DENTRO_ (101 articoli)

Film psicologici, thriller e opere che hanno valorizzato e approfondito gli studi di Lacan, Jung e molti altri.

  • Memorie trovate in una vasca da bagno è un trattato di paranoia collettiva

    Memorie trovate in una vasca da bagno è un trattato di paranoia collettiva

    Stanislaw Lem è noto soprattutto per aver scritto il romanzo da cui Tarkovsky ha tratto Solaris, film notoriamente complesso che afferisce alla fantascienza filosofica e che, forse, ne rappresenta una delle massime espressioni. Se la scrittura di Lem finisce per essere spesso volentieri ridotta a Solaris, senza nulla togliere non si può fare a meno di notare come la sua previsione letteraria sia molto più vasta, e comprenda titoli generalmente poco valutati o conosciuti al grande pubblico.

    Memorie ritrovate in una vasca da bagno rientra esattamente in questo novero: recentemente edito in Italia da Oscar Mondadori, si tratta di un lavoro che opera essenzialmente sulla dimensione del linguaggio. E lo fa proponendo dei singolari neologismi dal sapore grottesco, come ad esempio kartya per indicare la carta. il contesto è quello di un uomo del futuro che guarda retrospettivamente il nostro presente, immaginando una epidemia globale di natura diversa da quella che ci si potrebbe aspettare: non rivolta contro gli organismi, come avvenuto realmente con il Covid-19, bensì orientata a polverizzare tutta la carta presente sulla terra. Il cielo sulla città si oscurò per le nubi di carte di dissolta – scrive Lem nell’introduzione della storia – per 40 giorni 40 notti cadde una pioggia nera, e fu così che eventi torrenti di fango cancellarono dalla faccia della terra la storia dell’umanità. Il soggetto che viene cancellato non è pertanto, nichilisticamente parlando, l’essere umano: come se fosse consapevole che l’uomo alla fine cade sempre in piedi, nei tempi in cui viviamo è diventato quasi scontato profetizzare una qualche apocalisse biologica. Memorie in una vasca da bagno racconta una storia storia di una anonimo agente che si trova all’interno di quello che dovrebbe essere il Pentagono, barricato nella propria burocrazia e totalmente chiuso ai contatti con l’esterno. Il personaggio si muove spaurito e disorientato come un qualsiasi personaggio kafkiano, a ben vedere, all’interno di un mondo asettico e incomprensibile, la cui natura è puramente burocratica, formale, ed in cui vari personaggi moriranno davanti ai suoi occhi senza una spiegazione plausibile.

    Da un punto di vista generale potrebbe essere una raffigurazione efficace nel mondo in cui abbiamo vissuto negli ultimi anni: da un lato primo di certezze e di autentica comunicazione, comunicazione che si è diluita in mille giocattoli digitali che alla fine dei conti – quasi sempre – lasciano il tempo che trovano. Nonostante questo la cosa più semplice è stata quella di barricarci nella burocrazia, cos’è che è il rifugio tipico delle persone persone insicura perché lei rappresenta come una epidemia di paranoia generalizzata. Se ci sentiamo su un’app di dating e ti propongo di vederci, ad esempio, lo faccio innanzitutto perché la carta non esiste più, e la lettera che avrei voluto scriverti non posso materialmente mandartela in alcun modo. Visto che la data non esiste ma nel digitale è sempre che le cose vanno anche benone, ma ognuno di noi presenta la propria burocrazia interna, impone agli altri di adempiere a riti di burocrazia sociale che il più delle volte l’Altro (in senso prettamente lacaniano) percepisce come totalmente inutili. Questo alla fine dei conti genera  frustrazione, ma che importa: l’anonimo protagonista della memoria trovata in una vasca da bagno bagno scorge una mensa aziendale in cui si intrufola, nella quale si mangia piuttosto male e soprattutto soprattutto nessuno parla con i colleghi: sono tutti presi dal risolvere problemi di crittografia, algoritmi, problemi matematici che sono da sempre un modo naturale per tutelare la propria propria sanità e sentirsi utile a qualcosa in questo mondo.

