FARE COSE_ (31 articoli)

Ma naturalmente do not try this at home. :-)

  • Cinema e moda: storia di un rapporto che non muore mai

    Cinema e moda: storia di un rapporto che non muore mai

    Il cinema e la moda sono due forme d’arte in perenne comunicazione tra loro, in grado di influenzarsi a vicenda sin dall’alba dei tempi, arricchendosi l’un l’altro. Se da un lato il mondo del cinema rende le sue star immortali, dall’altro è la moda a fungere da supporto imprescindibile, poiché mette a disposizione le sue migliori risorse per vestire in modo memorabile gli attori e le attrici. Infatti, guardando al passato, è dagli inizi del ‘900 che il cinema si serve genuinamente dei costumi per rendere più sfaccettata la narrazione, e allo stesso tempo ha dettato stili diversi grazie agli eclettici costumisti.

    Il cinema ha sempre avuto un impatto forte sulla moda (basti pensare a tutti i capi di abbigliamento o i cappelli con la stampa personalizzata che richiama a serie TV o film famosi che si vedono in giro) ma è giusto affermare che anche il mondo della moda ha dato un contributo importante alla settima arte, dando personalità e classe a personaggi che sono rimasti impressi nella memoria anche per il loro look. Cinema e moda, dunque, hanno imbastito un rapporto duraturo, di quelli che non può proprio sfaldarsi con il passare del tempo. Il destino di questi due mondi sembra ormai essere indissolubilmente legato, e risulta essere così da sempre. A tal proposito: si esplora in questo approfondimento il rapporto tra cinema e moda.

    Il cinema si fa portavoce della moda e dei suoi stili

    Ci sono stati tantissimi stilisti che hanno ricoperto il cruciale ruolo di consulenti di immagine, affiancando gli attori e i registi più rinomati di Hollywood, e al contempo la moda ha riflettuto queste tendenze sulle passerelle. Alcuni esempi pratici lo sono gli abiti di Audrey Hepburn, il noto look informale composto da jeans e maglietta di James Dean, il pigiama indossato da Clark Gable nel film Accadde una notte. Ma anche un accessorio come gli occhiali da sole può diventare una moda; vedasi il modello Ray-Ban di Tom Cruise nel primo capitolo di Top Gun.

    Gli stilisti che hanno partecipato alla realizzazione di molteplici lungometraggi nel corso della storia del cinema, come ad esempio Givenchy, i cui vestiti sono stati indossati dalla Hepburn, oppure ancora Giorgio Armani, che ha selezionato degli abiti ad hoc per Richard Gere in virtù del film American Gigolò. La lista è infinita, e comprende altri nomi illustri come Gaultier, Gucci e Prada, e lo star system hollywoodiano ha permesso agli attori e alle attrici di fungere da modelli da imitare, in grado di far sognare il pubblico e indirizzare le persone sugli abiti e gli accessori da acquistare per sé.

    La moda nel cinema: le influenze

    Come anticipato, moda e cinema sono due forme d’arte che si sono influenzate a vicenda, e continuano tuttora a farlo. Il cinema si è arricchito culturalmente grazie al talento dei più grandi stilisti del mondo, ma ha ricambiato poi trasponendo sul grande schermo storie interne al mondo della moda. Cronologicamente parlando, l’antesignano è stato il lungometraggio conosciuto in Italia come Cenerentola a Parigi (Funny Face), ma il filone è stato proseguito degnamente con il film di culto intitolato Il Diavolo veste Prada, il quale si è affermato come campione d’incassi. Non sono mancati nel tempo dei solidi esempi di prodotti a metà tra la finzione e il taglio documentaristico, come per esempio il recente House of Gucci, oppure i film su Coco Chanel e Valentino.

