FARE COSE_ (32 articoli)

Ma naturalmente do not try this at home. :-)

  • Proprietà del caffè, perché non berne troppi

    Proprietà del caffè, perché non berne troppi

    La parola “caffè” è spesso associata a quelle “relax” e “pausa”. D’altro canto, una tazzina di caffè rappresenta, non di rado, un momento di riposo della nostra attività lavorativa, che condividiamo con colleghi, clienti o semplici conoscenti.  Ma quando sorseggiamo la nostra amata tazzina di caffè, quell’aroma irresistibile che lo rende attraente agli occhi di milioni di persone in tutto il mondo, sappiamo esattamente quali sono le sue proprietà nutrizionali?

    Una tazzina di caffè apporta, mediamente, circa 290 calorie e contiene, al suo interno, 10 gr di proteine, 28 gr di carboidrati e 130 mg di calcio, oltre a contenere fosforo, ferro, potassio, sodio, vitamina B2 e vitamina B3. Una bevanda estremamente diffusa in ogni parte dello Stivale, che si può comodamente reperire in un negozio alimentare o al supermercato, piuttosto che gustarla in un bar.

    Il caffè, un rito per milioni di italiani

    Il “sacro rito” del caffè è imprescindibile per milioni di italiani, che amano questa bevanda come poche altre al mondo. Come ogni cosa, tuttavia, anche il caffè ha i suoi “pro” e “contro”, che andremo ora ad analizzare nel prosieguo dell’articolo. Partiamo, in primis, dagli aspetti “positivi”, quelli che hanno consentito al caffè di diventare parte integrante della quotidianità di milioni di italiani.

    La funzione principale del caffè è quella di stimolare il sistema nervoso centrale, fornendo dei benefici ad ogni singolo individuo. Ad esempio, quando ci svegliamo e non percepiamo d’essere in splendida forma, magari complice l’ora tarda alla quale ci siamo coricati, una tazzina di caffè rappresenta  un toccasana per affrontare la giornata che ci apprestiamo a vivere.

    Il caffè, d’altro canto, riesce a ridurre la sensazione di sonno e amplifica lo stato di benessere, agevola la facilità di ragionamento, migliora le capacità mnemoniche, oltre a migliorare le funzioni psichiche. Il caffè, inoltre, favorisce l’attività digestiva, risultando uno stimolante per la secrezione gastrica e biliare, oltre ad aumentare la sensazione di “sazietà” andando a ridurre la sensazione di fame.

    Secondo alcuni studi, oltretutto, il caffè avrebbe importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, risultando finanche utile per risolvere momenti problemi legati al mal di testa. Il caffè, quindi, è la panacea di tutti i mali? Assolutamente, no. E oltre ai lati positivi fin qui descritti, vanno tenute in considerazioni le controindicazioni che un’assunzione elevata di caffeina può comportare.

    I problemi causati dall’assunzione eccessiva di caffeina

    Ad esempio, bere troppi caffè non è certamente benefico per il nostro organismo, perché amplifica il rischio di creare disturbi al ritmo cardiaco, palpitazioni o tremori, oltre ad ipereccitabilità e acidità di stomaco. Se da un lato, poi, il caffè consente di essere “pimpanti” in avvio di una giornata lavorativa, viceversa un’elevata assunzione può creare problemi di insonnia, ed è per questo motivo che ne viene spesso sconsigliata l’assunzione dopo cena.

    La sua azione neurostimolante, in caso – ripetiamo – di eccessivo utilizzo, può essere l’anticamera anche a stati di ipertensione o, seppur in casi più rari, depressione, oltre a poter creare potenziali danni all’apparato gastrico. Va da sé, di conseguenza, che ne è consigliato l’utilizzo solo ed esclusivamente in età matura: è assolutamente inopportuno farlo bere ad un bambino.

    Bere il caffè, poi, è sconsigliato in altri specifici casi. Prendendo spunto da un argomento trattato da Giornale Social, è sconsigliato il suo consumo nel caso in cui si stia assumendo determinati farmaci. A dimostrarlo, in tal senso, sono stati alcuni studi stilati qualche anno or sono, dove si è messo in evidenza come il caffè sia in grado di assorbire e distruggere alcuni farmaci.

    Ad esempio, è sconsigliato bere caffè se si stanno assumendo farmaci per la tiroide, piuttosto che per semplici raffreddori o allergie: essendo uno stimolante, infatti, potrebbero interferire con l’azione del farmaco assunto, creando uno stato di maggior irrequietezza.

