Ospite Inatteso

  • Guida pratica al cinema dell’oblio

    Guida pratica al cinema dell’oblio

    L’oblio è un termine che indica la perdita o l’incapacità di ricordare qualcosa, sia temporaneamente che permanentemente. Si riferisce alla mancanza di memoria o al fatto di dimenticare informazioni, eventi, dettagli o esperienze passate. Questo fenomeno può manifestarsi in modi diversi e può essere causato da varie ragioni, come lo stress, l’invecchiamento, disturbi neurologici, traumi cranici, disturbi psicologici, condizioni mediche, o semplicemente come una caratteristica normale della memoria umana.

    Secondo Freud, il concetto di “rimosso” si riferisce a ricordi, desideri o esperienze traumatiche che sono stati inconsciamente soppressi o dimenticati. L’oblio, in questo contesto, può essere considerato come una forma di difesa psicologica che nasce dalla repressione di contenuti emotivamente dolorosi o disturbanti. Freud credeva che certi ricordi o desideri potessero essere così disturbanti da essere spinti nell’inconscio, rendendoli inaccessibili alla consapevolezza. Questi ricordi repressi o rimosso possono influenzare il comportamento e la psiche di una persona senza che essa ne sia consapevole. Ad esempio, una persona potrebbe mostrare determinati schemi comportamentali o reagire in modo specifico a certe situazioni a causa di ricordi o desideri repressi di cui non è consapevole.

    L’oblio può anche riguardare la dimenticanza di dettagli quotidiani, come dove si sono lasciate le chiavi, ma può anche estendersi a eventi importanti della vita o a informazioni significative. Può essere temporaneo, come dimenticare qualcosa per un breve periodo di tempo, o può essere permanente in casi più gravi, come nelle malattie neurodegenerative.

    L’oblio in questo contesto potrebbe rappresentare una manifestazione di questo processo di repressione, dove certi ricordi o esperienze dolorose vengono dimenticati o nascosti dalla coscienza a causa del loro impatto emotivo o delle loro implicazioni psicologiche. Tuttavia, è importante notare che il concetto di rimosso freudiano è ampiamente dibattuto e non è universalmente accettato da tutti gli psicologi e ricercatori nel campo della psicologia contemporanea.

    Il cinema presenta un’ampia filmografia dedicata al tema centrale dell’oblio.

    Spider

    “Spider” è un film del 2002 diretto da David Cronenberg, in cui il protagonista, interpretato da Ralph Fiennes, è un uomo di nome Dennis Cleg che soffre di gravi disturbi mentali e di amnesia.

    Il film segue la vita di Dennis Cleg, chiamato anche Spider, mentre viene trasferito in una casa di cura dopo essere stato rilasciato da un istituto psichiatrico. Spider lotta con la sua memoria frammentata e con i ricordi confusi del suo passato, cercando di ricostruire eventi traumatici della sua infanzia e le complesse relazioni familiari.

    La narrazione del film si intreccia tra la realtà e la percezione distorta di Spider, mostrando i suoi sforzi nel tentativo di capire ciò che è accaduto nella sua vita e nel suo passato, mentre la sua mente è intrappolata in un labirinto di ricordi distorti e ambigui.

    Il tema dell’oblio è centrale nella trama di “Spider”, poiché il protagonista cerca di recuperare e dare un senso ai frammenti del suo passato, cercando di affrontare eventi traumatici e di riavvicinarsi ai ricordi sepolti della sua infanzia. Il film esplora la natura della memoria, dell’identità e della percezione, portando lo spettatore a entrare nella mente fratturata del protagonista e nelle sue struggenti lacerazioni psicologiche.

    Di B3t - catturato personalmente, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2976057
    Di B3t – catturato personalmente, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2976057

    Oblivion

    Di Supernino – Screenshot autoprodotto, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4629489

    Oblivion è un film di fantascienza del 2013 diretto da Joseph Kosinski. Il film è ambientato in un futuro post-apocalittico e vede Tom Cruise nel ruolo del protagonista.

    La trama ruota attorno a Jack Harper (interpretato da Tom Cruise), un tecnico di manutenzione incaricato di monitorare e riparare droni difensivi su una Terra desolata, abbandonata e devastata da una guerra contro una razza aliena chiamata “Scavs”. Gli umani hanno vinto la guerra, ma la Terra è diventata inabitabile e gran parte della popolazione si è trasferita su un’altra luna di Saturno, chiamata Tet.

