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  • Voglio un’auto come quelle di Fast and Furious

    Voglio un’auto come quelle di Fast and Furious

    Chi di noi, guardando uno dei tanti episodi di Fast and Furious, non ha desiderato avere una delle tante bellissime auto con i cui i protagonisti e gli antagonisti sfrecciavano in ogni parte del mondo.

    Auto dai colori fiammanti, motori potenti e belle donne, a questi aggiungiamo un cast di attori capaci di trasmettere l’adrenalina fino al divano di casa nostra ed il gioco è fatto. Subito ci prende la voglia, se non di possedere, almeno di guidare una di quelle magnifiche autovetture.

    Se consideriamo che per i primi sei film della saga, sono stati spesi oltre 2,5 milioni di euro in automobili, questo co fa capire quanto possa essere proibitivo portarsi a casa uno dei bolidi guidati da Dominic Toretto e Brian O’Conner, ma se ci accontentiamo dei cavalli della nostra auto, e mettiamo da parte l’idea d’installare un paio di bombole di NOS, possiamo comunque replicare, almeno esteticamente nei colori, una delle bellissime auto ammirate in Fast and Furious. Come? Facile, con il car wrapping.

    Cos’è il car wrapping? Quanto costa?

    Avete mai pensato a quanto potrebbe essere bello rivoluzionare, parzialmente o totalmente, il look della propria vettura o moto ogni volta che si vuole?

    Cambiare il colore della propria carrozzeria, così come si cambia abito, senza andare dal carrozziere e attendere i lunghi tempi di verniciatura da oggi è possibile grazie al car wrapping.

    Di cosa si tratta? Si tratta di una nuova tecnica decorativa che consiste nel rivestire una superficie con una particolare pellicola adesiva (film) con la quale si può rivestire totalmente o parzialmente la scocca del proprio mezzo.
    Vediamo in questa guida come funziona e quanto costa il car wrapping.

    Car wrapping: una seconda “pelle” che rende unico il tuo veicolo

    Colori, disegni ed effetti grafici diversi rispetto alle classiche vernici: questo è uno dei motivi del successo della car wrapping: questa pellicola adesiva in grado di rendere unica e originale ogni vettura.

    Effetti difficili da ottenere con la classica verniciatura, se non addirittura impossibile, basta pensare alla tonalità carbonio o alla particolarissima pellicola in simil pelle o effetto pitone o stampa coccodrillo.

    Ebbene, nonostante l’importantissima funzione estetica, la tecnica decorativa del car wrapping protegge l’auto e la moto anche da antipatici inestetismi come graffi o macchie provocate da lunghi periodi di esposizione del veicolo ad agenti atmosferici e causate dal calcare o, peggio ancora, dalla resina degli alberi.

    Chi vuole utilizzare il car wrapping solo a fini protettivi può optare per quelle trasparenti e particolarmente resistenti.

    Una volta rimossa la pellicola dalla scocca della propria auto o moto, il veicolo tornerà al suo aspetto originario senza lasciare alcuna traccia o danneggiare in alcun modo la carrozzeria.

    Car wrapping: come si applica?

    Chiunque abbia intenzione di rendere unico e creativo l’aspetto del proprio mezzo, applicando questa particolare pellicola decorativa, deve naturalmente rinunciare all’idea del fai da te e affidarsi ad una carrozzeria specializzata con personale qualificato.

    Per un risultato ottimale e privo di sbavature è necessario che la carrozzeria si trovi in perfette condizioni e, quindi, assolutamente esente da ammaccature.

    Se si è proceduto ad una recente verniciatura, è consigliabile attendere almeno sei mesi prima di applicare la pellicola, al fine di evitare intoppi nella futura fase di rimozione.

    Infine, per evitare il deterioramento della tecnica decorativa del car wrapping, è preferibile lavare manualmente il veicolo e astenersi dall’utilizzo di alte temperature o di rulli, che potrebbero graffiarla.

    Va ricordato che anche la lunga ed eccessiva esposizione al sole può danneggiare questo particolare rivestimento.

