MUSICA_ (27 articoli)

  • Storia ultra-compressa della musica industrial

    Storia ultra-compressa della musica industrial

    L’industrial si è evoluta dagli esperimenti di musica elettronica a nastro realizzati dagli anni ‘40. Si è sempre basata su nastri, campionamenti, sintetizzatori elettronici a seconda delle circostanze. Questo genere di musica è passato dall’essere considerata l’anti-musica a trovare una posizione di rilievo anche in contesto più ordinari, soprattutto grazie all’apporto di band come  i Nine Inch Nails.

    Primi esempi di musica concreta

    La musica concreta è una tecnica sperimentale di composizione musicale che utilizza registrazioni di suoni come materia prima. Questa tecnica fu sviluppata intorno al 1948 dal compositore francese Pierre Schaeffer e dai suoi collaboratori presso lo Studio d’Essai (“Studio Sperimentale”) del sistema radiofonico francese. La musica concreta si distingue dalla musica tradizionale per l’uso di suoni preregistrati anziché note musicali come elementi compositivi. I compositori di musica concreta manipolano le registrazioni dei suoni, tagliandoli, sovrapponendoli, invertendoli e modificandoli in vari modi per creare nuove composizioni sonore. La tecnica si basa sulla credenza che i suoni possono essere considerati come oggetti musicali e che la loro manipolazione creativa possa generare nuove forme espressive.

    La musica concreta ha aperto nuove frontiere nella composizione musicale, ampliando il concetto tradizionale di musica e sfidando le convenzioni esistenti. I compositori di musica concreta hanno introdotto nuovi modi di ascoltare e comprendere il suono, enfatizzando l’importanza delle caratteristiche timbriche e testuali dei suoni stessi. Negli anni successivi alla sua introduzione, la musica concreta ha influenzato molti compositori e movimenti musicali sperimentali. Ha fornito un terreno fertile per l’esplorazione delle potenzialità espressive dei suoni e ha aperto la strada a ulteriori sviluppi come la musica elettronica, l’arte sonora e altre forme di musica sperimentale.

    Pierre Schaeffer (1979)

    Pierre Schaeffer è stato un compositore, musicista e teorico francese, considerato uno dei pionieri della musica elettronica e della musica concreta. Nato il 14 agosto 1910 a Nancy, in Francia, Schaeffer è stato una figura chiave nello sviluppo della musica sperimentale nel XX secolo.

    Schaeffer ha iniziato la sua carriera come ingegnere radiofonico negli anni ’30, lavorando per la Radiodiffusion Française. Durante la sua esperienza in radio, Schaeffer ha iniziato a esplorare le possibilità creative del suono registrato, utilizzando nastri magnetici e registrazioni di campo per creare nuovi suoni e composizioni musicali.

    Nel 1948, Schaeffer fondò lo Studio di Ricerche e di Documentazione Musicali (Studio d’Essai), che sarebbe diventato un punto di riferimento per la musica elettronica e sperimentale. In questo studio, Schaeffer ha sviluppato il concetto di “musica concreta”, che si riferisce alla musica creata utilizzando suoni pre-registrati manipolati e montati attraverso tecniche di editing e composizione.

    Una delle opere più famose di Schaeffer è “Cinq études de bruits” (Cinque studi di rumori), realizzata nel 1948. Questa composizione è stata realizzata esclusivamente utilizzando suoni registrati e trattati, senza l’uso di strumenti musicali tradizionali. Con questa opera, Schaeffer ha introdotto l’idea che qualsiasi suono può essere utilizzato come materiale musicale.

    Schaeffer ha anche scritto diversi libri sulla musica elettronica e sulla teoria della musica, tra cui “Traité des objets musicaux” (Trattato sugli oggetti musicali), pubblicato nel 1966. In questo libro, Schaeffer ha esplorato le caratteristiche e le possibilità creative dei suoni, contribuendo a sviluppare una nuova comprensione della musica elettronica.

    Il lavoro di Pierre Schaeffer ha influenzato molti compositori e musicisti successivi, aprendo nuove strade per l’esplorazione sonora e la composizione musicale. La sua visione innovativa e le sue tecniche sperimentali hanno contribuito a gettare le basi per la musica elettronica moderna e hanno ispirato generazioni di artisti nel campo della musica sperimentale e della produzione sonora. Pierre Schaeffer è deceduto il 19 agosto 1995, ma il suo lascito nel campo della musica sperimentale continua a essere riconosciuto e apprezzato ancora oggi.

    Halim El Dabh (1959)

    Halim El-Dabh è stato un compositore, etnomusicologo e pioniere della musica elettronica nato il 4 marzo 1921 in Egitto e deceduto il 2 settembre 2017 negli Stati Uniti. È considerato uno dei primi compositori a utilizzare il nastro magnetico come strumento musicale e ha contribuito in modo significativo allo sviluppo della musica elettronica sperimentale.

