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  • Una breve storia del luddismo

    Una breve storia del luddismo

    Il termine “luddista” si riferisce a una persona o a un movimento che è contrario o si oppone al progresso tecnologico, in particolare all’automazione e all’uso delle macchine. I luddisti prendono il loro nome da Ned Ludd, un leggendario leader operaio britannico del tardo XVIII secolo, il quale, secondo la tradizione, distrusse una macchina tessile in un atto di protesta contro l’automazione nella produzione tessile. Il termine “luddista” è spesso utilizzato oggi per descrivere persone o gruppi che resistono o si oppongono alle nuove tecnologie o all’automazione, anche se il termine può assumere connotazioni negative o essere utilizzato in modo colloquiale per indicare chiunque sia riluttante o critico nei confronti delle innovazioni tecnologiche. Tuttavia, è importante notare che non tutti coloro che esprimono preoccupazioni riguardo alla tecnologia o all’automazione sono necessariamente luddisti, e molte persone cercano invece di trovare un equilibrio tra il progresso tecnologico e il benessere sociale ed economico.

    I luddisti erano principalmente attivi durante la Rivoluzione Industriale in Inghilterra, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Essi credevano che l’automazione e le macchine avrebbero portato alla perdita di posti di lavoro, al degrado delle condizioni di lavoro e alla povertà. Di conseguenza, agirono distruggendo macchine tessili e attaccando le fabbriche. La storia del luddismo ha le sue origini nel tardo XVIII secolo in Inghilterra e ha avuto sviluppi e evoluzioni significative nel corso dei secoli.

    Secondo il filosofo Julian Young Martin Heidegger era un luddista nella sua prima fase filosofica e credeva nella distruzione della tecnologia moderna e nel ritorno a un mondo agrario precedente. Tuttavia, l’Heidegger successivo non vedeva la tecnologia come del tutto negativa e non ne chiedeva effettivamente l’abbandono o la distruzione. Ne La questione della tecnologia (1953), Heidegger sostiene che il moderno “modo di essere” tecnologico è quello che considera il mondo naturale, le piante, gli animali e persino gli esseri umani come una “riserva in piedi” – risorse da sfruttare come mezzi per un fine. Per illustrare questa “mostruosità”, Heidegger usa l’esempio di una centrale idroelettrica sul fiume Reno che trasforma il fiume da una meraviglia naturale incontaminata a un semplice fornitore di energia idroelettrica. In questo senso, la tecnologia non è solo un insieme di strumenti, ma un modo di essere nel mondo e di comprendere il mondo che è strumentale e grottesco. Secondo Heidegger, questo modo di essere definisce il modo moderno di vivere in Occidente. Per Heidegger, questo processo tecnologico finisce per ridurre gli esseri a non esseri, cosa che Heidegger chiama “abbandono dell’essere” e che comporta la perdita di qualsiasi senso di stupore e meraviglia, nonché l’indifferenza a tale perdita.

    Uno dei primi grandi pensatori anti-tecnologici contemporanei è stato il filosofo francese Jacques Ellul. Secondo Ellul, la tecnologia ha un impulso che tende ad annegare le preoccupazioni umane: “L’unica cosa che conta tecnicamente è il rendimento, la produzione. Questa è la legge della tecnica; questo rendimento può essere ottenuto solo con la mobilitazione totale degli esseri umani, corpo e anima, e questo implica lo sfruttamento di tutte le forze psichiche umane”. Il problema, pero’, potrebbe risiedere non tanto nella tecnologia in sè quanto nel modello liberista che viene acriticamente, il più delle volte, accettato dai più.

    Breve storia del luddismo

    Ecco una breve storia del luddismo dalle origini fino ai giorni nostri, insieme a un esempio contemporaneo di possibile applicazione del concetto:

    Origini (Fine XVIII secolo – Inizio XIX secolo): Il luddismo prende il nome da Ned Ludd, un leggendario leader operaio che, secondo la tradizione, distrusse una macchina tessile nel 1779 in un atto di protesta contro l’automazione nella produzione tessile. Nel corso degli anni, il movimento luddista cresce, con operai tessili che distruggono macchine industriali in molte parti dell’Inghilterra. I luddisti erano preoccupati che l’automazione avrebbe portato alla perdita di posti di lavoro e alla miseria.