    Car wrapping: costi

    Una volta spiegato cos’è la car wrapping, come si applica e gli accorgimenti necessari per evitare di danneggiarla, passiamo al lato economico. Quanto costa? Per ricoprire il tettuccio di un’utilitaria il costo può arrivare fino a 300 euro, mentre un rivestimento totale potrebbe arrivare anche a toccare la soglia dei 3 mila euro.

  • Movies on the rocks: 5 film legati al mondo del whisky

    Movies on the rocks: 5 film legati al mondo del whisky

    Qualsiasi cinefilo dovrebbe già sapere del rapporto privilegiato con cui J&B e alcolici di ogni marca hanno convissuto per molti degli anni ’70: tanti film venivano finanziati, almeno in parte, grazie a queste sponsorizzazioni più o meno occulte, mediante inquadrature buttate lì o apparentemente casuali con tanto di product placing bene in vista. Ma un alcolico in particolare, in effetti, è onnipresente nella cinematografia mondiale: un distillato prodotto generalmente in Scozia e Canada, con molte varianti presenti in altri paesi tra cui Giappone, Irlanda e Stati Uniti.

    Per inquadrare meglio questo rapporto particolare, partiamo da uno dei nostri rapporti extra-coniugali preferiti.

    American Pie

    La mamma di Stiffler è la MILF per eccellenza, ed in pochi ricordano che, in una scena particolare di american Pie, prova a sedurre il giovane protagonista: si avvicina al tavolo da biliardo, resta sorpreso dalla presenza della donna, nel frattempo l’atmosfera sta diventando decisamente hot.

    Qualsiasi adolescente imbranato anni 90, se non ha vissuto questa situazione almeno una volta nella vita (le mamme degli amici, a volte…), ha sicuramente visto e rivisto questa scena leggendaria, mentre la mamma di Stifler sorseggia un ottimo scotch, di quelli invecchiati 18 anni. Quasi quanto la differenza di età tra il seducibile adolescente e Jennifer Coolidge…

    Lost in translation

    Pluri-premiata pellicola di qualche anno fa, è uno dei film più famosi di Sofia Coppola. Il personaggio principale è un malinconico ed intenso Bill Murray, dotato di classe ed eleganza ed ingaggiato per uno spot pubblicitario. In particolare si tratta del whisky giapponese Suntory, lavoro per cui verrà pagato circa 2 milioni di dollari.

    Dal tramonto all’alba (la nostra recensione)

    Per molti è uno dei Tarantino/Rodriguez più divertiti e divertenti per il pubblico, dato che è diviso in due parti ben distinte che sono, di fatto, di due generi differenti (poliziesco-noir e horror puro). Un mix che potrebbe evocare quello dei più strani cocktail che avete assaggiato durante i bagordi notturni, e fin dalla prima indimenticabile sequenza: campo lungo su un deserto sconfinato, uno sceriffo che compra degli alcolici poco prima di una rapina in atto – con una tensione che, nel frattempo, è diventata palpabile.

    Che sia il caso di bere qualcosa per tenersi su, del resto, sembra una vera e propria necessità, considerando ciò che sta per succedere al Titty Twister.

     

    Shining

    Che si tratti di un Kentucky Bourbon, di un ottimo whisky irlandese, di un Blended Malt Scotch o di un Glenfiddich Scotch whisky, il rapporto tra whisky e cinema è sempre stato forte: il personaggio di Jack Torrance in Shining usava sorseggiare spesso proprio un bourbon senza ghiaccio (almeno stando alla ricostruzione onirica e sinistra in cui assistiamo nello Shining di Kubrick), servito dall’irreprensibile Lloyd.

    La scena del bar, del resto, è forse una delle più incisive e sinistre mai registrate in un classico dell’horror diventato, col tempo, un vero e proprio oggetto di culto per kubrickiani e non.

     

    INGLORIOUS BASTERDS

    Il film di Tarantino vede, ancora una volta, un richiamo ancora più esplicito al mondo del whisky: una volta che la copertura del tenente Archie è stata fatta definitivamente saltare, l’uomo si accende una sigaretta e dice con grande calma (come Giucas Casella, canterebbe Elio)

    c’è un girone speciale all’inferno riservato alle persone che sprecano il buon scotch

    Successivamente, lancia il bicchiere con una mano e preme il grilletto con l’altra. Per saperne di più, leggete la nostra recensione.

