PASSEGGIATE MENTALI_ (90 articoli)

  • Guida pratica al Koi no yokan nel cinema

    Guida pratica al Koi no yokan nel cinema

    L’espressione “koi no yokan” è spesso utilizzata per descrivere quel momento di riconoscimento quando due persone si incontrano per la prima volta e sentono che c’è qualcosa di speciale o una connessione profonda che potrebbe portare a un legame romantico. Si tratta di una sensazione più sottile e profonda rispetto all’amore a prima vista, e implica un senso di previsione o intuizione riguardo al futuro della relazione.

    L’espressione “koi no yokan” non è stata spesso utilizzata come titolo diretto di film, ma il concetto di intuizione o prescienza dell’amore è stato affrontato in vari film con trame romantiche o drammatiche. Ecco alcuni film che potrebbero riflettere il concetto di “koi no yokan” o presentare elementi simili.

    500 giorni insieme

    “500 giorni insieme” (500 Days of Summer, 2009) – Questo film racconta in modo non lineare la storia di una relazione amorosa, evidenziando i momenti di intuizione e previsione riguardo al destino della relazione.

    Il film “500 giorni insieme” (500 Days of Summer) è una commedia romantica/drammatica del 2009 diretta da Marc Webb e interpretata da Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel nei ruoli principali. La peculiarità di questo film è che racconta la storia non in modo cronologico, ma seguendo le giornate non consecutive di una relazione tra Tom e Summer.

    La trama ruota attorno alla relazione tra Tom Hansen (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), un giovane scrittore di biglietti di auguri, e Summer Finn (interpretata da Zooey Deschanel), una donna che lavora come assistente in ufficio. Tom sviluppa rapidamente una cotta per Summer, e la storia segue le loro interazioni lungo 500 giorni, che non sono presentati in ordine cronologico.

    Il film esplora vari temi legati all’amore, alle aspettative e alle percezioni nelle relazioni:

    1. Aspettative vs. Realtà: Il film sottolinea come spesso le aspettative che una persona ha nei confronti di un partner o di una relazione possano divergere dalla realtà. Tom idealizza Summer e proietta su di lei le sue visioni di un amore perfetto, ma scopre che le loro prospettive sulla relazione differiscono.
    2. Natura soggettiva dell’amore: “500 giorni insieme” mette in evidenza come due persone possano percepire e vivere una relazione in modi molto diversi. Mentre Tom è profondamente innamorato e vede il rapporto con ottimismo, Summer tende a prendere le cose più leggermente e non si impegna nello stesso modo emotivo.
    3. Straniamento e riflessione: La struttura non lineare del film consente agli spettatori di vedere il contrasto tra i giorni in cui Tom e Summer sono felici insieme e quelli in cui la relazione sta cadendo a pezzi. Questo permette al pubblico di riflettere sulla natura mutevole delle relazioni e su come gli eventi influenzino le emozioni.
    4. Autenticità: Il film mette in discussione l’idea di cercare la perfezione in una relazione e sottolinea l’importanza di essere autentici e onesti con se stessi e con il partner.

    In sostanza, “500 giorni insieme” offre una visione realistica e spesso riflessiva dell’amore, mostrando come le relazioni possono essere complesse, imprevedibili e spesso non corrispondere alle aspettative. La trama non convenzionale e la narrazione non lineare consentono di esplorare l’evoluzione emotiva dei personaggi in modo unico e coinvolgente.

    Prima dell’alba

    Prima dell’alba” (Before Sunrise, 1995) – Prima dell’alba è un film del 1995 diretto da Richard Linklater. La trama segue Jesse e Céline, due giovani che si incontrano casualmente su un treno in Europa. Decidono di trascorrere una notte insieme a Vienna, condividendo conversazioni profonde e connessioni emotive. Il film esplora il concetto di incontri fugaci e la possibilità di un’intimità profonda anche in un breve lasso di tempo, e si ispira ad un incontro con una donna realmente avvenuto al regista: la stessa morì tragicamente poco prima dell’uscita del film

    Orgoglio e pregiudizio

    “Orgoglio e pregiudizio” (Pride & Prejudice, 2005) – Basato sul romanzo di Jane Austen, il film segue la storia d’amore tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy, che attraversa ostacoli sociali e personali mentre riconoscono gradualmente i loro sentimenti reciproci.