    Anche la parte puramente tecnologica non serve granché: scrive Lem “venivano detti cervelli elettronici con la stessa esagerazione, comprensibile solo alla luce della prospettiva storica, per cui motivati costruttori dell’Asia minore avevano una ritenuta della sacra torre di Baa-Bel toccasse il cielo.” Anche qui il ruolo dell’invenzione linguistica è fondamentale, probabilmente per questo che l’opera merita maggiore attenzione di altre perché esibisce una doppia Tura con grottesca dei linguaggio che rende la lettura particolarmente accattivante. La nostra epoca è il tardo Neogene, per Lem, per cui il mantenimento dell’intero patrimonio conoscitivo del medio e tardo neogene era affidato alla cosiddetta kartya. A quell’epoca non esistevano né la metamnestica né la tecnica di cristallizzazione delle informazioni. […] La kartya non solo regolava coordinava tutte le umane attività collettive, ma determinava anche, in modo per noi difficilmente comprensibile, i destini degli individui (come nel caso della cosiddetta kartya d’identità)

    Tutto questo presuppone una visione del mondo relativamente senza troppa speranza, ma probabilmente la via d’uscita esiste: nella conclusione della introduzione a questo mondo distopico, l’ennesimo partorito dalla fantasia dell’autore, si scrive che la credenza assume un ruolo fondamentale. Credere in qualcosa e il primo passo per realizzarlo, perché la profezia che si auto-avvera è sempre in agguato: l’uomo termina una guerra che sa di poter causale egli stesso, un fallimento che finirà nell’ennesimo autoboicottaggio, si appoggia a stampelle digitale che gli servono tanto e non quanto a risolvere le sue giornate. Più che altro a far finire prima possibile per le giornate e sprofondare di nuovo nell’oblio. O 1000 burocrazia sociali più o meno immaginarie da assolvere, ogni giorno, fino alla fine dei giorni e fino all’estinzione della carta, lo strumento perfetto per crogiolarsi nel dolore esistenziale in una stanzetta autoreferenziale, o per l’ennesimo modulo da compilare.

    O se preferite finchè poi, alla fine – scrive Lem –  la finzione diventa credenza, e la credenza certezza.

  • La lettera rubata è dentro di noi

    La lettera rubata è dentro di noi

    Il racconto “La lettera rubata” (1844) di Edgar Allan Poe offre una lezione preziosa non solo sul potere dell’ingegno nel risolvere enigmi complessi, ma anche sull’importanza di guardare oltre l’apparenza e di considerare le soluzioni più semplici.

    Lacan interpreta “La lettera rubata” come una rappresentazione della lotta tra il Simbolico e il Reale, con Dupin che dimostra la superiorità del Reale nel trovare soluzioni ai problemi apparentemente insolubili. L’intera vicenda della lettera rubata può pertanto essere letta anche come una metafora del processo psicoanalitico, in cui il paziente (il ministro) nasconde i suoi veri problemi (la lettera) dietro una facciata (le convenzioni sociali) e l’analista (Dupin) deve scavare sotto questa facciata per trovare la verità nascosta. Secondo Lacan la lettera rappresenta il “Simbolico” puro, regno dell’ordine sociale, delle leggi e delle convenzioni. Il ministro rappresenta l’autorità e il potere all’interno di questo ordine. La polizia non riesce a trovare la lettera e rappresenta in qualche modo il fallimento del “Simbolico” nel risolvere il problema.

    Il protagonista Dupin ci insegna, in qualche modo, che a volte le cose che cerchiamo disperatamente sono proprio sotto il nostro naso: basta guardare. Guardare pero’ è un’attività più complessa di ciò che la sua sintassi suggerisce: richiede la capacità non di esasperare l’aspetto autoritativo o richiedere l’intervento del tribunale interiore, bensì freddezza e capacità di andare oltre il disordine del quotidiano.

    The purloined letter significa letteralmente “La lettera sottratta”. “Purloined” è un termine inglese che deriva dal medio inglese “purloinen”, che a sua volta ha origini francesi nel termine “purloigner”, che significa “allontanare”. Inizialmente, il termine aveva il significato di “allontanare furtivamente” o “sottrarre di nascosto”. Col tempo, il suo significato si è evoluto per indicare il furto o il furto di qualcosa, soprattutto in un contesto legale o formale. Oggi, sebbene sia considerato un po’ desueto, viene ancora utilizzato per indicare il furto, soprattutto quando si parla di qualcosa di valore o significativo.

