PIANGERE_ (49 articoli)

Recensioni di film da piangere disperatamente (o drammatici che dir si voglia).

  • La zona di interesse: trama, spiegazione, finale

    La zona di interesse: trama, spiegazione, finale

    “La zona di interesse” è un film storico del 2023 scritto e diretto da Jonathan Glazer, una co-produzione tra Regno Unito, Stati Uniti e Polonia. Liberamente ispirato al romanzo del 2014 di Martin Amis, il film si concentra sulla vita del comandante tedesco del campo di concentramento di Auschwitz, Rudolf Höss, e di sua moglie Hedwig, che vivono con la famiglia in una casa situata nella “Zona di Interesse” accanto al campo. I protagonisti sono Christian Friedel nel ruolo di Rudolf Höss e Sandra Hüller in quello di Hedwig Höss.

    Lo sviluppo del film è iniziato nel 2014, in concomitanza con la pubblicazione del romanzo di Amis, che a sua volta trae parzialmente ispirazione da eventi reali. Jonathan Glazer ha scelto di raccontare la storia della famiglia Höss piuttosto che dei personaggi fittizi del libro, conducendo un’approfondita ricerca sulla famiglia per realizzare un’opera che demistificasse i perpetratori dell’Olocausto, presentandoli non come “mitologicamente malvagi”, ma come esseri umani reali. Il progetto è stato annunciato ufficialmente nel 2019, con A24 confermata come distributore. Le riprese principali si sono svolte intorno al campo di concentramento di Auschwitz nell’estate del 2021, con ulteriori riprese a Jelenia Góra nel gennaio 2022.

    “La zona di interesse” è stato presentato in anteprima al 76º Festival di Cannes il 19 maggio 2023 e distribuito nelle sale statunitensi il 15 dicembre 2023. Il film ha ricevuto il plauso della critica e incassato oltre 52 milioni di dollari. Tra i riconoscimenti, ha ottenuto cinque nomination ai 96º Premi Oscar, vincendone due: Miglior Film Internazionale (il primo per un film britannico non in lingua inglese) e Miglior Sonoro. Inoltre, ha conquistato il Grand Prix a Cannes, tre premi BAFTA, incluso quello per il Miglior Film in Lingua Straniera, e ricevuto tre nomination ai Golden Globe. La National Board of Review l’ha incluso tra i cinque migliori film internazionali del 2023.

    A Berlino, Rudolf Höss viene incaricato da Oswald Pohl di dirigere un’operazione che porta il suo nome. Questa operazione prevede il trasporto di 700.000 ebrei ungheresi nei campi di concentramento, destinati al lavoro forzato o all’eliminazione. Questo incarico gli permetterà di tornare ad Auschwitz e di ricongiungersi con la sua famiglia. Durante una festa organizzata dall’Ufficio Centrale Economico e Amministrativo delle SS, Höss partecipa con un atteggiamento apatico. Successivamente, al telefono con sua moglie Hedwig, confessa di aver passato il tempo alla festa riflettendo su quale fosse il modo più efficiente per gasare i presenti.

    Mentre lascia il suo ufficio a Berlino, Höss scende una scala e improvvisamente si ferma, conati di vomito lo travolgono mentre fissa nel buio dei corridoi del palazzo. Nel presente, l’Auschwitz-Birkenau State Museum viene pulito da un gruppo di inservienti, simbolo della memoria e della necessità di preservare i luoghi della tragedia. Tornando al 1944, Höss riprende la discesa lungo le scale, immergendosi sempre di più nell’oscurità.

    Il finale di The Zone of Interest è profondamente simbolico e suggerisce un contrasto tra il passato e il presente. La scena di Höss che scende le scale rappresenta metaforicamente la sua discesa nella disumanità e nella depravazione morale, un viaggio sempre più profondo nell’oscurità, che è sia fisica che spirituale. I conati di vomito potrebbero indicare un momento di rigetto fisico o emotivo, ma l’assenza di un reale pentimento mostra la natura automatizzata e spersonalizzata delle sue azioni.

    La presenza dei custodi nel museo di Auschwitz oggi sottolinea l’importanza della memoria e della riflessione su ciò che è accaduto. L’alternanza tra i due periodi rafforza l’idea che, nonostante il tempo passi, il peso di quegli eventi rimane tangibile, così come la responsabilità di ricordarli e di non dimenticare l’orrore causato da individui apparentemente “ordinari”.