    El-Dabh ha iniziato la sua carriera musicale negli anni ’40 studiando al Cairo Conservatoire, ma è stato durante il suo soggiorno a Il Cairo che ha realizzato una delle sue opere più influenti, intitolata “The Expression of Zaar”. Nel 1944, durante una visita a un villaggio egiziano, El-Dabh ha registrato i suoni di una cerimonia di esorcismo chiamata “Zaar”. Utilizzando un registratore a nastro, ha catturato le voci e i ritmi dei partecipanti e ha manipolato queste registrazioni per creare una composizione musicale. Questa opera è stata uno dei primi esempi di musica concreta e ha aperto la strada a nuove forme di espressione musicale.

    Nel 1949, El-Dabh ha ottenuto una borsa di studio per studiare musica negli Stati Uniti presso la New England Conservatory of Music. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, ha continuato a sperimentare con la musica elettronica e ha lavorato con il pioniere della musica elettronica Otto Luening presso la Columbia University. Insieme, hanno realizzato una serie di composizioni che combinavano strumenti acustici tradizionali con suoni elettronici.

    Uno dei lavori più conosciuti di El-Dabh è “Leiyla and the Poet”, completato nel 1959. Questa composizione è stata realizzata utilizzando nastri magnetici contenenti registrazioni di voci umane, strumenti acustici e suoni ambientali. El-Dabh ha manipolato e sovrapposto queste registrazioni per creare un’opera che esplorava la dimensione sonora del linguaggio e della comunicazione umana.

    Oltre alla sua attività compositiva, El-Dabh ha svolto un ruolo importante nel campo dell’etnomusicologia, documentando e preservando tradizioni musicali di diverse culture. Ha insegnato anche musica elettronica e composizione presso varie istituzioni negli Stati Uniti.

    Halim El-Dabh ha lasciato un’impronta significativa nella storia della musica elettronica sperimentale. La sua volontà di esplorare nuove tecniche e di fondere diverse tradizioni musicali ha aperto nuove possibilità creative nel campo della musica elettronica e ha influenzato numerosi compositori successivi. La sua eredità continua ad essere riconosciuta come un contributo importante allo sviluppo della musica sperimentale e della musica elettronica.

    Come nasce la parola “industrial” per definire il genere

    Il termine “industrial” nel contesto musicale deriva dal genere musicale noto come “industrial music”. Il termine stesso è stato utilizzato per la prima volta nel 1977 da Monte Cazazza, un artista e musicista americano, per descrivere la sua musica che era caratterizzata da una combinazione di suoni elettronici distorti, rumori meccanici e campionamenti di ambienti industriali.

    L’origine del termine “industrial” risiede nel fatto che molti dei primi artisti e gruppi che si identificavano con questo genere musicale provenivano da città industriali, come Manchester e Sheffield nel Regno Unito. Queste città erano caratterizzate da paesaggi urbani dominati da fabbriche, impianti industriali e rumori meccanici, e l’influenza di queste ambientazioni si rifletteva nella musica stessa. L’industrial music è stata influenzata anche dalla musica sperimentale, dalla musica concreta, dalla musica elettronica e dal rock sperimentale. I pionieri del genere, come Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire e Einstürzende Neubauten, hanno utilizzato strumentazione elettronica, campionamenti di suoni industriali e tecniche di produzione innovative per creare un’atmosfera sonora oscura, disturbante e spesso provocatoria. Col passare del tempo, il termine “industrial” si è esteso a includere una vasta gamma di suoni e approcci musicali che condividono un’estetica simile. L’industrial music è spesso caratterizzata da ritmi marziali, suoni metallici, voci distorte, testi provocatori e un’impostazione sonora industriale o post-industriale.

    È importante notare che il termine “industrial” è stato utilizzato anche in altri contesti, come il design industriale o il movimento artistico dell’arte industriale. Tuttavia, nel contesto della musica, il termine “industrial” è generalmente associato al genere musicale specifico descritto sopra.

    Cromagnon

    I Cromagnon erano una band americana di musica sperimentale attiva alla fine degli anni ’60. Guidati dai polistrumentisti cantautori Austin Grasmere e Brian Elliot, l’unica pubblicazione della band fu l’album Orgasm nel 1969, successivamente ripubblicato come Cave Rock. Si dice che abbiano anticipato l’emergere di generi come il noise rock, la no wave, l’industrial e l’industrial rock.

    Il loro album Caledonia combinava psichedelia, folk rock, campionamenti, sperimentazioni con effetti sonori e rumore con strumentazione primitiva (compresi bastoni e pietre). Per alcuni, i Cromagnon potrebbero essere considerati la primissima band con venature black metal (un genere che si sarebbe consolidato solo molti anni dopo con Venom, Darkthrone e Mayhem).

