drammatiche. Ecco alcuni film che potrebbero riflettere il concetto di “koi no yokan” o presentare elementi simili.

    500 giorni insieme

    “500 giorni insieme” (500 Days of Summer, 2009) – Questo film racconta in modo non lineare la storia di una relazione amorosa, evidenziando i momenti di intuizione e previsione riguardo al destino della relazione.

    Il film “500 giorni insieme” (500 Days of Summer) è una commedia romantica/drammatica del 2009 diretta da Marc Webb e interpretata da Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel nei ruoli principali. La peculiarità di questo film è che racconta la storia non in modo cronologico, ma seguendo le giornate non consecutive di una relazione tra Tom e Summer.

    La trama ruota attorno alla relazione tra Tom Hansen (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), un giovane scrittore di biglietti di auguri, e Summer Finn (interpretata da Zooey Deschanel), una donna che lavora come assistente in ufficio. Tom sviluppa rapidamente una cotta per Summer, e la storia segue le loro interazioni lungo 500 giorni, che non sono presentati in ordine cronologico.

    Il film esplora vari temi legati all’amore, alle aspettative e alle percezioni nelle relazioni:

    1. Aspettative vs. Realtà: Il film sottolinea come spesso le aspettative che una persona ha nei confronti di un partner o di una relazione possano divergere dalla realtà. Tom idealizza Summer e proietta su di lei le sue visioni di un amore perfetto, ma scopre che le loro prospettive sulla relazione differiscono.
    2. Natura soggettiva dell’amore: “500 giorni insieme” mette in evidenza come due persone possano percepire e vivere una relazione in modi molto diversi. Mentre Tom è profondamente innamorato e vede il rapporto con ottimismo, Summer tende a prendere le cose più leggermente e non si impegna nello stesso modo emotivo.
    3. Straniamento e riflessione: La struttura non lineare del film consente agli spettatori di vedere il contrasto tra i giorni in cui Tom e Summer sono felici insieme e quelli in cui la relazione sta cadendo a pezzi. Questo permette al pubblico di riflettere sulla natura mutevole delle relazioni e su come gli eventi influenzino le emozioni.
    4. Autenticità: Il film mette in discussione l’idea di cercare la perfezione in una relazione e sottolinea l’importanza di essere autentici e onesti con se stessi e con il partner.

    In sostanza, “500 giorni insieme” offre una visione realistica e spesso riflessiva dell’amore, mostrando come le relazioni possono essere complesse, imprevedibili e spesso non corrispondere alle aspettative. La trama non convenzionale e la narrazione non lineare consentono di esplorare l’evoluzione emotiva dei personaggi in modo unico e coinvolgente.

    Prima dell’alba

    Prima dell’alba” (Before Sunrise, 1995) – Prima dell’alba è un film del 1995 diretto da Richard Linklater. La trama segue Jesse e Céline, due giovani che si incontrano casualmente su un treno in Europa. Decidono di trascorrere una notte insieme a Vienna, condividendo conversazioni profonde e connessioni emotive. Il film esplora il concetto di incontri fugaci e la possibilità di un’intimità profonda anche in un breve lasso di tempo, e si ispira ad un incontro con una donna realmente avvenuto al regista: la stessa morì tragicamente poco prima dell’uscita del film

    Orgoglio e pregiudizio

    “Orgoglio e pregiudizio” (Pride & Prejudice, 2005) – Basato sul romanzo di Jane Austen, il film segue la storia d’amore tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy, che attraversa ostacoli sociali e personali mentre riconoscono gradualmente i loro sentimenti reciproci.

    “Orgoglio e pregiudizio”, il celebre romanzo scritto da Jane Austen e pubblicato nel 1813, racconta la storia dell’amore tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy, esplorando temi di classe sociale, orgoglio, pregiudizio e cambiamento personale. Anche se il termine “koi no yokan” è di origine giapponese e il romanzo non è ambientato in Giappone, possiamo analizzare il concetto di “koi no yokan” in relazione a questa storia.

