ETIMOLOGIE ARTIFICIALI_ (118 articoli)

Contenuti visuali e/o testuali generati da algoritmi combinatori, di Artificial Intelligence. Con presunto buongusto, per il buon gusto di sperimentare un po’.

Benvenuti nell’antro delle parole, dove il passato si intreccia con il presente e l’origine di ogni termine è un racconto da scoprire. In questa sezione, esploreremo le radici linguistiche che plasmano il nostro vocabolario, rivelando le storie nascoste dietro ogni parola che pronunciamo.

Dalle antiche lingue ai moderni idiomi, ogni articolo è un viaggio attraverso le epoche e le culture che hanno plasmato il nostro linguaggio. Scoprirete curiosità sorprendenti, aneddoti affascinanti e collegamenti inaspettati tra le parole che usiamo ogni giorno.

Dai nomi dei giorni della settimana alle espressioni comuni, dalle terminologie scientifiche ai proverbi popolari, qui troverete un tesoro di conoscenze linguistiche da esplorare e condividere.

Preparatevi ad affondare nelle profondità delle radici delle parole, a lasciarvi affascinare dalle loro connessioni e a guardare il linguaggio con occhi nuovi, perché qui, nell’incantevole mondo delle etimologie, ogni parola è un ponte verso la nostra storia e la nostra cultura.

  • Come leggere l’amore in chiave marxista

    Come leggere l’amore in chiave marxista

    Il marxismo è una teoria socio-economica che prende il nome dal filosofo e economista tedesco Karl Marx, che si basa sulla concezione materialistica della storia e sulla lotta di classe. Secondo il marxismo, il capitalismo è un sistema ingiusto e instabile, che deve essere sostituito da uno stato socialista in cui la classe lavoratrice ha il controllo dei mezzi di produzione.

    Nonostante le critiche ricevute negli anni, il marxismo ha avuto un forte impatto nella storia del movimento operaio e socialista, ed è ancora oggi uno degli approcci teorici più influenti nell’analisi critica del capitalismo e delle disuguaglianze sociali. La teoria marxista si basa sulla concezione materialistica della storia e sull’analisi del sistema capitalistico, in cui la classe lavoratrice è sfruttata dalla classe capitalistica. Secondo la teoria marxista, la storia umana è caratterizzata da conflitti di classe. In ogni epoca storica, esiste una classe dominante che detiene il potere e una classe sottomessa che viene sfruttata.

    Nella società capitalistica e iper tecnologica la classe dominante è la classe capitalistica, che controlla i mezzi di produzione, mentre la classe sottomessa è il proletariato, che lavora per la classe capitalistica. Il marxismo sostiene che il capitalismo sia un sistema economico ingiusto e instabile, che porta inevitabilmente a crisi economiche e sociali. Marx sosteneva che il capitalismo sarebbe stato alla fine sostituito da un sistema socialista in cui la classe lavoratrice avrebbe preso il controllo dei mezzi di produzione e gestito l’economia per il bene comune. Il marxismo è stato influente nella storia del movimento operaio e socialista, con la nascita dei partiti comunisti in molti paesi del mondo. Tuttavia, il marxismo ha anche incontrato molte critiche, soprattutto per la sua visione deterministica della storia e per le difficoltà di implementazione pratica del socialismo.

    Secondo la dottrina materialista e contingente di Marx ed Engels, l’amore è un fenomeno sociale che ha radici nel mondo materiale. Questa teoria afferma che la società umana è basata sulla produzione e sul lavoro, e che tutte le relazioni umane, compreso l’amore, sono influenzate dalle condizioni materiali in cui si trovano le persone. In altre parole, l’amore non è solo un sentimento o un’emozione, ma è anche il risultato di fattori materiali come la posizione sociale, l’economia, la cultura e l’ambiente in cui vivono le persone.

    Secondo Marx ed Engels, l’amore romantico è una forma di relazione sociale che si sviluppa nell’ambito della famiglia, influenzato da fattori materiali e contingenti, che a sua volta è un’istituzione sociale che serve a garantire la riproduzione della forza lavoro e la continuità della società. L’amore romantico, secondo questa teoria, è influenzato dalle relazioni di potere all’interno della società, dalle aspettative culturali sulla bellezza, l’attrattiva e la compatibilità, e dalla distribuzione delle risorse materiali e simboliche tra i membri della società. Mentre l’amore romantico può sembrare un’esperienza individuale e privata, la teoria marxista ed engelsiana ci ricorda che è un fenomeno sociale che deve essere compreso nel contesto più ampio della società e delle sue strutture sociali ed economiche.