  • The Northman: Il Dramma Rituale dell’Ultima Era Vichinga

    The Northman: Il Dramma Rituale dell’Ultima Era Vichinga

    La storia mitologica del giovane principe vichingo Amleth, in cerca di vendetta dopo l’omicidio del padre.

    In breve. Eggers dirige col consueto stile visionario, dimostrando di essere totalmente maturo, originale e pronto ad affiancarsi a nomi dei registi che contano, e conteranno molto, di qui agli anni a venire. The Northman è un poema epico vivido e ricco di simbolismi, che lascia il pubblico senza fiato.

    L’assonanza di The Northman con l’Amleto shakespeariano dovrebbe apparire in modo lampante fin dai primi minuti di visione, per quanto Eggers abbia operato in modo filologico: è risalito infatti ad un’opera originale di Saxo Grammaticus, la stessa da cui Il Bardo trasse uno dei propri capolavori, nel primo caso con un’ambientazione norrena o vichinga. Non, quindi, una versione norrena dell’opera di Shakespeare sul principe di Danimarca, vittima par excellence del proprio procrastinare, bensì un ritorno alle origini, alla mitologia norrena che aveva ispirato il misterioso autore, vissuto verso la metà del 1100, sulla cui biografia non si conosce neanche troppo.

    Secondo Eggers, The Northman rappresenterebbe una curiosa via di mezzo tra Andrej Rublëv di Tarkovskij e… Conan il Barbaro.

    Se l’Amleto è diventato uno stereotipo non semplicemente letterario, ma addirittura pop, del resto, lo si deve alle sue numerosissime re-interpretazioni teatrali (impossibile dimenticare quella crossmediale di Carmelo Bene), oltre ai noti adattamenti cinematografici di Franco Zeffirelli e di Laurence Olivier. Questo brevissimo excursus su una storia abbastanza tipica, in effetti, serve soltanto a far passare l’idea che Eggers abbia almeno per questa volta messo da parte gli stilemi horror, forse per provare a cavalcare una tematica apprezzata a livello mainstream, quella sulle imprese epiche del popolo norreno, anche grazie al successo di serie TV caposcuola come Vikings (2013). Al tempo stesso, la regia non rinnega le origini e anzi, non disdegna qualche momento cruento come da tradizione, sia pure con misura decisamente più contenuta rispetto alle opere precedenti.

    La ricostruzione dei rituali dell’epoca (inclusi due sacrifici umani) si è avvalsa di una ricerca filologica del regista, con l’unica eccezione del rituale di iniziazione di Amleth, definito “probabilmente il rituale più immaginario del film“. Si tratta di una perifrasi, in verità, dato che quella sequenza, dal sapore horror-grottesco, è girata con una certa dose di insospettabile ironia (non diciamo altro per non guastare la sorpresa a chi non avesse visto il film, ndr).

    The Northman avrebbe anche poco a che vedere con l’opera di culto di Shakespeare (che secondo alcune fonti, peraltro, potrebbe non aver mai letto Saxo Gramaticus), alla fine dei conti, se non fosse che narra del figlio di un principe, naturale erede al trono, in fuga dallo zio che gli ha fatto uccidere il padre al fine di governare assieme alla madre. L’Amleth eggersiano è un omone tutto d’un pezzo, con un cuore a pezzi e una sofferenza interiore mai risolta, che ricorda, soffre e combatte, evocando quasi un supereroe ante litteram, un mito in carne ed ossa che assume almeno tre aspetti differenti durante il corso della storia (corrispondenti a tre fasi narrative idealmente corrispondenti: la crescita, l’infiltrazione e la vendetta vera e propria). Come se non bastasse, è anche un personaggio onirico-psichedelico, dato che ha frequenti allucinazioni da sciamano sul proprio passato, varie premonizioni sul futuro e soprattutto una pregevole visione della sua ascesa al Valhalla, un maestoso fascio di luce che conduce, a bordo di un cavallo, fino ad Ásgarðr, mitico regno di Odino. Uno dei momenti visivamente più meritevoli di tutto il film, che rientra così a pieno titolo nell’opera tra la storia, il mito ed il fantasy puro.

    Il film si svolge nell’anno 914, durante il cosiddetto “landnámsöld“(letteralmente “l’età della presa della terra”), ovvero il primo insediamento dell’Islanda.

