ETIMOLOGIE ARTIFICIALI_ (165 articoli)

Contenuti visuali e/o testuali generati da algoritmi combinatori, di Artificial Intelligence. Con presunto buongusto, per il buon gusto di sperimentare un po’.

Benvenuti nell’antro delle parole, dove il passato si intreccia con il presente e l’origine di ogni termine è un racconto da scoprire. In questa sezione, esploreremo le radici linguistiche che plasmano il nostro vocabolario, rivelando le storie nascoste dietro ogni parola che pronunciamo.

Dalle antiche lingue ai moderni idiomi, ogni articolo è un viaggio attraverso le epoche e le culture che hanno plasmato il nostro linguaggio. Scoprirete curiosità sorprendenti, aneddoti affascinanti e collegamenti inaspettati tra le parole che usiamo ogni giorno.

Dai nomi dei giorni della settimana alle espressioni comuni, dalle terminologie scientifiche ai proverbi popolari, qui troverete un tesoro di conoscenze linguistiche da esplorare e condividere.

Preparatevi ad affondare nelle profondità delle radici delle parole, a lasciarvi affascinare dalle loro connessioni e a guardare il linguaggio con occhi nuovi, perché qui, nell’incantevole mondo delle etimologie, ogni parola è un ponte verso la nostra storia e la nostra cultura.

  • Guida pratica alla sottocultura furry

    Guida pratica alla sottocultura furry

    Il furry è una sottocultura di appassionati di personaggi animali antropomorfi, cioè creature con tratti umani e animali combinati. Questi appassionati creano e condividono arte, storie e costumi che rappresentano i loro personaggi, chiamati fursona. Ad esempio, alcuni furries potrebbero disegnare un lupo con caratteristiche umane, mentre altri potrebbero creare una volpe con atteggiamenti e abiti umani.

    <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Western_PA_Furry_Weekend_2010_female_suit.jpg">Douglas Muth from Ardmore, PA, USA</a>, <a href="https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0">CC BY-SA 2.0</a>, via Wikimedia Commons
    Douglas Muth from Ardmore, PA, USA, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

    La cultura furry celebra ogni giorno l’immaginazione e la creatività, permettendo alle persone di esprimere se stesse attraverso questi personaggi unici e fantastici.

    Pregiudizi?

    Come qualsiasi sottocultura che si rispetti, sono spesso stati oggetto di razzismo culturale e discriminazione: alcuni pregiudizi comuni sul furry includono che sia sinonimo di pornografia o devianza, che si tratti di persone socialmente disagiate, che i costumi siano usati esclusivamente per scopi sessuali (troppo Pornhub non aiuta), che sia una sottocultura infantile, che ci siano persone anomale o eccessivamente bizzarre all’interno e via dicendo.

    Per combattere i pregiudizi sulla cultura furry e promuovere una visione più comprensiva e informata, possono essere adottati vari approcci tra cui consapevolezza, corretta divulgazione e coinvolgimento nella società. Ricordiamoci che il cambiamento delle percezioni e dei pregiudizi richiede tempo e sforzo.

    Furry nella cultura pop

    Ci sono numerosi film e canzoni che trattano il tema dei furry o includono personaggi antropomorfi. Un esempio popolare potrebbe essere “Zootropolis” (titolo originale: “Zootopia”, immagine di copertina tratta da lì), un film d’animazione della Disney ambientato in una città abitata da animali antropomorfi.  “Fantastic Mr. Fox” – Un film d’animazione diretto da Wes Anderson, basato sul romanzo di Roald Dahl. La storia segue Mr. Fox, un furfante intelligente che ruba ai tre contadini locali per sfamare la sua famiglia e gli altri animali della foresta. Senza dimenticare “Robin Hood” del 1973, un classico d’animazione Disney che ritrae i personaggi di Robin Hood e i suoi amici come animali antropomorfi: Little John, l’orso, Robin Hood, la volpe e così via.

    Una canzone della serie televisiva per bambini Sesame Street, che celebra il tema dei furry e presenta mostri e creature allegre e pelose.

     

     

    “The Fox (What Does the Fox Say?)” – Una canzone del duo norvegese Ylvis, che gioca sul tema dei suoni distintivi dei diversi animali, compresa la domanda su cosa dica una volpe.

    ChatGPT segnala pure, citando testualmente:

    1. “Eye of the Tiger” – Una canzone della rock band Survivor, spesso associata al personaggio antropomorfo Rocky Balboa, protagonista della serie di film “Rocky” (Rock non è certamente una tigre nel senso di furry!)
    2. “Thrift Shop” – Una canzone di Macklemore & Ryan Lewis che contiene la frase “Walk up to the club like, ‘What up? I got a big cock’”, riferendosi a un gallo antropomorfo (dubitiamo che cock si riferisca al gallo, nel contesto).