    Throbbing Gristle

    I Throbbing Gristle sono una band inglese di musica industriale e sperimentale formata nel 1975. Il gruppo è composto da Genesis P-Orridge, Cosey Fanni Tutti, Peter “Sleazy” Christopherson e Chris Carter. Sono considerati una delle band più influenti e provocatorie nel campo della musica sperimentale.

    I Throbbing Gristle hanno guadagnato notorietà per il loro approccio trasgressivo e controverso alla musica e alla performance. Le loro esibizioni dal vivo includevano elementi shock, utilizzando testi e immagini provocatorie, disturbanti e spesso tabù. Esploravano tematiche come la sessualità, la violenza, la politica e l’alienazione sociale in modo crudo e provocatorio.

    La band è stata coinvolta in diverse controversie durante la sua carriera. Una delle più note riguarda il brano intitolato “United/Zyklon B Zombie”. La canzone contiene un campionamento di una registrazione di un discorso di Adolf Hitler, che ha sollevato critiche e indignazione da parte di molti. La band ha sostenuto che il campionamento era un tentativo di esporre il male e criticare il fascismo, ma ciò non ha impedito che la loro musica fosse associata a ideologie estremiste.

    I Throbbing Gristle hanno ottenuto un seguito devoto e hanno avuto un’influenza duratura sulla musica sperimentale e industriale. Sono considerati precursori di numerosi generi musicali, tra cui l’industrial, l’ambient e l’elettronica, e il loro approccio provocatorio ha contribuito a ridefinire i limiti dell’espressione artistica.

    Einsturzende Neubauten

    Gli Einstürzende Neubauten sono una band tedesca formata nel 1980 a Berlino. Il loro nome significa “cave in” o “crollo di edifici” in tedesco, e riflette la natura cacofonica e industriale della loro musica.

    Il nucleo originale della band era composto da Blixa Bargeld, N.U. Unruh, Alexander Hacke, F.M. Einheit e Mark Chung, sebbene la formazione sia cambiata nel corso degli anni. La loro musica è caratterizzata da un uso creativo di strumenti non convenzionali, oggetti trovati e materiali industriali, combinati con chitarre elettriche e strumentazione tradizionale.

    Gli Einstürzende Neubauten sono considerati una delle band pioniere della musica industriale. Le loro esibizioni dal vivo erano spesso spettacoli intensi e fisici, durante i quali utilizzavano utensili e oggetti metallici per creare suoni cacofonici e rumorosi. Questa estetica “industriale” si rifletteva anche nei loro testi, che spesso affrontavano temi come la disumanizzazione della società moderna, l’alienazione e la distruzione urbana.

    Durante la loro carriera, gli Einstürzende Neubauten hanno esplorato diverse influenze musicali, spaziando dal post-punk alla musica sperimentale, passando per il noise rock e l’industrial. Hanno continuato a evolversi e a sperimentare con nuovi suoni e approcci musicali, integrando elementi di musica elettronica e ambientale nelle loro composizioni.

    La band ha pubblicato numerosi album di successo, tra cui “Halber Mensch” (1985), “Tabula Rasa” (1993) e “Alles wieder offen” (2007). La loro musica ha avuto un impatto significativo sulla scena musicale underground, influenzando molti artisti successivi nel campo della musica sperimentale, industrial e post-punk.

    Gli Einstürzende Neubauten sono ancora attivi e continuano a produrre nuova musica, esibendosi in tutto il mondo. La loro dedizione all’innovazione sonora e all’esplorazione dei confini musicali li ha resi una delle band più importanti e influenti nella storia della musica sperimentale.

    Ministry

    I Ministry sono una band di musica industrial e metal statunitense fondata nel 1981 da Al Jourgensen. Durante gli anni ’90, il gruppo ha raggiunto l’apice della loro popolarità e ha lasciato un’impronta significativa nella scena musicale di quel decennio.

    Negli anni ’90, i Ministry hanno abbracciato un suono più pesante e aggressivo, fondendo l’industrial metal con elementi di thrash metal e hardcore punk. L’album “The Mind Is a Terrible Thing to Taste” del 1989 ha rappresentato un punto di svolta cruciale per la band, introducendo un sound più pesante e influenzato dal metal. Tuttavia, è stato l’album successivo, “Psalm 69: The Way to Succeed and the Way to Suck Eggs” del 1992, che ha segnato il loro maggior successo commerciale e critico.

    “Psalm 69” è considerato uno dei loro lavori più iconici. L’album ha prodotto singoli di successo come “N.W.O.” e “Jesus Built My Hotrod”, che hanno ottenuto una notevole rotazione radiofonica e hanno guadagnato un pubblico più ampio. La loro musica era caratterizzata da ritmi frenetici, riff potenti, campionamenti industriali e testi spesso politicamente carichi.

