SCI-FI_ (34 articoli)

Recensioni di film di fantascienza.

  • Sopravvissuti: spiegazione finale, trama, cast

    Sopravvissuti: spiegazione finale, trama, cast

    Sopravvissuti“(in originale “Z for Zachariah”) è un thriller post-apocalittico ambientato in un mondo devastato da un’epidemia globale. La storia segue un gruppo eterogeneo di persone che cercano di sopravvivere in un ambiente ostile e desolato.

    La trama inizia con l’epidemia che si diffonde rapidamente, trasformando le persone infette in orde di feroci creature simili a zombi. Il protagonista, John, è un uomo comune che perde la sua famiglia nell’apocalisse e lotta per sopravvivere da solo.Durante il suo viaggio, John incontra altri sopravvissuti. Tra di loro ci sono Sarah, un’ex infermiera esperta nella cura delle ferite, e Michael, un ex militare abile nelle tattiche di combattimento. Il gruppo è costantemente minacciato dalle creature infette e dai pochi sopravvissuti rimasti, alcuni dei quali sono diventati pericolosi predatori.

    Cast

    “Z for Zachariah” è un film del 2015 diretto da Craig Zobel. Di seguito, trovi il cast principale del film con i nomi degli attori in italiano:

    • Margot Robbie nel ruolo di Ann Burden
    • Chiwetel Ejiofor nel ruolo di John Loomis
    • Chris Pine nel ruolo di Caleb

    Questi sono i principali attori che interpretano i personaggi chiave nel film “Z for Zachariah”.

    Chi è Zachariah

    Nel titolo “Z for Zachariah”, Zachariah si riferisce a un personaggio assente nel film ma che gioca un ruolo significativo nella trama.

    Nel romanzo omonimo scritto da Robert C. O’Brien, da cui è tratto il film, Zachariah è un prete cattolico che viene menzionato ma non compare mai fisicamente nella storia. Il personaggio di Zachariah è importante perché è il fondatore di una chiesa locale vicino alla valle in cui la protagonista, Ann Burden, vive da sola dopo una catastrofe nucleare. Zachariah è morto a causa delle radiazioni nucleari e la sua chiesa è rimasta intatta.

    Nel film, il personaggio di Zachariah è omesso, e invece il titolo si riferisce principalmente al nome della valle in cui Ann Burden sopravvive dopo l’evento catastrofico. Quindi, “Z for Zachariah” rappresenta simbolicamente la storia di Ann e della sua solitudine nella valle dopo l’apocalisse nucleare.

    Temi trattati nel film

    Il film “Sopravvissuti” affronta diversi temi profondi e complessi, tra cui:

    1. Sopravvivenza e isolamento: Il tema principale del film è la sopravvivenza di Ann Burden, l’unica sopravvissuta in una valle remota dopo una catastrofe nucleare. Il suo isolamento e la sua lotta per sopravvivere nella desolazione diventano un elemento centrale della trama.
    2. Relazioni interpersonali: Con l’arrivo di John Loomis e successivamente di Caleb nella valle, si sviluppano complesse dinamiche relazionali. Il film esplora come le relazioni si sviluppano e cambiano nel contesto dell’isolamento e della condivisione di una piccola comunità.
    3. Etica e morale: Il film pone diverse domande sull’etica e la morale in situazioni di estrema necessità. I personaggi si trovano spesso a prendere decisioni difficili e morali, mettendo in discussione i loro principi e valori fondamentali.
    4. Fede e spiritualità: La presenza della chiesa abbandonata e il passato del personaggio di Zachariah sollevano temi legati alla fede e alla spiritualità. Ann e John hanno punti di vista differenti riguardo a questi temi, e questo influisce sulla loro interazione.
    5. Amore e desiderio: Il film esplora la complessità delle relazioni amorose e dei desideri umani. La presenza di tre personaggi nel contesto isolato della valle crea tensioni e conflitti legati alle emozioni e al desiderio di connessione emotiva.
    6. Tecnologia e natura: Il film presenta una riflessione sul ruolo della tecnologia e la sua influenza sulla società, considerando anche gli effetti negativi che l’uso irresponsabile può avere sull’ambiente e sul futuro dell’umanità.