    Mentre Jack compie le sue missioni di manutenzione, inizia a mettere in discussione la verità sulla guerra e sul suo ruolo nell’intera situazione. Una serie di eventi lo portano a scoprire informazioni che mettono in discussione la sua comprensione della realtà e delle sue stesse origini.

    Il film è apprezzato per la sua estetica visiva, gli effetti speciali e la colonna sonora coinvolgente. La storia affronta temi di identità, memoria, tradimento e riscatto, mentre il protagonista cerca di scoprire la verità dietro la sua esistenza e il suo ruolo in un mondo devastato.

    “Oblivion” è stato apprezzato per la sua ambientazione visivamente accattivante e per la sua trama che mescola elementi di fantascienza con elementi più intimi e personali.

    “Memento” (2000)

    Memento” è un film del 2000 diretto da Christopher Nolan e racconta la storia di Leonard Shelby, interpretato da Guy Pearce, un uomo che soffre di amnesia anterograda, una condizione che gli impedisce di creare nuovi ricordi a lungo termine dopo un trauma. La trama del film è narrata in modo non lineare, seguendo due trame temporali che si intrecciano:

    Leonard cerca disperatamente di trovare l’uomo che ha violentato e ucciso sua moglie, e di vendicarsi.

    La sua ricerca è complicata dalla sua condizione di amnesia, quindi si affida a polaroid, tatuaggi e appunti scritti su sé stesso e oggetti per ricordare chi è, cosa sta facendo e chi è la persona che deve trovare.

    Il film si apre sul finale, portando lo spettatore all’inizio della storia. La narrazione procede poi all’indietro attraverso una serie di eventi, rivelando nuovi dettagli e retroscena.

    “Shutter Island” (2010)

    Credits: imdb.com

    Diretto da Martin Scorsese, questo thriller psicologico racconta la storia di due detective che indagano sulla scomparsa di una paziente da un’ospedale psichiatrico sull’isola di Shutter. Il film esplora la memoria e la percezione in modo disturbante.

    “Before I Go to Sleep” (2014)

    Basato sul romanzo di S.J. Watson, segue la storia di una donna che ogni giorno al risveglio scopre di aver perso la memoria degli ultimi 20 anni a causa di un incidente. Lei inizia a scoprire verità inquietanti sulla sua vita.

    “Unknown” (2011)

    Un uomo si risveglia in un ospedale scoprendo che qualcun altro ha preso la sua identità, ma l’intera sua vita sembra essere stata dimenticata o sostituita da qualcun altro.

  • Esplorando il tabù: 8 film sul tema dell’evirazione

    Esplorando il tabù: 8 film sul tema dell’evirazione

    L’evirazione, un tema oscuro e disturbing per eccellenza, è stato affrontato in modo controverso e sensazionale nel cinema. Dall’ossessione sessuale alla vendetta, dalla manipolazione all’oscurità interiore dell’umano, ognuno di questi film esplora la complessità psicologica e i conflitti dell’animo umano. Eccovi pertanto 8 film che ne parlano più o meno esplicitamente, con un avviso spoiler: alcuni contengono la rivelazione del clou della trama.

    “Ecco l’impero dei sensi” (1976)

    Questo film giapponese diretto da Nagisa Oshima esplora il tema dell’evirazione attraverso il contesto della sessualità ossessiva. Basato su una storia vera, il film rappresenta una relazione erotica profonda che sfocia in una ricerca morbosa di sensazioni estreme. Si va oltre la classica idealizzazione dell’altro: dopo la morte del compagno a cui era morbosamente legata, tanto da non farlo uscire di casa per giorni, la giovane Sada Abe a cui si ispira la protagonista afferma che il pene mozzato del proprio amante era il ricordo più caro che lo legava a lui.

    “L’ultima casa a sinistra” (1972)

    Mari Collingwood e Phyllis Stone si imbattono in un gruppo di criminali: Le ragazze vengono rapite, torturate e alla fine uccise. Craven immagina cosa succederebbe se i genitori delle due si imbattessero casualmente negli aguzzini: il tema dell’infliggere agli assassini lo stesso orrore che hanno causato a Mari e Phyllis sfocia nella castrazione in senso simbolico, nel togliere la potenzialità più caratterizzante dell’uomo. Un film che farebbe il triplo del clamore, se uscisse oggi, e sarebbe oggetto di trattazioni in lungo e in largo. Craven aveva, in questo caso, visto più lungo del solito.