    Foto di Mike Kenneally su Unsplash

  • Guida pratica alle 7 perversioni erotiche più popolari (!)

    Guida pratica alle 7 perversioni erotiche più popolari (!)

    Viviamo in una società sempre più paradossale: la tragedia e la commedia si intersecano, come ricordava Schopenauer le tragedie sembrano tali nel loro complesso, ma nel dettaglio sono sempre costituite da frammenti comici. Il tutto in un gioco schizofrenico che rende la tristezza per un mancato rapporto o relazione – il “due di picche” – allo stesso livello di una cosa comica, e basta raccontarla ad un amico per rendersene conto, quando ci accade.

    La commedia all’italiana, del resto, è prolificata per anni sullo stereotipo dell’uomo bruttino o di mezza età che riesce a farsi desiderare da una donna evidentemente non alla sua portata (le macchiette di Vitali e Banfi vs. le attrici-modelle di turno, senza dimenticare la più umana signorina Silvani corteggiata invano dal povero Fantozzi). In tutto questo, il porno è saputo andare ben oltre lo stereotipo dell’idraulico che va a trovare la casalinga, declinandosi in decine di sottogeneri che forse neanche l’heavy metal riesce a vantare. Guai a confonderli: ognuno ha il proprio, e a ciascuno piace uno degli stessi. Internet ha permetto di diffondersi notevolmente ai vari sottogeneri, e questo a vantaggio di una varietà immensa di pornografia, soprattutto amatoriale, che ha definitivamente soppiantato il fascino del porno patinato e le sue (ridicole, direi nel 95% dei casi) eventuali pretese “artistiche” / di “dire qualcosa”.

    In questo contesto, il cinema porno ha sempre rappresentato un momento liberatorio, seppur ancora schiavo di stereotipi e terrificanti non-detti – della serie: sembra (e non è vero, of course) che i porno siano visti esclusivamente dagli uomini, e che siano tutti incentrati sul loro punto di vista. I vari sottogeneri dimostrano che non è affatto così, come vedremo.

    JOI

    si tratta di un acronimo che sta per “Jerk Off Instruction”, Jerk fa ovviamente riferimento alla masturbazione maschile (JOI) ed è una forma di feticismo molto diffusa sui social come Reddit, nel quale troviamo interi subreddit (l’equivalente dei thread di un forum) dedicati all’argomento. GLi utenti postano video di questo genere, in cui donne di ogni età forniscono vere e proprie istruzioni video per masturbarsi, il più delle volte rimanendo semi-nude, solo in alcuni casi spogliandosi e basando l’eccitamento su mimica esplicita, gesti e parole molto spinte (dirty talking). Non esiste una singola variante del genere, in effetti, perchè dipende dai gusti dello spettatore – che potrebbe apprezzare una voce più diretta o esplicita, un’altra da dominatrice senza pietà, una ulteriore più dolce e così via.

    La voce qui possiede un’importanza più diretta rispetto alla media dei casi, e quelli più apprezzati sono in grado di guidare lo spettatore all’orgasmo esattamente nei tempi previsti. In alcuni casi i JOI prevedono un vero e proprio countdown to orgasm, per il quale può essere decisamente eccitante sincronizzarsi. Esiste infine l’equivalente per donne del JOI, pochi sanno, che in gergo si chiama “Schlick Instructions“, e che il più delle volte è un semplice file audio con una voce guida.

    Porno coi supereroi

    Un vero classico del porno “deviato”, ma che ogni nerd appassionato del genere conosce per forza di cosa: si unisce alla pletora di cartoni animati e fumetti per adulti, con qualche rischio di banalità innata ma sicuramente da annoverare tra le perversioni più originali da guardare, soprattutto oggi che i film di supereroi sono stati sdoganati dalla cultura di massa.

    E voi, non avete mai pensato che potrebbe essere esaltante farvi  Batman o Catwoman?

    Enema porn

    I porno enema (in inglese: clistere) sono brutali e cinici: sono semplicemente quelli basati sui clisteri, amici sportivi – niente di più, niente di meno. Sono uno dei porno meno sessisti che possano esistere, tra l’altro: vengono praticati in modo indistinto sia ad uomini che a donne.

