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  • Da John Titor a Homer Simpson: il primo sito con fake news sui vaccini anti-influenzali

    Da John Titor a Homer Simpson: il primo sito con fake news sui vaccini anti-influenzali

    No, i Simpson non avevano “previsto il Covid-19”: non arriveremo a sostenere una cosa del genere. Pero’ abbiamo curiosato lo stesso in un vecchio episodio dei Simpson, visto per la prima volta in Italia all’inizio del nuovo millennio, qualche tempo prima di quell’11 settembre che ancora oggi ricordiamo.

    La traduzione del titolo originale dell’episodio in questione sarebbe pressappoco “Il computer con le scarpe minacciose”, incomprensibile in italiano e reso giustamente, per questo motivo, Galeotto fu il computer e chi lo usò (serie 12, episodio 6).  Per inciso il titolo originale The Computer Wore Menace Shoes omaggia, senza citarlo esplicitamente nell’intreccio, il classico film Disney The Computer Wore Tennis Shoes (Il computer con le scarpe da tennis del 1969, oggetto di un remake nel 1995).

    The Simpsons – Galeotto fu il computer e chi lo usò (12×6)

    Diretto da Mark Kirkland e scritto da John Swartzwelder, Galeotto fu il computer e chi lo usò è stato visto per la prima volta in Italia nei primi anni 2000, all’interno della 12ma serie, e racconta di Homer che decide di comprare un computer (anche a costo di farsi un quinto mutuo, come ammette lui stesso). Non solo: Homer apre un sito e lo riempie di gossip e fandonie, riscuotendo grande successo.

    Inizialmente la home page del suo sito è solo singola pagina zeppa di GIF animate messe a caso (tra cui un Gesù ballerino e delle bocche parlanti), presto diventerà uno dei siti più popolari del momento.

    Non temere testone, ora sarà il computer a pensare per noi!

    Sulla falsariga dei buoni suggerimenti di Lisa, Homer travisa gli insegnamenti ed inizia a pubblicare nel proprio sito prima un po’ di gossip, poi vere e proprie fake news. Presto finirà confinato su un’isola deserta, ispirata a quella della serie The Prisoner, dove vengono rinchiusi per sempre tutti coloro che “sapevano troppo”. La puntata è forse uno dei migliori esempi dei Simpson old school, calato nel contesto tecnologico oggi a noi più che familiare, nonchè abbastanza diverso dai Simpson più recenti.

    Homer, dicevamo, colpisce nel segno pubblicando gossip a volontà, firmandosi con lo pseudonimo Mister X: la logica errata e semplicistica con cui il personaggio ritiene che basti un nickname per essere anonimi su internet dovrebbe, al giorno d’oggi, essere familiare ai più.

    Esisterebbe peraltro una scena tagliata, a quanto pare, in cui Homer digita parole chiave a caso su un motore di ricerca e finisce in un sito per adulti, poco dopo bloccato da Marge.

    Si scopre che il gossip di Mister X nasconde delle verità: il sindaco della città possiede effettivamente una lussuosa piscina segreta all’interno del comune, Apu commercia ciambelle avariate, Krusty ha commesso un omicidio con occultamento di cadavere e Burns vende uranio ai terroristi. Si decide pertanto di conferire un premio Pulitzer all’anonimo autore delle inchieste, con Homer che solo ora svela la propria identità.

    L’associazione esplicita tra io-virtuale e io-reale, ovvia nell’era dei social network, è l’inizio della fine per il protagonista dell’episodio.

    Fin dai tempi di John Titor…

    L’idea che un anonimo utente del web possa detenere la Verità e diffonderla su internet dovrebbe sembrare illogica ed incoerente fin dalle sue premesse, tant’è che nel cinema nemmeno il più oscuro e sconclusionato dei b movie è mai arrivato ad ispirarsi ad un’idea del genere. Al tempo stesso, pero’, fin dai primi 2000 ebbe molto successo la “saga” di John Titor, presunto soldato USA che aveva dichiarato su un forum (col nickname Timetravel_0) di essere stato spedito indietro nel tempo (come in Terminator) per recuperare un vecchio modello di IBM.

