In termini lacaniani, il concetto di “godere” è collegato al concetto di “jouissance“. Quest’ultimo non si riferisce semplicemente al piacere fisico o al godimento sensoriale, ma piuttosto ad un concetto complesso e psicoanalitico legato alla sfera psichica e sessuale.
Secondo Jacques Lacan, la jouissance va oltre il semplice piacere e può comportare una sorta di sofferenza o di eccesso che supera i limiti del desiderio. È legata alla tensione tra il desiderio e la sua realizzazione, e spesso implica una sorta di mancanza o di impossibilità di raggiungere pienamente ciò che si desidera.
Nella teoria lacaniana, la jouissance può essere divisa in due forme: la jouissance phallique, che è più associata al piacere fisico e all’appagamento delle pulsioni, e la jouissance dell’Altro, che è più complessa e implica un’esperienza più profonda e problematica, legata alla relazione con l’Altro, con il desiderio e con la struttura stessa del linguaggio e dell’inconscio.
In sostanza, il concetto di godere in senso lacaniano è collegato a una forma di piacere che supera i confini della soddisfazione diretta e coinvolge una complessa dinamica psichica e relazionale.
Edwige Fenech nel ruolo dell’insegnante Loredana D’Angelo
Renzo Montagnani nel ruolo del preside
Gianfranco D’Angelo nel ruolo del bidello
Alvaro Vitali nel ruolo del bidello
Lino Banfi nel ruolo del professore di educazione fisica
Carlo Sposito nel ruolo di Peppino, studente
Stefano Amato nel ruolo di Stefano, studente
Jimmy il Fenomeno nel ruolo di Franco, studente
Ennio Antonelli nel ruolo di “Pisellone”, studente
Produzione:
Anno: 1978
Paese: Italia
Genere: Commedia, Erotico
Durata: Circa 94 minuti
Distribuzione: Medusa Distribuzione
Trama: “L’insegnante va in collegio” è una commedia sexy italiana degli anni ’70. La trama ruota attorno all’insegnante Loredana D’Angelo, interpretata da Edwige Fenech, che si trasferisce in un collegio femminile come insegnante di ginnastica. La presenza di una donna attraente come Loredana scatena una serie di situazioni comiche e situazioni imbarazzanti tra gli studenti adolescenti e gli insegnanti maschi.
Il preside e il personale maschile del collegio cercano di sedurre Loredana, mentre i giovani studenti maschi cercano in tutti i modi di avvicinarsi a lei. Nel frattempo, Loredana inizia a sviluppare una relazione romantica con il professore di educazione fisica del collegio.
La pellicola è caratterizzata da una serie di gag comiche e situazioni divertenti tipiche delle commedie italiane di quel periodo, nonché da un elemento di sensualità e erotismo.
Curiosità:
Il film fa parte di una serie di commedie sexy italiane degli anni ’70 che hanno avuto un grande successo, con Edwige Fenech spesso nel ruolo dell’insegnante sexy. Alcuni altri titoli noti includono “L’insegnante” (1975) e “L’insegnante viene a casa” (1978).
Mariano Laurenti, il regista del film, era noto per dirigere molte commedie sexy italiane dell’epoca.
Il cast del film comprende molti attori comici italiani famosi, come Renzo Montagnani, Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali, che hanno contribuito a rendere il film divertente e spassoso.
“L’insegnante va in collegio” è stato uno dei successi commerciali dell’epoca e ha contribuito a consolidare il genere delle commedie sexy italiane degli anni ’70.
Tieni presente che il film contiene contenuti erotici e humor tipici delle commedie italiane di quel periodo, quindi potrebbe non essere adatto a tutti i pubblici.
La macrofilia è una parafilia in cui una persona sperimenta un’attrazione sessuale o un interesse predominante verso individui di dimensioni enormi o gigantesche. Questa attrazione può manifestarsi attraverso fantasie, immagini o rappresentazioni di esseri giganti o di dimensioni eccezionalmente grandi.
Dal punto di vista psicoanalitico, la macrofilia potrebbe essere interpretata come una manifestazione di conflitti interni e dinamiche psicologiche profonde. Secondo la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, le parafilie possono derivare da esperienze infantili, traumi o conflitti irrisolti che influenzano lo sviluppo sessuale dell’individuo.