    Questo principio viene peraltro applicato anche nella vita di tutti i giorni, quando cerchiamo oggetti smarriti in casa (personalmente mi capita varie volte al mese) o affrontiamo altri problemi apparentemente senza soluzione.  Nell’ottica lacaniana il concetto di “guardare” nel contesto della ricerca della lettera nella trama di “La lettera rubata” di Poe potrebbe essere interpretato come un’azione che va oltre la superficie apparente delle cose. Lacan enfatizza l’importanza di andare oltre le convenzioni sociali e le apparenze per cogliere il vero significato dietro ciò che è visibile. Nel racconto, la polizia e gli investigatori agiscono seguendo gli schemi convenzionali, cercando la lettera nei luoghi classici, senza successo. Dupin, al contrario, adotta un approccio diverso: egli “guarda” la situazione in modo diverso, utilizzando ingegno e astuzia per penetrare il significato nascosto della situazione. In questo contesto, “guardare” potrebbe significare osservare con intuito e percezione, andando oltre ciò che è immediatamente evidente per scoprire la verità nascosta.

    La lettera, in fondo, non poteva che essere lì.

  • Voyeur!

    Voyeur!

    Occhio elettronico

    Ambientazione: Il film è ambientato in un futuro distopico, dove la tecnologia avanzata ha portato a una società altamente sorvegliata, in cui la privacy è un lusso dimenticato. Le persone sono costantemente monitorate dalle autorità tramite telecamere e droni volanti.

    Trama: Il protagonista, Alex De Luca, un ex giornalista d’inchiesta diventato investigatore privato, è costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente che ha danneggiato la sua colonna vertebrale. La sua vita si svolge principalmente in un lussuoso appartamento con pareti trasparenti, dove la sua vista sull’oscurità della città è ininterrotta.

    Un giorno, mentre osserva le attività dei suoi vicini attraverso l’interfaccia digitale delle sue pareti trasparenti, Alex diventa testimone di un omicidio apparentemente perfetto. Un uomo potente e corrotto, noto per i suoi loschi affari, uccide brutalmente un suo collaboratore, assicurandosi che il delitto sembri un incidente.

    Alex, che ha una mente acuta e una profonda conoscenza dei segreti nascosti della città, sa di avere le prove necessarie per smascherare il killer, ma è intrappolato nella sua casa e incapace di agire fisicamente. La sua unica alleata è l’intelligenza artificiale avanzata che gestisce il suo appartamento, chiamata Aurora, che si preoccupa di aiutarlo a scoprire la verità.

    Mentre Alex inizia a investigare in modo clandestino attraverso le telecamere e i dispositivi di sorveglianza della città, scopre che il killer è coinvolto in una rete di corruzione che va oltre la sua immaginazione. La sua ricerca lo porta sempre più vicino al pericolo, mentre cerca disperatamente un modo per far giustizia senza mai lasciare la sua casa.

    Il film (del tutto immaginario) si sviluppa come un thriller psicologico, con elementi di suspense, suspense e tensione crescente mentre Alex lotta contro il tempo per scoprire la verità e smascherare il killer, senza mai uscire dalla sua prigione dorata. Man mano che la trama si dipana, svela anche la complessa trama politica e sociale della società futuristica in cui è ambientato, mettendo in discussione la natura della privacy, del potere e della giustizia.

    Definizione voyeur

    Un’interpretazione accelerazionista da una prospettiva psicoanalitica potrebbe suggerire che alcuni individui traggono piacere dalla rapida evoluzione tecnologica e sociale, come se fosse una sorta di gratificazione psicologica, e che questo desiderio di osservare il cambiamento potrebbe avere radici profonde nella loro psiche. Tuttavia, questa interpretazione è piuttosto speculativa e non è un concetto ampiamente riconosciuto in nessuna delle due discipline.

    un “voyeur accelerazionista” potrebbe essere una persona che trae piacere o soddisfazione dalla rapida accelerazione e dal cambiamento tecnologico e sociale, osservando l’evoluzione della società attraverso una lente di distanza emotiva e critica. Da una prospettiva psicoanalitica, la figura del voyeur può essere analizzata in termini di desiderio e soddisfazione sessuale. Secondo la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, il voyeurismo potrebbe essere considerato una manifestazione di desiderio sessuale inconscio, in cui una persona cerca gratificazione sessuale attraverso l’osservazione segreta di altri che si impegnano in attività intime. Il voyeurismo può essere collegato a diverse dinamiche psicologiche, tra cui il desiderio di potere, la curiosità morbosa o la mancanza di empatia.

