Ospite Inatteso

  • Guida pratica alle 7 perversioni erotiche più popolari (!)

    Guida pratica alle 7 perversioni erotiche più popolari (!)

    Viviamo in una società sempre più paradossale: la tragedia e la commedia si intersecano, come ricordava Schopenauer le tragedie sembrano tali nel loro complesso, ma nel dettaglio sono sempre costituite da frammenti comici. Il tutto in un gioco schizofrenico che rende la tristezza per un mancato rapporto o relazione – il “due di picche” – allo stesso livello di una cosa comica, e basta raccontarla ad un amico per rendersene conto, quando ci accade.

    La commedia all’italiana, del resto, è prolificata per anni sullo stereotipo dell’uomo bruttino o di mezza età che riesce a farsi desiderare da una donna evidentemente non alla sua portata (le macchiette di Vitali e Banfi vs. le attrici-modelle di turno, senza dimenticare la più umana signorina Silvani corteggiata invano dal povero Fantozzi). In tutto questo, il porno è saputo andare ben oltre lo stereotipo dell’idraulico che va a trovare la casalinga, declinandosi in decine di sottogeneri che forse neanche l’heavy metal riesce a vantare. Guai a confonderli: ognuno ha il proprio, e a ciascuno piace uno degli stessi. Internet ha permetto di diffondersi notevolmente ai vari sottogeneri, e questo a vantaggio di una varietà immensa di pornografia, soprattutto amatoriale, che ha definitivamente soppiantato il fascino del porno patinato e le sue (ridicole, direi nel 95% dei casi) eventuali pretese “artistiche” / di “dire qualcosa”.

    In questo contesto, il cinema porno ha sempre rappresentato un momento liberatorio, seppur ancora schiavo di stereotipi e terrificanti non-detti – della serie: sembra (e non è vero, of course) che i porno siano visti esclusivamente dagli uomini, e che siano tutti incentrati sul loro punto di vista. I vari sottogeneri dimostrano che non è affatto così, come vedremo.

    JOI

    si tratta di un acronimo che sta per “Jerk Off Instruction”, Jerk fa ovviamente riferimento alla masturbazione maschile (JOI) ed è una forma di feticismo molto diffusa sui social come Reddit, nel quale troviamo interi subreddit (l’equivalente dei thread di un forum) dedicati all’argomento. GLi utenti postano video di questo genere, in cui donne di ogni età forniscono vere e proprie istruzioni video per masturbarsi, il più delle volte rimanendo semi-nude, solo in alcuni casi spogliandosi e basando l’eccitamento su mimica esplicita, gesti e parole molto spinte (dirty talking). Non esiste una singola variante del genere, in effetti, perchè dipende dai gusti dello spettatore – che potrebbe apprezzare una voce più diretta o esplicita, un’altra da dominatrice senza pietà, una ulteriore più dolce e così via.

    La voce qui possiede un’importanza più diretta rispetto alla media dei casi, e quelli più apprezzati sono in grado di guidare lo spettatore all’orgasmo esattamente nei tempi previsti. In alcuni casi i JOI prevedono un vero e proprio countdown to orgasm, per il quale può essere decisamente eccitante sincronizzarsi. Esiste infine l’equivalente per donne del JOI, pochi sanno, che in gergo si chiama “Schlick Instructions“, e che il più delle volte è un semplice file audio con una voce guida.

    Porno coi supereroi

    Un vero classico del porno “deviato”, ma che ogni nerd appassionato del genere conosce per forza di cosa: si unisce alla pletora di cartoni animati e fumetti per adulti, con qualche rischio di banalità innata ma sicuramente da annoverare tra le perversioni più originali da guardare, soprattutto oggi che i film di supereroi sono stati sdoganati dalla cultura di massa.

    E voi, non avete mai pensato che potrebbe essere esaltante farvi  Batman o Catwoman?

    Enema porn

    I porno enema (in inglese: clistere) sono brutali e cinici: sono semplicemente quelli basati sui clisteri, amici sportivi – niente di più, niente di meno. Sono uno dei porno meno sessisti che possano esistere, tra l’altro: vengono praticati in modo indistinto sia ad uomini che a donne.

