TECNOCRAZIA_ (52 articoli)

La tecnocrazia si riferisce a un sistema di governo o di organizzazione sociale in cui il potere decisionale è affidato principalmente a esperti tecnici o specialisti nei rispettivi campi, piuttosto che a politici o rappresentanti eletti.

  • Simulare simulacri: guida pratica allo scambio simbolico di Baudrillard

    Simulare simulacri: guida pratica allo scambio simbolico di Baudrillard

    In italiano, la parola “simulacro” deriva dal latino “simulacrum“, che significa “immagine” o “rappresentazione”. “Simulacrum” a sua volta è composto da “simul”, che significa “allo stesso tempo” o “insieme”.

    In origine, il termine si riferiva a una rappresentazione o immagine di qualcosa, come statue o idoli. Nel tempo, il significato di “simulacro” si è ampliato per includere non solo rappresentazioni fisiche ma anche imitazioni che non riflettono necessariamente la realtà. In ambito teorico o filosofico, un simulacro può riferirsi a una rappresentazione che ha preso il posto della realtà stessa o che è considerata più reale della realtà originale. Nell’informatica, un classico simulacro può essere considerato ad esempio una videochat.

    Come aveva provato a spiegarci tempo fa un’intelligenza artificiale, Baudrillard sostiene che la realtà sia modellata dal linguaggio (in parte sulla falsariga di Lacan), e concepisce lo scambio simbolico come uno scambio di merci in funzione puramente simbolica. Questo, in altri termini, significa che gli oggetti hanno valore in funzione del prestigio o l’appartenenza che conferiscono e non della loro reale utilità. Alla lunga, lo scambio diventa fuorviante e può trasmettere un’idea o un’immagine distorta della realtà.

    Iperrealismo

    Per Baudrillard il reale e l’immaginario non sono distinguibili, per cui finisce tutto per spostarsi sul piano dello (scambio) simbolico. Il lavoro, radicalmente, è una morte lenta e inesorabile per l’uomo in contrapposizione a quella veloce e violenta che avviene realmente. Reale e virtuale sono talmente similari che il reale è collassato nell’iperrealtà: passando di medium in medium, infatti, il reale si dissolve progressivamente, diventando un reale che somiglia a se stesso e provoca una autentica vertigine di simulazione realistica.

    Se il reale è ciò di cui è possibile fare una riproduzione equivalente, ovvero risponde al principio di riproduttività, l’iperreale si troverà dentro una simulazione, un simulacro di terzo ordine.

    Simulacri

    Il concetto di simulacro assume un significato differente a seconda del livello a cui fa riferimento, ma potrebbe farsi risalire a Lucrezio (1 secolo AC), che nell’opera De rerum natura definisce i sottili veli che ricoprono le cose come forma e apparenza, per l’appunto, come simulacri. Se in senso lato un simulacro è una forma di modello per una macchina, con particolare riferimento alla sua forma esterna

    Nella dottrina epicurea, esposta da Lucrezio (sec. 1° a. C.) nel IV libro del De rerum natura, pensare ai simulacri significa credre in una dottrica per cui dalle cose si staccherebbero dei sottili veli atomici, del tutto identici alle cose, i quali, venendo in contatto con i sensi, determinerebbero sia le percezioni sia i sogni. Nella tecnica, modello al vero di una macchina o di una parte di essa, generalmente riproducente la sola forma esterna.

    Simulacri di primo, secondo e terzo ordine (Baudrillard)

    Vengono chiamati da Baudrillard simulacri

    • del primo ordine quelli legati al concetto di contraffazione, risalenti all’epoca classica,
    • di secondo ordine quelli legati alla produzione (età industriale)
    • del terzo ordine quelli relativi alla modernità.

    La tecnologia e la conseguente tecnocrazia sono già presenti da tempo, radicati nella società, e si fondano sui simulacri dell’organizzazione statale, scolastica e via dicendo.

    I simulacri di terzo ordine sono, infine, veri e propri modelli di simulazione, governati dal principio di digitalità e rispondenti alla logica binaria basata su 0 e 1. La stessa che Leibnitz chiamava “l’eleganza mistica del sistema binario” non introduce solo un codice di rappresentazione, come l’informatica teorica ha sempre insegnato: è un vero e proprio spirito di fondo, che crea sistemi automatici di domanda e risposta in cui non esistono sfumature, e tutto è bianco/nero, pro/contro e via dicendo.