    ASMR

    I video ASMR ( Autonomous sensory meridian response ) sono, parlando in generale, video o audio rilassanti contenenti suoni piacevoli o immagini evocative; nulla di provocante di per sè, pertanto, se non fosse che – secondo una legge non scritta molto nota sul web – qualsiasi cosa esista su internet possiede quasi certamente un Doppelgänger porno. Non è un mistero, peraltro, che molte persone che girano e mettono in rete ASMR – che includono anche rumori della bocca o del respirto, ad esempio – finiscano per essere provocanti per qualcuno, per cui il passo verso i nsfwasmr (acronimo impronunciabile per Not Suitable/Safe For Work Autonomous sensory meridian response) è davvero breve.

    Sono una forma di feticismo che punta una sensualità nascosta e latente, che non vale certamente per tutti e che potrebbe stimolare nuove sensazioni ad alcuni di voi.

    WifeSharing

    Si tratta di una variante del cuckold – in italiano c’è un termine coltissimo per chiamarla, ovvero triolagnia – in cui una coppia condivide dettagli dei propri atti sessuali reciproci (foto, gif animate, video), solitamente oscurando il viso e postando – anche stavolta – su reddit ed altre community il materiale. Il nome fa riferimento alla condivisione dell’intimità consapevole, in cui ci si eccita nel leggere i commenti degli altri utenti.

    La pratica è molto diversa da quella, tipica di certe forme terribili di cyberbullismo, in cui uno dei partner non da’ il consenso per la pubblicazione, ed andrebbe ovviamente fruita e praticata con una certa attenzione per la privacy. WifeSharing – condivisione della moglie, letteralmente – è quindi una pratica esibizionista molto legata al mondo di internet e probabilmente in molti anfratti del dark web. È plausibile anche qui che sia anche la donna a condividere foto del partner, magari in una logica BDSM o da dominatrice di husbandsharing.

    TreesGoneWild

    Al fine di intendere completamente questa perversione bisogna partire da gonewild, che è la community di Reddit in cui donne esibizioniste decidono di mostrare le proprie foto nude o comunque osè (anche qui, il più delle volte oscurando il viso ed i dettagli personali).

    Treesgonewild è il sotto-sottogenere di feticismo dedicato al guardare donne che postano foto nude o sexy mentre fumano marijuana e simili droghe leggere, quindi con cannoni bene in vista, chilum e quant’altro. Una forma di perversione che ricorda, almeno in parte, quella dedicata alle donne che fumano, molto di moda su internet fino a qualche anno fa e con siti web a pagamento interamente dedicati alla vendita di video e foto di questo tipo.

    Acrotomofilia

    Per capire questa perversione bisognerebbe saper rispondere onestamente a questa domanda: una donna o un uomo senza un braccio o una gamba ha comunque diritto ad essere desiderata/o sessualmente? Provate a rispondere lucidamente ad una domanda del genere (certo insidiosa, per alcuni) e poi, senza sentirvi troppo in colpa, provate a chiedervi cosa sia l’acrotomofilia: esatto, è la passione e l’attrazione sessuale per uomini o donne amputate, tipicamente senza una gamba. Come scritto dal blog Sdangher, cosa che condivido appieno:

    pensate a quando la donna che amate vi confida che il vostro difetto più odioso per lei non è orribile, anzi, che lo trova sexy. Come vi sentite?

    In fondo il senso di qualsiasi perversione, anche la più improbabile, potrebbe essere proprio questo: sentirsi accettati e desiderati anche qualora il mondo suggerisca che una cosa che ci eccita è fuoriluogo, o addirittura (oso aggiungere) fuorilegge.

  • Guida pratica agli alternate ending (finali alternativi) nel cinema

    Guida pratica agli alternate ending (finali alternativi) nel cinema

    I finali alternativi (alternate ending in inglese) si trovano un gradino sopra le fan theory e probabilmente molti livelli al di sotto dei film così come li conosciamo: sono alternate, per cui il regista non sarà mai troppo felice del fatto che noi li vediamo. Scarti, alla fine idee bocciate per i motivi più diversi, che a volte rendono giustizia della trama altre rischierebbero di accappottarla, di far saltare addirittura saghe di successo con oltre venti o trenta anni di storia. Di fatto, i finali alternativi spalancano un mondo cinematografico nascosto, un po’ come nelle migliori teorie complottistiche, creando nuove linee narrative, what if imprevedibili e (spesso e volentieri) contrappunti di comicità involontaria.