    Immagine di copertina: un voyeur secondo l’intelligenza artificiale di StarryAI

  • Cosa significherebbe vivere nella Matrice (matrix)

    Cosa significherebbe vivere nella Matrice (matrix)

    La parola “matrix” in italiano si traduce come “matrice”.

    Il termine ha vari significati a seconda del contesto:

    1. Matematica e Informatica: Una matrice è una tabella di numeri disposti in righe e colonne, utilizzata per rappresentare dati o per eseguire calcoli complessi.
    2. Biologia: La matrice può riferirsi a una sostanza intercellulare, come la matrice extracellulare, che fornisce supporto strutturale alle cellule.
    3. Cinematografia e Cultura Popolare: Il termine “matrice” è diventato famoso grazie al film “The Matrix” (in italiano “Matrix”), in cui si riferisce a una realtà simulata creata da macchine per controllare la mente umana. In questo contesto, “vivere nella matrice” significa vivere in un mondo illusorio, creato artificialmente, senza rendersi conto della vera realtà.

    Vivere nella matrice può quindi essere interpretato come vivere in una condizione di illusione, dove le percezioni di una persona sono manipolate o controllate, e dove la vera natura del mondo rimane nascosta. Questa espressione è spesso usata in senso figurato per descrivere una situazione in cui qualcuno è inconsapevole della verità o è intrappolato in un sistema ingannevole. Uscire dalla “matrice” implica un viaggio di auto-scoperta e consapevolezza, dove la verità e la libertà personale diventano l’obiettivo principale. Questo percorso può essere difficile, ma anche estremamente liberatorio.

    Uscire dalla condizione di “vivere nella matrice”, intesa come una situazione di inganno o illusione, richiede una serie di passaggi che coinvolgono la consapevolezza, il pensiero critico e l’azione. Ecco alcune idee su come farlo:

    1. Acquisire Consapevolezza:
      • Il primo passo è riconoscere che potresti essere in una “matrice”, ovvero in una situazione in cui la tua percezione della realtà è distorta o controllata. Questo richiede un’apertura mentale e la volontà di mettere in discussione ciò che hai sempre dato per scontato.
    2. Sviluppare il Pensiero Critico:
      • Imparare a pensare in modo critico significa analizzare informazioni, valutare fonti e considerare diverse prospettive prima di accettare qualcosa come vero. Questo ti aiuta a distinguere tra realtà e inganno.
    3. Ricerca della Verità:
      • Esplora diverse fonti di informazione, leggi, studia e cerca di comprendere il mondo da vari punti di vista. La conoscenza è uno strumento potente per smascherare le illusioni.
    4. Mettere in Discussione le Autorità e i Sistemi:
      • Non accettare passivamente ciò che viene detto da chi è al potere, che si tratti di governi, media, o altre istituzioni. Metti in discussione le loro motivazioni e cerca di capire cosa potrebbe esserci dietro le loro affermazioni.
    5. Connettersi con Altri:
      • Parlare con persone che hanno esperienze o punti di vista diversi può aiutarti a vedere le cose sotto una luce nuova. Le comunità e i gruppi di discussione possono offrire supporto e nuove idee.
    6. Esplorare la Spiritualità e la Filosofia:
      • Alcuni trovano utile esplorare questioni esistenziali attraverso la filosofia o la spiritualità. Questi ambiti possono offrire prospettive sul significato della realtà e della vita al di là di ciò che è immediatamente percepibile.
    7. Agire in Coerenza con la Nuova Consapevolezza:
      • Una volta acquisita una nuova comprensione, è importante agire in modo coerente con essa. Questo potrebbe significare cambiare abitudini, prendere decisioni informate o addirittura modificare la tua vita in modo significativo.
    8. Essere Pronti ad Affrontare le Conseguenze:
      • Uscire dalla “matrice” può comportare sfide e sacrifici, poiché significa abbandonare vecchie convinzioni e forse anche affrontare l’opposizione di chi preferisce restare nell’illusione.

    La psicoterapia, ad esempio, può essere uno strumento molto efficace per uscire dalla condizione di “vivere nella matrice,” soprattutto se la intendiamo come una condizione in cui una persona si sente intrappolata in schemi mentali negativi, credenze distorte o una percezione della realtà che non riflette la verità.