    Repressione e Declino (Inizio XIX secolo): Il governo britannico rispose con forza alle attività dei luddisti, inviando l’esercito per sopprimere il movimento e applicando leggi severe contro la distruzione delle macchine. Nel giro di pochi anni, il movimento luddista perse la sua forza.

    Rinascita (Tardo XIX secolo – Inizio XX secolo): Il termine “luddista” fu riutilizzato durante il periodo dell’industrializzazione in altri paesi, come gli Stati Uniti e l’Australia, per descrivere gli operai che protestavano contro le condizioni di lavoro nelle fabbriche e chiedevano migliori condizioni di impiego e diritti sindacali.

    Applicazioni Contemporanee: Oggi, il termine “luddismo” è talvolta usato in modo metaforico per descrivere le persone o i gruppi che si oppongono alle nuove tecnologie o all’automazione a causa di preoccupazioni riguardo alla perdita di posti di lavoro, alla privacy o all’etica. Un esempio contemporaneo potrebbe essere l’opposizione a sviluppi come l’intelligenza artificiale avanzata o l’automazione nella produzione industriale. Ad esempio, gruppi di lavoratori o attivisti possono esprimere preoccupazioni sul fatto che l’automazione porterà alla disoccupazione o ridurrà la qualità del lavoro.

    Accelerazionismo vs luddismo

    L’accelerazionismo e il luddismo sono due movimenti o filosofie radicali che affrontano in modi opposti il rapporto tra tecnologia e società. Mentre entrambi si concentrano sulla tecnologia, hanno obiettivi e approcci molto diversi:

    1. Luddismo: Il luddismo è un movimento storico nato alla fine del XVIII secolo in Inghilterra. I ludditi erano lavoratori che si ribellavano contro l’automazione e l’introduzione di macchine tessili nelle fabbriche, poiché temevano che queste macchine avrebbero portato alla perdita dei loro posti di lavoro e alla riduzione dei salari. I ludditi distruggevano le macchine in un atto di protesta. Il luddismo si basa sulla paura dei cambiamenti tecnologici e sulla difesa dei posti di lavoro tradizionali.
    2. Accelerazionismo: L’accelerazionismo è una filosofia contemporanea che suggerisce che il modo migliore per affrontare i problemi sociali ed economici è accelerare ulteriormente il processo di sviluppo tecnologico e capitalista, anziché rallentarlo o cercare di contenerlo. Gli accelerazionisti credono che, accelerando il cambiamento tecnologico e capitalistico, si potrebbero creare le condizioni per superare le contraddizioni e le inefficienze del sistema attuale. L’accelerazionismo è spesso associato a teorie complesse sulla tecnologia, la politica e la società.

    In breve, mentre il luddismo è contrario all’accelerazione tecnologica e lotta contro di essa per proteggere i lavoratori tradizionali, l’accelerazionismo promuove l’accelerazione tecnologica come mezzo per raggiungere obiettivi sociali e politici differenti. Sono quindi in netto contrasto tra loro.

    Conclusioni

    È importante notare che l’applicazione contemporanea del termine “luddismo” spesso non coinvolge la distruzione fisica di macchine, ma piuttosto la critica e la discussione riguardo alle implicazioni delle nuove tecnologie. Mentre alcune preoccupazioni possono essere legittime, molti sostengono che l’adozione responsabile delle nuove tecnologie può portare a miglioramenti significativi nella società, nell’efficienza economica e nella qualità della vita. Di conseguenza, il luddismo contemporaneo solleva domande importanti sul bilanciamento tra progresso tecnologico e benessere sociale.

  • Manubri Esagonali Gommati da Palestra: La Guida Definitiva per il Tuo Allenamento

    Manubri Esagonali Gommati da Palestra: La Guida Definitiva per il Tuo Allenamento

    Se sei alla ricerca di attrezzature di alta qualità per il tuo allenamento, i **manubri esagonali gommati da palestra** rappresentano una scelta eccellente. Questi strumenti versatili e resistenti sono ideali per una vasta gamma di esercizi, dal sollevamento pesi agli allenamenti funzionali. In questo articolo esploreremo i vantaggi, l’uso e la scelta dei manubri esagonali gommati, fornendoti tutte le informazioni necessarie per migliorare la tua routine di fitness.

    Cosa Sono i Manubri Esagonali Gommati?

