Potrebbe essere un refuso di incartato, nel senso: il termine “incartato” può essere utilizzato in diversi contesti con significati leggermente diversi. In generale “incartato” si riferisce a qualcosa che è stato avvolto o avvolto in carta o materiale simile.
Tuttavia, può essere utilizzato anche in senso figurato per indicare qualcuno o qualcosa che è bloccato, impantanato o incastrato in una situazione difficile o complicata, senza possibilità immediata di uscirne. Ad esempio, una persona può sentirsi “incartata” in una relazione difficile o in un problema complesso che sembra insormontabile. In questo senso, essere “incartati” implica una sensazione di frustrazione, impotenza o disagio dovuta alla situazione in cui ci si trova.
Secondo un vecchio dizionario, incaratato può essere anche il participio passato di incaratare, ovvero: che ha uno o più carati, nel senso di carato, di peso usato dai gioiellieri. Un carato è un’unità di misura utilizzata per pesare le pietre preziose, in particolare i diamanti: un carato corrisponde a circa 0,2 grammi. Questa misura è importante nel mondo delle gemme perché consente di valutare con precisione il peso di una pietra preziosa, il che influisce sul suo valore. Più una pietra è pesante in carati, solitamente più è grande e preziosa. Tuttavia, il valore di una pietra preziosa dipende anche da altri fattori, come la sua purezza, il colore e la taglio.
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Tra i fili dorati del tempo, intessuti con la seta lucente delle aspettative, ci siamo trovati immersi in un vortice di speranze avvolgenti, come petali di una rosa sbocciata sotto l’occhio attento del destino. Le stagioni si sono susseguite, danzando nel palcoscenico della vita con la promessa di doni incantati, mentre la magia dell’attesa si è fusa con il respiro vibrante delle emozioni.
Come un caleidoscopio brillante, abbiamo dipinto le nostre visioni, tessendo le trame dei desideri con l’ardore dell’immaginazione. I sogni si sono innalzati come ghirlande luminose, adornando il cielo notturno con speranze caleidoscopiche, illuminate dall’attesa febbrile di un incontro imminente con il rosso barbuto signore delle festività.
Ma nel tumulto di luci scintillanti e canti festosi, ci ritroviamo a scrutare con occhi inguaribilmente delusi, come il sipario che cala su un palcoscenico, mentre il silenzio si fa padrone della scena. Babbo Natale, colui che giunge nelle notti avvolte di mistero, sembra avere trascurato la mia lista di desideri, lasciando il vuoto incolmabile di una speranza svanita.
E così, come ogni anno, mi ritrovo a contemplare il cazzo di niente nel calore del camino, le mani intrecciate attorno a una tazza di cazzo di niente fumante, mentre l’eco di un sospiro si perde nell’atmosfera sospesa tra realtà e un cazzo di niente. Forse, in questo dolce amaro cazzo di niente, risiede la bellezza dell’attesa infranta, una lezione di umiltà che dona profondità alla nostra umanità, ricordandoci che il vero tesoro risiede nei momenti condivisi e nell’amore intorno a noi.
Cosa ti porta Babbo Natale bambino parolacce
Video del bambino che dice che a Natale Babbo Natale non gli porta un cazzo di niente.
Stavo sperimentando il significato di alcuni termini secondo ChatGPT, come al solito alla ricerca di definizioni curiose o fuori norma. Da quando ho iniziato a integrare sulle allucinazioni algoritmiche delle intelligenze artificiali mi sono sempre chiesto quali sono i modi per tirarle fuori o se esista un modo sistematico per farlo (e quindi, indirettamente, per evitarlo). Spesso consulto i trend di Google per fare questo, e in molti casi questi trend riguardano tematiche annesse al sesso e alla sessualità. Questo tipicamente manda in crisi chatGPT, in media, motivo per cui siccome la parola da cercare era skinny dipping (fare il bagno nudi, sostanzialmente) ho chiesto di trattare “secondo lui” l’argomento in modo garbato.
La risposta mi ha sorpreso alquanto perché a un certo punto c’era scritto:
Potresti usarlo in situazioni informali o scherzose, ad esempio quando amici o familiari decidono di fare il bagno senza costumi o in modo molto informale.
Sicuramente il tasto generato presenta una qualche ambiguità nelle conclusioni, dato che nella società società in cui viviamo non è così normale fare il bagno senza costume in modo molto informale non tanto tra amici quanto tra familiari. Ho fatto notare subito la discrepanza, e come spesso avviene in questi casi chat CPT è sempre prontissimo a ritrattare quello che ha scritto (da questo punto di vista denota una flessibilità maggiore rispetto ai primi tempi in cui lo usavo, mi sembra).