    L’ordine neocapitalistico cibernetico

    Il medium è il messaggio. (McLuhan)

    Si fonda così un “ordine neo-capitalistico cibernetico” (concetto poi ripreso da Nick Land) in cui la digitalità assilla tutti i messaggi, ed appare soprattutto in forma di test e/o sistema domanda/risposta, prettamente binari ed in cui non esistono terze o quarte possibilità: ne esistono soltanto due, 0 e 1. La logica binaria diventa, secondo Baudrillard, l’essenza della modernità.

    Il sistema di terzo ordine è infido, secondo Baudrillard, perchè induce instantaneità di giudizio, si pone come sistema di test perpetuo per l’utente umano. Gli stessi messaggi inviati e ricevuti nel sistema non hanno più un ruolo informativo, bensì di test e sondaggio degli utenti.

    L’oggetto non è più funzionale, non vi serve – scrive Baudrillard ne Lo scambio simbolico e la morte –  semmai vi sottopone ad un test. Il test, di fatto, serve a tradurre ogni conflitto o problema complesso in un gioco di dualità forzato, in cui sarai sempre pro-zero oppure pro-uno (oppure, dualmente, contro-zero / contro-uno). Lo schema binario di domanda e risposta disarticola ogni discorso, introducendo una logica di realtà di tipo iper-reale. I sondaggi ad esempio fanno riferimento pertanto al simulacro dell’opinione pubblica e “manipolano l’indecidibile“.

    Ciò provoca una circolarità totale, perchè gli interrogati si dipingono sempre come la domanda li immagina e li sollecita ad essere, [il che diventa] una modalità di profezia che si autoavvera (per l’accelerazionismo, una iperstizione).

    Automi e robot

    la contrapposizione tra automi e robot è fondamentale in Baudrillard: i primi afferiscono ai simulacri del primo ordine, e ancora a questo stadio assumono una differenza o una faglia tra reale e simulacro.

    Nello specifico, l’automa è una contraffazione del reale, mentre il robot lavora in automatico e rappresenta un simulacro di secondo ordine, in grado di liquidare il reale ed annullare la divergenza tra i due livelli (realtà e simulazione).

    Foto di copertina: Baudrillard di fronte ad un simulacro simile ad uno smartphone, in versione cyberpunk (generato da StarryAI)

  • La vera storia del meme “Megamind”

    La vera storia del meme “Megamind”

    Il meme “Megamind” deriva dal film d’animazione del 2010 “Megamind”, prodotto da DreamWorks Animation. Il meme ha preso piede su Internet, utilizzando spesso l’immagine del protagonista Megamind, un personaggio blu con una testa grande e calva, noto per la sua intelligenza e il suo carisma.

    Origini e significato

    Il meme di Megamind ha origine da scene specifiche del film, ma la più famosa è quella in cui Megamind dice “No bitches?”. Questa frase viene utilizzata per scherzare su situazioni in cui qualcuno si trova senza compagnia femminile o in generale per sottolineare l’assenza di successo sociale o romantico.

    Utilizzo sui social media

    Il meme di Megamind viene utilizzato in vari contesti, solitamente per evidenziare situazioni ironiche o per fare battute su insuccessi sociali, romantici o personali. Alcuni dei modi più comuni in cui viene usato includono:

    • Autoironia: Le persone utilizzano il meme per fare autoironia sulle proprie situazioni sociali o romantiche, spesso riconoscendo la loro mancanza di successo in modo scherzoso.
    • Stereotipi: Il meme viene usato per commentare situazioni stereotipiche in cui qualcuno è considerato poco attraente o socialmente inetto.
    • Situazioni ridicole: Può anche essere utilizzato per fare battute su situazioni particolarmente ridicole o assurde, dove l’assenza di “bitches” (compagnia o successo) è una parte centrale della battuta.

    Esempio visivo

    Un tipico meme di Megamind potrebbe apparire così:

    1. Un’immagine di Megamind con un’espressione particolare, spesso tratta dalla scena “No bitches?”.
    2. Un testo sovrapposto che riprende la frase “No bitches?” o una variazione di essa per adattarsi al contesto specifico della battuta.

