Salvatore

  • Grida manzoniane!

    Grida manzoniane!

    Le “Grida manzoniane” sono una locuzione utilizzata per riferirsi alle lamentele e ai lamenti tipici dei personaggi femminili nei romanzi di Alessandro Manzoni, in particolare nel suo capolavoro “I Promessi Sposi”. Questi personaggi femminili, come Lucia e Agnese, spesso esprimono il loro dolore e la loro sofferenza attraverso grida, lamenti e suppliche che riflettono la condizione di oppressione e subordinazione delle donne nell’epoca e nel contesto sociale in cui è ambientata la storia.

    Le “Grida manzoniane” sono diventate un archetipo letterario che rappresenta il ruolo tradizionale della donna nel contesto dell’opera di Manzoni e, più in generale, nella letteratura del periodo romantico. Esse riflettono la visione della donna come figura fragile, vulnerabile e spesso sottomessa agli eventi e alle decisioni degli uomini.

    Tuttavia, è importante notare che le “Grida manzoniane” non vengono sempre percepite in maniera negativa, ma sono spesso interpretate come espressioni di autenticità emotiva e umanità da parte dei personaggi femminili. Esse contribuiscono alla caratterizzazione dei personaggi e alla creazione di tensione emotiva nei romanzi di Manzoni, conferendo profondità e realismo alle loro interazioni e alle loro storie.

    In sintesi, le “Grida manzoniane” rappresentano un elemento distintivo e significativo della scrittura di Alessandro Manzoni, che ha contribuito a definire il suo stile narrativo e la sua rappresentazione dei rapporti umani e sociali nel contesto della società italiana dell’Ottocento. Foto di Von Francesco Hayez – The Yorck Project (2002) 10.000 Meisterwerke der Malerei (DVD-ROM), distributed by DIRECTMEDIA Publishing GmbH. ISBN: 3936122202., Gemeinfrei, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=152617

  • War pigs racconta il mondo in cui viviamo ancora oggi

    War pigs racconta il mondo in cui viviamo ancora oggi

    “War Pigs” dei Black Sabbath è una canzone che affronta temi di guerra, politica e ingiustizia sociale. Pubblicata nel 1970 all’interno dell’album “Paranoid“, la canzone esplora la natura devastante e disumana della guerra, criticando i leader politici e le élite che traggono profitto dalle sofferenze dei soldati e dei civili.

    Il testo di “War Pigs” presenta una critica pungente nei confronti dei potenti che prendono decisioni di guerra, utilizzando i giovani come pedine nei loro giochi di potere. La canzone mette in discussione l’idea che la guerra sia un atto di giustizia o difesa, suggerendo invece che sia spesso motivata da interessi economici e politici. I “Maiali della Guerra” citati nel titolo rappresentano coloro che traggono beneficio dal conflitto, manipolando le masse per i propri fini egoistici. Nel corso della canzone, vengono esposte immagini di morte, distruzione e disperazione, sottolineando l’orrore e la brutalità della guerra. Il testo critica anche il cinismo e l’ipocrisia dei potenti, che si fingono angeli di pace mentre alimentano i conflitti e spargono il caos nel mondo.

    War Pigs” dei Black Sabbath è una canzone che critica apertamente la guerra e coloro che la promuovono, con un’analisi del suo impatto distruttivo sia sui soldati che sui civili. Il testo riflette una profonda avversione per le guerre motivate da interessi politici ed economici, e condanna i leader politici che sfruttano il conflitto a proprio vantaggio.

    Il ritornello, con il famoso “Generals gathered in their masses / Just like witches at black masses” (Generali radunati in masse / come streghe durante le messe nere), sottolinea il tema della corruzione e dell’oscurità che avvolge coloro che decidono di intraprendere la guerra. Viene altresì fatta una critica acuta all’ipocrisia dei potenti che si presentano come difensori della libertà, mentre in realtà sono i veri responsabili della sofferenza e della distruzione causate dalla guerra.

    Il testo continua ad esplorare il tema della disumanizzazione e della perdita di innocenti, con riferimenti a “Vittime di torture mentale” e “Animali assetati di sangue” che “Distruggono il tuo corpo e la tua mente”. Queste immagini evocano l’orrore e la brutalità della guerra, e denunciano la distruzione della vita umana e della dignità che essa porta con sé.

    “War Pigs” dei Black Sabbath è una canzone intrisa di rabbia e frustrazione nei confronti delle ingiustizie e delle violenze perpetrate nel nome della guerra. Anche se scritta più di cinquant’anni fa, la sua critica al militarismo, all’ipocrisia politica e alla manipolazione delle masse è ancora sorprendentemente attuale.