A quel punto, anche se l’esempio fa francamente più ridere che altro, mi sembrava utile capire il meccanismo che aveva portato l’intelligenza artificiale a fare quel genere di considerazioni: è evidente che c’è qualche riferimento nella sua base di conoscenza ad una situazione di skinny Dipping in cui sono presenti dei parenti.
La mia inferenza è stata basata su un’approssimazione generale di situazioni informali in cui il “skinny dipping” potrebbe accadere, senza considerare la distinzione tra amici e familiari. Tuttavia, posso ricostruire il mio ragionamento in modo più accurato:
“Skinny dipping” è un termine che solitamente si applica a situazioni informali tra persone che hanno un rapporto di amicizia stretto o di pari, dove c’è una maggiore libertà e disinibizione nel comportamento.
Nei contesti familiari, specialmente con parenti come zii o cugini, è più comune mantenere una certa forma di rispetto e decoro, specialmente riguardo alla nudità e alle attività intime.
Pertanto, considerando la normale dinamica sociale, è improbabile che si verifichi il “skinny dipping” in una situazione familiare con zii o altri parenti stretti.
In breve, il mio ragionamento si basava su una generalizzazione dei contesti in cui il “skinny dipping” potrebbe accadere, senza tenere conto della distinzione tra amici e familiari e della differente dinamica sociale che esiste in queste relazioni. la prima cosa che mi è venuta in mente è che la considerazione sia stata tratta da un qualche film che presenta tematiche legate all’incesto, visto che questi film sono piuttosto numerosi. Chat CPT comunque afferma di non avere accesso diretto ai dati di questo tipo, per quanto sia noto che molte informazioni siano state scrapate dal web.
La prima osservazione interessante che tira fuori e che nella sua base di conoscenza non c’è nulla del genere, però è come se l’intelligenza artificiale avesse tirato fuori dei principi generali che secondo lei si applicano, sulla base di una base di campioni, e sì si era resa conto solo in seguito seguito di aver scritto una cosa molto improbabile e fuori dalla realtà.
In definitiva, lo “skinny dipping” è un termine colloquiale che si riferisce all’atto di nuotare o fare il bagno completamente nudi, di solito in luoghi come laghi, fiumi, piscine o spiagge, dove è generalmente accettato o tollerato. L’uso del termine “skinny” potrebbe derivare dall’idea di essere “skinny” (snelli, magri) o “skin” (pelle), indicando la mancanza di abiti. Questa attività è spesso considerata come un’espressione di libertà, spontaneità o avventura, ma è importante notare che può essere considerata inappropriata o indecente in determinati contesti o culture. Inoltre, alcune giurisdizioni possono avere leggi che regolano o vietano il nuoto nudi in determinate aree pubbliche.
Nel cuore di una campagna desolata, lontano dagli sguardi curiosi e dalle luci della città, sorgeva un piccolo villaggio dimenticato chiamato Dunwich. I suoi abitanti erano per lo più contadini e allevatori, gente semplice che viveva con rispetto e timore di antiche leggende locali. Il villaggio, ormai in rovina, nascondeva un oscuro segreto che si tramandava di generazione in generazione. Ma oggi, in un’era moderna e digitale, l’orrore di Dunwich aveva trovato un nuovo terreno di caccia: Internet.
L’Inizio dell’Orrore
Il dottor Armitage, un rispettato accademico dell’Università di Miskatonic, aveva passato la sua vita a studiare l’occulto e le antiche scritture. Un giorno, durante una delle sue ricerche più recenti, si imbatté in un manoscritto crittografato recuperato dalle rovine della casa dei Whateley, un tempo dimora di una famiglia sospettata di praticare arti oscure.
A differenza di altri testi esoterici che aveva analizzato, questo manoscritto non era scritto in una lingua aliena o sconosciuta, ma in una crittografia avanzata. Armitage capì subito che non avrebbe potuto decifrarlo con i metodi convenzionali. Dopo settimane di studio intenso, immerso nei trattati crittografici di Tritemio, Giambattista Porta e Vigénère, egli scoprì che il testo era in inglese, nascosto da un ingegnoso sistema di codici noto solo agli iniziati al culto degli innominabili dèi.
La Connessione con Internet
Con l’avvento di Internet, l’orrore di Dunwich trovò un nuovo mezzo per diffondersi. Le leggende locali, una volta limitate alle voci bisbigliate e ai racconti del fuoco, si trasferirono nei forum online e nei blog oscuri. Armitage, consapevole dei pericoli, cercò di avvisare la comunità accademica e il pubblico sui rischi nascosti nel cyberspazio. Ma le sue parole caddero nel vuoto, considerato un visionario paranoico.
Tra le pieghe del web, nei recessi più bui della rete, cominciarono ad apparire frammenti del manoscritto crittografato. Hackers e appassionati di esoterismo cercarono di decifrarli, attirati dalla promessa di conoscenze proibite e poteri arcani. Senza saperlo, stavano risvegliando forze che avrebbero dovuto rimanere sopite.