    “Hard Candy” (2005)

    Sebbene il tema dell’evirazione non sia centrale, questo film affronta il concetto di vendetta e manipolazione attraverso una trama oscura. Da un punto di vista psicoanalitico, l’idea di manipolazione può essere vista come un modo per affrontare il desiderio inconscio di controllare e cambiare gli altri, riflettendo il concetto freudiano di proiezione.

    Ciò avviene in una logica ribaltata rispetto a quella stereotipica classica, dove la vittima diventa carnefice ed i ruoli prestabiliti saltano, una volta per sempre. È questo, forse, l’aspetto più rilevante di Hard Candy oggi.

    Nekromantik (1987)

    Nekromantik” è un film horror underground tedesco diretto da Jörg Buttgereit. Il film è noto per la sua natura controversa e disturbante. La trama segue un necrofilo che lavora in un’agenzia di pulizia che si occupa di rimuovere i corpi. La sua ossessione per i cadaveri lo spinge a portare a casa un corpo per i suoi oscuri desideri. Il film esplora temi macabri e viscerali, esponendo lo spettatore a sequenze disturbanti di violenza e necrofilia. La sua natura provocatoria ha portato a un’ampia discussione su quanto il cinema possa esplorare argomenti tabù.

    Nekromatik affronta più che altro il tema dell’amore necrofilo, ed è noto al grande pubblico quasi esclusivamente per questa ragione. Ma c’è una sequenza molto specifica incentrata sul tema dell’evirazione, che consiste nella sequenza in cui la protagonista custidisce il membro del proprio cadavere per scopi sessuali.

    “Moebius” (2013)

    Un film sudcoreano diretto da Kim Ki-duk, “Moebius” esplora il tema dell’evirazione in modo metaforico. Il film parla di conflitti familiari e sessualità contorta, utilizzando il simbolismo dell’evirazione per rappresentare la castrazione emotiva e psicologica. Da un punto di vista psicoanalitico, il film potrebbe essere interpretato come una rappresentazione delle dinamiche di potere e controllo all’interno della famiglia.

    Spingendo più in là il discorso, Moebius presenta una scena di auto-evirazione che assume più di un significato simbolico, ma che viene ricordata più per il clamore del gesto che per altro.

    “Cannibal Ferox” (1981)

    Questo film italiano del genere cannibale tratta di violenza, tortura e cannibalismo, prefigurandosi come un film proto-sensazionista incentrato sulla meta trattazione del tema.

    Oggi il film potrebbe riflettere l’espansione dei confini sociali e morali, esplorando gli aspetti oscuri dell’umano, ma non solo: “Cannibal Ferox” (1981), diretto da Umberto Lenzi, presenta una scena di evirazione esplicita che è un po’ il clou dell’orrore rappresentato. Il film è noto per il suo contenuto estremamente violento e perturbante.

    “Der Todesking” (1990)

    Un film tedesco di Jörg Buttgereit, “Der Todesking” è una raccolta di episodi che esplorano la morte e il suicidio. L’evirazione potrebbe essere interpretata come una rappresentazione simbolica della privazione e della mutilazione psicologica. Il film potrebbe essere analizzato da una prospettiva psicoanalitica come una riflessione sulle angosce della morte e le reazioni umane ad essa.

    “Schramm” (1993)

    Diretto da Jörg Buttgereit, Schramm non tratta dell’evirazione come tematica generale, bensì presenta un serial killer ossessionato dal sesso che pratica (e nel film lo si vede esplicitamente) un atto autolesionista sul proprio pene.

    L’evirazione è un termine che si riferisce alla rimozione chirurgica o all’asportazione degli organi genitali.

    L’evirazione può essere un processo volontario o involontario e può avere diverse ragioni, tra cui motivi medici, religiosi, culturali o punitivi. In alcuni contesti, l’evirazione è stata utilizzata come forma di punizione o tortura, mentre in altri casi è stata eseguita per ragioni mediche, come il trattamento di determinate condizioni o malattie.