Nel caso della macrofilia, potrebbero esserci delle correlazioni con fasi specifiche dello sviluppo psicosessuale dell’individuo. Ad esempio, durante la fase fallica del normale sviluppo sessuale, l’individuo potrebbe sviluppare fantasie o desideri legati al concetto di grandezza e potenza, che poi si manifestano nella preferenza per oggetti di dimensioni molto grandi. Per certi versi la macrofilia potrebbe essere considerata un meccanismo di difesa inconscio attraverso il quale l’individuo cerca di soddisfare bisogni sessuali o affettivi non soddisfatti o reprimere ansie o paure legate all’intimità o alla sessualità con altri individui. È importante sottolineare che, secondo la prospettiva psicoanalitica, le parafilie come la macrofilia possono essere comprese solo attraverso un’analisi approfondita delle dinamiche psicologiche individuali e del passato dell’individuo. Il trattamento psicoanalitico potrebbe quindi concentrarsi sull’analisi delle radici profonde di tali comportamenti e sul lavoro per integrare e risolvere i conflitti inconsci che possono esserne alla base.
Gulliveriana
“Gulliveriana” è un fumetto erotico scritto e illustrato da Milo Manara, ispirato al classico romanzo di Jonathan Swift “I viaggi di Gulliver”. La trama del fumetto ruota attorno al protagonista, Gulliver, che si trova coinvolto in una serie di avventure sessuali con donne giganti. Nel fumetto, Manara mescola il tema del viaggio fantastico con elementi erotici, esplorando fantasie sessuali legate alla macrofilia, ovvero l’attrazione sessuale verso individui di dimensioni molto più grandi. Le donne giganti con cui Gulliver interagisce rappresentano l’oggetto di desiderio del protagonista e l’attrazione macrofila è centrale alla trama e al tono del fumetto.
“Gulliveriana” è uno dei lavori più noti di Milo Manara nel genere erotico e ha attirato l’attenzione per il suo stile artistico unico e la sua rappresentazione fantasiosa della sessualità. Tuttavia, come con tutte le opere di questo genere, è importante notare che potrebbe non essere adatto a tutti i lettori e potrebbe contenere contenuti espliciti che potrebbero risultare controversi o offensivi per alcuni.
Conclusioni
Spesso si tratta di un tema presente nella fantasia erotica o nella cultura popolare, come nei fumetti, film o letteratura, dove si esplorano situazioni che coinvolgono creature gigantesche e persone di dimensioni molto più grandi della norma. Tuttavia, è importante sottolineare che la macrofilia rientra nella sfera delle preferenze sessuali atipiche e non rappresenta una norma nel comportamento sessuale umano.
Di Reynold Brown – http://wrongsideoftheart.com/wp-content/gallery/posters-a/attack_of_50_foot_woman_poster_01.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21959947
La macrofilia è un’attrazione o una fantasia sessuale che coinvolge i giganti, più comunemente espressi come gigantesse (giganti donne), così come oggetti giganti. La maggior parte dei macrofili adotta l’idea di “rimpicciolirsi” per poter essere dominati e resi vulnerabili di fronte ai loro partner. In genere si ritiene che sia una fantasia maschile, con l’uomo che interpreta la parte più piccola; tuttavia, persone con qualsiasi background possono averla. Quando la parte più piccola è maschile, può essere rappresentata mentre entra, viene dominata o divorata dalla donna più grande. In generale, le rappresentazioni spaziano da azioni sessualmente esplicite a interazioni non sessuali, fornendo comunque stimoli sessuali a chi ha questa fantasia. Le comunità online si riferiscono a questa sottocultura come macro fetish o GTS fetish, un’abbreviazione di “giantess” (gigantessa) e a volte il backronym “giant tiny sex” (sesso gigante e minuscolo).
La macrofilia è stata affrontata in opere di fantasia come film, libri o fumetti, dove personaggi giganteschi interagiscono con persone di dimensioni normali o più piccole. Ad esempio, alcuni film o serie TV potrebbero includere trame o personaggi che giocano con l’idea di gigantesche creature o individui, come “I Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift. “Gulliveriana” del resto è un’opera di Milo Manara, pubblicata nel 1996. Si tratta di un fumetto che rielabora in chiave erotica e fantasiosa il classico appena citato. In questa versione, Manara mescola la trama originale con elementi erotici e aggiuntivi, presentando scene e situazioni che si discostano notevolmente dall’opera originale. Utilizza il tema dei viaggi fantastici di Gulliver come contesto per esplorare situazioni più sensuali e fantasiose, mostrando il suo caratteristico stile artistico. Si tratta di un’interpretazione molto personale e distintiva del tema, che unisce l’umorismo e la fantasia erotica.