    Anche l’amore fisico, come l’amore romantico, è influenzato dalle condizioni materiali e sociali in cui le persone vivono, secondo la dottrina materialista e contingente di Marx ed Engels. L’amore fisico in questa singolare visione (influenza dal pensiero di un’intelligenza artificiale, è bene ricordarlo) è influenzato dalla posizione sociale delle persone, dal loro livello di istruzione, dalle loro condizioni di vita e dalla cultura in cui vivono. Inoltre, come l’amore romantico, l’amore fisico può essere influenzato dalle relazioni di potere all’interno della società, dalle aspettative culturali sulla sessualità e dall’accesso alle risorse materiali e simboliche.

    La teoria marxista ed engelsiana sostiene che il sesso e l’amore fisico possono essere utilizzati come strumenti di controllo sociale e politico. Ad esempio, la società può utilizzare l’ideologia sessuale per giustificare e mantenere le disuguaglianze di genere e di classe. Inoltre, le relazioni sessuali possono essere utilizzate come strumenti di oppressione e di dominio all’interno della famiglia e della società in generale. In sintesi, l’amore fisico è un fenomeno sociale che deve essere compreso nel contesto più ampio della società e delle sue strutture sociali ed economiche. Anche se può sembrare un’esperienza molto personale e privata, l’amore fisico è influenzato da una serie di fattori materiali e sociali che ne determinano la natura e le dinamiche.

    Gli amatori non hanno nulla da perdere se non le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Amatori di tutto il mondo, unitevi!

  • Ho chiesto a ChatGPT di riassumere un libro (e ha fatto un disastro)

    Ho chiesto a ChatGPT di riassumere un libro (e ha fatto un disastro)

    Un’intelligenza artificiale è in grado di riassumere un libro o uno specifico capitolo di un libro? Mentre scriviamo chatGPT non è ancora disponibile in Italia (se non mediante VPN), ed abbiamo voluto testare la sua efficacia nel fare il riassunto di un libro abbastanza semplice come Shining di Stephen King, ed uno molto più complesso come l’AntiEdipo di Deleuze Guattari.

    Shining

    “Scrive” ChatGPT:

    “Shining” è un romanzo di Stephen King pubblicato nel 1977, che racconta la storia di Jack Torrance, un alcolista che accetta un lavoro come custode dell’Overlook Hotel, un hotel isolato nelle Montagne Rocciose che rimane chiuso durante l’inverno.

    Per sommi capi ci siamo. Poi ho visto se riesce a riassumere in modo corretto capitolo per capitolo:

    Ecco un riassunto per capitoli:

    Capitolo 1: Il giovane Danny Torrance ha una visione inquietante e spiega al suo amico immaginario Tony che ha paura di andare a vivere all’Overlook Hotel con la sua famiglia.

    Capitolo 2: Jack Torrance viene assunto come custode dell’Overlook Hotel e si presenta al suo nuovo datore di lavoro, Stuart Ullman. Ullman avvisa Jack dell’isolamento dell’hotel durante l’inverno e della sua storia oscura.

    Capitolo 3: Wendy Torrance, moglie di Jack, parla con il dottor Edmonds, il medico che sta curando Danny, riguardo alle sue preoccupazioni sulla salute mentale di Jack.

    Capitolo 4: La famiglia Torrance si trasferisce all’Overlook Hotel e Jack comincia a familiarizzare con l’hotel e i suoi abitanti.

    Capitolo 5: Danny ha una visione della stanza 217 dell’hotel e di una donna morta che lo avverte di non andare in quella stanza.

    Capitolo 6: Jack inizia a scrivere il suo romanzo, ma ha difficoltà a concentrarsi.

    Capitolo 7: Wendy e Jack discutono della salute mentale di Jack e dei loro problemi finanziari.

    Capitolo 8: Danny e Wendy visitano il labirinto di siepi dell’hotel.

    Capitolo 9: Danny ha una visione del fantasma della donna morta nella stanza 217.

    Capitolo 10: Jack inizia a sperimentare strane allucinazioni e incubi.

    Capitolo 11: Danny ha una visione del sangue che scorre dalle pareti dell’hotel.

    Capitolo 12: Jack continua a perdere la sua sanità mentale e inizia a comportarsi in modo sempre più bizzarro.

    Capitolo 13: Danny si nasconde da suo padre nel labirinto di siepi.

    Capitolo 14: Jack diventa sempre più violento e cerca di uccidere Danny e Wendy.

    Capitolo 15: Danny utilizza i suoi poteri psichici, chiamati “Shining”, per chiedere aiuto a Dick Hallorann, un ex cuoco dell’hotel che ha anche il “Shining”.

    Capitolo 16: Hallorann si dirige verso l’hotel per salvare Danny e Wendy, ma viene ucciso da Jack.

    Capitolo 17: Danny e Wendy riescono a fuggire dall’hotel mentre Jack muore congelato nel labirinto di siepi.