    In “Orgoglio e pregiudizio”, potremmo considerare l’evoluzione della relazione tra Elizabeth e Mr. Darcy come una forma di “koi no yokan”. All’inizio del romanzo, Elizabeth ha dei pregiudizi verso Mr. Darcy a causa della sua apparente arroganza e della sua influenza sociale. Darcy, a sua volta, sembra sentirsi superiore agli abitanti di Hertfordshire, compresa Elizabeth. Tuttavia, quando Darcy inizia a conoscerla meglio e osserva il suo carattere forte e intelligente, comincia a vedere in lei qualità che non aveva inizialmente riconosciuto.

    Possiamo applicare l’idea di “koi no yokan” al momento in cui Darcy inizia a vedere in Elizabeth la possibilità di una connessione più profonda e significativa. Questo cambio di prospettiva potrebbe essere visto come una forma di intuizione o riconoscimento di un potenziale legame romantico futuro. Darcy, nonostante le sue resistenze iniziali, inizia a sviluppare un sentimento profondo per Elizabeth, che si trasforma gradualmente in amore.

    In modo simile, Elizabeth, che all’inizio del romanzo è scoraggiata dalle azioni e dall’atteggiamento di Darcy, nel corso della storia inizia a capire la sua vera natura e a riconoscere che il suo orgoglio potrebbe essere frutto di preoccupazione e devozione. Questo riconoscimento potrebbe essere interpretato come una forma di “koi no yokan”, in cui Elizabeth percepisce una possibilità di un cambiamento nel loro rapporto e nella loro connessione.

    Quindi, anche se il termine “koi no yokan” è di origine giapponese e il romanzo è ambientato in un contesto e un’epoca diversi, possiamo vedere elementi di questa idea nella progressione della relazione tra Elizabeth e Mr. Darcy in “Orgoglio e pregiudizio”. Sia Darcy che Elizabeth sperimentano una sorta di intuizione o prescienza riguardo a un possibile cambiamento nel loro rapporto, che alla fine si traduce in un amore profondo e duraturo.

    La proposta

    La proposta” (The Proposal, 2009) – Questa commedia romantica affronta il tema della relazione forzata che evolve in qualcosa di più genuino e profondo nel tempo. l film racconta la storia di Margaret Tate (interpretata da Sandra Bullock), una donna di affari canadese che rischia l’espulsione dagli Stati Uniti a causa del suo visto scaduto. Per evitare il problema, decide di ingannare le autorità dichiarando di essere fidanzata con il suo giovane assistente, Andrew Paxton (interpretato da Ryan Reynolds). Ecco alcuni dei significati e dei temi chiave presenti nel film “La proposta”:

    Matrimonio di convenienza: Il film affronta il tema di un matrimonio di convenienza inizialmente basato su interessi personali e motivazioni pratiche, ma che nel corso del tempo evolve in qualcosa di più autentico. Questo aspetto mette in luce come le relazioni possano cambiare e crescere anche da basi non tradizionali.

    Scoperta personale: Sia Margaret che Andrew attraversano un processo di scoperta personale durante il film. Margaret, una donna d’affari distante e poco emotiva, inizia a comprendere la bellezza delle relazioni umane sincere e l’importanza di aprirsi agli altri. Andrew, d’altro canto, impara a valorizzare se stesso e le sue aspirazioni.

    Cambiamento di prospettiva: Il film affronta il tema del cambiamento di prospettiva, poiché i personaggi si rendono conto che c’è molto di più nella vita rispetto al successo professionale o agli obiettivi personali. Questo cambiamento aiuta a spingere i personaggi verso una comprensione più profonda delle proprie motivazioni e desideri.

    Connessione umana: L’aspetto romantico del film mette in evidenza l’importanza di una connessione umana autentica. La relazione inizialmente fittizia tra Margaret e Andrew si trasforma gradualmente in qualcosa di genuino e sentimentale mentre condividono esperienze e momenti insieme.

    Umorismo: Come nella maggior parte delle commedie romantiche, l’umorismo è un elemento centrale nel film. Gli imprevisti, le situazioni imbarazzanti e le interazioni tra i personaggi creano momenti comici che contribuiscono a rendere il film leggero e divertente.