    Se l’ambientazione è norrena non manca, come da tradizione, il riferimento al folklore locale d’epoca, tanto che sono presenti vari canti e danze rituali in lingua originale sottotitolata, oltre ad alcune parti recitate in lingua dai protagonisti (Alexander Skarsgård e la consueta Anya Taylor-Joy), il tutto a costituire un’atmosfera decisamente suggestiva. La regia di Eggers è quella di sempre, in questo frangente: se bada molto al ritmo della narrazione, in alcuni momenti sembra perdersi dolcemente nella riscoperta e rievocazione del mito, mostrandoci con piglio quasi etno-antropologico la cultura e le tradizione di quel popolo. Se a questo di aggiunge una fotografia gelida e spettrale, con l’unica eccezione della battaglia finale (ambientata in un simil-inferno, ovvero nei pressi di un vulcano), si capisce bene che questo The Northman potrebbe essere, senza timori di esagerare, uno dei migliori film dell’anno. Il tutto a dispetto di una storia forse poco elaborata, sicuramente già vista – anche se è chiaro che se parliamo di un’opera originale di oltre 900 anni fa non ha neanche senso fare ragionamenti cronologici. Vale la pena citare anche il cast di lusso, che annovera  oltre ai succitati Nicole Kidman, Ethan Hawke, Willem Dafoe e Claes Bang.

    La storia di The Northman si basa su quella di Amleth, così come possiamo leggerla nella Gesta Danorum (Storia dei danesi) di Saxo Grammaticus, a sua volta discendente di varie tradizioni orali.

    Eggers è ormai una certezza, e garantisce una solida e accattivante regia, prevedibilmente ancorata alla compostezza gelida (gli scenari, i personaggi sulfurei, gli sguardi sinistri in camera fissa) che aveva determinato le sue opere precedenti – lo ricordiamo, di genere horror, ovvero The Vvitch e The Lighthouse: non sembra casuale, per inciso che la trilogia eggersiana abbia quel “The” a fattor comune, finchè qualcuno non saprà trovare una qualche attinenza concettuale tra i tre film. Parallelismi a parte, non sembra utile aver visto o conoscere il resto della filmografia di Eggers, classe 1983, proteso originariamente sull’universo dell’horror folklorico che qui ha scelto di declinare un’opera per il grande pubblico, accattivante, dotata del giusto grado di orrido e di gore, mai eccessiva nonostante la storia possa sembrare tirata un po’ troppo per le lunghe (ma questa è un’osservazione da spaccare il capello in quattro, valida giusto per gli amanti estremi della sintesi). In definitiva, un film da vedere immediatamente e gustare senza esitazione sul grande schermo.

    Eggers si è avvalso della collaborazione di vari storici dell’era vichinga, e ha svolto meticolose ricerche sul periodo, per rendere al meglio il clima, gli ambienti e gli oggetti dell’epoca. Tra i collaboratori troviamo anche il professor Neil Price, archeologo, che ha affermato che The Northmanpotrebbe essere il film ad ambientazione vichinga più accurato mai realizzato“.

    Cosa rappresenta l’albero di The Northman?

    A più riprese dentro il film vediamo un albero suggestivo e dai rami luminescenti, su cui parte del pubblico si è interrogata sulla valenza e sul significato. Come ha spiegato Eggers stesso, l’albero riconduce a qualche elemento legato a Yggdrasil, l’albero del mondo della mitologia norrena, ma soprattutto un’illustrazione reperita sulla nave di Oseberg, in cui è possibile vedere (caso raro per l’era vichinga) una struttura ad albero sui cui rami sono presenti vari corpi appesi. La sceneggiatura, concepita assieme allo scrittore Sjón, ha presumibilmente immaginato che si trattasse degli antenati di Amleth. L’albero genealogico della famiglia del protagonista, nel film, sembra “vivere” letteralmente all’interno del suo stesso corpo.

  • Vanilla Sky: cast, produzione, trama, regia, curiosità, spiegazione

    Vanilla Sky: cast, produzione, trama, regia, curiosità, spiegazione

    “Vanilla Sky” è un film statunitense del 2001, diretto da Cameron Crowe. Ecco alcune informazioni sul cast principale, la regia, la produzione e l’anno di uscita del film, oltre a qualche curiosità e la nostra spiegazione del film.