    “Orgoglio e pregiudizio”, il celebre romanzo scritto da Jane Austen e pubblicato nel 1813, racconta la storia dell’amore tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy, esplorando temi di classe sociale, orgoglio, pregiudizio e cambiamento personale. Anche se il termine “koi no yokan” è di origine giapponese e il romanzo non è ambientato in Giappone, possiamo analizzare il concetto di “koi no yokan” in relazione a questa storia.

    In “Orgoglio e pregiudizio”, potremmo considerare l’evoluzione della relazione tra Elizabeth e Mr. Darcy come una forma di “koi no yokan”. All’inizio del romanzo, Elizabeth ha dei pregiudizi verso Mr. Darcy a causa della sua apparente arroganza e della sua influenza sociale. Darcy, a sua volta, sembra sentirsi superiore agli abitanti di Hertfordshire, compresa Elizabeth. Tuttavia, quando Darcy inizia a conoscerla meglio e osserva il suo carattere forte e intelligente, comincia a vedere in lei qualità che non aveva inizialmente riconosciuto.

    Possiamo applicare l’idea di “koi no yokan” al momento in cui Darcy inizia a vedere in Elizabeth la possibilità di una connessione più profonda e significativa. Questo cambio di prospettiva potrebbe essere visto come una forma di intuizione o riconoscimento di un potenziale legame romantico futuro. Darcy, nonostante le sue resistenze iniziali, inizia a sviluppare un sentimento profondo per Elizabeth, che si trasforma gradualmente in amore.

    In modo simile, Elizabeth, che all’inizio del romanzo è scoraggiata dalle azioni e dall’atteggiamento di Darcy, nel corso della storia inizia a capire la sua vera natura e a riconoscere che il suo orgoglio potrebbe essere frutto di preoccupazione e devozione. Questo riconoscimento potrebbe essere interpretato come una forma di “koi no yokan”, in cui Elizabeth percepisce una possibilità di un cambiamento nel loro rapporto e nella loro connessione.

    Quindi, anche se il termine “koi no yokan” è di origine giapponese e il romanzo è ambientato in un contesto e un’epoca diversi, possiamo vedere elementi di questa idea nella progressione della relazione tra Elizabeth e Mr. Darcy in “Orgoglio e pregiudizio”. Sia Darcy che Elizabeth sperimentano una sorta di intuizione o prescienza riguardo a un possibile cambiamento nel loro rapporto, che alla fine si traduce in un amore profondo e duraturo.

    La proposta

    La proposta” (The Proposal, 2009) – Questa commedia romantica affronta il tema della relazione forzata che evolve in qualcosa di più genuino e profondo nel tempo. l film racconta la storia di Margaret Tate (interpretata da Sandra Bullock), una donna di affari canadese che rischia l’espulsione dagli Stati Uniti a causa del suo visto scaduto. Per evitare il problema, decide di ingannare le autorità dichiarando di essere fidanzata con il suo giovane assistente, Andrew Paxton (interpretato da Ryan Reynolds). Ecco alcuni dei significati e dei temi chiave presenti nel film “La proposta”:

    Matrimonio di convenienza: Il film affronta il tema di un matrimonio di convenienza inizialmente basato su interessi personali e motivazioni pratiche, ma che nel corso del tempo evolve in qualcosa di più autentico. Questo aspetto mette in luce come le relazioni possano cambiare e crescere anche da basi non tradizionali.

    Scoperta personale: Sia Margaret che Andrew attraversano un processo di scoperta personale durante il film. Margaret, una donna d’affari distante e poco emotiva, inizia a comprendere la bellezza delle relazioni umane sincere e l’importanza di aprirsi agli altri. Andrew, d’altro canto, impara a valorizzare se stesso e le sue aspirazioni.

    Cambiamento di prospettiva: Il film affronta il tema del cambiamento di prospettiva, poiché i personaggi si rendono conto che c’è molto di più nella vita rispetto al successo professionale o agli obiettivi personali. Questo cambiamento aiuta a spingere i personaggi verso una comprensione più profonda delle proprie motivazioni e desideri.

    Connessione umana: L’aspetto romantico del film mette in evidenza l’importanza di una connessione umana autentica. La relazione inizialmente fittizia tra Margaret e Andrew si trasforma gradualmente in qualcosa di genuino e sentimentale mentre condividono esperienze e momenti insieme.