    I film indirizzano il pubblico verso la moda

    Non mancano validi esempi circa i film in grado di indirizzare il pubblico verso la moda. Ad esempio, ci sono vestiti come quelli citati che sono stati emulati da altri brand e acquistati a minor prezzo dalle persone comuni. Persino un accessorio come il cappello da cowboy è diventata una moda, ovvero una manifestazione della propria personalità; e come si fa a non menzionare il celebre berretto da baseball assorbito dalla cultura hip hop degli anni ‘80. Insomma, i casi di film i cui protagonisti sono abbigliati in modo unico, hanno influenzato la moda conquistando il gusto dei singoli individui. Foto di MARIOLA GROBELSKA su Unsplash

  • Cosa significherebbe vivere nella Matrice (matrix)

    Cosa significherebbe vivere nella Matrice (matrix)

    La parola “matrix” in italiano si traduce come “matrice”.

    Il termine ha vari significati a seconda del contesto:

    1. Matematica e Informatica: Una matrice è una tabella di numeri disposti in righe e colonne, utilizzata per rappresentare dati o per eseguire calcoli complessi.
    2. Biologia: La matrice può riferirsi a una sostanza intercellulare, come la matrice extracellulare, che fornisce supporto strutturale alle cellule.
    3. Cinematografia e Cultura Popolare: Il termine “matrice” è diventato famoso grazie al film “The Matrix” (in italiano “Matrix”), in cui si riferisce a una realtà simulata creata da macchine per controllare la mente umana. In questo contesto, “vivere nella matrice” significa vivere in un mondo illusorio, creato artificialmente, senza rendersi conto della vera realtà.

    Vivere nella matrice può quindi essere interpretato come vivere in una condizione di illusione, dove le percezioni di una persona sono manipolate o controllate, e dove la vera natura del mondo rimane nascosta. Questa espressione è spesso usata in senso figurato per descrivere una situazione in cui qualcuno è inconsapevole della verità o è intrappolato in un sistema ingannevole. Uscire dalla “matrice” implica un viaggio di auto-scoperta e consapevolezza, dove la verità e la libertà personale diventano l’obiettivo principale. Questo percorso può essere difficile, ma anche estremamente liberatorio.

    Uscire dalla condizione di “vivere nella matrice”, intesa come una situazione di inganno o illusione, richiede una serie di passaggi che coinvolgono la consapevolezza, il pensiero critico e l’azione. Ecco alcune idee su come farlo:

    1. Acquisire Consapevolezza:
      • Il primo passo è riconoscere che potresti essere in una “matrice”, ovvero in una situazione in cui la tua percezione della realtà è distorta o controllata. Questo richiede un’apertura mentale e la volontà di mettere in discussione ciò che hai sempre dato per scontato.
    2. Sviluppare il Pensiero Critico:
      • Imparare a pensare in modo critico significa analizzare informazioni, valutare fonti e considerare diverse prospettive prima di accettare qualcosa come vero. Questo ti aiuta a distinguere tra realtà e inganno.
    3. Ricerca della Verità:
      • Esplora diverse fonti di informazione, leggi, studia e cerca di comprendere il mondo da vari punti di vista. La conoscenza è uno strumento potente per smascherare le illusioni.
    4. Mettere in Discussione le Autorità e i Sistemi:
      • Non accettare passivamente ciò che viene detto da chi è al potere, che si tratti di governi, media, o altre istituzioni. Metti in discussione le loro motivazioni e cerca di capire cosa potrebbe esserci dietro le loro affermazioni.
    5. Connettersi con Altri:
      • Parlare con persone che hanno esperienze o punti di vista diversi può aiutarti a vedere le cose sotto una luce nuova. Le comunità e i gruppi di discussione possono offrire supporto e nuove idee.
    6. Esplorare la Spiritualità e la Filosofia:
      • Alcuni trovano utile esplorare questioni esistenziali attraverso la filosofia o la spiritualità. Questi ambiti possono offrire prospettive sul significato della realtà e della vita al di là di ciò che è immediatamente percepibile.
    7. Agire in Coerenza con la Nuova Consapevolezza:
      • Una volta acquisita una nuova comprensione, è importante agire in modo coerente con essa. Questo potrebbe significare cambiare abitudini, prendere decisioni informate o addirittura modificare la tua vita in modo significativo.
    8. Essere Pronti ad Affrontare le Conseguenze:
      • Uscire dalla “matrice” può comportare sfide e sacrifici, poiché significa abbandonare vecchie convinzioni e forse anche affrontare l’opposizione di chi preferisce restare nell’illusione.