    ASMR

    I video ASMR ( Autonomous sensory meridian response ) sono, parlando in generale, video o audio rilassanti contenenti suoni piacevoli o immagini evocative; nulla di provocante di per sè, pertanto, se non fosse che – secondo una legge non scritta molto nota sul web – qualsiasi cosa esista su internet possiede quasi certamente un Doppelgänger porno. Non è un mistero, peraltro, che molte persone che girano e mettono in rete ASMR – che includono anche rumori della bocca o del respirto, ad esempio – finiscano per essere provocanti per qualcuno, per cui il passo verso i nsfwasmr (acronimo impronunciabile per Not Suitable/Safe For Work Autonomous sensory meridian response) è davvero breve.

    Sono una forma di feticismo che punta una sensualità nascosta e latente, che non vale certamente per tutti e che potrebbe stimolare nuove sensazioni ad alcuni di voi.

    WifeSharing

    Si tratta di una variante del cuckold – in italiano c’è un termine coltissimo per chiamarla, ovvero triolagnia – in cui una coppia condivide dettagli dei propri atti sessuali reciproci (foto, gif animate, video), solitamente oscurando il viso e postando – anche stavolta – su reddit ed altre community il materiale. Il nome fa riferimento alla condivisione dell’intimità consapevole, in cui ci si eccita nel leggere i commenti degli altri utenti.

    La pratica è molto diversa da quella, tipica di certe forme terribili di cyberbullismo, in cui uno dei partner non da’ il consenso per la pubblicazione, ed andrebbe ovviamente fruita e praticata con una certa attenzione per la privacy. WifeSharing – condivisione della moglie, letteralmente – è quindi una pratica esibizionista molto legata al mondo di internet e probabilmente in molti anfratti del dark web. È plausibile anche qui che sia anche la donna a condividere foto del partner, magari in una logica BDSM o da dominatrice di husbandsharing.

    TreesGoneWild

    Al fine di intendere completamente questa perversione bisogna partire da gonewild, che è la community di Reddit in cui donne esibizioniste decidono di mostrare le proprie foto nude o comunque osè (anche qui, il più delle volte oscurando il viso ed i dettagli personali).

    Treesgonewild è il sotto-sottogenere di feticismo dedicato al guardare donne che postano foto nude o sexy mentre fumano marijuana e simili droghe leggere, quindi con cannoni bene in vista, chilum e quant’altro. Una forma di perversione che ricorda, almeno in parte, quella dedicata alle donne che fumano, molto di moda su internet fino a qualche anno fa e con siti web a pagamento interamente dedicati alla vendita di video e foto di questo tipo.

    Acrotomofilia

    Per capire questa perversione bisognerebbe saper rispondere onestamente a questa domanda: una donna o un uomo senza un braccio o una gamba ha comunque diritto ad essere desiderata/o sessualmente? Provate a rispondere lucidamente ad una domanda del genere (certo insidiosa, per alcuni) e poi, senza sentirvi troppo in colpa, provate a chiedervi cosa sia l’acrotomofilia: esatto, è la passione e l’attrazione sessuale per uomini o donne amputate, tipicamente senza una gamba. Come scritto dal blog Sdangher, cosa che condivido appieno:

    pensate a quando la donna che amate vi confida che il vostro difetto più odioso per lei non è orribile, anzi, che lo trova sexy. Come vi sentite?

    In fondo il senso di qualsiasi perversione, anche la più improbabile, potrebbe essere proprio questo: sentirsi accettati e desiderati anche qualora il mondo suggerisca che una cosa che ci eccita è fuoriluogo, o addirittura (oso aggiungere) fuorilegge.

  • BREAKING NEWS! Le 9 notizie che hanno fatto interrompere le trasmissioni nella storia

    BREAKING NEWS! Le 9 notizie che hanno fatto interrompere le trasmissioni nella storia

    interrompiamo le trasmissioni, interrompiamo le trasmissioni per comunicarvi una notizia straordinaria, interrompiamo il programmazione. Ci sono state diverse occasioni nella storia in cui le trasmissioni televisive sono state interrotte a causa di eventi di grande rilevanza o di emergenze nazionali o internazionali.

