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Cinema, arte, spettacolo e filosofia spicciola.

  • L’infanzia distopica di Don’t hug me I’m scared

    L’infanzia distopica di Don’t hug me I’m scared

    Se cercate su Google “don’t hug me i’m scared” esce fuori una lapidaria classificazione di genere: umorismo nero. Un sottogenere del comico che è stato ampiamente sdoganato da Internet quanto sopravvalutato, fino a dare l’impressione che chiunque faccia battuta di cattivo gusto o “politicamente scorrette” sia assimilabile all’umorismo nero. Molto prima che influencer fascistoidi e troll perditempo blaterassero a casaccio battute che umiliavano i più deboli tacciandolo per libertà di espressione, e molto prima che tutto questo diventasse una macabra moda da reality show modello August Underground, i due creativi Becky Sloan e Joseph Pelling tirano fuori dal cilindro questo piccolo capolavoro.

    Che cos’è Don’t hug me I’m scared

    Una miniserie (che è diventata un meme in mille salse), e che ha molteplici pregi dalla sua:

    • il dono della sintesi: la prima serie è composta da sole 4 puntate
    • la semplicità della trama: si tratta di quattro personaggi immersi nelle loro attività quotidiane, caratterizzati da pupazzi antropomorfi;
    • la meta narrazione che è sempre auto-ironica e non troppo invasiva o celebrativa rispetto allo spettatore;
    • l’atmosfera surreale e il mashup innovativo tra generi (un tipico show per bambini miscelato con horror splatter e allucinatorio)
    • l‘improponibilità della serie stessa ad un pubblico generalista, che rimarrà per sempre confuso tra l’incertezza dell’attribuzione del genere e del “pubblico ideale” (che è composto invece da horrorofili con il gusto per la sperimentazione)

    Descrizione delle puntate e video per vederle

    Puntata 1 (Creativity)

    Fin dalle prime mosse la trama della serie ruota intorno a tre personaggi principali: Red Guy, Yellow Guy e Duck Guy, che sono marionette dal design simpatico e colorato. In ogni episodio, i protagonisti verranno coinvolti in situazioni strane e surreali che sfidano le convenzioni e le aspettative dei programmi educativi per bambini. Un vero e proprio cult su internet: inaugura lo stile provocatorio della serie che parte come un video per bambini incentrato su una spiegazione del concetto di creatività, e poi diventa improvvisamente una delirante allucinazione horror (la scritta DEATH, una torta di carne cruda, un cuore cosparso di brillantini).

    Green is not a creative color (Il verde non è un colore creativo) è diventato il meme rappresentativo della serie, ovviamente senseless nel suo concepimento.

    Puntata 2 (Time)

    Si parla del tempo e del suo scorrere incessante, in senso scientifico e in parte filosofico: la canzone è simpatica e orecchiabile, il tempo scorre, e diventa sempre meno piacevole mentre lo fa, fino a produrre la putrefazione dei personaggi.

    Puntata 3 (Love)

    Forse la migliore puntata della prima serie: un picnic provoca una crisi depressiva a Yellow Guy, che inizia a parlare con un’ape interessata a spiegargli la natura dell’amore. L’amore è in ogni parte del mondo, basta saperlo cercare (Your special one): un messaggio di pace e speranza che è destinato a diventare qualcosa di molto diverso solo sul finale (con un vero e proprio villain finale che ricorda pesantemente quello di The wicker man).

    Puntata 4 (Computers)

    I tre personaggi stanno giocando ad un gioco da tavolo, e viene fuori una domanda a cui non sanno rispondere: la cosa più naturale diventa naturalmente cercare su internet. Il problema è che il loro computer non li ascolta, sembra esibire un carattere egocentrico e soprattutto non ama essere toccato: poco dopo i tre personaggi si troveranno catapultati dentro un computer, in una realtà virtuale che mescola vari stili di animazione (incluso il 3D).

    Puntata 5 (Health)

    In questo caso la puntata è incentrata sul mangiare sano e sull’educazione alimentare, ma diventerà presto un pretesto per parlare di cannibalismo e chirurgia senza anestesia sul povero Duck Guy.