    Umorismo: Come nella maggior parte delle commedie romantiche, l’umorismo è un elemento centrale nel film. Gli imprevisti, le situazioni imbarazzanti e le interazioni tra i personaggi creano momenti comici che contribuiscono a rendere il film leggero e divertente.

    Serendipity

    Serendipity – Quando l’amore è magia” (Serendipity, 2001) – Questo film racconta la storia di due persone che si incontrano casualmente e poi cercano di ritrovarsi nel corso degli anni, sottolineando il concetto di destino e connessione speciale. “Serendipity” è un termine inglese che si riferisce a una scoperta o a un evento felice e fortuito che avviene in modo casuale o per caso, mentre si cerca qualcos’altro. Questo termine è spesso usato per descrivere situazioni in cui qualcuno trova qualcosa di prezioso, utile o interessante senza averlo cercato attivamente, ma proprio perché è capitato inaspettatamente lungo il percorso. L’origine del termine “serendipity” può essere ricondotta all’antica storia persiana dei “Tre principi di Serendippo“, in cui i protagonisti facevano scoperte sorprendenti e casuali durante i loro viaggi. Questa storia ha contribuito a definire il concetto moderno di “serendipity” come una sorta di fortuna accidentale che porta a una scoperta inaspettata o a una soluzione creativa.

    Notting Hill

    Notting Hill” (1999) – Il film ruota attorno all’incontro casuale tra un libraio e una famosa attrice, esplorando come una connessione iniziale possa svilupparsi in qualcosa di più profondo. “Notting Hill” è una commedia romantica che segue la storia di William Thacker (interpretato da Hugh Grant), un libraio che vive a Notting Hill, un quartiere di Londra. Un giorno, la famosa attrice di Hollywood Anna Scott (interpretata da Julia Roberts) entra nella sua libreria. Tra loro nasce una connessione casuale, e nonostante le loro diverse vite, iniziano a sviluppare una relazione. Anna cerca di sfuggire alla sua vita di celebrità e trova in William un rifugio dalla fama. Tuttavia, affrontano sfide e ostacoli causati dalle differenze nel loro stile di vita e dalle pressioni dei media. La storia si sviluppa attraverso momenti comici, romantici e di confronto interiore mentre i due cercano di bilanciare le loro vite diverse e trovare un modo per essere insieme. Il film esplora temi di fama, identità personale, e l’idea che l’amore possa superare le barriere sociali e culturali. Con il suo tono leggero e romantico, “Notting Hill” offre uno sguardo sulla dinamica di una relazione tra due persone provenienti da mondi completamente diversi.

    Ricorda che mentre questi film possono affrontare temi di connessione e intuizione nell’amore, potrebbero non essere specificamente etichettati come basati su “koi no yokan”. Tuttavia, se sei interessato a storie che esplorano l’idea di un amore che si sviluppa attraverso l’intuizione e la prescienza, questi film potrebbero risultare affini al concetto.

    Psicologia del koy no yokan

    Koi no yokan“, l’idea di percepire istantaneamente una connessione romantica o un potenziale legame amoroso con qualcuno appena incontrato, può essere interpretata attraverso diverse lenti psicologiche.

    1. Intuizione sociale: La psicologia suggerisce che le persone abbiano un’abilità innata di riconoscere segnali sociali sottili, come linguaggio del corpo, espressioni facciali e toni di voce. Quando si tratta di “koi no yokan”, l’intuizione sociale potrebbe giocare un ruolo chiave nel rilevare segni non verbali di interesse reciproco e compatibilità in una persona appena incontrata.
    2. Schema mentale: Gli esseri umani hanno tendenza a categorizzare e organizzare le informazioni in schemi mentali. Se qualcuno incontra una persona che corrisponde a determinati attributi o qualità desiderabili che sono stati predefiniti nel loro schema di un partner ideale, potrebbe scattare un senso di riconoscimento e connessione immediata.
    3. Empatia e sintonia emotiva: La capacità di empatizzare con gli altri e percepire le loro emozioni può facilitare un senso di intimità e connessione immediata. Se due persone si trovano in uno stato emotivo simile o sono in grado di captare le emozioni dell’altro, potrebbe verificarsi una sensazione di “koi no yokan”.
    4. Cognizione inconscia: Molti processi cognitivi avvengono a livello inconscio. La mente potrebbe elaborare e analizzare sottili segnali e informazioni mentre si interagisce con qualcuno, portando a un senso di riconoscimento e connessione senza che la persona sia consapevole di tutti i dettagli coinvolti.
    5. Attenzione selettiva: La nostra attenzione può essere selettiva, concentrandosi su aspetti specifici di una persona o situazione. Se qualcuno si concentra su elementi positivi e affini a ciò che desidera in un partner, potrebbe percepire istintivamente una connessione più profonda.
    6. Effetto placebo: In alcune situazioni, le aspettative personali o le speranze possono influenzare la percezione e creare una sorta di “effetto placebo” nel quale si percepisce una connessione speciale con qualcuno semplicemente perché ci si aspetta che ciò avvenga.