    L’interruzione dei programmi TV per un’edizione straordinaria potrebbe essere interpretata come un’alterazione dell’ordine e della routine quotidiana, che sono importanti per mantenere un senso di sicurezza e controllo nell’individuo. Secondo Freud, classicamente, gli esseri umani sono motivati da due impulsi principali: l’impulso di vita (Eros) e l’impulso di morte (Thanatos). Quando viene interrotto il flusso normale delle attività quotidiane, può suscitare ansia e conflitto nel soggetto. Inoltre, dal punto di vista freudiano, potrebbe essere interpretato anche come una minaccia alla sfera del piacere e della soddisfazione immediata (principio di piacere), in quanto l’individuo è costretto a interrompere ciò che stava facendo per fronteggiare una situazione imprevista e spesso stressante. In aggiunta, alcuni potrebbero interpretare l’interruzione dei programmi TV come un’invadenza nell’ambito della sfera privata e personale (principio di privacy), che potrebbe generare sentimenti di frustrazione e disagio. In alcuni casi, negazione di quello che sta succedendo.

    Ecco alcune notizie che hanno portato all’interruzione delle trasmissioni.

    Assassinio di John F. Kennedy

    Il 22 novembre 1963, l’assassinio del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy ha portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in tutto il mondo.

    Pandemia di Covid-19

    11 settembre 2001

    Gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 hanno causato l’interruzione delle trasmissioni televisive in molti paesi, mentre il mondo intero seguiva gli eventi in tempo reale.

    Morte di Diana, principessa del Galles

    Il 31 agosto 1997, la morte di Diana, principessa del Galles, in un incidente automobilistico ha portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in tutto il Regno Unito e in molti altri paesi.

    Guerra del Golfo

    Durante la Guerra del Golfo nel 1991, le trasmissioni televisive furono interrotte o modificate per fornire aggiornamenti in tempo reale sul conflitto.

    Morte di Papa Giovanni Paolo II

    La morte di Papa Giovanni Paolo II nel 2005 ha portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in tutto il mondo mentre il Vaticano annunciava la notizia e si tenevano cerimonie di lutto.

    Allunaggio dell’Apollo 11

    Nel luglio 1969, le trasmissioni televisive furono interrotte in molti paesi per trasmettere in diretta l’allunaggio dell’Apollo 11 e il primo passo dell’uomo sulla Luna.

    Attentati di Parigi del novembre 2015

    Gli attentati terroristici di Parigi del novembre 2015 hanno portato all’interruzione delle trasmissioni televisive in Francia e in molti altri paesi europei mentre la situazione si evolveva.

    Attentati di Boston del 2013

    Gli attentati alla Maratona di Boston del 2013 hanno portato all’interruzione delle trasmissioni televisive negli Stati Uniti mentre la città era sotto lockdown e le autorità cercavano i responsabili.

     

    Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

  • Il balcone di Fantozzi è ancora lì

    Il balcone di Fantozzi è ancora lì

    Nel vasto panorama del cinema italiano, ci sono poche scene così iconiche e memorabili quanto la famosa “Sequenza del Balcone” nel film Fantozzi. Questa sequenza, che si svolge nel film del 1975 “Il secondo tragico Fantozzi“, è un perfetto esempio di umorismo cult e di grande capacità nel creare situazioni comiche.

    In questa breve analisi, esploreremo la sequenza del balcone di Fantozzi, un momento epico del cinema italiano.

     

    La scena ha luogo durante uno degli innumerevoli episodi di sfortuna che il povero ragioniere Ugo Fantozzi, interpretato dal leggendario Paolo Villaggio, deve affrontare la quotidianità: alzarsi la mattina per andare al lavoro. Fantozzi, sempre sfortunato e maltrattato da colleghi e superiori, malinteso dalla sua famiglia e dal mondo in generale, si trova a dover affrontare una serie di eventi tragicomici.

    Fantozzi è in ritardo: decide così di prendere l’autobus al volo, perchè diversamente arriverebbe in ritardo. La via su cui è stata girata la scena è l’attuale tangenziale Est di Roma, tra via Casilina e via degli Orti Varani.

    Le coordinate geografiche di questo evento:

    • Latitudine: 41.8892663
    • Longitudine: 12.5197229,19z

    Su Maps: Balcone Film Fantozzi

    Non l’ho mai fatto, ma l’ho sempre sognato!

    La frase “Non l’ho mai fatto, ma l’ho sempre sognato” può essere interpretata attraverso diversi contesti e sotto molteplici punti di vista, ma ha radici profonde nella psicologia umana che possiamo esplorare.

    1. Desiderio e Aspirazione: Questa frase può riflettere un desiderio profondo o un’aspirazione irrealizzata. Può rivelare un’idea o un’azione che una persona ha sempre desiderato compiere, ma per qualche motivo non ha mai realizzato. Questo desiderio può essere legato a una serie di fattori, tra cui paura, mancanza di fiducia in sé stessi, restrizioni esterne o altre priorità che hanno preso il sopravvento.