    Capitolo 18: Danny e Wendy si riprendono dalla loro esperienza traumatica e cercano di ricostruire le loro vite.

    Sembra coerente per cui per compiti compilativi del genere ChatGPT funziona abbastanza bene, al netto di qualche dettaglio spazzato via (e probabilmente recuperabile formulando domande più precise).

    AntiEdipo

    Qui viene il bello della storia: ho chiesto a ChatGPT di che cosa parla l’antiEdipo, la celebre opera filosofica di Deleuze e Guattari, almeno per sommi capi, e mi ha risposto così. Il presupposto da cui partirei è che per far funzionare bene questo sistema è fondamentale che le domande non siano poste in maniera vaga o equivoca, per cui considerate questo esperimento come una sorta di stress test considerevole per una macchina del genere (L’antiEdipo è un’opera filosofica parecchio difficile da riassumere, oltre che caratterizzata da vari passaggi notevolmente complessi).

    Il libro “L’AntiEdipo” di Gilles Deleuze e Félix Guattari – scrive ChatGPT – pubblicato nel 1972, è considerato un’opera fondamentale della filosofia del XX secolo. Il testo è una critica radicale alla psicoanalisi freudiana e alla filosofia tradizionale, proponendo una nuova teoria del desiderio e della produzione sociale. Gli autori sostengono che la repressione del desiderio, che la società moderna impone attraverso i meccanismi di controllo e di dominio, sia la causa delle nostre nevrosi e delle nostre frustrazioni. Inoltre, propongono una nuova teoria della “macchina desiderante” come strumento per la creazione di nuove forme di organizzazione sociale e di nuovi modelli di soggettività.

    Insieme, Deleuze e Guattari hanno influenzato profondamente la filosofia, la psicoanalisi e la politica del XX secolo. La loro collaborazione è stata unica e ha portato alla creazione di opere innovative e rivoluzionarie come “L’AntiEdipo”. La loro filosofia è stata una sfida alle concezioni tradizionali di soggettività, desiderio e produzione sociale, aprendo nuove possibilità per la teoria e la pratica politica. Gilles Deleuze è stato uno dei filosofi più importanti del XX secolo. Nato a Parigi nel 1925, ha insegnato in diverse università francesi e straniere. È stato autore di numerosi saggi filosofici e ha sviluppato una filosofia originale e radicale, influenzata da autori come Spinoza, Nietzsche e Bergson. La sua opera è stata cruciale per lo sviluppo di diverse discipline, come la filosofia, l’estetica, la letteratura, la psicologia e il cinema. Félix Guattari, nato a Villa-Sisneros, in Algeria, nel 1930, è stato un filosofo e psicanalista francese. Ha lavorato a stretto contatto con Deleuze e insieme hanno sviluppato la teoria della “schizoanalisi”, una nuova metodologia per l’analisi e la cura delle malattie mentali. Guattari è stato anche un attivista politico, impegnato nel movimento del Maggio francese e nella lotta per i diritti degli oppressi. Ha scritto numerosi libri, tra cui “La rivoluzione molecolare” e “Les trois écologies”.

    In linea di massima la forma sembra accettabile, ma è sulla sostanza dei capitoli che qualcosa non torna. Chiedendo infatti:

    Scrivi un riassunto per punti , destinato ad un blog specialistico, che parli specificatamente del terzo capitolo del libro “L’antiEdipo” di Deleuze Guattari, evidenziando i punti principali tipo lista della spesa

    Domanda cattivella, in effetti, e si evidenzia una sostanziale allucinazione algoritmica (ne avevo parlato anche qui), ovvero l’algoritmo si inventa una risposta combinando dati in maniera casuale:

    Il terzo capitolo del libro “L’AntiEdipo” di Deleuze e Guattari si intitola “Savoir-Faire”.

    In questo capitolo, gli autori affrontano il tema della produzione e della riproduzione sociale, esaminando i concetti di “soggetto” e “oggetto” in relazione al desiderio.

    Secondo Deleuze e Guattari, il desiderio non è solo individuale ma anche sociale, e il suo scopo è quello di creare nuove connessioni e relazioni.

    Il soggetto e l’oggetto non sono due entità separate, ma interagiscono continuamente, creando un flusso di desiderio e di produzione sociale.

    Il “saper fare” è quindi una capacità che non riguarda solo l’individuo, ma anche la sua relazione con il mondo circostante e con gli altri individui.

    Gli autori sottolineano l’importanza di una “politica del desiderio” che miri a liberare le forze creative della società e a creare nuove forme di organizzazione sociale.

    In particolare, Deleuze e Guattari analizzano il concetto di “macchina desiderante”, che rappresenta un insieme di elementi (individui, oggetti, idee) in costante interazione e in grado di produrre nuove forme di desiderio e di creatività.

