South Park è tornato su Netflix con la stagione numero 21

Mentre la serie di Parker e Stone è arrivata alla stagione 24 (e già prevede almeno un episodio incentrato sul Covid-19), in Italia possiamo vedere la 21, che è disponibile su Netflix da oggi 1 gennaio 2021. In questa puntata, come usuale per SP, si procede su due narrazioni parallele: da un lato la diffusione di Alexa di Amazon, il dispositivo che accetta comandi vocali, e la conseguente protesta di un gruppo di persone di South Park (simboleggiati dalla bandiera confederata). Dall’altro Randy Marsh, il padre di Stan, che lancia un proprio programma TV incentrato sui “Bianchi che ristrutturano case“: un reality come molti se ne vedono anche in Italia, incentrati sulle visite del personaggio con la moglie all’interno di varie case di South Park, che vengono demolite e rifatte di punto in bianco.

La puntata è stata ultimata nel 2017, ma è ancora attuale: si satireggia lo spirito conservatore delle parti di opinione pubblica più conservatrice e propensa al complotto, che – in nome di una forma di paura digitale o tecnofobia – incolpano Siri ed Amazon di avergli rubato il lavoro. Accusa peraltro abbastanza inconsistente, che rappresenta una buona parte di società che è ancora nemica ed ostile ad una tecnologia che è probabilmente troppo pigra per usare in modo corretto, e confermando uno stereotipo già sviscerato in precedenti episodi. La bandiera sudista o confederata diventa chiaramente un feticcio di pancia, un simbolo che alle persone in questione basta sventolare un po’ a vuoto, come viene mostrato a più riprese, per sentirsi appagati.

È anche interessante il processo psicologico che vive Cartman: con gli amici ride sguaiatamente facendo pronunciare varie assurdità e volgarità assortite ad Alexa, dall’altro assume un atteggiamento passivo-aggressivo nei confronti della fidanzatina, fino ad invaghirsi di Alexa e rigettare il sentimento nei confronti della bambina. E poi entra in gioco JimBob, un personaggio inedito nella serie e grottesco che, sulla scia delle proteste, prende il posto di Alexa, emulandone il funzionamento da umano. L’alternativa all’uso di dispositivi tipo Alexa diventa, pertanto, la possibilità di ingaggiare esseri umani che possano rispondere a voce alle domande che usualmente poniamo a quei dispositivi, fino ad aumentare – anzichè lenire – il livello di alienazione.

Le successive puntate della serie sfoggiano la consueta freschezza ed innovazione, colpendo alternativamente vari temi – tra cui un ospizio dedito allo spaccio di eroina fino allo stesso Netflix che trasmette South Park, accusato sarcasticamente di mandare in onda qualsiasi cosa senza controllarne la qualità – grazie a trame fluide, a volte vagamente collegate tra i singoli episodi ed incentrate su un feeling già noto per la serie: quello delle persone che, con intenzioni puramente di facciata, si concentrano semplicemente sui problemi sociali sbagliati. La promozione della nuova serie è pertanto a pieni voti, e merita certamente grande attenzione

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