    Durante gli anni ’90, i Ministry sono stati noti anche per i loro spettacoli dal vivo energetici e provocatori. Le loro esibizioni coinvolgevano elementi teatrali, immagini disturbanti e una produzione scenica elaborata. La band trasmetteva un’intensità feroce e una rabbia controllata, catturando l’atmosfera tumultuosa dell’epoca.

    Oltre a “Psalm 69”, i Ministry hanno pubblicato altri album di successo negli anni ’90, come “Filth Pig” (1996) e “The Land of Rape and Honey” (1988). Il loro suono distintivo e la loro presa di posizione politica hanno ispirato numerosi artisti e hanno contribuito a definire il genere dell’industrial metal.

    Gli anni ’90 sono stati un periodo di grande riconoscimento per i Ministry, sia a livello commerciale che artistico. La loro musica ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale alternativo dell’epoca, e il loro impatto e la loro influenza si possono ancora percepire nella musica industriale e metal contemporanea.

    Nine inch nails

    I Nine Inch Nails sono una band di musica industrial fondata nel 1988 da Trent Reznor. La band è conosciuta per la loro musica oscura, sperimentale ed emotivamente intensa.

    Conosciuti anche con l’acronimo NIN, i Nine Inch Nails hanno ottenuto grande successo negli anni ’90 con album come “Pretty Hate Machine” (1989), “The Downward Spiral” (1994) e “The Fragile” (1999). La loro musica fonde elementi di rock industriale, elettronica, metal e alternative rock, creando un suono distintivo caratterizzato da ritmi potenti, melodie oscure e testi introspettivi.

    Trent Reznor è il principale compositore, produttore e membro creativo dietro i Nine Inch Nails. Ha guadagnato una reputazione per la sua abilità nel creare atmosfere cupe e intense, utilizzando strumentazione tradizionale e digitale, campionamenti e sintetizzatori. I testi dei Nine Inch Nails affrontano temi come la lotta interiore, la solitudine, la disillusione e l’alienazione.

    La band è anche nota per i loro spettacoli dal vivo altamente energici e coinvolgenti. Le loro esibizioni sono caratterizzate da luci suggestive, scenografie elaborate e un’energia intensa che cattura l’attenzione del pubblico.

    Oltre al loro successo commerciale, i Nine Inch Nails hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, inclusi diversi Grammy Awards. La band ha influenzato profondamente il genere della musica industriale e ha ispirato molti artisti successivi.

    Nonostante alcune pause e cambiamenti nella formazione nel corso degli anni, i Nine Inch Nails continuano ad essere una presenza influente nel panorama musicale contemporaneo. La loro musica continua ad evolversi, mantenendo un mix unico di suoni e emozioni che li contraddistingue come una delle band più innovative e influenti nella storia della musica industriale.

    Marylin manson

    Marilyn Manson è un cantante, compositore e musicista statunitense, noto per la sua personalità controversa e il suo stile musicale unico che combina elementi di rock industriale, metal e glam rock. Il suo nome d’arte è una combinazione dei nomi dell’attrice Marilyn Monroe e del criminale Charles Manson.

    Marilyn Manson ha guadagnato popolarità negli anni ’90 grazie alla sua immagine provocatoria e ai suoi spettacoli dal vivo intensi. La sua musica è spesso caratterizzata da testi controversi che affrontano temi come la religione, la violenza, la sessualità e la società. Attraverso il suo stile e le sue esibizioni teatrali, Manson ha cercato di sfidare le convenzioni sociali e di esplorare il lato oscuro della natura umana.

    Il suo album di debutto, “Portrait of an American Family” (1994), è stato seguito da successi commerciali come “Antichrist Superstar” (1996) e “Mechanical Animals” (1998). Questi album hanno consolidato la sua reputazione come artista controverso e provocatorio, ma anche come talentuoso compositore e performer.

    Oltre alla sua carriera musicale, Marilyn Manson ha anche intrapreso attività come attore, apparendo in diversi film e serie televisive. Ha dimostrato di avere una presenza scenica carismatica e di saper interpretare ruoli che riflettono la sua estetica e il suo fascino dark.

    Nel corso degli anni, Marilyn Manson è stato oggetto di numerose controversie legate alla sua immagine, ai suoi testi e al suo comportamento sul palco. Queste controversie hanno spesso portato a dibattiti sulla libertà di espressione e sulla responsabilità dell’arte nei confronti della società.

    Nonostante le controversie, Marilyn Manson ha mantenuto un seguito di fan fedele e ha continuato a pubblicare nuova musica. La sua carriera è stata caratterizzata da alti e bassi, ma il suo impatto sulla cultura popolare e sulla scena musicale alternative è innegabile. Ha influenzato molti artisti successivi nel campo del rock e del metal, e la sua musica rimane una parte significativa della storia della musica degli ultimi decenni.

    Cabaret voltaire

    I Cabaret Voltaire sono un gruppo musicale inglese formatosi a Sheffield nel 1973. Sono considerati tra i pionieri della musica industrial e della musica elettronica sperimentale.