    2. Rimpianto e Nostalgia: Allo stesso tempo, la frase può portare con sé un senso di rimpianto o nostalgia. Anche se non è stata presa alcuna azione per realizzare quel sogno, il pensiero di ciò che avrebbe potuto essere può generare sentimenti di perdita o di opportunità mancata. Questo senso di rimpianto può essere amplificato dalla consapevolezza che il tempo per realizzare quel sogno potrebbe essere passato.

    3. Identità e Autenticità: In alcuni casi, questa frase può essere una dichiarazione di identità o autenticità. Può indicare che il sogno in questione è così profondamente radicato nella personalità o nei valori di una persona che, anche se non è stato materializzato, continua a definirla. In questo senso, il sogno può essere visto come una parte essenziale della propria identità, anche se non si è trasformato in realtà.

    4. Autoconsolazione e Giustificazione: Infine, la frase potrebbe essere usata come forma di autoconsolazione o giustificazione. Può essere utilizzata per lenire la delusione o l’insoddisfazione derivante dal non aver realizzato un desiderio, fornendo una sorta di scudo emotivo contro il senso di fallimento o inadeguatezza.

    Conclusioni: Un Capolavoro di Comicità Italiana

    La sequenza del balcone di Fantozzi è un momento iconico che rappresenta il meglio della comicità italiana. Con la sua miscela di umorismo intelligente, situazioni assurde e dettagli impeccabili, questa scena rimane impressa nella memoria degli spettatori come uno dei momenti più indimenticabili del cinema italiano. E mentre Fantozzi continua la sua eterna lotta contro la sfortuna e l’ingiustizia, noi continueremo a godere di queste piccole perle di comicità che solo il cinema italiano sa offrire.

  • Il finale di Archive 81 contiene riferimenti a due film di Fulci

    Il finale di Archive 81 contiene riferimenti a due film di Fulci

    La parola magica per capire il finale di Archive 81 – recensione qui – è cliffhanger, ovvero un finale sospeso; senza pensare al film cult omonimo con Stallone del 1993, più semplicemente si tratta di un finale aperto, in cui non è dato sapere un bel po’ di cose. Per chi legge, dovrebbe essere ovvio aver già visto la serie, in caso non fosse così preavviso nuovamente: spoiler in arrivo. Ci sono fin troppe domande rimaste aperte su Archive 81, e non riusciremo davvero a rispondere ad ogni dubbio: fin troppo è ambivalente, multi-interpretabile, soggettivo. Per cui, se va trovato un difetto alla serie, probabilmente potrebbe risiedere proprio qui, in quel finale aperto che quasi banalizza, se vogliamo, la bellezza dei singoli episodi.

    Le domande non mancano: su tutte, che fine ha fatto Dan, in che mondo sia finito e come sia arrivato in ospedale, per quanto la TV faccia capire che è finito negli anni 90, precisamente attorno al 5 aprile 1994, dato che viene mostrata la morte di Kurt Kobain come elemento caratterizzante il periodo. Il suo viaggio nell’Oltremondo è andato, tutto sommato, a buon fine: ha rivisto la propria casa, ha trovato e mandato a casa Melody, ha rivissuto con la propria famiglia morta nell’incendio.

    Ma… adesso cosa succederà? Furbescamente, la produzione ha deciso di lasciare la domanda aperta a mille interpretazioni e fan theory. Alcune sono davvero deliziose, secondo noi, e ne riportiamo due tratte da Reddit (PS ricordiamo che le fan theory sono, per definizione, pure invenzioni più o meno plausibili sulla trama, effettuate da persone che hanno visto la serie):

    1. Per quale motivo Virgil Davenport, che tanto aveva fatto e fornito per salvare i nastri, rifiuta di tornare nell’Oltremondo per salvare il fratello? L’utente doctorsolitaire su Reddit ipotizza che il fratello in realtà non esiste, insinuando che Virgil e Samuel (coi suoi numerosi pseudonimi) siano addirittura la stessa persona. In altre parole, l’uomo si sarebbe rifiutato di andare a prendere il fratello perché, semplicemente, era già sul posto, per quanto ciò cozzi col fatto che in un video si vedono entrambi.
    2. Perchè viene scelto Dan per indagare sui nastri? Al netto delle sue capacità tecniche, probabilmente (secondo un altro utente Reddit) Dan potrebbe avere poteri, che non ricorda di avere, da medium o comunque sovrannaturali, il che spiegherebbero la sua empatia psichica con Melody. Il che si collegherebbe, a questo punto, col sospetto che suo padre oltre ad essere uno psichiatra fosse anche un para-psicologo, vicino al mondo del sovrannaturale.