  • Tv prima di andare a dormire: è una buona idea?

    Tv prima di andare a dormire: è una buona idea?

    Quante sono le persone che guardano la TV prima di dormire? Davvero moltissime. Ma siamo davvero sicuri che sia una buona abitudine? Da sempre è ben noto di come il riposo sia la chiave per una buona salute. Con il sonno, infatti, il corpo recupera le energie spese durante la giornata, rilassa i suoi muscoli e tessuti, elabora le informazioni ricevute durante la giornata ed ogni singola parte del corpo si migliora. Da questi dati puoi ben capire di come sia fondamentale avere un sonno di quantità e di qualità allo stesso tempo. Dormire dalle 6 alle 8 ore per notte, scegliere un materasso di alta qualità, evitare cibi troppo pesanti la sera ed impostare una perfetta routine serale sono le regole principali per un’educazione al sonno eccellente. E la televisione? Come possiamo inserirla in tutto questo? Scopriamolo insieme.

    TV prima di dormire: tutta la verità

    La televisione è un vero passatempo per le persone di tutto il mondo. Film, serie tv, documentari, programmi vari, cartoni animati. È praticamente impossibile non trovare qualcosa da guardare per divertirsi, passare il tempo e magari imparare anche qualcosa. La vita frenetica di tutti i giorni, purtroppo, ci porta ad avere il tempo per farlo solo nella parte serale della giornata. E se questa non fosse una buona idea. È noto di come gli apparecchi tecnologici e luminosi dovrebbero essere banditi nell’ora precedente della messa a letto. E quindi che fare? Eliminare per sempre la televisione? Ovviamente no. Ecco per te qualche informazione utile e qualche consiglio.

    TV prima di dormire: come gestirla

    Partiamo dal presupposto che la televisione dovrebbe essere bandita prima di andare a letto per un fattore che già abbiamo in parte citato: troppe immagini e luci che vanno a stimolare il nostro cervello che non si preparerà, così, nel modo adeguato per la messa a letto. Purtroppo, però, spesso è proprio la sera il momento in cui ci si può finalmente fermare e dedicare un po’ di tempo al relax ed al liberare la mente. E la televisione è la prima cosa che si cerca in questi casi. La TV la sera non è da eliminare totalmente, ma si dovrebbe prendere l’abitudine di spegnerla almeno 40-45 minuti prima dell’andare a letto. Una buona regola, quindi, è quella di creare una routine serale cucita proprio sulle tue passioni ed esigenze. Dovrai, poi, cominciare questo rituale serale dopo aver spento la tv così da arrivare al momento di coricarti davvero pronto per cadere tra le braccia di Morfeo.

    Tv prima di dormire: la routine serale

    Nel precedente paragrafo ti abbiamo parlato di routine serale. Cosa s’intende con questa espressione? In pratica devi creare i tuoi gesti perfetti per rilassarti ed essere pronto per andare a letto. Un bel bagno caldo, una tisana, la lettura di qualche pagina di un libro, lo sfogliare una rivista, una canzone tranquilla e magari qualche coccola con i tuoi cari. Piccoli gesti in cui la tecnologia non è presente. Crea la tua routine e fai in modo di farla iniziare sempre nel momento in cui spegni la televisione. Non è facile, lo sappiamo molto bene. Soprattutto quando si è abituati a sedersi sul divano ed a fare zapping qua e là tra i canali, ma vedrai che la qualità del tuo sonno migliorerà nettamente e ti sveglierai molto più energico e con tanta voglia di fare e vivere la giornata al mille per mille.
  • Percorrere il pensiero magico