    La psicoterapia, ad esempio, può essere uno strumento molto efficace per uscire dalla condizione di “vivere nella matrice,” soprattutto se la intendiamo come una condizione in cui una persona si sente intrappolata in schemi mentali negativi, credenze distorte o una percezione della realtà che non riflette la verità.

  • Videocassette Disney: quanto valgono oggi se messe in vendita?

    Videocassette Disney: quanto valgono oggi se messe in vendita?

    Ci sono degli oggetti che col tempo assumono un valore inestimabile, e i fortunati che hanno avuto il buon senso di conservare con cura quanto acquistato all’epoca, oggi possono finalmente raccogliere i frutti di una buona azione. Il fascino del vintage è sempre attuale, ragion per cui sui principali portali online, le persone hanno l’abitudine di mettere in vendita alcuni loro beni materiali in cambio di una specifica cifra. Tra i prodotti che continuano ad avere mercato ci sono le videocassette della Disney, le quali ormai non vengono più fabbricate per il passaggio ai DVD, Bluray e 4k, ma preservano ancora un certo fascino per i collezionisti di tutto il mondo. Il valore delle videocassette in sé è generalmente basso, ma a fare la differenza è il marchio Disney, specialmente perché si tratta dei suoi classici.

    Davanti all’ipotesi di poter ricavare una buona somma dalla vendita di una collezione di videocassette originali della Disney, la prospettiva di impacchettarle in uno scatolone da imballaggio resistente e spedirle a un collezionista disposto a spendere centinaia di Euro diventa piuttosto allettante, specialmente se non si ha un particolare legame affettivo con esse. Attualmente ci si può affidare a diversi canali di vendita tra privati, dove basta inserire un annuncio e aspettare che qualcuno interessato si faccia avanti. Tuttavia, l’interrogativo sul valore delle videocassette Disney attanaglia un sacco di persone: ecco quanto valgono oggi se messe in vendita.

    Il valore delle videocassette Disney alla vendita

    Siccome potrebbe essere arrivata l’ora di fare spazio sulle mensole o nell’armadio, gli oggetti usati che non hanno più una vera utilità possono essere venduti. Le videocassette Disney non sono più imprescindibili, dato il passaggio ai diversi formati digitali e home-video, e quindi chi le possiede lo fa soltanto per collezionismo. Coloro che non hanno questo interesse, possono considerarsi dei venditori fortunati, poiché il valore delle videocassette Disney è da capogiro. Ci sono tantissimi collezionisti di videocassette in giro per il mondo, e il brand Disney non fa altro che incrementare il mercato tra privati, sia in ambito nazionale che internazionale.

    Basti pensare, ad esempio, che su eBay America è stata messa in vendita la videocassetta originale di La Bella e la Bestia per una cifra pari a 12mila euro. Qualora si abbiano in casa delle videocassette Disney conservate all’interno della loro custodia originale, è bene sapere che il loro valore si aggira in media dai 400 fino ai 20mila euro per i pezzi più rari. In Italia i venditori e i compratori non sono troppi, eppure il mercato delle videocassette Disney è in costante espansione: più passa il tempo, più il valore cresce!

    Come stimare il valore?