    I manubri esagonali gommati sono pesi liberi caratterizzati da una forma a sei lati e da un rivestimento in gomma. Questa configurazione offre numerosi vantaggi che li rendono preferiti sia dai professionisti che dagli appassionati di fitness:

    Stabilità: La forma esagonale impedisce ai manubri di rotolare, garantendo maggiore sicurezza durante l’allenamento.

    Protezione: Il rivestimento in gomma protegge i pavimenti da graffi e riduce il rumore, rendendoli ideali per l’uso domestico.

    Durabilità: La gomma di alta qualità resiste all’usura, garantendo una lunga durata.

    Vantaggi dei Manubri Esagonali Gommati

    L’uso dei manubri esagonali gommati offre diversi benefici chiave:

    Versatilità: Questi manubri possono essere utilizzati per una vasta gamma di esercizi, inclusi sollevamenti, curl, squat e affondi.

    Sicurezza: La forma esagonale garantisce che i manubri rimangano stabili sul pavimento, riducendo il rischio di incidenti.

    Comfort: Le impugnature ergonomiche offrono una presa sicura e confortevole, riducendo il rischio di lesioni durante l’allenamento.

    Efficienza Spaziale: La loro forma consente un facile stoccaggio senza il rischio di rotolamento.

    Come Scegliere i Manubri Esagonali Gommati

    Quando si sceglie un set di manubri esagonali gommati, è importante considerare alcuni fattori per assicurarsi di fare la scelta giusta per le proprie esigenze di allenamento:

    1. Peso: I manubri sono disponibili in una vasta gamma di pesi, da leggeri a pesanti. Se sei un principiante, inizia con pesi più leggeri e aumenta gradualmente man mano che acquisisci forza. Gli atleti più esperti possono optare per pesi maggiori per sfidare ulteriormente i muscoli.
    2. Materiali: Assicurati che i manubri siano realizzati con materiali di alta qualità. La gomma deve essere resistente e l’impugnatura in acciaio deve essere robusta per garantire la durabilità.
    3. Impugnatura: Le impugnature zigrinate offrono una presa migliore e prevengono lo scivolamento, migliorando la sicurezza e il comfort durante gli esercizi.

    Esercizi Fondamentali con i Manubri Esagonali Gommati

    I manubri esagonali gommati possono essere utilizzati per eseguire numerosi esercizi che coinvolgono diverse parti del corpo. Ecco alcuni esercizi fondamentali che puoi includere nella tua routine di allenamento:

    Curl per Bicipiti: Questo esercizio è perfetto per sviluppare la muscolatura delle braccia. Esegui il movimento con controllo per massimizzare l’attivazione muscolare.

    Shoulder Press: Questo esercizio è ottimo per allenare le spalle e la parte superiore del corpo. Assicurati di mantenere una buona postura durante l’esecuzione.

    Affondi: Gli affondi sono ideali per rafforzare le gambe e i glutei. Mantieni il core stabile per migliorare l’equilibrio.

    Bench Press: Utilizza i manubri per eseguire la panca piana, un esercizio fondamentale per sviluppare il petto. Questo esercizio coinvolge anche tricipiti e spalle.

    Manutenzione dei Manubri Esagonali Gommati

    Per garantire che i tuoi manubri durino nel tempo, è essenziale effettuare una corretta manutenzione:

    Pulizia: Pulisci regolarmente i manubri con un panno umido per rimuovere sudore e sporco. Questo aiuta a mantenere la gomma in buone condizioni e previene la formazione di cattivi odori.

    Controllo: Verifica periodicamente lo stato della gomma e dell’impugnatura per assicurarti che siano in buone condizioni. Sostituisci immediatamente i manubri danneggiati per evitare infortuni.

    Stoccaggio: Conserva i manubri in un luogo asciutto e lontano dalla luce diretta del sole per prevenire il degrado della gomma.

    Dove Acquistare Manubri Esagonali Gommati da Palestra

    Se sei alla ricerca di manubri esagonali gommati di alta qualità, ti consigliamo di visitare la categoria manubri esagonali gommati da palestra sul sito Donatif. Qui troverai una selezione di manubri adatti a tutte le esigenze, garantiti per durabilità e performance. Scegliere prodotti di qualità è fondamentale per assicurarsi un allenamento efficace e sicuro.