    I am a time-traveler from the year 2036. I am returning home after having retrieved an IBM 5100 computer from 1975 (cicap.org)

    Tra le profezie narrate da Titor vale la pena di ricordare, per quel poco che vale, quella dell’arrivo del morbo della mucca pazza negli USA, la fine dell’azienda Microsoft e una guerra civile negli USA dal 2004 al 2015. La sua storia fu quasi certamente viral marketing e venne creduta da molti, mentre il fatto che alcune cose non siano avvenute venne giustificata dalla tipica non-falsificabilità del complottismo: se non è avvenuto nella nostra realtà, è comunque avvenuto in una diversa linea temporale del multi-verso.

    Per diversi anni quella di Titor fu una urban legend oggetto di varie forme di debunking, tra cui quello di Paolo Attivissimo e del fisico Robert Brown, il quale delineò l’implausibilità della storia, accusandola di aver plagiato un paio di storie di fantascienza e definendola (su un sito ormai defunto) sad reflection on the gullability of our culture (una triste riflessione sulla creduloneria della nostra cultura).  Sulla gullability dei nostri tempi, del resto, bisognerà scrivere un saggio, prima o poi, facendo soprattutto lo sforzo di rendere non-insultante l’approccio nei confronti dei “credenti”. Certo, siamo felici di essere zeppi di libri di debunking che smontano teorie del complotto da ogni dove, ma non sembra siano bastati. Solo in pochi casi (o forse addirittura in nessuno) essi sono riusciti a redimere o far ritrattare qualcuno dei complottisti (sempre più convinti, in molti casi, nonostante le prove contrarie).

    Lo scrittore Wu Ming 1, a riguardo, è stato lapidario: Smontare le teorie del complotto è facile. Il difficile è convincere chi ci crede a non crederci più. È difficile dargli torto, soprattutto nei tempi in cui viviamo.

    La teoria del complotto sui vaccini nel sito di Homer

    Le notizie scarseggiano: la gente non parla più in presenza di Homer, che manca di fonti ed è costretto così ad inventarsi le news. Una pratica che i numerosi casi reali di bufale pubblicate da giornali anche autorevoli ha finito per abituarci, soprattutto nell’era post 11 settembre, con un picco ulteriore a partire dal 2020 in occasione della pandemia mondiale.

    Il clou dell’episodio in oggetto arriva nel momento in cui Homer scrive nel proprio sito che il governo vorrebbe controllare le menti delle persone mediante vaccinazioni di massa.

    A questo punto una misteriosa organizzazione lo rapisce e lo deporta sull’isola di quelli che “sanno troppo“, mentre l’originale viene sostituito da un sosia identico nelle fattezze, e dall’accento tedesco. Un personaggio autoritario rivelerà in seguito al vero Homer che il motivo per cui i vaccini si fanno prima di Natale è per assicurarsi che la gente spenda per i regali, e che per questo motivo Homer sarebbe diventato un personaggio “scomodo” per il sistema. Si tratta di una satira gustosa e azzeccata rivolta al mondo del complottismo, peraltro declinata in tempi non sospetti in cui il massimo della conspiracy era sulle scie chimiche o, al limite, sulle reali dinamiche dell’11 settembre.

    La “profezia” è sicuramente un termine scomodo (che vorremmo evitare), ma l’episodio assume ugualmente una valenza fondamentale anche oggi, nel contesto e nel mondo in cui viviamo. – Foto di copertina di desarrollosklm da Pixabay – Le immagini dell’episodio sono tratte dal blog simpsonssummaries

  • Devolution. Una teoria DEVO è carico di amarezza (e realismo)

    Devolution. Una teoria DEVO è carico di amarezza (e realismo)

    Sono tornati i DEVO, e lo hanno fatto con un documentario in free streaming, di quelli da non perdere per nessun motivo. Quello dei DEVO sul sito della RAI viene definito “rock sociologico”, una definizione originale quanto inedita quanto, a mio modo di vedere, azzeccata.