    Serendipity

    Serendipity – Quando l’amore è magia” (Serendipity, 2001) – Questo film racconta la storia di due persone che si incontrano casualmente e poi cercano di ritrovarsi nel corso degli anni, sottolineando il concetto di destino e connessione speciale. “Serendipity” è un termine inglese che si riferisce a una scoperta o a un evento felice e fortuito che avviene in modo casuale o per caso, mentre si cerca qualcos’altro. Questo termine è spesso usato per descrivere situazioni in cui qualcuno trova qualcosa di prezioso, utile o interessante senza averlo cercato attivamente, ma proprio perché è capitato inaspettatamente lungo il percorso. L’origine del termine “serendipity” può essere ricondotta all’antica storia persiana dei “Tre principi di Serendippo“, in cui i protagonisti facevano scoperte sorprendenti e casuali durante i loro viaggi. Questa storia ha contribuito a definire il concetto moderno di “serendipity” come una sorta di fortuna accidentale che porta a una scoperta inaspettata o a una soluzione creativa.

    Notting Hill

    Notting Hill” (1999) – Il film ruota attorno all’incontro casuale tra un libraio e una famosa attrice, esplorando come una connessione iniziale possa svilupparsi in qualcosa di più profondo. “Notting Hill” è una commedia romantica che segue la storia di William Thacker (interpretato da Hugh Grant), un libraio che vive a Notting Hill, un quartiere di Londra. Un giorno, la famosa attrice di Hollywood Anna Scott (interpretata da Julia Roberts) entra nella sua libreria. Tra loro nasce una connessione casuale, e nonostante le loro diverse vite, iniziano a sviluppare una relazione. Anna cerca di sfuggire alla sua vita di celebrità e trova in William un rifugio dalla fama. Tuttavia, affrontano sfide e ostacoli causati dalle differenze nel loro stile di vita e dalle pressioni dei media. La storia si sviluppa attraverso momenti comici, romantici e di confronto interiore mentre i due cercano di bilanciare le loro vite diverse e trovare un modo per essere insieme. Il film esplora temi di fama, identità personale, e l’idea che l’amore possa superare le barriere sociali e culturali. Con il suo tono leggero e romantico, “Notting Hill” offre uno sguardo sulla dinamica di una relazione tra due persone provenienti da mondi completamente diversi.

    Ricorda che mentre questi film possono affrontare temi di connessione e intuizione nell’amore, potrebbero non essere specificamente etichettati come basati su “koi no yokan”. Tuttavia, se sei interessato a storie che esplorano l’idea di un amore che si sviluppa attraverso l’intuizione e la prescienza, questi film potrebbero risultare affini al concetto.

    Psicologia del koy no yokan

    Koi no yokan“, l’idea di percepire istantaneamente una connessione romantica o un potenziale legame amoroso con qualcuno appena incontrato, può essere interpretata attraverso diverse lenti psicologiche.

    1. Intuizione sociale: La psicologia suggerisce che le persone abbiano un’abilità innata di riconoscere segnali sociali sottili, come linguaggio del corpo, espressioni facciali e toni di voce. Quando si tratta di “koi no yokan”, l’intuizione sociale potrebbe giocare un ruolo chiave nel rilevare segni non verbali di interesse reciproco e compatibilità in una persona appena incontrata.
    2. Schema mentale: Gli esseri umani hanno tendenza a categorizzare e organizzare le informazioni in schemi mentali. Se qualcuno incontra una persona che corrisponde a determinati attributi o qualità desiderabili che sono stati predefiniti nel loro schema di un partner ideale, potrebbe scattare un senso di riconoscimento e connessione immediata.
    3. Empatia e sintonia emotiva: La capacità di empatizzare con gli altri e percepire le loro emozioni può facilitare un senso di intimità e connessione immediata. Se due persone si trovano in uno stato emotivo simile o sono in grado di captare le emozioni dell’altro, potrebbe verificarsi una sensazione di “koi no yokan”.
    4. Cognizione inconscia: Molti processi cognitivi avvengono a livello inconscio. La mente potrebbe elaborare e analizzare sottili segnali e informazioni mentre si interagisce con qualcuno, portando a un senso di riconoscimento e connessione senza che la persona sia consapevole di tutti i dettagli coinvolti.
    5. Attenzione selettiva: La nostra attenzione può essere selettiva, concentrandosi su aspetti specifici di una persona o situazione. Se qualcuno si concentra su elementi positivi e affini a ciò che desidera in un partner, potrebbe percepire istintivamente una connessione più profonda.
    6. Effetto placebo: In alcune situazioni, le aspettative personali o le speranze possono influenzare la percezione e creare una sorta di “effetto placebo” nel quale si percepisce una connessione speciale con qualcuno semplicemente perché ci si aspetta che ciò avvenga.

