Fare screenshot alla gente


C’è un sacco di gente – e non solo sui social – ma è dei social che vogliamo parlare – nella maggioranza dei casi la gente sui social sembra ostile – Ottimista time – intendiamoci, questo è quello che percepisco ora – non è la Bibbia – non è il rant “so tutto io” da sapientone di turno – del resto il mio analista direbbe che sì, il mondo sarà anche pieno di stronzi – oddio, forse “stronzi” non lo direbbe – sarà anche vecchio, cattivo e ostile come un boomer che pensa ai laserdisc e odia lo SPID – ma in fondo conta solo quello che possiamo controllare – come viviamo il nostro mondo interiore.

Nick Land le chiama iperstizioni, e significa: se passi la vita a pensare che sarai per sempre un miserabile, che c’è qualcuno che ti controlla o che ci siano gli squali nei succhi di frutta – succederà davvero, nella peggiore delle ipotesi, te ne convincerai lo stesso nella migliore. Nel frattempo la vita ti sarà passata davanti e ti sarà capitato proprio quello di cui avevi paura.  Se non ti dovesse capitare nulla, dirai comunque che non ti fidi, che a te non la danno a bere, che c’è qualcosa in agguato. Il potere della mente è straordinario.

Una volta ho scoperto per caso che un account sconosciuto aveva fatto una screenshot di una cosa che avevo scritto sui social: conteneva un refuso, ed era quella la colpa che dovevo espiare. Ti screenshotto, che significa ti appendo, ti attacco per le palle alle tue responsabilità di ignorante, ammesso che tu le abbia mai avute, le palle, piccolo presuntuoso essere che hai osato scrivere una cosa sui social ed esprimere un parere diverso dal mio. Non hai scampo: ti screenshotto, sento di agire d’astuzia nel farlo. Nego il tuo diritto di correggere il tuo scritto e di dire che hey, quella era una stronzata che avevo scritto per provare a posizionarla su Google. Se hai fatto screenshot evidentemente sono riuscito a fare qualcosa di significativo, e forse ti ha dato fastidio.

Ecco, tanta gente fa le screenshot sui social. Ad esempio Luca___69. Non se ne perde una, Luca___69: vede una cosa che non apprezza e clic, fa una screenshot, e tutte quelle che salva vanno a finire in una cartella di immagini del suo telefono.  Quando trova affermazioni di altri utenti che trova irritanti o non condivide oha intenzione di sbeffeggiare davanti alla propria cerchia di amici, clic, fa una screenshot. Lo fa per evitare interazioni dirette con chi desidera criticare, perchè non vuole avere nulla a che fare con quello che non condivide (ha qualcosa in comune con le dittature, in questo) o perchè  non vuole regalare visibilità a quegli account. Gli fa anche un favore, capito?

Che stronzo! Ma che sta dicendo, questa qui? Clic, fai una screenshot. Lo facciamo quasi tutti, alla fine. È un gesto che dopo un po’ viene meccanico. Si screenshotta di tutto, senza pensare. Sul cellulare basta premere i due tasti laterali. Clic. E vanno a finire in una cartella di immagini del tuo telefono. La screenshot è un modo per fotografare un istante, tipo uno scatto di un momento irripetibile – in un certo senso è proprio come una foto.

Ci sono screenshoter sui social di vario tipo: una buona metà è buona fede, lo fa agendo per una causa giusta e perché in fondo è giusto screenshottare gli stronzi. Giusto per fargli capire che non sono stronzi, ma sono iper-stronzi, super mega stronzi, iper super mega tera stronzi, e poi ‘fanculo, speriamo che muoiano presto. Anzi, speriamo che muoiano, ma solo perchè così andremo a fare una bella screenshot al loro funerale.

Fotografi quella volta che sei andato all’Ice Bar con la collega a cui vai dietro inutilmente da sette anni, fai una foto alla tua famiglia con cui in effetti non vai più d’accordo, ne fai una ai tuoi amici anche se avete fatto una rimpatriata puramente formale e non vi considerate da dodici anni. Fotografi quell’attore famoso che hai incontrato per strada e che è stato così gentile da concederti uno scatto assieme, anche se in realtà probabilmente gli hai rotto le palle. La screenshot è simile a una fotografia molesta nel mondo dei social, perchè anch’essa viene fatta senza consenso altrui. Immaginate di fare foto alla gente che trovate ridicola per strada, senza il loro consenso. La screenshot è uguale, ma te le fanno quando scrivi cose che gli altri non condividono e tanto basta. Anni fa ad esempio ero fidanzato con una ragazza con cui andavamo d’accordo e c’era grande intesa. Aveva il difetto di non perdonarmi nulla e non amava entrare nei particolari delle accuse. Me lo ricordo bene, cosa mi hai detto domenica scorsa. Vorresti dire che sono scema? Quel giorno un cane provò ad attaccarci e ti sei scansato, in questo modo mi avrebbe morso e sarei morta. Secondo me questa donna oggi fa un sacco di screenshot sui social.