    Il documentario “Devolution. Una teoria DEVO” viene proposto in Italia su Rai 5, ed è attualmente reperibile in streaming gratuito dal sito ufficiale; di fatto, attraversa le origini della celebre band, partendo dagli studi alla Kent State University che accomuna i quattro componenti (ad oggi, dopo alcuni cambi di formazione: Gerald V. Casale, Mark Mothersbaugh, Bob Mothersbaugh, Josh Freese) e snocciolando aneddotica, storie più o meno serie e quant’altro.

    Il senso del documentario è chiaro: dopo molti anni dalle prime uscite discografiche (la prima fu del 1978, per la Warner Bros., dal titolo nerdistico Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! il quale venne classificato frettolosamente come new wave) siamo arrivati ad un punto, nella storia dell’umanità, in cui la de-evoluzione è evidente (fake news, post verità, Trump, disastri ambientali e via dicendo) ed ha smesso di essere, di fatto, solo una mera narrazione da musicisti colti.

    I DEVO seppero costruire intrecci musicali mai sentiti prima – dando un senso al rock elettronico che fosse quasi “pop” nella forma, quanto profondissimo nella sostanza: per convincersene, basta leggere il testo di Beautiful World e la celebre inversione di significato contenuta nel testo (il mondo è bellissimo per te – ma non per me).

    Devolution: A Devo Theory (produzioni Escape Media) viene concluso nel 2020, agli albori della pandemia, per poi essere pubblicato l’anno dopo su varie piattaforme di streaming, a cominciare da quelle australiane. Il documentario è incentrato molto sulle interviste ai quattro protagonisti, esplorando così i DEVO delle origini, il contesto sociale in cui si mossero e la cupa filosofia che ne accompagna le esibizioni: l’uomo si sta de-evolvendo, diventando sempre più nichilista, avido e propenso all’autodistruzione della razza umana.

    La critica culturale e sociologica dei DEVO passa ovviamente per i loro studi universitari, per il sentirsi “fuori dal coro” già negli anni ’70 e per episodi politici ben precisi (viene citata e ricordata la repressione, da parte della Guardia Nazionale, contro gli studenti durante la sparatoria della Kent State).

    Come ricordato anche nell’articolo sul video di Jocko Homo, quella dei DEVO fu performance dadaista sia musicale che visuale,  sviluppata in modo intelligente ed arrivata, ad oggi, ad un punto di non ritorno. L’uomo è diventato un imbecille senza speranza, pronto al suicidio collettivo-graduale, ovvero la de-evolution “profetizzata” è reale. Ciò che all’epoca faceva ridere o sorridere in nome del dada, oggi è forse più inquietante di un film post-apocalittico.

    Il futuro è qui: e non è una bella cosa.

    Già più di 40 anni fa i DEVO si accorsero che c’era qualcosa di sbagliato nella storia umana; l’evoluzione sembrava aver terminato il proprio corso, consegnando alla storia una spirale di morte all’insegna della decadenza, dell’approssimazione e di assurde teorie o convinzioni che aleggiano in ognuno di noi. Il riferimento all’oggi è diretto quanto credibile, oltre che azzeccato nella sostanza, e si evince grandemente dalla struttura dei loro testi. Il tutto per quanto, a ben vedere, molti di essi giocassero di (poco ovvi, forse) giochi di parole: nella citata Freedom of choice, ad esempio, si afferma “essere libero di scegliere è ciò che hai, essere libero di non farlo è ciò che vuoi“.

    I fratelli Mark e Bob Mothersbaugh si unirono a Gerald Casale e Alan Myers, sulla falsariga delle delusioni derivanti dall’aver manifestato vanamente contro l’invasione USA in Cambogia. Vollero creare una musica nuova, che suonasse in modo diverso sia dal blues che dal progressive rock all’epoca dilagante.