    In sintesi, “Sopravvissuti” affronta temi legati alla sopravvivenza, alle relazioni umane, all’etica, alla fede, all’amore e al rapporto tra tecnologia e natura. Questi temi si intrecciano e si scontrano nel contesto post-apocalittico del film, fornendo uno sguardo profondo e riflessivo sulla condizione umana in situazioni estreme.

    Romanzo da cui è tratto il film

    Il film si basa liberamente sul romanzo di fantascienza “Z for Zachariah” di Robert C. O’Brien, pubblicato postumo nel 1974. Il “triangolo amoroso” del film rappresenta una deviazione significativa poiché nel romanzo sono presenti solo due protagonisti: Ann e Loomis.

    Adattamento per la televisione

    L’adattamento originale televisivo è stato parte della serie della BBC “Play for Today”, trasmessa il 28 febbraio 1984, con Anthony Andrews nel ruolo di Loomis e Pippa Hinchley nel ruolo di Ann, e la storia ambientata in Galles dopo un olocausto nucleare.

    Spiegazione finale

    Avviso spoiler: la seguente trama riassume gli eventi del film “Sopravvissuti”.

    Nel corso del film, il gruppo cerca di raggiungere un luogo sicuro, una sperduta comunità fortificata, dove si dice che sia possibile ricostruire una nuova società. Lungo il tragitto, affrontano numerose sfide e pericoli, come attacchi di predatori umani e scontri con gli infetti.

    Durante il viaggio, le relazioni tra i sopravvissuti si evolvono. John e Sarah si avvicinano sempre di più, trovando conforto e speranza l’uno nell’altro in mezzo alla disperazione del mondo post-apocalittico.

    Tuttavia, a mano a mano che il gruppo si avvicina alla comunità sicura, scoprono che è stata corrotta dall’interno. Si troveranno di fronte a una decisione difficile: unirsi agli abitanti corrotti e abbandonare i loro principi morali per sopravvivere o combattere per mantenere la loro umanità e cercare una soluzione migliore. Verso la conclusione, il gruppo affronta un confronto mortale con i predatori umani e gli infetti, mettendo alla prova la loro forza, il coraggio e la fede nella possibilità di un futuro migliore.

    In un finale agghiacciante e toccante, alcuni membri del gruppo sacrificano la propria vita per permettere agli altri di raggiungere il luogo sicuro. John e Sarah riescono a raggiungere la comunità fortificata, dove sperano di iniziare una nuova vita, portando con sé la memoria dei loro amici perduti lungo il tragitto.

    Spiegazione alternativa del finale

    Il finale di “Z for Zachariah” è aperto e molto ambiguo, lasciando spazio a diverse interpretazioni. A questo punto della trama, il triangolo amoroso tra Ann, John e Caleb è giunto a un punto critico.

    Nel finale, John, Caleb e Ann decidono di ascoltare il messaggio radio proveniente dalla fuori della valle. Il segnale è debole e degradato, ma sembra offrire loro una possibilità di trovare altre persone sopravvissute e un futuro migliore. Tuttavia, prima di lasciare la valle, c’è un momento di tensione tra i tre personaggi. Ann vuole che John rimanga con lei nella valle, ma lui vuole partire con Caleb per cercare aiuto.

    Infine, John e Caleb iniziano a dirigersi verso la fonte del segnale radio, ma Ann, sentendosi abbandonata, spara un colpo di avvertimento con un fucile. Ciò crea un momento di sospensione, poiché non è chiaro se il colpo sia inteso come un vero tentativo di colpire i due uomini o solo un avvertimento emotivo.