    La domanda successiva, generalmente riguarda la stima da poter realizzare circa il valore di una videocassetta Disney. I classici della nota casa di produzione statunitense hanno fatto e continuano a fare la storia del cinema, ma per poter rilevare la cifra esatta per ciascun titolo bisogna considerare tre fattori principali. Il primo riguarda lo stato di conservazione dell’oggetto, poiché ciò che è in ottime condizioni o addirittura risulta essere come nuovo, ha una risonanza maggiore rispetto alle videocassette danneggiate o la cui custodia è troppo rovinata. Ovviamente, per ottenere una cifra più alta, bisogna vendere la videocassetta con la custodia originale.

    La rarità è il secondo fattore che entra in gioco, perché ci sono alcuni classici Disney che non sono mai stati messi a disposizione del pubblico se non nel loro formato videocassetta. Ebbene sì, alcuni titoli non sono disponibili in home-video oggi, tanto meno sulle piattaforme streaming. L’ultimo fattore riguarda il simbolo a rombo nero contenente la seguente scritta: “A Walt Disney Classic”. Si tratta in questo caso di edizioni limitate, i cui film presentano delle scene tagliate mai più riproposte, ragion per cui il loro valore si aggira tra i 10mila e i 20mila euro.

    Foto di Skitterphoto: https://www.pexels.com/it-it/foto/42415/

  • Guida teorica al cringe consapevole

    Guida teorica al cringe consapevole

    Essere “cringe” può essere un’esperienza imbarazzante (neanche a dirlo, dato che cringe quello significa), ma con la giusta consapevolezza e adattabilità è possibile evitarlo e migliorare le proprie relazioni sociali. In alternativa, se il “cringe” è intenzionale, può essere una forma di espressione creativa e comica, a patto che sia adeguatamente contestualizzato e che non si esageri nell’uso.

    Ti è mai capitato di trovarti in una situazione in cui qualcuno fa o dice qualcosa di così imbarazzante da farti venire voglia di sparire? Quell’imbarazzo profondo, quella sensazione di disagio che ti fa sussultare e distogliere lo sguardo, è comunemente noto come “cringe”. Negli ultimi anni, questo termine è diventato sempre più popolare, specialmente sui social media, dove momenti di cringe vengono condivisi e commentati con entusiasmo.

    Sei curioso di capire meglio questo fenomeno? In questa guida teorica, esploreremo cos’è il cringe, quali comportamenti lo scatenano, perché certe situazioni ci fanno provare questo sentimento e, se vuoi, come evitare di essere cringe o, al contrario, usarlo per strappare un sorriso. Sì, perché con la giusta dose di consapevolezza, anche un comportamento cringe può diventare uno strumento di espressione creativa!

    Pronto a scoprire tutti i segreti del mondo del cringe? Continua a leggere e ti svelerò tutto quello che c’è da sapere!Oggi, “cringe” è spesso usato per descrivere una sensazione di forte imbarazzo o disagio causata da qualcosa che si considera inappropriato, ridicolo o fuori luogo. È comunemente utilizzato anche come aggettivo (“that was so cringe“, ovvero “era così cringe”, espressione intraducibile in italiano) per descrivere situazioni, comportamenti o espressioni che suscitano questo tipo di reazione.

    Essere “cringe” significa provocare imbarazzo o disagio negli altri, spesso attraverso comportamenti considerati inappropriati o fuori luogo. Questa guida teorica esplora le varie dimensioni del “cringe” e come riconoscerle o, volendo, metterle in pratica.

    1. Capire il “Cringe”

    • Definizione: “Cringe” deriva dall’inglese e si riferisce alla sensazione di imbarazzo per le azioni di un’altra persona, spesso accompagnata da un leggero fastidio.
    • Contesto: Il cringe può manifestarsi in vari contesti, dai social media alle interazioni personali, e non è limitato a una sola cultura o gruppo.