    “Volevamo essere solo un gruppo art rock un po’ strambo, non volevamo certo avere ragione”

  • Scoprire nuovi film e serie TV in tempi di post-pandemia

    Scoprire nuovi film e serie TV in tempi di post-pandemia

    Internet, fin dalle sue origini, è sempre stata una fucina di conoscenza condivisa, anche se non sempre perfettamente verificata e a volte del tutto inesatta o scorretta. Questo è andato di pari passo con la diffusione di vari tipi di forum tematici su diversi argomenti, che vanno dalla pesca allo sport passando musica e cinema, naturalmente. Queste comunità virtuali sono sempre state fondamentali per almeno due motivi:

    • conoscere persone che hanno i nostri stessi interessi
    • condividere la conoscenza delle nostre passioni con altri appassionati come noi

    Grazie all’uso delle community di geek specializzati e nerd incalliti su internet, in effetti, si è realizzata – almeno in parte – la fame di conoscenza e di sapere che accomuna molti di noi. Ciò significa, in effetti, conoscere le cose in modo del tutto informale, nella maggioranza dei casi, facendo in modo (nella migliore delle ipotesi) che ciò potesse fungere da stimolo per ricercare informazioni sempre aggiornate su vari argomenti. C’è da rimarcare che – soprattutto al giorno d’oggi – questo ha comportato un problema di fondo come la diffusione spesso indiscriminata, e difficile da contrastare, di notizie parziali, inesatte e tendenziose, quando non di vere e proprie fake news spesso scritte ad arte.

    Ma quello che vorremmo rimarcare in questo articolo riguarda, alla fine, l’uso dei forum per la ricerca di argomenti appassionanti, che nulla hanno a che vedere con le tematiche più impegnative come la scienza e la medicina. Per cercare informazioni sulle nuove serie TV, fare domande ed ottenere risposte anche orientative, cosa c’è di meglio di un forum ben curato, alla fine?

    Dopo aver fatto queste necessarie premesse, è venuto il momento di presentare forum.tecnologiacasa.it, un forum che abbiamo scoperto da qualche tempo e che abbiamo molto apprezzato per gli spunti che offre. Dove possiamo trovare un determinato film in streaming? Quali sono le serie più interessanti offerte dalle piattaforme negli ultimi tempi?

    In tempi di post pandemia come quelli che stiamo vivendo, in effetti, il numero di prodotti che stanno uscendo è estremamente numeroso e denso, e non sarà facile per il pubblico orientarsi nella scelta di cosa guardare. Ci ritroviamo, infatti, persi tra le uscite dello scorso anno e quelle del 2021, che sostanzialmente raddoppiano – almeno, ad occhio – il numero di titoli che affollano le piattaforme a cui siamo abbonati. Un bel forum, soprattutto in ambito cinema, può essere l’ideale per trarre informazioni in forma discorsiva e poi, magari, indagare su quello che interessa per conto nostro.

    La forma del forum di tecnologiacasa.it è anche più ordinata della media, ed il sito è molto facile da consultare anche da mobile a differenza di altri “colleghi” del settore. All’interno potete trovare i suggerimenti degli informatissimi utenti del forum che vi daranno qualche idea sulla prossima serie da vedere su Netflix, ad esempio, oppure più in generale sulle novità filmiche che caratterizzano gli ultimi tempi.

    Per iscriversi nel forum basta registrarsi gratuitamente con il proprio indirizzo email, oppure sfruttando direttamente il login mediante il proprio account social come Facebook (questa modalità di accesso, lo ricordiamo, non condivide la nostra password del social con il sito in questione, bensì accede mediante un token interno criptato).

  • Operazione Luna: un mockumentary sfuggito di mano

    Operazione Luna: un mockumentary sfuggito di mano

    Si tratta di un falso documentario che narra dei fatti annessi all’Apollo 11 ed al suo allunaggio del 1969, sostenendo apparentemente una nota teoria del complotto: che il filmato venne realizzato da Kubrick in uno studio e che, di conseguenza, quelle immagini erano solo propaganda USA.

    Opération Lune – Kubrick e la luna venne trasmesso per la prima volta nel 2002, per poi dilagare nel web fino ad oggi. L’opera vinse un Award for Excellence in TV or Film ed uno come Best Film on Science (Go Figure Festival) a Montreal, due anni dopo la sua uscita.