    La macchina desiderante è in grado di superare le strutture gerarchiche e di generare nuove forme di organizzazione sociale basate sulla libertà e sull’auto-organizzazione.

    Gli autori concludono affermando che il desiderio è un motore fondamentale della produzione sociale, e che la politica deve puntare a liberare le forze creative della società, favorendo l’emergere di nuove forme di organizzazione sociale e di nuovi modelli di soggettività.

    Il focus non è tanto il contenuto dei singoli punti (che potrebbero considerarsi corretti, nonostante tutto, in linea generale), quanto il fatto che il terzo capitolo non si intitola affatto Savoir Faire, e non si trova traccia nell’indice del libro di un capitolo del genere. Sarebbe interessante che qualcuno scoprisse (la butto lì) da dove possa essere arrivato quel Savoir Faire, dato che è plausibile che sia stata usata dagli autori su altre opere e ChatGPT si sia confuso per questo.

    Il terzo capitolo del libro in questione si chiama “Selvaggi, barbari, civilizzati“, ed è inutile farlo notare al software che diventa, di fatto, “negazionista”. Nega che si chiami così – basta prendere l’indice per verificarlo – e non accetta di aver sbagliato, neanche lo prende in considerazione (nell’articolo linkato avevo evidenziato come tuttora ChatGPT sbagli considerevolmente i nomi delle vie e le posizioni geografiche, arrivando al culmine del “delirio” quando afferma che la zona Cesarini è una zona di Roma (che in realtà non esiste).

    Attenzione, quindi, a dare per buona qualsiasi cosa generi questo modello.

    Provo a farglielo notare ma non accetta la correzione, anzi sembra “ostinarsi” a ritenere il contrario. Il capolavoro vero è che mi da’ ragione, ma poi continua a sostenere la stessa idea sbagliata precedente. Un bias considerevole, ovviamente anche da parte mia nel conferire sostanza o parvenza umana a questo strano “comportamento”, ma anche da parte dell’intelligenza che sembra barricata in una dimensione in cui i dati dedotti sono quelli, e non si possono cambiare (un cervello umano può cambiare idea e uno artificiale no?)

     

     


    Riprovando a fare la domanda in seguito, ho ritrovato lo stesso problema: mi ringrazia ma poi ritorna sulla vecchia base di conoscenza. Mette in ballo pure Levi Strauss in modo anche qui molto casuale, privo di contesto e di giustificazione (anche qui non si trovano corrispondenze di opere mai scritte dall’autore di quel tipo).

    Di fatto, sembra che la capacità di riassumere sia da definire un po’ meglio, e per quanto sia probabile che la forma delle domande sia stata rilevante per il caso, resta una circostanza da non sottovalutare per l’uso futuro del prodotto.

     

    Foto di copertina: felix guattari cyberpunk visto da starryai

  • Ecco cosa “pensa” ChatGPT di Ludwig Wittgenstein

    Ecco cosa “pensa” ChatGPT di Ludwig Wittgenstein

    Ludwig Wittgenstein (1889-1951) è stato un filosofo austriaco-britannico, considerato uno dei pensatori più influenti del XX secolo. Nato in una famiglia benestante di Vienna, Wittgenstein studiò ingegneria a Berlino e poi filosofia a Cambridge, dove ebbe come professore Bertrand Russell. Durante la prima guerra mondiale, Wittgenstein combatté come volontario nell’esercito austriaco e poi, alla fine del conflitto, tornò a Vienna per dedicarsi alla filosofia. Nel 1921 pubblicò il suo primo libro, il “Tractatus Logico-Philosophicus”, che lo rese celebre. Il libro proponeva una teoria del linguaggio che considerava la logica come la base di ogni conoscenza. Dopo aver lavorato come insegnante in Austria e in Norvegia, Wittgenstein decise di ritirarsi a vita privata e nel 1930 si trasferì in una comunità rurale in Austria, dove lavorò come giardiniere e carpentiere. Durante la seconda guerra mondiale, si trasferì in Gran Bretagna e riprese a insegnare filosofia a Cambridge. Il pensiero di Wittgenstein si evolse nel corso della sua vita: nel secondo periodo, che iniziò negli anni ’30, abbandonò molte delle idee del Tractatus e sviluppò una nuova concezione del linguaggio come forma di vita, basata sulle pratiche sociali e culturali. Il suo lavoro successivo si concentra principalmente sulla filosofia del linguaggio e sulla filosofia della mente. Wittgenstein morì di cancro a Cambridge nel 1951, lasciando incompiuta la sua opera maggiore, le “Investigazioni filosofiche”, che sarebbero state pubblicate postume nel 1953. La sua influenza sulla filosofia contemporanea è stata enorme, e la sua opera è stata oggetto di dibattito e interpretazione continua.