    Conclusione

    I manubri esagonali gommati da palestra sono un’ottima scelta per chiunque desideri migliorare la propria forma fisica. Grazie alla loro versatilità, durabilità e comfort, rappresentano un investimento sicuro per il tuo allenamento. Non perdere l’opportunità di potenziare la tua routine con i migliori manubri da palestra disponibili sul mercato.

    Investire in attrezzature di qualità è il primo passo verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi di fitness. Con la giusta attrezzatura, puoi rendere il tuo allenamento più efficace e raggiungere i tuoi obiettivi in modo sicuro e veloce. Buon allenamento!

  • The End of Evangelion: trama, critica, spiegazione

    The End of Evangelion: trama, critica, spiegazione

    “The End of Evangelion” è un film giapponese d’animazione del 1997, diretto da Hideaki Anno e prodotto dallo studio Gainax. Si tratta di una sorta di epilogo alternativo alla serie TV “Neon Genesis Evangelion”, un’opera cult dell’animazione mecha e psicologica.

    Contesto e Significato

    “The End of Evangelion” è stato concepito come una risposta alle critiche e alle richieste dei fan riguardo al finale della serie TV “Neon Genesis Evangelion”, che era stato considerato da molti come confuso e incompleto. Il film funge da conclusione definitiva della serie, offrendo una visione più chiara e concreta degli eventi finali.

    Trama e Tematiche

    La trama del film continua direttamente dagli eventi del penultimo episodio della serie TV, presentando una narrazione complessa e simbolica. La storia ruota attorno al “Third Impact”, un evento apocalittico che minaccia l’umanità. I principali protagonisti, come Shinji Ikari e gli altri membri dell’unità Evangelion, affrontano crisi personali e collettive mentre cercano di comprendere e contrastare questo catastrofico evento.

    Il film esplora temi profondi e filosofici, tra cui:

    • L’identità e la psiche: Il viaggio interiore di Shinji e la sua lotta per capire se stesso e le sue relazioni con gli altri.
    • La natura dell’umanità: La ricerca del senso di appartenenza e la complessità delle connessioni umane.
    • Il senso di esistenza e di connessione: Questioni esistenziali sul significato della vita e il desiderio di superare l’isolamento personale.

    Stile e Tecnica

    “The End of Evangelion” è noto per il suo stile visivamente innovativo e spesso surreale. Il film combina elementi di animazione tradizionale con tecniche visive sperimentali, creando un’esperienza visivamente e emotivamente intensa. Utilizza simbolismo complesso e immagini potenti che sfidano le interpretazioni tradizionali, spesso richiedendo una riflessione approfondita per essere comprese appieno.

    Accoglienza e Impatto

    Il film ha ricevuto una vasta gamma di reazioni, con molti spettatori e critici lodando la sua ambizione e la sua profondità emotiva, mentre altri hanno trovato difficile comprendere il suo contenuto altamente simbolico e complesso. È considerato una pietra miliare nell’animazione giapponese e ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e sul genere mecha.

    Conclusione

    “The End of Evangelion” rappresenta una conclusione potente e controversa per la serie “Neon Genesis Evangelion”, offrendo una riflessione profonda sulle tematiche psicologiche e filosofiche esplorate nella serie. È un’opera che sfida e stimola lo spettatore, confermando il suo posto come uno dei capolavori dell’animazione moderna.

  • Uno di noi (let him go): trama, recensione, cast, spiegazione finale

    Uno di noi (let him go): trama, recensione, cast, spiegazione finale

    “Let Him Go” è un thriller neo-western del 2020, diretto, scritto e co-prodotto da Thomas Bezucha, con protagonisti Diane Lane e Kevin Costner. Il film si basa sul romanzo omonimo del 2013 scritto da Larry Watson. La trama ruota attorno a un ex sceriffo (interpretato da Kevin Costner) e a sua moglie (Diane Lane), che tentano di salvare il loro nipote da una famiglia pericolosa che vive in isolamento. Il cast include anche Lesley Manville, Kayli Carter, Will Brittain e Jeffrey Donovan.

    Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 6 novembre 2020 da Focus Features. “Let Him Go” ha ricevuto recensioni positive e ha incassato oltre 11,6 milioni di dollari.