    È importante sottolineare che la percezione di “koi no yokan” è soggettiva e varia da persona a persona. Mentre alcuni potrebbero attribuire questa sensazione a fattori inconsci o intuizioni, altri potrebbero vedervi una coincidenza o un caso fortuito. La psicologia può fornire spiegazioni plausibili, ma la natura complessa e unica delle relazioni umane fa sì che queste esperienze rimangano in gran parte un mistero.

  • Memorie trovate in una vasca da bagno è un trattato di paranoia collettiva

    Memorie trovate in una vasca da bagno è un trattato di paranoia collettiva

    Stanislaw Lem è noto soprattutto per aver scritto il romanzo da cui Tarkovsky ha tratto Solaris, film notoriamente complesso che afferisce alla fantascienza filosofica e che, forse, ne rappresenta una delle massime espressioni. Se la scrittura di Lem finisce per essere spesso volentieri ridotta a Solaris, senza nulla togliere non si può fare a meno di notare come la sua previsione letteraria sia molto più vasta, e comprenda titoli generalmente poco valutati o conosciuti al grande pubblico.

    Memorie ritrovate in una vasca da bagno rientra esattamente in questo novero: recentemente edito in Italia da Oscar Mondadori, si tratta di un lavoro che opera essenzialmente sulla dimensione del linguaggio. E lo fa proponendo dei singolari neologismi dal sapore grottesco, come ad esempio kartya per indicare la carta. il contesto è quello di un uomo del futuro che guarda retrospettivamente il nostro presente, immaginando una epidemia globale di natura diversa da quella che ci si potrebbe aspettare: non rivolta contro gli organismi, come avvenuto realmente con il Covid-19, bensì orientata a polverizzare tutta la carta presente sulla terra. Il cielo sulla città si oscurò per le nubi di carte di dissolta – scrive Lem nell’introduzione della storia – per 40 giorni 40 notti cadde una pioggia nera, e fu così che eventi torrenti di fango cancellarono dalla faccia della terra la storia dell’umanità. Il soggetto che viene cancellato non è pertanto, nichilisticamente parlando, l’essere umano: come se fosse consapevole che l’uomo alla fine cade sempre in piedi, nei tempi in cui viviamo è diventato quasi scontato profetizzare una qualche apocalisse biologica. Memorie in una vasca da bagno racconta una storia storia di una anonimo agente che si trova all’interno di quello che dovrebbe essere il Pentagono, barricato nella propria burocrazia e totalmente chiuso ai contatti con l’esterno. Il personaggio si muove spaurito e disorientato come un qualsiasi personaggio kafkiano, a ben vedere, all’interno di un mondo asettico e incomprensibile, la cui natura è puramente burocratica, formale, ed in cui vari personaggi moriranno davanti ai suoi occhi senza una spiegazione plausibile.

    Da un punto di vista generale potrebbe essere una raffigurazione efficace nel mondo in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni: da un lato primo di certezze e di autentica comunicazione, comunicazione che si è diluita in mille giocattoli digitali che alla fine dei conti – quasi sempre – lasciano il tempo che trovano. Nonostante questo la cosa più semplice è stata quella di barricarci nella burocrazia, cos’è che è il rifugio tipico delle persone persone insicura perché lei rappresenta come una epidemia di paranoia generalizzata. Se ci sentiamo su un’app di dating e ti propongo di vederci, ad esempio, lo faccio innanzitutto perché la carta non esiste più, e la lettera che avrei voluto scriverti non posso materialmente mandartela in alcun modo. Visto che la data non esiste ma nel digitale è sempre che le cose vanno anche benone, ma ognuno di noi presenta la propria burocrazia interna, impone agli altri di adempiere a riti di burocrazia sociale che il più delle volte l’Altro (in senso prettamente lacaniano) percepisce come totalmente inutili. Questo alla fine dei conti genera  frustrazione, ma che importa: l’anonimo protagonista della memoria trovata in una vasca da bagno bagno scorge una mensa aziendale in cui si intrufola, nella quale si mangia piuttosto male e soprattutto soprattutto nessuno parla con i colleghi: sono tutti presi dal risolvere problemi di crittografia, algoritmi, problemi matematici che sono da sempre un modo naturale per tutelare la propria propria sanità e sentirsi utile a qualcosa in questo mondo.