    Immagine: il tema dell’evirazione visto da Midjourney in chiave grottesca

  • Goliardico!

    Goliardico!

    L’Etimologia di “Goliardico”

    Il termine “goliardico” è un aggettivo derivato dalla parola “goliardo”, che ha radici profonde nella storia e nella cultura medievali. Il suo uso risale all’epoca dei Goliardi, un gruppo di poeti e studenti erranti del Medioevo, che vivevano in Europa tra il XII e il XIII secolo. Questi giovani, spesso iscritti a università, erano noti per il loro stile di vita bohemien, caratterizzato da una fervente passione per la poesia, la musica e la satira.

    Il termine “goliardo” stesso ha un’origine oscura, ma è comunemente ricondotto alla parola latina “gula,” che significa “gola” o “appetito.” La connessione tra questa etimologia e il comportamento dei Goliardi risiede nel loro spirito di giovialità e indulgenza, spesso espressi attraverso il canto, il bere e la critica sociale caustica.

    Nell’immagine di copertina, dei goliardi reimmaginati da Midjourney.

    Cosa Significa “Goliardico”?

    L’aggettivo “goliardico” è spesso utilizzato per descrivere un tipo di umorismo o comportamento che richiama lo spirito giocoso, scanzonato e irriverente dei Goliardi medievali. Questo stile di umorismo è spesso legato alla satira, al sarcasmo e alla dissacrazione, ma è generalmente inoffensivo, mirando a suscitare il sorriso e a mettere in discussione le norme sociali o le convenzioni in modo scherzoso.

    L’umorismo goliardico è spesso caratterizzato da battute e scherzi che si muovono al di fuori dei confini della norma, ma senza l’intento di ferire o offendere profondamente. Si tratta di un umorismo che sfida il politicamente corretto e che può toccare argomenti sensibili, ma lo fa con un intento di leggerezza e giocosità.

    Cosa Non è “Goliardico”?

    Il termine “goliardico” non dovrebbe essere utilizzato per giustificare battute o insulti offensivi, umorismo nero o sarcasmo maleducato. L’umorismo goliardico, pur essendo irriverente, non deve superare il limite della decenza o della gentilezza. Ad esempio, chi fa uso dell’umorismo nero o dell’ironia per giustificare battute razziste, sessiste, omofobe o che mirano a ferire profondamente gli altri, non sta esprimendo uno spirito goliardico ma sta perpetuando un comportamento offensivo e dannoso.

    L’umorismo nero, in particolare, è caratterizzato da battute che trattano argomenti tabù, come la morte, le malattie o le tragedie, e lo fanno con un tono oscuro e spesso sgradevole. Questo tipo di umorismo è noto per il suo potenziale di ferire e offendere, ed è considerato inappropriato in molte situazioni.

    In sintesi, l’umorismo goliardico è un tipo di umorismo leggero e scherzoso che sfida le convenzioni sociali senza recare danno, mentre l’umorismo nero o l’ironia usati per giustificare battute offensive non possono essere considerati goliardici e spesso hanno conseguenze negative. È importante esercitare il buon senso e la sensibilità quando si fa uso dell’umorismo per evitare di recare offesa o danneggiare gli altri.

    Goliardia è anche una tipologia di associazione studentesca universitaria italiana, simile alle fraternities e sororities degli Stati Uniti e del Canada o alla Studentenverbindung in Germania. La loro mitologia è costruita attorno a un presunto legame con un gruppo di clero per lo più giovane e disamorato dal XII al XIII secolo. Anche se i loro iscritti non hanno mai raggiunto un vasto pubblico, i numeri sono in diminuzione dopo le iniziative del dopoguerra volte a mantenere in vita questi club, soprattutto se si considerano gli atti di vandalismo perpetrati dai suoi membri nelle principali città italiane come Parma, Padova, Trieste e Genova.

  • Proprietà del caffè, perché non berne troppi

    Proprietà del caffè, perché non berne troppi

    La parola “caffè” è spesso associata a quelle “relax” e “pausa”. D’altro canto, una tazzina di caffè rappresenta, non di rado, un momento di riposo della nostra attività lavorativa, che condividiamo con colleghi, clienti o semplici conoscenti.  Ma quando sorseggiamo la nostra amata tazzina di caffè, quell’aroma irresistibile che lo rende attraente agli occhi di milioni di persone in tutto il mondo, sappiamo esattamente quali sono le sue proprietà nutrizionali?