    Oggi, “War Pigs” continua a essere rilevante in un mondo segnato da conflitti armati, interessi geopolitici e disuguaglianze sociali. La canzone invita l’ascoltatore a riflettere criticamente sulle politiche belliche dei propri governi, sulla corruzione delle élite e sulle ingiustizie perpetrate nei confronti dei più vulnerabili. Essa rappresenta un richiamo all’azione contro le ingiustizie e un monito contro la cecità e l’indifferenza di fronte alla sofferenza umana causata dalla guerra e dal potere politico corrotto. Foto di copertina: Von Warner Bros. Records – Billboard, page 7, 18 July 1970, Gemeinfrei, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27211119

  • Oggi, sveglia, spiaggia

    Oggi, sveglia, spiaggia

    Oggi, sveglia, mondo: andare al mare – essenziale, vitale, fondamentale, colori che esplodono, sole che scalda e fa male agli occhi – l’odore del mare. Esplosione di colori, suoni, movimenti. Vivo, pulsante, urlante. Realtà si sgretola, ricompone, mosaico di una coscienza, la mia. Labirinto di emozioni. andarci – per prendere aria- e non farmi sovrastare dal super io – pipenso a quando ci siamo sentiti, dopo un po’ non mi hai più risposto – ghostato, blastato, probabilmente anche sbufalato perchè quel rapporto era una cazzata, diciamolo chiaramente. E poi lei, l’altra.

    leggo nick land con arode – che poi chi conosce nick land – quasi nessuno – che non sia uno strambo forte, s’intende – ma mi appassiona e quello conta, quel modo di scrivere frammentato – arzigogolato – futuristico – accelerato – lei si avvicina – è bellissima – occhiali a goccia, aria da nerd, ma quanto sei bella? – cervello, pensalo ma non dirlo – ha pure un bel fisico – ma non è educazione guardare un culo quando si parla, giusto – mi chiede: perchè leggi? – non cosa, perchè – rido, ride, ridiamo – e poi mi specchio in te e riscopro il sesso – ma solo col cervello – deviato dal porno gratuito su internet – ma poi quando ci siamo trovati quattro ore dopo essere stati assieme a dirci di tutto – che avevi la vagina alimentata da condensatori e microvalvole a vapore, sbuffavano e non aspettavano altro che me, pero’ sono impressionato, magari brucia, magari fa male, la vagina steampunk – non che sia tecnofobico, tutt’altro – la fantasia ispira – pero’ non me la sono sentita – e forse magari e meglio continuare a leggere per i cazzi miei che è più safe – anche se a volte i rischi li devi correre – per forza – non hai alternative – ed è quando pensi che tutto non passa più – che invece passa – e goditi i tuoi sospiri di sollievo – quando arrivano – perchè servono e aiutano – più di quanto tu possa pensare.

    Chiede: “Perché leggi?“. Riflessione. Leggo per nutrire mente, esplorare mondi, evadere banalità. Viaggio nel tempo, nello spazio, senza muovere passo. Sì vabbè, ciao, ma sei tra noi, bullismo, e poi, sorpresa. Nuova amicizia, le piace quel che leggo, mi piace sentirti parlare, ti confido un segreto, vagina elettrificata. Cyborg. Altre domande senza risposta.

    Viaggiatore solitario, universo senza tempo, alla ricerca di verità nascoste.

  • Monkey Island 2 Bone Song!

    Monkey Island 2 Bone Song!

    La “Bone Song” è una canzone presente nel gioco “Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge”, il secondo capitolo della serie di avventure grafiche “Monkey Island” sviluppata da LucasArts. Questa canzone viene eseguita da un gruppo di scheletri pirata all’interno di un bar chiamato “Scabb Island Bar”.

    La canzone è una sorta di inno pirata che celebra il tema della morte e del dopo-vita, ed è composta da versi divertenti e ironici. Nonostante la sua apparente natura spettrale, la melodia è molto orecchiabile e diventa parte integrante dell’atmosfera unica e surreale del gioco.

    Ecco un estratto dei testi della “Bone Song”:

    “Oh, when I was alive, I was the scourge of the seas!
    A terror to behold, I ruled the ocean breeze.
    But now that I’m dead, I sleep in my grave,
    But when the tide is high, you can hear me rave:

    Yo ho ho and a bottle of rum!
    Hoist the mainsail, here I come!
    I’m a pirate king, and I’m really okay,
    I’m not dead, I’m only a-sepulchered away!”