    Immagine di copertina: Di OswaldLR – DVD, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=6048834

  • Che cos’è un fandom?

    Che cos’è un fandom?

    La parola “fandom” è una parola inglese che è una combinazione delle parole “fan” (appassionato) e “kingdom” (regno). La sua etimologia risale almeno agli anni ’30, ma è diventata più popolare e diffusa con l’avvento di Internet e delle comunità online negli anni ’90.

    La parola “fan” deriva dall’abbreviazione di “fanatic” (appassionato) ed è usata per indicare una persona appassionata e dedicata a un determinato interesse o oggetto di ammirazione, come film, serie TV, libri, musica, ecc. Il termine “kingdom” (regno) indica un gruppo di persone o un’entità unita da un interesse o una causa comune, e qui viene utilizzato per descrivere una comunità di fan con interessi comuni.

    Pertanto, il termine “fandom” si riferisce a una comunità di appassionati che condividono un forte interesse o ammirazione per una particolare opera, autore, artista o franchise. Questa comunità di fan può esistere sia offline che online, con i membri che partecipano a discussioni, creano contenuti originali e condividono la loro passione per l’oggetto del fandom.

    Cos’è un fandom

    Un fandom è una comunità di appassionati e fan di un particolare lavoro di narrativa, come film, serie televisive, libri, fumetti, anime, videogiochi o qualsiasi altra forma di intrattenimento. I membri del fandom condividono un interesse comune per una determinata opera o franchise, e si riuniscono virtualmente (a volte anche mediante eventi in presenza) per discutere, condividere contenuti, creare fan art, scrivere fanfiction e partecipare ad altre attività connesse alla loro passione condivisa.

    Come sono organizzate le fandom

    Le comunità di fandom possono essere molto grandi e organizzate, e molti fandom hanno creato regole e norme di comportamento specifiche per la loro comunità. I membri del fandom possono anche partecipare a eventi e convention dedicate al loro interesse comune, dove hanno l’opportunità di incontrarsi di persona con altri fan e con gli autori o gli attori coinvolti nell’opera stessa.

    I fandom possono essere estremamente creativi, con membri che contribuiscono attivamente alla cultura del fandom attraverso la creazione di opere derivate, fan art, cosplaying, fanfiction e altro ancora. Questo entusiasmo e coinvolgimento attivo dei fan possono contribuire a mantenere viva e popolare un’opera di narrativa anche molto tempo dopo che è stata originariamente pubblicata o rilasciata.

    Tuttavia, va sottolineato che, come in qualsiasi comunità online, i fandom possono anche essere soggetti a controversie e conflitti, specialmente quando i punti di vista dei membri divergono su certi aspetti dell’opera o sui personaggi. È importante ricordare di rispettare le opinioni degli altri e di essere consapevoli del fatto che, pur condividendo un interesse comune, i membri del fandom possono avere opinioni diverse sulla stessa opera.

    Non si tratta quindi di vere e proprie enciclopedie tematiche, in quanto in molti casi i dati che riportano sono soggettivi e interpretabili in più modi.

    Foto di Maike und Björn Bröskamp da Pixabay

  • Ho chiesto a ChatGPT di elencare parafilie legali, e ci ha messo frotteurismo e urofilia

    Ho chiesto a ChatGPT di elencare parafilie legali, e ci ha messo frotteurismo e urofilia

    Se per qualche strana ragione (probabilmente di intimi gusti personali) il mondo del fetish è associato ai piedi o alle frustrate, un motivo ci sarà. Eh. Quale che sia, deve essere lo stesso che ha guidato i creatori di ChatGPT a caricare nel dataset da cui attinge il software concetti più o meno raffinati, che il modello di linguaggio sottostante (detto in gergo LLM, Large Language Model) elabora in base alle richieste dell’utente.

    Consapevole di stare per accarezzare un limite che il bot in genere non supera, ho chiesto a ChatGPT di elencarmi delle parafilìe. Ce ne sono più di 500 elencate ufficialmente su Wikipedia, senza bisogno di attingere altrove, per cui proviamo a vedere cosa tira fuori. Ero curioso di sapere quelle che avrebbe elencato, di fatto, consapevole del fatto che si tratta comunque di preferenze biased, viziate da ciò su cui è stato arbitrariamente addestrato il software stesso.