    Nell’Oltremondo il tempo è semi-congelato o non scorre come dovrebbe (ce ne accorgiamo dall’esperiente visivo delle particelle sospese nel vuoto, senza fluttuare), e tutto sembra suggerire che alla fine Dan sia rimasto intrappolato in un’altra dimensione. Questo è quanto si riesce ad evincere da un finale, alla fine dei conti, puramente lovecraftiano, debitore dei finali aperti modello Lucio Fulci che, per semplice parallelismo, ci siamo permessi di rievocare qui. Ci guardiamo bene, ovviamente, dal sostenere che Archive 81 sia un film collegato direttamente a Fulci: al massimo, infatti, Archive 81 potrebbe essere sottilmente lovecraftiano, con i suoi richiami ad un dio feroce e crudele da un’altra dimensione, ma anche su questo frangente potrebbe essere un accostamento indebito. Quello che ci interessa è evidenziare come certi percorsi narrativi, oggi resi celebri da una serie horror sovrannaturali di grande successo, siano stati, come minimo, intuìti da Fulci prima di chiunque altro.

    E tu vivrai nel terrore… L’aldilà! (1981) presenta una situazione in parte simile a quella vissuta da Melody e Dan, mediante i personaggi di Liza e McCabe. Nel cult fulciano i due attraversano una cantina, dopo essere fuggiti dall’ospedale, e si ritrovano all’interno del paesaggio dipinto dal pittore Zweick, morto crocefisso e murato nelle stanze dell’hotel maledetto nella scena iniziale del film. Liza e McCabe si trovano così in una dimensione nebbiosa, sinistra, mortifera e cosparsa di cadaveri, per dirla con le parole del regista: un deserto senza luce, senza ombre, senza vento (La notte americana del dott. Lucio Fulci, documentario del 1994). In parallelo Melody e Dan stanno cercando una via d’uscita da un Oltremondo infernale, tenendosi la mano in vari passaggi del loro viaggio, in cui la sensazione che non ci sia una vera via d’uscita è costante in entrambi i film. Ricerca l’uno dell’altra che culmina in un viaggio, di cui avevano ricevuto solo suggestioni oniriche nelle puntate precedenti. Liza e McCabe, ne L’aldilà, si ritrovano sul posto senza sapere come, se non a livello inconscio – o tra mille suggestioni incerte, in grado di creare una poetica macabra quanto straordinaria.

    A differenza del nichilismo di Fulci che sancisce la scomparsa materiale dei due protagonisti dalla scena, la serie di Rebecca Sonnenshine decide di separare la coppia, consegnando Melody alla madre che l’aveva sempre cercata e, quasi come contrappasso dantesco, intrappolando Dan nell’altra linea temporale. Per sempre. O forse …

    Il tema della separazione o del confinamento inatteso di un personaggio protagonista all’interno di un altro mondo, del resto, non è nuovo: bastebbe pensare anche solo all’archetipo creato da L’armata delle tenebre, ad esempio, o a molti episodi de Ai confini della realtà,  per comprendere la devozione incrollabile della serie ai classici dell’horror e ai loro twist più sconvolgenti.

    Dopo aver finito diligentemente di vedere la prima serie, comunque, e fermo restando le considerazioni fatte in precedenza, resta un po’ di amaro in bocca per le parentesi aperte rimaste tali, o se preferite per il gran numero di personaggi che non siamo nemmeno sicuri se siano vivi o morti. È quasi certo, da quello che si legge sul web, che Archive 81 avrà una seconda serie, probabilmente anche una terza, una quarta e così via, andando ad approfondire qualsiasi personaggio in un potenziale infinito dilagare di spin off. Avremmo idealmente preferito che restasse tutto com’è adesso, in questa deliziosa (tutto sommato) sospensione narrativa, in cui Dan ha assolto il proprio destino ed è pronto a ricominciare una nuova vita (ammesso ottimisticamente che non si voglia ritenerlo perso). Avremmo preferito questa sospensione, questa “inconcludenza”: avremmo preferito far finire Archive 81 alla prima stagione, e quasi speriamo che sia così. Perchè non siamo troppo convinti che meriti, artisticamente parlando, di diventare l’ennesima telenovela-polpettone a infinite puntate, personaggi e improbabili resurrezioni. Addirittura gli amatissimi viaggi nel tempo sono diventato il deus ex machina onnipresente che rimette in sesto anche il più sciatto dei cinecomics