    I membri fondatori del gruppo sono Stephen Mallinder, Richard H. Kirk e Chris Watson. Inizialmente, i Cabaret Voltaire erano più un collettivo multimediale che si esibiva in spettacoli dal vivo che combinavano musica, performance artistiche e proiezioni video. Il loro nome è un omaggio al filosofo e teorico culturale svizzero del XIX secolo, Friedrich Nietzsche, che aveva vissuto a Zurigo nel quartiere chiamato Cabaret Voltaire.

    Nel corso degli anni, i Cabaret Voltaire hanno sperimentato con una varietà di generi musicali, tra cui post-punk, new wave, funk e musica elettronica. Hanno utilizzato strumenti elettronici come sintetizzatori, drum machine e campionatori per creare atmosfere sonore oscure, rumorose e sperimentali. Le loro canzoni spesso presentano ritmi distorti, suoni industriali e campionamenti vocali manipolati.

    Uno degli album più influenti dei Cabaret Voltaire è “Red Mecca” del 1981, che ha ricevuto ampi consensi dalla critica. L’album combina elementi di post-punk, funk e musica elettronica, creando un suono unico e innovativo. Altri album significativi includono “The Crackdown” del 1983 e “Micro-Phonies” del 1984.

    I Cabaret Voltaire hanno anche collaborato con altri artisti e musicisti, come il produttore Richard X, e hanno remixato brani di artisti pop come Depeche Mode e Yazoo.

    Nonostante le varie modifiche nella formazione e i cambiamenti nel sound, i Cabaret Voltaire hanno continuato a produrre musica sperimentale e ad esibirsi dal vivo per decenni. La loro influenza può essere riscontrata in molti generi musicali successivi, tra cui l’industrial, l’electro, l’hip-hop e la musica dance. La loro sperimentazione e la loro attitudine pionieristica hanno reso i Cabaret Voltaire una delle band più innovative e influenti nella storia della musica elettronica.

  • Bats goth nightclub è uno dei meme del secolo

    Bats goth nightclub è uno dei meme del secolo

    Su internet (e su Youtube in particolare) è noto con due nomi alternativi: bats goth nightclub oppure bats goth club, ma la sostanza non cambia.

    Sulle prime da’ un’impressione specifica per gli appassionati di musica: è un video in cui si vedono dei pipistrelli che ballano, apparentemente, al ritmo di un brano dark o goth rock. Sul momento si potrebbe pensare ad un video ufficiali di quelli destinati a migliaia di visualizzazioni su internet, magari realizzato a scopo promozione da una band del genere. Poteva anche essere, in effetti, ma quel video è in realtà frutto della creatività di chi naviga in rete.

    Accompagnato quasi sempre, nelle sue versioni video, da Katarsis dei She Past Away (brano dell’ambulm Narin Yalnizlik), la maggioranza di questi video sono fan art, mentre il video in questione è tratto dalle telecamere dello Zoo di Kyoto.

    L’unica vera particolarità del video è che è stato girato al contrario, con la camera rovesciata di 180 gradi, con la telecamera rovesciata, dando la suggestiva ed impressionante sensazione che i pipistrelli siano ballando al ritmo del brano.

    Le discoteche goth sono da quest’anno al centro dell’attenzione anche della cultura pop, soprattutto da quando sono usciti fuori cose come il ballo di Mercoledì Addams, all’interno della serie omonima di Tim Burton, in cui l’attriche dichiara di essersi ispirata a video di repertorio di quel periodo.

    Qui sotto potete trovare la GIF animata di una parte del video.

    Brani di sottofondo del meme bats goth nightclub

    Tra i vari brani che troviamo come colonna sonora di questo meme, ci sono vari nomi coinvolti, ad esempio abbiamo trovato questi:

    1. Судно (Борис Рижий) – Molchat Doma
    2. Bela Lugosi’s dead – Bahaus
  • Zappa: biografia di un genio della musica, con oltre un centinaio di album all’attivo

    Zappa: biografia di un genio della musica, con oltre un centinaio di album all’attivo

    Istrionico, iperproduttivo e imprevedibile: sono tre aggettivi che potremmo associare a diversi artisti, con gradazioni più o meno accentuate, e che a Frank Vincent Zappa potrebbero associarsi con sicurezza. Rischiando addirittura di dimenticare qualcosa, dato che su questo iconico musicista si sono scritti tomi infiniti, ricchi di dettagli biografici in bilico tra realtà e urban legend. Senza dimenticare, peraltro, la caratura del personaggio e la quantità immane di materiale (non solo musicale, ma anche video) che ha lasciato ai posteri: ben 62 album ufficiali, e altri 50 e passa pubblicati dopo la sua morte. Del resto un docufilm su di lui si attendeva da molto tempo, ed era anche singolare – se vogliamo – che non ne fosse ancora stato prodotto uno, nell’era dei biopic musicali dirompenti (modello Bohemian Rapsody). L’occasione è ancora più ghiotta, considerando che oggi, 15 novembre, è anche l’anniversario di uscita di Jazz from hell (uscito il 15 novembre 1986), forse uno dei dischi più epocali dell’artista – scomparso per un male incurabile a soli 52 anni.

