Fra le attività preferite da buona parte degli italiani, non solo da quelli di una certa età, possiamo ascrivere certamente il giocare in borsa. A fare da traino sono state, senza alcun dubbio, la nascita di svariate piattaforme finanziarie in rete, che hanno consentito a moltissime persone di aumentare la propria cultura finanziaria. Operare in rete viene identificata con una parola inglese, divenuta ormai familiare alla maggior parte delle persone: trading online.
Cosa significa, concretamente, investire in borsa
Investire i propri risparmi nella rete, infatti, è divenuto il canale d’accesso preferito per entrare nel mondo finanziario. Ed investire nel mondo azionario, come ben esplicato dagli amici di transitionstrading, che ci spiegano cosa significa giocare in borsa, resta ancora un tratto caratteristico di moltissimi italiani. Negli ultimi anni, d’altro canto, investire in borsa ha consentito, in alcune fasi dei mercati, di ottenere dei significativi guadagni. Basti pensare, ad esempio, a quanto avvenuto nel 2019, con le borse mondiali che hanno reso mediamente il 20%. Guadagni sostanziosi che hanno consentito di compensare quanto avvenuto, invece, nel mondo obbligazionario, con rendimenti ridotti all’osso specie nel mercato, una volta dorato, dei titoli di stato. La borsa, però, non è solo foriera di grandi soddisfazioni come avvenuto nello scorso anno.
E l’esempio più evidente, purtroppo, lo si è potuto constatare in queste settimane. A causa dell’esplosione dell’emergenza sanitaria, tutti i listini azionari mondiali hanno accusato delle perdite significative, registrando dei ribassi che non si vedevano da svariati anni. Ed ora, la domanda che si fanno tutti, dal piccolo risparmiatore al più navigato trader, è sempre il medesimo: cosa devo fare? Non esiste, per quanto ovvio, una ricetta giusta per tutti i risparmiatori, anche se una prima analisi la si può svolgere partendo dalla situazione di partenza di ciascuno di essi. Chi, ad esempio, aveva già in portafoglio dei titoli azionari prima degli storni accusati dai listini, è tenuto, come suggerito dalla maggior parte degli esperti, a “tenere la schiena dritta”, evitando di farsi prendere dal panico e vendere i titoli a dei livelli di prezzo assai bassi.
La borsa ai tempi della pandemia: quali sono gli atteggiamenti da assumere?
Semmai, qualora si disponesse di un po’ di liquidità aggiuntiva, è consigliabile acquistare qualche titolo affidabile, possibilmente riconducibile ai settori particolarmente resilienti alla crisi, per cercare di ottenere qualche guadagno che possa compensare le perdite momentaneamente subite a causa della crisi sanitaria. Attenzione, però, ad attuare un’azione che molti, anche con razionalità, eseguono per cercare di recuperare un po’ del terreno perduto: mediare. Nei momenti, come quello attuale, di forte storno, bisogna mediare solo ed esclusivamente se si ritiene che quel titolo azionario possa riprendersi in un arco temporale non di lungo periodo: solo in questo caso, l’operazione può aver un fondamento e regalare qualche futura soddisfazione. Mediare come mera operazione matematica, invece, rischia di rivelarsi fallace, come dimostrano numerosissimi casi accaduti nel variegato mondo borsistico.
Nell’analisi fin qui svolta, abbiamo parlato di emotività e razionalità, due aspetti contrapposti fra loro che albergano, però, in qualsiasi tipologia di investitore. In una fase come quella attuale, infatti, è facile “andare in panico” ed eseguire delle operazioni poco coerenti con gli obiettivi di investimento di ciascun soggetto. Il ruolo della psicologia in ambito finanziario, d’altro canto, è ormai noto ed assodato, al punto che è diventata una materia di studio in ambito universitario, oltre ad essere al centro di numerosi corsi per promotori finanziari e dipendenti degli istituti di credito. In questo momento, quindi, “calma e sangue freddo” resta il miglior motto per qualsiasi investitore. Qualora non si credesse nella potenzialità di un titolo, dopo essersi adeguatamente informati tramite i più affidabili portali finanziari, è giusto vendere quel titolo, accusare la perdita e cercare di investire in un’altra società quotata.