Fateci caso: gran parte del porno in circolazione (e per cui internet è diventato da tempo il principale mezzo di diffusione), è diventato vagamente inadeguato allo scopo per cui è stato concepito. Mostra corpi nudi, oggettificati, a volte addirittura sviliti, ma non è probabilmente questo il punto. Quel porno è talmente stereotipato da aver quasi smesso di assolvere alla sua funzione primaria: eccitare chi lo guarda.
Dal canto suo, molte mini e micro-produzioni hanno lavorato meglio sulla dimensione hard da un punto di vista più casereccio, se vogliamo, spesso introducendo impensabili feticismi o facendo credere, in molti casi, che quello che si filmava fosse avvenuto sul serio. Nulla è più eccitante del sesso nella realtà, chiaramente, per quanto poi le fantasie sessuali non manchino di compensare la mancanza di partner anche occasionali e, soprattutto, esse si trovino a convivere imbarazzate al cospetto di certa pornografia, sussurrandoci nell’orecchio:
“belli questi genitali in primo piano, ma guarda che così non si eccita più nessuno”
Il porno delle produzioni patinate mostra corpi lucidi, perfetto e in pieno fitness abbastsanza irrealistici, con cui siamo poco familiari – soprattutto dai tempi delle abbuffate domestiche in mancanza d’altro in tempi di lockdown. Già questo è un enorme problema: come se non bastasse, poi, certo porno “pop” sembra continuare a frustrare un cavallo morto (per usare un’espressione inglese tradotta fin troppo letteralmente), insistendo sui consueti e stantii stereotipi poco credibili – ed è qui che ci accorgiamo, definitivamente, che qualcosa non torna. Idraulici, cameriere (per citare solo due categorie particolarmente “colpite”) andrebbero urgentemente integrati con più credibili ed attuali “gestori di b&b” o smartworker. Integrati, badate bene, non rimpiazzati, anche per rispetto verso chi davvero fa la cameriera o l’idraulico senza vestirsi come Super Mario o assumere forzatamente atteggiamenti da svampita.
Non solo: nel mondo reale occidentale, a cui il porno deve ispirarsi (e non sempre lo ha fatto) certi gruppi sociali hanno allentato la presa sulla sfera sessuale diventando, di fatto, inafferrabili dal potenziale partner. Come se non bastasse, tanti altri si sono auto-costruiti un piedistallo sociale da cui, in molti casi, non scenderanno mai più – se non per avere l’illusione di scegliere l’ennesim* coatt*. Va tenuto conto di questo, perchè queste persone necessitano in molti casi di coadiuvare fantasie vivide, non di assortimenti osceni di peni e vagine. Il porno del resto ci regala da sempre l’illusione della scelta (un potenziale partner che mi salta addosso con voluttà), la concretizzazione della possibilità (io che faccio sesso con quell’attore o quell’attrice), la fantasia anche tabù su categorie che non potrebbero “permetterselo” come psichiatri, avvocati, medici, insegnanti, infermieri. Il tutto senza fare del male a nessuno, anzi, facendo più bene che altro, perchè nulla soddisfa di più che disporre di una fantasia fervida, quando le cose nella sfera sessuale non vanno troppo bene. Il porno moderno, ad eccezione di alcune piccole-medie preduzioni, ha pensato solo a lucrare ed ha finito per costruire un mondo artefatto, che si contrappone a quello reale tanta è la distanza che ha percorso.
Bene fare delle specifiche tecniche, a questo punto, per evitare di essere fraintesi. La banalizzazione del sesso in genere, e della sua componente fatta di parità, complicità ed autentica eccitazione non sembra causata dalla banalizzazione del porno, come svariate associazioni e club parrucconi sostengono da anni (negli USA ad esempio c’è chi vorrebbe fare chiudere PornHub, o vietare il genere). Semmai il porno esprime e dovrebbe esprimere ciò che già c’è nel mondo, e che è stato esasperato nelle distanze forzate e nella mancanza di tatto (in tutti i sensi) dalla pandemia in poi.
Non ci vuole troppo per inquadrare il problema annoso del porno non eccitante, che è quasi equivalente a quello dell’horror che non spaventa, o della musica che non trasmette nulla. Tutto è soggettivo, ciò che piace a me può disgustare o lasciare indifferenti altri, chiaramente, ma quello dell’universalità del genere è forse l’ultimo dei problemi. Tanto è vero che esistono i porno gonzo (ultra realistici, tanto da sembrare veri a volte) come quelli con The Avengers e, insomma, lo spettro è fin troppo coperto in ampiezza. È solo che probabilmente è coperto male.