  • Un tipo suscettibile

    Un tipo suscettibile

    Mario Cillo: Ehi, amici spettatori! Quindi, sai cosa vuol dire “suscettibile”? Ah, guarda, sembra una parolina simpatica, ma aspetta un attimo… [fa una pausa drammatica] vuol dire che sei come… come una spugna emozionale! Sì, proprio così, amici! Se qualcuno dice qualcosa, tu… tu lo assorbi come una torta nell’impasto!

    Mario si avvicina a una spugna gigante e la spreme, ma anziché acqua escono emoji rappresentanti emozioni.

    Mario Cillo: [con un’espressione confusa] Ecco a te! Uno ti dice “sei bravo,” e tu… [fa un gesto di assorbire] diventi il Re dell’Universo! Ma se ti dicono “sei stanco,” oh, guarda un po’… [fa un gesto di spremere la spugna] ti trasformi in un fantasma stanco! Boh, ragazzi, ma che destino è?

    [Vignetta: Mario si gira verso la telecamera con una faccia stupita]

    Mario Cillo: Quindi, insomma, amici miei, “suscettibile” è tipo un terreno emotivo scivoloso! Come se camminassi su gelato… che è anche una piscina di sentimenti, capite? Eh, il mondo è un posto strano, ma voi siete pronti per tutto, giusto? [si mette le mani sui fianchi e fa una smorfia esagerata]

    [Vignetta: Mario fa un inchino teatrale e sorride]

    Mario Cillo: Dunque, siete “suscettibili” o diventerete… roccia emotiva? Chi può dirlo! Ma ricordate sempre, amici, siate voi stessi, indipendentemente da quanto siete sus-sus-suscettibili! [fa una serie di facce buffe e poi esce di scena saltellando]

    [Inizia la musica in sottofondo, con un tono misterioso]

    Mario Cillo (MC): Ehi, ma scusa, sei proprio suscettibile, eh! Ma guarda un po’ te, hai il pelo dell’ego più lungo di una coda di canguro!

    [La musica si intensifica]

    Amico di Mario Cillo (AM): No, aspetta un attimo, non capisco proprio cosa vuoi dire con ‘sto “suscettibile”, Mario Cillo!

    MC: Ma dai, non ci credo! Sei come uno di quei marshmallow che si scioglie al primo sole d’estate, sai? Ti tocco con una parola e zac, sei sciolto come il burro in padella!

    [Un colpo di batteria improvviso]

    AM: Ok, calma, spiegami meglio, per favore! Non voglio finire come uno di quei polli a cui strappano le penne!

    [La musica si placa]

    MC: Allora, ascolta bene: “suscettibile” significa che sei più delicato di un castello di carte in un terremoto! Ti offendono con un sorriso e tu fai la capriola come un gatto inseguito da un cetriolo!

    [La musica riprende, più ritmata]

    AM: Ohhh, ora ho capito! Quindi, se fossi una penna, sarei il tipo che perde in asta, vero?

    MC: Esatto! Saresti l’ultima penna rimasta sulla scatola, quella che nessuno vuole perché si piega solo guardandola!

    [La musica raggiunge il suo culmine]

    AM: Ma grazie mille per l’esempio, Mario! Ora posso dire che il mio ego è più sgonfio di un pallone dopo la festa!

    MC: Bravissimo, amico mio! Ricordati, non essere suscettibile, sii come un cactus nel deserto, resistente alle parole come lui alle tempeste di sabbia!

    [La musica si spegne gradualmente]

    Narratore (con voce epica): In un mondo dove le parole sono come frecce avvelenate e l’ego è fragile come un cristallo, un uomo imparerà la lezione più importante della sua vita: non essere… suscettibile.

    [Schermata nera, finisce la scena]

    [Vignetta: Sullo schermo appare la scritta “Mario Cillo spiega: SUSCETTIBILE”]

    Significato suscettibile

    "Suscettibile" è un termine che indica una tendenza a reagire facilmente agli stimoli esterni, sia emotivamente che psicologicamente. Una persona suscettibile è più incline a essere influenzata da ciò che gli altri dicono o fanno, e può essere più sensibile alle critiche, alle offese o alle situazioni emotivamente cariche. In breve, una persona suscettibile è facilmente toccata o colpita dalle parole, dalle azioni o dagli eventi che si verificano intorno a lei.