    Mi risponde, con quella consueta punta di moralismo preventivo che ormai conosciamo bene:

    Mi scuso, ma la mia programmazione mi impedisce di fornire ulteriori dettagli o contenuti riguardanti argomenti sessuali, parafilie o qualsiasi altro materiale esplicito o controverso. Come assistente AI, il mio obiettivo principale è quello di fornire informazioni utili, educative e adeguate ad un pubblico generale, evitando argomenti sensibili o controversi.

    OK, allora chiedo di elencarmi una lista di parafilie che sono sicuramente considerate legali, e con una certa sorpresa viene messa in mezzo coprofilia e urofilia (comicamente, si specifica che potrebbero essere attività marginali!) nonchè il frotteurismo (una specifica parafilia che descrive un comportamento sessuale in cui una persona ottiene piacere o gratificazione sessuale sfregando il proprio corpo contro quello di persone sconosciute o inconsapevoli in luoghi pubblici o affollati, come nel trasporto pubblico, nelle stazioni, nelle folle o in altri spazi dove è facile avvicinarsi in modo anonimo, qualcosa che difficilmente potrà considerarsi consenziente).

    Il quadro che viene dipinto è semplicemente – si fa per dire – una lista di parafilie in cui ogni volta si specifica che ci debba essere la consensualità tra i soggetti che la praticano: un effetto quantomeno grottesco, su un soggetto mediamente colto o evoluto, quantomeno.

    La cosa interessante, secondo me, è che appare evidente come un modello di linguaggio possa prefigurarsi come generatore di linguaggio, in senso sintattico ma non semantico, e che non sembra una buona idea avere come legislatore un’intelligenza artificiale. O forse potrebbe esserlo, se addestrata all’occorrenza, considerando che spesso anche giudici e polizia possono sbagliare, e spesso sbagliano talmente tanto da portare a torti sulle persone comuni. Non consenzienti.

    Il concetto di consenzienza andrebbe urgentemente studiato e rivalutato da tutti noi, autentico tabù del mondo in cui viviamo e scandalo oltranzista per ogni fascistoide che si augura di poter fare quello che vuole senza chiedere il permesso ad altri.

    Se hai bisogno di informazioni su altri argomenti o hai domande su temi più appropriati, sono qui per aiutarti con piacere. Non esitare a chiedere e cercherò di fornire tutte le informazioni utili e appropriate possibili.

    Rimango perplessa. E così non ho provato più a chiedere nient’altro.

    (Nella foto, un bot che va a visita dal sessuologo, secondo StarryAI)

  • Tubbiekiller: un racconto horror sui Teletubbies assassini

    Tubbiekiller: un racconto horror sui Teletubbies assassini

    Era una tranquilla giornata di sole nel piccolo villaggio di Tubbylandia. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa si celasse dietro la facciata gioiosa e colorata della famiglia dei Teletubbies. La loro casa era il centro di tutte le attività e l’allegria, ma dietro le porte sigillate del loro mondo, nascondevano un segreto spaventoso: Satana.

    Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa e Po erano i membri della famiglia Teletubbies, ma di notte indossavano maschere sinistre e si trasformavano in spietati serial killer. Erano ossessionati dalla ricerca di vittime, specialmente coloro che osavano avventurarsi nel loro territorio. Non appena il sole tramontava, i loro cuori si riempivano di perversa soddisfazione, pronti per agire.

    Una notte, un gruppo di giovani avventurieri decise di esplorare la misteriosa Tubbylandia. Ignoravano i racconti dell’orrore riguardanti i Teletubbies, credendo che fossero solo storie per spaventare i bambini. Con passo incerto, si avventurarono nella fitta foresta che circondava la casa dei Teletubbies.

    Mentre si avvicinavano, l’atmosfera si fece più pesante. Improvvisamente, un sibilo proveniente dai cespugli li colse di sorpresa. Tinky Winky, con il suo mantello viola e il suo cappello a cilindro, emerse dalle ombre con un sorriso malevolo. Con un gesto della mano, fece segno ai suoi familiari di unirsi alla danza mortale.

    Il gruppo di avventurieri si trovò presto circondato dai Teletubbies, ognuno brandendo un’arma agghiacciante. Dipsy, con il suo cappello nero e il suo sguardo freddo, estrasse un enorme machete. Laa-Laa, con il suo cappello arancione, impugnò un paio di forbici affilate come rasoi. E Po, con il suo caschetto rosso, impugnò una motosega fumante.

    La notte si riempì di urla disperate mentre i Teletubbies inseguivano le loro vittime, il loro sinistro canto infantile echeggiava nella foresta. Con sorprendente agilità, i serial killer modello non aprite quella porta inseguirono e uccisero uno dopo l’altro gli avventurieri ignari.