    È importante sottolineare che la percezione di “koi no yokan” è soggettiva e varia da persona a persona. Mentre alcuni potrebbero attribuire questa sensazione a fattori inconsci o intuizioni, altri potrebbero vedervi una coincidenza o un caso fortuito. La psicologia può fornire spiegazioni plausibili, ma la natura complessa e unica delle relazioni umane fa sì che queste esperienze rimangano in gran parte un mistero.

  • Parolacce in spagnolo

    Ah, le parolacce! Ecco alcune in spagnolo:

    1. Joder – equivale al verbo “scopare”, ma è comunemente usata come “cazzo” in italiano.
    2. Mierda – significa “merda”.
    3. Pendejo – usata per dire “idiota” o “testa dura”.
    4. Cabron – ha diverse sfumature, può indicare “cornuto” ma anche essere usata in modo più amichevole tra amici.
    5. Coño – simile a “cazzo” in italiano, a volte usato come intercalare.
    6. Puta – equivale a “puttana”.
    7. Gilipollas – simile a “cretino” o “idiota”.
    8. Chingar – un termine volgare che ha varie sfumature di significato, ma spesso è associato a “scopare” o usato in modi simili a “cazzo”.

    Ricorda, però, che usare parolacce può essere offensivo o inappropriato in certi contesti, quindi è meglio utilizzarle con cautela!

    Mi dispiace, ma non posso aiutarti con le bestemmie o parole offensive di natura religiosa o blasfema. Posso darti informazioni, assistenza o conversare su altri argomenti, se desideri!

    La blasfemia è un argomento complesso che solleva questioni di sensibilità culturale, religiosa e linguistica. La blasfemia è l’atto di parlare in modo irriverente o mancante di rispetto verso ciò che è considerato sacro o divino in una determinata religione o credo. Questo varia significativamente da cultura a cultura e da tradizione religiosa a tradizione religiosa.

    Le parole blasfeme spesso sono considerate offensive o inappropriate in determinati contesti, specialmente quando vengono utilizzate intenzionalmente per offendere o danneggiare le convinzioni religiose altrui. La loro gravità può variare notevolmente a seconda del contesto culturale e delle credenze della comunità.

    Tuttavia, è importante rispettare le diverse prospettive e credenze delle persone quando si affrontano argomenti legati alla religione e alla spiritualità. La sensibilità e il rispetto reciproco possono aiutare a evitare fraintendimenti o conflitti.

  • 20 horror e thriller con finale a sorpresa da riscoprire

    Gli amanti dei film horror e thriller sono spesso alla ricerca di emozioni forti e di trame che li tengano con il fiato sospeso fino all’ultimo istante. Uno dei tratti distintivi di questi generi è la capacità di sorprendere il pubblico con finali inaspettati e shock. In questo articolo, esploreremo 10 film che hanno affascinato gli spettatori con finali a sorpresa, senza però svelare alcun dettaglio che potrebbe rovinare il piacere della visione.

