Molte persone hanno, o hanno avuto, incubi notturni. Sebbene questi ultimi possano cambiare notevolmente da persona a persona, i brutti sogni di solito possono coinvolgere immagini e pensieri spaventosi, legati da un mood di aggressività, conflitti interpersonali, paura di fallimento e molte altre emozioni come paura, rabbia e tristezza. Tuttavia, se gli incubi diventano abbastanza frequenti e causano un notevole stress emotivo, a un individuo può essere diagnosticato un vero e proprio disturbo del sonno (nello specifico Nightmare Disorder).
Gli individui che ne soffrono fanno sogni caratterizzati da forti emozioni negative, che si verificano nello specifico durante la fase REM. Di norma il disturbo viene trattato mediante la imagery rehearsal therapy, un particolare trattamento cognitivo in cui ai pazienti viene chiesto di ricordare l’incubo, per poi modificarne la trama in modo che abbia un finale più positivo, per poi provare ad immaginare il nuovo scenario durante il giorno ed innescare, se possibile, i sogni nella notte seguente. Secondo un nuovo studio pubblicato giovedì su Current Biology, potrebbe esserci un nuovo modo di trattarlo clinicamente.
Stando al paper pubblicato sulla rivista Current Biology, esisterebbe una relazione sostanziale tra le esperienze emotive nei sogni e il benessere di ogni individuo. La sostanza potrebbe avvicinarsi, in qualche modo, alle suggestioni di Nightmare: potrebbe essere possibile aiutare le persone a vivere meglio manipolando e dirottando al meglio le emozioni coinvolte nei sogni. Lo studio mostrerebbe, peraltro, che sarebbe possibile ridurre gli incubi più incalzanti o particolarmente spiacevoli per i pazienti affetti da questo tipo di patologie. La scienza può manipolare i sogni? La risposta è sì ma deve essere circoscritta: si tratta di una cura per disturbi del sonno molto specifici, per quanto sia ovviamente spaventoso pensare ad un uso sconsiderato di conoscenze del genere.
I pazienti sono stati monitorati per due settimane in modo tale che i ricercatori abbiano avuto la possibilità di misurare la frequenza degli incubi settimanali, e durante questo periodo il gruppo sperimentale è stato sottoposto ad uno specifico suono durante la fase REM. Alla fine del periodo, hanno riscontrato che rispetto al gruppo di controllo non sottoposto, i pazienti che erano stati trattati anche con il nuovo trattament avevano effettivamente incubi meno frequenti, sogni più rassicuranti e una diminuzione degli incubi dopo circa tre mesi di trattamento. Tra gli effetti desiderabili, la riduzione della paura dei sogni (a causa della scomparsa della paura sottostante) e l’importanza della fase REM per consolidare i ricordi positivi ed influenzare il sonno, ed il sogno, in maniera più funzionale.
Immagine di copertina: un incubo che diventa un sogno, DALL E
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