    La canzone è una delle tante gemme di umorismo e creatività presenti nel mondo di Monkey Island e contribuisce al fascino eccentrico e divertente del gioco.

    https://lipercubo.it/archivio/wp-content/uploads/2024/03/mkbones.mid

    Oh, when I was alive, I was the scourge of the seas!
    A terror to behold, I ruled the ocean breeze.
    But now that I’m dead, as I rest in my grave,
    I still long for the thrill of the waves!

    Yo ho ho and a bottle of rum!
    Hoist the mainsail, here I come!
    I’m a pirate king, and I’m really okay,
    I’m not dead, I’m only a-sepulchered away!

  • 10 scene iconiche da film anni Ottanta

    10 scene iconiche da film anni Ottanta

    Gli anni ’80 hanno segnato un’epoca d’oro per il cinema, regalandoci un ricco tesoro di film iconici che hanno plasmato la cultura popolare. Da scene di azione indimenticabili a momenti commoventi di romanticismo, ecco dieci film che hanno lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli spettatori, accompagnati da una curiosità affascinante su ciascuno. Questi film degli anni ’80 non solo hanno intrattenuto il pubblico di allora, ma continuano a essere amati e celebrati anche oggi, dimostrando la loro eterna rilevanza nel mondo del cinema.

    Molte scene iconiche del periodo sono diventate parte integrante della cultura pop. Ecco 10 scene memorabili dei film degli anni ’80.

    “The Shining” (1980)

    Curiosità: Durante le riprese della celebre scena in cui Jack Nicholson sfonda la porta dell’hotel con un’ascia, l’attore era così immerso nel personaggio che ha distrutto almeno 60 porte prima che il regista Stanley Kubrick fosse soddisfatto del risultato. La scena risultante è quella nota come Here’s Johnny, in italiano “sono il lupo cattivo”, diventata emblematica del film assieme alla sequenza visionaria dell’orso. Un orso psicoanalizzato, forse.

    “Toro scatenato” (1980)

    Robert De Niro ha guadagnato oltre 60 chili per interpretare il ruolo di Jake LaMotta durante la fase “fuori forma” del pugile. Ha anche disputato alcuni match amatoriali per prepararsi al meglio per il ruolo.

    “E.T. the Extra-Terrestrial” (1982)

    La famosa silhouette di E.T. e Elliott che volano sulla Luna è stata creata utilizzando una marionetta di E.T. controllata da un burattinaio seduto su una piattaforma mobile spinta da un attore vestito da Elliott.

    “Scarface” (1983)

    Al Pacino ha accettato il ruolo di Tony Montana senza nemmeno leggere la sceneggiatura completa. La sua interpretazione iconica ha reso il personaggio di Montana uno dei più memorabili della storia del cinema.

    “Ritorno al futuro” (1985)

    Originariamente, il ruolo di Marty McFly era stato assegnato a Eric Stoltz. Dopo alcune settimane di riprese, il regista Robert Zemeckis ha deciso di sostituirlo con Michael J. Fox, poiché Stoltz non aveva la giusta chimica con il resto del cast.

    “Top Gun” (1986)

    Tom Cruise ha imparato a pilotare veri aerei da caccia durante le riprese del film. La sua dedizione al ruolo lo ha portato a diventare un pilota esperto, tanto che alcune scene aeree sono state girate con lui ai comandi.

    “Die Hard” (1988)

    Bruce Willis è stato inizialmente poco apprezzato per il ruolo di John McClane, poiché era principalmente conosciuto per la sua interpretazione in commedie leggere. Tuttavia, la sua performance ha dimostrato a tutti che poteva interpretare con successo un duro e coraggioso eroe d’azione.

    “Rain Man” (1988)

    Dustin Hoffman, per prepararsi al ruolo di Raymond Babbitt, ha trascorso del tempo in una clinica per osservare e interagire con persone affette da autismo. Ha anche lavorato con un consultante autistico per rendere la sua interpretazione il più accurata possibile.

    “Indiana Jones e l’ultima crociata” (1989)

    A quanto sappiamo nella scena del raduno nazista in “Indiana Jones and the Last Crusade” (1989), Steven Spielberg ha dato ordine alle comparse di fare il saluto al Führer con l’altro braccio dietro la schiena e le dita incrociate. Questo gesto simbolico è stato concepito per annullare il significato del saluto nazista, sottolineando il disprezzo per le ideologie naziste e riaffermando i valori opposti rappresentati dal protagonista, Indiana Jones.