    Percorrere il pensiero magico

    La definizione precisa del pensiero magico può variare leggermente se utilizzata da teorici diversi o tra diversi campi di studio. In antropologia viene attribuito ad un qualcosa annesso al rituale religioso, alla preghiera, al sacrificio o all’osservanza di un tabù, in vista di un potenziale beneficio o ricompensa. Ricerche successive indicano che il pensiero magico è comune anche nelle società moderne, e che sia sbagliato (oltre che razzista, in alcuni casi) attribuirlo solo a popolazioni meno evolute o disagiate. In psicologia sociale, il pensiero magico rappresenta la convinzione che i propri pensieri possono produrre effetti nel mondo, o che pensare qualcosa corrisponda a farlo. Queste convinzioni possono indurre una persona a provare una paura irrazionale di compiere determinati atti o avere determinati pensieri a causa di una presunta correlazione tra il farlo e la minaccia di calamità.

    L’antropologo Edward Burnett Tylor ha coniato il termine “pensiero associativo come un modo di pensare sostanzialmente pre-logico, in cui si opera una confusione tra una connessione autentica ed una solo immaginata. Nel contesto in questione, si crede ad un mago il quale sostiene che alcuni oggetti connessi tematicamente e/o simili possano influenzarsi a vicenda, solo in virtù della loro somiglianza. Il collegga Evans-Pritchard racconta dei membri della tribù Azande che, nei suoi resoconti, sono convinti che strofinare i denti di coccodrillo sulle piante di banano possa provocare un raccolto fruttuoso: questo sembra avvenire perchè i denti di coccodrillo sono curvi esattamente come il celebre frutto, per cui la tribù crede ad una forma di pensiero magico e nella capacità di rigenerazione del mezzo, per cui lo sfregamento favorirebbe l’evento.

    Il pensiero magico viene a volte (quasi sempre?) banalizzato come mera superstizione e, per quanto tale visione non sia totalmente avulsa dalla realtà delle cose, più in generale possiamo pensarlo come annesso alla convinzione che gli eventi non correlati siano collegati causalmente. Se le cose vanno male ho il malocchio, ad esempio, ma non solo: l’idea che i pensieri personali possono influenzare la realtà esterna (pensare sempre alla pandemia, ad esempio, farà passare la pandemia), oppure quella che gli oggetti siano collegati causalmente se hanno forme simili oppure, ancora, che due persone rimangano in contatto psichico dopo essersi lasciate, anche se vivono in luoghi distanti (per i razionalisti puri, potremmo essere al limite dello stalking).

    Secondo gli scritti di Bronisław Malinowski un ulteriore tipologia di pensiero magico prevedere che suoni e parole possano influenzare il mondo: un leitmotiv tipico di molti horror, in cui (estremizzando) “parli del diavolo e ti troverà”. Più in generale, diventa pensiero magico prendere un simbolo o una analogia come referente per rappresentare un’entità non nominabile o tabù. Sigmund Freud del resto era convinto che il pensiero magico fosse prodotto da fattori di sviluppo cognitivo, in cui i “maghi” proiettavano – semplificando un po’ – la propria visione bambinesca nel mondo.

    Come con tutte le forme di pensiero magico, le nozioni di causalità basate sull’associazione e sulle somiglianze non sono per forza dettate da pratiche propriamente magiche (nel senso di “legate ad un mago”). Ad esempio, la dottrina delle segnature sosteneva che le somiglianze tra parti vegetali e parti del corpo indicavano la loro efficacia nel trattamento delle malattie di quelle parti del corpo, e per quanto oggi sappiamo che fosse un caso di euristica di rappresentatività per molti anni, nel Medioevo, nessuno ebbe nulla da ridire in merito (altro caso di pensiero magico ricorrente e comune, questa euristica o scorciatoia mentale: vediamo due persone assieme, e pensiamo automaticamente che siano una coppia).

    Alcune teorie del complotto afferiscono più o meno vagamente al pensiero magico, e tendono a confermare una visione non scientifica che, per supremo paradosso, risulta altrettanto credibile (con buona pace dei seguaci di Popper). Il pensiero magico viene creduto e tanto basta, del resto come avviene – secondo Suspiria – per la magia vera e propria: la magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti, è creduta. Per non parlare della ritualistica annessa al calcio, per cui qualsiasi tifoso (o quasi) ha sempre fatto scongiuri e rituali scaramentici pre partita, per poi dimenticarsene se la squadra del cuore perde, e glorificando la vittoria “magica” in caso contrario. Chiunque usi un social network, che lo faccia tra troll impenitente o moralista irreprensibile, ha ritenuto almeno una volta nella vita che pensare qualcosa equivalga a farla.