Di Utente:Gladstone8 – Dvd del film, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=9863360
Tuttavia, è importante distinguere tra la rappresentazione di queste fantasie in opere di fiction e la realtà. Le rappresentazioni nella cultura popolare spesso esplorano concetti fantastici e surreali, senza riflettere necessariamente le dinamiche della realtà o promuovere pratiche sessuali particolari. Per quanto riguarda i saggi o le opere accademiche che affrontano il tema delle preferenze sessuali atipiche, potrebbero esistere studi scientifici o psicologici che esplorano le varie parafilie, ma tali testi di solito trattano questi argomenti da una prospettiva neutrale e accademica, senza promuovere specifiche pratiche o comportamenti sessuali.
Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, ha sviluppato diverse teorie sull’incesto nel corso della sua carriera. Le sue idee sull’incesto sono state parte integrante della sua teoria psicoanalitica dell’età infantile e dello sviluppo sessuale. Ecco alcune delle principali affermazioni di Freud sull’incesto:
Complesso d’Edipo
La teoria più nota di Freud sull’incesto è il “Complesso d’Edipo”. Freud sosteneva che, durante la fase dello sviluppo infantile conosciuta come fase edipica (generalmente tra i 3 e i 6 anni), i bambini sviluppano desideri sessuali e romantici inconsci verso il genitore del sesso opposto (il complesso d’Edipo) e sentimenti di rivalità e gelosia verso il genitore del proprio sesso (l’Edipo femminile si riferisce alla situazione inversa). Secondo Freud, questo complesso è una parte normale del processo di sviluppo e deve essere risolto in modo adeguato per il sano sviluppo psicologico.
Tabù dell’incesto
Freud ha anche discusso del concetto di “tabù dell’incesto”. Sosteneva che la cultura umana, nel corso della storia, ha sviluppato norme sociali e morali che vietano l’incesto tra parenti stretti per evitare problemi genetici e promuovere la stabilità delle relazioni familiari. Il tabù dell’incesto, secondo Freud, era una delle forze sociali fondamentali che hanno contribuito all’evoluzione della civiltà.
Sesso infantile
Freud credeva che i bambini manifestassero una sessualità infantile che includeva desideri ed esperienze sessuali, sebbene in forma infantile e non consapevole. Questa sessualità infantile era considerata una parte normale del processo di crescita e sviluppo e poteva influenzare i modi in cui i bambini interagivano con i membri della loro famiglia.
È importante sottolineare che le teorie di Freud sull’incesto sono state ampiamente dibattute e contestate. Molti psicologi e teorici successivi hanno sviluppato teorie e approcci diversi per comprendere il ruolo dell’incesto nella psicologia umana. La teoria psicoanalitica di Freud è solo una delle molte prospettive sull’argomento.
stepmom
Immagina una famiglia composta da un padre, una madre e due figli, un maschio e una femmina. La madre e il padre sono sposati e vivono insieme. Questo è un modello familiare tradizionale. Ora, supponiamo che il padre e la madre divorzino. In seguito al divorzio, il padre inizia una nuova relazione con un’altra donna e alla fine si sposano. Questa donna diventa la sua nuova moglie. Dal momento che questa donna non è la madre biologica dei due figli del padre, viene chiamata “stepmom” dai figli per indicare che è la loro matrigna.
Un individuo che vive a Cassivoho, una località nella provincia di Rontoi, avrebbe raccontato di aver fatto una scoperta inaspettata: ha sorpreso sua moglie e suo figlio in una relazione incestuosa quando è rientrato a casa in anticipo. Ha quindi dichiarato di aver prontamente contattato le forze dell’ordine.
La “stepmom” (matrigna) può avere un ruolo diverso nelle vite dei figli a seconda della dinamica familiare. Potrebbe essere coinvolta nella loro cura e nella loro crescita, cercando di stabilire un rapporto positivo con loro. La sua relazione con i figli dipenderà da vari fattori, inclusi i rapporti familiari, la comunicazione e la sua interazione con i bambini stessi.