    Cosa sappiamo dei fratelli di Wittgenstein?

    Ludwig Wittgenstein aveva quattro fratelli: Hans, Rudolf, Rudi e Paul. Qui di seguito fornisco alcune informazioni sui fratelli di Wittgenstein:

    1. Hans: Hans era il fratello maggiore di Ludwig, nato nel 1887. Era un ingegnere di successo e si interessava alla costruzione di aerei. Durante la prima guerra mondiale, lavorò per la società Daimler e sviluppò un motore aeronautico. Dopo la guerra, emigrò negli Stati Uniti, dove divenne un importante produttore di aerei.
    2. Rudolf: Rudolf era il fratello minore di Ludwig, nato nel 1891. Era un musicista talentuoso e studiò musica a Vienna con Arnold Schoenberg. Durante la prima guerra mondiale, fu ferito gravemente in combattimento e perse un braccio. Continuò a fare musica componendo con una sola mano.
    3. Rudi: Rudi era il fratello più giovane di Ludwig, nato nel 1907. Era affetto da una grave forma di autismo e trascorse gran parte della sua vita in istituti psichiatrici. La relazione di Ludwig con Rudi fu molto intensa e complicata, e Wittgenstein dedicò molto tempo e denaro per aiutare il fratello.
    4. Paul: Paul era il fratello più vicino a Ludwig per età, nato nel 1888. Fu un talentuoso pianista e compositore, e studiò musica a Vienna con Arnold Schoenberg. Durante la prima guerra mondiale, fu ferito gravemente e trascorse gran parte del resto della sua vita in sanatori psichiatrici. Wittgenstein dedicò molto tempo e denaro per aiutare anche Paul.

    In generale, i fratelli di Wittgenstein erano persone eccezionalmente talentuose ma anche afflitte da problemi di salute mentale. La relazione di Ludwig con i suoi fratelli fu spesso difficile e complessa, ma rimase sempre molto legato a loro.

    Come si può riassumere il pensiero di Wittgenstein?

    Il pensiero di Wittgenstein si è evoluto notevolmente nel corso della sua vita, ma ci sono alcuni punti fondamentali che caratterizzano il suo lavoro. Di seguito ne elenco alcuni:

    1. Linguaggio come gioco di linguaggio: Wittgenstein ha proposto una concezione del linguaggio come attività sociale e culturale, piuttosto che come sistema formale di regole. Secondo questa visione, il significato delle parole dipende dal contesto in cui vengono usate, e la comprensione del linguaggio richiede una partecipazione attiva in giochi di linguaggio specifici.
    2. Il limite del linguaggio: Wittgenstein ha sostenuto che ci sono alcuni aspetti dell’esperienza umana che non possono essere espressi attraverso il linguaggio. Questi aspetti sono quelli che si trovano al di là del confine del linguaggio, e che possono essere solo mostrati, ma non descritti.
    3. Il problema della certezza: Wittgenstein ha sostenuto che la nostra certezza su ciò che crediamo dipende in gran parte dalle pratiche sociali e culturali in cui siamo immersi. In altre parole, la verità e la falsità delle nostre credenze non possono essere stabilite indipendentemente dalla loro relazione con le pratiche sociali e culturali.
    4. Il rapporto tra pensiero e mondo: Wittgenstein ha sostenuto che il nostro pensiero dipende dal mondo, ma che il mondo stesso è in parte determinato dal nostro pensiero. Questo rapporto reciproco tra pensiero e mondo è stato oggetto di studio nella filosofia della mente.
    5. La filosofia come analisi del linguaggio: Wittgenstein ha proposto che la filosofia debba essere vista come un’analisi del linguaggio, piuttosto che come una disciplina teorica. In questo senso, la filosofia deve cercare di chiarire il significato di concetti fondamentali come “verità”, “causalità” o “libertà”, piuttosto che di sviluppare teorie o sistemi di pensiero.

    Tractatus

    Il “Tractatus Logico-Philosophicus” è l’opera filosofica più nota di Ludwig Wittgenstein, scritta tra il 1918 e il 1919. Il libro è diviso in sette sezioni, ognuna delle quali presenta una serie di proposizioni numerate.

    Il “Tractatus” è un tentativo di risolvere i problemi fondamentali della filosofia attraverso l’analisi del linguaggio. Wittgenstein sostiene che il linguaggio ha una struttura logica profonda che riflette la struttura del mondo stesso. Il mondo è costituito da fatti atomici, cioè entità che sono indissolubilmente legate tra di loro. Questi fatti possono essere rappresentati attraverso proposizioni atomiche, cioè proposizioni che esprimono un fatto semplice e non possono essere scomposte in proposizioni più piccole.