    Un punto di partenza fondamentale per scrivere è stata, per me, la lettura della sua unica autobiografia ufficiale, quella firmata da Peter Occhiogrosso e tradotta in italiano da Davide Pazienza. La stessa in cui è l’artista a parlare, in prima persona, raccontando le storie della propria complicata vita fin dagli esordi, arricchendo le sue pagine di illustrazioni originali e focalizzandosi sulla sua battaglia contro la censura.

    Per molti versi la vita di Frank Zappa è stato un enorme flusso di coscienza, in cui l’artista sembra aver seguito senza sconti e moralismi il proprio istinto musicale: innamorato visceralmente della composizione, applicata alla musica classica come al rock, e personaggio controverso e contraddittorio come gli innumerevoli che ebbero a che fare con lui negli possono ricordare fino ad oggi. Una quantità industriale di musica originale da lasciare ai posteri, soprattutto, tanto da rendere vano qualsiasi tentativo di riassumerla e definirla senza rischiare di scrivere svarioni e imprecisioni. Ai posteri l’ardua sentenza, che poi tanto ardua non è: Zappa è stato uno dei principali musicisti del Novecento, ci sono pochissimi dubbi a riguardo, e i posteri che lo osannano – viene suggerito anche nel film – probabilmente non hanno ancora contezza di quanto e cosa sia stato prodotto, e forse lo hanno capito solo fino ad un certo punto.

    La musica di Zappa, infatti, ha spaziato dall’art rock all’elettronica, passando per il blues, la psichedelia, la musica classica, l’heavy supercazzol e chissà che altro.

    Frank Zappa  ha attraversato varie fasi musicali e compositive, che il film Zappa mostra suddivise idealmente in quattro parti: il periodo anni ’60, in cui si avvicina al mondo dei freak e della  psichedelica rock in voga all’epoca, rigettando al tempo stesso il mondo hippie e le loro simpatie (non era musica per loro, viene detto chiaramente).

    Abbiamo poi il periodo anni 70, quello degli eccessi e delle trasgressioni, ricondotte in realtà ad una condotta sessuale non troppo fedele alla consorte, e al tempo stesso andando in controtendenza e negandosi per tutta la vita l’uso di qualsiasi droga (sconsigliandone l’uso ai musicisti con cui collaborava, da Vinnie Colaiuta a Steve Vai).

    Arrivano gli anni ’80 dai capelli cotonati, dai look che oggi sembrano pacchiani, in cui Frank inizia a costruirsi un’immagine elegante e rispettabile, dedicandosi alle relazioni internazionali (con la Cecoslovacchia, subito dopo la rivoluzione di velluto), arrivando a presenziare ad un processo contro la censura nella musica, da parte di un’associazione filo-governativa indispettita dall’atteggiamento oltraggioso di molte rockstar, che Frank difese sempre a spada tratta.

    Troviamo infine il periodo anni ’90, in cui l’artista inizia ad affiancare alle proprie attività quelle di direttore d’orchestra, che accetta con entusiasmo – e una punta di scetticismo – per via dei pochi fondi investiti nel settore, sottolineando come sia impossibile essere un musicista di professione negli Stati Uniti, e arrivando ad un concerto finale (quando già stava male, purtroppo) epico quanto commovente, conclusosi con ben 20 minuti di standing ovation. La stessa standing ovation che continuiamo a tributargli virtualmente ancora oggi, del resto.

    Zappa rielabora lo stereotipo del rocker ignorante, rendendolo quantomeno poco prevedibile, e non solo: propone l’opportunità di allegare i testi ai booklet dei dischi, oltre a lottare aspramente contro la censura perbenista USA in un periodo in cui – se non fosse stato per lui, probabilmente –  l’intera industria rock sarebbe collassata in un conformismo soffocante quanto sterile. E dire che non era neanche coinvolto direttamente lui in quella polemica, in cui personalità vicine al governo USA vomitavamo improperi contro il rock di ogni ordine e grado, per via della scabrosità dei tuoi testi: era coinvolto Prince, di riflesso alcune band heavy-metal come Judas Priest ed Alice Cooper (che compare più volte nel docufilm, e riconosce all’etichetta discografica di Zappa, uscita prima di chiunque altro come etichetta indie, di aver salvato la sua carriera). Interessante, poi, come nel film venga anche riferito Lenny Bruce come riferimento zappiano di massimo grado, in un periodo in cui venne arrestato più volte per motivi spesso grotteschi (solo di straforo vengono mostrati concerti di Zappa che vengono, tra balli deliranti e musicisti-teatranti impegnati in danze convulse e avanguardistiche, interrotti saltuariamente da agenti di polizia sul palco).