Perchè in fondo i social sono ancora i nostri giocattoli. Perchè fare screenshot è un modo per inchiodare il prossimo alle proprie responsabilità. Grazie, sceriffo, per aver riportato La Legge (TM) sui social. Ma sì, ergiamoci al di sopra della massa, sentendo che Nietzsche sarebbe orgoglioso di noi – anche se non lo abbiamo mai letto in vita nostra.

Del resto c’è gente che veramente non si regola, e usa i social per pubblicare bestialità. Cose che non vanno bannate e basta: vanno esposte in pubblica piazza, messe alla berlina. Servono a schernire, distruggere, umiliare, annichilire il prossimo.

Screenshottare è una cosa di sinistra, secondo alcuni, perchè serve a inchiodare i prepotenti, i bulli e quelli che non pagano le tasse e se ne vantano sui social. Ma è pure una cosa un po’ di destra, a pensarci, perchè fai le screenshot a chiunque osi non essere d’accordo con te.

Pubblicare la screenshot di un utente è una prassi consolidata sui social per evitare di chiamare in causa direttamente la persona in questione, soprattutto se al centro di controversie o se – letteralmente – si trattasse di un cyberbullo assodato o di un criminale. Per chi non fosse pratico dei social, insomma, la screenshot serve a non chiamare direttamente in causa un utente che si desidera criticare, ed è un modo per fare anche un po’ i pettegoli alle spalle degli altri.

Ogni screenshot è un selfie col dittatore che alberga dentro di noi.

  1. Ti screenshotto, così se dovessi cambiare il contenuto del post con la screenshot ti posso stanare. “Visto che vigliacco? Ha modificato il post, meno male che l’avevo salvato in una screenshot e glielo sbatto nel muso“. Grazie, sceriffo, l’intero reparto di polizia social è orgoglioso di lei – Ma io ho fatto solo il mio lavoro, signor questore digitale.
  2. Ti screenshotto, così poi posso inviare qualcosa al mio avvocato e possiamo esaltarci a vicenda pensando che faremo causa a questo maledetto.
  3. Ti screenshotto, così ti posso blastare.
  4. Ti screenshotto, perchè non sei come me.
  5. Ti screenshotto, perchè ho la sindrome del debunker incallito con tendenza al ratiosuprematismo.
  6. Ti screenshotto, e tu non puoi farci un cazzo.
  7. Ti screenshotto, senza capire che sto dando un feedback alle persone per fossilizzarsi nelle proprie idee e radicalizzarsi ancora di più.
  8. Ti screenshotto, ti appendo per le palle, figlio di puttana, ti inchiodo alle tue responsabilità, ammesso che tu le abbia mai avute, le palle, piccolo insignificante essere, che hai osato contraddirmi, esprimendo un parere diverso dal mio. Non hai scampo: ti screenshotto, sento di agire d’astuzia nel farlo. Perchè io so come premere due bottoni sul cellulare, l’informatica la conosco bene, avevo comprato i primi laser disc, anche se poi ho difficoltà pure con lo SPID, a volte. Mi sento bene a negarti il diritto di cambiare idea o di dire che hei, guarda che era una cazzata che avevo scritto tredici anni fa.
Nella foto: un troll mentre trolla, secondo Midjourney
Nella foto: un troll mentre trolla, “visto” da Midjourney

Per alcuni è giusto screenshottare gli hate speech. Sarebbe anche giusto, se non fosse che la definizione di “discorso d’odio” è in pasto al soggettivismo molecolare che alberga sui social, per cui fa riferimento ad un principio che non è assoluto e che quindi tende ad invalidarsi. Secondo una caustica definizione dell’Urban Dictionary, del resto, un hate speech è equivalente all’avere una opinione diversa da qualcun altro.

“è proprio uno stronzo”, “hai ragione”, “sei un mito”, “applausi”, “ingravidami”.

Tratto da: https://x.com/heiswicked/status/859883221881950208/photo/1
Tratto da: https://x.com/heiswicked/status/859883221881950208/photo/1
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