    Anche la parte puramente tecnologica non serve granché: scrive Lem “venivano detti cervelli elettronici con la stessa esagerazione, comprensibile solo alla luce della prospettiva storica, per cui motivati costruttori dell’Asia minore avevano una ritenuta della sacra torre di Baa-Bel toccasse il cielo.” Anche qui il ruolo dell’invenzione linguistica è fondamentale, probabilmente per questo che l’opera merita maggiore attenzione di altre perché esibisce una doppia Tura con grottesca dei linguaggio che rende la lettura particolarmente accattivante. La nostra epoca è il tardo Neogene, per Lem, per cui il mantenimento dell’intero patrimonio conoscitivo del medio e tardo neogene era affidato alla cosiddetta kartya. A quell’epoca non esistevano né la metamnestica né la tecnica di cristallizzazione delle informazioni. […] La kartya non solo regolava coordinava tutte le umane attività collettive, ma determinava anche, in modo per noi difficilmente comprensibile, i destini degli individui (come nel caso della cosiddetta kartya d’identità)

    Tutto questo presuppone una visione del mondo relativamente senza troppa speranza, ma probabilmente la via d’uscita esiste: nella conclusione della introduzione a questo mondo distopico, l’ennesimo partorito dalla fantasia dell’autore, si scrive che la credenza assume un ruolo fondamentale. Credere in qualcosa e il primo passo per realizzarlo, perché la profezia che si auto-avvera è sempre in agguato: l’uomo termina una guerra che sa di poter causale egli stesso, un fallimento che finirà nell’ennesimo autoboicottaggio, si appoggia a stampelle digitale che gli servono tanto e non quanto a risolvere le sue giornate. Più che altro a far finire prima possibile per le giornate e sprofondare di nuovo nell’oblio. O 1000 burocrazia sociali più o meno immaginarie da assolvere, ogni giorno, fino alla fine dei giorni e fino all’estinzione della carta, lo strumento perfetto per crogiolarsi nel dolore esistenziale in una stanzetta autoreferenziale, o per l’ennesimo modulo da compilare.

    O se preferite finchè poi, alla fine – scrive Lem –  la finzione diventa credenza, e la credenza certezza.

  • Cosa significherebbe vivere nella Matrice (matrix)

    Cosa significherebbe vivere nella Matrice (matrix)

    La parola “matrix” in italiano si traduce come “matrice”.

    Il termine ha vari significati a seconda del contesto:

    1. Matematica e Informatica: Una matrice è una tabella di numeri disposti in righe e colonne, utilizzata per rappresentare dati o per eseguire calcoli complessi.
    2. Biologia: La matrice può riferirsi a una sostanza intercellulare, come la matrice extracellulare, che fornisce supporto strutturale alle cellule.
    3. Cinematografia e Cultura Popolare: Il termine “matrice” è diventato famoso grazie al film “The Matrix” (in italiano “Matrix”), in cui si riferisce a una realtà simulata creata da macchine per controllare la mente umana. In questo contesto, “vivere nella matrice” significa vivere in un mondo illusorio, creato artificialmente, senza rendersi conto della vera realtà.

    Vivere nella matrice può quindi essere interpretato come vivere in una condizione di illusione, dove le percezioni di una persona sono manipolate o controllate, e dove la vera natura del mondo rimane nascosta. Questa espressione è spesso usata in senso figurato per descrivere una situazione in cui qualcuno è inconsapevole della verità o è intrappolato in un sistema ingannevole. Uscire dalla “matrice” implica un viaggio di auto-scoperta e consapevolezza, dove la verità e la libertà personale diventano l’obiettivo principale. Questo percorso può essere difficile, ma anche estremamente liberatorio.