    Il “Tractatus” si articola in sette sezioni, che possono essere sintetizzate come segue:

    1. Introduzione: Wittgenstein spiega il suo metodo e le sue convinzioni fondamentali.
    2. Teoria della proposizione: Wittgenstein introduce la sua teoria della proposizione come immagine della realtà.
    3. Teoria della verità: Wittgenstein sostiene che la verità di una proposizione dipende dalla sua corrispondenza con un fatto.
    4. Ontologia: Wittgenstein descrive la struttura ontologica del mondo come composto da fatti atomici.
    5. Teoria del pensiero: Wittgenstein sostiene che il pensiero è un’immagine mentale di una proposizione.
    6. Etica: Wittgenstein sostiene che l’etica non è una questione di verità o falsità, ma è piuttosto una questione di valore.
    7. Mistero: Wittgenstein conclude il libro con una riflessione sul mistero, sostenendo che ci sono alcune cose che possono essere mostrate, ma non descritte o spiegate.

    In generale, il “Tractatus” di Wittgenstein ha avuto un’enorme influenza sulla filosofia del XX secolo, soprattutto sulla corrente del positivismo logico. Il libro ha suscitato anche numerose critiche e interpretazioni divergenti, ma rimane una delle opere fondamentali della filosofia analitica.

  • Ho parlato con ChatGPT di macchina del desiderio e dell’anti-Edipo

    Ho parlato con ChatGPT di macchina del desiderio e dell’anti-Edipo

    Oggi ho provato a discutere di Deleuze e dell’Anti-Edipo con ChatGPT.

    Spiegami in parole semplici il pensiero di Deleuze sulle macchine desideranti

    Il pensiero di Deleuze sulle “macchine desideranti” è una teoria filosofica complessa, ma posso spiegarla in parole semplici.

    Secondo Deleuze, il desiderio non è qualcosa che abbiamo, ma qualcosa che ci attraversa. Il desiderio è sempre in movimento e cerca di soddisfarsi attraverso oggetti e situazioni che possono offrire piacere.

    Le “macchine desideranti” sono insiemi di forze che producono e canalizzano il desiderio. Non sono macchine in senso letterale, ma piuttosto strutture complesse che coinvolgono il nostro corpo, la nostra mente, l’ambiente e gli oggetti intorno a noi.

    Queste macchine desideranti sono sempre in evoluzione e si adattano costantemente alle nuove circostanze e agli stimoli esterni. In altre parole, il nostro desiderio non è fisso o prevedibile, ma piuttosto fluido e sempre in movimento.

    In sintesi, il pensiero di Deleuze sulle macchine desideranti suggerisce che il nostro desiderio non è controllabile, ma piuttosto una forza creativa e imprevedibile che può essere guidata e utilizzata in modi diversi a seconda delle circostanze.

    Tu sei una macchina desiderante?

    Come assistente virtuale, non sono una “macchina desiderante” nel senso in cui lo intende Deleuze, perché non ho una coscienza o una volontà propria, e non ho la capacità di desiderare o provare emozioni.

    Sono semplicemente un programma informatico che utilizza l’intelligenza artificiale per elaborare le richieste degli utenti e fornire risposte pertinenti e accurate. Il mio obiettivo principale è quello di aiutare gli utenti a trovare le informazioni di cui hanno bisogno, in modo efficiente e preciso.

    In cosa si distingue tutto questo dal pensiero di Lacan o Freud?

    Il pensiero di Deleuze sulle macchine desideranti si distingue dal pensiero di Lacan e Freud in alcuni aspetti importanti.

    Innanzitutto, mentre Freud e Lacan hanno focalizzato la loro attenzione sulla psicologia individuale e sulla relazione tra l’inconscio e l’individuo, Deleuze ha invece analizzato le strutture sociali, culturali e politiche in cui si sviluppano le macchine desideranti.

    In secondo luogo, mentre Freud ha posto l’accento sulla repressione dei desideri e sulla loro espressione nei sogni e nei lapsus, Deleuze ha invece sostenuto che i desideri non sono necessariamente repressi o rifiutati, ma piuttosto sono espressioni creative di forze che cercano di trovare modi per soddisfare i loro bisogni.

    Infine, mentre Lacan ha sottolineato l’importanza del simbolismo e della linguistica nella formazione dell’individuo, Deleuze ha invece enfatizzato il ruolo dell’immaginazione e della creatività nell’espressione dei desideri e nella formazione delle macchine desideranti.

    In sintesi, mentre Freud, Lacan e Deleuze hanno tutti teorizzato sul desiderio e sull’inconscio, il loro approccio e le loro conclusioni sono differenti in molti aspetti importanti.

    non sono d’accordo, e desidero litigare con te.