    Viene anche da chiedersi come il pensiero magico sia sopravvissuto alla tecnologia ed alle innovazioni: le motivazioni sono varie,e  difficilmente si trova un accordo sostanziale sul tema.  Da un punto di vista psicologico, infatti, varie scuole di pensiero insistono sul fatto che il pensiero magico sia terapeutico, ovvero che le persone si rivolgano a “credenze magiche” qualora esiste un senso di enorme incertezza e potenziale pericolo, e non sia possibile accedere a risposte logiche, sistematiche o scientifiche. Il pensiero magico assolve ad un tentativo di controllo delle circostanze, e può diventare drammatico da gestire e accettare soprattutto per i razionalisti di ferro.

    Fu Jean Piaget (psicologo dello sviluppo) tra i primi a discutere di pensiero magico, e secondo i suoi scritti lo stesso sarebbe prevalente nei bambini di età compresa tra i 2 ed i 7 anni (cosiddetta fase pre-operatoria): età tipica in cui gli stessi tenderebbero a credere che i pensieri personali influenzino la realtà (nei giochi d’infanzia la cosa dovrebbe essere evidente, e basta ripensarci un po’ per capacitarsene). In questa fase avviene un passaggio fondamentale: mancando il raziocinio più tipico dell’età adulta, concetti come la morte appaiono non comprensibili, e un bambino potrebbe convincersi che se il suo cano è “andato” un giorno potrebbe tornare (film horror come Pet cemetary sono particolarmente emblematici in tal senso). Ci pensa il pensiero magico, in questi anni, a colmare un divario incolmabile, e il passaggio alla fase successiva costringe il bambino a capacitarsi della realtà e a crescere.

    Alcuni studiosi ritengono che la magia sia efficace soprattutto (se non soltanto) psicologicamente. Citano l’effetto placebo e la malattia psicosomatica come ottimi esempi di come le nostre funzioni mentali esercitano potere sui nostri corpi. Allo stesso modo, l’antropologo Robin Horton si è spinto a sostenere che impegnarsi in pratiche magiche possa in alcuni casi alleviare l’ansia, il che potrebbe avere un effetto positivo. In assenza di un’assistenza sanitaria adeguata, tali effetti svolgerebbero un ruolo importante anche se non essenziale, contribuendo così a spiegare la persistenza e la popolarità di queste pratiche. In ambito psichiatrico, tuttavia – senza voler azzardare diagnosi spicciole, fin troppo alla moda negli ultimi anni – il pensiero magico è un disordine mentale vero e proprio, che denota la falsa convinzione che i propri pensieri, azioni o parole causeranno o impediranno una conseguenza specifica, in barba alla causalità classica.

    Da un punto di vista generale, vari ricercatori hanno identificato due possibili principi come cause formali dell’attribuzione di false relazioni causali nel pensiero magco:

    • la contiguità temporale di due eventi, per cui se due cose avvengono in tempi brevi la precedente abbia causato la successiva;
    • il cosiddetto pensiero associativo, l’associazione di entità in base alla loro somiglianza o le classiche “associazioni di idee”. Quello del pensiero associativ era un tema caro a tanti studiosi dell’era vittoriana, che tendevano ad associarlo all’irrazionalità, probabilmente generalizzando.

    Nonostante l’opinione che la magia sia meno che razionale e comporti un concetto inferiore di causalità, dobbiamo a Claude Lévi-Strauss la possibilità che non esista alcuna distinzione netta tra pensiero “primitivo” e “civilizzato”, cosa provata dal dilagare nel pensiero magico, a nostro avviso, a partire dai primi anni di pandemia.