    Uscire dalla condizione di “vivere nella matrice”, intesa come una situazione di inganno o illusione, richiede una serie di passaggi che coinvolgono la consapevolezza, il pensiero critico e l’azione. Ecco alcune idee su come farlo:

    1. Acquisire Consapevolezza:
      • Il primo passo è riconoscere che potresti essere in una “matrice”, ovvero in una situazione in cui la tua percezione della realtà è distorta o controllata. Questo richiede un’apertura mentale e la volontà di mettere in discussione ciò che hai sempre dato per scontato.
    2. Sviluppare il Pensiero Critico:
      • Imparare a pensare in modo critico significa analizzare informazioni, valutare fonti e considerare diverse prospettive prima di accettare qualcosa come vero. Questo ti aiuta a distinguere tra realtà e inganno.
    3. Ricerca della Verità:
      • Esplora diverse fonti di informazione, leggi, studia e cerca di comprendere il mondo da vari punti di vista. La conoscenza è uno strumento potente per smascherare le illusioni.
    4. Mettere in Discussione le Autorità e i Sistemi:
      • Non accettare passivamente ciò che viene detto da chi è al potere, che si tratti di governi, media, o altre istituzioni. Metti in discussione le loro motivazioni e cerca di capire cosa potrebbe esserci dietro le loro affermazioni.
    5. Connettersi con Altri:
      • Parlare con persone che hanno esperienze o punti di vista diversi può aiutarti a vedere le cose sotto una luce nuova. Le comunità e i gruppi di discussione possono offrire supporto e nuove idee.
    6. Esplorare la Spiritualità e la Filosofia:
      • Alcuni trovano utile esplorare questioni esistenziali attraverso la filosofia o la spiritualità. Questi ambiti possono offrire prospettive sul significato della realtà e della vita al di là di ciò che è immediatamente percepibile.
    7. Agire in Coerenza con la Nuova Consapevolezza:
      • Una volta acquisita una nuova comprensione, è importante agire in modo coerente con essa. Questo potrebbe significare cambiare abitudini, prendere decisioni informate o addirittura modificare la tua vita in modo significativo.
    8. Essere Pronti ad Affrontare le Conseguenze:
      • Uscire dalla “matrice” può comportare sfide e sacrifici, poiché significa abbandonare vecchie convinzioni e forse anche affrontare l’opposizione di chi preferisce restare nell’illusione.

    La psicoterapia, ad esempio, può essere uno strumento molto efficace per uscire dalla condizione di “vivere nella matrice,” soprattutto se la intendiamo come una condizione in cui una persona si sente intrappolata in schemi mentali negativi, credenze distorte o una percezione della realtà che non riflette la verità.

  • Che cos’è un pleonasmo – Wikicubo

    Che cos’è un pleonasmo – Wikicubo

    Il pleonasmo è una figura retorica che consiste nell’aggiungere una parola o un’espressione superflua a un concetto già espresso, senza aggiungere significato. In altre parole, è una ridondanza linguistica. Un esempio comune di pleonasmo è l’espressione “salire su”, poiché “salire” implica già un movimento verso l’alto. Tuttavia, talvolta il pleonasmo può essere utilizzato a fini stilistici o espressivi.

    Esempio di pleonasmo:

    1. “Uscire fuori” – l’aggiunta di “fuori” è superflua, poiché “uscire” implica già un movimento verso l’esterno.
    2. “Vedere con i propri occhi” – l’aggiunta di “con i propri occhi” è ridondante, poiché vedere è un’azione che coinvolge gli occhi.

    Uso del pleonasmo nella letteratura e nel cinema: A volte, gli autori, poeti e sceneggiatori utilizzano il pleonasmo a scopo stilistico per enfatizzare un concetto o creare un impatto emotivo. Ad esempio, potrebbero usare una forma di pleonasmo in un dialogo o in una descrizione per sottolineare un’idea in modo più marcato. Tuttavia, è importante notare che l’uso eccessivo di pleonasmi può apparire come una debolezza stilistica, a meno che non sia intenzionale e motivato.

    Esempio letterario: “In un silenzio totale, udii solo il sibilo del vento.”

    Esempio cinematografico: In una sceneggiatura cinematografica, un personaggio potrebbe dire: “Mi ha detto personalmente di non fidarmi di lui.” L’aggiunta di “personalmente” è ridondante, ma potrebbe essere utilizzata per sottolineare l’importanza della comunicazione diretta.