    Il Concetto di Neo-Western

    Il termine “neo-western” si riferisce a una rielaborazione moderna dei temi e degli elementi classici del genere western. Mentre i western tradizionali si concentrano su avventure epiche, la lotta tra il bene e il male e l’espansione verso l’ovest degli Stati Uniti, i neo-western tendono a esplorare temi più complessi e realistici, spesso ambientati in contesti contemporanei.

    Nel caso di “Let Him Go”, il film incorpora elementi tipici del western—come la lotta per la giustizia e il confronto con una forza ostile—ma lo fa attraverso una lente moderna. L’ambientazione isolata e la dinamica familiare pericolosa ricordano i paesaggi e le tensioni dei western classici, ma i personaggi e le situazioni riflettono problematiche contemporanee, come l’isolamento sociale e il conflitto familiare.

    Il neo-western, quindi, non solo rende omaggio ai film western tradizionali, ma li aggiorna e li adatta ai temi e alle preoccupazioni del presente, offrendo una prospettiva nuova e più sfumata su una narrativa ben conosciuta.

    Cast

    Diane Lane nel ruolo di Margaret Blackledge
    Kevin Costner nel ruolo di George Blackledge
    Kayli Carter nel ruolo di Lorna Blackledge
    Ryan Bruce nel ruolo di James Blackledge
    Otto e Bram Hornung nel ruolo di Jimmy Blackledge
    Lesley Manville nel ruolo di Blanche Weboy
    Will Brittain nel ruolo di Donnie Weboy
    Jeffrey Donovan nel ruolo di Bill Weboy
    Will Hochman nel ruolo di Tucker
    Connor Mackay nel ruolo di Elton Weboy
    Adam Stafford nel ruolo di Marvin Weboy
    Booboo Stewart nel ruolo di Peter Dragswolf
    Greg Lawson nel ruolo di Gladstone Sheriff
    Bradley Stryker nel ruolo di Sceriffo Nevelson

    Recensione e trama

    Nel 1961, in Montana, l’ex sceriffo George Blackledge e sua moglie Margaret vivono con il loro figlio James, la moglie di James Lorna e il loro bambino Jimmy. Dopo che James muore tragicamente, Lorna sposa Donnie Weboy per ricevere il suo supporto. Tuttavia, quando Margaret osserva Donnie trattare male Jimmy, decide di intervenire. Scoprendo che Lorna e Jimmy sono in pericolo, Margaret e George partono per salvarli. Il loro viaggio li porta a Gladstone, North Dakota, dove cercano Bill Weboy, zio di Donnie, e incontrano diverse difficoltà. Alla fine, la loro missione culmina in una violenta resa dei conti con la famiglia Weboy, culminando in una serie di eventi tragici.

    “Let Him Go” ha ricevuto una risposta critica generalmente positiva. Su Rotten Tomatoes, il film ha ottenuto un elevato tasso di approvazione dell’84% da parte della critica, con una valutazione media di 7 su 10, suggerendo che, sebbene non perfetto, è stato ben accolto dalla maggior parte dei recensori. Il consenso critico sottolinea che la combinazione di dramma e thriller è ben gestita grazie alla forza interpretativa di un cast esperto. Metacritic, con un punteggio medio di 63 su 100, conferma che le recensioni sono per lo più favorevoli, ma non senza riserve.

    Dal punto di vista del pubblico, le risposte sono state miste ma positive. CinemaScore ha indicato una valutazione media di “B−”, suggerendo una risposta generalmente positiva ma con alcune riserve. Tuttavia, PostTrak ha rivelato che una percentuale considerevole di spettatori (82%) ha apprezzato il film, e metà di questi lo raccomanderebbe senza esitazioni.

    Le recensioni critiche lodano in particolare le interpretazioni di Kevin Costner e Diane Lane. Owen Gleiberman di Variety ha sottolineato come i due attori offrano una performance intensa e sincera, elevando il film. Barry Hertz di The Globe and Mail ha descritto il film come un thriller ben realizzato, sebbene orientato verso un pubblico più maturo che predilige drammi con elementi di violenza. Tuttavia, la qualità della realizzazione consente al film di intrattenere anche spettatori al di fuori di questo target specifico.