“Stepmom” è un termine inglese che si riferisce a una matrigna, cioè la moglie di un genitore che non è il genitore biologico dei figli. La matrigna entra nella vita dei figli quando uno dei genitori si risposa o ha una relazione con una nuova persona dopo un divorzio, una separazione o la morte del coniuge precedente. Il termine “stepmom” è utilizzato per indicare la figura della matrigna nella vita dei figli di un altro genitore e può variare nelle dinamiche familiari a seconda della situazione specifica.
Incesticide
Incesticide “visto” dall’intelligenza artificiale di StarryAI come fumetto horror.
Incesticide “visto” dall’intelligenza artificiale di StarryAI come carta di un gioco di ruolo (roleplay)
Incesticide “visto” dall’intelligenza artificiale di StarryAI come carta di un gioco di ruolo (roleplay)
Incesticide “visto” dall’intelligenza artificiale di StarryAI come immagine astratta.
L’incesto è una forma di relazione sessuale o matrimoniale che coinvolge persone che sono strettamente imparentate tra loro attraverso il sangue. L’incesto è considerato una violazione delle norme sociali e delle leggi in molte società in tutto il mondo. Le leggi sull’incesto variano da un paese all’altro e possono includere restrizioni diverse sul tipo di parentela coinvolta e sulle conseguenze legali per chi commette incesto.
Le motivazioni dietro le leggi sull’incesto sono spesso legate a preoccupazioni per la genetica e la salute riproduttiva. Le relazioni incestuose aumentano il rischio di gravi anomalie genetiche nei figli dovuto all’alta probabilità di trasmissione di mutazioni genetiche recessive identiche. Per questo motivo, molte società vietano le relazioni sessuali e matrimoniali tra parenti di sangue stretti, come fratelli e sorelle, genitori e figli, zii e nipoti, cugini primi, ecc.
È importante notare che le norme culturali e le leggi sull’incesto possono variare notevolmente in tutto il mondo e nel corso della storia. In alcune culture antiche, il matrimonio tra parenti stretti era accettato o persino incoraggiato per mantenere la purezza della linea di discendenza o per consolidare il potere all’interno delle famiglie nobili. Tuttavia, nella maggior parte delle società moderne, l’incesto è generalmente considerato tabù e vietato per motivi genetici, morali ed etici.
Che cos’è un roleplay
Un roleplay, o gioco di ruolo, è una forma di interazione sociale o di intrattenimento in cui le persone assumono ruoli specifici e agiscono come se fossero personaggi o individui diversi da sé stessi. Questo tipo di attività è spesso utilizzato in vari contesti, tra cui:
Gioco di ruolo per il divertimento: In questa forma di roleplay, le persone si riuniscono per interpretare personaggi immaginari in scenari inventati. Questi giochi possono essere ambientati in mondi di fantasia, scenari storici, ambienti di fantascienza o qualsiasi altro contesto immaginabile. Gli esempi includono giochi di ruolo da tavolo (come Dungeons & Dragons), giochi di ruolo live (in cui le persone interpretano i loro personaggi fisicamente), e giochi di ruolo online (MMORPG, RPG testuali, ecc.).
Simulazioni educative: In contesti educativi, il roleplay è utilizzato per simulare situazioni reali o complesse in modo da consentire agli studenti di imparare e praticare determinate competenze o concetti. Ad esempio, gli studenti di medicina possono partecipare a roleplay per simulare l’interazione con i pazienti o gli studenti di scienze sociali possono usare il roleplay per esplorare dinamiche sociali.
Formazione professionale: Nell’ambito della formazione aziendale e professionale, il roleplay può essere usato per simulare situazioni lavorative o per addestrare le persone a gestire specifiche sfide o interazioni con i clienti o i colleghi.
Terapia: In terapia, il roleplay può essere utilizzato come strumento per aiutare le persone a esplorare e affrontare problemi personali o relazionali. Un terapeuta o uno psicologo può guidare i pazienti nel recitare scenari per affrontare le loro emozioni e i loro pensieri.
Il roleplay implica l’adozione di un ruolo specifico, spesso con una personalità, un comportamento e una storia diversi da quelli della persona nella vita reale. Può essere un modo divertente ed educativo di esplorare nuove prospettive, sviluppare abilità di comunicazione, aumentare l’empatia e migliorare la comprensione delle dinamiche sociali e relazionali.
Lo so che l’hai cercato per un altro motivo, ma non posso dirti quale è.