    Puntata 6 (Dreams)

    Puntata conclusiva della prima serie, incentrata sul mondo onirico, che poi si ricollega all’inizio lasciando il finale aperto. La serie originale era composta da questi 6 brevi episodi pubblicati su YouTube dal 29 luglio 2011 al 19 giugno 2016. Nel 2022 è stata realizzata una serie televisiva sequel trasmessa su All 4 e Channel 4.

    In conclusione

    Esiste anche una seconda serie che è uscita negli scorsi anni, e che sembra continuare sulla stessa falsariga.

    Ciò che rende “Don’t Hug Me I’m Scared” unico è probabilmente il suo stile visivo e di narrazione totalmente spiazzate e straniante. All’inizio di ogni episodio sembra essere un normale show educativo per bambini, ma gradualmente si trasforma in una spirale di oscurità, con rivelazioni inquietanti e bizzarre. Gli elementi colorati e infantili sono accompagnati da cambiamenti improvvisi e perturbanti nel tono e nell’aspetto dei personaggi.

    La serie è diventata famosa per il suo uso innovativo della tecnica di stop-motion e per le canzoni orecchiabili che accompagnano ogni episodio. Le canzoni, scritte e composte dagli stessi registi, hanno testi innocenti che progressivamente diventano inquietanti e trasmettono messaggi critici sulla società e la cultura moderna.

    In ogni episodio della serie, l’inizio ricorda quello di una normale serie per bambini, con marionette antropomorfe simili a quelle presenti in “Sesame Street” o “The Muppets”. La serie parodizza e satirizza questi programmi televisivi, contrastando l’ambiente colorato e infantile con temi inquietanti. Ogni episodio presenta una svolta surreale nel climax, con contenuti psichedelici e immagini che coinvolgono violenza grafica, umorismo nero, esistenzialismo e horror psicologico.

    I sei episodi della serie web esplorano e discutono argomenti di base tipici dell’educazione prescolare, come creatività, tempo, amore, tecnologia, dieta e sogni, mentre la serie televisiva tratta temi come lavoro, morte, famiglia, amicizia, trasporti e elettricità. La serie web ha ricevuto ampi consensi per la sua trama, il design di produzione, l’horror psicologico, l’umorismo, i temi nascosti, il lore e i personaggi, ed è considerata da molti una delle migliori serie web di tutti i tempi. La serie televisiva ha ricevuto acclamazione simile.

  • L’incredibile storia di Phineas Gage

    L’incredibile storia di Phineas Gage

    Phineas Gage (notare la correzione del nome da “Cage” a “Gage”) è una figura storica famosa nel campo della neurologia. Phineas Gage era un operaio ferroviario americano che visse nel XIX secolo. La sua fama deriva da un incidente avvenuto il 13 settembre 1848, che ebbe un profondo impatto sulla comprensione scientifica del cervello e del comportamento umano.

    Durante l’incidente, Gage stava lavorando sulla costruzione di una ferrovia in Vermont quando una grande barra di ferro gli perforò il cranio a causa di un’esplosione accidentale. Sorprendentemente, Gage sopravvisse all’incidente, ma la barra aveva attraversato la sua cavità cranica e lesionato una parte del suo cervello, in particolare la corteccia frontale. Dopo l’incidente, Phineas Gage subì un notevole cambiamento nel suo comportamento e nella sua personalità.

    Prima dell’incidente, era descritto come una persona tranquilla e rispettosa, ma dopo, divenne impulsivo, irritabile e incapace di mantenere relazioni sociali stabili o di rispettare norme di comportamento sociale.