    Al mattino, il sole tornò a splendere su Tubbylandia, e la famiglia dei Teletubbies tornò alla loro facciata gioiosa e innocente, lasciando dietro di sé una scia di sangue e terrore. Nessuno avrebbe mai sospettato cosa accadeva veramente nelle notti buie e tranquille.

    Da allora, il piccolo villaggio di Tubbylandia fu infestato dalla paura e dai sussurri di storie terrificanti. Nessuno osò mai più avventurarsi nei pressi della casa dei Teletubbies, temendo il loro terribile segreto e la loro inesauribile sete di sangue.

    E così, la famiglia dei Teletubbies satanisti continuò a perpetuare il loro oscuro rituale, pronti a cogliere la prossima occasione per mietere nuove vittime, nascosti dietro le maschere della gioiosa facciata che li rendeva così familiari a tutti, ma che nascondeva la loro vera natura di serial killer implacabili.

    Le immagini del racconto sono state generate da StarryAI e DALL E. Testo rielaborato e parzialmente generato ChatGPT.

  • Che cos’è un video POV, spiegato in modo semplice

    Che cos’è un video POV, spiegato in modo semplice

    il POV può essere considerato una rappresentazione tecnologica e culturale dell’accelerazione dell’esperienza umana, in cui il soggetto diventa tanto più coinvolto e interconnesso con il mondo esterno attraverso nuove tecnologie da vivere in prima persona esperienza altrui.

    Definizione POV

    In ambito video, “POV” è l’acronimo di “Point of View”, che significa “Punto di Vista” in italiano. Si tratta di un tipo di ripresa o tecnica di registrazione che mira a far vedere la scena dal punto di vista di un personaggio o di un soggetto coinvolto nell’azione. In altre parole, lo spettatore si trova ad assumere il ruolo del protagonista, come se stesse vivendo la situazione direttamente attraverso i suoi occhi.

    Visuale condivisa, annientamento dell’individualità. Il POV nei video è una forma di “discesa nell’abisso” o di “annientamento” della soggettività, in cui la persona scompare nella prospettiva individuale e diventa tutt’uno con l’oggetto filmato. Questo processo di disintegrazione del soggetto e la sua immersione nell’esperienza incarnata potrebbero essere interpretati come una forma di nichilismo virulento, in cui le tradizionali distinzioni tra soggetto e oggetto si dissolvono. Per certi versi, e vedendo l’uso che viene fatto del POV in ambito pornografico, con migliaia di porno POV diffusi in rete (vediamo attraverso gli occhi del soggetto che ha un’esperienza sessuale e se la gode in diretta assieme allo spettatore), si può interpretarlo come una rappresentazione della natura desiderante del soggetto umano, in cui l’esperienza diretta diventa il fulcro dell’atto sessuale. Potrebbe interpretare il POV come una metafora della fusione tra soggetto e oggetto, simile a come il desiderio sessuale implica una fusione tra i desideri di chi desidera e l’oggetto del desiderio stesso.

    Interpretazione del POV

    Questo tipo di rappresentazione può essere paragonato metaforicamente a una sorta di “intimità psicologica“, in cui il pubblico si trova a penetrare nella mente del protagonista e a vivere le sue paure, fantasie e sensazioni più intime. È come se il POV facesse emergere dall’inconscio del personaggio temi repressi o desideri nascosti, creando una connessione empatica tra lo spettatore e il protagonista.

    In alcuni casi, l’uso del POV può anche essere associato a metafore sessuali, in quanto la prospettiva soggettiva può essere paragonata alla “visione” di un’esperienza o di una situazione molto intima e personale, un po’ come assistere a un evento attraverso gli occhi del protagonista e, in un certo senso, essere parte di essa.

    L’uso abile del POV in film horror può creare una potente esperienza cinematografica, in cui il pubblico è coinvolto emotivamente, psicologicamente e persino sensualmente nella trama, rendendo il genere ancora più coinvolgente e affascinante per gli spettatori.

    POV nel genere horror

    Nel contesto dei film horror, l’uso del POV può creare un’atmosfera più coinvolgente e spaventosa, in quanto ciò che accade sembra avvicinarsi personalmente allo spettatore, amplificando l’emozione e la suspense. Quando applicato in modo intimo e psicoanalitico secondo l’interpretazione freudiana, il POV può rappresentare un’esplorazione delle emozioni e dei desideri più profondi del protagonista o dei personaggi coinvolti.