    Le possibili interpretazioni del finale sono:

    1. Abbandono e solitudine: Una possibile interpretazione è che Ann si senta abbandonata dai due uomini e, nel tentativo di fermarli, metta alla prova il loro amore e la loro dedizione nei suoi confronti. Il colpo di avvertimento potrebbe essere un modo per far loro capire quanto sia importante la sua presenza nella valle.
    2. Sopravvivenza e speranza: Un’altra interpretazione è che Ann, pur essendo innamorata di John e desiderando la sua compagnia, comprenda che per sopravvivere e avere una speranza di futuro, è necessario che almeno uno dei due uomini lasci la valle per cercare aiuto. Il colpo di avvertimento potrebbe essere un segno di accettazione di questa realtà e della sua necessità di lasciar andare qualcuno che ama.
    3. Incertezza e ambiguità: Il colpo di avvertimento crea incertezza riguardo alle intenzioni di Ann e alle sue vere motivazioni. Potrebbe anche essere una rappresentazione della sua lotta interna tra l’amore per John e la consapevolezza delle circostanze disperate in cui si trovano.

    In conclusione, il finale di “Z for Zachariah” è aperto all’interpretazione e offre spazio per diverse chiavi di lettura. Esso riflette i complessi legami emotivi e morali tra i personaggi e sottolinea la difficoltà di prendere decisioni significative in un mondo post-apocalittico in cui la sopravvivenza è in gioco.

  • Atto di forza: un capolavoro tuttora ineguagliato di fantascienza

    Atto di forza: un capolavoro tuttora ineguagliato di fantascienza

    Nel 2084 Douglas Quaid è un umile operaio edile, con il sogno insoddisfatto di fare finalmente una vacanza su Marte: poichè non può permettersi di meglio, si rivolge all’azienda Recall, specializzata nel trapianto di ricordi fasulli nella mente dei clienti. Sarà l’inizio di una nuova storia che si confonderà con la vecchia…

    In breve. Sogno, realtà e vita reale: un buon archetipo di fantascienza cyberpunk da cui Cronenberg, a livelli decisamente più “colti” se vogliamo, saprà trarre “eXistenZ”; Verhoeven mostra comunque di sapersi cimentare abilmente con il tema del futuro distopico (come aveva fatto nel notissimo “Robocop”, del resto), mentre Schwarznegger interpreta dignitosamente un ruolo che non sembra essergli troppo congeniale. Per chi avesse letteralmente vissuto su Marte (!) e non lo sapesse, la storia è ispirata a “Ricordiamo per voi” di Philip Dick.

    Atto di forza, un cult di fantascienza anni ’90, nasce dal sodalizio tra Schwarzy ed il regista Verhoeven, all’epoca noto per Robocop (una fantascienza distopico-satirica considerevole anch’essa), film che aveva fornito discreta popolarità al regista. A quanto pare fu lo stesso futuro governatore della California a mandare lo script al regista e proporglielo, che Verhoeven accettò a patto di apportare alcune modifiche in senso realistico.

    L’accordo per realizzare Atto di forza venne firmato a fine del 1998, e venne filmato a Città del Messico per via delle sue architetture futuristiche. Oltre 500 persone furono coinvolte nella sua realizzazione, costruendo 45 set e rendendo Total recall uno dei film più costosi della storia, subito dopo Rambo (1988). Lo script venne lavorato a Dan O’Bannon, tra gli altri, che concepì la storia di Alien parallelamente a quanto aveva fatto per questo film. Il film avrebbe dovuto essere realizzato da Dino De Laurentiis, che sembra non vedesse di buon occhio il ruolo di Schwarzy – tant’è che poi il film venne comprato da Mario Kassar su pressione dell’attore.

    Un ruolo certamente inedito per il buon Arnold, in grado di conferire un discreto spessore psicologico e tormentato al proprio personaggio (inevitabile, trattandosi di Philip Dick). Menzione particolare, infine, per il personaggio di Sharon Stone, sex symbol ottantiano per eccellenza e qui dotata di una doppiezza magistrale. Tanto che si guadagnò la fama di “female Terminator” (il terminator donna) grazie ad un’interpretazione imprevedibile che le valse anche il ruolo di protagonista, poco dopo, in Basic Instinct. La colonna sonora del film, affidata a Jerry Goldsmith, è considerata dal musicista una delle migliori che abbia mai realizzato.