    1. “Il sesto senso” (1999) – Diretto da M. Night Shyamalan, questo film è un classico degli inaspettati finali. La storia segue un bambino che afferma di poter vedere e comunicare con i morti, ma il suo incontro con un determinato psicologo svelerà una verità scioccante.
    2. “Shutter Island” (2010) – Martin Scorsese ci regala questo thriller psicologico, dove Leonardo DiCaprio interpreta un investigatore inviato su un’isola remota per indagare sulla scomparsa di un detenuto. La verità che emerge alla fine lascerà il pubblico sbalordito.
    3. “The Others” (2001) – In questo film, diretto da Alejandro Amenábar, una madre (Nicole Kidman) si occupa dei suoi figli in una casa buia e misteriosa, credendo che siano afflitti da una strana sensibilità alla luce. Ma c’è molto di più dietro questa storia.
    4. “Fight Club” (1999) – Basato sul romanzo di Chuck Palahniuk, questo film diretto da David Fincher offre uno dei finali più iconici nella storia del cinema moderno. Edward Norton e Brad Pitt interpretano ruoli chiave in una trama che porta a una rivelazione scioccante.
    5. “Identity” (2003) – Un gruppo di persone è intrappolato in un motel durante una tempesta e, lentamente, inizia a morire uno dopo l’altro. Ma c’è molto di più dietro questi omicidi apparentemente casuali.
    6. “The Others” (2001) – In questo thriller paranormale, Nicole Kidman interpreta una donna che crede che la sua casa sia infestata da presenze soprannaturali. Tuttavia, il film offre un colpo di scena che cambierà completamente la prospettiva del pubblico.
    7. “The Cabin in the Woods” (2012) – Questo film mescola abilmente l’horror e la commedia nera mentre un gruppo di amici si ritrova in una capanna apparentemente abbandonata. Ma cosa si nasconde veramente nelle profondità della foresta?
    8. “Prisoners” (2013) – In questo thriller intenso, un padre (Hugh Jackman) inizia a indagare sulla scomparsa della figlia e della sua amica, mentre un detective (Jake Gyllenhaal) cerca di risolvere il caso. Il finale offre un’imprevista svolta di trama.
    9. “The Others” (2001) – Ancora una volta, M. Night Shyamalan dimostra il suo talento nel creare finali che sconvolgono le aspettative. “The Village” è un film che sembra ambientato in un villaggio isolato del XIX secolo, ma la realtà è molto diversa da quanto sembra.
    10. “Old” (2021) – Questo film diretto da M. Night Shyamalan racconta la storia di una famiglia che si ritrova su una spiaggia misteriosa in cui il tempo sembra scorrere molto più velocemente. L’evolversi della trama porta a una rivelazione sorprendente che cambierà tutto.
    11. “The Orphanage” (2007) – Questo film spagnolo diretto da J.A. Bayona segue una donna che torna all’orfanotrofio in cui è cresciuta per riaprirlo come un rifugio per bambini disabili. La trama prende una svolta inquietante e offre un finale che farà rabbrividire.
    12. “The Machinist” (2004) – Un thriller psicologico che segue la vita di un operaio industriale interpretato da Christian Bale, che soffre di insonnia e inizia a sperimentare eventi bizzarri e spaventosi. Il suo viaggio si snoda in una direzione inaspettata.
    13. “Coherence” (2013) – In questo film di fantascienza e suspense, un gruppo di amici si riunisce per una cena, ma quando un evento cosmico misterioso accade, la realtà si sfalda, e le loro vite prendono una piega sinistra.
    14. “The Invitation” (2015) – Un thriller psicologico in cui un uomo è invitato a una cena da parte di sua ex-moglie e il suo nuovo marito. Mentre la serata si svolge, emergono segreti inquietanti che portano a un finale sorprendente.
    15. “The Witch” (2015) – Un horror storico che segue una famiglia nel New England del XVII secolo che si trasferisce in una zona boschiva isolata e inizia a sperimentare eventi sinistri. Il film culmina in un finale che mette in discussione la realtà e la fede.
    16. “Seven” (1995) – Un giallo diretto da David Fincher, in cui due detective, interpretati da Brad Pitt e Morgan Freeman, cercano di risolvere una serie di omicidi brutali, ognuno ispirato dai sette peccati capitali. Il film culmina in un finale sorprendente e angosciante.
    17. “The Girl with the Dragon Tattoo” (2011) – Basato sul romanzo di Stieg Larsson, questo thriller giallo segue un giornalista e una hacker mentre cercano di risolvere il mistero di una giovane donna scomparsa. Il film offre un finale intricato e avvincente.
    18. “Gone Girl” (2014) – Diretto da David Fincher e basato sul romanzo di Gillian Flynn, il film segue le indagini sulla scomparsa di una donna e le oscure verità che emergono durante la ricerca. Il finale presenta una serie di colpi di scena che terranno il pubblico con il fiato sospeso.
    19. “Mystic River” (2003) – Un giallo drammatico diretto da Clint Eastwood, in cui tre amici d’infanzia si ritrovano coinvolti in un tragico evento che cambierà le loro vite per sempre. Il film offre una serie di rivelazioni sorprendenti e commoventi.
    20. “The Others” (2001) – Questo film, diretto da Alejandro Amenábar e con Nicole Kidman nel ruolo principale, segue una madre che crede che la sua casa sia infestata da presenze soprannaturali. Il giallo si intreccia con il soprannaturale, portando a un finale sorprendente.