    Quello stesso senso di sospensione e di irrealizzabilità di un finale, in questi casi, Lucio Fulci lo aveva intuito – e coraggiosamente realizzato prima di chiunque altro, per quanto certi suoi finali furono tacciati di essere fuori bersaglio. Fu il destino, ad esempio, di un altro lavoro fulciano analogo, anche lì caratterizzato da suggestioni lovecraftiane e passaggi non lineari o illogici: Paura nella città dei morti viventi. Anche qui troviamo una coppia  che fugge via da un’inferno sotterraneo, e quando stanno per riabbracciare il mondo dei vivi succede qualcosa. La protagonista urla (non vediamo cosa succede), il fermo immagine si blocca sulla figura del ragazzino (fino a poco prima, apparentemente felice di vederli), due poliziotti camminano dietro di lui con un’andatura quantomeno ambigua (forse sono zombi, forse i morti viventi sono riusciti a seguire sulla terra i due protagonisti, forse addirittura il ragazzino è diventato un morto vivente). Succede qualcosa, insomma, ma non sapremo mai che cosa: l’immagine si spacca, si dissolve nel nero e finisce il film, lasciandoci scossi e annichiliti, incerti su cosa abbiamo davvero visto. Per quanto si sia romanzato sulla realtà delle motivazioni di quel finale, pare che il regista cambiò idea in corsa (di sicuro, aveva in mente H. P. Lovecraft), oppure (secondo altre versioni) pare che qualcuno rovesciò del caffè sui negativi del finale, ormai perso per sempre (che suggestione puramente fulciana, quest’ultima!), e poi riparato alla meno peggio in fase di montaggio.

    D’accordo tutto, intendiamoci: godiamoci altri 999 spinoff a tema, riguardiamo Archive 81 altre cento volte, rendiamo Dan uno degli eroi umani con cui empatizzare, addirittura il simbolo del risveglio post-trauma incendiario, pandistruttivo o pandemico che sia. Godiamoci il parallelismo con l’Inferno dantesco, i rimandi al cinema di genere, le sedute spiritiche agghiaccianti e le suggestioni a metà strada tra L’inquilino del terzo piano e [REC]. Ammesso che sia possibile suggerire un alternate ending per Archive 81, pero’, siamo dell’idea che fare una cosa sulla falsariga degli incompiuti fulciani sarebbe stato davvero meraviglioso. Una serie TV che culmina, praticamente, come cinema d’autore, consacrandone i meriti – senza nulla togliere al fatto che comunque la produzione fa quello che gli pare per i seguiti, per cui…

    A questo punto pensiamo valga la pena rivedere ancora una volta quel finale: quel lugubre, incompiuto e sinistro finale (di seguito trovate la versione tratta dalla VHS danese: dopo la spaccatura del fotogramma, si intravede una vista sul cimitero e la citazione “L’anima che brama per l’eternità supererà la morte; tu, abitante del vuoto crepuscolare, vieni a Dunwich” di H. P. Lovecraft).

  • Archive 81: recensione, trama e cast della serie TV su Netflix

    Archive 81: recensione, trama e cast della serie TV su Netflix

    Da due settimane Archive 81 – Universi alternativi di Rebecca Thomas si trova sulla cresta dell’onda tra gli spettatori di Netflix, anche in Italia – dove è comparsa con tanto di buon doppiaggio (tanto vale scriverlo a chiare lettere). Classe 1984, la Thomas è nota per il film (ispirato a Pasolini, per la cronaca) Electrick Children e per un episodio (il primo ) di Stranger Things, oltre che per questo Archive 81 prodotto e distribuito da Netflix e Atomic Monster, con Paul Harris Boardman e James Wan (Insidious, Saw: L’enigmista) come produttore esecutivo.

    VHS ritrovate, ambientazione da inizio anni 80, tensione e distorsioni temporali ci conducono in una dimensione narrativa complessa, accattivante e che si preannuncia piuttosto lunga. Ma cosa c’era in quelle videocassette?