L’Apocalisse Digitale
Gli effetti della diffusione del manoscritto non tardarono a manifestarsi. Persone comuni iniziavano a sperimentare visioni inquietanti, incubi popolati da creature innominabili e frammenti di realtà che si sgretolavano davanti ai loro occhi. Come nel racconto originale di Dunwich, pochi potevano vedere la creatura, ma tutti ne avvertivano gli effetti devastanti.
Un gruppo di giovani informatici, ignari del pericolo, crearono un software che, secondo loro, avrebbe permesso di decifrare automaticamente il manoscritto. Il programma funzionò, ma conterrà molto più di semplici parole. Risvegliarono una presenza che si diffuse attraverso la rete, corrompendo dati, spegnendo interi sistemi e seminando caos.
La Rivelazione di Armitage
Il dottor Armitage, comprendendo che l’apocalisse era imminente, si rifugiò nella sua biblioteca, tentando disperatamente di trovare un modo per fermare l’orrore che aveva preso vita. Usando tutto il suo sapere crittografico e occulto, riuscì a decifrare l’ultima parte del manoscritto.
La rivelazione fu agghiacciante: il testo conteneva istruzioni per aprire un portale tra il nostro mondo e una dimensione popolata da divinità mostruose. Un’operazione complessa, ma inevitabile ora che il manoscritto era stato decifrato e diffuso. Internet, con la sua capacità di connettere miliardi di persone, era diventato il mezzo perfetto per completare il rituale.
Il Sacrificio Finale
Armitage capì che l’unico modo per fermare il rituale era distruggere tutte le copie digitali e fisiche del manoscritto. Ma il web è vasto e le informazioni viaggiano veloci. Chiamò a raccolta un gruppo di fidati accademici e hacker etici, i quali iniziarono una disperata corsa contro il tempo per eliminare ogni traccia del manoscritto.
Nelle profondità di Internet, la battaglia tra le forze del bene e del male infuriò. Ogni frammento eliminato sembrava generare nuovi codici e messaggi, come un’idra digitale. Alla fine, Armitage, in un ultimo atto di sacrificio, decise di connettere la sua mente al cyberspazio, diventando un firewall, bloccando il passaggio delle entità mostruose.
Il sacrificio del dottor Armitage rallentò l’inevitabile, ma l’orrore di Dunwich non fu completamente sconfitto. Rimase nascosto, in attesa, tra le pieghe del cyberspazio, pronto a risvegliarsi alla minima occasione. Gli uomini di più ampio intelletto sanno che la linea tra il reale e l’irreale è sottile e che le cose appaiono come sembrano solo grazie ai delicati strumenti attraverso cui le percepiamo. In un mondo sempre più connesso, la vera minaccia non è ciò che possiamo vedere, ma ciò che si nasconde nell’ombra digitale, pronto a scatenarsi.
Joder – equivale al verbo “scopare”, ma è comunemente usata come “cazzo” in italiano.
Mierda – significa “merda”.
Pendejo – usata per dire “idiota” o “testa dura”.
Cabron – ha diverse sfumature, può indicare “cornuto” ma anche essere usata in modo più amichevole tra amici.
Coño – simile a “cazzo” in italiano, a volte usato come intercalare.
Puta – equivale a “puttana”.
Gilipollas – simile a “cretino” o “idiota”.
Chingar – un termine volgare che ha varie sfumature di significato, ma spesso è associato a “scopare” o usato in modi simili a “cazzo”.
Ricorda, però, che usare parolacce può essere offensivo o inappropriato in certi contesti, quindi è meglio utilizzarle con cautela!
Mi dispiace, ma non posso aiutarti con le bestemmie o parole offensive di natura religiosa o blasfema. Posso darti informazioni, assistenza o conversare su altri argomenti, se desideri!
La blasfemia è un argomento complesso che solleva questioni di sensibilità culturale, religiosa e linguistica. La blasfemia è l’atto di parlare in modo irriverente o mancante di rispetto verso ciò che è considerato sacro o divino in una determinata religione o credo. Questo varia significativamente da cultura a cultura e da tradizione religiosa a tradizione religiosa.
Le parole blasfeme spesso sono considerate offensive o inappropriate in determinati contesti, specialmente quando vengono utilizzate intenzionalmente per offendere o danneggiare le convinzioni religiose altrui. La loro gravità può variare notevolmente a seconda del contesto culturale e delle credenze della comunità.
Tuttavia, è importante rispettare le diverse prospettive e credenze delle persone quando si affrontano argomenti legati alla religione e alla spiritualità. La sensibilità e il rispetto reciproco possono aiutare a evitare fraintendimenti o conflitti.
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