    (SPOILER da qui in poi)

    Il finale di “Let Him Go” è intenso e drammatico. Dopo aver subito gravi lesioni durante l’assalto da parte della famiglia Weboy, George trova la forza di lanciarsi in un’ultima azione disperata. La scena culminante vede George, armato di un fucile, tentare di liberare Jimmy dalla casa dei Weboy, che è stata messa a fuoco per distrarre i suoi nemici.

    George riesce a trovare un fucile sul retro della casa e si prepara a confrontarsi con Donnie. Tuttavia, la situazione si complica rapidamente. Blanche e Donnie, insieme ad altri familiari, attaccano George, ma lui riesce a neutralizzare Donnie e a prendere Jimmy. L’azione si sposta all’esterno dove Blanche, armata di pistola, viene colpita accidentalmente mentre tenta di fermare George. Nel caos, George lancia Jimmy a Lorna, che lo prende al volo, mentre Blanche spara a George, uccidendolo.

    Margaret, assistita da Peter, si precipita a salvare George ma arriva troppo tardi. Blanche, sconvolta e furiosa, continua a sparare e uccide anche Marvin ed Elton. Margaret riesce infine a impadronirsi del fucile e uccide Blanche, mentre la casa dei Weboy brucia.

    Alla fine, Margaret e Lorna, con Jimmy al sicuro, tornano a casa. Sebbene distrutta dalla perdita di George, Margaret trova una certa consolazione nella sicurezza di Jimmy, segnando la conclusione di una lunga e dolorosa lotta per la salvezza familiare.

  • Che cos’è l’ipotiposi

    Che cos’è l’ipotiposi

    L’etimologia del giorno: Ipotiposi

    Parola: Ipotiposi

    Origine e storia: La parola “ipotiposi” deriva dal greco antico ὑποτύπωσις (hypotýpōsis), composto da ὑπό (hypó), che significa “sotto”, e τύπος (týpos), che significa “immagine” o “figura”. Originariamente, il termine indicava una rappresentazione vivida e dettagliata, quasi come un’immagine visiva, di una scena o di un evento. Questo termine è stato adottato in retorica per descrivere una figura retorica che mira a creare un’immagine vivida e dettagliata nella mente dell’ascoltatore o del lettore.

    Uso nella storia: L’ipotiposi è stata utilizzata fin dall’antichità nelle opere letterarie e nei discorsi oratori per coinvolgere il pubblico e rendere le descrizioni più vivide e impressionanti. Retori come Cicerone e Quintiliano ne hanno discusso nelle loro opere, evidenziando l’importanza di questa tecnica per l’arte della persuasione e della narrazione.

    Significato moderno: Oggi, l’ipotiposi è ancora utilizzata nella letteratura, nella poesia e nella retorica per creare descrizioni particolarmente vivide e dettagliate. È una tecnica che permette agli scrittori e agli oratori di far “vedere” ciò che descrivono, coinvolgendo i sensi del lettore o dell’ascoltatore in modo più intenso.

    Curiosità: L’ipotiposi è spesso usata nei discorsi politici e nelle arringhe degli avvocati per evocare immagini potenti che possano influenzare l’emotività del pubblico o della giuria. Anche nelle opere di narrativa, questa tecnica è impiegata per rendere le scene più coinvolgenti e realistiche.

    Esempi celebri: Un esempio famoso di ipotiposi si trova nell’oratoria di Cicerone, che descrive con dettagli vividi e drammatici le scene di crimini o ingiustizie per convincere i suoi ascoltatori. Anche Dante Alighieri utilizza frequentemente l’ipotiposi nella “Divina Commedia” per descrivere le scene dell’inferno, del purgatorio e del paradiso con una vividezza impressionante.

    Connessione con altre lingue: In altre lingue, la figura retorica dell’ipotiposi è conosciuta con termini derivati dal greco o da radici simili. In inglese, ad esempio, si usa il termine “hypotyposis” per indicare la stessa tecnica di rappresentazione vivida e dettagliata.

    Conclusione: La parola “ipotiposi” rappresenta una potente tecnica retorica e letteraria che permette di creare immagini vivide nella mente del lettore o dell’ascoltatore. Utilizzata fin dall’antichità, continua a essere uno strumento efficace per rendere le descrizioni più coinvolgenti e persuasive.

    Immagine di copertina: Di User:Rodasmith – Photo of Bellevue College ASL student Keri Roggenbeck by User:Rodasmith, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6599011