    • Regia: Cameron Crowe

    Cast Principale

    • Tom Cruise: Nel ruolo di David Aames, il protagonista del film, un uomo affascinante e ricco che subisce un terribile incidente che cambierà la sua vita.
    • Penélope Cruz: Nel ruolo di Sofia Serrano, l’interesse amoroso di David e l’artista spagnola che cambierà la sua vita.
    • Cameron Diaz: Nel ruolo di Julie Gianni, una donna ossessionata da David e coinvolta in eventi misteriosi.
    • Kurt Russell: Nel ruolo di McCabe, uno psichiatra che cerca di aiutare David a capire la sua situazione.
    • Jason Lee: Nel ruolo di Brian Shelby, l’amico di David.

    Produzione

    • Anno di Uscita: “Vanilla Sky” è stato rilasciato negli Stati Uniti il 14 dicembre 2001.
    • Produzione: La produzione del film è stata gestita da Cameron Crowe e dalla sua casa di produzione, la Cruise/Wagner Productions, insieme a Scott Rudin Productions e Paramount Pictures.

    “Vanilla Sky” è un film di genere thriller psicologico che esplora temi complessi come l’identità, la realtà e la percezione attraverso una trama intricata. Uscito nel 2001, rappresenta una storia intricata che mescola elementi di fantascienza, thriller psicologico e dramma romantico, con vari momenti puramente lynchiani in cui non è chiaro se la realtà sia sogno o viceversa.  La performance di Tom Cruise è stata ampiamente apprezzata, e il film ha generato discussioni e interpretazioni diverse per la sua trama intricata e il suo finale enigmatico. La caratteristica principale di Vanilla Sky risiede nel suo montaggio anti-causale e in parte a-temporale, in parte come in Pulp Fiction, con vari raccordi narrativi di collegamento tra le storie e/o i personaggi.

    La trama complessa di “Vanilla Sky” è altamente onirica ed esplora concetti di identità, percezione e realtà attraverso la prospettiva di un protagonista tormentato. Il film è noto per il suo stile visivo distintivo e il suo finale enigmatico, che ha generato dibattiti e interpretazioni diverse tra gli spettatori.

    Sinossi

    Atto 1: Il Mondo Perfetto

    Introduzione di David Aames (interpretato da Tom Cruise), un giovane e ricco editore di una rivista di successo a New York.

    David è un playboy che conduce una vita di lusso e senza preoccupazioni, circondato da amici e donne.

    David incontra Sofia Serrano (interpretata da Penélope Cruz), una bellissima artista spagnola, e si innamora perdutamente di lei.

    L’ex amante di David, Julie Gianni (interpretata da Cameron Diaz), scopre la sua nuova relazione e diventa ossessionata da lui.

    Una notte, Julie conduce David in uno scatenato e pericoloso viaggio in auto, che si conclude in un tragico incidente che la lascia sfigurata e David con il volto deturpato.

    Atto 2: La Rinascita

    Dopo l’incidente, David subisce numerose operazioni per riparare il suo viso, ma rimane sconvolto dalla sua nuova apparenza.

    David scopre che è stato accusato di omicidio colposo per la morte di Julie.

    David cerca di ricostruire la sua vita, ma è ossessionato dai ricordi di Sofia e dalla sua vita precedente.

    Viene introdotto uno psichiatra di nome McCabe (interpretato da Kurt Russell), che cerca di aiutare David a distinguere la realtà dalla sua immaginazione.

    Atto 3: L’Incubo Dell’Immaginazione

    David inizia a sperimentare strane distorsioni della realtà, e le sue convinzioni e percezioni diventano sempre più confuse.

    Sofia riappare nella sua vita, ma le sue apparizioni sono ambigue e misteriose.

    David scopre una strana azienda chiamata “Life Extension” che offre un servizio di “sospensione” della realtà.

    La trama si dipana tra i confini tra sogno e realtà, e David cerca disperatamente di capire cosa sia vero e cosa sia frutto della sua immaginazione distorta.

    Atto 4: La Rivelazione

    David fa una scoperta scioccante: è stato sottoposto a una procedura di sospensione della realtà e il mondo che sta vivendo non è altro che un sogno.

    David decide di risvegliarsi dalla sospensione e tornare alla realtà, anche se ciò significa affrontare le conseguenze delle sue azioni passate.