    William Karel dirige questo mockumentary (Operazione Luna, distribuito anche col titolo Dark Side of the Moon) ergendo la semplicità narrativa, da documentario TV, a vero e proprio stile, e sfruttando qualche tipico “trucco del mestiere”.

    Ho pensato che fosse interessante mostrare l’importanza dell’immagine, o l’assenza della stessa, durante un evento. (William Karel)

    Struttura del film

    Per comprendere  la natura del film è bene partire dalla considerazione dei suoi principali aspetti portanti, come riportati dal sito ARTE.TV (reperibile su web archive) ed suddivisibili in 5 punti:

    1. Karel intervista la vedova di Kubrick (Christiane) ed il cognato del regista (Jan Harlan), fingendo di stare realizzando un documentario sul celebre regista e su 2001 Odissea nello spazio. Vengono poi coinvolti Vernon Walters, Buzz Aldrin, la moglie e varie persone che lavoravano alla NASA all’epoca, sempre con la scusa di realizzare un documentario in buona fede. Le domande poste dall’intervistatore sono intenzionalmente vaghe, in modo da poterle adattare a qualsiasi discorso (perorare la causa complottista, nello specifico).
    2. Varie frasi del presidente dell’epoca Richard Nixon (ma anche di Donald Rumsfeld, Henry Kissinger, Alexander Haig, Lawrence Eagleburger e del direttore della CIA Richard Helms) sono estratte dal documentario Les hommes de la Maison Blanche e vengono montate ad arte, in modo da stravolgere il senso delle loro parole e sembrare parte di un’opera originale.
    3. Per conferire ulteriore credibilità al falso documentario vengono introdotti dei testimoni che, come si vedrà alla fine, sono soltanto attori che stanno recitando un copione (alla fine del film vedremo i loro blooper).
    4. Tra i molti omaggi (quasi tutti nella seconda metà del film) che l’intero film è una bufala, molti “testimoni” farlocchi prendono il nome da personaggi di film di Kubrick e Hitchcock, tra cui l’astronauta David Bowman (2001: Odissea nello spazio), il produttore cinematografico Jack Torrance (il personaggio interpretato da Jack Nicholson in The Shining), la finta segretaria del presidente Eve Kendall (che è in realtà un personaggio di Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock).
    5. Ulteriori elementi che compaiono nella seconda metà sono “presi in prestito” da altri documentari citati nei titoli di coda. In questa parte del film vengono mostrati sottotitoli ingannevoli (quanto è scritto non corrisponde a ciò che viene detto dai testimoni). Ad esempio quando si parla degli autori del filmato fake perseguitati dalla CIA, ci viene detto che esisterebbe addirittura un video dell’esecuzione di uno di loro (quello che vediamo subito dopo non corrisponde alle aspettative: vediamo una persona sparare in direzione di un lago). Così come viene addotta come “prova” di un simulato suicidio un uomo che getta in acqua un qualche animale non identificato.

    Karel effettua un’operazione di collage visuale, in sostanza, straordinaria quanto infida: l’intento è quello di mostrare come un falso documentario possa, di fatto, risultare credibile anche se si tratta dichiaratamente di un mockumentary. L’effetto si potrebbe estendere a qualsiasi video o immagine che venga mostrato dai media, esaltando il potere della comunicazione manipolativa a qualsiasi livello, in particolare per quanto riguarda i mezzi di comunicazione informali (a patto che chi propone le immagini sia abbastanza furbo e che ci sia un “pubblico” di riferimento orientato sul mood I want to believe).

    Sfruttando i trucchi indicati, pertanto, Operazione Luna appare dotata di un peso specifico considerevole: non soltanto per l’operazione in sè, ma anche per l’effetto che ha causato sul mondo del complottismo. Il video è infatti stato interpretato come un vero documentario, molti lo hanno voluto credere tale ed il tutto ha finito per alimentare vecchie e nuove (oltre che sbufalate da tempo) teorie del complotto sul falso allunaggio.