    Evoluzione del meme

    Con il tempo, il meme di Megamind si è evoluto e adattato a diverse situazioni, spesso sfruttando la versatilità delle espressioni facciali del personaggio e le sue citazioni iconiche. Oltre alla famosa “No bitches?”, altre citazioni e immagini del film vengono utilizzate per creare nuovi meme.

    Meme correlati

    • “Galaxy Brain”: Un meme che utilizza immagini di personaggi con grandi cervelli per rappresentare livelli crescenti di intelligenza o comprensione.
    • “Intellectual jokes”: Meme che utilizzano concetti di intelligenza e conoscenza per creare battute complesse o sofisticate.

    In sintesi, il meme di Megamind è diventato un modo popolare per fare battute su insuccessi sociali e romantici, utilizzando il personaggio iconico del film per aggiungere umorismo visivo e testuale alle situazioni quotidiane.

  • La vera storia del meme “bonk”

    La vera storia del meme “bonk”

    Il meme “bonk” è un popolare meme di internet che implica l’uso di un’immagine o di un breve video in cui qualcuno, spesso un animale, viene colpito in testa con un oggetto (solitamente un bastone o una mazza) accompagnato dalla parola “bonk“. Il suono “bonk” è onomatopeico, rappresentando il rumore di un colpo sulla testa. In sintesi, il meme “bonk” è una rappresentazione visiva e umoristica di una “punizione” leggera e giocosa per pensieri o comportamenti considerati non appropriati.

    Origini e significato

    Il meme “bonk” è diventato particolarmente popolare su piattaforme come Reddit, Twitter, e TikTok. È spesso associato all’immagine di un cane, di solito un Doge, che viene “punito” con un bastone per avere pensieri considerati “impuri” o inappropriati.

    Utilizzo sui social media

    Il meme viene usato in modo umoristico per scherzare su pensieri o comportamenti considerati non appropriati o troppo lascivi. Ecco alcuni contesti comuni:

    • Pensieri impuri: Se qualcuno fa un commento o condivide un’immagine con contenuto leggermente lascivo o sessualmente suggestivo, qualcuno potrebbe rispondere con “bonk” accompagnato dall’immagine del cane colpito.
    • Comportamenti inappropriati: Viene usato anche per scherzare su comportamenti sciocchi o stupidi, suggerendo che la persona ha bisogno di una “bonk” per rimettersi in riga.

    Evoluzione del meme

    Con il tempo, il meme “bonk” si è evoluto e diversificato. Ora può includere vari personaggi e situazioni, mantenendo sempre il tema del colpo in testa come “punizione” umoristica. Si trovano varianti con altri animali, personaggi di film, o anche figure animate.

  • Haliey Welch ha avuto una pagina Wikipedia (per un breve periodo)

    Haliey Welch ha avuto una pagina Wikipedia (per un breve periodo)

    Haliey Welch – conosciuta sul web come Hawk Tuah Girl – è praticamente diventata una celebrità digital nel giro di poche ore. Suo malgrado, inconsapevolmente, consapevolmente che sia, poco importa: internet è la solita macchina cannibale che fa diventare star, anche per più dei fantomatici quindici minuti di celebrità e, vale la pena ricordare, in barba a qualsiasi rispetto o cautela sulla privacy.In effetti la questione della privacy è decisiva sia naturalmente per la persona coinvolta, che molto probabilmente potrebbe decidere di tutelarsi in qualche modo, ma finisce anche per essere indicativa del livello di etica di ognuno di noi: se siamo sensibili al problema problema un conto, se pensiamo che se la sia cercata – dove abbiamo già sentito questo argomento…? – è decisamente un altro.

    Cosa è successo / Cosa si sono detti

    PEr capire come si sia arrivati alla pagina Wikipedia (che viene concessa con criteri molto specifici e restrittivi, in genere) vale la pena di riassumere la storia, perché stiamo parlando di una persona che diventa famosa semplicemente per la realizzazione di un contenuto, e pure a vantaggio di uno specifico canale di intrattenimento (è successa quasi la stessa cosa, con conseguenze ben peggiori, con la storia di Marco Violi). Tutto inizia con il video (diventato immediatamente virale, in onore alle tante regole di internet che stabiliscono che il sesso finisca sempre per essere un canale preferenziale, su internet) su TikTok in cui compare all’interno di un’intervista.