    Spiegazione del finale

    (avviso spoiler)

    Accompagnato da McCabe e da un ufficiale di polizia, David verso la fine del film fa una visita agli uffici della Life Extension, dove scopre che la società ha la capacità di mettere gli esseri umani in uno stato di ibernazione e di riportarli in vita quando sarà possibile. Inoltre, apprende che durante il periodo di ibernazione, la Life Extension è in grado di offrire agli individui un’esperienza di “sogno lucido”, permettendo loro di vivere la loro vita secondo i loro desideri, senza che la morte sia un ostacolo, a partire da un punto specifico nella loro esistenza.

    Il film culmina in un finale emozionante in cui David prova a riavvicinarsi a Sofia e affrontare le sfide della vita reale.

    La trama del film può essere interpretata in vari modi, ed è noto per la sua complessità. Ecco una spiegazione generale della trama e dei suoi principali temi:

    La Realtà e la Percezione: Il film ruota attorno alla distinzione tra realtà e percezione. Il protagonista, David Aames (interpretato da Tom Cruise), vive una vita di lusso e privilegi, ma la sua esistenza diventa sconvolta quando si innamora di Sofia Serrano (interpretata da Penélope Cruz), un’artista spagnola. La sua ex-amante, Julie Gianni (interpretata da Cameron Diaz), diventa ossessionata da lui e provoca un incidente automobilistico che cambia la sua vita e la sua percezione della realtà.

    Il Conflitto Tra Desiderio e Rimorso: Dopo l’incidente, David affronta profondi conflitti interiori. Deve affrontare il rimorso per l’incidente e le conseguenze della sua vita passata da playboy. Questi conflitti interiori si manifestano attraverso strane distorsioni della realtà e sogni bizzarri.

    La Comprensione della Verità: Gran parte del film è dedicata al tentativo di David di capire cosa sia vero e cosa sia illusione nella sua vita. Questo processo coinvolge incontri con uno psichiatra di nome McCabe e la misteriosa azienda “Life Extension,” che offre servizi di sospensione della realtà.

    La Ricerca del Riscatto e della Felicità: La trama si sviluppa mentre David cerca di risolvere i misteri della sua esistenza e di riconciliarsi con il suo passato. La sua ricerca lo porta a cercare di riconquistare Sofia e di affrontare le conseguenze delle sue azioni.

    Il Finale Aperto: “Vanilla Sky” culmina in un finale ambiguo e aperto, in cui la verità sulla realtà di David viene rivelata, ma il film non offre una risposta definitiva su cosa sia successo.

    Il film è noto per le sue tematiche complesse e la sua narrazione non lineare. Offre molte interpretazioni e discussioni sulla natura della realtà, dell’identità e della percezione umana. La trama può essere vista come un viaggio emotivo e mentale del protagonista alla ricerca di comprensione e riscatto.

  • La grande bellezza: cast, storia, regia, produzione, sinossi, curiosità

    La grande bellezza: cast, storia, regia, produzione, sinossi, curiosità

    Titolo: La Grande Bellezza
    Regia: Paolo Sorrentino
    Cast Principale:

    • Toni Servillo nel ruolo di Jep Gambardella
    • Carlo Verdone nel ruolo di Romano
    • Sabrina Ferilli nel ruolo di Ramona
    • Carlo Buccirosso nel ruolo di Lello Cava
    • Iaia Forte nel ruolo di Trumeau
    • Pamela Villoresi nel ruolo di Viola
    • Galatea Ranzi nel ruolo di Stefania

    Storia e Produzione

    “La Grande Bellezza” è un film italiano del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. Il regista ha co-scritto la sceneggiatura con Umberto Contarello. Il film è stato prodotto da Indigo Film e Pathé in collaborazione con Medusa Film e Canal+.

    Stile e Sinossi

    Il film segue la vita di Jep Gambardella, un giornalista e scrittore di successo che vive a Roma. Jep compie sessantacinque anni e, nonostante il suo stile di vita mondanamente ricco e affascinante, si sente insoddisfatto e alienato dalla sua esistenza. Il film esplora il mondo dell’alta società romana attraverso gli occhi di Jep, rivelando le relazioni superficiali, le feste esclusive e l’ossessione per l’apparenza.