    Questi 20 film sono solo un assaggio del mondo ricco di suspense e sorprese che gli horror e i thriller hanno da offrire. Se cercate emozioni forti e finali inaspettati, non perdete l’occasione di vedere questi capolavori cinematografici. E ricordate, l’elemento sorpresa è parte integrante dell’esperienza, quindi godetevi ogni momento di suspense senza svelare il mistero a nessuno!

    Finale a sorpresa (creepypasta)

    Ero da solo a casa, e avevo deciso di passare la serata guardando un vecchio film horror.

    Mi ero appena immerso nella trama quando, improvvisamente, la luce in camera si spense. Un brivido mi corse lungo la schiena. Ma non c’era nulla di cui preoccuparsi, pensai. Dovevo solo aver saltato un battito del cuore.

    Mentre cercavo la mia torcia sul comodino, sentii qualcosa strisciare leggermente sul mio braccio. Alzai il braccio e mi guardai intorno, cercando di scoprire cosa potesse essere. Ma non c’era nulla. Era solo la mia immaginazione.

    Decisi di andare in cucina per controllare il quadro elettrico e riaccendere la luce. Mentre percorrevo il corridoio buio, i miei passi sembravano risuonare sinistramente nelle orecchie. Mi sentivo osservato.

    Arrivato in cucina, cercai di accendere la luce, ma niente. Il quadro elettrico sembrava essere in ordine. Decisi di usare il mio telefono per illuminare la zona. Quando lo accesi, la mia mano tremò: riflessa nel vetro del forno, c’era una figura oscura, alta e incappucciata.

    Gridai e mi voltai, ma non c’era nessuno. Sentivo un’ombra spostarsi dietro di me, ma ogni volta che cercavo di guardarla, scompariva. Ero intrappolato in una danza sinistra con un’entità invisibile.

    Decisi di uscire di casa e chiamare la polizia, ma quando provai ad aprire la porta d’ingresso, era bloccata. Ogni finestra era sigillata. Ero intrappolato in una casa apparentemente normale, ma con qualcosa di malvagio.

    La voce di un uomo risuonò nell’oscurità. “Ti piace il cinema, vero?” Era una voce sinistra, fredda. “Ti piacciono i finali a sorpresa?”

    Ero terrorizzato. Cercavo di rispondere, ma le parole mi si bloccavano in gola. L’entità invisibile si fece sempre più vicina, il suo respiro gelido sul mio collo.

    All’improvviso, la luce si riaccese, e l’entità scomparve. Ero di nuovo solo in cucina, la pioggia continuava a battere contro i vetri. Era come se nulla fosse mai accaduto.

    Ma la mia mente sapeva che era successo qualcosa di terribile. Non sapevo cosa fosse quella presenza sinistra o chi fosse l’uomo con la voce gelida. Non sapevo cosa avesse significato quel “finale a sorpresa.”