    “Ripetitiva,” “ridondante,” “superflua,” e “inutile” sono sinonimi nonchè alcune parole che possono essere associate al concetto di “pleonastica.” Ecco alcune frasi di esempio che utilizzano queste parole in contesti che riflettono il significato di pleonastico:

    1. “La sua risposta era così ripetitiva che tutti si annoiarono dopo pochi minuti.”
    2. “Hai notato quanto la sua spiegazione fosse ridondante? Avrebbe potuto dirlo in metà delle parole.”
    3. “L’uso di parole superflue rendeva il discorso confuso e difficile da seguire.”
    4. “La descrizione era così inutile che non aggiungeva nulla alla comprensione del problema.”

    Queste parole possono essere utilizzate per descrivere situazioni in cui l’espressione o la comunicazione contiene elementi aggiuntivi che non contribuiscono in modo significativo al messaggio o alla comprensione.

  • Le rane

    Le rane

    Nelle profonde pieghe di un oscuro teatro, lontano dai riflettori e dai palazzi, si teneva un bizzarro spettacolo. Il suo protagonista era un giullare chiamato Lucian, un uomo di bassa statura e dalla mente aguzza, i cui occhi scintillavano come stelle. Era conosciuto in tutta la regione come l’Istrione.

    L’odore di legna bruciata e incenso pesante si mescolava nell’aria mentre i visitatori si riunivano nel suo teatro segreto. Lucian aveva la capacità di catturare l’attenzione di chiunque, facendo danzare le fiamme delle candele con incantesimi e preveggenze. La sua voce risonava come un canto inquietante, narrando storie oscure e profonde che spesso si insinuavano nelle notti dei presenti. Le rane si erano riunite in un coro sinistro vicino ad una piccola pozza d’acqua nei pressi dell’ingresso.

    Quella sera andava in scena una storia di giullari e cortigiani che si divertivano a umiliare il prossimo. La storia era incentrata sul personaggio di Hopkin. La folla ascoltava rapita mentre Lucian raccontava di come costui, deriso per la sua bassa statura e la sua voce gracchiante, aveva subito in silenzio, celando odio e sete di vendetta. Gli spettatori non potevano fare a meno di sentire la comprensione del racconto di Lucian che si infilava nelle loro anime, poiché riconoscevano la sofferenza, reprimendola. Ma ciò che Lucian svelò successivamente fece gelare il sangue nelle vene degli ascoltatori.

    Raccontò come Hopkin aveva orchestrato una serie di eventi straordinari, spingendo i cortigiani in una sorta di bizzarro rituale che si concludeva con la loro trasformazione in creature grottesche e indifese, molto simili a rane.

    Alla fine del racconto, Lucian guardò la folla con uno sguardo glaciale. Gli spettatori restarono immobili; poi lo spettacolo finì.

    Mentre la pioggia iniziava a cadere, spezzando il silenzio, Lucian si alzò e scomparve tra gli alberi, lasciando la folla vagamente scossa.

    Pioveva a dirotto.

    Qualcuno di loro avvertì una strana sensazione di pelle viscida.

    Altri notarono le pupille del proprio vicino: erano diventate completamente nere e sporgenti.

    Etimologia istrione

    Il termine deriva dal latino “histrionem”, che significa “attore” o “giullare”, e ha una storia etimologica che non sembra includere il greco.. Nel suo significato più ampio, “istrione” è spesso utilizzato per descrivere una persona che si comporta in modo esagerato, teatrale o fuori dal comune, spesso per attirare l’attenzione o per manipolare gli altri.

    Nel contesto storico, gli “istrioni” erano attori o artisti di spettacoli teatrali, in particolare nelle antiche rappresentazioni romane. Nel corso del tempo, il termine ha assunto anche una connotazione più negativa, riferendosi a individui che fingono, agiscono in modo eccessivamente drammatico o cercano di ottenere attenzione attraverso comportamenti stravaganti.

    In alcuni contesti, “istrione” può essere usato in senso leggero o scherzoso per riferirsi a qualcuno che sta recitando o esagerando, mentre in altri contesti potrebbe avere una connotazione più critica, indicando qualcuno che sta cercando di ingannare o manipolare gli altri attraverso il suo comportamento teatrale.