    Trama

    Dan è un esperto di archivistica in grado di recuperare vecchi nastri di VHS d’epoca, riportandoli in condizione di poter essere visionati. Durante il proprio lavoro si imbatte nella singolare storia del condominio Visser, distrutto da un incendio ed i cui condomini sembrano scomparsi nel nulla. Una multinazionale di cui non si sa nulla nemmeno dal web, nel frattempo – la LMG – lo contatta per proporgli un restauro pagato una cifra spropositata, da svolgersi  in una casa sperduta modello Shining. Inutile sottolineare che durante il proprio lavoro succederanno strane cose: i personaggi dei filmati VHS sembrano quasi rivolgersi a lui, e la figura del padre del protagonista (prematuramente scomparso) apparirà all’interno di uno dei nastri.

    E se la LMG fosse un’enorme multinazionale di giochi da tavolo? […]

    Recensione

    La genesi dell’opera è senza dubbio curiosa perchè, tanto per cominciare, è stata prodotta sulla falsariga narrativa dell’Inferno di Dante Alighieri. Quantomeno, il riferimento è sostanziale: il protagonista si chiama Dan (T.), mentre il suo accompagnatore sarà, come si scoprirà, Virgil. Ma non solo: non mancano i personaggi di Beatrix, il cerchio (riferimento a quello dantesco) e naturalmente, essendo una serie thriller horror, Kharon, il Caron dimonio. Alla base della trama gli aspetti più inquietanti legati alle videocassette VHS (per qualche strano motivo quel formato video induce una specie di paura ancestrale) nonchè alla storia, confermata solo in parte, che alcune di esse fossero state commercializzate come snuff (ovvero filmati in cui si assiste a morti reali, di animali o persone, non sceneggiate o simulate). L’inferno di Archive 81 non sembra dissimile da quello mortifero, inquietante e a suo modo ordinario di Antrum.

    Fosse solo una serie TV modello mockumentary horror, forse, non varrebbe forse neanche la pena approfondirla: certo, i riferimenti ad elementi fondanti di film come V/H/S, The last horror movie The poughkeepsie tapes, S&MAN non sono da poco, e restano sostanziali. Ma c’è dell’altro, e basta vedere i primi trenta minuti dell’episodio pilota (su Netflix, ovviamente) per capacitarsene. Peraltro, gli stessi vengono declinati dentro Archive 81 (dove 81 fa riferimento all’anno 1981, per capirci) nel senso più paranoico possibile. Ed è chiaro che Dan è un archetipo, oltre che letteralmente dantesco, del protagonista medio di serie come Ai confini della realtà, travolto o coinvolto da un gioco più grande di lui, forse manipolato da tante scatole cinesi panottiche, in cui tutti possono spiare tutti. Nulla di diverso dal mondo qualunquista e iperconnesso in cui viviamo, in effetti, e di cui questo Archive 81 si mostra in tutta la propria preoccupazione, tensione e paranoia, per una serie che è (solo per comodità) di genere horror sovrannaturale e che, ad oggi, conta otto episodi in tutto. Molto probabilmente e come da tradizione, non si fermerà neanche a questi ultimi.

    Del resto il buon Dan, difensore della propria privacy dalle incursioni internet (come dice a più riprese lui stesso), a parte essere un personaggio romeriano – un solitario, oppresso dalla società e di etnia afro-americana, come il Duane Jones / Ben de La notte dei morti viventi –  è uno scettico convinto: non crede al sovrannaturale, lo rigetta e nasconde un passato traumatico (aveva pure un padre docente di psicologia, come se non bastasse). Un vero e proprio en plein di stereotipi psico-sociali – e, anche solo per questo, vittima designata delle peggiori sofferenze di qualsiasi opera di questo tipo.

    Opera molto diretta, pertanto, ispirata ad un sottogenere mockumentary preciso e a suo modo archetipica (nonostante l’idea di fondo non sia nuova), diretta brillantemente da una regista con le idee chiare. Girata, peraltro, riportando alla luce le narrazioni classiche di pseudo-snuff exploitativi, paranoici e gran guignoleschi come quelli citati: il mood paranoico e spaventoso non è cambiato, e farlo diventare una serie TV relativamente pop non era cosa banale.