    Il caso di Phineas Gage è diventato una pietra miliare nella comprensione della relazione tra la corteccia prefrontale del cervello e le funzioni cognitive e comportamentali. Ha contribuito in modo significativo alla comprensione della localizzazione delle funzioni cerebrali e alla concezione dell’importanza della corteccia prefrontale nell’autocontrollo, nelle decisioni e nel comportamento sociale. Il caso di Phineas Gage è stato studiato e documentato da molti neuroscienziati e psicologi nel corso degli anni ed è spesso citato come uno dei casi più noti nella storia della neurologia. Il caso di Phineas Gage è stato menzionato o rappresentato in alcuni documentari, programmi televisivi e film che trattano la storia della neurologia e della psicologia, ma non è stato l’argomento principale di un lungometraggio cinematografico noto.

    Phineas Gage è una figura storica reale e il suo caso è ben documentato e accettato dalla comunità scientifica come un importante esempio di come le lesioni cerebrali possano influenzare il comportamento umano. L’incidente di Phineas Gage, in cui una barra di ferro gli attraversò il cranio, causando lesioni cerebrali e cambiamenti comportamentali, è stato ampiamente studiato e documentato da medici e scienziati, ed è considerato un importante punto di riferimento nella storia della neurologia e della psicologia.

    Foto: OpenStax College, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

  • 10 film horror da vedere ad Halloween

    10 film horror da vedere ad Halloween

    La tradizione di Halloween imporrebbe quantomeno un’uscita, non per forza un party colossale in maschera ma, quantomeno, ritrovarsi con i buoni vecchi amici di sempre. Cosa che non sembra essere possibile per questo anno così atipico: e allora un buon film horror potrebbe, almeno in parte, consolarci.

    Con buona pace di streghe, mostri, vampiri e serial killer, infatti, l’orrore è realmente tra noi per quest’anno, e forse qualche vecchio film potrebbe rispolverare una sana catarsi (o “purificazione” dell’anima) di cui un po’ tutti, forse, abbiamo bisogno.

    Ed ecco a voi, senza altri indugi, la nostra selezione di film da riscoprire ad Halloween!

    The gerber syndrome (M. Dejoie)

    Questo film racconta di una misteriosa malattia che colpisce il cervello, che si manifesta in forma di influenza e che viene trasmessa mediante morso di individui barcollanti e minacciosi: la tagline di questo film del 2011, sicuramente uscito in tempi non sospetti ed ambientato a Torino, è semplice ed efficace: “è già tra noi“. Molti dettagli del film, visti oggi, potranno realmente risultare spaventosi, anche per via del taglio mockumentary che il film stesso possiede. Un film “del contagio” sicuramente da prendere in considerazione per questa notte.

    The Gerber Syndrome: il contagio è spaventoso e profetico (2011)

    Pontypool  (McDonald)

    Un horror unico nel suo genere perchè rielabora il tema degli zombi e lo declina in modo assolutamente inedito: certo, il rischio è che il contenuto possa risultare troppo auto-indulgente o “da intellettuali”, ma forse l’horror è anche questo, alla fine. Il clima post apocalittico iniziale è realmente da non perdere, e visto oggi fa ancora più paura.

    Pontypool: quando l’horror si mette in cattedra e fa accademia

    A mezzanotte possiederò la tua anima (José Mojica Marins)

    Un classico dell’horror un po’ più vecchio, che farà sorridere gli appassionati che già lo conoscono e potrebbe incuriosire chi invece non ne sa nulla: Marins realizzò questo film auto-finanziandosi completamente, ed entrando nella leggenda grazie al suo personaggio dell’irriverente e teatrale becchino Zè do Caixao.

    A mezzanotte possiederò la tua anima: un folle becchino del terrore

    Terrore nel buio (M. Pataki)

    Terrore nel buio è una proposta di Amazon Video davvero interessante, che realizza un classico horror “a strati” in cui la realtà si svela un po’ per volta. Alla base di tutto vi è ancora una volta l’incubo per una malattia e per le sale operatorie, cosa su cui la storia insiste parecchio.

    Massacre Mansion: l’horror anni 70 da riscoprire

    The ABCs of death II (AA.VV.)

    Personalmente amo la sintesi e sono dell’idea che questa raccolta di cortometraggi horror sia davvero al di sopra della media. Mi riferisco al secondo episodio perchè il primo volume, in effetti, latita da qualche punto di vista, mentre il vol. 2 è praticamente quasi perfetto.