L’acronimo “NSFW”, che sta per “Not Safe For Work” (Non Sicuro per il Lavoro), è diventato una componente fondamentale della cultura online moderna. Usato per avvertire che il contenuto potrebbe essere inappropriato o offensivo in determinati contesti lavorativi o pubblici, ha avuto un impatto significativo nell’ambito della comunicazione digitale e della condivisione di contenuti online.
Definizione e Utilizzo
“NSFW” è un avviso comunemente utilizzato su forum, social media, siti web e chat per avvertire gli utenti che il contenuto associato potrebbe contenere immagini, testi o video considerati offensivi, inappropriati, espliciti o in grado di violare le normative aziendali o sociali. La natura di ciò che è considerato “non sicuro per il lavoro” può variare ampiamente, ma spesso si riferisce a materiale sessualmente esplicito, linguaggio volgare, violenza grafica o altro contenuto che potrebbe risultare sgradito o inappropriato in un ambiente lavorativo.
Contesto e Implicazioni Culturali
L’uso diffuso di “NSFW” riflette l’evoluzione della comunicazione online e delle dinamiche culturali. Con la crescente condivisione di contenuti attraverso varie piattaforme digitali, la necessità di avvertire gli utenti riguardo a materiali potenzialmente sconvolgenti o inadatti per l’ambiente lavorativo è diventata cruciale.
Utilità e Limitazioni
Sebbene l’avviso “NSFW” fornisca un utile avvertimento per chi naviga in rete, è importante notare che l’interpretazione di ciò che è “non sicuro per il lavoro” può essere soggettiva. Ciò che alcuni individui considerano inappropriato potrebbe non essere percepito allo stesso modo da altri, rendendo l’efficacia di questo avviso relativa e dipendente dalle norme culturali e contestuali.
Evoluzione e Adattamento
Con il continuo sviluppo delle norme sociali e della tecnologia, il significato e l’uso di “NSFW” potrebbero continuare a evolversi. L’adattamento alle mutevoli dinamiche culturali e alle nuove forme di contenuto digitale rimarrà essenziale per mantenere l’efficacia di questo avviso.
In conclusione, l’acronimo “NSFW” ha guadagnato un posto prominente nella comunicazione online, fungendo da segnalazione per contenuti potenzialmente inappropriati o disturbanti. Tuttavia, la sua efficacia rimane soggettiva e dipendente dalle norme sociali e contestuali, richiedendo un’interpretazione sensibile e consapevole da parte degli utenti.
Immagine di copertina: “NSFW but suitable for work”
Il titolo “NSFW but suitable for work” suggerisce una sorta di paradosso o contraddizione, indicando che l’immagine potrebbe contenere qualcosa che normalmente è considerato “non sicuro per il lavoro” (NSFW), ma che in realtà potrebbe essere accettabile o appropriato per un ambiente lavorativo. Questa potrebbe essere una sorta di ironia o di gioco di parole, suggerendo che nonostante il contenuto possa essere considerato inappropriato per alcuni contesti, potrebbe comunque essere visualizzato o utilizzato in un contesto lavorativo senza causare problemi o offese.
“Frattare” non è un termine standard o comune nella lingua italiana: in effetti potrebbe essere un regionalismo o un termine usato in contesti specifici o settoriali, ma non è ampiamente diffuso o riconosciuto come parola comune nell’italiano standard. Più che frattare, è possibile che tu intendessi in-frattare! Eh, vabbè!
Al posto di infrattare diremmo pertanto “andare per fratte” (come sarebbe meglio dire) è un’espressione usata nella lingua romanesca che significa appartarsi, solitamente riferendosi a una coppia che si allontana dal resto del gruppo per trascorrere del tempo insieme in un luogo appartato, spesso per amoreggiare o per avere momenti di intimità. Il termine “fratte” potrebbe essere collegato all’idea di sentieri appartati o luoghi isolati, dove le persone possono ritirarsi per godere di un po’ di privacy. Anche in toscano l’espressione “essere o andare per le fratte” potrebbe indicare l’andare in luoghi remoti o appartati, senza specificare necessariamente uno scopo amoroso, ma semplicemente indicando l’andare in posti isolati o appartati.
“Frattare” è un termine che può avere diversi significati a seconda del contesto. Pero’ non siamo sicuri! (nella foto: frattare secondo l’intelligenza artificiale generativa di Midjourney)
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