    Uno dei finali alternativi più discussi degli ultimi tempi è ovviamente quello di Fight Club, il cult di David Fincher che è tornato di moda direttamente dagli anni 90, dopo che (a quanto pare) in Cina è circolato in una versione del film col finale mutilato, in cui al posto delle pluricitate esplosioni finali la polizia (fino ad allora visibile a malapena) vince, e ricostituisce l’ordine. E non si tratta, ovviamente, dell’unico caso: gli alternate ending sono un autentico culto da cinefili, e a ragion veduta – per quanto siano spesso annacquati da montaggi grossolani e in alcuni casi, forse, addirittura potrebbero essere realizzati dai fan. In altri casi sono quasi “appunti” audiovisivi, idee registiche mai realizzate o caratterizzate da un fascino quasi occulto. Il mistero, la scoperta di video mai ufficialmente pubblicati che è un po’ alla base del successo di serie come Archive 81, in effetti. In non pochi casi, i finali alternativi sono impietosamente meglio di quelli originali.

    Affascinano, e anche tanto, a livello irrazionale o inconscio quasi ogni spettatore. Forse ciò avviene perchè si tratta di un modo per immaginare cosa sarebbe successo se quel protagonista si fosse salvato, avesse fatto altre scelte o avesse avuto un’altra possibilità. A tutti piacerebbe un alternate ending di tante vicende finite non benissimo nella propria vita, si sa: ma questo non sempre è possibile, per cui ci accontentiamo di farlo in una sala o davanti allo schermo di un servizio di streaming. Un invito a sognare, a vedere un sogno e rivederlo fino allo sfinimento, magari. È anche raro che il pubblico dello streaming classico possa trovare materiale del genere: molto più probabile che uno se lo vada a spulciare su Youtube e naturalmente nelle varie versioni DVD restaurate.

    Vediamo a questo punto, senza altri indugi, quattro tra gli alternate ending più celebri mai girati, con annessa storia: con l’idea che oggi, nell’incresciosa e immarcescibile IncertezzaTM in cui viviamo, possano avere un valore terapeutico, o almeno aprirci alla possibilità di un mondo diverso da quello in cui viviamo, abbandonando le nostre convinzioni sedimentate e dando spazio a nuove, imprevedibili e addirittura migliori possibilità per l’umanità.

    Nightmare: dal profondo della notte

    I finali alternativi di Nightmare di Wes Craven sono, per quanto ne sappiamo, almeno tre: due sono per così dire pessimisti, con Freddy che risbuca fuori nel mondo reale per uccidere, a sottolineare come l’incubo non sia finito (e giustificando una saga che è durata fino ad oggi). E ne abbiam almeno un’altro meno cupo, probabilmente voluto dalla produzione, in cui questo, semplicemente, non avviene: happy end. Ad oggi, è possibile visionare i finali alternativi di Nightmare nella versione DVD e naturalmente su Youtube. Recensione

     

    L’armata delle tenebre

    Il finale alternativo di Army of darkness di Raimi è forse tra i più geniali che abbiamo reperito: Ash beve la pozione magica ma, per errore, si risveglia troppo avanti nel tempo. Il futuro che scopre è paradossale, inumano e disordinato: una specie di mondo surreale, dai tratti onirici e leteralmente fatto a pezzi in cui, ad esempio, sono visibili palazzi demoliti e il Big Ben. Ash alla fine urla, rassegnato, “ho dormito troppo a lungo“. Sono piuttosto sicuro che la versione in VHS da videoteca che vidi ai tempi (un po’ di anni fa, diciamo) fosse proprio questa: director’s cut.

    Il finale più popolare de L’armata delle tenebre, ovviamente, rimane quello che termina con Ash che colpisce una posseduta a fucilate, salvando una collega e pronunciando – in un delirio di americanismo autoreferenziale quanto autoironico – la famosa battuta Dammi un po’ di zucchero, baby.

    Terminator 2

    Tra i finali alternativi più clamorosi, poi, ne troviamo uno che, se fosse stato adottato, avrebbe invalidato completamente i sequel del film, terminando la saga dopo “solo” due episodi. L’alternate ending in questione mostra Sarah Connor sopravvissuta, invecchiata e ancora viva nel 2029, diventata nonna mentre si gode un parco pieno di bambini, in una realtà pacifica in cui Skynet, evidentemente, non ha potuto prendere il sopravvento. Recensione

    1408

    1408 è diretto da Håfström, racconta una storia sulla falsariga di Shining incentrata sull’autore di libri sul sovrannaturale, e presenta quattro finali possibili: quello cartaceo del racconto di King, in cui il protagonista cambia mestiere, tra le proteste del suo agente letterario, per andare a vivere vicino al mare. C’è poi la fine del film, in cui Enslin sopravvive ad un incendio e ritrova un vecchio nastro, che gli prova l’esistenza della vita dopo la morte. In una terza versione Enslin diventa egli stesso un fantasma dopo essere morto in un incendio. In una quarta e ultima versione, sarà l’agente a percepire lo spirito del protagonista mediante una porta che sbatte.