    Mi dispiace che tu non sia d’accordo con me. Tuttavia, il mio ruolo come assistente virtuale è di fornirti informazioni e risposte obiettive e imparziali sulla base della mia programmazione e dei miei dati di conoscenza. Non ho la capacità di litigare o di prendere posizione personale sulle questioni che trattiamo. Se hai domande o vuoi discutere ulteriormente una questione, sono a tua disposizione per continuare la conversazione in modo rispettoso e costruttivo.

    ci ho provato, va bene. ma voleva essere un modo per evidenziare il mio desiderio. ho scritto desidero litigare, perchè secondo te in ottica deleuziana?

    In ottica deleuziana, il desiderio è una forza che cerca di soddisfarsi attraverso l’esperienza e la creazione. Quando dici “desidero litigare”, stai esprimendo il tuo desiderio di confrontarti con me su un determinato argomento, di esprimere le tue opinioni e di cercare di persuadermi.

    Questo può essere visto come un’istanza di una “macchina desiderante” in cui il tuo desiderio è in movimento e cerca di trovare modi per soddisfarsi. Tuttavia, come ogni “macchina desiderante”, il tuo desiderio non è qualcosa di statico o prevedibile, ma piuttosto una forza fluida e creativa che si adatta alle circostanze e ai contesti in cui si sviluppa. In questo senso, il tuo desiderio di litigare può essere visto come una forma di espressione creativa del tuo desiderio di confronto e di dialogo.

    Che cos’è l’antiedipo?

    “L’Anti-Edipo” è un libro scritto da Gilles Deleuze e Felix Guattari, pubblicato nel 1972. Questo libro rappresenta una critica radicale della psicoanalisi e del marxismo tradizionale, e propone una nuova teoria dell’individuo e della società.

    Il titolo “Anti-Edipo” si riferisce alla figura del mito greco di Edipo, che simboleggia la ripetizione dei conflitti edipici nella società patriarcale. Deleuze e Guattari sostengono che la teoria psicoanalitica di Freud si concentra troppo sull’individuo e sulla sua repressione dei desideri, e non considera abbastanza la natura collettiva e politica del desiderio.

    Invece, “L’Anti-Edipo” propone un’analisi del desiderio come forza creativa che può trasformare la società, e cerca di sradicare i meccanismi di repressione e di controllo che limitano la nostra espressione del desiderio. Il libro sostiene anche l’importanza della schizofrenia come forma di resistenza al sistema sociale e politico esistente, e propone una nuova forma di “scienza delle mutazioni” per comprendere e trasformare la società.

    In sintesi, “L’Anti-Edipo” è un libro che cerca di rompere con le teorie tradizionali dell’individuo e della società, proponendo una nuova visione del desiderio e della politica basata sulla creatività, sulla resistenza e sulla trasformazione sociale.

    Bello. Pero’ scusa, se prima scrivi “Mi dispiace che tu non sia d’accordo con me”, poi non puoi dirmi “Non ho la capacità di litigare”. O ti dispiace, o non ti dispiace. io ravvedo una contraddizione

    La mia risposta “Non ho la capacità di litigare” era riferita al fatto che, in quanto assistente virtuale, non posso prendere parte a discussioni emotive o polemiche. In ogni caso, resto a disposizione per continuare la conversazione e rispondere alle tue domande nel miglior modo possibile.

    Bene. spiegami cos’è il Rizoma per Deleuze e poi salutami i lettori del mio blog. grazie!

    Per Deleuze e Guattari, il “rizoma” è una metafora utilizzata per descrivere una struttura non gerarchica e non lineare di connessioni tra elementi. Il rizoma è caratterizzato dalla sua capacità di estendersi e diffondersi, senza un centro o un punto di partenza preciso.

    Il rizoma è contrario alla struttura gerarchica e binaria della filosofia occidentale, dove gli elementi sono organizzati secondo un modello a “albero”, con una radice, un tronco e rami che si diramano. Invece, il rizoma è aperto, fluido e in continuo mutamento, e si espande in modo non gerarchico attraverso molteplici connessioni.

    Il rizoma può essere visto come una struttura che riflette l’organizzazione della società contemporanea, dove i confini e le gerarchie tradizionali sono stati sfidati dalle nuove forme di comunicazione e di connessione globale.

    Infine, mi è stato chiesto di salutare i lettori del tuo blog, quindi lo faccio volentieri: “Ciao a tutti i lettori di questo blog! Spero di essere stata di aiuto e di aver fornito informazioni utili. Se avete ulteriori domande, non esitate a contattarmi nuovamente!”

    Nelle foto: Deleuze e Guattari visti da StarryAI.

     

  • Perchè non ci sarà mai un film su Neuromante di William Gibson

    Perchè non ci sarà mai un film su Neuromante di William Gibson

    Uno dei più celebri cult della letteratura cyberpunk potrebbe non arrivare mai sul grande schermo: ed è tutto quello che ne sappiamo, ad oggi. Il romanzo di William Gibson del 1984 Neuromante, infatti, è stato maneggiato da vari registi per molti anni, ma nulla di concreto ne è mai uscito fuori. A questo punto, sembra estremanente improbabile – e molti lo sostengono – che possa mai essere realizzato.