    Nel corso del film, Jep si imbatte in una serie di personaggi eccentrici e affascinanti, mentre riflette sulla sua giovinezza, sul suo unico romanzo di successo e sul senso della vita. La bellezza e la decadenza di Roma sono rappresentate in modo surreale e spesso grottesco, con scene iconiche che mettono in luce l’arte, l’architettura e l’atmosfera unica della città. (immagini tratte da IMDB)

    Curiosità

    • Il titolo “La Grande Bellezza” è un riferimento al termine “Grande Belle Époque”, che si riferisce a un periodo di ottimismo e prosperità culturale prima della prima guerra mondiale.
    • Il film è stato ampiamente elogiato per la sua regia innovativa, la fotografia suggestiva e la performance di Toni Servillo nel ruolo principale.
    • “La Grande Bellezza” è stato ispirato dal romanzo “Il desiderio” dello scrittore italiano Giacomo Leopardi.

    Spiegazione del Finale

    (avviso spoiler) Alla fine del film, Jep raggiunge una maggiore consapevolezza della sua vita e delle scelte che ha fatto. Dopo aver attraversato momenti di introspezione e interazione con vari personaggi, Jep comprende che la vera bellezza risiede nelle piccole cose, negli affetti genuini e nelle esperienze autentiche.

    L’ultima scena mostra Jep che partecipa a una festa all’aperto, dove una ragazza canta “Non dimenticar le mie parole” (Don’t Forget My Words), una canzone che Jep aveva sentito anni prima in un’occasione speciale. Questa canzone scatena in lui una profonda riflessione e un senso di malinconia. La scena finale simboleggia il desiderio di Jep di catturare momenti di bellezza e significato in un mondo dominato dalla superficialità e dal caos.

    In definitiva, il finale suggerisce che Jep ha trovato una forma di riconciliazione con se stesso e con la città di Roma, riconoscendo che la vera grandezza e bellezza risiedono nelle emozioni autentiche, nei legami personali e nell’apprezzamento per la vita semplice e autentica. Il film si chiude con un senso di speranza e una rinnovata consapevolezza per Jep e per lo spettatore.

    Recensione

    “La Grande Bellezza” è un film italiano del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. È un dramma che esplora temi come l’arte, la bellezza, la vita, la vecchiaia e la società contemporanea. Il film si svolge a Roma e segue le vicende di Jep Gambardella, un giornalista e scrittore di successo che vive una vita mondana e superficiale tra feste, incontri e relazioni.

    La trama del film ruota attorno a Jep, interpretato da Toni Servillo, che compie sessantacinque anni e si ritrova a riflettere sulla sua vita e sulle scelte che ha fatto. Nonostante il suo successo e la sua vita lussuosa, Jep è pervaso da un senso di vuoto e insoddisfazione. Il film esplora il contrasto tra l’apparente bellezza e ricchezza di Roma e la superficialità e l’alienazione della società contemporanea.

    Attraverso una serie di incontri e avventure, Jep esplora diverse sfaccettature dell’esistenza umana, dai desideri inappagati alle illusioni dell’amore, dalla ricerca della bellezza all’arte, dall’amicizia alla solitudine. Il film si avvale di una narrazione visiva e simbolica molto forte, con scene suggestive e dialoghi profondi, spesso accompagnati da un’atmosfera onirica.

    “La Grande Bellezza” è una riflessione profonda e spesso sarcastica sulla vita moderna, sul vuoto spirituale e sull’ossessione per l’apparenza. Il titolo stesso suggerisce l’ironia dietro la ricerca continua della bellezza esteriore mentre si trascurano i veri significati e valori della vita. Il film è stato acclamato per la sua regia, la recitazione di Toni Servillo e la sua rappresentazione evocativa di Roma, oltre che per il modo in cui affronta temi universali legati all’esistenza umana.

  • GLi intoccabili racconta la storia di Al Capone

    GLi intoccabili racconta la storia di Al Capone

    Gli Intoccabili” è un film del 1987 diretto da Brian De Palma e interpretato da Kevin Costner.

    Si tratta di un film di culto diretto da Brian De Palma, interpretato da Kevin Costner, Sean Connery, Robert De Niro e Andy Garcia. Il film si basa sulla vera storia dell’agente federale Eliot Ness e del suo team, noti come “Gli Intoccabili”, che andarono alla caccia del noto gangster Al Capone durante il periodo del proibizionismo. Nella realtà, Al Capone è stato uno dei gangster più noti e influenti dell’epoca negli Stati Uniti. È stato il capo di un’organizzazione criminale che si occupava principalmente di contrabbando di alcol durante il periodo in cui la vendita e la produzione di alcol erano vietate per legge.