    Questa è la seconda versione:

    mentre la successiva è la quarta:

  • Cos’è LuLz: guida pratica al trolling attraverso South Park

    Cos’è LuLz: guida pratica al trolling attraverso South Park

    Nel saggio I mille volti di Anonymous l’antropologa Gabriella Coleman approfondisce la psicologia e il comportamentismo associato al gruppo hacker noto come Anonymous, in realtà espressione di gruppi differenti da ogni parte del mondo ed autentico collettivo-comune virtuale di hacker, spesso con pensieri e poliche diverse, se non contrapposte tra di loro.

    Tra le mille incursioni analizzate nel libro con dovizia di dettaglia, spicca la definizione del cosiddetto lulz, una distorsione verbale del più classico acronimo LOL (Laugh Out Loud, utilizzato in alcune chat e traducibile con la frase “rido forte” oppure “mi sto sbellicando”). Molti gruppi hacker che operano per buttare giù siti web istituzionali o provocare disagio o doxxing sui social agiscono, secondo questa idea, puramente per divertimento, in una ideologia non formalizzata che viene ben espressa dal lulz. E quando la Coleman riporta le affermazioni dei veri hacker da lei intervistati (alcuni dei quali in seguito arrestati dalla polizia americana), molti rispondono con una motivazione secca, monolotica ed avulsa ad ulteriori spiegazioni anche per un’antropologa di professione: semplicemente, “l’ho fatto per il lulz“.

    By Lulz Security’s Twitter account: [1], Fair use, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=32299241
    L’ideologia alla base del lulz è un mix di pensieri di vario genere, che deve molto al pensiero anarchico nelle sue varie sfumature (non ultima quella individualista), e che tende a collocarsi nel più controverso mondo del trolling, ovvero le persone che più o meno consapevolmente concorrono nel creare – usando vari strumenti informatici e tecniche di manipolazione – disagio su internet. Ancora una volta, solo per il gusto di generare il caos, esattamente come viene fatto dal gruppo che è stato noto per anni come LulzSec, un gruppo di hacker attivisti attivo fino al 2011 (e reinventato da molti altri soggetti nel corso degli anni, anche in Italia) che non hanno mai agito per il profitto, ma solo per divertirsi a causare mayhem (ovvero, distruzione casuale) in rete. Si agisce for the lulz e tanto basta, al massimo godendosi coi popcorn in mano l’effetto eventualmente comico della propria azione (imbarazzo dei CEO delle aziende violate, accuse fantasiose o generalizzate dei politici e via dicendo), solo occasionalmente includendo un messaggio politico di protesta al proprio agire.

    Immagine tratta da https://en.wikipedia.org/wiki/LulzSec

    Sono presupposti dai quali è necessario partire per analizzare, o almeno provare a farlo, una delle puntate più epiche in assoluto di South Park, proprio perchè dedicata al mondo dei troll. Articolata in più puntate ad episodi (quasi un nuovo film di South Park, verrebbe da scrivere), parte nel secondo episodio della stagione numero 20 e finisce nell’episodio dieci.

    Il passaggio chiave avviene proprio quando la Danimarca cattura i troll ed interroga il padre di Kyle: in un delirio di onnipotenza, il CEO dell’azienda che ha causato una pesante violazione informatica ammette di “voler trollare il mondo intero“, anche perchè per farlo basterebbe “un leader politico in grado di stuzzicare la gente e farla arrabbiare“. Chiaro che, a quel punto, quel leader se ne starebbe lì a guardare mentre il mondo impazzisce, e tutto questo solo per il lulz, perchè sembra maledettamente divertente farlo.

    La storia raccontata negli episodi della stagione 20, per inciso, è quella del padre di Kyle che coltiva uno strano hobby notturno: trollare sui social VIP di ogni genere, insultando ed esibendo umorismo di cattivo gusto. Il suo comportamento, alla lunga, provoca il suicidio di un’atleta danese che aveva subito una mastectomia, e che si sente attaccata e non capita dalla rete. La conseguente reazione sarà, da parte della Danimarca, di minacciare una terza guerra mondiale, mentre un attacco informatico provocherà ulteriore caos, mettendo online in chiaro tutte le attività compiute da qualsiasi persona su internet.