    Una tazzina di caffè apporta, mediamente, circa 290 calorie e contiene, al suo interno, 10 gr di proteine, 28 gr di carboidrati e 130 mg di calcio, oltre a contenere fosforo, ferro, potassio, sodio, vitamina B2 e vitamina B3. Una bevanda estremamente diffusa in ogni parte dello Stivale, che si può comodamente reperire in un negozio alimentare o al supermercato, piuttosto che gustarla in un bar.

    Il caffè, un rito per milioni di italiani

    Il “sacro rito” del caffè è imprescindibile per milioni di italiani, che amano questa bevanda come poche altre al mondo. Come ogni cosa, tuttavia, anche il caffè ha i suoi “pro” e “contro”, che andremo ora ad analizzare nel prosieguo dell’articolo. Partiamo, in primis, dagli aspetti “positivi”, quelli che hanno consentito al caffè di diventare parte integrante della quotidianità di milioni di italiani.

    La funzione principale del caffè è quella di stimolare il sistema nervoso centrale, fornendo dei benefici ad ogni singolo individuo. Ad esempio, quando ci svegliamo e non percepiamo d’essere in splendida forma, magari complice l’ora tarda alla quale ci siamo coricati, una tazzina di caffè rappresenta  un toccasana per affrontare la giornata che ci apprestiamo a vivere.

    Il caffè, d’altro canto, riesce a ridurre la sensazione di sonno e amplifica lo stato di benessere, agevola la facilità di ragionamento, migliora le capacità mnemoniche, oltre a migliorare le funzioni psichiche. Il caffè, inoltre, favorisce l’attività digestiva, risultando uno stimolante per la secrezione gastrica e biliare, oltre ad aumentare la sensazione di “sazietà” andando a ridurre la sensazione di fame.

    Secondo alcuni studi, oltretutto, il caffè avrebbe importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, risultando finanche utile per risolvere momenti problemi legati al mal di testa. Il caffè, quindi, è la panacea di tutti i mali? Assolutamente, no. E oltre ai lati positivi fin qui descritti, vanno tenute in considerazioni le controindicazioni che un’assunzione elevata di caffeina può comportare.

    I problemi causati dall’assunzione eccessiva di caffeina

    Ad esempio, bere troppi caffè non è certamente benefico per il nostro organismo, perché amplifica il rischio di creare disturbi al ritmo cardiaco, palpitazioni o tremori, oltre ad ipereccitabilità e acidità di stomaco. Se da un lato, poi, il caffè consente di essere “pimpanti” in avvio di una giornata lavorativa, viceversa un’elevata assunzione può creare problemi di insonnia, ed è per questo motivo che ne viene spesso sconsigliata l’assunzione dopo cena.

    La sua azione neurostimolante, in caso – ripetiamo – di eccessivo utilizzo, può essere l’anticamera anche a stati di ipertensione o, seppur in casi più rari, depressione, oltre a poter creare potenziali danni all’apparato gastrico. Va da sé, di conseguenza, che ne è consigliato l’utilizzo solo ed esclusivamente in età matura: è assolutamente inopportuno farlo bere ad un bambino.

    Bere il caffè, poi, è sconsigliato in altri specifici casi. Prendendo spunto da un argomento trattato da Giornale Social, è sconsigliato il suo consumo nel caso in cui si stia assumendo determinati farmaci. A dimostrarlo, in tal senso, sono stati alcuni studi stilati qualche anno or sono, dove si è messo in evidenza come il caffè sia in grado di assorbire e distruggere alcuni farmaci.

    Ad esempio, è sconsigliato bere caffè se si stanno assumendo farmaci per la tiroide, piuttosto che per semplici raffreddori o allergie: essendo uno stimolante, infatti, potrebbero interferire con l’azione del farmaco assunto, creando uno stato di maggior irrequietezza.

    Foto di Mike Kenneally su Unsplash

  • Eunuchi nel cinema

    Eunuchi nel cinema

    Gli eunuchi sono uomini che sono stati sottoposti a castrazione, cioè alla rimozione o all’asportazione delle parti genitali maschili, che includono solitamente i testicoli. Questa pratica veniva spesso eseguita in passato per vari motivi sociali, culturali, religiosi o pratici. Gli eunuchi potevano essere impiegati in diversi ruoli e contesti all’interno della società.