    All’interno del film sono presenti vari spezzoni di documentari vari, ovvero:

    • Australie, route de Tanami di Hervé Rebillon e Arnaud Mansir
    • L’archipel des savants di Laurence Graffin and François Landesman
    • La vallée des rizières éternelles di Patrick Boitet
    • Païlin, le refuge des criminels di H. Dubois
    • Chine, union furtive di Fangzhi Wang
    • Laos, les montagnards de l’opium di Frédéric Pierrot.

    Come giustamente evidenziato da Paolo Attivissimo a riguardo (nel link appena citato), al netto dei meriti artistici il film rappresenta un ottimo esempio di come la cultura e la preparazione scientifica in altri campi non sono necessariamente sufficienti a rivelare manipolazioni ben fatte: servono persone esperte nello specifico settore delle missioni spaziali e dei trucchi cinematografici.

    Fa riflettere ancora oggi, senza dubbio: nel marasma informativo terroristico e contraddittorio annesso al Covid-19, ad esempio, assume un’importanza notevole: chiunque può farci credere qualsiasi cosa – se ha potuto farlo un misconosciuto regista francese, potrebbe farlo chiunque altro.

    Questo è ciò che ha fatto Karel: montare ad arte affermazioni vaghe, indurre attori in incognito a recitare un copione (cosa che viene svelata solo negli ultimi minuti del film) e miscelare le due cose come se fossero tutt’uno. Un’operazione talmente semplice, vista oggi, che fa impressione pensare a quanto possa essere stata utilizzata, soprattutto quando abbiamo visto l’ennesimo video clickbait su internet che ci convinceva dell’esistenza del Nuovo Ordine Mondiale o degli alieni che ingraviderebbero le nostre donne. Nell’era delle bufale architettate dalle agenzie di marketing e dei deepfake, peraltro, un mockumentary come questo diventa – se non profetico – quantomeno emblematico.

    Dopo la diffusione del mediometraggio sul web non solo si sono aggregati numerosi complottisti, ma si è anche sviluppata una teoria del complotto innestato, il cosiddetto cover-up: secondo questa visione, il filmato sarebbe stato presentato come fake solo per sviare l’attenzione (per cui direbbe la verità sui falsi allunaggi). Senza entrare nel merito di un debunking già consolidato da anni, vale la pena di osservare che l’operazione registica (sulla falsariga di certo raffinato trollaggio odierno) è stata davvero considerevole, se si pensa che è stata architettata ad arte e che ancora oggi il video viene ancora discusso e commentato.

    Una prova lampante, peraltro, che dalla mentalità complottista (una volta addentrati in quei meandri) è difficile uscire, e che su molti frangenti il debunking potrebbe rivelarsi inutile, o addirittura controproducente.

    Da un altro punto di vista, pertanto, si potrebbe ritenere Opération Lune (da non confondere con il quasi omonimo parodistico di Franco & Ciccio del 1965) una parodia troppo raffinata per finire in pasto al grande pubblico, letteralmente sfuggita di mano (come sostiene Wu Ming 1 nel suo recente La Q di Qomplotto), concepito per mettere alla prova la credulità degli spettatori. Che è alta, forse, troppo alta perchè ancora oggi possiamo ritenerci immuni da manipolazioni pericolose.

    La cosa incredibile di Opération Lune è esattamente questa: ci sono vari falsi storici inanellati uno dietro l’altro, molte frasi sono forzate e fuori contesto, molte immagini sono montate ad arte e sono illogiche. Nonostante questo, a qualcuno piace crederci lo stesso.

    Il film è reperibile su Youtube in versione integrale:

    e in versione manipolata ovvero tagliata sul finale (leggibile ovviamente in chiave complottistica).

    Immagine di copertina: This file is in the public domain in the United States because it was solely created by NASA.

  • Film gratis: guida allo streaming legale a costo zero

    Film gratis: guida allo streaming legale a costo zero

    Se stai cercando un filmstreaming  sei arrivato nel posto giusto, e puoi stare molto tranquillo: questa pagina è volutamente senza pubblicità fastidiose e malware che infettano il tuo PC. Ci interessa davvero farti trovare un po’ di film in streaming, per cui dai un occhio alla nostra lista e non te ne pentirai.

    Cerchi un po’ di film in streaming da vedere a casa sdraiato sul divano, in tutta comodità? Eccoli!