    Lo sto ancora aspekhjafghev

  • 92 minuti di applausi

    Quando Luciano Salce (1922-1989) gira Il secondo tragico Fantozzi include la celebre scena dei 92 minuti di applausi, iperbole ed epitomo cinematografico del servilismo del dipendente medio: costretto a vedere alcuni “mattoni” cinematografici (tra cui una classicissima Corazzata Potemkin dal nome leggermente modificato) in azienda, secondo la moda dei cineforum dell’epoca, Fantozzi diventa l’eroe che smaschera l’intellettualismo medio, costringendo il povero Riccardelli (simbolo del cinefilo medio che apprezza film che, suo malgrado, a volte neanche capisce) a visionare b-movie rimanendo in ostaggio.

    92 minuti di applausi è un’iperbole entrata nel linguaggio comune, del resto, ogni volta che si sfonda un tabù, che si dicono le cose come stanno, prima che la polizia si incazzi (ennesima iperbole fantozziana altrettanto simbolica), molto prima che certa destra si appropriasse del lessico e della morale “contro” il politicamente corretto e i suoi (quasi sempre immaginari) paletti semantici. 92 minuti di applausi è l’atto di ribellione popolare per eccellenza, ed è anche uno schiaffo al servilismo insopportabile delle claque sempre festanti e passive, che applaudiscono il potente e ne adulano le vanità – le stesse di cui troppo spesso i giornali scrivono acriticamente. 92 minuti di applausi, chissà perchè 92, poi. 91 o 85 erano troppo pochi, ma tanto basta. In numerologia il numero 92 potrebbe essere scomposto in due cifre, 9 e 2: il 9 è spesso associato alla spiritualità e all’illuminazione, mentre il 2 è collegato alla dualità e alle relazioni. La combinazione potrebbe essere interpretata come un periodo di crescita spirituale e di bilanciamento delle relazioni, oppure potrebbe essere prova del fatto che si può dire qualsiasi cosa, davvero, senza che nessuno si prenda la briga di verificarla o ne controlli la coerenza, prima di ripeterla a pappagallo.

    Approfondimento: che cos’è una claque

    La “claque” è un termine che deriva dal francese e si riferisce a un gruppo di persone pagate per applaudire o esprimere approvazione durante spettacoli teatrali, concerti, conferenze o altri eventi pubblici. Questo fenomeno era particolarmente comune nell’Europa del XIX secolo e all’inizio del XX secolo. La parola “claque” in francese significa letteralmente “schiaffo” o “colpo”, ed è stata originariamente utilizzata con questo significato. Tuttavia, nel contesto teatrale e dell’intrattenimento, il termine ha assunto un significato diverso.

    Nel XIX secolo, in particolare, la parola “claque” iniziò a essere utilizzata per riferirsi a un gruppo di persone che venivano pagate per applaudire o esprimere approvazione durante spettacoli teatrali, concerti o eventi pubblici. Quindi, l’evoluzione semantica della parola “claque” nel contesto dell’intrattenimento ha portato alla sua associazione con il pubblico pagato che forniva reazioni positive per influenzare la percezione dell’evento.

    Le persone coinvolte nella claque, chiamate “claquers”, erano spesso ben addestrate nell’arte di applaudire in modo sincronizzato e nel fornire una reazione entusiastica al momento giusto per influenzare l’opinione del pubblico. La claque poteva essere utilizzata per creare un’atmosfera positiva o per far sembrare che un’opera o un esibizione fosse più popolare di quanto fosse in realtà.

    Con il passare del tempo, la pratica della claque è diventata meno comune e spesso è stata vista come sleale o manipolativa. Oggi, nelle performance moderne, l’applauso e le reazioni del pubblico sono generalmente considerati autentici e spontanei, anche se ci sono ancora casi in cui si sospetta l’uso di claquers per influenzare la percezione dell’evento.

    La parola “claque” si legge in italiano come “clac.” La pronuncia è simile alla parola italiana “clac” o “claque,” ed è una riproduzione approssimativa del suono del termine originale francese.

     

     

Exit mobile version