  • Vanilla Sky: cast, produzione, trama, regia, curiosità, spiegazione

    Vanilla Sky: cast, produzione, trama, regia, curiosità, spiegazione

    “Vanilla Sky” è un film statunitense del 2001, diretto da Cameron Crowe. Ecco alcune informazioni sul cast principale, la regia, la produzione e l’anno di uscita del film, oltre a qualche curiosità e la nostra spiegazione del film.

    • Regia: Cameron Crowe

    Cast Principale

    • Tom Cruise: Nel ruolo di David Aames, il protagonista del film, un uomo affascinante e ricco che subisce un terribile incidente che cambierà la sua vita.
    • Penélope Cruz: Nel ruolo di Sofia Serrano, l’interesse amoroso di David e l’artista spagnola che cambierà la sua vita.
    • Cameron Diaz: Nel ruolo di Julie Gianni, una donna ossessionata da David e coinvolta in eventi misteriosi.
    • Kurt Russell: Nel ruolo di McCabe, uno psichiatra che cerca di aiutare David a capire la sua situazione.
    • Jason Lee: Nel ruolo di Brian Shelby, l’amico di David.

    Produzione

    • Anno di Uscita: “Vanilla Sky” è stato rilasciato negli Stati Uniti il 14 dicembre 2001.
    • Produzione: La produzione del film è stata gestita da Cameron Crowe e dalla sua casa di produzione, la Cruise/Wagner Productions, insieme a Scott Rudin Productions e Paramount Pictures.

    “Vanilla Sky” è un film di genere thriller psicologico che esplora temi complessi come l’identità, la realtà e la percezione attraverso una trama intricata. Uscito nel 2001, rappresenta una storia intricata che mescola elementi di fantascienza, thriller psicologico e dramma romantico, con vari momenti puramente lynchiani in cui non è chiaro se la realtà sia sogno o viceversa.  La performance di Tom Cruise è stata ampiamente apprezzata, e il film ha generato discussioni e interpretazioni diverse per la sua trama intricata e il suo finale enigmatico. La caratteristica principale di Vanilla Sky risiede nel suo montaggio anti-causale e in parte a-temporale, in parte come in Pulp Fiction, con vari raccordi narrativi di collegamento tra le storie e/o i personaggi.

    La trama complessa di “Vanilla Sky” è altamente onirica ed esplora concetti di identità, percezione e realtà attraverso la prospettiva di un protagonista tormentato. Il film è noto per il suo stile visivo distintivo e il suo finale enigmatico, che ha generato dibattiti e interpretazioni diverse tra gli spettatori.

    Sinossi

    Atto 1: Il Mondo Perfetto

    Introduzione di David Aames (interpretato da Tom Cruise), un giovane e ricco editore di una rivista di successo a New York.

    David è un playboy che conduce una vita di lusso e senza preoccupazioni, circondato da amici e donne.

    David incontra Sofia Serrano (interpretata da Penélope Cruz), una bellissima artista spagnola, e si innamora perdutamente di lei.

    L’ex amante di David, Julie Gianni (interpretata da Cameron Diaz), scopre la sua nuova relazione e diventa ossessionata da lui.

    Una notte, Julie conduce David in uno scatenato e pericoloso viaggio in auto, che si conclude in un tragico incidente che la lascia sfigurata e David con il volto deturpato.

    Atto 2: La Rinascita

    Dopo l’incidente, David subisce numerose operazioni per riparare il suo viso, ma rimane sconvolto dalla sua nuova apparenza.

    David scopre che è stato accusato di omicidio colposo per la morte di Julie.

    David cerca di ricostruire la sua vita, ma è ossessionato dai ricordi di Sofia e dalla sua vita precedente.

    Viene introdotto uno psichiatra di nome McCabe (interpretato da Kurt Russell), che cerca di aiutare David a distinguere la realtà dalla sua immaginazione.