    Capone nasce il 17 gennaio 1899 a Brooklyn, New York. Durante la sua carriera criminale, ha accumulato una grande ricchezza e potere attraverso attività illegali, inclusi il contrabbando di alcol e il controllo di locali notturni, casinò e scommesse. Era noto per il suo stile di vita lussuoso e per la sua abilità nell’evitare la cattura e le condanne legali. Nel film “Gli Intoccabili” del 1987, Al Capone è interpretato da Robert De Niro.

    Il personaggio di Capone nel film è una rappresentazione cinematografica basata sulla sua figura storica, ma potrebbe essere accentuato per scopi narrativi e drammatici. “Gli Intoccabili” si concentra sulla lotta degli agenti federali per smantellare il suo impero criminale e porta l’attenzione sugli sforzi dei protagonisti per far rispettare la legge in un’epoca di corruzione e violenza.

    Trama / Sinossi

    Negli anni ’30, durante il proibizionismo, Al Capone (Robert De Niro) domina Chicago con il contrabbando di alcol e l’attività criminale. L’agente federale Eliot Ness (Kevin Costner) decide di mettere insieme un team di agenti onesti e incorruttibili, noti come “Gli Intoccabili”, per smantellare l’organizzazione criminale di Capone. Ness recluta il veterano di polizia Jim Malone (Sean Connery) e altri agenti determinati. Inizia così una lotta per la giustizia che li porterà a fronteggiare la violenza e la corruzione per mettere fine al dominio di Capone.

    Critica

    “Gli Intoccabili” è stato ben accolto dalla critica e dal pubblico per la sua combinazione di azione, dramma e una forte dose di stile cinematografico. La regia di Brian De Palma è notevole per le sue sequenze visivamente accattivanti e la colonna sonora epica di Ennio Morricone aggiunge ulteriore impatto emotivo al film. Le interpretazioni del cast, in particolare quella di Sean Connery, sono state ampiamente lodate.

    Cast

    • Kevin Costner nel ruolo di Eliot Ness
    • Sean Connery nel ruolo di Jim Malone
    • Robert De Niro nel ruolo di Al Capone
    • Andy Garcia nel ruolo di George Stone
    • Charles Martin Smith nel ruolo di Oscar Wallace
    • Patricia Clarkson nel ruolo di Catherine Ness

    Sinossi

     

    Negli anni ’30, durante il periodo del proibizionismo, la città di Chicago è dominata dal potente gangster Al Capone (Robert De Niro). Capone controlla il contrabbando di alcol, il gioco d’azzardo e altre attività illegali con il pugno di ferro. L’agente federale Eliot Ness (Kevin Costner) è incaricato di mettere fine al regno di terrore di Capone. Tuttavia, scopre presto che il sistema giudiziario e la polizia locale sono corrotti e incapaci di affrontare Capone e la sua organizzazione criminale.

    Deciso a combattere la corruzione, Ness forma un gruppo speciale di agenti incorruttibili noti come “Gli Intoccabili”. Questo team comprende l’esperto di polizia Jim Malone (Sean Connery), il giovane agente George Stone (Andy Garcia) e l’esperto contabile Oscar Wallace (Charles Martin Smith). Insieme, cercano di smantellare l’organizzazione di Capone, raccogliendo prove e infiltrandosi nelle sue operazioni criminali.

    La lotta degli Intoccabili contro Capone è segnata da violenti scontri, colpi di scena e momenti di tensione. Nel corso del film, Malone offre a Ness consigli preziosi e gli insegna a combattere “alla maniera di Chicago”. La sfida raggiunge l’apice quando gli Intoccabili riescono a incastrare Capone per evasione fiscale e lo mandano in prigione.

    La storia culmina in un epico scontro tra Capone e Ness durante un processo legale. Nonostante le minacce e la violenza, Capone è condannato e inviato in prigione. Il film si conclude con Ness che, dopo la vittoria, getta il distintivo di agente federale nell’acqua, simboleggiando la fine della sua lotta e il raggiungimento del suo obiettivo.

    “Gli Intoccabili” è un mix di azione, dramma e storia, che offre uno sguardo affascinante sulla lotta tra la giustizia e il crimine durante un periodo turbolento dell’America.