    Una guerra provocata dal trolling, in effetti, specie in tempi convulsi come quelli che viviamo, assume un aspetto più realistico che sarcastico, ed è per questo che la puntata è particolarmente meritevole di visione (la trovate su Netflix, per inciso).

  • Come migliorare i processi aziendali con la digitalizzazione

    Come migliorare i processi aziendali con la digitalizzazione

    Per le aziende si pongono numerose sfide, soprattutto quando l’obiettivo è migliorare i processi e acquistare un certo margine di vantaggio rispetto ai competitor. Per avere la possibilità di attuare queste operazioni, è importante semplificare, ottimizzare e monitorare costantemente le risorse e i vari processi. Infatti il business può essere soggetto a vari cambiamenti, che devono essere presi come delle occasioni di crescita. È fondamentale dare valore alle richieste dei clienti e soddisfare le loro aspettative, sia nell’interazione che in termini di qualità dei prodotti o dei servizi. Per questo motivo si pone in maniera molto significativa la digitalizzazione, che può rivelarsi di grande aiuto in questo senso.

    Quali sono i processi aziendali da rendere più efficienti

    Le tecnologie innovative hanno permesso di raggiungere obiettivi molto importanti. Consentono di trovare casino online per vincere soldi veri. Danno la possibilità di attuare una gestione delle risorse in maniera più organizzata. Consentono di interagire in maniera diretta anche attraverso i canali social che internet mette a disposizione.

    La trasformazione digitale ha svolto un ruolo molto importante in questo senso, perché è riuscita a far comprendere come meglio sfruttare i cambiamenti per rendere più efficienti i processi.

    Ma quali processi in particolare? Non dobbiamo dimenticare, ad esempio, da questo punto di vista come un’importanza fondamentale è assunta dalle vendite e dal marketing, che possono essere ottimizzati e digitalizzati. E poi, per esempio, un altro settore in cui interviene la trasformazione digitale è quello della gestione dei documenti, che comprende anche la possibilità di stipulare contratti con la firma elettronica.

    Fra i processi interni sicuramente l’area finanziaria può trarre vantaggio dalla digitalizzazione, soprattutto con l’opportunità di mettere a disposizione delle informazioni più precise anche quando si tratta di analizzare e monitorare i vari processi.

    Ma sono davvero tanti i settori dell’organizzazione aziendale che possono trarre beneficio dalla trasformazione digitale. Anche le risorse umane possono trovare delle loro utilità. E poi la capacità di mappare i processi e le loro relazioni in modo da identificare quali siano le piattaforme tecnologiche più adatte alla loro gestione.

    Quali tecnologie utilizzare per l’ottimizzazione

    Da tutto ciò che abbiamo descritto è facile rendersi conto come la digitalizzazione abbia avuto un’influenza fondamentale nell’ottimizzazione di tutti i processi aziendali. Ma in particolare a che cosa si dovrebbe fare riferimento e quali tecnologie sono maggiormente utili?

    In generale possiamo dire che la tecnologia da sfruttare è quella capace di garantire la continuità operativa e di sfruttare tutte le potenzialità interne per il rafforzamento del business. Per esempio possono essere molto utili le tecnologie come AI e ML, le quali, inserite all’interno di sistemi di digital document management, consentono di verificare l’autenticità dei documenti.

    I sistemi AI e ML possono avvalersi anche di altre tecnologie, come RPA e NLP. La prima sigla indica il settore del robotic process automation. La seconda, invece, si riferisce al natural language processing.

    Tutte queste risorse possono essere importanti per venire incontro più alla soddisfazione delle esigenze dei clienti, per intraprendere una comunicazione più diretta e più veloce. Sono d’aiuto poi tutte quelle tecniche di call recording, che possono fornire anche un’interazione personalizzata con i clienti. Non dimentichiamo poi tutte quelle piattaforme che oggi puntano molto sullo smart working, non trascurando tutto ciò che riguarda l’ambito della sicurezza, per garantire trasmissione dei dati e transazioni sicure.

    La digitalizzazione dei processi in molte occasioni si pone come base fondamentale su cui costruire un trampolino di lancio che possa portare non soltanto ad una migliore organizzazione aziendale e alla sua ottimizzazione, ma anche per superare i limiti riscontrati e per lanciarsi alla conquista di nuovi mercati che possono portare a maggiori rendimenti.

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