    Atto 3: L’Incubo Dell’Immaginazione

    David inizia a sperimentare strane distorsioni della realtà, e le sue convinzioni e percezioni diventano sempre più confuse.

    Sofia riappare nella sua vita, ma le sue apparizioni sono ambigue e misteriose.

    David scopre una strana azienda chiamata “Life Extension” che offre un servizio di “sospensione” della realtà.

    La trama si dipana tra i confini tra sogno e realtà, e David cerca disperatamente di capire cosa sia vero e cosa sia frutto della sua immaginazione distorta.

    Atto 4: La Rivelazione

    David fa una scoperta scioccante: è stato sottoposto a una procedura di sospensione della realtà e il mondo che sta vivendo non è altro che un sogno.

    David decide di risvegliarsi dalla sospensione e tornare alla realtà, anche se ciò significa affrontare le conseguenze delle sue azioni passate.

    Spiegazione del finale

    (avviso spoiler)

    Accompagnato da McCabe e da un ufficiale di polizia, David verso la fine del film fa una visita agli uffici della Life Extension, dove scopre che la società ha la capacità di mettere gli esseri umani in uno stato di ibernazione e di riportarli in vita quando sarà possibile. Inoltre, apprende che durante il periodo di ibernazione, la Life Extension è in grado di offrire agli individui un’esperienza di “sogno lucido”, permettendo loro di vivere la loro vita secondo i loro desideri, senza che la morte sia un ostacolo, a partire da un punto specifico nella loro esistenza.

    Il film culmina in un finale emozionante in cui David prova a riavvicinarsi a Sofia e affrontare le sfide della vita reale.

    La trama del film può essere interpretata in vari modi, ed è noto per la sua complessità. Ecco una spiegazione generale della trama e dei suoi principali temi:

    La Realtà e la Percezione: Il film ruota attorno alla distinzione tra realtà e percezione. Il protagonista, David Aames (interpretato da Tom Cruise), vive una vita di lusso e privilegi, ma la sua esistenza diventa sconvolta quando si innamora di Sofia Serrano (interpretata da Penélope Cruz), un’artista spagnola. La sua ex-amante, Julie Gianni (interpretata da Cameron Diaz), diventa ossessionata da lui e provoca un incidente automobilistico che cambia la sua vita e la sua percezione della realtà.

    Il Conflitto Tra Desiderio e Rimorso: Dopo l’incidente, David affronta profondi conflitti interiori. Deve affrontare il rimorso per l’incidente e le conseguenze della sua vita passata da playboy. Questi conflitti interiori si manifestano attraverso strane distorsioni della realtà e sogni bizzarri.

    La Comprensione della Verità: Gran parte del film è dedicata al tentativo di David di capire cosa sia vero e cosa sia illusione nella sua vita. Questo processo coinvolge incontri con uno psichiatra di nome McCabe e la misteriosa azienda “Life Extension,” che offre servizi di sospensione della realtà.

    La Ricerca del Riscatto e della Felicità: La trama si sviluppa mentre David cerca di risolvere i misteri della sua esistenza e di riconciliarsi con il suo passato. La sua ricerca lo porta a cercare di riconquistare Sofia e di affrontare le conseguenze delle sue azioni.

    Il Finale Aperto: “Vanilla Sky” culmina in un finale ambiguo e aperto, in cui la verità sulla realtà di David viene rivelata, ma il film non offre una risposta definitiva su cosa sia successo.

    Il film è noto per le sue tematiche complesse e la sua narrazione non lineare. Offre molte interpretazioni e discussioni sulla natura della realtà, dell’identità e della percezione umana. La trama può essere vista come un viaggio emotivo e mentale del protagonista alla ricerca di comprensione e riscatto.