  • I migliori film per famiglie in assoluto

    I migliori film per famiglie in assoluto

    Un bel divano, una bella coperta, i tuoi cari vicino a te ed un bel film per famiglie da guardare sgranocchiando un po’ di pop corn. Cosa desiderare di più? Questa che ti abbiamo appena descritto è una serata davvero perfetta che, soprattutto in inverno, rispecchia assolutamente la migliore scelta che si possa fare. I film per famiglie sono quei film che non hanno limiti di età ed in cui la storia ed i personaggi sono perfetti per incantare tutti, dai più piccoli ai più grandi. Abbiamo selezionato per te alcuni dei migliori film da guardare in famiglia così che tu possa avere un’idea di cosa scegliere per passare una serata indimenticabile tra le mura della tua casa. Prepara sul divano una bella coperta calda, una ciotola piena di pop corn ed accendi la tua televisione full HD o 4K per cominciare a goderti uno dei migliori film.

    Film per famiglie: quelli che non puoi proprio perdere

    A volte è davvero difficile mettere d’accordo tante persone con gusti ed età diverse. Tuttavia, il cinema ha anche questa capacità. Ci sono dei film, infatti, che hanno delle caratteristiche universali che vanno bene per qualsiasi età e che ti possono garantire una bella serata in famiglia in cui si può restare tutti accoccolati ed allo stesso tempo divertirsi un po’. Dal grandi classici Disney, ai film veri e propri. Nel mondo del cinema è praticamente impossibile non trovare qualcosa che piaccia a tutti. Se non si ha una grande conoscenza, però, può non essere così facile scegliere un titolo. Ecco per te una lista perfetta per far si che ogni pomeriggio o serata in famiglia si trasformi in qualcosa di speciale.

    Film per famiglie: i migliori cartoni animati

    Cominciamo con una selezione dei migliori cartoni animati in assoluto che, ti anticipiamo già, sono praticamente tutti firmati Disney. Oltre ai grande classici come Il Re Leone, Aladin o La Sirenetta, ci sono altri film più recenti che possono davvero incantare sia i tuoi bambini che te in primis.
    • UP. Una storia davvero molto bella in cui al centro di tutto vi è un anziano vedovo che decide di realizzare il sogno che aveva con l’amata moglie, ovvero viaggiare ed andare fino ad un luogo che lei amava moltissimo. Nel suo viaggio incontrerà non poche avventure.
    • Inside Out. Uscito nel 2016 ha riscosso un grande successo. Davvero molto divertente ed allo stesso tempo educativo in quanto parla di emozioni e fa capire ai bimbi di come tutte siano estremamente importanti.
    • Big Hero 6. Una storia avvincente e divertente con un grande messaggio dietro a sè. L’inizio della storia comincia con la perdita del fratello del protagonista. Il tutto cambia, però, una volta trovato un robot progettato proprio dal fratello defunto. Un modo per far capire ai bambini di come sia importante reagire nella vita.

    Film per famiglie: le migliori pellicole

    Passiamo ora ai film in cui i personaggi sono in carne ed ossa. I bambini sono molto attratti dai cartoni animali, ma bisogna dire che anche un film ben impostato può davvero incollarli allo schermo e far loro imparare moltissimo.
    • Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato. Un film davvero divertente e con un grande messaggio dietro a sé. Perfetto sia nella prima versione che nella versione più moderna con Jonny Deep. In pratica il ricchissimo proprietario di una fabbrica di cioccolato decide di voler trovare un erede e mette dei biglietti d’oro in alcune tavolette di cioccolato in vendita. Chi le troverà potrà andare nella fabbrica a fare una visita. Durante la visita saranno tante le prove da affrontare e chi ne uscirà vincitore sarà l’erede di tutto l’impero del cioccolato.
    • Jurassik Park. Sicuramente voi genitori lo avrete anche già visto, ma questo è uno di quei film che non ci si stanca mai di vedere e rivedere ed i tuoi figli ne rimarranno incantati.
    • Wonder. Altro film davvero meraviglioso e tra l’altro anche molto recente. Un bimbo nato con una malformazione al viso deve scontrarsi con la poca comprensione dei giovani. Fortunatamente troverà il sostegno di un vero amico e della sua famiglia.