    Zappa è stato diretto da Alex Winter, esce nel 2020 e viene distribuito l’anno dopo in pochi cinema selezionati del nostro paese. Winter è anche un regista di culto, peraltro, che dovremmo ricordare per via del suo primo film da regista, l’horror grottesco Freaked (presentato in Italia al Fantafestival, nel lontano 1994). Il docufilm in questione si caratterizza soprattutto per avuto accesso ai footage inediti dall’archivio personale dell’artista, a cui Winter ha avuto accesso (cosa tutt’altro che semplice da ottenere, da quello che sappiamo) grazie alla collaborazione della Zappa Family Trust. Un’occasione più unica che rara per visionare live inediti così come filmini amatoriali che Frank registrava in famiglia, alla ricerca del lato divertente della vita, nonostante le umili origini (il padre lavorava nell’industria militare, e nella sua infanzia era normale avere delle maschere antigas in casa per paura di fuoriscite accidentali di gas nervino).

    Contrariamente alla voce diffusa sul web da alcuni mesi, peraltro, il film non è stato propriamente finanziato in crowdfunding, ma la campagna avviata su Kickstarter era mirata a preservare i contenuti del deposito (citato più volte nel film) che costituisce l’archivio di famiglia. Un archivio in cui esistono ancora oggi registrazioni di jam session tra Zappa ed Eric Clapton, tanto per fare un esempio. Il film che è risultato da tale conservazione è stato, in realtà, a sua volta finanziato da vari investitori.

    E nel frattempo vari musicisti che hanno collaborato con lui – da John Lennon a Yoko Ono, passando per Steve Vai, Ian Underwood, George Duke, Ruth Underwood e Alice Cooper – sentitamente ringraziano, commossi e devastati da una dipartita troppo precoce, che ha sfondato la “quarta parete” della musica colta miscelata col rock, e che (detto francamente) non ce la meritavamo. Non così in fretta, Frank: soprattutto oggi, nell’era delle boy band usa e getta, della musica visuale in cui conta più essere fighi che preparati musicalmente, delle hit elette a furor di popolo sui social. Ti avremmo voluto con noi ancora per un po’, in effetti. D’accordo qualsiasi cosa e qualsiasi genere, amici generalisti, ma lasciate vivere per sempre Frank Vincent Zappa.

    Considerato ad oggi uno dei migliori chitarristi di ogni tempo, influenzato in parte dal rhythm and blues e dalla musica classica, divenne sostanzialmente un polistrumentista sperimentatore. Zappa inventò non solo un genere rock del tutto inedito (leggasi: colto, senza essere didascalico ma anzi, che virava spesso sull’autoironico), si considerava prima compositore e solo dopo, molto alla lontana, rockstar. L’equilibrio tra compositore fuori dalle righe e VIP convenzionale, del resto, è alla base della costituzione di ciò che si vede nel film, che documenta in modo maniacale ogni dettaglio  della sua vita, ripescando vari filmati inediti e di archivio. Ne emerge un Frank Zappa sostanzialmente coerente con la biografia ufficiale raccontata nel libro succitato, e ciò dimostra la grande scrupolosità filologica della regia, apertamente fan dell’artista.

    Il contributo più importante che emerge dall’opera, del resto, è forse proprio quello di aver proposto in ottica libertaria e anarcoide un genere musicale che si erse, grazie alla sua inventiva, in modo mai visto prima, in bilico tra mille sottogeneri del periodo, liberando il musicista medio dagli stereotipati sesso, droga e rock’n roll. Del resto, oggi, se molte persone in Italia si sono interessate alla sua musica lo dobbiamo anche, in misura più grande di quanto non si voglia ammettere, ad Elio e le storie tese, i primi musicisti “zappiani” che l’Italia ricordi (quantomeno i più famosi).

    Argomento trattato in lungo e in largo anche questo, più sterminato della sua stessa discografia e riassunto da un frammento televisivo, sopravvissuto fino ad oggi, in cui (evocando grottescamente la scena dei tre uomini col papillon che parlano di aborto, vedi Bojack Horseman) tre conduttori si pongono verso di lui con modi tutt’altro che empatici, sottolineando la necessità di un intervento repressivo verso le forme di arte sataniche e/o sessualmente esplicite.

    Il quadro è straordinario da un punto di vista storico, soprattutto per l’atteggiamento di Zappa che rimane quasi del tutto imperturbabile, arrivando a chiedere all’interlocutore più aggressivo se gli piacerebbe sculacciarlo (e mandandolo apertamente a quel paese, ad un certo punto). È incredibile come si tratti, peraltro, di una scena già vista centinaia di volte in altre sedi, che abbiamo finito quasi per interiorizzare (purtroppo) fino ad oggi.