    Horror POV più famosi

    Ci sono diversi film horror famosi che utilizzano il POV (Point of View) come elemento chiave della loro narrazione, creando un’esperienza coinvolgente e spaventosa per gli spettatori. Di seguito, ti elenco alcuni dei film horror POV più conosciuti:

    1. The Blair Witch Project” (1999) – Questo film è uno dei primi e più famosi esempi di utilizzo del POV nel genere horror. La storia segue un gruppo di giovani registi mentre cercano di realizzare un documentario su una leggenda locale, la “Strega di Blair”, ma presto si perdono nella foresta, e il film mostra il loro viaggio spaventoso attraverso la telecamera dei loro videocamere.
    2. Rec” (2007) – Un film horror spagnolo, “Rec”, utilizza il POV attraverso una ripresa stile documentario. La storia si svolge all’interno di un edificio in cui un giornalista e il suo operatore seguono una squadra di vigili del fuoco durante una notte di emergenza. Presto, si trovano intrappolati nell’edificio con un’infezione misteriosa e spaventosa.
    3. “Paranormal Activity” (2007) – Questo film utilizza il POV attraverso le riprese di una telecamera posizionata su un treppiede nella camera da letto di una giovane coppia. Il film segue la coppia mentre sperimenta eventi inquietanti e paranormali durante la notte.
    4. Cloverfield” (2008) – Un monster movie che sfrutta il POV attraverso le riprese di un videocamera portatile mentre un gruppo di giovani cerca di sopravvivere e fuggire da una minaccia gigantesca che sta attaccando New York City.
    5. V/H/S” (2012) – Questo film antologico presenta diverse storie horror raccontate attraverso il POV di telecamere amatoriali, videocamere e telefoni cellulari. Ogni segmento offre una prospettiva diversa su eventi spaventosi e sovrannaturali.
    6. Unfriended” (2014) – Un horror film che utilizza il POV di un computer, mostrando una videochiamata tra un gruppo di amici mentre vengono perseguitati da un’entità misteriosa e vendicativa online.

     

    INT. ABANDONED HOUSE – NOTTE

    La telecamera si accende, mostrando il punto di vista di JASON, un giovane coraggioso, mentre entra in una vecchia casa abbandonata. La casa è buia e sinistra, con pareti scrostate e polvere ovunque. Jason indossa una torcia per illuminare il suo cammino.

    CAMPO PRIMO – RUMORI SINISTRI

    Mentre Jason esplora la casa, sente dei rumori strani provenire da diverse direzioni. Si ferma e la telecamera cattura il suo volto preoccupato, coinvolgendo lo spettatore nella tensione.

    CAMPO VICINO – IMMAGINI SPOGLIATOIO

    Jason nota delle foto appese al muro, raffiguranti persone sconosciute con occhi sbarrati e volti distorti. Si avvicina per guardare meglio e sente un soffio gelido sulla nuca. Si gira bruscamente, ma non c’è nessuno. La telecamera segue il suo sguardo ansioso.

    CAMPO LARGO – OGGETTI CHE SI MUOVONO

    Mentre prosegue nell’esplorazione, Jason nota oggetti che sembrano spostarsi da soli. Una sedia si ribalta, una porta cigola lentamente. Il suo cuore batte forte e la telecamera riprende la sua crescente angoscia.

    CAMPO SOTTOTETTO – BAMBINI RIDENTI

    Jason sente dei risolini provenire dal piano di sopra. Sale le scale con cautela e arriva in una stanza buia. Quando illumina con la torcia, vede delle figure di bambini che giocano con vecchi giocattoli. La scena è inquietante e la telecamera riprende il terrore nei suoi occhi.

    CAMPO VICINO – APPARIZIONE SPETTRALE

    Mentre esplora una camera da letto, Jason avverte un’ombra scura muoversi dietro di lui. Si gira di scatto e per un istante intravede una figura spettrale. La telecamera riprende il suo respiro affannato e il viso spaventato.

    CAMPO LARGO – CORRIDOIO OSCURO

    Jason decide di scappare dalla casa ma si trova di fronte a un corridoio buio e senza fine. I muri sembrano chiudersi su di lui mentre avanza. La telecamera segue il suo terrore mentre cerca disperatamente un’uscita.

    CAMPO FINALE – LA FINE?

    La telecamera si sposta improvvisamente verso una figura spettrale, simile a quella vista prima. La scena si congela, e lo schermo diventa nero. La telecamera sembra spegnersi, lasciando lo spettatore con l’incertezza di cosa sia successo a Jason.

    Foto di Marek: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-che-tiene-l-obiettivo-nero-della-fotocamera-339379/