  • Cuori in Atlantide: trama, cast, spiegazione

    Cuori in Atlantide: trama, cast, spiegazione

    Titolo: Cuori in Atlantide
    Regia: Scott Hicks
    Cast principale: Anthony Hopkins, Anton Yelchin, Hope Davis

    Storia:
    “Cuori in Atlantide” è un film del 2001 diretto da Scott Hicks, basato su una serie di racconti brevi di Stephen King. La trama si svolge nell’estate del 1960 e segue un giovane di nome Bobby Garfield (interpretato da Anton Yelchin) che sviluppa un legame profondo con il misterioso inquilino della casa di fianco, Ted Brautigan (interpretato da Anthony Hopkins). Bobby scopre che Ted ha poteri telepatici e sta cercando di sfuggire a una misteriosa organizzazione che vuole sfruttare le sue abilità.

    Storia dettagliata:
    Il film si concentra sul rapporto tra Bobby e Ted, un uomo misterioso che si stabilisce nella casa di fianco. Ted rileva le capacità telepatiche di Bobby e stabilisce una connessione speciale con lui. Ted rivela di essere inseguito da una forza oscura che cerca di sfruttare i suoi poteri. Mentre la relazione tra i due cresce, Bobby deve affrontare anche le complessità dell’infanzia e le dinamiche familiari difficili.

    Nel corso del film, si scopre che la madre di Bobby, interpretata da Hope Davis, è coinvolta con l’organizzazione che sta cercando di rintracciare Ted. Bobby decide di aiutare Ted a sfuggire alla cattura, nonostante il pericolo che ciò comporta. Nel processo, Bobby scopre la vera natura dell’amicizia, l’importanza di affrontare le proprie paure e la complessità del mondo degli adulti.

    Temi principali:
    Il film esplora temi come l’amicizia, l’innocenza dell’infanzia, la corruzione dell’età adulta e il potere della memoria. Ted funge da figura paterna per Bobby, guidandolo attraverso la transizione dall’infanzia all’adolescenza e insegnandogli importanti lezioni sulla vita. Il film dipinge un ritratto affettuoso e nostalgico degli anni ’60 e delle esperienze che plasmano l’identità di Bobby.

    Curiosità:

    • Il film è basato sulla raccolta di racconti di Stephen King intitolata “Cuori in Atlantide”, anche se il film si concentra principalmente su uno dei racconti, “La Camera della Scimmia”.
    • Anthony Hopkins è elogiato per la sua interpretazione di Ted Brautigan, catturando l’essenza misteriosa e complessa del personaggio.

    Spiegazione del finale con spoiler

    “Cuori in Atlantide” è un film che tocca il cuore degli spettatori attraverso il rapporto unico tra il giovane Bobby e il misterioso Ted. La storia offre una visione intima delle sfide e delle opportunità dell’infanzia, avvolta in un alone di mistero e magia. La telepatia di Ted aggiunge un elemento di fantastico al contesto realistico degli anni ’60. In definitiva, il film esplora la profonda influenza che le persone speciali possono avere sulla nostra vita e il potere della memoria nel plasmare chi siamo diventati.

    Alla fine il protagonista afferma che Ted sparisce dalla sua vita, e pur ricordandolo sempre non lo incontrò mai più, entrando ufficialmente nell’età adulta e perdendo, apparentemente, le propri capacità telepatiche.

    Immagine: Di DMarx22 – catturato da me, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=9739545

  • Mr. Nobody: un viaggio tra universi paralleli

    Mr. Nobody: un viaggio tra universi paralleli

    2092: Mister Nobody è ufficialmente l’uomo più anziano al mondo. L’attenzione mediatica è talmente concentrata su di lui che decide di raccontare la propria vita ad un giornalista. Racconto che si rivela, pero’, contraddittorio in vari punti, come se il protagonista non sapesse o non volesse scegliere tra fantasie e realtà.

    In breve. Una fantascienza in pieno stile Nolan pregna di originalità ed elementi accattivanti. Una forma che tende pero’ a surclassare la sostanza, vagamente autoreferenziale, diluita e didascalica: troppo per urlare al vero e proprio capolavoro.