    2. Comportamenti Tipici del cringe

    Ecco alcuni esempi di comportamenti che possono suscitare il “cringe”:

    • Eccessiva Drammaticità: Esagerare le proprie emozioni o reazioni in modo sproporzionato rispetto alla situazione.
    • Tentativi Goffi di Essere Fico: Sforzarsi troppo di apparire alla moda o all’altezza, spesso utilizzando termini o riferimenti datati o non autentici.
    • Sovraesposizione Personale: Condividere dettagli intimi o personali in situazioni in cui non è appropriato o necessario.
    • Comportamenti Infantili: Adulti che si comportano in maniera infantile, come fare capricci o assumere atteggiamenti da bambini.
    • Uso Inappropriato di Meme o Slang: Usare meme o slang in contesti o in modi non adatti.

    3. Le Ragioni Dietro il Cringe

    • Mancanza di Consapevolezza Sociale: Non essere in sintonia con le aspettative sociali o le norme del gruppo.
    • Sforzo Eccessivo: Cercare troppo di ottenere l’approvazione altrui può avere l’effetto opposto, risultando forzato e sgradevole.
    • Ignoranza del Contesto: Agire senza considerare il contesto o il pubblico.

    4. Come Riconoscere il Cringe in Sé e Negli Altri

    • Auto-Consapevolezza: Riconoscere i propri comportamenti e valutare come possono essere percepiti dagli altri.
    • Feedback Sociale: Ascoltare le reazioni degli altri, sia verbali che non verbali, per capire come vengono interpretati i propri comportamenti.
    • Osservazione: Prestare attenzione ai segnali non verbali come sguardi evitanti, sorrisi forzati o risate nervose.

    5. Prevenire il Cringe

    • Essere Sé Stessi: Cercare di essere autentici piuttosto che sforzarsi di piacere a tutti i costi.
    • Adattabilità: Imparare a leggere il contesto e ad adattarsi di conseguenza.
    • Feedback: Accettare critiche e consigli per migliorare la propria interazione sociale.

    6. Quando il Cringe è Intenzionale

    In alcuni casi, il comportamento “cringe” è utilizzato volutamente per intrattenere o per creare un effetto comico. In questi casi, è importante bilanciare il disagio provocato con il divertimento suscitato.

  • Quante lettere ci sono nell’alfabeto italiano?

    Quante lettere ci sono nell’alfabeto italiano?

    L’alfabeto italiano è un elemento fondamentale per la trascrizione dei fonemi della lingua italiana. Composto da 21 lettere, è integrato nella pratica da ulteriori 5 lettere di origine straniera o latina, formando così un insieme di 26 lettere noto come alfabeto latino. Storicamente, anche la lettera J (i lunga) faceva parte dell’alfabeto italiano, sebbene oggi il suo uso sia limitato a nomi, cognomi e toponimi specifici. Questo sistema, caratterizzato da una buona corrispondenza tra fonemi e grafemi, rappresenta una base essenziale per la comunicazione scritta, nonostante non sia completamente perfetto.

    Quante lettere ci sono nell’alfabeto italiano?

    L’alfabeto italiano è l’insieme delle lettere usate nel sistema di scrittura alfabetico utilizzato per trascrivere i fonemi propri della lingua italiana ed è composto, di fatto, da 21 lettere. Nella pratica tuttavia vengono utilizzate anche altre 5 lettere (lettere straniere), per parole di derivazione per lo più straniera o latina; per l’insieme di tutte le 26 lettere si usa invece il termine alfabeto latino.

    In passato la lettera J (i lunga) faceva parte dell’alfabeto italiano, ma oggi è usata solo in alcuni nomi, cognomi e toponimi.

    Abbiamo pertanto 21 lettere nell’alfabeto italiano, 26 nel cosiddetto alfabeto latino.

    Le 21 lettere dell’alfabeto italiano sono:

    A, B, C, D, E, F, G, H, I, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, Z.

    L’alfabeto latino, utilizzato anche nella lingua italiana, comprende le seguenti 26 lettere:

    A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, X, Y, Z.

    Immagine: De KB_United_States.svg: User:Denelson83derivative work: Vale maio (talk) – KB_United_States.svg, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6257160