    Il suo intervento in tribunale contro il PMRC (l’associazione nata nel 1985 per imporre la nota etichetta sui dischi considerati esecrabili, Parental Advisory Explicit Content, la stessa che Elio fece parodisticamente apparire su alcune sue cassette, in forma maccheronica come “Avviso ai parenti”). “Le mogli del Grande Fratello” a cui si fa ironico riferimento nella deposizione zappiana sono, per inciso, le fondatrici del PMRC, tra cui Mary Elizabeth Tipper Gore (riferita peraltro dal titolo di un disco dei Death, Scream Bloody Gore del 1987), Susan Baker, Sally Nevius e Pam Howar. Si pone l’accento anzitutto sulla libertà in cui hanno bisogno di muoversi gli addetti ai lavori, sottolineando come l’intervento censorio fosse limitante in misura economica, oltre che artistica.

    I ragazzini hanno il diritto, dice Zappa, di sapere che esiste qualcosa di diverso dal pop, data la loro naturale propensione all’ascolto, e forse negarglielo rientra in una violazione di un diritto umano. Battersi contro lo stigma sociale per cui un musicista censurato impiegherebbe anni a rifarsi una reputazione, salvo perderla per sempre, Zappa esprime splendidamente il proprio punto di vista, tanto da essere attuale ancora oggi.

    Il risultato fu che, probabilmente in tutta risposta, proprio il suo successivo album Jazz from hell venne etichettato come explicit, nonostante fosse un disco strumentale e – quasi certamente – per via del titolo G-Spot Tornado (parlare del punto G è da maleducati, sembrerebbe). E adesso siamo tutti un po’ la melma, verrebbe da dire citando un suo vecchio brano, ora che tutto è cambiato e chissà quanto, ancora, dovrà cambiare, Frank è morto da tempo: lunga vita a Frank.

  • Perchè Bob Dylan che (non) canta We are the world è il meme più importante degli ultimi 30 anni

    Perchè Bob Dylan che (non) canta We are the world è il meme più importante degli ultimi 30 anni

    We Are the World” è il celebre, citatissimo e altamente simbolico singolo di beneficenza registrato, nel lontano 1985, registrato dal supergruppo USA for Africa nel 1985. Scritto da Michael Jackson e Lionel Richie, con la produzione supervisionata da Quincy Jones e Michael Omartian, fece parte dell’album We Are the World. All’epoca, secondo i dati ufficiali, riuscì a vendere circa 20 milioni di copie, diventando l’ottavo singolo più venduto di tutti i tempi e il ricavato venne interamente devoluto all’Etiopia, all’epoca devastata da una terribile carestia. Nello scorso anno, per inciso, Richie ha proposto di rifare l’iniziativa in favore delle vittime del Coronavirus Covid-19.

    Il supergruppo dell’epoca includeva molte delle star del periodo, 45 artisti tra cui alcuni dei fratelli Jackson, Stewie Wonder, Tina Turner, Billy Joel, Cyndi Lauper. E poi lui: Bob Dylan, sensibile all’iniziativa quanto in difficoltà per la tonalità del brano, non esattamente nelle sue corde abituali, come testimoniato dal video delle prove che effettuò con una certa “sofferenza” di fondo. Poeta, cantautore, scrittore e conduttore radiofonico, Dylan fu da sempre espressione della nuova poetica americana emergente all’epoca, ispirata ad una tradizione innovata e caratterizzata da quel timbro di voce inconfondibile. Ma in quel contesto, probabilmente, non avrebbe potuto dare il meglio di sè.

    Proprio quello che lo rese un meme negli anni a venire. Silenzio, ascolto, un sospiro, un accenno di cantato, Stewie, keep it playing one more time. Pensieri.

    Ad oggi, abbiamo questa meravigliosa testimonianza: il simbolo di chi si trova nel posto giusto senza sapere esattamente cosa fare, perchè farlo, come trovare quel maledetto attacco, quale sarà la tonalità giusta, e facendolo così sembrare un ateo costretto a cantare in chiesa, Play it again Stevie, o magari un perfetto “imbucato” al matrimonio di sconosciuti. E questa, semplicemente, è parte di una storia più grande di chiunque della quale anche lui, in pochi ricordano, fece parte.

    E quanti di noi a casa, in famiglia durante il pranzo di Natale quanto ti sposi / questi giovani d’oggi, durante l’ennesima call fiume con 18 capufficio non si è sentito esattamente come Bob?

    Il simbolo del disagio di chi, con tutta la buona volontà e le buone intenzioni, proprio non riesce a vedersi per tutta la vita in ufficio o davanti ad un computer, aspettando chissà cosa o chissà chi, e sperando (in assoluto, e senza distinguo) in un mondo migliore.

    By The cover art can be obtained from Columbia Records., Fair use, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=21720627