    Terzo lungometraggio di Jaco Van Dormael, regista belga avvezzo allo sperimentalismo ed influenzato apparentemente dai salti spazio-temporali di Nolan – come dalle trovate grottesche di Terry Gilliam, che scrive e dirige Mr. Nobody presentando un universo non lineare composto di possibilità di ogni tipo. L’intreccio racconta, a ritroso o mediante flashback disordinati, la storia della vita di Nemo Nobody, chiaramente nomen omen interpretato da Jared Leto, simbolo dell’uomo in generale e “signor nessun” per eccellenza. Il protagonista è al centro dell’attenzione all’interno di una società futuristica del 2092 , che viene solo accennata (e che non sembra diversa dagli scenari modello Blade Runner o The zero Theorem). La cosa essenziale, che rende il focus della narrazione profondamente umano e fonte di facile identificazione per il pubblico, è che sembrerebbe trattarsi dell’ultimo mortale rimasto sulla terra (mentre il resto della popolazione sembrerebbe composta da androidi semi-immortali).

    L’autobiografia di Nemo, tuttavia, è contraddittoria in vari punti, dato che contempla 3 matrimoni diversi, circa 4 modi diversi in cui sarebbe morto ed una serie di problemi da affrontare di ogni ordine e grado (tra cui un probabile disturbo bipolare di una delle consorti). La sliding door principale sembra comunque essere legata al divorzio dei genitori, che lo pongono fin da bambino in una situazione impossibile da dover scegliere: stare con il padre o con la madre, il tutto – forse in modo vagamente didascalico, in una stazione dal nome Choice. Ma l’autentica stranezza è rappresentata dal racconto di più storie in parallelo, dove in ognuna attraversa eventi differenti, si innamora di donne diverse, fa lavori differenti (dal fisico divulgatore al tecnico pulitore di piscine) e sembra, peraltro, “ricordare” o collegarsi alle possibili identità che lo avrebbero caratterizzato. Nemo sembra anche morire più volte durante la storia, per i motivi più vari: per uno scambio di identità, per annegamento, per via di un incidente stradale. In alcune versioni della propria vita Nemo è stato felice, innamorato e appagato lavorativamente, in altre era insoddisfatto e covava rabbia nei confronti della moglie.

    Se la storia tende ad indurre un discreto livello di confusione nello spettatore, è possibile quantomeno rimanere ancorati ad una narrazione centralizzata, che è sempre ricollegata ad un protagonista ultra-centenario che racconta, compone, ricombina le storie (e sembra anche divertirsi a farlo), mandando sempre più in crisi il povero giornalista che vorrebbe saperne di più. Sembra di avere a che fare con un mix di ricordi autentici e falsi ricordi del protagonista, tanto più che il tempo trascorso è parecchio, in alcuni frammenti familiarizza con personaggi che non riconoscere in successivi episodi e c’è di mezzo, peraltro, un significativo viaggio su Marte (per fare il quale Nemo si è dovuto ibernare per qualche mese).

    Mr. Nobody e i suoi pregi

    A livello registico ci sono un paio di cose da osservare: le riprese sono accattivanti, incuriosiscono e catturano lo spettatore – giocando su allusioni, richiami e non detti. È uno stile che cerca, forse un po’ troppo pedissequamente, di imitare quello di Nolan, cosa apprezzabile quanto in parte poco soddisfacente, dato che Van Dormael non sembra disporre della sistematicità e delle “regole” che caratterizzano quei film. Il livello di storie intrecciate è fin troppo fitto, considerando la morale del film che viene affidata ad una celebre citazione di Tennessee Williams, che funziona discretamente, in effetti, un po’ a prescindere da quello che si vede sullo schermo. Se questo depone a favore della grandiosità del messaggio, lascia la vaga sensazione che potesse andar bene anche la storia di Giannino il tecnico del gas, al posto di quella di Nemo fisico, fotografo o operaio addetto alla pulizia delle piscine. Cosa che rimane come considerazione ironica e mera apparenza, dopo aver visto il film, ma che lascia comunque la sensazione di aver visto due ore di film-impossibile zeppo di salti temporali in lungo, in largo ed in diagonale in cui sostanzialmente non puoi capire cosa sia reale e cosa, invece, non lo sia (ancora peggio: sono i personaggi stessi che si interrogano apertamente sull’essere reali o meno!). In ottica spirituale – testimoniata dall’antefatto degli angeli che segnano i bambini “dimenticandosi” di Nemo – sembra quasi che la realtà finisca per non avere alcuna importanza, dato che ogni storia, in fondo, merita di essere raccontata (per carità, nessuno dica una cosa del genere ad un qualsiasi aspirante scrittore).