    The ABCs of death 2 è perfetto per voi se amate i micro-horror a episodi

    31 (R. Zombi)

    Il buon vecchio Zombi non sarà mai abbastanza osannato dal pubblico e dalla critica, eppure con questo 31 ha colpito nel segno e realizzato un horror frenetico, moderno e claustrofobico. Perfetto da vedere la notte di Halloween perchè, tra l’altro, è proprio ambientato in questo giorno.

    31: Rob Zombi reinventa lo slasher, ancora una volta

    Halloween – The beginning (R. Zombi)

    La riedizione del classico di Carpenter “Halloween la notte delle streghe” è imperdibile da tantissimi punti di vista: ancora una volta Rob Zombi colpisce nel segno, ha visibilmente più mezzi del regista padre della saga e, peraltro, ha più mezzi a disposizione. Non ne fa un vanto, e anzi omaggia l’originale con una devozione considerevole.

    Halloween – The beginning: un reboot pregevole e degno di attenzione

    Halloween II (R. Zombi)

    Nonostante si tratti di un seguito che, in genere, tende mediamente a perdere smalto volta per volta nelle varie saghe dell’orrore, questo seguito di Halloween è ossessivo e spaventoso al punto giusto.

    Perchè “Halloween II” di Rob Zombi è un horror incisivo e accattivante

    La città verrà distrutta all’alba (G. Romero)

    In tempi di Covid-19 rivedere questo film di Romero, poco amato dalla critica e snobbato da parte del pubblico, dovrebbe essere doveroso: proprio perchè all’inizio vediamo sequenze profetiche, come gli inquietanti militari bardati in tuta bianca che vanno letteralmente a stanare le persone in casa a causa, guarda caso, di una pandemia. Non è il capolavoro che potrebbe sembrare ma di sicuro, visto oggi, fa la sua figura.

    La città verrà distrutta all’alba è il film meno noto di George Romero (1973)

    Halloween – La notte delle streghe (J. Carpenter)

    Non potevo che concludere con il classico di Carpenter, a questo punto: un film citato e scopiazzato in innumerevoli salse, in grado di iniziare una saga di successo che perdura e vive ancora fino ad oggi. Questo film, nella sua semplice essenzialità e quasi del tutto privo di effetti speciali, è il padre incontrastato di un certo modo di fare cinema horror, e merita rispetto e devozione ancora oggi.

    Halloween – La notte delle streghe è lo slasher per eccellenza

    Photo Credits: Łukasz Nieścioruk on Unsplash

  • La Tradizione dei Panettoni Artigianali: Un Viaggio nel Mondo del Gusto

    La Tradizione dei Panettoni Artigianali: Un Viaggio nel Mondo del Gusto

    Il Natale è tempo di tradizioni, e tra le più amate c’è sicuramente quella del Panettone Artigianale. Questo dolce natalizio italiano è un’opera d’arte culinaria che ha radici profonde nella cultura del Paese, e quando si parla di panettoni artigianali di alta qualità, l’azienda Fiasconaro di Castelbuono si distingue come uno dei produttori più rinomati.

    L’Origine del Panettone in Sicilia

    Sebbene il panettone sia originario del Nord Italia, la sua versione siciliana ha una storia che risale a centinaia di anni fa. Questa delizia è stata introdotta in Sicilia dagli antichi mercanti e commercianti, portando con sé influenze culturali e gastronomiche. Nel corso del tempo, il panettone si è adattato alle tradizioni e ai gusti siciliani, dando vita a una variante unica.

    Il Panettone artigianale Siciliano, come quello di Fiasconaro, si distingue per l’uso di ingredienti tipici dell’isola, che donano un sapore e un profumo irresistibili. Tra gli ingredienti più emblematici troviamo:

    1. 1. Canditi Siciliani: L’isola è famosa per i suoi agrumi, e i canditi siciliani, preparati con arance e cedri locali, conferiscono al panettone una dolcezza e un aroma straordinari.
    2. Pistacchi di Bronte: I pistacchi di Bronte, con il loro colore verde intenso e il sapore unico, sono spesso utilizzati per arricchire il panettone siciliano, aggiungendo una nota di croccantezza e sapore.
    3. Zibibbo: L’uva passa di Zibibbo, coltivata in Sicilia, è un elemento essenziale del panettone siciliano, contribuendo a una consistenza morbida e aromi fruttati.