    Film gratis (con pubblicità) su Chili

    Chilli ha avuto un’idea geniale, secondo me: proporre buona parte del proprio catalogo in streaming gratuito con pubblicità inclusa. Un po’ come quando vediamo i film nella TV commerciale: a molti da’ fastidio essere interrotti (ad esempio a me ne dà parecchio), pero’ il catalogo merita una visione perchè c’è davvero di tutto, anche i nostri amatissimi film di genere, un sacco di titoli difficili da trovare altrove e via dicendo. Cliccate qui per vedere i film

    L’uso del sito richiede un login con un account Google oppure con Facebook.

    Open Culture

    La piattaforma di streaming OpenCulture offre circa 700 film in streaming gratuito, quasi tutti in lingua originale. Li potete trovare qui.

    Archivio Prelinger

    L’archivio Prelinger riguarda una collezione di film relativi al patrimonio culturale USA, la sua storia e la sua evoluzione: li potete trovare su Archive.org. Fate attenzione perchè, in generale, non tutti i contenuti di Archive sono free, ma potrebbero esistere licenze intermedie di vario genere.

    Film noir

    Esiste una sezione apposita in archive.org.

    Film horror e fantascienza

    Esiste una sezione apposita, anche qui, in archive.org.

    Cortometraggi

    Esiste una sezione apposita, anche qui, in archive.org.

    Film muti

    Li trovate su archive.org.

    Film commedia

    Ad esempio potete trovare i film di Charlie Chaplin, sempre su archive.org.

    Rai.TV

    La piattaforma di streaming ufficiale della RAI offre un’ampia selezione di film in italiano visionabili gratuitamente, potete trovarli qui. Una vera miniera soprattutto per i film classici e quelli un po’ più d’autore, in molti casi, con una vastissima selezione che include anche titoli teatrali.

    Per i cinefili cultori dei film proposti da Enrico Ghezzi, c’è pure la sezione dedicata a Fuori Orario.

    L’uso del sito richiede, anche in questo caso, un login con un account Google oppure con Facebook.

    Altri film horror e fantascienza di pubblico dominio (in inglese)

    Qui trovate, tra gli altri, film come Carnival of souls, Il fantasma dell’opera e Nosferatu.

    VVVVID

    VVVVID è un canale TV che funziona come aggregatore di contenuti gratuiti, all’interno del quale, sia da desktop che da iOS e Android, è possibile visionare moltissimi film senza dover pagare nulla.

    Tarkovskij

    Proseguiamo dai film del regista sovietico Andrej Arsen’evič Tarkovskij, che sono stati recentemente messi online dalla casa di produzione in HD, con sottotitoli in italiano. Qui trovate i titoli principali che sono direttamente disponibili da Youtube.

    Film & Click

    Questo canale di Youtube offre legalmente moltissimi film in lingua inglese, di ogni genere, ma trovate anche molti titoli in italiano di drammatici e western.

    Altre risorse da consultare

    Di seguito ho raccolti siti web con torrent e streaming gratuiti.

    Fermo restando che per me andare al cinema, oggi, rimane un’esperienza mistica che nessun Netflix potrà mai pareggiare, e considerando che in linea di massima non tutti hanno soldi da spendere per vedere film online, direi che una bella rassegna del miglior cinema disponibile in streaming gratuito non sia affatto male: sia perchè comunque in questo blog parliamo spesso di film, sia perchè immagino che la cosa possa essere gradita a molti – anche perchè non ho trovato liste esaustive in questo ambito, e credo sia doveroso invece omaggiare l’arte del cinema anche in questo modo.

    In genere le leggi sul copyright variano da stato a stato: ad esempio si mantiene il copyright per 70 anni dalla morte dell’autore (in alcuni stati per 50 anni), e questo già di suo tende a cozzare con la natura del web: finchè esisterà la neutralità della rete, quantomeno, sarà sempre possibile accedere gratuitamente a contenuti che sarebbero a pagamento, o viceversa, per cui informatevi bene se ad esempio avete bisogno di film da proiettare durante festival, rassegne e simili.