    Non tutto, nel film, funziona davvero

    Non mancano alcune banalità altisonanti, per la cronaca (un paio di uova di colombo del tipo: Finché non scegli, tutto è possibile), ma alcuni intermezzi come quello in cui si spiega l’effetto farfalla sono davvero deliziosi. Sono notevoli anche le sequenze simil-lynchiane, come quello di Nemo bambino dentro un teatro, o ancora Nemo adulto che batte a macchina la propria storia intrecciandola con teorie sugli universi paralleli. C’è anche un riferimento al gioco degli scacchi, in cui si applica il concetto desueto di zugzwang, parola tedesca che indica la situazione in cui il giocatore è obbligato a fare una mossa – e qualsiasi mossa farà, dovrà necessariamente subire una perdita o subire uno scacco matto. In genere il film da’ una discreta impressione in positivo per quanto, alla fine, i dubbi restino e sia difficile emettere un giudizio su quello che si è visto, proprio per il gran numero di dettagli e per via del fatto che viene il dubbio, in fondo, se abbia davvero senso razionalizzare quelle storie.

    Il messaggio c’è ed è profondo, e suona anche svilente ridurlo ad una rielaborazione didascalica della massima del drammaturgo statunitense (per inciso: “Anything might have been anything else and had as much meaning to it“, che è anche il modo più scontato per trovare una spiegazione coerente di un finale abbastanza criptico, per la verità). Al tempo stesso è altrettanto complesso spiegare meglio ciò che si è visto: si può dire tutto ed il contrario di tutto, e non a caso su Mr Nobody imperversano vari spiegoni che lo rendono, di fatto, uno dei tanti film più discussi che visti.

    Il finale di Mr. Nobody

    Sul finale è stato scritto parecchio: l’apice della storia coincide con la fine della vita del protagonista, che dimostra (?) di avere doti di preveggenza ma anche un’eccellente memoria, la quale risulta evidentemente viziata da falsi ricordi su ciò che sarebbe stato e su un rimuginio incessante sul proprio passato. La “beffa”, se vogliamo, è che solo una delle linee temporali è quella corretta e nessuno ci dice quale sia, come se il film scaricasse sullo spettatore l’onere di sceglierla – fermo restando che sono considerate tutte egualmente degne di essere state vissute.

    La struttura narrativa

    Dormael dirige sulla falsariga di film come Inception, presentando i medesimi personaggi che vivono storie differenti e “parallele” tra loro, al tempo stesso sembrerebbero riuscire a comunicare accidentalmente tra un livello e l’altro. In questo senso la scelta di ambientare il tutto nella medesima città (come sembrerebbe) appare un po’ forzosa quanto, probabilmente, necessaria per motivi pratici. Nemo in effetti riconosce un altro se stesso da altre linee temporali in almeno un’occasione, anche se poi la spiegazione effettiva non viene data nemmeno qui – e si opta per un surrealismo che, alla lunga, sa più di esercizio di stile che altro.

    Per quanto la formalizzazione di quelle storie rimanga per molti versi piuttosto vaga, comunque, il film suscita una discreta curiosità fin dall’inizio, per poi altalenare tra momenti intensi ed altri francamente poco coinvolgenti, senza contare il diluirsi del lavoro in sotto-sottostorie non sempre significative o pregnanti. In definitiva, un discreto film da riscoprire ancora oggi, a patto di sottostare al più classico dei patti regista-spettatore e non avere la pretesa che ci venga spiegata qualsiasi cosa.