    La domanda dell’intervistatore è volutamente insidiosa, ma la risposta della donna è diventata a suo modo memorabile. Nello specifico l’11 giugno 2024 un canale YouTube (Tim & Dee TV), ha pubblicato un video contenente un’intervista con Welch, che ha totalizzato 5 milioni di visualizzazioni nelle prime tre settimane (and counting, verrebbe da aggiungere). Durante il video, le sono state poste una serie di domande NSFW (per adulti, in sostanza) per il lavoro, tra cui:

    “Qual è una mossa a letto che fa impazzire un uomo ogni volta?”.

    Welch, sfoggiando un inequivocabile accento USA (parte meridionale), ha risposto proclamando:

    You gotta give ‘em that ‘hawk tuah’ and spit on that thang

    (traduzione: devi fare hawk tuah e sputarci sopra)

    dove ovviamente il riferimento è ai preliminari del sesso orale maschile (fellatio), hawk tuah è una onomatopea mentre thang è una forma distorta di thing, tipica degli USA meridionali, che fa riferimento al membro maschile (il “coso”, diremmo dalle nostre parti).

    Il video originale è diventato virale per questo aperto proclama di fellatio, neanche si trattasse dell’unica persona sulla terra che lo pratica e che ne parla apertamente, il che ha fatto produrre milioni di visualizzazioni su TikTok e Instagram, generando meme di vario genere e facendo definitivamente attribuire a Welch il soprannome di Hawk Tuah Girl.

    La pagina wikipedia di Hawk Tuah

    Le informazioni che abbiamo discusso ad oggi sono presenti anche sulla pagina Wikipedia della donna, che è attualmente disponibile da qui e che quasi certamente sarà cancellata nelle prossime ore.

    Gli amministratori del Wiki non contestano il contenuto esplicito, nè l’inopportunità di creare la pagina di una persona senza il suo consenso (l’aspetto legato alla consensualità e viralizzazione del video sembra indiscutibile, da dare per scontato, ma in realtà potrebbe aver già superato il limite dettato dalla privacy). Wikipedia infatti scrive che il problema è che le fonti sono scarse e la persona è ancora vivente, oltre che essere materiale potenzialmente diffamatorio. Viene anche segnalato che la pagina è stata costruita da più utenti, quindi potrebbe essere opera di trolling bella e buona.

    Il video originale di Hawk Tuah

  • Guida pratica al meme “non capiresti”

    Guida pratica al meme “non capiresti”

    Il Joker di Philipps si chiude su una frase emblematica che non poteva che diventare un meme: Joker, ormai rinchiuso e apparentemente inoffensivo, che risponde ad una domanda con “non capiresti”.

    Origine del Meme

    Il meme “Non Capiresti” trae origine dal film del 2019 “Joker”, diretto da Todd Phillips e interpretato da Joaquin Phoenix nel ruolo del protagonista, Arthur Fleck. La pellicola offre una rappresentazione complessa e oscura della discesa nella follia di Fleck, culminando nella sua trasformazione nel famigerato Joker.

    La Scena Specifica

    La frase “Non capiresti” viene pronunciata in una delle scene finali del film. Dopo una serie di eventi violenti e traumatici, Arthur Fleck viene rinchiuso in un istituto psichiatrico. Mentre si trova in una stanza bianca, apparentemente tranquillo, risponde a una domanda di un terapeuta con la frase “Non capiresti”, accompagnata da un sorriso enigmatico. Questa scena rappresenta un momento di chiusura emotiva e psicologica per il personaggio, che ormai è completamente sprofondato nella sua nuova identità di Joker.

    Significato e Uso del Meme

    La frase “Non capiresti” è diventata un meme per la sua capacità di esprimere un senso di incomprensione e isolamento. Nel contesto del meme, viene utilizzata per rappresentare situazioni in cui qualcuno si sente incompreso o quando si ritiene che l’interlocutore non abbia la capacità di comprendere la complessità di una situazione. L’uso di questa frase spesso aggiunge un tono di superiorità o mistero alla conversazione.