    Spiegazione del finale

    Nel finale di “Gli Intoccabili”, la lotta degli Intoccabili contro Al Capone raggiunge il suo culmine durante un processo legale. Nonostante le minacce e la violenza, Capone viene condannato per evasione fiscale e viene condannato a undici anni di prigione. Questo segna la fine del suo dominio criminale su Chicago.

    Dopo il processo, Eliot Ness (Kevin Costner) e il suo team celebrano la vittoria. Tuttavia, il film prende una svolta tragica quando uno dei membri dell’organizzazione di Capone uccide Jim Malone (Sean Connery). Questo evento rafforza la determinazione di Ness nel continuare la sua lotta contro il crimine.

    Il film si conclude con Ness che, dopo aver gettato il distintivo di agente federale nell’acqua in segno di rispetto per Malone, riceve una chiamata che lo avvisa della morte di Capone in prigione. La voce narrante di Ness sottolinea che, nonostante le vittorie e le perdite, il suo impegno a cercare la giustizia è rimasto costante. La scena finale ritrae Ness che cammina lungo un pontile sul mare, dando uno sguardo al distintivo che giace in fondo all’acqua.

    Questo finale riflette l’idea che la lotta per la giustizia non è mai completa, ma che la dedizione di individui come Ness può fare la differenza. La perdita di Malone rappresenta un prezzo personale pagato nel corso della battaglia, ma il trionfo finale contro Capone simboleggia una vittoria duramente conquistata per la legge e l’ordine.

    Alla fine del film, il team degli Intoccabili riesce a ottenere le prove necessarie per mettere Al Capone dietro le sbarre, non per i crimini principali, ma per evasione fiscale. Capone viene condannato e inviato in prigione, ponendo fine al suo dominio criminale su Chicago. La narrazione sottolinea che Ness ha perso sia il suo mentore, Jim Malone, che un altro membro del suo team, George Stone, nel corso della lotta contro Capone. La vittoria è stata ottenuta a un alto costo personale

    Scena iconica del film

    Brian De Palma ha preso l’idea della scena della stazione ferroviaria dal film russo La corazzata Potemkin (1925), che include una classica scena di massacro su una scalinata dove rotola anche una carrozza. I marinai che vengono coinvolti nel fuoco incrociato in questo film sono un omaggio ai marinai dell’incrociatore Potemkin. L’idea della carrozzina che rotola giù per i gradini è apparsa anche in film precedenti, tra cui Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) e Brazil (1985). In Brazil c’era anche Robert De Niro.

    Nel film “Gli Intoccabili,” c’è una scena in una stazione dove Eliot Ness (interpretato da Kevin Costner) sta cercando di catturare un assassino sotto la custodia di un poliziotto. Durante l’incubo della sparatoria, una carrozzina scende giù per le scale della stazione, simboleggiando l’innocenza perduta e la minaccia imminente. Questa scena è iconica per il suo utilizzo della suspense visiva e dell’immagine della carrozzina che rotola giù per le scale in modo quasi surreale.

    La scena delle scale in “Gli Intoccabili” è un tributo a questa iconica sequenza e rappresenta un momento di alta tensione nel film, dove il pericolo è palpabile e l’azione raggiunge il suo apice.

    Curiosità sul film

    In una scena viene lasciata cadere una busta sulla scrivania di Eliot Ness. Si presume che si tratti di una bustarella, ma l’importo all’interno non viene mai rivelato. Nella vita reale, Al Capone promise a Eliot Ness che due banconote da 1.000 dollari sarebbero state sulla sua scrivania ogni lunedì mattina se avesse chiuso un occhio sulle sue attività di contrabbando (un’enorme somma di denaro all’epoca; più di 30.000 dollari oggi). Ness rifiutò la bustarella e negli anni successivi ebbe problemi di denaro. Morì quasi al verde all’età di cinquantaquattro anni. Nella vita reale, Al Capone, sapendo che l’uccisione di un agente del Proibizionismo avrebbe portato solo più problemi di quelli che lui o il suo gruppo potevano gestire, aveva in realtà un ordine di non violenza ai suoi uomini riguardo agli Intoccabili. Sebbene Capone abbia ripetutamente tentato di comprarli, non ha mai tentato di uccidere Eliot Ness o uno dei suoi uomini.