Una persona viene ripresa nella propria stanza, mentre si cambia d’abito. Sente un rumore nella casa, si affaccia per scoprire cosa succede, becca un ladro (o una ladra) intento a svaligiare, lui/lei si eccita nel vedere un nudo, e come se nulla fosse… fanno sesso. Ora, chiunque sia uscito di casa – anche solo tentando di avere una relazione sessuale – sa bene come le cose difficilmente funzionano così. L’esibizione nudo, di per sé, è diventato condizione necessaria, ma non sufficiente, per il sesso.
Probabilmente anche perché i nudi sono stati da tempo saccheggiati concettualmente, deprivati e oggettificati da pubblicitari fermi monoliticamente agli anni 80. Gli utenti di Reddit questa cosa l’hanno capita da tempo, tanto è vero che hanno creato subreddit gratuiti e spontanei in cui restituire al sesso la sua dimensione umana e realistica: trovate subreddit dedicati al porno per donne (che spesso risulta coinvolgente anche per gli uomini etero), agli esibizionisti, a chi si filma nel fare sesso rischioso e così via.
Primo punto. Anche volendoci fermare al mondo delle fantasie erotiche, ripensiamo per un attimo con tenerezza a tutti coloro che si sono invaghiti di una subrette o di un anchor man almeno una volta nella vita. Le fantasie avute su questi soggetti erano spesso più vivive di quelle di qualsiasi porno, in molti casi. Gran parte del genere appare inadeguato anche per questa discrepanza di fondo, alimentata particolarmente oggi che il genere è industrializzato, spesso conformista e stereotipato fino all’osso. Un cinema hard che, peraltro, soprattutto oggi si è spinto raramente oltre certi limiti dettati dalla convenzione, che ha finito per cavalcare indistintamente i trend come fossero mode (sono usciti porno coi supereroi anni fa, così come ne sono usciti con attori con le mascherine nel 2020). Andrebbero anche aboliti i set cinematografici classici con luci, muscoli pompati, trucco ad hoc e pailettes, perchè i veri porno vanno girati come fossero mockumentary – e verrebbero mille volte meglio, in tutti i sensi.
Secondo punto. Il porno patinato da cui dovremmo prendere le distanze basa quasi tutto sull’apparenza, del resto. Stando ad un citatissimo articolo di Greenberg, Lemay, Clark (What Is beautiful Is good), del resto, la bellezza è solo uno stereotipo come tanti, il quale rappresenta spesso una proiezione psicologica di obiettivi interpersonali. In altre parole, secondo questa ricerca, noi vorremmo stabilire dei legami sociali con persone molto attraenti e, nel farlo, proiettiamo verso esse le migliori aspettative sociali.
Ciò porta ad un bias cognitivo considerevole: il bello diventa anche buono, per cui un attore/attrice avvenente può diventare puramente desiderabile perché, secondo noi, è brava al letto – ma per una strana associazione di idee perfetta sul lavoro, creativa in cucina e sicuramente immaginiamo abbia un bellissimo carattere.
In altri termini pensiamo che “il simile causa il simile“, celeberrima quanto errata convinzione inconscia che affligge, secondo psicologi come Sutherland, gran parte di noi. Tale bias cognitivo è alla base del successo di “quel” porno, nella sua versione più mainstream. Il problema ha senso, e per questo motivo ha senso provare a stilare un manifesto del porno eccitante. Il quale potrebbe, in teoria, essere articolati su 6 semplici concetti:
- Ogni trama dovrebbe essere riconducibile ad un fatto realmente accaduto, ricalcandolo al meglio. In alternativa dovrebbe ispirarsi non ad una fantasia inventata, ma ad una concreta (ad esempio avuta realmente dal regista o dallo sceneggiatore).
- La condizione di partenza del punto 1 andrebbe idealmente esplicitata nei titoli di testa: un porno dichiarativo, in questa veste, sarebbe certamente più stimolante.
- Il porno deve essere realistico, non reale. Questo distinguo serve ad evitare che il porno degeneri in una dimensione abusante o non consenziente.
- La durata del porno va ridotta drasticamente di almeno la metà rispetto ai kolossal che vengono girati oggi, troppo lunghi e troppo ricchi di orpelli poco utili e velleità artistico-concettuali che servono a poco o nulla.
- Il porno deve combattere i pregiudizi, non alimentarli. L’oggettificazione sessuale, ad esempio, dovrebbe essere data meno per scontata, allargando sperabilmente il pubblico interessato all’argomento.
- Ultimo punto da ricordare: nessuno è obbligato a guardare il porno nella sua totalità (lo scriviamo per attutire eventuali levate di scudi per qualcuno dei punti precedenti).