    Tanto più se nel farlo si evitano gli eccessi dei vari filmacci qui citati, rimanendo su un equilibrio visuale e comunicativo di sostanza, che si riflette, soprattutto, in un horror lucido quanto onirico, anche solo nella trovata dei “paralleli comunicanti” mediante nastri VHS. Nastri, questi ultimi, simbolo di un tempo che non c’è più, di un filmato amatoriale che è simbolo quasi implicito di scheletro nell’armadio, filmato amatoriale come locuzione più ambigua che mai (..amatoriale in che senso?). Un cinema ritrovato on the road, parte del vissuto di ognuno di noi,un espediente narrativo in parte abusato ma che qui, nonostante tutto, si rinnova con saggezza nel gioco di ricicli del caso.

    Archive 81 è anche debitore di (ovvi?) echi ottantiani, gli stessi che serie come Stranger Things hanno saputo sfruttare (forse in vaga modalità poser, in quel caso), sulla falsariga del dubbio ancestrale che un qualche parente di qualsiasi famiglia custodisse sempre e comunque VHS atipiche nell’armadio della nonna. Ma anche solo (se preferite) del sano, classico e archetipico effetto nostalgia, lo stesso rievocato periodicamente da radio e TV – nonchè sbeffeggiato da South Park mediante la trovata dell’uva parlante, i ricordàcini.

    Effetto che in questa sede va al di là della semplice evocazione modello “si stava meglio quando si stava negli anni 80″: grazie alla trovata dei mondi paralleli alternativi, di fatto, dentro Archive 81 il sottogenere acquisisce, finalmente, nuova linfa. Suscita, a suo modo, curiosità rinnovata, anche nel pubblico meno propenso o più disilluso da mille mostri e villain considerati poco attuali o poco credibili. Il tutto anche grazie all’idea di un protagonista credibile quanto insolito, affiancato da una sorta di doppelganger femminile con cui ovviamente, si instaurerà fin da subito una sorta di legame psichico. Due protagonisti – forse volutamente, a questo punto – fuori norma, romeriani e carpenteriani a tutti gli effetti perchè multi-etnici, umani e coinvolgenti.

    Ci basta questo per farci amare, una volta tanto, una serie TV: specie noi che difficilmente le apprezziamo, in generale, siamo felici di essere smentiti.

    Cast

    Mamoudou Athie – Dan Turner
    Dina Shihabi – Melody Pendras
    Evan Jonigkeit – Samuel
    Ariana Neal
    Matt McGorry
    Martin Donovan Martin Donovan …
    Daniel Johnson Daniel Johnson …
    Kate Eastman Kate Eastman …
    Charlie Hudson III Charlie Hudson III …
    Kristin Griffith Kristin Griffith …
    Johnna Leary Johnna Leary …
    Eden Marryshow Eden Marryshow …
    Jacqueline Antaramian Jacqueline Antaramian …
    Jaxon Rose Moore Jaxon Rose Moore …
    Trayce Malachi Trayce Malachi …
    Sol Miranda Sol Miranda …
    Hilda Ivette Rodriguez Hilda Ivette Rodriguez …
    Martin Sola Martin Sola …
    Shay Guthrie Shay Guthrie …
    Gameela Wright Gameela Wright …
    Africa Miranda Africa Miranda …
    Allyson R. Hood Allyson R. Hood …
    Penelope Bauer Penelope Bauer …
    Frances Chao Frances Chao …
    Dennis Joseph Dennis Joseph …
    Georgina Haig Georgina Haig …
    Roger Petan Roger Petan …
    Robert Kwiatkowski Robert Kwiatkowski …
    Meg Hennessy Meg Hennessy …
    Nick Podany Nick Podany …
    Gilles Geary Gilles Geary …
    Zach Villa Zach Villa …
    Ellen Adair Ellen Adair …
    Michelle Federer Michelle Federer …
    Emy Coligado Emy Coligado …
    Mitzi Akaha Mitzi Akaha …
    Anaya Farrell Anaya Farrell …
    Ken Bolden Ken Bolden …
    Carla Brandberg Carla Brandberg …
    Curtis Caldwell Curtis Caldwell …
    Ebony Cunningham Ebony Cunningham …
    Jay Klaitz Jay Klaitz …
    Rosie Koster Rosie Koster …
    Angela Nicole Hunt Angela Nicole Hunt …
    Jake Andolina Jake Andolina …
    Ahlam Abbas Ahlam Abbas …
    Kaylin Horgan Kaylin Horgan …
    Teri Clark Teri Clark …
    Joseph Cannon Joseph Cannon …

    Trailer ufficiale