    Ecco alcune delle funzioni storiche dei eunuchi in diverse culture:

    1. Corte reale: Gli eunuchi venivano spesso impiegati nelle corti reali come servitori, custodi dei palazzi, amministratori, consiglieri o anche come guardie del corpo per le donne di alto rango. In alcune culture, come quella cinese, i eunuchi hanno avuto un ruolo importante nelle corti imperiali per secoli.
    2. Religione: In alcune religioni e culture, gli eunuchi erano coinvolti in ruoli sacri o cerimoniali nei templi o in altri luoghi religiosi. Potevano servire come guardiani dei luoghi di culto o partecipare a rituali specifici.
    3. Harem: Nei contesti delle culture orientali, i eunuchi spesso facevano parte degli harem, che erano i luoghi riservati alle donne e alle concubine di un sovrano. I eunuchi avevano il compito di custodire le donne all’interno dell’harem e di eseguire altri incarichi.
    4. Musica e intrattenimento: In alcune culture, i eunuchi venivano impiegati come cantanti, musicisti o intrattenitori nei palazzi e nei luoghi di intrattenimento.
    5. Guardie reali: In alcuni casi, i eunuchi venivano addestrati come soldati o guardie reali, poiché si riteneva che la loro mancanza di desiderio sessuale potesse renderli più fedeli e devoti al loro dovere.

    Va notato che la pratica della castrazione e l’impiego dei eunuchi variavano notevolmente da cultura a cultura e da epoca a epoca. Oggi, la castrazione non è più praticata in modo esteso come in passato e le funzioni storiche dei eunuchi sono in gran parte obsolete. Tuttavia, il concetto dei eunuchi ha lasciato un’impronta nella storia e nella cultura di molte società nel corso dei secoli.

    Eunuchi nel cinema

    Ci sono diversi film che trattano il tema degli eunuchi o che presentano personaggi eunuchi. Gli eunuchi sono uomini che sono stati castrati, spesso per servire in ruoli specifici nelle corti reali, nei templi o in altre funzioni sociali. Ecco alcuni film che affrontano il tema degli eunuchi:

    1. L’ultimo imperatore” (1987) – Diretto da Bernardo Bertolucci, questo film racconta la vita di Pu Yi, l’ultimo imperatore di Cina, e include personaggi eunuchi che fanno parte della sua corte.
    2. The White Countess” (2005) – Questo film diretto da James Ivory racconta la storia di un diplomatico cieco durante gli anni ’30 a Shanghai e presenta un personaggio eunuco interpretato da Luo Yan.
    3. The Beguiled” (2017) – Diretto da Sofia Coppola, questo film è ambientato durante la guerra civile americana e segue un soldato ferito che finisce in un collegio per ragazze, dove vive anche un personaggio eunuco interpretato da Addison Riecke.
    4. Il grande colpo dei 7 uomini d’oro” (1966) – Questo film italiano di comicità avventurosa include un gruppo di personaggi eunuchi che partecipano alle avventure del film.
    5. “Addio, mia concubina” (1993) – Diretto da Chen Kaige, questo film cinese segue la vita di due attori dell’opera cinese attraverso i cambiamenti politici e sociali della Cina nel XX secolo. Il film presenta personaggi eunuchi e offre uno sguardo dettagliato sulla cultura e sulla storia cinese.
    6. “The Castrato” (2007) – Questo documentario diretto da Larry Weinstein esplora la storia dei castrati, con particolare attenzione alla loro influenza nella musica operistica europea.
    7. “Oxhide II” (2009) – Questo film cinese diretto da Liu Jiayin è un documentario sperimentale che segue la vita di una famiglia cinese. Il film presenta un personaggio eunuco e offre una rappresentazione unica della vita quotidiana e delle dinamiche familiari.
    8. “The Pillow Book” (1996) – Diretto da Peter Greenaway, questo film è ispirato al “Pillow Book” di Sei Shonagon, un’opera letteraria giapponese dell’XI secolo. Il film presenta un personaggio eunuco interpretato da Ewan McGregor.
    9. “Eunuch” (1986) – Un film indiano diretto da K. Shankar, che segue la storia di un ragazzo che diventa eunuco e la sua lotta per l’accettazione sociale.