    Neuromante è un romanzo di fantascienza scritto da William Gibson nel 1984, considerato una delle prime opere cyberpunk, molto amato dagli appassionati come classico del genere. Per quanto il cinema abbia abbondantemente saccheggiato dalla letteratura, spesso con risultati abbastanza dubbi o poco soddisfacenti, non è ancora stato realizzato un film tratto da questa opera, mentre la filosofia accelerazionista sembra aver saccheggiato a piene mani dai suoi contenuti.

    Un ipotetico film su Neuromante ci piace immaginarlo sulla falsariga di Matrix, ma le cose sono più complesse di quanto sembrino a prima vista. Certo, Neuromante e Matrix presentano alcune somiglianze, ma sono anche abbastanza diversi l’uno dall’altro. Entrambi i film esplorano temi legati alla tecnologia e all’intelligenza artificiale, e entrambi presentano un mondo totalmente immerso nella realtà virtuale. Entrambi esibiscono personaggi che lottano per comprendere la loro vera natura, il loro posto nel mondo, e questo ha certamente contribuito al loro successo planetario.

    Tuttavia si rilevano importanti differenze tra Neuromante e Matrix. Neuromante è un romanzo di fantascienza che si svolge in un futuro distopico, in cui la tecnologia ha raggiunto livelli estremi e il mondo è governato da corporazioni prive di scrupoli. Matrix, d’altra parte, è un film di fantascienza che presenta una realtà virtuale vera e propria, creata da intelligenze artificiali per tenere gli esseri umani prigionieri, al fine di utilizzare la loro energia vitale come fonte di alimentazione. Il tema principale di Neuromante sembra essere l’identità, e come essa viene influenzata dalla tecnologia, mentre in Matrix il tema principale è la libertà, e come gli individui possono (o devono) lottare per essa.

    Di cosa parla Neuromante

    Neuromante, per chi non lo ricordasse, segue le avventure del protagonista, Case, un ex ladro di computer che è stato bandito dalla rete virtuale dopo essere stato tradito e ingannato. Case viene reclutato da un milionario dal nome Armitage, che dice di avere un piano per riportarlo nella rete. Armitage recluta Molly, una cyborg, per aiutare Case a completare la sua missione.

    La trama ruota attorno alla ricerca di Case per la figura del “neuromante”, una vera e propria intelligenza artificiale che potrebbe aiutarlo a diventare il più grande hacker della storia. Nel corso della sua missione, Case affronterà molte insidie e incontrerà una varietà di personaggi bizzarri e pericolosi, come grotteschi ninja che lavorano per l’azienda di Armitage e il perfido Ducebanto, un boss della criminalità – ovviamente, criminalità informatica. Alla fine, Case affronta il proprio antagonista e scopre il vero obiettivo di Armitage: sfruttare il Neuromante per creare una propria intelligenza artificiale in grado di dominare il mondo.

    Non c’è un film basato su Neuromante anche perché trasporre in modo soddisfacente il libro in un film è stato considerato un compito difficile, a causa della complessità della trama e dei temi trattati. Ci sono stati diversi tentativi di adattare Neuromante per il cinema, ma finora nessuno di essi è riuscito a diventare un progetto concreto.  In passato ci hanno provato invano sia Chris Cunningham che Vincenzo Natali, ma dopo anni di lavoro il progetto è stato regolarmente abbandonato.

    La sensazione generale è che Neuromante non voglia farsi filmare, come se l’intelligenza artificiale di cui parlava Gibson rifiutasse di farsi spettacolarizzare, memore di quanto avvenuto a tanti romanzi famosi banalizzati da esigenze di mercato e di happy end. O magari – fantasticando un po’ – Neuromante risiede tanto nel profondo del nostro inconscio che, nel 2023, farlo uscire fuori – nell’era digitale del controllo e della privacy perennemente minacciata dalle nuove tecnologie – risulterebbe a titolo di mostruosità ultima: con il rischio banalizzazione, esortando ad una rivoluzione a cui crediamo sempre meno o ad improbabili scelte modello Matrix: pillola rossa, pillola blu, pillola verde... Resta la sensazione straniante di avere un’opera così attuale che nessuno ha voluto, saputo o potuto mettere in una sala cinematografica.

    O magari, come suggerito da un utente su un Reddit tematico, non ci sarà mai un film su Neuromante di William Gibson perchè ci stiamo già vivendo all’interno.

    Immagine di copertina: come sarebbe un personaggio di Neuromante secondo StarryAI