    Fiasconaro: Una Storia di Eccellenza Artigianale

    Fiasconaro è un’azienda siciliana con una storia di oltre 70 anni nel mondo della pasticceria artigianale. Fondata nel 1953 dai fratelli Fiasconaro a Castelbuono, un pittoresco paesino in provincia di Palermo, l’azienda ha fatto della passione per la tradizione dolciaria italiana la propria missione. Il loro panettone artigianale è una vera delizia per i sensi, grazie alla cura meticolosa dei dettagli e all’utilizzo di ingredienti di altissima qualità.

    L’Arte del Panettone Artigianale

    Il panettone artigianale di Fiasconaro è un capolavoro di pasticceria. La loro ricetta segreta, tramandata di generazione in generazione, combina ingredienti selezionati con cura, come burro fresco, uova, farina di grano tenero e lievito madre naturale. Ma ciò che rende veramente speciale il panettone Fiasconaro è l’attenzione ai dettagli. Ogni passaggio, dalla preparazione dell’impasto alla cottura nel forno, è eseguito con maestria artigianale.

    L’azienda offre una vasta gamma di panettoni artigianali, ognuno con una propria personalità e un sapore unico. Dalle classiche varianti con canditi e uvetta a gusti più audaci come il panettone al pistacchio di Bronte, ogni creazione di Fiasconaro è un’esperienza indimenticabile per il palato.

    Dalla Sicilia al Mondo: L’Acquisto Online

    L’acquisto online è estremamente comodo e ti permette di esplorare una vasta selezione di panettoni artigianali siciliani, scegliendo tra varietà classiche o versioni più innovative. Inoltre, puoi inviare questi prelibati dolci come regali speciali a parenti e amici, condividendo il gusto autentico della Sicilia con il mondo.

    Il panettone artigianale siciliano è un simbolo dell’arte culinaria dell’isola e una prelibatezza natalizia che non dovresti lasciarti sfuggire.

    Sul sito web TipicoSiciliano.com trovate una vasta selezione di Panettoni Artigianali delle aziende Siciliane più rinomate come: Fiasconaro, Le Cuspidi di Raffadali, Di Stefano, Bonfissuto, così come altri prodotti dolciari, Vini Siciliani, Pesti, e Conserve della tradizionali.

    Basta navigare Qui!, scegliere il proprio Panettone preferito, e completare l’ordine in pochi passaggi. Il tutto verrà consegnato comodamente a casa vostra, pronto per deliziare voi e i vostri cari.

  • Il giorno di Natale la parola «threesome» è andata in trend su Google

    Il giorno di Natale la parola «threesome» è andata in trend su Google

    Il termine “threesome” ha radici nelle parole inglesi “three” che significa “tre” e “some” che indica un gruppo o una quantità di qualcosa. Insieme, “threesome” letteralmente significa “un gruppo di tre” o “un insieme di tre”. Il termine viene comunemente utilizzato per indicare una situazione sessuale o romantica coinvolgente tre persone. La sua etimologia è quindi una combinazione semplice e diretta dei due elementi che indicano il numero e la quantità di persone coinvolte in un particolare contesto relazionale o sessuale.

    Le ricerche su Google possono variare a seconda di diversi fattori. Durante il periodo natalizio, è comune che le persone cerchino informazioni su regali, decorazioni, ricette, tradizioni natalizie, e così via. Potrebbe esserci stato un evento, una notizia particolare o una tendenza sui social media che ha suscitato l’interesse delle persone riguardo a un certo argomento legato al Natale. Ad esempio, potrebbe essere stata una canzone natalizia, un nuovo film natalizio, una tendenza di moda legata alle feste, o anche informazioni su come affrontare al meglio il periodo delle festività, specialmente considerando le situazioni familiari o le sfide legate alla pandemia.

    La curiosità delle persone verso il Natale è sempre alta in questa stagione dell’anno, e le ricerche su Google possono riflettere sia le tradizioni consolidate che le nuove tendenze o fenomeni che catturano l’attenzione delle persone in quel momento specifico.

    “Threesome” è un termine inglese che letteralmente significa “trio” o “terzetto”. Di solito, si riferisce a un incontro sessuale o romantico coinvolgente tre persone. In ambito colloquiale, il termine è usato per descrivere una situazione in cui tre individui partecipano a un rapporto intimo o a una relazione amorosa.

    Film in cui c’è una threesome di mezzo

    “The Dreamers”

    Diretto da Bernardo Bertolucci, “The Dreamers” è ambientato nella Parigi del 1968, durante le tumultuose proteste studentesche. Il film ruota attorno a Matthew, un giovane studente americano, e i gemelli Theo e Isabelle, appassionati di cinema e radicali nelle loro idee. Dopo che Matthew fa amicizia con loro, si trova coinvolto in una relazione intensa e complessa con il fratello e la sorella. La loro intimità diventa un’esperienza intensa, ma la loro relazione è intrisa di conflitti psicologici e politici che rispecchiano l’agitazione dell’epoca. Il film esplora la sessualità, la politica e la libertà giovanile in un contesto storico turbolento.

    Wild Things

    “Wild Things” è un thriller erotico che segue la storia di Suzie, una studentessa accusata di aver stuprato un insegnante, Sam Lombardo. Durante l’indagine, emergono segreti e intrighi, rivelando una complessa rete di tradimenti e manipolazioni. Nel corso del film, emergono altri personaggi chiave, come Kelly, una ragazza problematica, e Ray, un detective. La trama si intreccia in modo intricato, rivelando diverse verità nascoste e una serie di colpi di scena legati a un piano sofisticato orchestrato da alcuni protagonisti.

    Il Grande Gatsby

    Basato sul celebre romanzo di F. Scott Fitzgerald, il film segue la storia di Jay Gatsby, un ricco misterioso, Daisy Buchanan, l’amore perduto di Gatsby, e Tom Buchanan, il marito infedele di Daisy. La narrazione si svolge negli anni ’20 e si concentra sul tentativo di Gatsby di riconquistare l’amore di Daisy, mentre si svelano le tensioni sociali e le insidie della ricchezza e della corruzione. Il triangolo amoroso tra Gatsby, Daisy e Tom è intriso di desideri, inganni e tragedie.

    Vicky Cristina Barcelona

    Diretto da Woody Allen, questo film segue le avventure di due amiche, Vicky e Cristina, che trascorrono l’estate a Barcellona. L’incontro con Juan Antonio, un pittore spagnolo, porta a una serie di eventi inaspettati. Una complessa relazione si sviluppa tra i tre personaggi quando Cristina e Vicky si innamorano entrambe di Juan Antonio. La situazione diventa ancora più intricata quando la ex moglie di Juan Antonio, Maria Elena, entra in scena, formando così un quartetto emotivamente carico di tensioni, passioni e incertezze.

    Jules e Jim

    Questo film, diretto da François Truffaut, è un classico della Nouvelle Vague. La storia segue l’amicizia tra Jules, Jim e Catherine, una donna vivace e indipendente. Durante la Prima Guerra Mondiale, i tre sviluppano un rapporto complesso e intenso. Mentre Jules e Jim sono amici stretti, entrambi si innamorano di Catherine. Ciò porta a un complicato triangolo amoroso, caratterizzato da alti e bassi emotivi, conflitti e momenti di intensa passione che si sviluppano nel corso degli anni.

    Ognuno di questi film esplora in modo unico e complesso le dinamiche dei rapporti umani, spesso in contesti storici o situazioni emotive che mettono a nudo i desideri, le complessità e le sfide delle relazioni amorose a tre.